sabato 31 luglio 2010

Black★Rock Shooter

Una ragazzina, Kuroi Mato, al primo giorno di scuola, timidamente, fa amicizia con quella che diverrà la sua migliore amica, Takanashi Yomi. Tutto andrà a gonfie vele fino alla comparsa nelle loro giornate di un'altra ragazza, Yuu, manger del club del basketball. Al ritorno da scuola Yomi scompare e per giorni nessuno ha più notizie di lei. Mato, convinta che sia colpa sua, per averla trascurata a favore di Yuu, è disperata. Fino al giorno in cui una mail vuota da parte di Yomi appare sul suo cellulare. Mato si lancia in una corsa sfrenata in bicicletta fino al posto in cui amavano trascorre il tempo insieme, lì trova un strap per il cellulare: è lo stesso che lei aveva regalato alla sua amica alla fine del primo anno di scuola.
Una luce intensa la avvolge dal cielo.
Ritroviamo Mato e Yumi più grandi intente a combattersi a colpi di spada, magia, e cannonate in una dimensione alternativa.
Cosa sarà sucesso?

Black★Rock Shooter, diretto da Shinobu Yoshioka, character design di Yuusuke Matsuo Rilasciato il 24 di Luglio in Giappone allegato alla rivista Hobby Japan e in tutto il mondo, in giapponese sottotitolato in sette lingue diverse, in streaming sta avendo un enorme successo mediatico.
La storia, tutto sommato classica e semplice, della durata di 50 minuti, è raccontata con lo stile flashback in modo intelligente ed interessante. I personaggi crescono, nel breve minutaggio dell'Oav, in modo graduale e godibile grazie alla narrazione che alterna momenti di dialogo a sequenze musicali che mostrano accadimenti di mesi in pochi minuti.
Grafica piacevole ed a volte sperimentale ricorda da vicino il tratto di un ottimo anime uscito qualche anno fa come serie tv: Noein.
Probabilmente non sarà il classico one shot, ma questo OAV sarà utilizzato come episodio pilota di una serie che risponderà alle domande lasciate aperte dalla narrazione

Ottimo, da vedere assolutamente adesso e poi quando uscirà in italiano, per apprezzarlo al massimo.

Black★Rock Shooter

Regia Shinobu Yoshioka
Soggetto Nagaru Tanigawa, Shinobu Yoshioka
Musiche Ryo
Studio Ordet
Uscita July 24, 2010
Durata 50 minutes

giovedì 29 luglio 2010

21 Grammi

Jack, ex detenuto votato alla fede, il giorno del suo compleanno investe padre e due bambine. Si costituisce, viene arrestato e dopo aver scontato la sua pena scarcerato. Si rifugia lontano dalla famiglia a vivere in un motel sperduto nel deserto facendo lavori occasionali.
Christina, ex-tossicodipendente, era la madre moglie delle vittime dell'incidente. Cade in depressione e ricomincia a drogarsi.
Paul, malato di cuore, è in attesa di un trapianto che non arriva. Alla morte del marito di Christina gli viene impiantato il cuore del defunto. La nuova vita non gli fa perdere le vecchie abitudini: alcool, dolci e fumo.
Morboso dello scoprire chi sia il suo donatore ingaggia un investigatore privato. Grazie alle informazioni che ottiene incontra, entra in confidenza e nel letto di Christina.
La nuova coppia, con lei consapevole del trapianto subito da Paul, si reca alla ricerca di Jack per ucciderlo.
Gli eventi volgeranno in modo diverso da quello che si aspettano.

21 grammi, diretto da Alejandro González Iñárritu, è il secondo film della "Trilogia sulla Morte" del regista messicano. Precede Babel e segue Amores perros. Il titolo del film si riferisce all'ipotetico peso, di quella che si suppone essere l'anima di una persona, (21 grammi) che chiunque perderebbe esalando l'ultimo respiro.
Il film non ha una struttura lineare. Il racconto alterna flashback a flashforward generando caos nella mente dello spettatore per una buona meta della pellicola. Tecniche di ripresa sperimentali confondono la visione per un altro buon quarto di film. Ritmo lento, colori acromici, luci soffuse. Buone interpretazioni dei protagonisti Sean Penn, Benicio del Toro, Naomi Watts. Buono il cast di caratteristi, non protagonisti, scelto per attorniarli.

Film come tanti già visti, con tematiche trite, senza spunti di discussione. A tratti irritante (quando vediamo Paul distruggere la sua seconda vita), a tratti apatico.

Definito un intenso dramma dalla critica è da vedere giusto per capire se può piacere al singolo, ma non in serata né in una giornata plumbea.

Titolo originale 21 Grams

Anno 2003
Durata 124 min

Regia Alejandro González Iñárritu

Interpreti e personaggi
Sean Penn: Paul Rivers
Naomi Watts: Cristina Peck
Benicio Del Toro: Jack Jordan
Danny Huston: Michael
Charlotte Gainsbourg: Mary
Eddie Marsan: John
Melissa Leo: Marianne

mercoledì 28 luglio 2010

Transamerica

Bree, che una volta si chiamava Stanley, è a quindici giorni dall'intervento chirurgico definitivo per la sua ridefinizione sessuale. Una telefonata sconvolge il suo mondo. All'altro capo del telefono è suo figlio, di cui non ha mai avuto conoscenza, a parlare. L'unico rapporto eterosessuale avuto in vita sua ha dato origine al figlio che ora lo cerca, in seguito alla morte della madre. Bree è sconvolta, ma la sua psicoterapeuta le impone di andare a trovare e conoscere suo figlio altrimenti non avrà il permesso per l'operazione.
La donna si imbarca nel coast to coast degli Stati Uniti. Il rapporto tra i due ha alti e bassi, ma si instaura un rapporto di confidenza ed amicizia. Il momento in chi Toby scopre che la sua compagna di viaggio verso Los Angeles non è una donna si sente tradito e perde fiducia. Quando Bree confessa, di fronte alle profferte amorose del ragazzo, di essere suo padre Tobey rimane sconvolto e fugge.

Il film è costruito in modo sensibile ed accurato. La sceneggiatura permette di entrare in empatia con Bree e comprendere i suoi timori, le sue speranza e la sua delusione di fronte a certe situazioni. Il ragazzo difficile, drogato, prostituto, con cui si trova a che fare non le semplifica la vita, ma lei certa di mantenere la calma, che sua madre non è riuscita a tenere con lei. Un viaggio in uno spaccato americano particolare in cui famiglie difficili si alternano alla nostra attenzione. Felicity Huffman, nel pieno della sua attività di casalinga disperata, dona spessore con l'ottima interpretazione al suo personaggio.

Forse un po' lento in alcuni passaggi. Da guardare, ma non dopo le 23.

Titolo originale Transamerica

Anno 2005
Durata 103 min

Regia Duncan Tucker

Interpreti e personaggi
Felicity Huffman : Bree
Kevin Zegers : Toby

martedì 27 luglio 2010

Tra le Nuvole

Ryan Bingham è un "cacciatore di teste" professionista. Dove c'è un'azienda in crisi lui viene mandato a licenziare le persone in esubero, al posto dei diretti superiori. Uomo solo, con una casa vuota dove non passa più di 40 giorni l'anno, ha come obiettivo quello di raggiungere 10 milioni di miglia dell'American Airlines. La sua vita è scandita dagli appuntamenti di lavoro e dal passaggio delle diverse tessere magnetiche in suo possesso in porte di alberghi, pos di autonoleggi e aeroporti.
La sua vita viene sconvolta da un'innovazione che la ditta per la quale lavora vorrebbe apportare alla sua mansione: licenziamenti via chat, per abbassare i costi di gestione aziendali. La promotrice dell'idea è la giovane Natalie. Ryan si oppone e si trova a viaggiare con Natalie per insegnarle il mestiere. Grazie a lei riscopre l'importanza dei rapporti umani, inizia a vacillare la sua convinzione di "viaggiare con lo zaino vuoto". Nei suoi soggiorni in albergo conosce la bella Alex, che viaggia tanto quanto lui, e cerca di trasformare il suo rapporto da solo sesso a qualcosa di più. Negli stessi giorni si trova a partecipare al matrimonio della sorella ed a convincere il fidanzato di lei di quanto sia importante il matrimonio.

Una commedia delicata su un argomento delicato. Nei giorni della grande crisi viene presentato al mondo questo film dove la perdita del lavoro è l'argomento portante. L'esternalizzazione dell'onere del licenziamento sottintende alla vigliaccheria delle aziende che ne fanno uso, dalle più piccole (coinvolte nella crisi) alle più grandi (che con i loro manager dissoluti la crisi l'hanno creata).
I sentimenti di Ryan si evolvono lungo tutta la pellicola. Da scapolo integerrimo che non necessita di un recapito fisso inizia, poi, a pensare ad una relazione stabile. I cambiamenti affondano tanto le radici in lui che interrompe l'ultima sua conferenza motivazionale dopo pochi minuti dall'inizio.
Le due attrici non protagoniste, o meglio co-protagoniste, sono sia belle che brave. Anna Kendrick riesce ad uscire dal personaggio per teenager della saga di Twilght per entrare in questa nevrotica rampante ragazza in carriera, Vera Farmiga gioca per tutto il film con George Clooney al gatto col topo (da capire chi è il topo). Entrambe si sono meritate la candidatura all'Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista nel 2010 (vinto da Mo'Nique per Precious). George Clooney è un piacione aggressivo, incerto sulle sue certezze, ma di una professionalità estrema. Non da Oscar, ma certe sue facce ed espressioni sono da non perdere.
Jason e Ivan Reitman (figlio e padre) imbastiscono, producono e dirigono una commedia che si lascia guardare e che ti lascia pensare.

Per sorridere amaro. Per riflettere sulle nostre scelte

Titolo originale Up in the Air

Anno 2009
Durata 109 min

Regia Jason Reitman

Interpreti e personaggi
George Clooney: Ryan Bingham
Vera Farmiga: Alex
Anna Kendrick: Natalie

lunedì 26 luglio 2010

The Box

Richmon, Virginia 1976. Una famiglia, padre Arthur, madre Norma, ed un figlio, è in crisi economica. Lui scienziato della Nasa viene respinto dalla selezione astronauti, lei insegnante in una scuola privata perde la borsa di studio per il figlio.
Una mattina alle 5 sentono suonare il campanello della porta di casa. Fuori nessuno, solo un anonimo pacco. Nel pacco un manufatto con un bottone rosso, all'interno di una cupola di vetro chiusa con una serratura.
Alle 17 dello stesso giorno si presenta alla porta il sig. Arlington Steward, sfigurato in viso da un fulmine. Consegna a Norma la chiave per aprire il cupolino ed una scelta. Premere il pulsante rosso oppure no. Nel caso decidesse di premere il pulsante riceverebbe la somma di un milione di dollari in contanti. Unica controindicazione: la pressione del pulsante causerebbe la morte, nel mondo, di una persona, che lei non conosce. La scelta è da compiere in 24 ore.

Da qui parte la storia thriller fantascientifica, tratta dalla novella di Richard Matheson "Button, button", che solo un regista visionario come Richard Kelly avrebbe potuto portare sullo schermo. Il "papà" di Donnie Darko ci immerge nella piccola borghesia americana degli anni 70, dove foulard e tappezzerie colorate la fanno da padroni, per raccontarci un comune dramma nel quale le colpe dei padri ricadono sui figli con il suo stile onirico.
Non ci si deve aspettare un film semplice da seguire. Indizi, riferimenti, suggerimenti, sono sparsi lungo tutta la trama. Nelle due ore di proiezione non c'è tempo per distrarsi, se si cade in tentazione si rischia di perdere indizi significativi per la risoluzione del mistero. Ma vi sarà poi soluzione?
Cameron Diaz, brava anche se con un numero limitato di espressioni facciali, James Marsden, il ciclope di X-Men e compagni di Lois Lane nell'ultimo Superman, e Frank Langella, lo Skeletor di Master of the Universe ed il Nixon di Frost/Nixon, ci accompagnano nel dipanarsi della trama. Su tutti Langella merita un apprazzamento per il modo in cui ha affrontato il difficile ruolo, e la professionalità che ha dimostrato nel corso degli anni.

Da vedere con cautela.

Titolo originale The Box
Paese USA
Anno 2009
Durata 115 min

Regia Richard Kelly
Soggetto Richard Matheson (racconto)

Casa di produzione Darko Entertainment
Distribuzione (Italia) Lucky Red

Interpreti e personaggi
Cameron Diaz: Norma Lewis
James Marsden: Arthur Lewis
Frank Langella: Arlington Steward

venerdì 23 luglio 2010

Piano di Rinascita Democratica

Piano di Rinascita Democratica

In questi giorni si sente tanto parlare di P3, ma cos'era la P2. Una veloce ricerca sull'internet mi ha permesso capire un po' meglio gli obiettivi del fenomeno.

La P2 era una loggia massonica segreta fondata dal Venerabile Maestro Licio Gelli. Noto esponente della massoneria italiana, rampante e equivoco sin da giovane, quest'uomo giunge al massimo del suo potere occulto negli anni 80 del secolo scorso. Dopo processi, condanne, scarcerazioni ad oggi vive tranquillo e riverito nella sua casa, qualche anno è stato conduttore di una striscia giornaliera sul circuito televisivo OdeonTv. Lo stesso Licio Gelli, nel novembre del 2008, afferma che Silvio Berlusconi (Presidente del Consiglio eletto nell'aprile 2008) è l'unico che può realizzare il Piano. Con una certa ironia, inoltre, afferma che "essendo alcuni punti in attuazione, Berlusconi mi dovrebbe cedere il copyright".

Membri della Loggia Segreta P2 sono stati: Silvio Berlusconi, Vittorio Emanuele di Savoia, Maurizio Costanzo, Alighiero Noschese (morto suicida più di due anni prima della scoperta della lista) e Claudio Villa; in compagnia di Michele Sindona e Roberto Calvi, Umberto Ortolani e Leonardo Di Donna (presidente dell'ENI), Duilio Poggiolini e il personaggio televisivo professor Fabrizio Trecca, insieme a tutti i capi dei servizi segreti italiani e ai loro principali collaboratori.

Obiettivi

Gli obiettivi della P2 sono elencati nel "Piano di Rinascita Democratica" e prevedevano di « …rivitalizzare il sistema attraverso la sollecitazione di tutti gli istituti che la Costituzione prevede e disciplina, dagli organi dello Stato ai partiti politici, alla stampa, ai sindacati, ai cittadini elettori ».
La chiave di volta era quella di programmare azioni di Governo, comportamenti politico/economici e legislativi, per ottenere, ad esempio nel settore scuola, di « …chiudere il rubinetto del preteso automatismo: titolo di studio - posto di lavoro… ».
Alcuni punti del programma, sebbene smantellata in tempo, sembra che, comunque siano stati attuati.
Ecco una sintesi dei punti porposti od attuati:
- La nascita di due partiti "l'uno, sulla sinistra (a cavallo fra PSI-PSDI-PRI-Liberali di sinistra e DC di sinistra), e l'altra sulla destra (a cavallo fra DC conservatori, liberali e democratici della Destra Nazionale)." allo scopo di semplificare il panorama politico. Il Partito Democratico ed il Popolo delle Libertà sembrano essere la naturale evoluzione di questo proposito.
- Controllo dei media. Il piano prevedeva il controllo di quotidiani e la liberalizzazione delle emittenti televisive (all'epoca permesse solo a livello regionale) allo scopo di controllarle, e in questo modo influenzare l'opinione pubblica; nonché l'abolizione del monopolio della RAI e la sua privatizzazione. Prima della scoperta della loggia questo aspetto era giunto a realizzazione con il controllo dei principali quotidiani e l'acquisizione di telemilano58 (poi Canale 5). Dopo la scoperta della loggia questo aspetto del piano sembra sia portato avanti dall'iscritto Silvio Berlusconi che ha acquisito altri due canali televisivi e allo stato attuale controlla direttamente o indirettamente alcune testate giornalistiche e la RAI.
- Progetto Bicamerale del 1997 (Commissione parlamentare per le riforme costituzionali)."ripartizione di fatto, di competenze fra le due Camere (funzione politica alla CD e funzione economica al SR)" che coinvolse i leader dei due maggiori schieramenti, Massimo D'Alema e Silvio Berlusconi.
- Riforma della magistratura: divisione tra ruolo del P.M. e del magistrato, responsabilità del CSM nei confronti del parlamento. Tema nell'agenda politica dalla fine della Prima Repubblica e tuttora attuale. Si osserva che introdurre la responsabilità del CSM nei confronti del parlamento sarebbe tecnicamente una subordinazione del potere giudiziario al potere legislativo, e quindi verrebbe meno la separazione dei poteri. La modifica, infatti, necessiterebbe di una riforma costituzionale.
- Riduzione del numero dei parlamentari. Richiesta in questo periodo di crisi anche dal popolo italiano al fine di ridurre i costi della politica ed al vaglio del governo in carica.
- Abolizione delle province. Trova corrispondenza nel programma elettorale di Forza Italia del 1994, 2001 e del Popolo delle Libertà del 2008, limitatamente alle province al cui interno vi sono "città metropolitane"; ma anche nel programma del Partito Democratico sempre per le elezioni del 2008. Non ultimo in fallito tentativo dell'abolizione delle provincie più piccole nell'ultima manovra economica all'approvazione del governo nel luglio 2010.
- Abolizione della validità legale dei titoli di studio. Nel programma di Forza Italia del 1994 e proposta in luglio dal Ministro Frattini (abolizione del valore legale delle lauree ed aumento della meritocrazia).

Per perseguire gli obietti prefissati sarebbero state necessarie delle modifiche urgenti ed a medio e lungo termine dell'ordinamento italiano.
Urgenti:
- La responsabilità civile (per colpa) dei magistrati;
- La normativa per l'accesso in carriera (esami psico-attitudinali preliminari). Nel 1987 un referendum approvato dall'86,70 percento dei votanti ha chiesto di introdurre la responsabilità civile anche per i magistrati, ma secondo i proponenti il risultato referendario è stato largamente disatteso dal Parlamento.
- La “legge sulla Presidenza del Consiglio e sui Ministeri" (Cost.art.95) per determinare competenze e numero (ridotto) dei ministri, con eliminazione o quasi dei Sottosegretari;
- La riforma dell'amministrazione (relativa agli artt. 28, 97 e 98 Cost.) fondata sulla teoria dell'atto pubblico non amministrativo, sulla netta separazione della responsabilità politica da quella amministrativa (che diviene personale, attraverso l'istituzione dei Segretari Generali di Ministero) e sulla sostituzione del principio del silenzio-rifiuto con quello del silenzio-consenso;
- La eliminazione delle festività infrasettimanali e dei relativi ponti (eccettuato il 2 giugno, il Natale, il Capodanno e Ferragosto) da riconcedere in un forfait di 7 giorni aggiuntivi alle ferie annuali di diritto (di diritto del lavoro non ne capisco molto, ma so che esistono delle ex-festività tra i giorni di ferie);
- L'alleggerimento delle aliquote sui fondi aziendali destinati a riserve, ammortamenti, investimenti e garanzie, per sollecitare l'autofinanziamento premiando il reinvestimento del profitto (richieste di Confindustria che non faticano a trovare appoggi nei governi);
- La concessione di forti sgravi fiscali ai capitali stranieri per agevolare il ritorno dei capitali dall'estero (misura più che realizzata, sotto forma di condono detto "scudo fiscale", dai governi Berlusconi II e IV e l'ultimo di Gennaio/Aprile 2010);
- L'immediata costituzione di una agenzia per il coordinamento della stampa locale (da acquisire con operazioni successive nel tempo) e della TV via cavo da impiantare a catena in modo da controllare la pubblica opinione media nel vivo del Paese;
- La moltiplicazione delle reti radio e TV in nome della libertà di antenna (art. 21 della Costituzione), e la soppressione della RAI (l'introduzione forzata ed obbligatoria, con aiuti di stato riconosciuti illegittimi dalla UE, del digitale terrestre). Le nuove emittenti ed i giornali avrebbero dovuto essere coordinati da un'agenzia centrale per la stampa;
- La riconduzione del sindacato alla sua "naturale funzione" di "interlocutore del fenomeno produttivo in luogo di quello illegittimamente assunto di interlocutore in vista di decisioni politiche aziendali e governative". "limitare il diritto di sciopero alle causali economiche ed assicurare comunque la libertà di lavoro" in modo d'impedire al sindacato di esercitare la politica. "restaurazione della libertà individuale nelle fabbriche e aziende in genere per consentire l'elezione dei consigli di fabbrica con effettive garanzie di segretezza del voto". Obiettivi si realizzabili con due ipotesi: sollecitazione alla rottura di CISL e UIL e successiva unione con i sindacati autonomi e controllo delle correnti interne « acquisire con strumenti finanziari di pari entità i più disponibili fra gli attuali confederali allo scopo di rovesciare i rapporti di forza all'interno dell'attuale trimurti. »;

Medio e lungo termine:

Ordinamento giudiziario.
- unificazione del Pubblico Ministero con gli altri magistrati (nell'ordinamento vigente, invece, il P.M. è distinto dai Giudici, a norma della Costituzione - articoli 107 e 112);
- riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che deve essere responsabile verso il Parlamento (modifica costituzionale);
- riforma dell'ordinamento giudiziario per ristabilire criteri di selezione per merito delle promozioni dei magistrati, imporre limiti di età per le funzioni di accusa, separare le carriere requirente e giudicante, ridurre a giudicante la funzione pretorile.

Ordinamento del Governo.
- modifica della Costituzione per stabilire che il Presidente del Consiglio è eletto dalla Camera all'inizio di ogni legislatura e può essere rovesciato soltanto attraverso l'elezione del successore;
- ridimensionamento del ruolo del Presidente della Repubblica con il passaggio, tra l'altro, del comando delle Forze Armate nelle mani del Ministero dell'Interno.

Ordinamento del Parlamento:
- nuove leggi elettorali, per la Camera, di tipo misto (uninominale e proporzionale secondo il modello tedesco) riducendo il numero dei deputati a 450 e, per il Senato, di rappresentanza di 2° grado, regionale, degli interessi economici, sociali e culturali, diminuendo a 250 il numero dei senatori ed elevando da 5 a 25 quello dei senatori a vita di nomina presidenziale, con aumento delle categorie relative (ex parlamentari - ex magistrati - ex funzionari e imprenditori pubblici - ex militari ecc.);
- preminenza della Camera dei Deputati nell'approvazione delle leggi;
- Senato federale delle Regioni focalizzato slla legge di bilancio.

Ordinamento di altri organi istituzionali:
- Corte Costituzionale: sancire l'incompatibilità successiva dei giudici a cariche elettive ed in enti pubblici; sancire il divieto di sentenze cosiddette attive (che trasformano la Corte in organo legislativo di fatto);
- abolire le provincie;
- abolire tutte le provvidenze agevolative dirette a sanare i bilanci deficitari con onere del pubblico erario;
- abolire il monopolio RAI. Si sospetta, ad esempio, che i tre decreti legge sul radiotelevisivo (tra il 1984 e 1985) e la Legge Mammì, emanati per permettere a Fininvest di trasmettere (la legalità era discussa), siano stati facilitati dagli iscritti della P2 presenti nel PSI oltre che dallo stesso Craxi, indicato dal piano della P2 come uno degli esponenti politici con cui prendere contatti per l'attuazione del piano stesso.

Interventi sulla stampa: « che va sollecitata al livello di giornalisti attraverso una selezione che tocchi soprattutto: Corriere della Sera, Il Giorno, Il Giornale, La Stampa, Il Resto del Carlino, Il Messaggero, Il Tempo, Roma, Il Mattino, La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Giornale di Sicilia per i quotidiani; e per i periodici: L'Europeo, L'Espresso, Panorama, Epoca, Oggi, Gente, Famiglia Cristiana. La RAI-TV non va dimenticata. »

Adesso ho le ideee un po' più chiare.

Nathan Never - La vera storia di Frank B.

Nathan Never n. 230, mensile
La vera storia di Frank B.

Soggetto e sceneggiatura: Bepi Vigna
Disegni: Paolo Di Clemente
Copertina: Roberto De Angelis

Frank Beauregard e Nathan Never erano compagni di scuola. Si sono persi di vista, ma, un giorno, Nathan incontra la moglie di Frank che gli rivela che aveva coronato il suo sogno: era diventato astronauta. Imbarcato su una nave spaziale sperimentale ha subito un tragico destino. A seguito di cause ignote la nave su cui si trovava è scomparsa nelle profondità del cosmo! In memoria della vecchia amicizia Nathan indaga sul mistero, coperto da segreto militare, per dare un po' di tranquillità alla moglie di Frank.

Una storia veloce e di facile lettura. Citazioni grafiche continue di classici di fantascienza, più o meno noti, ci accompagnano per tutta l'avventura. I disegni di Di Clemente sono molto dettagliati nel mecha, ma, forse, perdono qualcosa sulla rappresentazione dei personaggi. Vigna ai testi tira fuori una storia semplice, ma arricchita di colpi di scena curiosi ed interessanti (come la nuova entrata finanziaria di Nathan.)

Un buon numero tondo per una serie che si avvicina ogni mese di più al 20mo anno di vita.

Predators

Otto persone sconosciute tra loro, sette uomini ed una donna, si ritrovano paracadutati in una foresta a loro sconosciuta. Tutti loro sono guerriglieri, combattenti, membri dell'esercito e mercenari.
Gli otto ci mettono poco a capire che qualcuno li ha prelevati dai vari luoghi del mondo dove operavano contro il loro volere. Il mistero, ma ancora per poco, è il motivo per il quali si ritrovano su quello che si rivela essere un pianeta alieno.
Ispezionando la giungla trovano quello che Isabelle riconosce essere una creatura aliena già apparsa sulla Terra negli anni 80. Lo scopo della loro presenza è svelato: loro sono le prede da cacciare, per divertimento, da parte degli alieni.
Una corsa contro il tempo per sopravvivere ed eliminare il loro avversari.

E' come se fosse un reboot, come si ama fare in questi ultimi anni, della saga di Predator, ma con riferimenti al capitolo originale.
Niente pathos, niente mordente, niente adrenalina. Uno dei primi tempi più noiosi della storia del cinema. Il secondo tempo si difende un po' di più, con qualche colpo di scena, sopratutto grazie agli scontri con i Predators. Scontri che la fotografia eccessivamente cupa non permette di godere fini in fondo, oscurando dettagli delle scene. Fatico, oltretutto, a trovare scene o battute memorabili che possano garantire a questo film una memoria negli spettatori.
L'evento che mi spaventa di più è che, stando ai produttori, questo dovrebbe essere il primo di un rilancio del franchise. Paura.

Da evitare, anche nelle calde sere d'estate.

Predators
Anno 2010
Durata 110 min
Regia Nimród Antal

Interpreti e personaggi
Adrien Brody: Royce
Topher Grace: Edwin
Alice Braga: Isabelle
Louis Ozawa Changchien:Hanzo
Laurence Fishburne: Noland
Danny Trejo: Cuchillo
Walton Goggins: Stans
Oleg Taktarov: Nikolai
Mahershalalhashbaz Ali: Mombasa

giovedì 22 luglio 2010

Speciale Martin Mystère n. 27

Speciale Martin Mystère n. 27, annuale
Le avventure del giovane Martin

Soggetto e sceneggiatura: Carlo Recagno
Disegni: Rodolfo Torti
Copertina: Giancarlo Alessandrini

In allegato:

Martin Mystère Presenta: Eccentrici Visitatori dalla Seconda Dimensione
Soggetto e sceneggiatura: Alfredo Castelli e Paolo Morales
Disegni: Lucio Filippucci e Daniele Caluri

Com’era il Buon Vecchio Zio Marty quando era soltanto il Giovane Marty? All’università di Harvard, Martin muove i primi passi del cammino che lo porterà, anni dopo, a diventare il Detective dell’Impossibile. Il primo incontro del giovane Martin con un altrettanto giovane Chris Tower (ben lontano dal diventare il direttore della misteriosa base di “Altrove”) e con il burbero professor Von Hansen, con il quale nasce un’amicizia destinata a durare nel tempo. Ma tra rock’n’roll, feste studentesche e lezioni, non mancano gli enigmi, a cominciare da un misterioso uomo che gira per il campus universitario a due mesi dalla propria morte, e da una “casa stregata” che spaventa gli studenti. Più di una persona nasconde un segreto… e non è quello per superare gli esami! In allegato l'albetto "Martin Mystère presenta": mentre è di moda il 3D, il Buon Vecchio Zio Marty, per non essere secondo a nessuno, si dedica all’esplorazione del 2D! E non possono mancare la svampita Angie e il duo Dee & Kelly! (fonte www.sergiobonelli.it)

Quando nel prologo ho letto che si sarebbe trattato di un'avventura del Giovane Marty mi è preso un coccolone, 6€ buttati.
Durante la lettura mi sono ricreduto. Recagno ha costruito una storia articolata e con un buon ritmo dedicata al primo anno di college del protagonista. La scusa della ricerca di un raro volume tra quelli in suo possesso, archiviato in cantina, dà lo spunto a Martin di raccontare al buon Java dettagli della sua gioventù.
A poco a poco gli autori di casa Bonelli ci permettono di scoprire come erano personaggi fondamentali per la crescita di Martin Mystère. Raccogliamo sfaccettature dei suoi genitori, che nella serie regolare erano solo accennati, del professor Von Hansen, al quale erano dedicati alcuni albi, e di un inedito Chris Tower.
Il libretto allegato raccoglie tre avventure "particolari" di Martin Mystère, Java, Angie, Dee e Kelly. Un viaggio tra le dimensioni del fumetto e del cinema, che nel disegno dei diversi autori riesce a passare da 2D fino a 4D.

Una lettura leggera nella calura estiva.

mercoledì 21 luglio 2010

Astroboy

Tobio è un bambino geniale, figlio di uno scienziato geniale il dottor Tenma, che abita a Metrocity, città sospesa in aria ad altissima tecnologia. I robot aiutano in tutto e per tutto gli umani e ne ricevono in cambio la rottamazione quando diventano troppo vecchi. I rifiuti vengono buttati sulla superficie terrestre dove la popolazione meno fortunata li ricicla.
Impegnato nella dimostrazione di prova per l'attivazione del Pacificatore, un robot in grado di reprimere guerre e ribellioni grazie alla sua immensa potenza di fuoco, il Dr. Tenma non si accorge che suo figlio si è intrufolato troppo vicino al nuovo robot. Alimentato dall'energia rossa dal Generale Stone, nonostante il parere contrario del collega di Tenma, il Dr. Elefant, il Pacificatore impazzisce e, prima di venire disattivato uccide Tobio.
Sconvolto Tenma utilizza l'energia blu per alimentare un robot identico in tutte le fattezze, ed i ricordi, al figlio scomparso.
Prende vita, così, un nuovo Tobio. Prima amato e poi, una volta venuto a conoscenza della sua situazione, ripudiato dal padre, si ritrova a vagare nelle discariche sotto la città volante. Conosce ragazzi umani nella sua stessa situazione, che odiano i robot. Trovando si bene con loro non ha il coraggio di confessargli di non essere di carne ed ossa.
Una serie di vicende lo porteranno a diventare Astro Boy ed a trovare nuovi amici.

Tratto dal manga omonimo, e dai vari anime a lui dedicati, realizzato negli anni sessanta del secolo scorso dal dio del manga Tezuka Osamu questo film in CG americanizza il soggetto. Mantenendo nomi e caratteristiche fisiche di alcuni dei personaggi storici di Tezuka ne aggiunge altri di tipici della cultura americana. Fanno la loro apparizione anche tre, improbabili, personaggi comici, di cui non se ne sentiva la mancanza, come da classico film d'animazione occidentale.
Viene un po' spento il messaggio originale del Maestro giapponese, ma viene data nuova notorietà ad un personaggio da pochi conosciuto in occidente.
Un incrocio tra Tetsuwan Atom e Robottino, per i più piccoli, per i nostalgici, ma non per i cultori del vero "Ragazzo dalla Mano di Ferro".

Sorvoliamo sul doppiaggio di Silvio Muccino per il protagonista, un plauso per gli altri.

Astro Boy

Anno 2009
Durata 94 min
Regia David Bowers
Soggetto Osamu Tezuka
Sceneggiatura Timothy Harris
Casa di produzione Imagi Animation Studios, Imagi Crystal, Tezuka Production Company Ltd.
Distribuzione (Italia) Eagle Pictures

Silvio Muccino: Tobio/Astro Boy
Carolina Crescentini: Cora
Trio Medusa: Robotski, Sparx e Mike
Pietro Biondi: Generale Stone
Pasquale Anselmo: Dr. Tenma

martedì 20 luglio 2010

Io, loro e Lara

Padre Carlo torna dalla sua missione decennale in Africa in preda a dubbi sulla sua fede. Il suo superiore gli consiglia un po' di riposo in famiglia.
La famiglia che Carlo ritrova non è quella che ha lasciato: il padre, Alberto, si è sposato con la badante moldava, Olga, il fratello, Luigi, un brooker cocainomane, la sorella, Bea, madre psicologa frustrata, la nipote, figlia di Bea, di tendenza Emo.
Ognuno impantanato nei suoi problemi, nessuno che sappia ascoltare gli altri.
Ad aggiungere caos appaiono Lara, la figlia di Olga ed alcune ragazze della tribù presso la quale era missionario Carlo, diventate prostitute.

Troppo lungo e con una persistente mancanza di brio per tutta la pellicola. I caratteri dei personaggi esagerati allo spasimo, spero volutamente, sono a tratti urtanti. Una descrizione cinica e delusa della società moderna, tentata, ma senza quel pizzico di fluidità reale che le dia uno spessore diverso. Un film poco dinamico e tendenzialmente piatto nel quale i capezzoli di Laura Chiatti, dopo neanche cinque minuti di pellicola, sono il brivido più intenso.

Se avete una serata in cui mettervi a riflettere sulla moralità.

Io, loro e Lara

Anno 2009
Durata 123 min
Regia Carlo Verdone

Interpreti e personaggi
Carlo Verdone: Padre Carlo Mascolo
Laura Chiatti: Lara
Angela Finocchiaro: assistente sociale
Anna Bonaiuto: Beatrice Mascolo, la sorella
Marco Giallini: Luigi Mascolo, il fratello
Sergio Fiorentini: Alberto Mascolo
Giorgia Cardaci: Francesca
Agnese Claisse: Aida
Olga Balan: Olga
Marco Guadagno: padre Giulio
Roberto Sbaratto: padre Savastano

lunedì 19 luglio 2010

Io & Marilyn

Gualtiero Marchesi, si chiama come il cuoco però non è il cuoco, depresso dopo la separazione dalla moglie, che lo ha lasciato per un domatore di tigri del circo Posillipo, partecipa ad una seduta spiritica. Lui, due amici omosessuali, proprietari di una pasticceria di tendenza, ed una vicina medium organizzano la seduta. La proposta di Gualtiero di evocare, per scherzo, il fantasma di Marilyn Monroe viene accettata da tutti, ma senza apparente risultato.
Finita la sera, rimasto solo in casa, una presenza lo inquieta. Una persona identica a Marilyn appare in casa sua.
Da quel momento solo lui potrà vederla e, questo, gli causerà non pochi problemi. Gualtiero si troverà impegolato con sedute psicanalitiche di gruppo, con il tentativo di recuperare il rapporto con la ex-moglie, ed impegnato nel suo lavoro di pulitore di piscine.

Uno dei film che va collocarsi tra i non meglio riuscito nel catalogo del comico regista toscano. La storia interessante non è di quelle dove si ride a crepapelle, ma si sorride parecchio. La trama un po' debole e con un sapore di deja vu lo rende scorrevole, ma non necessario. Il cast di amici, anche con qualche new entry come Luca Laurenti e, il sempre più interessante, Francesco Pannofino, forse limita lo slancio che il film potrebbe acquistare con attori nuovi. Cecchereni, Papaleo sono sempre loro stessi, anche se con parrucche e parrucchini, Biagio Izzo non si discosta molto dai ruoli delle varie vacanze da qualche parte. L'americana Suzie Kennedy, sosia di Marilyn anche nella vita, si impegna e riesce ad interpretare il suo personaggio (doppiato in italiano dalla sempre affascinante Monica Ward) come richiesto.

Per passare una mezz'ora senza pensieri. Se, però, è possibile e non sono già stati visti meglio scegliere tra I Laureati, Fuochi d'Artificio, Il Paradiso all'improvviso.

Io & Marilyn

Lingua originale Italiano
Paese Italia
Anno 2009
Durata 96 min
Regia Leonardo Pieraccioni
Casa di produzione Medusa Film

Interpreti e personaggi
Leonardo Pieraccioni: Gualtiero Marchesi
Suzie Kennedy: Marilyn Monroe
Luca Laurenti: Petronio
Rocco Papaleo: Arnolfo
Massimo Ceccherini: Massimo
Biagio Izzo: Pasquale
Barbara Tabita: Ramona
Francesco Guccini: Psichiatra
Marta Gastini: Martina
Francesco Pannofino: Maresciallo
Niki Giustini: Carabiniere
Alessandro Paci: Carabiniere
Giorgio Ariani: paziente terapia di gruppo
Luis Molteni: Console

venerdì 16 luglio 2010

Oggi Sposi

Per riassumere questo film in modo semplice e coinciso non c'è di meglio del lavoro fatto da cinemaitaliano.info (forse anche per mia pigrizia odierna).

Quattro matrimoni, mille peripezie e un solo obiettivo: raggiungere l’altare e pronunciare il fatidico sì.
Nicola (Luca Argentero), promettente poliziotto pugliese con un passato da Don Giovanni, ha deciso di mettere la testa a posto e di sposare l’incantevole figlia dell’Ambasciatore indiano (Moran Atias). C’è solo un problema: come farà Sabino (Michele Placido), un contadino alla vecchia maniera, ad accettare che il figlio si sposi con rito Indù? Nel frattempo, Salvatore (Dario Bandiera) e Chiara (Isabella Ragonese), due giovani precari senza una lira e con un figlio in arrivo, mettono a punto un piano per organizzare un matrimonio a costo zero: far imbucare i loro 72 invitati alle nozze dell’avvenente soubrette Sabrina (Gabriella Pession) e di Attilio Panecci (Francesco Montanari), magnate della finanza. Ancora non sanno però che anche qualcun altro ha deciso di “imbucarsi” al matrimonio del secolo…. E’ Fabio Di Caio (Filippo Nigro), PM romano che indaga da tempo sui loschi traffici di Panecci mentre cerca di dissuadere il suo anziano padre dallo sposare la sua nuova fiamma, una massaggiatrice poco più che ventenne (Carolina Crescentini).

Il film fila via dritto senza rallentamenti eccessivi nella trama, anche se ad un certo punto inizi a chiederti quando le storie di tutte queste coppie avranno una svolta.
All'oscuro del cast, prima della visione del film, sono rimasto felicemente sorpreso di vedere Renato Pozzetto, in gran forma, e Luca Argentero (diventato poliedrico in breve tempo). Ricco di attori di livello, oltre a loro Michele Placido e Lunetta Savino, alternati a belle ragazze che faranno strada, Moran Atias e Carolina Crescentini, oltre a caratteristi che si meritano le loro lodi, su tutti Francesco Pannofino.
La regia azzeccata, a parte in alcune scene in cui ti chiedi cosa il regista voglia inquadrare, è merito di Luca Lucini (uno il cui primo film era "Tre metri sopra il cielo", e non so se mi spiego), il montaggio fluido e preciso ne fanno un film godibile per una serata allegra.

Oggi Sposi
Regia di Luca Lucini
Cast:
Luca Argentero: Nicola Impanato
Moran Atias: Alopa
Dario Bandiera: Salvatore Sciacca
Isabella Ragonese: Chiara Malagò
Carolina Crescentini: Giada
Filippo Nigro: Fabio Di Caio
Francesco Montanari: Attilio Panecci
Gabriella Pession: Sabrina Monti
Michele Placido: Sabino Impanato
Renato Pozzetto: Renato Di Caio
Lunetta Savino: Violetta Impanato

mercoledì 14 luglio 2010

The A-Team

Nel deserto del Messico il colonnello dell'esercito statunitense John "Hannibal" Smith, dopo essere sfuggito ai suo sequestratori, cerca un mezzo per raggiungere il membro della sua squadra Templeton "Sberla" Peck prigioniero, a sua volta, del generale Javier Tuco in un luogo segreto. L'aiuto provvidenziale arriva da un furgoncino di passaggio guidato dall'ex-soldato Bosco "P.E." Baracus.
L'impresa riesce. Lo scopo dei tre è quello di lasciare il paese, e tornare negli USA. Per realizzare l'obiettivo viene ingaggiato l'esperto elicotterista Tenente Murdock, decisamente fuori di testa.
Nasce così l'A-Team. Diviene una squadra speciale al servizio dell'esercito degli Stati Uniti, con all'attivo quasi cento missioni in otto anni, tutte riuscite.
In Iraq, appunto otto anni dopo la prima missione, si prospetta un intervento difficile per recuperare matrici di dollari americani sottratte dagli iracheni.
Il piano, come al solito, fila che è una meraviglia, ma dopo la fine qualcosa va storto. Il blindato sul quale viaggiava il Generale Morrison esplode a pochi metri dall'A-Team, il camion con i soldi falsi e le matrici anche. I componenti della squadra vengono arrestati, giudicati colpevoli, congedati con disonore dall'esercito, incarcerati in prigioni differenti.
Grazie ad un piccolo aiuto esterno ed all'ingegno di Hannibal l'A-Team riesce ad evadere e cerca di riabilitare il proprio nome, smascherando il complotto che li ha portati nella situazione di fuggiaschi.

Una boiata pazzesca, cosa vuoi che venga fuori dal remake cinematografico di una serie di successo degli anni '80 come l'A-Team.
Invece, ne è venuto fuori un film diverte, ritmato e con spunti arguti nella realizzazione dei piani come nella serie originale. Due ore ben gestite tra risate, sparatorie e genialità.
La differenza principale tra la serie e questo film è che, a memoria mia, nella prima non vi erano morti, mentre in questo gli avversari cadono come fuscelli in una tempesta.
Puntuale l'interpretazione di Liam Neeson nei, difficili, panni ereditati da George Peppard, nelle righe Bradley Cooper con il suo Sberla, estremizzato Sharlto Copley nelle vesti di Murdock, muscolare Quinton Jackson nel dare nuova vita a PE.
Se proprio vogliamo trovare due pecche nel film sono: quella "americana" che istituisce rapporti diversi d'importanza tra i personaggi rispetto alla serie (Sberla, ha quasi più spazio di Hannibal), e quella "italiana" che ha assegnato il doppiaggio di PE a Pino Insegno.
Bisogna dire che questo è un film godibile, ti permette di staccare pienamente la spina immergendoti nelle avventure di questo gruppo di antieroi.

The A-Team
Durata 117 min
Regia Joe Carnahan
Liam Neeson: Col. John "Hannibal" Smith
Bradley Cooper: Ten. Templeton "Sberla" Peck
Sharlto Copley: Cap. H.M. Murdock
Quinton "Rampage" Jackson: Serg. P.E. Baracus
Jessica Biel: Ten. Carissa Sosa

martedì 13 luglio 2010

Hachiko

Il professor Parker rientra al suo paese, con il treno, ogni sera dopo essere stato in città ad insegnare. Una sera particolare si ritrova davanti un cucciolo di cane Akita bianco sperdutosi. Fatta qualche domanda in stazione e non essendo riuscito a trovarne il proprietario decide di tenerlo con se.
Tra il cane ed il padrone si instaura un rapporto speciale. Ogni mattina il professore va in stazione accompagnato da Hachiko, e quando torna a casa lo ritrova ad aspettarlo.
Il cane diventa beniamino dei pendolari e dei passanti.
Dal momento in cui Parker non farà rientro dall'università dopo essere stato colto da infarto, ed essere deceduto, Hachiko continuerà, ogni sera della sua vita, a recarsi in stazione ad aspettarlo.

Commovente remake di Hachikō monogatari, un film giapponese del 1987 diretto da Seijirô Kôyama, diretto dal regista svedese Lasse Hallström ed interpretato da Richard Gere e Joan Allen.
Si ispira alla storia del vero Hachiko (nato ad Odate in Giappone, 10 novembre 1923 - 8 marzo 1935) che dopo la morte del suo padrone, Hidesaburō Ueno per ictus, si recò ogni giorno, per quasi dieci anni, ad attenderlo, invano, alla stazione, in cui l'uomo prendeva il treno.
Hidesaburō Ueno era professore universitario del dipartimento agricolo di Tokyo, adottò all'età di due mesi il piccolo Hachiko portandolo con sé nella sua abitazione a Shibuya, Tokyo. Ogni mattina, il professor Ueno, pendolare per esigenze di lavoro, si recava alla stazione di Shibuya per prendere il treno che l'avrebbe portato sul posto di lavoro. Hachiko lo accompagnava sempre e ritornava alla stazione quando in professor Ueno rientrava.
Il 21 maggio 1925, Ueno morì di ictus mentre era all'università. Hachikō, come ogni giorno, si presentò alla stazione per le tre del pomeriggio (l'orario in cui il suo padrone solitamente arrivava), ma il professor Ueno non era ancora tornato. Il cane attese invano il suo arrivo per ogni restante giorno della sua lunga vita.
Ora ricordo permanente della fedeltà è eretta (dal 1948 ad opera di Takeshi Ando) una statua in bronzo raffigurante Hachiko in attesa del padrone all'uscita della stazione di Shibuya.
Il film è molto delicato ed intenso. Un Richard Gere in forma dona magia al film, Hachiko è la tenerezza e la morbidezza fatte cane.

Da vedere.

lunedì 12 luglio 2010

Speciale Brendon n. 8

Speciale Brendon n. 8, annuale
Nel cuore del buio

Soggetto e sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Corrado Roi
Copertina: Corrado Roi

Dal buio in cui è stato generato e quindi confinato, riemerge l'inquietante Andy. Preceduto dall'angosciante suono del suo sonaglio, l'angelo delle tenebre torna a bagnare di sangue le strade della Nuova Inghilterra, grazie alle terrificanti visioni che è in grado di evocare e materializzare di fronte alle sue vittime. Tra i suoi obiettivi di amore e morte c'è la bella e letale Azalhee che cerca invano di sottrarsi alle sue attenzioni, ma che non riesce a sfuggire all'irrefrenabile istinto omicida che la anima e la fa sentire viva... Brendon sarà coinvolto in questa danza mortale e, se non vorrà rimetterci la pelle, anche lui dovrà impararne i passi...

Si continua sulla rotta che indica come gli speciali non debbano essere una storia unica, ma una serie di racconti. In questo caso, però, bisogna riconoscere che l'aver cercato di tessere un ordito completo usando come navetta Brendon è un punto a favore del lavoro di Chiaverotti. L'instancabile sceneggiatore ci propone una storia ad episodi nascosti che mette in gioco molteplici personaggi. Alcuni appaiono fuggevolmente, per poi fare il loro ritorno nel momento topico, altri ci accompagnano per tutto l'arco delle storie. Il contributo fondamentale di Roi alla riuscita dell'albo è evidente, un maestro delle ombre. Quando si mette a disegnare si può star sicuri come ogni sua tavola sia un capolavoro. Dovrebbero fare un reality in cui lui disegna e ci mostra le sue opere, arte pura.

sabato 10 luglio 2010

Paranormal Activity

Una palla tremenda! E lo sto vedendo mentre scrivo. Non capisco come abbiano fatto a definirlo un fenomeno e tutto il resto. Devo dire che film in prima presona come Cloverfield mi sono piaciuti, ma questo rischia di essere peggio del primo Blair Witch Project, che di suo aveva almeno l'originalità.

Due ragazzi vivono insieme in una casa nuova. Lei è perseguitata si da piccola da un presenza spiritica che la terrorizza. Lui vuole vederci chiaro e nel farlo non ottiene risultati se non aumentare il risentimento della presenza.
Con una videocamera monitorano il peggiorare della situazione giorno dopo giorno. Fino al "gran finale".
Degli 83 minuti totali della pellicola se ne salvano si e no 20, gli ultimi.
Sono disponibili tre versioni di questo film, per scoprire i diversi finali vi lascio a Wikipedia.

Volete vedere un po' di soprannaturale? Guardatevi Supernatural, la serie tv in onda sia su Rai2 che Rai4.

Titolo originale Paranormal Activity
Paese Stati Uniti
Anno 2007
Durata 86 min
99 min (versione estesa)
Colore Colore
Audio sonoro
Rapporto 1,85 : 1
Genere Horror/Thriller
Regia Oren Peli
Interpreti e personaggi
Katie Featherston: Katie
Micah Sloat: Micah
Mark Fredrichs: Sensitivo
Amber Armstrong: Amber, l'amica di Katie
Ashley Palmer: Diane, la ragazza su Internet

venerdì 9 luglio 2010

giovedì 8 luglio 2010

Maxi Dylan Dog 2010

Maxi Dylan Dog 2010, annuale
Copertina: Angelo Stano

L'armata di pietra

Soggetto e Sceneggiatura: Andrea Cavaletto
Disegni: Montanari & Grassani
Il tranquillo villaggio di Howlstone è sconvolto da una serie di misteriose sparizioni che sembrano solo il preludio di una minaccia più grande. Per Dylan Dog sarà una corsa contro il tempo per sventare il ritorno di un’antica minaccia che sembrava dimenticata nelle nebbie del passato…

Grazie a questa sceneggiatura ci troviamo, dopo tanto tempo, catapultati ai confini del mondo del piccolo popolo. Una storia intensa nella quale un uomo per amore commette una sciocchezza, che in una realtà sull'orlo del baratro potrebbe essere fatale, ma che sa riconoscere il suo errore e correggerlo.

Fuori orario

Soggetto e Sceneggiatura: Giovanni Di Gregorio
Disegni: Montanari & Grassani

Intrappolato all’interno di un gigantesco centro commerciale, l’Indagatore dell’Incubo dovrà svelare il mistero che si nasconde dietro l’apparizione di fantasmi, mostri giganti, licantropi e altre spaventose creature!

Questa è proprio divertente. Si poteva risolvere come un rifacimento di Zombi, invece ha avuto una sua evoluzione molto delicata e sentimentale. Da una bella idea una buona storia.

Sorvegliato speciale

Soggetto e Sceneggiatura: Luigi Mignacco
Disegni: Montanari & Grassani

John Bixby è un uomo apparentemente comune, ma che per qualcuno sembra avere un immenso valore, almeno a giudicare dal gran numero di mezzi e uomini impiegati per spiarlo. Ora che l’inquilino di Craven Road ha deciso di aiutarlo, anche la sua vita sarà al centro del mirino...

Qui casca l'asino. Oltre ad essere un incrocio tra The Thruman Show, Matrix ed almeno un altro paio di blockbusters riesce, persino, a contenere degli errori narrativi. Come fa la madre del protagonista, morta cinque anni prima del padre ad interagire con il figlio dopo il funerale? Ed il fatto che la madre sia morta cinque anni prima ed il padre solo da alcuni mesi è ribadito nuovamente avanti nella sceneggiatura. Peccato un cartuccia malamente sprecata.

Montanari & Grassani mantengono il loro stile per tutte le storie, la casa di Dylan acquista continuità nei loro disegni. Abili come sempre creano le atmosfere giuste per tessere le avventure dell'Indagatore dell'Incubo.

martedì 6 luglio 2010

Visitors - La seconda miniserie

Quattro mesi sono passati dall'arrivo dei visitatori sulla Terra. Il loro potere di influenzare le masse continua a crescere, grazie al loro controllo dei mezzi di comunicazione. La resistenza ha messo a segno solo piccole incursioni con gravi perdite. La notizia della visita di John presso un ospedale di Los Angeles li fa sperare di poter colpire il bersaglio grosso. L'organizzazione è perfetta e riescono a smascherarlo in diretta TV. Grazie all'aiuto della Quinta Colonna le trasmissioni non vengono sospese e, strappargli la maschera, viene rivelata a tutti gli spettatori il vero viso da rettile del capo di visitatori. In breve Diana si organizza e ricrea ad arte un nuovo messaggio video di John dove non viene perpetrata nessuna azione di disturbo, spacciandolo per vero. Anche la resistenza subisce un duro colpo: Juliet viene catturata e portata sull'astronave madre.
Mentre la resistenza si organizza per liberarla, Juliet viene sottoposta da Diana ad un tentativo di ricondizionamento. La sua resistenza è estrema. Nel mentre un membro della Quinta Colonna, travestito da Mike Donovan, cerca di liberare Juliet, fallendo. Questa incursione sulla nave madre mette in allarme Diana che decide il trasferimento di Juliet nel suo quartier generale sulla Terra. I ribelli non aspettano altro e con un blitz ben coordinato riescono a liberare il loro leader dalle grinfie dei rettili. La riuscita del piano è dovuta anche all'arrivo nel gruppo di Ham, vecchia conoscenza di Mike, personaggio militaresco, molto deciso e in odio perpetuo con i rettili.
Robin mette alla luce il frutto della sua notte d'amore con Brian. Nascono una bambina umana ed un rettile. La bambina cresce ad un ritmo velocissimo, in pochi giorni prende le sembianze di una bambina di 5/6 anni, mentre il piccolo rettile muore poco dopo la nascita. L'autopsia rivela come un mutazione dell'escherichia coli possa essere letale per gli alieni. Gli stessi batteri sono presenti nelle mucose della piccola Elisabeth, ma per lei si rivelano innocui. Partendo da questa base gli scienziati del gruppo realizzano una polvere rossa potenzialmente mortale per i rettili. Serve solo una cavia su cui provarla. Scartata l'opzione Willie, che dopo la cattura è entrato a pieno diritto nei ribelli, si deve cercare un'altra vittima. Con un'operazione di pochi uomini, ben organizzata, Mike riesce a catturare Brian, padre dei piccoli esseri transrazze. Robin vedendolo imprigionato nel covo dei ribelli perde temporaneamente l'equilibrio mentale è lo uccide sperimentando il virus creato. Il virus si rivela letale per i rettili ed innocuo per gli umani.
Un'operazione a sorpresa con le mongolfiere permette ai ribelli di spargere la polvere rossa nei corsi d'acqua della California, rendendola inutilizzabile dai rettili. In breve gli alieni ammettono la loro sconfitta e ripartono.
Solo l'astronave di Diana rimane in orbita, pronta a far esplodere un ordigno termonucleare, capace di distruggere la Terra. L'incursione dei capi dei ribelli riesce a sventare il pericolo solo grazie all'aiuto della piccola Elisabeth. I vertici del comando alieno sono decapitati John, Pamela, Steve muoiono, solo Diana riesce a fuggire.

Più mani ed un regista diverso si aggiungono al creatore della serie originale per dar vita a questa seconda miniserie. I toni sono leggermente più cupi che nella prima. Se in passato abbiamo avuto un passaggio dal chiaro allo scuro, in questa serie abbiamo l'opposto. Esseri umani che devono prendere decisioni difficili, sbagliando o facendo la cosa giusta, ed alieni disposti a perseguire il loro ideale senza dubbi, che siano i comandanti od i membri della quinta colonna. Una storia ben raccontata, anche se qualche volta il carattere dei personaggi è proprio tagliato con l'accetta, con, forse, un po' meno stile rispetto alla prima. Le battaglie nei corridoi delle astronavi, citazioni di quelle a bordo della Flotta Imperiale in Guerre Stellari, sono realizzate molto bene. Il colpo di scena utilizzato per salvare il mondo apre le porte alla vera e propria serie televisiva, che verrà realizzata l'anno successivo con 19 episodi.
Una serie godibile, anche se a tratti gli episodi risultano un po' lenti per la troppa carne al fuoco. Quasi a tutte le domande è stata data risposta, ed per quelle ancora aperte si aspetta la terza serie.


Regia: Richard T. Heffron
Soggetto: Craig Buck, Diane Frolov, Peggy Goldman, Kenneth Johnson, Harry Longstreet, Renee Longstreet
Attori: Jane Badler (Diana), Michael Durrell (Robert Maxwell), Robert Englund (Willie), Faye Grant (Juliet Parrish), Richard Herd (John), Thomas Hill (Father Andrew Doyle), Michael Ironside (Ham Tyler), Peter Nelson (Brian), David Packer (Daniel Bernstein), Neva Patterson (Eleanor Dupres), Andrew Prine (Steven), Sandy Simpson (Mark), Marc Singer (Mike Donovan)

Sex and The City 2

La vicenda è tanto lineare quanto semplice. Si parte dal Connecticut, dove le quattro carampane sono ospiti di un matrimonio gay di loro amici, e termina ad Abu Dabi quasi senza passare per New York. 145 minuti di film riempiti, praticamente, di nulla. Battute e doppi sensi sessuali si sprecano, ai livelli di Boldi e De Sica (per altro già toccati nel primo film quando Charlotte subisce la vendetta di Montezuma, in un resort messicano). Si vuole dare uno spessore cercando, ed una giustificazione, alle avventure delle quattro amiche mettendo in evidenza le loro difficoltà. Carrie dopo due anni di quasi matrimonio è preoccupata che tra lei e Big sparisca lo scintillio, Charlotte nonostante la tata non sopporta più le due figlie, Mirando si è dimessa dallo studio dove lavorava per cercare un impiego più gratificante, Samantha è ancora l’unica che si gode la vita.
Un viaggio sponsorizzato in prima classe verso Abu Dabi, al fine di premettere a Samantha di promuovere gli Emirati Arabi negli stati uniti, le implica in situazioni pacchiane e ridicole. Si parte con le 4 macchine a testa, per giungere alla suite megagalattica (da 22000 dollari a notte) con un servitore a testa, passando tra i gridolini di meraviglia di ognuna di loro per qualsiasi cose.
Un peccato che una serie culto (che non ho mai seguito, ma ritenuta tale da milioni di donne) abbia avuto due epiloghi cinematografici di tale basso livello. Si è persa l’arguzia e la sagacia di quegli episodi settimanali che per cinque anni hanno interessato le spettatrici di tutto il mondo (escludo la sesta serie che, mi si dice, è già in linea con i film). Se poi, come vogliono le voci, è già in lavorazione un prequel: beh, allora, siamo a posto!

Dylan Dog - Programma di rieducazione

Dylan Dog n. 286, mensile - Programma di rieducazione

Soggetto e Sceneggiatura: Giuseppe De Nardo
Disegni: Piero Dall'Agnol
Copertina: Angelo Stano

Uno spietato assassino, catturato da Dylan Dog quando era ancora un agente di polizia, è ora nuovamente a piede libero grazie a un fantascientifico programma in grado di entrare nel cervello dei criminali e cancellare il male che vi risiede. Un esperimento che sembra fallire quando l’omicida scompare e i delitti con la sua firma ricominciano a spargere sangue tra le strade di Londra. Una macabra scia di morte che solo l’Indagatore dell’Incubo pare in grado di fermare.

Si prenda un po’ di Arancia Meccanica, lo si frulli con Estreme Measure e si ottiene questa storia di Dylan Dog. Un’antipatica sospettata, un terzo incomodo, ed una fantascientifica sottotrama piazzano questo episodio in un limbo tra Dylan e Martin Misture. Non certo un capolavoro, ma abbastanza godibile da giustificare i 2.70€ spesi per acquistarla.