giovedì 30 dicembre 2010

Dylan Dog - Anime prigioniere

Dylan Dog n. 292, mensile
Anime prigioniere

Soggetto e Sceneggiatura: Paola Barbato
Disegni: Angelo Stano
Copertina: Angelo Stano

Lula ha perso la vita in un incidente stradale, ma il suo fantasma non riesce a passare oltre. Un gruppo di ragazzini porta il caso all'attenzione di Dylan che, seppur stupefatto, inizia la sua indagine coinvolgendo vecchi amici.

Una storia di fantasmi abbastanza originale graficamente rappresentata in modo magistrale da Angelo Stano. Il non bianco nero classico, ma la scelta di realizzare la storia con mezze tinte di grigio è stata proprio azzeccata per il tema trattato. Interessante che per proporre qualcosa di "nuovo" si debba far affidamento ad uno storico disegnatore di casa Bonelli. La trama della Barbato è, come sempre, ben scritta e fluida, anche se manca quel qualcosa che faccia apparire quella lacrimuccia richiesta nell'editoriale.

Buona storia per chiudere un buon anno Dylaniato.

martedì 28 dicembre 2010

Nathan Never - La metamorfosi

Nathan Never n. 235, mensile
La metamorfosi

Soggetto e sceneggiatura: Mirko Perniola
Disegni: Andrea Cascioli
Copertina: Roberto De Angelis

Una ragazza, che considera la sua vita inutile, viene uccisa in un casuale incidente stradale e si risveglia nel corpo di un androide.
Nathan Never indaga su un ospedale dai decessi sospetti.

Non c'è molto da dire su quest'albo dell'Agente Speciale Alfa. Perniola, ormai recidivo sulle pagine del mensile e di questo blog, imbastisce una storia semplice, di argomentazioni trite prendendo spunto da una vecchia avventura pubblicata sul numero 28 della serie. Disegni capaci e precisi di Cascioli accompagnano una storia che non ha un vero spunto narrativo e tende ad involversi su se stessa. Copertina puntuale del grande De Angelis chiude il pacchetto.

Tra cinque mesi la testata compie vent'anni di pubblicazione, speriamo che la serie Bonelli al momento meno brillante che sto seguendo abbia un colpo di coda che la rimetta in carreggiata. Il suo abbandono da parte mia è sempre più vicino.

lunedì 27 dicembre 2010

Evangelion 2.2.2

Grazie alle battaglie sostenute con l'Eva01 Shinji, tredicenne timido, introverso e con molti problemi, riesce a conquistare un piccola porzione dell'affetto che il padre gli ha negato per tutta la vita. La posizione del genitore, Gendo Ikari, è quella di capo della Nerv, l'organizzazione che dopo il Second Impact ha per le mani il progetto Evangelion e dello sviluppo dell'uomo.
L'Eva00, comandata da Rei Ayanami, e lo 01 trovano un nuovo membro del loro gruppo l'Eva02 pilotato da Asuka Langley, ragazza nippo-tedesca coetanea degli altri due piloti. Problemi si stanno avendo con la messa in opera di altri soggetti Eva e tute quelli operativi si stanno riunendo in Giappone. L'Eva05, comandato da una strana ragazza con gli occhiali, si è autodistrutto per eliminare un Angelo, lo 04 è esploso negli Stati Uniti e lo 03 sta venendo trasportato anche lui in Giappone, su richiesta dei russi, per il definitivo collaudo e messa a punto. Lo 02 viene sigillato, per ottemperare agli accordi del Vaticano per il quale in uno stesso stato non possono essere presenti più di tre Eva attivi contemporaneamente. Asuka viene scelta per testare il nuovo Eva, ma qualcosa va storto.

Inutile raccontare il primo dei tre film che compongono la nuova trilogia cinematografica del fenomeno Neon Genesis Evangelion in quanto racconta per filo e per segno la serie televisiva.
Interessante ed utile la svolta che prende questo Intermezzo, come da titolo originale della pellicola. La storia a cui assistiamo è uno sviluppo che si discosta ulteriormente sia dal manga che dalla serie originale come dai precedenti film. La trama mischia vecchie situazioni a spunti completamente nuovi che rendono la vicenda ancora più interessante. Un nuovo personaggio mette scompiglio nel soggetto originale andando ulteriormente ad articolare il rapporto tra i piloti degli Eva. La Nerv viene potenziata e le vengono dati nuovi scopi. I personaggi vengono approfonditi in modo meno intimistico che nell'originale, ma non con meno precisione. La dinamicità del film permette di dimenticare i passi falsi fatti negli ultimi dieci anni e tutta l'attesa per la conclusione del manga (iniziato quasi vent'anni fa).
Come tutti i lavori del genere va giudicato alla fine, ma se queste sono le premesse (per me inizia qui la nuova storia di Evangelion) sono ottime.

Da vedere assolutamente al più presto possibile.

Un giorno o l'altro, se d'interesse, pubblicherò una ricerca fatta in tempi antichi sui significati nascosti ed i personaggi della serie originale di Evangelion per permettere a tutti di apprezzare questo anime spettacolare.

Titolo originale Evangerion Shin Gekijōban: Ha
Autore Hideaki Anno
Regia Hideaki Anno
Character design Yoshiyuki Sadamoto
Mecha design Hideaki Anno Ikuto Yamashita
Studio KlockWorx Studio Khara
Musiche Shiro Sagisu
1ª proiezione 2009
Durata 108 min.
111 min. (Dvd versione 2.22)
1ª proiezione it. 27 gennaio 2009

Tron - Legacy

Questo Tron, a trentanni di distanza da quello originale, è il primo esempio di sinergia mostrato dal nuovo corso Marvel sotto l'egida della Disney. Autori diversi hanno creato copertine, varianti rispetto alla serie regolare e disponibili pressoché nelle librerie specializzate, per diversi supereroi della Casa delle Idee.
Eccole tutte insieme.

domenica 26 dicembre 2010

Akira - Film

Una strana esplosione avvenuta a Tokyo nel 1998 ha messo in crisi l'intero Giappone e non ha permesso alla nazione del Sol Levante di vincere la Terza Guerra Mondiale ed oggi, 2019, è una nazione allo sbando. La criminalità ha un tasso altissimo e le guerre tra bande di motociclisti sulle autostrade sono all'ordine del giorno. Di una di queste bande fanno parte, oltre ad altri ragazzi, Kaneda, il leader, e Tetsuo, il piccolo e sempre in difficoltà.
Uno scontro tra la banda di Kaneda ed i Clown vede apparire all'improvviso uno strano ragazzino. La situazione si stravolge fin tanto che Tetsuo rimane ferito ed elicotteri e mezzi militari intervengono sul posto per recuperare il ragazzino ed il ferito.
Kaneda va alla ricerca di Tetsuo e si imbatte in una cospirazione governativa e militare d enormi dimensioni. Tetsuo ha sviluppato poteri telecinetici, un'insano spirito per la ricerca di un essere chiamato Akira, considerato sia una divinità sia il fautore dell'esplosione di trent'anni prima. La ricerca lo porta a scontrarsi più volte con Kaneda, in rivalsa di tutte le volte nelle quali è stato aiutato e si è sentito umiliato dalla situazione di inferiorità. Un rapporto che oscilla costantemente tra la voglia di schiacciare Kaneda con i nuovi poteri e l'istinto di chiedergli aiuto in memoria dei tempi passati.

Un capolavoro non riconosciuto in patria al momento della prima uscita cinematografica, snobbato nei cinema Usa e con una sorte poco diversa in quelli europei ed italiani. La sua fortuna è stata la distribuzione in home video in tutti i continenti. Le VHS prima, i DVD poi l'edizione Blue Ray adesso sono il veicolo grazie al quale quest'opera che ha influenzato generazioni di registi, sia come visione, come spunti, come originalità, ha conquistato il pubblico. Un'opera di forte impatto emotivo e visivo. Orge di colori fiammeggianti, una trama intensa ed una musica ipnotica creano un mix coinvolgente tale da non permettere alla durata della pellicola di stancare. Vi troviamo anche uno dei primi esperimenti di CGI integrata all'animazione classica del cinema giapponese, utilizzata soprattuto per la resa degli effetti dei poteri ESP, utilizzati dai soggetti che ne sono dotati. Otomo, il regista, traspone il suo manga di successo in modo esplosivo e coinvolgente. Il neo, o la fortuna, di questo lavoro è che per essere capito necessita di più di una visione attenta. Ma se ci piace un piatto non lo degustiamo più e più volte, con moderazione in modo da non esserne mai saturi?

"Io sono Tetsuo"

Titolo originale アキラ
Akira
Lingua originale giapponese
Paese Giappone
Anno 1988
Durata 124 min

Genere animazione/fantascienza
Regia Katsuhiro Ōtomo
Soggetto Katsuhiro Ōtomo (graphic novel)
Sceneggiatura Katsuhiro Ōtomo, Izo Hashimoto

Casa di produzione Akira Committee Company Ltd.
Distribuzione (Italia) Explosion Video
Art director Toshiharu Mizutani
Character design Katsuhiro Ōtomo

Doppiatori originali
Mitsuo Iwata: Kaneda
Nozomu Sasaki: Tetsuo
Mami Koyama: Kay
Tessho Genda: Ryū
Tarô Ishida: colonnello Shikishima
Mizuho Suzuki: Dottor Ōnishi
Yuriko Fuchizaki: Kaori
Takeshi Kusao: Kai
Tatsuhiko Nakamura: Takashi
Fukue Itô: Kyoko

Doppiatori italiani
Angelo Maggi: Kaneda
Alessandro Quarta: Tetsuo
Antonella Baldini: Kay
Fabrizio Pucci: Ryū
Paolo Buglioni: colonnello Shikishima
Valerio Ruggeri: Dottor Ōnishi
Monica Ward: Kaori
Fabio Boccanera: Kai
Massimo Corizza: Takashi
Graziella Polesinanti: Kyoko
Mario Milita: Primo Ministro
Andrea Ward: Teppista

Premi
1992 - Silver Scream Award all'Amsterdam Fantastic Film Festival a Katsuhiro Otomo

Ritorno al lavoro


Dopo quattro giorni di malanno ed un di festività mi posso riavvicinare al portatile e digitare queste poche righe per porgervi i miei auguri di buone feste e sperare che abbiate passato un buon Natale. Mangiato? Abbuffati? Scartati quintali di regali? Rivisto amici lontani?
In attesa del nuovo anno godiamoci insieme qualche review od antteprima delle ultime uscite di questo ricco 2010.

Ed ora ai nuovi post!

lunedì 20 dicembre 2010

La mia vita a Garden State

Di tornare a casa, nel New Jersey, a Andrew Largeman non sarebbe venuto in mente se non fosse morta, annegata nella vasca da bagno, sua madre. Attore in piccole parti nel cinema di Los Angeles arrotonda il misero stipendio lavorando come cameriere in un ristorante vietnamita, imbottito di psicofarmaci dall'età di 16 anni dal padre psichiatra non riesce più a provare un'emozione sincera da anni. Il ritorno a casa è l'occasione di distaccarsi dal mondo in cui vive e ritrovare quello da cui è fuggito.
I vecchi amici della provincia americana sono tutti un po' fuori di testa (feste a base di crak, cannabis ed extasy sono all'ordine del giorno). L'unica persona cono cui si trova bene è una ragazza, incontrata durante la visita da un neurologo, con qualche problema, ma che riesce a vivere la vita nel modo giusto.
Quattro giorni per riscoprire se stesso e decidere come continuare a vivere.

Non è Scrubs. Per chi pensasse di vedere Zach Braff nel ruolo che lo ha reso famoso questo film non fa per lui.
Lo stile sia narrativo che registico, di quest'opera prima del giovane cineasta, ricorda molto i film dei fratelli Cohen. Quei film che da un momento all'altro vuoi spegnere, ma dici "Ancora cinque minuti e poi spengo" ed alla fine arrivi in fondo lo stesso. Lento nella prima parte si sviluppa con il ciclone di vita portato in scena da Natalie Portman, che fa leva e mette in mostra il suo talento tanto nascosto in molte pellicole commerciali. Un film critica sulla società americana, critica sull'utilizzo indiscriminato di psicofarmaci utilizzati per raggiungere artificiali stati di appagamento, sull'impiego di droghe per sballarsi ed anche sulla famiglia. Una società in cui famiglie all'apparenza normali che in verità sono completamente sballate e dove la sola speranza di creare un nucleo stabile è quello di basarlo sulla sana e ragionata follia dei due protagonisti.
Un cast importante per quest'opera prima che comprende Natalie Portman, Ian Holm e Peter Sarsgaard gira intorno al regista/sceneggiatore/soggettista/protagonista Zach Braff in questa pellicola dal budget modesto (2.500.000$), ma che ha raggiunto premi e successi per il cinema indipendente. Acquistato per 5.000.000$ dalla Miramax ha trovato un mercato accogliente negli Stati Uniti ed un discreto riscontro in Europa, disponibile persino nel mercato del noleggio in lingua italiana.

Non da vedere quando si è stanchi, ma un film per riflettere e conoscere meglio la generazione Y americana tutto sommato non meno godibile di altri film d'autore.

Titolo originale Garden State
Paese USA
Anno 2004
Durata 102 min

Genere commedia romantica
Regia, Soggetto, Sceneggiatura Zach Braff

Musiche Nick Drake, Chad Fisher

Interpreti e personaggi
Zach Braff: Andrew Largeman
Natalie Portman: Sam
Peter Sarsgaard: Mark
Ian Holm: Gideon Largeman
Armando Riesco: Jesse
Kenneth Graymez: Busboy
George C. Wolfe: Manager del ristorante
Austin Lysy: cameriere
Gary Gilbert: giovane ragazzo di Hollywood
Jill Flint: Ragazza antipatica
Alex Burns: Dave
Jackie Hoffman: zia Sylvia Largeman
Michael Weston: Kenny
Christopher Carley: ubriaco del party di Gleason
Amy Ferguson: Dana
Trisha LaFache: Kelly
Jim Parsons: Tim
Jean Smart: Carol

Premi
Grammy per la colonna sonora selezionata da Braff
National Board of Review Awards 2004: miglior regista esordiente
Independent Spirit Awards 2005: miglior film d'esordio

venerdì 17 dicembre 2010

Brendon - Questa notte ucciderò

Brendon n. 76, bimestrale
Questa notte ucciderò

Soggetto e sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Lucia Arduini
Copertina: Massimo Rotundo

Blindstone era una cittadina corrotta e tranquilla, ma da alcuni giorni si aggira un killer misterioso e spietato che elimina i grossi criminali. Veloce, preciso e silenzioso, si nasconde sotto una maschera ed un mantello nero. Brendon lascia la città, dopo aver conosciuto da dolce Violet, durante la sequenza di omicidi e vi ritorna solo quattro mesi dopo. Non trova più Violet e suo padre nella casa in cui lo avevano accolto. Le indagini gli permettono di scoprire che l'uomo è stato giustiziato e la ragazza rinchiusa in una casa per le anime perdute. Brendon si impegnerà per chiarire gli eventi che hanno portato allo svilupparsi di questa situazione.

Come al solito Chiaverotti costruisce una storia godibile nella quale anche i personaggi secondari trasmettono al lettore emozioni. Raccontata in modo lieve, con dettagli che ne impreziosiscono la lettura, quest'avventura del cavaliere di ventura del prossimo futuro si lascia leggere tutta d'un fiato. Aiutano i disegni di Arduini che rappresentano in modo realistico i villaggi del medioevo post atomico, anche se sono, a volte, non troppo precisi sulla caratterizzazione dei personaggi e le loro espressioni; molti di loro danno un senso di già visto in storie precedenti. La copertina di Rotundo non è delle sue migliori ed il soggetto raffigurato poco si adatta alla storia raccontata.

Si aspetta due mesi per leggere le avventure di Brendon, li si aspetta costantemente da 76 mesi. Mai attesa è sempre più premiata, grazie alle storie partorite dalla mente di Chiaverotti da 76 mesi. Se a questa serie si possono imputare Speciali piuttosto deboli, la serie regolare è tra quelle di qualità costante maggiore di casa Bonelli; anche questo numero non fa eccezione.

Non proprio una storia natalizia, ma un piacere leggerla.

giovedì 16 dicembre 2010

Speciale Nathan Never - Non umano

Speciale Nathan Never n. 20, annuale
Non umano

Soggetto e sceneggiatura: Mirko Perniola
Disegni: Gino Vercelli
Copertina: Roberto De Angelis

Una strage di scienziati ha luogo in una mega discarica, grande come uno stato, in un continente tropicale. L'unica sopravvissuta, un'agente della Goldeneye, rivela l'esistenza di una strana creatura che li ha aggrediti ed uccisi.
La stessa creatura ha rubato il flyer della missione e fatto rotta verso l'Antartide dove ha ucciso uno scienziato ed ora punta dritto ad un'isola tropicale in cerca di altre vittime.
Per indagare se tutto è come sembra Nathan e Branko dovranno dedicarsi anima e corpo ad missione al cardiopalma.

Una sceneggiatura fanta poliziesca classica per Mirko Perniola. Un senso di deja vu per via della presenza sottotraccia delle classiche multinazionali farmaceutiche, il classico traditore ed il classico equivoco nell'intreccio. La storia si fa leggere piacevolmente anche se a tratti pare piuttosto non originale. I disegni di Vercelli non mi convincono a pieno, ma è un artista classico della testata e quindi così va accettato. La scorrevolezza della storia è rallentata dalla mancanza di costanza nella rappresentazione grafica dei personaggi: a tratti, ad esempio, il personaggio di Claudia sembra una classica donna Bonelli (con linee sinuose) a tratti una protagonista Nagaiana (nelle quali i tratti fisici sono vagamente maschili). Resta la buona prova per quanto riguarda la rappresentazione delle ambientazioni.

Uno speciale come ritorno alle origini di quella che è la serie Bonelli che segue meno convincente e più involuta su se stessa.

Da leggere come classico.

martedì 14 dicembre 2010

Moon

Tre anni di contratto e mancano solo due settimane alla fine Sam Bell potrà tornare dalla sua famiglia in Inghilterra. Il suo turno di lavoro sul lato oscuro della Luna è quasi terminato. Il suo compito di rifornire la Terra con l'energia più redditizia e pulita mai creata l'Elio3 (H3). La scoperta dell'Elio3 ha permesso all'umanità di abbandonare i combustibili fossili e di smettere di distruggere l'ambiente che la circonda.
La stazione di controllo delle operazioni lunari di estrazione dell'H3 è supervisionata da due "elementi" il primo è l'umano Sam Bell, il secondo è il robot tuttofare GERTY. Le condizioni di salute di Sam, però, stanno lentamente peggiorando. Piccole allucinazioni, lievi problemi fisici lo accompagnano da qualche giorno, nonostante questo deve far fronte ai suoi compiti. Il principale di questi è recuperare i serbatoi pieni di H3 raccolto da tre rover lunari giganti e spedirli sulla Terra. Durante una di queste operazioni di routine, alla guida del suo piccolo rover da ricognizione, un'allucinazione lo sorprende e gli causa un incidente che coinvolge il rover gigante.
Si sveglia nella base lunare, debole e spaesato, accudito da GERTY, ma con dubbi in testa.

Raccontare oltre la trama di questo piccolo film indipendente inglese, dal costo limitato di 5 milioni di dollari, vorrebbe dire svelare eccessivamente l'intrico costruito da Duncan Jones (regista al suo debutto in un lungometraggio e figlio di David Bowie) e da Nathan Parker.
Il film richiama sapientemente la fantascienza classica degli anni '70, primi '80, del secolo scorso rimandando a titoli come 2002: La seconda Odissea, qualche tocco alla Spazio:1999, forse un po' di Alien ed ad altri classici più o meno conosciuti dal grande pubblico. La trama costruita è semplice, ma efficace, tutta incentrata sul protagonista unico ed assoluto dai film interpretato, con un'ottima prova, da Sam Rockwell. L'alienazione, il sospetto, la complicità con la vita artificiale compagna di avventura e qualche colpo di scena non eclatante accompagnano la narrazione pacata ed ovattata voluta dal regista. La gran presenza dei colori opachi e tenui rende ancora più silenziosa e lunare l'atmosfera.
Felice la scelta di realizzare con i modellini e non in computer grafica, offrendo una visione persino più realistica dell'extramondo rispetto a quella realizzabile con le moderne tecniche.

Definito da molti critici un gioiellino pensavo fosse dovuto alla volontà di "pompare" il regista, grazie alla sua parentela famosa. Non è un capolavoro della fantascienza, ma è un film che riscopre, piacevolmente, le radici classiche di un genere che ormai è tutto esplosioni e distruzione.

Per far lavorare il cervello, per seguire una trama densa.

Titolo originale Moon
Paese Regno Unito
Anno 2009
Durata 97 min

Genere fantascienza, thriller
Soggetto e Regia Duncan Jones
Sceneggiatura Nathan Parker

Casa di produzione Liberty Films UK, Lunar Industries, Xingu Films
Distribuzione (Italia) Sony Pictures

Effetti speciali Cinesite, Visual Effects Company

Interpreti e personaggi
Sam Rockwell: Sam Bell
Dominique McElligott: Tess Bell
Kaya Scodelario: Eve Bell
Matt Berry: Overmeyers
Benedict Wong: Thompson

Doppiatori originali
Kevin Spacey: GERTY

Doppiatori italiani
Riccardo Rossi: Sam Bell
Roberto Pedicini: GERTY

Premi
National Board of Review Awards 2009: miglior regista esordiente
British Independent Film Awards 2009: miglior film
Seattle International Film Festival 2009: miglior attore (Sam Rockwell)
Festival internazionale del film fantastico di Gérardmer 2010: premio della giuria e premio della critica

Martin Mystère - Il ritorno della bestia

Martin Mystère n. 312, bimestrale
Il ritorno della bestia

Soggetto e sceneggiatura: Alfredo Castelli
Disegni: Esposito Bros.
Copertina: Giancarlo Alessandrini

Altrove ha problemi di giurisdizione sui territori canadesi dove si sta compiendo una vera carneficina ad opera di qualcosa di sconosciuto. Otto persone sono rimaste vittime di un animale misterioso, gigantesco, a metà strada tra un lupo ed un orso. Gli eventi ricordano quelli degli anni tra il 1764 e il 1767 quando una belva sanguinaria terrorizzò gli abitanti della regione francese dello Gévaudan, mietendo tra le 100 e le 180 vittime. Cacciatori assoldati da Luigi XV riuscirono ad uccidere la “Bête”, ma della sua reale natura non se ne trovò mai documentazione. L'unico a poter indagare liberamente sulla vicenda è Martin Mystère. Potranno essere in grado Martin e Java di fermare la catena di omicidi?

La storia non è sconvolgentemente bella, ma si fa leggere scorrevolmente nonostante la grande quantità di nozioni storiche che vengono fornite al lettore. Una rilettura piacevole del film "Il patto dei lupi" del 2001 e della leggenda sempre un po' dimenticata della Bestia del Gévaudan, ambientata nei giorni nostri e con qualche, mysterioso, accenno a eventi accaduti nel passato.
Gli Esposito Bros. sono indubbiamente bravi ed il loro stile di disegno è accattivante, ma ogni volta che li vedo all'opera sul personaggio di Martin Mystère mi chiedo se è una mia impressione od il protagonista non assomigli troppo a Swarzenegger. Il personaggio si allarga molto, soprattutto di viso, rispetto allo stile grafico con cui viene rappresentato da Alessandrini od altri.
Un nota di merito particolare al bravissimo Alessandrini autore di una copertina altamente intrigante, come spesso valore aggiunto all'albo bimestrale di casa Bonelli.

Buona storia, bei disegni, grande copertina. Che si vuole di più?

lunedì 13 dicembre 2010

Spiderman 3 - Film

Cinque ministorie si concatenano a complicare la vita di un Peter Parker che ha trovato il suo equilibrio.
La prima è quella che riguarda direttamente lui. Felice, al settimo cielo, con la ragazza che ama da sempre e con la stima della città di New York che cresce, raggiungendo il culmine il giorno in cui salva la vita alla figlia del campo della polizia e riceve le chiavi della città. Dopo aver raggiunto la vetta inizia, però, sempre la discesa. Il bacio rovesciato che da a Gwen Stacy, la comparsa di un misterioso costume nero, l'allontanamento dal Mary Jane rendono la sua vita un inferno.
La seconda è quella dell'arrivista Eddy Brock junior. Fotografo che aspira al posto fisso al Daily Bugle e che per ottenerlo falsifica un notizia che metta in cattiva luce l'Uomo Ragno. Smascherato dallo stesso Peter farà di tutto per vendicarsi, finendo per fare da ospite al parassita alieno Venom.
Flint Marko è l'uomo che ha premuto il grilletto ed ucciso Ben Parker ed è fuggito di prigione. Un uomo fondamentalmente buono che si trova in una situazione disperata, impotente di fronte alla malattia della figlia piccola che necessita di un intervento costoso. Fuggendo dai poliziotti che lo inseguono entra in una zona dove si svolgono pericolosi esperimenti venendo esposto ad un raggio che lo trasformerà ne l'Uomo Sabbia. Con questo nuovo potere cercherà di rapinare banche trovando sulla sua strada sempre l'Uomo Ragno.
Harry Osborn, figlio di Norman (il Goblin). Ex migliore amico di Peter, a conoscenza della sua identità segreta, ne vuole ora la morte in quanto lo accusa dell'omicidio del padre. Evolve le tecnologie ereditate dal Goblin diventando il New Goblin. Un colpo in testa durante il primo scontro con Spiderman gli farà perdere la memoria e ricostruire il rapporto con Peter
Infine Mary Jane. Il suo debutto al Broadway viene falcidiato dalle critiche e perde il ruolo di protagonista nel musical in cui lavora. Peter, preso dai suoi successi non la comprende, decide di chiederle di sposarlo, ma gli eventi non andranno nel verso da lui voluto. Complice il rapporto di amicizia di Peter/Speedy con Gwen Stacy MJ si sentirà scaricata da tutti, si chiuderà in se stessa, fino a cercare una tenera amicizia con Harry. Si baceranno e questo porterà all'affiorare i vecchi ricordi nel giovane Osborn ed alla rinascita del New Goblin.
L'intrico porterà Eddy Brock/Venom ad allearsi con Flint Marko/Uomo Sabbia per attirare Peter Parker/Spiderman in una trappola la cui esca è la stessa MJ.

A toni allegri dell'inizio pellicola si sommano toni cupi del resto del film. Gli stati d'animo dei protagonisti sono il motore per una storia più adulta del franchising di successo della Marvel. La maggior libertà che Sam Raimi si prende nelle scene cupe e di battaglia (e che pagherà venendo estromesso dalla realizzazione della seconda trilogia ragnesca in partenza in questi giorni con Mark Webb al comando), rende il film avvincente e leggero allo stesso tempo. I quasi 140 minuti di proiezione non si fanno minimamente sentire, anche se la presenza di alcune scene è palesemente superflua.
Tobey Maguire è ormai al capolinea come credibilità ragnesca e si vede tutto. In alcune sequenze, specialmente in quelle in cui è condizionato dal simbionte alieno, sembra il clone di Mr. Bean in vacanza. Kristen Dunst è al limite anche lei, con un personaggio che non si sviluppa da tre film, chiusa nel tira e molla con Peter Parker diventa un peso per il film. La conferma di duttilità la sia ha dal sempre più in forma James Franco che convince in ogni film sempre di più, riuscendo a non lasciar stagnare il personaggio affidatogli. Da segnalare una delle battute più lunghe recitate nei suoi camei da Stan Lee e la sempre ben accetta e gioiosa presenza di Bruce Campbell (per la terza volta nel terzo differente ruolo nella saga) nei panni del maitre francese.
Questo film permette di giudicare la trilogia completa di Sam Raimi. Costretto a partire rinchiuso in un angolo dalla Sony nel primo film è riuscito ad inserire qualche scena "delle sue" nel secondo (vedi la sequenza nell'ospedale) ed a divertirsi nel terzo. La probabile debolezza dell'arco narrativo potrebbe essere stata quella di affiancare da subito MJ a Peter senza considerare gli altri rapporti sentimentali avuto da Parker nel comic originale.

Leggere le avventure dell'Uomo Ragno è divertente, assistere ai film rischia di essere deludente. L'obiettivo della complessa opera di Sam Raimi è stato quello di creare una story line alternativa a quella conosciuta snellendola, forse troppo, in alcuni punti, ma riuscendo a mantenere lo spettatore incollato per 5 anni alla poltroncina del cinema e poi anche al divano di casa. Forse un cambio alla guida poteva essere necessario così come uno svecchiamento del cast (sicuramente sotto il profilo finanziario per Sony) , sicuramente sarà un peccato non veder attuate tutte le idee che il regista proveniente dall'horror voleva mettere in atto nella sua personale visione del personaggio.

Da vedere tutto d'un fiato.

Titolo originale Spider-Man 3
Paese USA
Uscita 16 aprile 2007
Durata 136 min

Genere azione, avventura, fantascienza, thriller
Regia Sam Raimi
Soggetto dai fumetti Marvel Comics
Sceneggiatura Alvin Sargent, Sam Raimi, Ivan Raimi
Produttore Avi Arad, Laura Ziskin
Produttore esecutivo Stan Lee, Kevin Feige, Joseph M. Caracciolo, Grant Curtis
Casa di produzione Sony Pictures Entertainment

Costumi James Acheson, Katina Le Kerr

Interpreti e personaggi
Tobey Maguire: Peter Parker/Spider-Man
James Franco: Harry Osborn/New Goblin
Thomas Haden Church: Flint Marko/Uomo Sabbia
Topher Grace: Eddie Brock/Venom
Kirsten Dunst: Mary Jane Watson
Rosemary Harris: zia May Parker
J.K. Simmons: J.Jonah Jameson
Bryce Dallas Howard: Gwen Stacy
James Cromwell: Capitano George Stacy
Dylan Baker: Dr. Curt Connors
Bill Nunn: Robbie Robertson
Elizabeth Banks: Betty Brant
Theresa Russell: Emma Marko
Ted Raimi: Hoffman
Perla Haney-Jardine: Penny Marko
Elya Baskin: Mr. Ditkovich
Mageina Tovah: Ursula Ditkovich
Michael Papajohn: Dennis Carradine
Cliff Robertson: Ben Parker
Willem Dafoe: Norman Osborn
Bruce Campbell: Maitre D'
Stan Lee: Uomo in Times Square

Doppiatori italiani
Marco Vivio: Peter Parker/Spider-Man
Massimiliano Manfredi: Harry Osborn/New Goblin
Pino Insegno: Flint Marko / Sandman
Fabrizio Manfredi: Eddie Brock / Venom
Domitilla D'Amico: Mary Jane Watson
Daniela Calò: Gwen Stacy

The Contender

Ad un anno e mezzo dalla fine del secondo mandato di un Presidente degli Stati Uniti sui generis si ha la necessita di rimpiazzare il vicepresidente. La rosa dei candidati si risolve a due senatori del Congresso il Sen. Laine Hanson ed il Gov. Jack Hathaway. Dei due il più accreditato al ruolo sembra essere il secondo, di fatto recentemente coinvolto in un intenso fatto di cronaca. Mentre il Governatore era a pesca con la sua piccola barca sul fiume, nello stesso momento in cui rilasciava un'intervista ad un giornalista, una macchina usciva di strada dal ponte sopra di loro. Con un tuffo il Governatore si buttava in acqua e tentava, senza riuscirci, di salvare la ragazza alla guida.
Nonostante questo gesto quasi eroico la preferenza del Presidente si sposta sul Sen. Laine Hanson, prima donna a poter aspirare di assumere la carica di Vice Presidente. Madre di famiglia, prima repubblicana poi democratica, apparentemente irreprensibile, viene sottoposta ad indagine per verificare se il suo passato e le sue posizioni la rendano in grado di assumere il ruolo. La commissione incaricata di indagare, presieduta da Sheldon Runyo avverso alla nomina della donna e sostenitore del Gov. Jack Hathaway, scova uno scandalo sessuale che la coinvolge risalente ai tempi del college e verso il quale la senatrice non intende rivolgere commenti.

Un film sui retroscena della politica americana, sui giochi di potere e sugli interessi personali che manovrano qualsiasi politica di qualsiasi Stato del mondo.
Ottimamente interpretato da Jeff Bridges (il Presidente), Gary Oldman (presidente della commissione) e Joan Allen (Sen. Laine Hanson), si avvale di coprotagonisti di lusso come Christian Slater e William Petersen, e caratteristi di primo piano del cinema americano. Un cast di alto livello diretto dal tutto dare Rod Lurie in modo egregio in un film snello ed intrigante, anche se in alcuni momenti scontato.
Ciò non toglie che Jeff Bridges e Joan Allen, nel 2000, ottennero grazie alle loro interpretazioni in questa pellicola le nomination all'Oscar come Miglior Attore Non Protagonista e Miglior Attrice Protagonista.

In una sera di nulla televisivo si fa guardare senza troppe pretese.

Titolo originale The Contender
Paese Stati Uniti
Anno 2000
Durata 126 min

Genere drammatico
Soggetto, Sceneggiatura, Regia Rod Lurie

Interpreti e personaggi
Gary Oldman: Rep. Sheldon Runyon
Joan Allen: Sen. Laine Hanson
Jeff Bridges: Presidente Jackson Evans
Christian Slater: Rep. Reginald Webster
Sam Elliott: Kermit Newman
William Petersen: Gov. Jack Hathaway
Saul Rubinek: Jerry Tolliver
Philip Baker Hall: Oscar Billings

Doppiatori italiani
Nino Prester: Rep. Sheldon Runyon
Maria Pia Di Meo: Sen. Laine Hanson
Sergio Di Stefano: Presidente Jackson Evans
Sandro Acerbo: Rep. Reginald Webster
Sandro Iovino: Kermit Newman
Francesco Pannofino: Gov. Jack Hathaway
Renato Mori: Oscar Billings

Almanacco del Mistero 2011

Almanacco del Mistero 2011 , annuale
Il leone del Transvaal

Soggetto e sceneggiatura: Alfredo Castelli
Disegni: Alfredo Orlandi e Roberto Cardinale
Copertina: Giancarlo Alessandrini

Anno 1901, Transvaal, Sud Africa. Infuria la guerra tra boeri e inglesi. Il conflitto è vinto dagli inglesi, ma gli scontri continuano. Nel corso di un'azione disperata, un guerrigliero scompare e si trova faccia a faccia con un mistero che, più tardi, desta l’attenzione di un uomo appartenente all’esercito britannico; ma non è un soldato, si tratta di uno spietato assassino disposto a uccidere e a torturare per impadronirsi di quel segreto. La vicenda arriva per vie traverse fino alle orecchie di uno scrittore italiano, che la giudica molto interessante. Anno 2011. Martin Mystère fa la conoscenza di una giovane e avvenente esperta della vita e delle opere di Emilio Salgari. La ragazza sostiene di essere in possesso di appunti e altro materiale relativo a un romanzo inedito del grande scrittore: un’opera che, per ragioni ignote, rimase sempre incompiuta e mai pubblicata.

Come da classico anche quest'anno Martin Mistère pone il punto della situazione su libri, telefilm, film, e videogiochi riguardanti il suo campo. Troviamo per ognuno un'ampia panoramica di consigli per la visione, il ludicismo o la lettura per i quali i pareri sono talvolta condivisibili talvolta meno. L'anomalia delle rubriche di quest'anno è insita in alcuni argomenti trattati, più da Dylan Dog che da Martin Mystère.
I dossier su C.S Lewis, creatore del mondo di Narnia, le variegate forme assunte nel tempo dall'Uomo Invisibile e la vita e le opere di Emilio Salgari rendono l'almanacco completo, istruttivo ed interessante. Certo per ciascuno degli argomenti si tratta di un'infarinatura di conoscenza che sta poi al singolo lettore utilizzare come spunto per crescere culturalmente.
Il punto debole dell'Almanacco di quest'anno è la storia completa che lo correda. La storia, scritta da Castelli, si sviluppa intorno ad un romanzo mysterioso di Salgari. Un romanzo scritto dal prolifico autore italiano, ma andato perso nel corso degli anni. Si tratta, probabilmente, della più noiosa, lenta ed ostica storia di Martin che leggo da quando ho iniziato a collezionarne le uscite. Dialoghi pesanti, che ancorano gli sviluppi di una storia che non si sviluppa, accompagnano il lettore lungo tutte le pagine. Forse è solo a me che non ha convinto, forse per l'argomento trattato (Salgari non è mai stato, neanche da piccolo, tra gli scrittori che hanno suscitato un mio minimo interesse), ma lo sforzo di Castelli questa volta non mi ha convinto. I disegni di Cardinale ed Orlandi portano a casa il compitino senza exploit degni di nota e con qualche errore, li abbiamo visti fare di meglio. Il più clamoroso: in due vignette affiancate che ritraggono un'autovettura con a bordo i nostri

Interessante la parte culturale, affossante la intrattenitiva. Un albo da leggere per mantenere vivo l'interesse sul mondo del Mysterioso che ci circonda.

giovedì 9 dicembre 2010

Harry ti presento Sally

1977. Harry Burns (Billy Crystal) e Sally Albright (Meg Ryan) appena finito il college decidono di trasferirsi da Chicago a New York alla ricerca del loro futuro. Durante il lungo viaggio hanno occasione di chiacchierare a lungo ed in Sally cresce sempre più la repulsione per Harry, soprattutto dopo l'esposizione della sua originale teoria sul rapporto uomo donna. Harry sostiene come non vi possa essere amicizia tra un uomo ed una donna in quanto il maschio la vorrà conoscere solo per portarsela a letto. Sally rimane sconcertata ed una volta a New York si salutano senza l'intenzione di rivedersi.
1982. Harry e Sally si ritrovano causalmente sullo stesso aereo. Lui sta per sposarsi e lei è felice con il suo nuovo fidanzato, casualmente un amico di lui.
1987. In una libreria Sally ed Harry si incontrano nuovamente. Lei si è appena lasciata con il fidanzato con cui era da cinque anni ed il matrimonio di Harry è al capolinea. Quattro chiacchiere un caffè, i due diventano amici. Evento straordinario in quanto Harry non aveva mai creduto alla possibilità di avere amicizie femminili. Trascorre quasi un anno, il capodanno festeggiato insieme e la promessa di rifarlo l'hanno seguenti nel caso non abbiano trovato qualcun altro. L'amicizia cresce con passare del tempo. Il punto di svolta è la scoperta di Sally che il suo ex si sta per sposare con un'altra. Finalmente sfoga la sua frustrazione per essere stata lasciata repressa per tanto tempo. L'unico che può capirla è proprio Harry che in quella depressione c'era caduto dal primo giorno di separazione dalla ex-moglie. Lui si precipita a casa di Sally per consolarla, ma, inaspettatamente, finiscono a letto insieme. Sally è appagata di quanto successo, Harry ne è sconvolto e fugge dal letto come ha fatto con tutte le altre donne in precedenza.
Il loro rapporto di amicizia è in crisi. Lui sente la mancanza di lei, lei è arrabbiata con lui, e con se stessa, per come ha lasciato il suo letto. Per mesi lei non risponde alle sue chiamate e si rifiuta di incontrarlo. La svolta si ha durante i festeggiamenti dell'ultimo dell'anno quando lui a casa solo, lei ad una festa a cui si annoiano scoprono una grande verità.
E' ormai il 1989.

Harry ti presento Sally (When Harry Met Sally...), 1989, è diretto da Rob Reiner (Stand by Me - Ricordo di un'estate 1986, La storia fantastica 1987, Misery non deve morire 1990, Codice d'onore 1992, Il presidente - Una storia d'amore 1995, alcune dei suoi film più conosciuti) , e scritto da Nora Ephron (che poi diverrà regista di commedie romantiche come This is my life 1992, Insonnia d'amore 1993, Michael 1996, C'è posta per te 1998, Vita da strega 2005, Julie & Julia 2009).
Un film che ha segnato gli inizi degli anni 90 del secolo scorso rendendo famosi a livello internazionale Billy Crystal e Meg Ryan. Lui caratterizza in modo perfetto l'uomo un po' maschilista e disilluso dai rapporti d'amore, lei crede ancora nel principe azzurro nonostante le batoste prese lungo la strada. Indimenticabili tre momenti della pellicola: il discorso sulla non possibile esistenza dell'amicizia tra uomo e donna, l'orgasmo finto da Sally nella paninoteca di New York e la dichiarazione finale di Harry a Sally. Pezzi di cinema che sono stati e saranno ancora citati da milioni di appassionati cinefili, e qualche cinofilo, e non.
Una regia fluida e delicata , supportata da dialoghi arguti e situazioni reali rese quasi surreali, permettono al film di nutrirsi di se stesso e rimanere attuale anche a vent'anni di distanza.

Da vedere per ridere, ma forse anche per riflettere un po'.

Titolo originale When Harry Met Sally...
Paese USA
Anno 1989
Durata 96 min

Genere commedia romantica
Regia Rob Reiner
Soggetto e Sceneggiatura Nora Ephron

Fotografia Barry Sonnenfeld

Interpreti e personaggi
Billy Crystal: Harry Burns
Meg Ryan: Sally Albright
Carrie Fisher: Marie
Bruno Kirby: Jess
Steven Ford: Joe
Lisa Jane Persky: Alice
Michelle Nicastro: Amanda Reese

Doppiatori italiani
Tonino Accolla: Harry Burns
Silvia Pepitoni: Sally Albright
Luca Dal Fabbro: Jess
Elettra Bisetti: Marie

Premi
BAFTA alla migliore sceneggiatura originale

lunedì 6 dicembre 2010

Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 1

Lord Voldemort è tornato alle sue antiche occupazioni: cercare di sottomettere il mondo magico al suo potere senza tener conto delle ripercussioni sul mondo babbano. Il suo compito è facilitato da tre fattori: la morte di Silente, la caduta del Ministero della Magia e la latitanza a cui è costretto il suo unico avversario, Harry Potter.
Per occultare il Prescelto agli occhi del Signore Oscuro l'Ordine della Fenice organizza la sua fuga da Privet Drive, la casa degli zii, fino alla Tana. Nel viaggio qualche amico verrà ferito e qualcun altro morirà, ma sarà soltanto l'inizio. Harry, Ron ed Hermione dovranno vivere un'avventura on the road, nascondendosi in posti isolati, vivendo in tenda, e soffrendo per l'assenza di notizie dalle persone care, alla ricerca dell'unico modo lasciato loro da Silente per uccidere, lentamente, Voldemort: la ricerca degli Horcrux. Gli Horcrux non sono altri oggetti in cui il Signore Oscuro ha suddiviso la sua anima per poter risorgere a fronte di una prematura dipartita. La caccia sarà difficile e pericolosa, così come trovare il metodo corretto per riuscire a distruggerli. Un'altra carta entra nel mazzo per aiutare i buoni a compiere la loro missione, ma anche a compilare loro la vita: i Doni della Morte. Tre oggetti magici, i più potenti del mondo, regalati dalla Morte a tre fratelli che tentarono di beffarla. Oggetti magici e mitici, ma non introvabili tanto che lo stesso Voldemort è alla ricerca di uno di essi, il più potente.

Il film segna la svolta in atmosfere dark, cupe solo accennate negli episodi precedenti. Spunti horror segnano lunghe sequenze, riportando alla memoria devastazione tipiche delle notti dei morti viventi o di altri film di genere. La regia deve qualche credito, come ormai molti film che utilizzano sequenze panoramiche, al Signore degli Anelli e, purtroppo, qualche altro ai vari Twilight per alcune scene di inseguimento nella foresta.
I ragazzi sono cresciuti, ma fa parte della finzione cinematografica il credere in quello che vediamo. Facciamo, perciò, finta di credere che i tre protagonisti sono dei diciassettenni e che gli anni anche per gli altri interpreti non sono passati e godiamoci la pellicola.
Il ritmo di questa prima parte rispecchia in tutto e per tutto quello della prima metà del libro scritto dalla Rowling. Così come non ho goduto nella versione cartacea della parte on the road, delle lente atmosfere intimiste non le ho apprezzate nemmeno nella trasposizione cinematografica. Resta importante la resa visiva sia dei luoghi ameni che degli interni curati che contribuisce non poco alle atmosfere.
Probabilmente il migliore film della saga sia per fedeltà con il romanzo, nonostante le obbligatore differenze necessarie, che come costruzione della storia e dei personaggi. I rapporti si fanno più complessi e le varianti che mettono alla prova l'amicizia dei protagonisti, sui quali si regge la maggior parte del film, aiutano lo spettatore a partecipare alla caccia e parteggiare o per gli eroi o per il malvagio.

Cara grazia che il produttore ci ha evitato la sofferenza dell'annunciato 3D, ma ci ha fatto godere della proiezione Imax. Probabilmente si sono resi conto della scarsa luminosità della pellicola e della non fattibilità dell'applicazione in post produzione dell'effetto tridimensionale.

Da vedere, anche solo per ingannare l'attesa per la seconda parte.

Titolo originale Harry Potter and the Deathly Hallows: Part I
Lingua originale inglese
Paese Regno Unito/USA
Anno 2010
Durata 146 min

Genere fantastico
Regia David Yates
Soggetto J. K. Rowling (romanzo)
Sceneggiatura Steve Kloves

Tema musicale John Williams
Scenografia Stuart Craig

Interpreti e personaggi
Daniel Radcliffe: Harry Potter
Rupert Grint: Ron Weasley
Emma Watson: Hermione Granger
Bonnie Wright: Ginny Weasley
James e Oliver Phelps: Fred e George Weasley
David Thewlis: Remus Lupin
Natalia Tena: Ninfadora Tonks
Brendan Gleeson: Alastor Moody
Michael Gambon: Albus Silente
Maggie Smith: Minerva McGranitt
Matthew David Lewis: Neville Paciock
Devon Murray: Seamus Finnigan
Evanna Lynch: Luna Lovegood
Rhys Ifans: Xenophilius Lovegood
Andy Linden: Mundungus Fletcher
Bill Nighy: Rufus Scrimgeour
Jim Broadbent: Horace Lumacorno
Robbie Coltrane: Rubeus Hagrid
Clémence Poésy: Fleur Delacour
Miranda Richardson: Rita Skeeter
Carolyn Pickles: Charity Burbage
Warwick Davis: Griphook
Mark Williams: Arthur Weasley
Julie Walters: Molly Weasley
James Phelps: Fred Weasley
Oliver Phelps: George Weasley
Domhnall Gleeson: Bill Weasley
Chris Rankin: Percy Weasley
Ralph Fiennes: Lord Voldemort
Helena Bonham Carter: Bellatrix Lestrange
Jason Isaacs: Lucius Malfoy
Helen McCrory: Narcissa Malfoy
Tom Felton: Draco Malfoy
Alan Rickman: Severus Piton
Imelda Staunton: Dolores Umbridge
Timothy Spall: Codaliscia
Dave Legeno: Fenrir Greyback

Doppiatori originali
Toby Jones: Dobby
Simon McBurney: Kreacher

Doppiatori italiani
Alessio Puccio: Harry Potter
Giulio Renzi Ricci: Ron Weasley
Letizia Ciampa: Hermione Granger
Erica Necci: Ginny Weasley
Danilo De Girolamo: Remus Lupin
Domitilla D'Amico: Ninfadora Tonks
Ennio Coltorti: Rufus Scrimgeour
Paola Mannoni: Minerva McGranitt
Gianni Musy: Albus Silente
Gabriele Patriarca: Neville Paciock
Massimo Venturiello: Sirius Black
Francesco Pannofino: Rubeus Hagrid
Emiliano Coltorti: Percy Weasley
Massimo Popolizio: Lord Voldemort
Flavio Aquilone: Draco Malfoy
Francesco Vairano: Severus Piton

Fate Stay Night - Anime

Emiya Shirou è un ragazzino che frequenta la seconda superiore e che si ritrova coinvolto in uno speciale evento che si svolge ogni dieci anni e coinvolge sette persone nel mondo, all'insaputa di tutte le altre. Ciò che sta per stravolgere la sua giovane vita, per la seconda volta, è un torneo tra maghi che mette in palio per l'ultimo a rimanere in vita il possesso del Santo Graal e la possibilità di esaudire un desiderio. In questa lotta i sette maghi non saranno da soli ma avranno a disposizione delle entità spirituali, incarnazioni di eroi leggendari del passato, chiamate Servant. Shirou, quasi completamente a digiuno di magia, diventa Master, padrone, inconsapevole dell'entità denominata Saber, una ragazza bionda apparentemente più o meno della sua stessa età. La battaglia tra maghi si svolge nella città di Fuyuki e coinvolge anche compagni si scuola di Shirou: Tohsaka Rin, Master di Archer dalle fattezze di uomo forte e misterioso, e Shinji Matou, Master di Raiden ninja abile e bella con una maschera che le copre gli occhi. A combattere per il possesso del Graal si aggiungono Ilya von Einzbern, Master di Berserker incarnazione metafisica di Ercole, ed altri misteriosi contendenti.
La battaglia dovrà seguire semplici regole instaurate dopo le prime due guerre per il Graal, che avevano provocato morte e devastazione agli umani ignari di ciò che si svolgeva accanto a loro. Dalla terza edizione in poi, questa è la quinta, i contendenti sono tenuti a rispettare delle regole sotto l'egida di un osservatore.
Prima regola: una volta che il Master ha esaurito le sue magie di comando, tre, perde il controllo sul suo Servant, sciogliendo così il patto che li legava insieme. L'uccisione di un Servant non segna la contemporanea sconfitta anche del suo Master. Un Master rimasto senza Servant può stringere un patto con un Servant che ha perso il proprio Master. Per evitare tale condizione sarebbe prudente uccidere entrambi gli avversari
Seconda regola: per ottenere il Santo Graal il Master deve partecipare attivamente alla Guerra, non può stare ad osservare l'esito dei combattimenti ed intervenire solo all'ultimo. Tale comportamento attiverebbe il rifiuto del Graal ad essere accolto nelle mani del Master che avesse per questa via ottenuto la vittoria.
Terza regola: Nessuno deve assistere ai combattimenti tra Master. Chi dovesse per caso venirne coinvolto dovrebbe essere ucciso.

Tra alleanze e tradimenti, sacrifici, nuove amicizie, sentimenti e gelosie la guerra per il Graal avrà termine. Uno solo dei Master, accompagnato dal suo Servant potrà disporre delle reliquia.


Personaggi:

Emiya Shirou: Protagonista della serie animata. Ragazzino inutile ed indeciso che come unico potere magico possiede quello di poter modificare la struttura di base dei materiali con cui entra in contatto e creare oggetti utilizzando la sua energia magica. Solo grazie all'aiuto della compagna di classe Tohsaka Rin riuscirà ad iniziare a manifestare un minimo controllo sui suoi poteri. Inconsciamente, all'inizio della Guerre del Graal, in una situazione di pericolo riesce ad evocare il suo Servant: Saber.
Saber: Dall'aspetto di una giovane ed attraente ragazza bionda dotata del potere di rigenerare istantaneamente le sue ferite, combatte impiegando una possente spada invisibile. Da carattere un po' burbero, per l'educazione cavalleresca dovuta al suo retaggio passato, tende a mettere la protezione del suo Master sopra ogni altro aspetto. Ciò richiederà a Shirou l'utilizzo di diverse magie di controllo.
Tohsaka Rin: Compagna di classe nella scuola di Shirou è discendente da un'antica dinastia di stregoni. Educata al meglio per affrontare la guerra è un mago di Primo Livello molto abile che riesca ad evocare il suo Servant: Archer. Aiuterà nei momenti più difficili Shirou e Saber spingendosi ad allearsi con loro per le prime fasi della battaglia.
Archer: Misterioso Servant di Rin. Non apprezza l'alleanza con Shirou e Saber in quanto vorrebbe portare alla vittoria il suo Master da solo, uccidendo anche i suoi alleati. Si rivela obbediente a Rin e non la costringe ad usare le magie di comando. Abile nei combattimenti con le scimitarre e con l'arco.
Illyasviel "Ilya" von Einzbern: Ragazzina di dieci anni apparentemente tenera ed indifesa. Sotto l'aspetto dolce non conosce la differenza tra bene e male. E' disposta ad uccidere chiunque pur di ottenere il suo scopo. I suoi obiettivi primari sono il Servant Saber e la Master Rin. Il suo Servant è il più forte di tutti, Berserker.
Berserker: L'incarnazione di Ercole. Violento e senza scrupoli porta morte e distruzione su chiunque Ilya gli indichi.
Shinji Matou: Compagno di scuola di Shirou e Rin, membro del club di tiro con l'arco è subdolo, opportunista ed assolutamente non temerario. Tenta di rompere l'alleanza tra Rin e Shirou proponendosi come alternativa, ma viene rifiutato da entrambi. Grazie ai poteri del suo Servant Raiden. Di carattere pavido e opportunista, per vincere la guerra è pronto a ricorrere a qualsiasi mezzo, anche il più malvagio. Il suo Servant è Raiden gli ubbidisce malgrado non condivida il suo punto di vista. Come gli umani anche i Servant vogliono poter toccare il Graal per esprimere un desiderio e lei non fa eccezione.
Sakura Matou: sorella di Shinji ed apparentemente innamorata di Shirou. Nei primi episodi la vediamo costantemente a casa sua intenta a preparare manicaretti. Man mano che la popolazione femminile a casa di Shirou aumenta (Saber, Rin, Ilya) lei tende ad allontanarsi. Diventerà fondamentale per le sorti della battaglia.
Kuzuki Souichirou: Insegnate di Shirou e, come lui ama definirsi, psicopatico. Si allea con il Servant Caster dopo che lei ha ucciso il suo Master evocatore e ne diventa Master senza poteri magici.
Caster: Servant di categoria Mago. La sua vera identità è Medea, originaria dell'antica Grecia. Tenta di ottenere il potere del Sacro Graal in maniera alternativa. Si spinge a creare il proprio Servant Assassin.
Assassin: Servant di Caster. Evocato da un Servant, la sua vera identità e sconosciuta anche se dichiara di chiamarsi Sasaki Kojirou come un personaggio delle classiche storie giapponesi, ha una vita limitate e nessuno scopo per la conquista del Graal. Il suo unico obiettivo è quello di confrontarsi, e possibilmente sconfiggere, con Saber prima di svanire, data la sua scarsa riserva di energia magica.
Lancer: E' il primo avversario di Saber, appena evocata, e poi si tiene nascosto fino al combattimento finale. Il suo Master è stato eliminato all'inizio del torneo da un assassino misterioso che poi ha, con lui, stretto un patto per la conquista del Graal.
Kotomine Kirei: Osservatore del torneo, colui che deve far rispettare le regole per il corretto svolgimento della contesa.


Il mondo è quello che noi conosciamo, ma contaminato da Harry Potter discoli che rispettano a stento le regole del torneo in cui sono coinvolti. Nella cittadina contemporanea di Fuyuki assistiamo all'investitura inconsapevole del classico ragazzino, questo è pure carino, ricco ed altruista, di un potere enorme. Lo troviamo con assegnato il più abile dei Servant e armato di mille buone intenzioni. I dialoghi, non so se sia solo l'adattamento debole dei sottotitoli italiani, sono molto semplici ed il meccanismo narrativo parte con difficoltà. Ai dialoghi necessari per fornire spiegazioni al pubblico si aggiungono una buona parte di parole inutili. I rapporti tra i personaggi crescono in modo ambiguo e delineati sul filo dell'equivoco, spesso piacevole, ma che a volte genera nervosismo nel fruitore. La caratterizzazione grafica dei personaggi è piacevole e la varietà degli stessi permette un elevato godimento della serie. I fondali sono curati, anche se le ambientazioni, almeno inizialmente, si ripetono spesso (tanto per non espandere il budget, tanto per tenere sotto controllo la narrazione). Simpatico l'episodio, verso la fine, nel quale Shirou invita Saber per un appuntamento come se fosse una vera ragazza. Le musiche sono curate, spesso durante i combattimenti forniscono la sensazione di assistere allo scontro in un videogame. Come ho scoperto in seguito, documentandomi per questo post, la serie televisiva deriva da un gioco per console diffusissimo nel Paese del Sol Levante. Che a sua volta si basa su una serie di Visual Novel omonima. Non è mai facile riuscire a costruire una storia permettendo l'interazione di personaggi prelevati dai videogiochi e lo sarebbe stata anche per questa. La sua fortuna è stata l'avere un background dei personaggi molto più dettagliato che in altri casi da poter sfruttare nella realizzazione. In quest'opera l'amalgama tra i Master ed i Servant ci permette di usufruire di un prodotto gradevole, di piacevole intrattenimento. Una serie tv di 24 episodi sviluppata secondo canoni classici ed un ritmo godibile, anche se sono più le volte che si va sotto ritmo che quelle in cui la narrazione accelera in modo inaspettato. La caratterizzazione psicologica dei personaggi è curata quel tanto da instaurare affezione nello spettatore. Nel caso del protagonista più che altro si viene a creare odio profondo per la sua inutilità. Renderlo graficamente con l'involuzione di un'ameba avrebbe reso meglio l'idea.

Dei giapponesi c'è di buono che sanno quanto sfruttare una loro creatura. Una serie di animazione ed un film a corollario di tutte le altre produzioni sono la ciliegina sulla torta. Ti offrono abbastanza per affezionarti, ma ti tengono a distanza quel tanto da mantenere nello spettatore la voglia dei personaggi incontrati. Per questo creano gadget e quant'altro per generare dipendenza.

Buon prodotto che si inserisce in un franchise inossidabile da 6 anni, che ogni mese si arricchisce di nuovi dettagli intriganti. Realizzato in modo da proporre, per lo meno negli ultimi episodi, anche qualche ideale e morale al fruitore.

Da guardare con curiosità, soprassedendo ai rallentamenti narrativi e seguendo i sottotitoli in italiano (in quanto l'opera è, per ora, solo in lingua originale disponibile su internet). Fosse stata una serie di 14 episodi sarebbe stata l'ideale.

Fate Stay Night - Videogame
Sviluppo: TYPE-MOON
Pubblicazione: TYPE-MOON (PC/PS2), Kadokawa Shoten (PS2)
Data pubblicazione: 30 gennaio 2004 (PC)
19 aprile 2007 (PS2)
Genere: Visual novel, Eroge
Modalità di gioco: Giocatore singolo
Piattaforma: Microsoft Windows, PlayStation 2
Supporto: CD-ROM, DVD-ROM
Fascia di età: Versione PC: ESRB: 18+
Versione PS2: ESRB: 15+
Espansioni: Fate/stay night scenarios, Fate/hollow ataraxia, Fate/stay night

Fate Stay Night - Manga

Titolo originale Feito/Sutei Naito
Autore Nishiwaki Datto (disegni)
Editore Kadokawa Shoten
Tankobon 12 (in corso)
Editore it. Star Comics
Collana 1ª ed. it. Zero
Periodicità it. bimestrale
Tankobon it. 12
Formato it. 13 cm × 18 cm
Pagine it. 224 bianco e nero
Lettura it. originale (da destra a sinistra)
Genere Shonen

Fate Stay Night - Anime

Titolo originale Feito/Sutei Naito
Autore Kinoko Nasu
Regia Yuji Yamaguchi, Takuya Sato
Sceneggiatura Takashi Takeuchi, Takashi Yamana, Tetsuya Yanagisawa
Character design Takashi Takeuchi, Megumi Ishihara
Studio Studio DEEN
Musiche Kenji Kawai
1ª TV 6 gennaio 2006 – 16 giugno 2006
Episodi 24 (completa)
Durata ep. 25 min

giovedì 2 dicembre 2010

Solomon Kane

Solomon Kane è il secondogenito di Josiah Kane, nobile possidente terriero inglese. Il giorno che il padre gli comunica che il suo primogenito Marcus erediterà tutto Solomon, ancora adolescente, lascia il castello in cerca di una vita che sia sua. Nell'allontanarsi sente le grida di una ragazza in difficoltà. Raggiuntala si rende conto che è suo fratello a molestarla. Dopo un breve litigio Solomon da una spinta a Marcus che cade dalla scogliera a picco sul mare.
Nel 1600 divenuto comandante di navi e uomini è in Nord Africa per conquistare i tesori di quelle popolazioni. Durante l'assalto ad un castello, raggiunta la sala del tesoro, viene in contatto con un'entità demoniaca che ne reclama l'anima come sua. I suoi peccati ed assassini lo rendono un preda facile. Solomon è un uomo da mille risorse e riesce a sfuggire anche al demonio ed a rifugiarsi per un intero anno in monastero. Vi trova ospitalità fino a quando il priore non lo obbliga a lasciare il suo esilio per tornare nel mondo reale.
E' un uomo diverso da quello che vi è entrato colui che lascia l'eremo. Pacifista e rifuggente la violenza, che viene aggredito da briganti e non reagisce. Trovato stordito da dei pellegrini diretti alle navi in partenza per l'America viene accolto come membro della famiglia. Riesce a mantenere il nuovo stile di vita fino al giorno che un gruppo di demoni incarnati in esseri umani, guidati da un cavaliere dalla faccia di cuoio, non li aggredisce uccidendo il capofamiglia , i due figli maschi, lasciando in vita la madre e rapendo la figlia. Questa violenza ingiustificata riporta a galla il suo vecchio io e, dopo aver sterminato gli aggressori, giura al capofamiglia morente che salverà la sua unica figlia e la riporterà tra le braccia della madre.
Inizia così il viaggio alla ricerca di Meredith affrontando esseri umani, tradimenti, creature oscure, fino a giungere al responsabile di tutto: lo stregone Malachia, impossessatosi anni addietro del castello e dei territori del padre.

Il film parte lasciandosi intendere come boiata apocalittica. La scena in CGI iniziale in cui le navi inglesi assaltano al cittadelle sul mare nel Nord Africa è realizzata così male che neanche in un videogame di dieci anni fa sarebbe stata accettata. Il personaggio si presenta, complice il doppiatore italiano, come un infoiato violento urlatore, vestito a lutto.
Passato lo sconforto dei primi cinque minuti, ritrovato Solomon nel monastero inizia il secondo film. Un film con una profonda costruzione del personaggio, ambientazioni poetiche e significative, costumi appropriati, effetti speciali semplici (per gli standard odierni), ma azzeccati, scene di combattimento costruite con capace coreografia. Se la trama ha uno svolgimento un po' scontato, restando sempre godibile, è l'interpretazione resa del personaggio principale a dare forza alla pellicola. James Purefoy (unico film conosciuto il Resident Evil del 2002) costruisce e rende sullo schermo un personaggio combattuto tra le sue due anime, tra la violenza e la ricerca di perdono nel Signore, argomento forte e persistente per tutta le pellicola. Accanto a lui, in ruoli secondari, recitano Max von Sydow, che interpreta il padre del protagonista, e Alice Krige, madre della sopravvissuta, attori che emergono sugli altri comprimari.
Gli effetti speciali subiscono una piacevole evoluzione, restando sempre nella resa grafica del videogioco, rendendo piacevole la visione dell'insieme.
Lo stile registico si rifà a quello di Peter Jackson de "Il Signore degli Anelli". Campi lunghi durante le traversate, a piedi o cavallo, tra le pianure, con nebbia e pioggia persistenti, e scene di battaglia dinamiche, anche se con meno combattenti che nell'opera citata. I dialoghi, a volte intuitivi, sono semplici, ma apprezzabili.
Un film ben realizzato, con un buon budget 40.000.000 di dollari, che ha avuto una gestazione travagliata lunga quasi 10 anni, basato sul personaggio che Robert Ervin Howard, romanziere scomparso famoso per Conan il Barbaro, ha creato con una serie di romanzi e poesie tra il 1930 e il 1965.

Un film "di menare" con quel po' di spessore in più che lo rende piacevole anche per chi di questo genere non è appassionato.

Titolo originale Solomon Kane
Lingua originale Inglese
Paese Francia/Regno Unito/Repubblica Ceca
Anno 2009
Durata 96 min

Genere avventura, azione, fantastico
Regia Michael J. Bassett
Soggetto personaggi di Robert Ervin Howard
Sceneggiatura Michael J. Bassett

Distribuzione (Italia) Eagle Pictures

Interpreti e personaggi
James Purefoy: Solomon Kane
Max von Sydow: Josiah Kane
Jason Flemyng: Malachia
Rachel Hurd-Wood: Meredith Crowthorn
Pete Postlethwaite: William Crowthorn
Alice Krige: Katherine Crowthorn
Philip Winchester: Telford
Mackenzie Crook: Padre Michael
Samuel Roukin: Marcus Kane
Geoff Bell: Beard
Ian Whyte: Reaper

mercoledì 1 dicembre 2010

Giallo

Nelle notti di una Torino più luminosa del solito un tassista rapisce belle ragazze, le tortura per giorni, le uccide e le abbandona in differenti luoghi della città.
Ultima ragazza rapita, in ordine di tempo, è Celine, modella appena uscita da un sfilata. Al telefono con sua sorella Linda sale su un taxi e se ne perdono le tracce. Dopo una notte di ansiosa attesa Linda, assistente di volo, si reca presso il commissariato di polizia e viene messa in contatto con l'Ispettore Enzo Avolfi. Avolfi, che ha vissuto per anni a New York, si occupa da anni di indagare sul serial killer che rapisce belle ragazze non italiane per mutilarle, deturparle, ucciderle ed abbandonarle. Il caso che gli propone Linda rientra, purtroppo, proprio nel suo campo d'azione. Insieme, i due, indagheranno fino a scoprire l'identità del rapitore e cercheranno di arrivare in tempo per salvare la vita di Celine.

La storia di Giallo è molto tormentata. Girato nel 2008 a Torino, presentato a Cannes nel 2009 trova molte difficoltà di distribuzione nonostante il nome del regista, Dario Argento, ed il forte cast protagonista, Adrien Brody e Emmanuelle Seigner. Nonostante tutto la distribuzione viene annunciata per l'ottobre 2009, ma solo nel 2010 vengono acquistati i diritti per il doppiaggio e la distribuzione su territorio italiano. Il film esce solo per il circuito dvd il 3 Novembre 2010.
Altra tegola sulla pellicola sia ha sul mercato americano quando Brody intenta causa al produttore americano del film per mancato pagamento del suo compenso ed indebito sfruttamento della sua immagine. Vince la causa, bloccando così la distribuzione del film, ottenendo il suo compenso ed i diritti usurpati (per un totale di più di 2.6 milioni di dollari).
Ma il film com'è?
Un classico giallo con molte spruzzate di rosso sangue come si addicono al maestro del terrore. La trama è semplice con tre colpi di scena, anche se i primi due non stupiscono più di tanto ed è il terzo a strappare un sorriso in tralice, chiudono un indagine interiore sul passato del protagonista e quella sul serial killer. Lo sviluppo si rivela a volte un po' lento, rispecchiando la classicità anni 80 del ritmo registico di Argento ed offre qualche sviluppo "tagliato con l'accetta". Si risente, infatti, a volte di come alcune situazioni si risolvano in troppe poche battute per poterle collocare nella realtà.
Adrien Brody è molto bravo e si trova a suo agio nel ricoprire il poliziotto italiano solitario alle prese con un caso troppo grande per essere risolto in tempi stretti e che lo logora dentro, costringendolo a rivivere il suo passato doloroso. Un'ottima prestazione superiore, secondo me, rispetto a quella offerta nel blockbuster Predators. Sullo schermo Brody è accompagnato dalla presenza di Emmanuelle Seigner, che segue da vicino l'indagine, che ne fa un buon contraltare in una discreta prestazione. Il ruolo della vittima è affidato a Elsa Pataky che si muove senza spunti particolare, né disagi, nei panni della scream girl del film. Il ruolo del carnefice è affidato a Byron Deidra, attore che non conosco neppure minimamente, che non costruisce una figura con carisma, ma solo con una buona dose di follia. Non rimarrà nella storia del cinema horror, ma si farà ricordare per un po'.

Delle ultime produzioni di Dario Argento (riferite agli anni 2000) continuo a preferire "Non ho sonno". Questo prodotto si colloca al secondo posto nei film degli ultimi anni usurpando la posizione occupata da "Tu lo conosci Hitchcock?" ( che però era interpretato da attori abbastanza scarsi) e facendo dimenticare le delusioni ("Il Cartaio") e le mezze delusioni ("La Terza Madre").

"Giallo" è un film da vedere, anche solo per tornare ad apprezzare un regista italiano, conosciuto e stimato in gran parte del mondo, e supportarne gli sforzi e le opere.

Titolo originale Giallo
Paese Italia/Stati Uniti
Anno 2010
Durata 88 min

Genere thriller, poliziesco
Regia Dario Argento
Sceneggiatura Jim Agnew, Sean Keller
Casa di produzione Opera Film Produzione, Hannibal Pictures
Distribuzione (Italia) Dall'Angelo Pictures

Interpreti e personaggi
Adrien Brody: Ispettore Enzo Avolfi
Emmanuelle Seigner: Linda
Elsa Pataky: Celine
Robert Miano: Ispettore Mori
Silvia Spross: vittima russa
Byron Deidra: Giallo
Daniela Fazzolari: Sophia
Nicolò Morselli: Enzo Avolfi ragazzo

Dylan Dog - Senza trucco né inganno

Dylan Dog n. 291, mensile
Senza trucco né inganno

Soggetto e Sceneggiatura: Giovanni Di Gregorio
Disegni: Fabio Celoni
Copertina: Angelo Stano

La più classica sfida tra maghi sta avendo luogo a Londra. Il più grande di sempre si trova in difficoltà dopo aver assistito al nuovo trucco del giovane emergente. A metterlo ancora di più in difficoltà è che sul palco insieme a lui c'è la sua ex assistente, scomparsa nel nulla poche settimane prima. Dylan si ritrova suo malgrado coinvolto nella disputa tra i due illusionisti per l'essersi innamorato della bella ragazza contesa tra i due, dopo averla salvata da un misterioso rapimento ad opera del suo vecchio datore di lavoro. Qualcosa però non torna. Dylan indaga senza retribuzione per venire a capo di questa guerra tra illusionisti.

Nel redazionale che introduce la storia la redazione Bonelli ci comunica che il soggetto è liberamente ispirato al film di Christopher Nolan "The Prestige". Non ce ne sarebbe stato neanche bisogno dato che l'esplicita e bella copertina di Stano già ci aveva indirizzato sulla strada giusta , citando il trucco classico accennato nel film.
La storia è quello che sarebbe potuto essere il film se fosse stato votato più al soprannaturale che la mistero dei trucchi ed della tecnologia. Una buona sceneggiatura che esplora un mondo toccato solo molto tempo fa dagli autori dell'Indagatore dell'Incubo.
I disegni di Celoni sono un misto di voluttuosità e di tratti decisi, si avvicina, vagamente, allo stile utilizzato da Magnus nelle sue opere mischiato con il vecchio Ricci dei primi numeri di Martin Mystère (tra cui il 107 bis, se non ricordo male). Matite e chine che ben si adattano alla storia, ma che non definiscono bene i tratti dei personaggi per via dello strano utilizzo delle linee. Tutto sommato gradevole ed interessante, anche se da studiare meglio.

Una buona storia, sopra la media, per il penultimo numero dell'anno della serie regolare. Di lettura scorrevole ed intensa, si lascia apprezzare.

Dylan Dog - Senza trucco né inganno

Dylan Dog n. 291, mensile
Senza trucco né inganno

Soggetto e Sceneggiatura: Giovanni Di Gregorio
Disegni: Fabio Celoni
Copertina: Angelo Stano

La più classica sfida tra maghi sta avendo luogo a Londra. Il più grande di sempre si trova in difficoltà dopo aver assistito al nuovo trucco del giovane emergente. A metterlo ancora di più in difficoltà è che sul palco insieme a lui c'è la sua ex assistente, scomparsa nel nulla poche settimane prima. Dylan si ritrova suo malgrado coinvolto nella disputa tra i due illusionisti per l'essersi innamorato della bella ragazza contesa tra i due, dopo averla salvata da un misterioso rapimento ad opera del suo vecchio datore di lavoro. Qualcosa però non torna. Dylan indaga senza retribuzione per venire a capo di questa guerra tra illusionisti.

Nel redazionale che introduce la storia la redazione Bonelli ci comunica che il soggetto è liberamente ispirato al film di Christopher Nolan "The Prestige". Non ce ne sarebbe stato neanche bisogno dato che l'esplicita e bella copertina di Stano già ci aveva indirizzato sulla strada giusta , citando il trucco classico accennato nel film.
La storia è quello che sarebbe potuto essere il film se fosse stato votato più al soprannaturale che la mistero dei trucchi ed della tecnologia. Una buona sceneggiatura che esplora un mondo toccato solo molto tempo fa dagli autori dell'Indagatore dell'Incubo.
I disegni di Celoni sono un misto di voluttuosità e di tratti decisi, si avvicina, vagamente, allo stile utilizzato da Magnus nelle sue opere mischiato con il vecchio Ricci dei primi numeri di Martin Mystère (tra cui il 107 bis, se non ricordo male). Matite e chine che ben si adattano alla storia, ma che non definiscono bene i tratti dei personaggi per via dello strano utilizzo delle linee. Tutto sommato gradevole ed interessante, anche se da studiare meglio.

Una buona storia, sopra la media, per il penultimo numero dell'anno della serie regolare. Di lettura scorrevole ed intensa, si lascia apprezzare.