giovedì 31 marzo 2016

He-Man and the Masters of the Universe 23

He-Man and the Masters of the Universe 23
di Dan Abnett, Pop Mhan

Contiene He-Man The Eternity War 8-9 

Specifiche
Linea: Lion
Collana: He-Man And The Masters Of The Universe
ISBN: 9788869717697
ISSN: 9772284343005-60023
16,8×25,6, S, col., 48 pp
Pubblico: Per Tutti
Genere: Fantastico
Titolo da: edicola
Prezzo: € 2.95

He-Man non c'è più. Da quando ha spezzato la Spada del Potere, per non diventare un dittatore crudele come mostratogli dalla visione di Teela, Adam è solo al comando della resistenza contro le truppe di Hordak. La sua salute sembra essere peggiorata e l'esercito di Uomini Serpente ed umani non sembra più coeso. D'altra parte Hordak vede tutto girare per il meglio. Ha il Castello di Grayskull ed Evil-Lyn, tradendo Skeletor, gli ha portato gli Occhi per canalizzare l'enorme potere che vi è nascosto. L'alleanza tra Skeletor, che ha cambiato il suo passato, e She-Ra non sembra destinata a durare, ma ha portato una nuova svolta alla battaglia: le anime dei nemici uccisi da Hordak è tornata nei corpi dei suoi soldati robot; che adesso non ne seguono più gli ordini.

Torna omogeneo il tratto ed il disegno con il ritorno a pieno albo di Pop Mhan. Interessanti soluzioni visive portano avanti le idee di Abnett in questo nuovo scorcio di Guerra dell'Eternità. Resta ancora poco chiaro quello che è successo a/con Skeletor nel numero scorso, ma per lo meno ne emergono le conseguenze. Sarà interessante capire cosa succederà a She-Ra e quale sarà il futuro di Adam: al momento le forze del Bene non sono messe così bene. Zodac sarà la carta risolutiva? Ad avere la vittoria al suo fianco è il Male. La battaglia tra Hordak e Skeletor sembra rivelarsi interessante ed incerta.
Intrigante il gioco delle donne messo in atto da Abnett. Tutte le più importanti hanno subito un'evoluzione intensa. Adora di per sé lo aveva scritto nel destino, ma il ruolo di sacerdotesse di Teela ed Evil-Lyn, con relativa nuova veste grafica, le ha messe al centro della storia. Ora più che mai.

Doveste esservi persi la saga fino ad ora e dovesse Lion ripubblicarla in un volume rilegato non fatevela scappare.

giovedì 24 marzo 2016

Batman V Superman: Dawn of Justice, ovviamente spoiler free

Non è un film Marvel.

Questo deve essere chiaro a chiunque vada a vedere l'ultima opera di Zack Snyder. Chris Terrio e David S. Goyer si sono attenuti a quanto realizzato per Man of Steel: una storia di origini, anche perchè Superman è in azione di meno di due anni, conseguenze ed amicizia.

La battaglia di Metropolis, in chiusura del film precedente, ha mietuto molte vittime tra i civili. Lo scontro tra Zod e Superman è stato catastrofico, ma ha eletto l'azzurrone eroe nazionale. Peccato che di ciò che le sue azioni non abbiano solo un ritorno benefico immediato, ma lascino anche strascichi di conseguenze quando lui se ne va. E' proprio da qui che si parte. Le conseguenze di un nobile gesto lasciano solo nobiltà dietro di sè o, purtroppo, qualche malvagio si può approfittare del bene e peggiorare la situazione di chi era stato appena salvato? Bruce Wayne ha perso amici e collaboratori nella distruzione di un palazzo a Metropolis, ora Batman sta cercando un modo per confrontarsi ad armi pari con un alieno onnipotente che vive sulla Terra.

Questa è la base della storia, ma c'è molto di più, che non vi dirò.
Parlare di questo film è difficile perchè non è il classico film scanzonato di supereroi che non veicola divertimento, Deadpool, avventure personali, Guardiani della Galassia, o catastrofici complotti a livello mondiale, Winter Soldier, con colori sgargianti, musiche allegre ed attori, fondamentalmente simpa. Qui si parte subito con una tragedia alla quale segue un'altra tragedia, si intervalla con sospetto e cospirazione, si prosegue con tragedie e violenza fino ad arrivare alla tragedia, passando per il disincanto e la disillusione. Il tutto gestito con equilibrio ipnotico ed una ferma delicatezza. Sì, ci sono anche delle battute, ma quelle ve le siete giocate nel trailer, tranne una, di Martha, che non vi dirò per non spoilerare. Il film di Snyder parte in salita emotiva, uno degli inizi più commoventi di un film, forse non solo di supereroi, che abbia visto, e, passando attraverso le vite dei tre protagonisti maschili, ci guida fino ad una catarsi emotiva cupa e graffiante.

Batman

L'eroe di Gotham è visto a Metropolis come uno scellerato vigilante mascherato che altro non fa se non intimidire e decretare la morte dei criminali che gli si oppongono. L'uomo sotto il mantello è una persona che ha sofferto, da piccolo l'assassinio premeditato dei suoi genitori, e che ha trovato il palliativo ai suoi dolori nella lotta la crimine. Sono vent'anni che è sulla piazza, ma gli ultimi due l'hanno incattivito parecchio. I due dopo la battaglia di Metropolis. Sotto la maschera c'è Bruce Wayne, un uomo che lenisce il suo dolore con donne diverse ogni notte, che guida svogliato una compagnia importante, uno degli uomini più ricchi del pianeta.
L'equilibrio della sceneggiatura vuole che sia Bruce che Batman si dividano il tempo sullo schermo in modo decisamente opportuno. I comportamenti e gli atteggiamenti del primo mostrano quanto esso non sia più dipendente dal secondo. Anzi a volte preferisce essere se stesso piuttosto che l'Oscuro Cavaliere.
La sua caratterizzazione è ben diversa da quella cinematografica che abbiamo sempre avuto sotto gli occhi. Qui Batman uccide, non pesta soltanto. Uccide solo se costretto od in pericolo di vita, con armi da fuoco, armi bianche e con le mani nude. E' un assassino allenato e sa che deve farlo se vuole sopravvivere, d'altronde ha un'età non può combattere per sempre sgherri che si rialzano. A molte questa variazione, questo ritorno alle origini, questo rimembrare le prime storie di 75 anni fa, non farà piacere. Molti sono convinti che Batman non uccida, come lo erano per Superman, ma non sempre le nostre convinzioni rispondono alla realtà. Questa nuova versione, quella definitiva nel DC Extended Universe, a me convince. Come convince e molto l'accoppiata Batman, stanco sotto il peso del suo mantello, con questo Bruce Wayne.

Ad interpretarlo Ben Affleck. Indolente, anziano, forte, determinato, triste. Sono lontani i tempi di Daredevil ed il modo molto ingenuo di realizzare i cinecomic. Grazie alla scrittura del personaggio escono le sue doti di attore e ne nasce un grande eroe tormentato. Un essere umano che necessita di allenamenti fisici, di cure, di tecnologia all'avanguardia per lottare contro il crimine della sua città e contro l'alieno. Un uomo che sopperisce alle lacune fisiche dell'età con una grande pianificazione strategia ed un istinto investigativo che non ha pari. Al suo fianco un cinico e disincantato Alfred gli fa da meccanico, maggiordomo e da secondo in caso di necessità.

Superman


A dispetto della posizione del suo nome nel titolo, questo è il secondo film di Superman. Dopo Man of Steel ci sono delle conseguenze con cui fare i conti. La sua forza e la sua potenza possono essere usati contro di lui e quando succederà, forse, sarà troppo tardi per accorgersene. Clark Kent è una creazione dei sui genitori terrestri, ma non esiste. L'uomo sotto il mantello è un alieno sotto un mantello, un dio di nome Kal-El la cui vera identità sulla Terra è quella di Superman. Ora queste tre persone in una devono far di conto e capire chi merita di sopravvivere e chi è veramente Superman. Clark, al contrario di Bruce, non cerca conforto in donne diverse ogni notte. Lui ama due donne: Martha, sua madre, e Lois, la giornalista per la quale rischierebbe la sua vita. Entrambe conoscono l'identità segreta di Superman e lo amano per come è. Entrambe sono un rifugio, un appiglio per non chiudersi nella Fortezza della Solitudine che questo essere ha dentro di sè. La sua visione della giustizia è quella dell'immediato: fare del bene subito e, nel caso, ripassare per vedere se va tutto bene. E' lui a spingere alla follia vendicativa Lex Luthor e sono le sue azioni da super uomo a muovere gli ingranaggi in gioco.

Luthor



Un cattivo odioso, eccessivo, schizzato. A me Jesse Eisenberg ed ho capito perchè Woody Allen continua a volerlo nei suoi film. Qui disegna un Lex lontano da quello dei fumetti, non solo per i capelli. Molto giovane e con le mani in pasta dappertutto. Una mente geniale asservita a dimostrare come l'alieno messianico in tuta azzurra e mantello blu non sia altro che una minaccia per il nostro pianeta. Un uomo tanto folle da cercare di creare qualsiasi cosa pur di metterlo al tappeto. Un direttore d'orchestra che ama i crescendo di malvagità e dall'ego smisurato.
Che poi è sempre facile dire: "Ah, ma come bravo l'attore che interpreta il cattivo." Sarà perché il cattivo in questione lo conosciamo meno dei buoni? Sarà perché, per la massa, ogni sua azione è inattesa ed una rivelazione? Sarà che deve essere, per forza, essere scritto con più circospezione rispetto ai buoni, perché è attorno a lui che ruota la storia?

Wonder Woman


Non ha lo spazio che viene riservato agli altri, giustamente in quanto ospite nel film, ma è il motore per andare a conoscere i futuri membri della Justice di cui siamo all'alba.
In ogni caso è un personaggio che mi ha colpito. Sono stato stupito in primis da Gal Gadot. Pur vedendo chiaramente la sua origine da modella, decisamente troppo esile per essere Wonder Woman, riesca con le sue movenze ed i suoi sguardi a convincere lo spettatore di essere Wonder Woman. Affascinante ed abile combattente, quando serve, si ritaglia un ruolo di rilievo e rende molto appetibile il film in solo che le sarà dedicato nel 2017.
E' l'unica donna, tra le tre protagoniste, a non subire la sorte delle altre. Perchè? Perchè non è umana, non ha legami e non è, per questo vulnerabile.

Come ogni film di Snyder, di quelli ben riusciti si intende, la colonna sonora è fondamentale. Ovviamente qui si riprendono i temi musicali del film precedente, ma se ne introducono di nuovi. Hans Zimmer e Junkie XL lavorano di concerto per rimuovere, eventuali, assonanze con il tema di Batman di nolaniana memoria e riescono nel loro scopo. La musica è importante. Possente e opportuna, riesce a trasmettere le emozioni e le sensazioni che vivono i protagonisti proiettati sul grande schermo bianco.

Messaggi di un retaggio.
Gli effetti speciali lo sono. Se il grosso del lavoro per Superman era stato realizzato nella pellicola precedente, qui si lavora per migliorare l'acquisito e per rendere credibili i nuovi personaggi. A volte l'opera degli artisiti non si nota, e questo deve solo rendere loro onore, a volte non convince. L'unico difetto del film l'ho ascrivo a chi ha realizzato il cattivo per lo scontro finale. I suoi tratti sanno molto di già visto. Non hanno mancato di ricordarmi gli orchi de Il Signore degli Anelli ed Abominio dell'Hulk con Edward Norton. So che anche nei fumetti i suoi lineamenti erano simili a quelli riportati sullo schermo, ma l'effetto ottenuto non mi ha convinto.

Il finale del film lascia spiazzato chi non conosce gli eventi dei fumetti DC. Lascia spiazzato anche chi li conosce perchè mai avrebbe pensato ad un epilogo del genere. Il tutto non è messo lì a caso. Quel finale, quel cameo veloce veloce, quelle scritte, quelle citazioni, quelle porte socchiuse per scoprire i prossimi metaumani, sono tutte briciole lasciate apposta per sia dare un incipit ai film in solo sia per aprire la strada alla Justice League del 2017.

Batman V Superman non è uno di quei film per i quali esci dal cinema con il sorrisone sulla faccia e scambi battute divertenti su quanto hai appena visto. BvS è un film che, nonostante i protagonisti in maschera, ti porta molti elementi di riflessione sulla società contemporanea. BvS è un film che appassiona e coinvolge, ma che richiede l'attenzione dello spettatore dalla prima scene all'ultimo cazzotto. BvS è una scelta coraggiosa. BvS presenta la migliore accoppiata Bruce/Batman degli ultimi venticinque anni e getta basi solide per gli sviluppi di storie future. BvS è un film non un fumetto.

BvS è da vedere, farà riflettere. Sono due ore e mezza di film, ma volano via in un attimo.


Titolo originale Batman V Superman: Dawn of Justice
Lingua originale inglese
Paese di produzione Stati Uniti d'America
Anno 2016
Durata 151 min

Genere Cinecomic

Regia Zack Snyder

Soggetto Jerry Siegel, Joe Shuster, Bob Kane
Sceneggiatura Chris Terrio, David S. Goyer
Produttore Charles Roven, Deborah Snyder
Produttore esecutivo Christopher Nolan, Emma Thomas, Wesley Coller, Geoff Johns, David S. Goyer
Casa di produzione Atlas Entertainment, Cruel and Unusual Films, RatPac-Dune Entertainment
Distribuzione (Italia) Warner Bros. Pictures
Fotografia Larry Fong
Montaggio David Brenner
Effetti speciali John 'D.J.' Des Jardin, Joe Letteri, Dinesh K. Bishnoi, Keith Miller, Thomas Proctor, Guillaume Rocheron
Musiche Hans Zimmer e Junkie XL

Interpreti e personaggi
Henry Cavill: Clark Kent / Superman
Ben Affleck: Bruce Wayne / Batman
Gal Gadot: Diana Prince / Wonder Woman
Amy Adams: Lois Lane
Jesse Eisenberg: Lex Luthor
Diane Lane: Martha Kent
Laurence Fishburne: Perry White
Jeremy Irons: Alfred Pennyworth
Holly Hunter: Sen. Finch

Doppiatori italiani
Gianfranco Miranda: Clark Kent / Superman
Riccardo Rossi: Bruce Wayne / Batman
Claudia Catani: Diana Prince / Wonder Woman
Ilaria Latini: Lois Lane
Davide Perino: Lex Luthor
Roberta Pellini: Martha Kent
Massimo Corvo: Perry White
Mario Cordova: Alfred Pennyworth
Cinzia De Carolis: Senatrice Finch

martedì 22 marzo 2016

DC Omnibus – Lanterna Verde di Geoff Johns 04

DC Omnibus – Lanterna Verde di Geoff Johns 04
di Geoff Johns, Doug Mahnke, Ivan Reis, Ed Benes, AA.VV. Contiene Green Lantern 43-52, Blackest Night 1-8, Blackest Night 1 Director's Cut 

Specifiche
Titolo: DC Omnibus – Lanterna Verde di Geoff Johns 04
Linea: Lion
Collana: DC Omnibus 
Serie: Lanterna Verde 04
Autore: Geoff Johns, Doug Mahnke, Ivan Reis, Ed Benes, AA.VV.
ISBN: 9788869714146
16,8x25,6, C, col., 544 pp
Pubblico: Per Tutti
Genere: Fantastico
Titolo da: libreria
Prezzo: € 43.95

Di Lanterna Verde non leggo molto, forse per quello ho ritenuto il floppone cinematografico un film divertente.
Di Geoff Johns leggo molto di più. Ho letto il Flash, ne sto apprezzando la gestione della Justice League e mi piace come riesce a rinvigorire i personaggi, considerati, minori dell'Universo DC. Per questo motivo sono stato molto attratto, nonostante il prezzo, da questa raccolta dedicata ad uno dei cicli più importante del destino del verde guardiano intergalattico.

Ne La notte più profonda viene, presa la seconda perte dell'incipit della formula che permette ad Hal Jordan, il primo terrestre appartenente al corpo delle Lanterne Verdi, di trasformarsi nel guardiano del suo settore. Il giuramento che gli permette di diventare il difensore del settore 2814 e membro del corpo con sede su Oa è:
« Nel giorno più splendente, nella notte più profonda
nessun malvagio sfugga alla mia ronda
colui che nel male si perde
si guardi dal mio potere, la luce di Lanterna Verde. »
Suo predecessore è Abin Sur, alieno in missione sulla Terra, dove perde la vita, per indagare sulla veridicità di una segreta profezia che vorrebbe che proprio dalla Terra possa avere origine la distruzione dell'Universo come lo conosciamo. La Morte verrebbe a reclamare tutti i viventi per riportarli tutti in uno stato di non esistenza, proprio come prima della creazione dell'universo. Suo messaggero dovrebbe essere Mano Nera, per mezzo di lui tutti i defunti tornerebbero in uno stato di non vita per strappare la vita ai loro cari. Dominando la morte tutte le Lanterne, il cui potere è basato sui sentimenti e sugli stati dell'animo dei vivente, perderebbero il loro potere e solo il nero dominerebbe su tutto. Per potere impedire alla profezia di realizzarsi Hal Jordan, con l'aiuto dei Guardiani, vaga nello spazio per unire le Lanterne Rosse, Verdi, Gialle, Arancio, Blu, gli Zaffiri Stellari e la misteriosa tribù Indaco sotto la stessa bandiera. Unire Corpi che vogliono l'annientamento degli altri, uno accanto all'altro, potrebbe essere più pericoloso che lasciar agire Mano Nera.
Sulla Terra, intanto, Flash, Mera e gli altri supereroi sono nei guai. I cadaveri risorti dei loro amici li vogliono portare nella tomba con loro. Combatterli è rischioso è praticamente inutile. La loro speranza di sopravvivenza è che Lanterna Verde riesca a compiere il miracolo ed a ritornare in tempo sulla Terra. Ma perchè proprio la Terra è al centro di questa battaglia mortale?
Perche Mano Nera ha come carte segreta, nascosta nella manica, il cadavere di Bruce Wayne?

Sarà la fine di tutto o c'è ancora qualche speranza?

Innanzi a tutto è innegabile come la situazione in cui si trova l'Universo DC sia deciamente simile al mondo alternativo Marvel abitato dagli eroi Zombie senzienti. Detto questo non si può fare a meno di notare come Johns si muova nelle pieghe della continuity del personaggio creato da Bill Finger, scrittore, Martin Nodell, disegnatore, nel 1941. La gestione dei Corpi, lo spazio dedicato a ciascuno di loro, la loro interazione e lo spessore dato ai molteplici protagonisti sono dosati in modo decisamente equilibrato. La narrazione, nonostante la mole di pagine prodotte, risulta, quindi, chiara e soddisfacente. Interessante la dinamica della Tribù Indaco e il senso di impotenza dovuto alla infestazione universale generata dall'invasione degli Anelli Neri. Il personaggio di Mano Nera, derivato direttamente dalla serie TV Six feet under, è mosso da motivazioni convinte e da un senso di appagamento che lo rendono un cattivo convincente. Mi sono stupito dallo scoprire quante Lanterne Verdi fossero in "servizio" all'epoca di questa saga. Impressionante. Ovvimaente, Johns, semina anche riferimenti al passato, sarebbe interessante recuperare la saga dedicata a Parallax, e prospetta uno sviluppo futuro che vedrà la luce nella saga Nel giorno più splendente. Mi rimane sempre il dubbio di come sia morto Bruce Wayne questa volta, ma prima o poi lo scoprirò.

Il gusto per i disegnatori di Johns è lo stesso che ho io. Le pagine sono piene e dettagliate indipendentemente da chi vi sia dietro la matita (principalmente Ivan Reis, ed ho detto tutto), le chine od i pennelli. La visione grafiche è omogenea, anche se si riconosce la presenza di molti nomi dietro all'azione che vediamo rappresentata. Grande livello in ogni pagina ed in ogni tavola, niente altro da aggiungere.

Come ogni saga di fumetti americani, viene pubblicata con diversi Tie-In, collaborazioni e riverberi in altre serie. Grazie ai curatori di Wikipedia possiamo avere un'idea della mole di pagine scritte:

Preludio a La Notte più profonda
Green Lantern vol. 4 n. da 39 a 42 (maggio–luglio 2009);
Green Lantern Corps vol. 2 n. da 33 a 38 (aprile–agosto 2009);
Titans n. 15 (luglio 2009);
Solomon Grundy n. 7 (novembre 2009);

La notte più profonda
Blackest Night da 0 a 8 (giugno 2009);
Green Lantern vol. 4, n. da 43 a 52 (settembre 2009 – marzo 2010);
Green Lantern Corps vol. 2, n. da 38 a 46 (settembre 2009 – marzo 2010);
Blackest Night: Tales Of the Corps n. da 1 a 3 (settembre 2009);
Blackest Night: Batman n. da 1 a 3 (ottobre–dicembre 2009);
Blackest Night: Superman n. da 1 a 3 (ottobre–dicembre 2009);
Blackest Night: Titans n. da 1 a 3 (ottobre–dicembre 2009);
Adventure Comics vol. 2, n. 4 e 5, e n. 7 (gennaio-febbraio 2010);
Booster Gold vol. 2, n. 26 e 27 (gennaio-febbraio 2010);
The Doom Patrol vol. 5, n. 4 e 5 (gennaio-febbraio 2010);
Justice League of America vol. 2, n. 39 e 40 (gennaio-febbraio 2010);
The Outsiders vol. 5, n. 24 e 25 (gennaio-febbraio 2010);
R.E.B.E.L.S. vol. 2 n. 10 e 11 (gennaio-febbraio 2010);
Superman/Batman n. 66 e 67 (gennaio-febbraio 2010);
Teen Titans vol. 3, n. 77 e 78 (gennaio-febbraio 2010);
Blackest Night: Flash n. da 1 a 3 (febbraio-aprile 2010);
Blackest Night: JSA n. da 1 a 3 (febbraio-aprile 2010);
Blackest Night: Wonder Woman n. da 1 a 3 (febbraio-aprile 2010);
The Atom & Hawkman n. 46;
Catwoman vol. 3 n. 83;
Phantom Stranger vol. 2 n. 42;
Power of Shazam! vol. 2 n. 48;
The Question vol. 1 n. 37;
Secret Six vol. 3 n. 17 e 18;
Starman vol. 2 n. 81;
Suicide Squad vol. 1 n. 67;
Weird Western Tales vol. 1 n. 71;
Green Arrow/Black Canary n. 30;
"Blackest Night" Director's Cut.

Onestamente? Basta seguire gli otto numeri ufficiali delle uscite di Blackest Night e quelli dedicati ai personaggi principali, per avere la visione completa della parte importante della storia. In Italia? Era uscita per Planeta, poi dimenticata da Lion. Tre anni fa era tornato in fumetteria il cofanetto con i volumi singoli di Nel giorno più splendente, il seguito diretto, e poi il buio totale. Una gestione approssimativa che ha tenuto in scacco i lettori per tre anni e che ho trovato decisamente scorretta. L'editore aveva rialsciato gli albi singoli anche per La notte più profonda singolarmente (alcuni ancora marchiati Planeta ) ed aveva promesso che sarebbe uscito un cofanetto completo per chi lo avesse deisderato. Niente di tutto questo è accaduto. Forse, e dico forse, verso la metà del 2015, poche fumetterie in Italia hanno ricevuto poche copie di questo cofanetto. Un comportamento che mi ha ricordato la gestione D-Visual dell'edizione in DVD di Goldrake. Pochi mesi fa è uscito un Omnibus contentente tutta questa saga, sempre per Lion, dal peso e dal prezzo decisamente signigicativi. Finalmente si è potuta leggere, nuovamente in Italia, questa saga e si può proseguire con il suo seguito. 

venerdì 18 marzo 2016

Puffi 2016 - Eccoli!

Finalmente. Eccoli qui. I Puffi 2016.
Ne avevamo parlato al momento dell'annuncio della nuova serie e, con un po' di ritardo rispetto agli anni scorsi, complice Cartoomics, eccoli tra le mie manone.
Cosa dire? Innanzi a tutto la qualità. Rispetto a quelli degli ultimi due anni sono dipinti decisamente meglio. Oggettivamente su un campione ridotto in esposizione è stato abbastanza semplice trovare il set che soddisfacesse le mie esigenze. Ovviamente non sono perfetti, ricordiamo che sono dipinti a mano e, quindi, uno diverso dall'altro, caratterizzati dalle loro sbavature, ma, quest'anno, il controllo qualità sembra essere stato più stringente. L'unico veramente difettato che mi è capitato per le mani è stato la Puffetta: aveva la bocca, addirittura, dipinta fuori dalla sua sede naturale. Per gli altri, come detto,  è stato praticamente immediato trovare quelli sani.

Il soggetto. I Puffi Safari riprendono due idee degli anni passati. La prima è il Puffo Alieno a cui innegabilmente si ispira il Selvaggio. Nota tecnica è palese come per realizzare questa figurina sia stata usata una miscela polimerica di colore differente rispetto al solito e, probabilmente, già colorata in massa. L'effetto è strano, se ne percepisce la diversità anche per via dell'effetto traslucido delle estremità (i piedi sopratutto), ma non sgradevole.


La Puffetta. Alla faccia di tutto questo politicamente corretto, femminismo imperante, rivoluzione di genere a tutti i costi, lei mantiene la sua femminilità. Vestita di tutto punto del suo abito verde, si sistema il trucco e non patisce le difficoltà del viaggio impervio. Del suo stesso colore sono abbigliati sia il Grande Puffo, intento ad osservare la mappa dando l'idea di qualcuno che, forse forse, ha sbagliato strada, l'avventuriero armato di coltello, un ritorno alle armi di offesa meno scherzoso rispetto al set dei pirati, ed il Viaggiatore Stanco. Per entrambi questi ultimi lo stesso dettaglio ha significato differente. La goccia di sudore che imperla il lato destro della loro fronte nel primo caso esprime tensione e nel secondo la fatica.
Team Green
Un altro dettaglio comune caratterizza anche due dei tre Puffi in completo sabbia. Sia l'impegnato Portatore di Valigie che il curioso Quattrocchi Ricercatore sporgono, sempre a destra (mi chiedo come mai sia sempre scelto questo lato) la lingua. Ovviamente per il primo è sintomo di cura e fatica nel trasporto del bagaglio mentre per il secondo è espressione d'interesse per quanto esaminato sotto la sua lente d'ingrandimento. Ultimo dei sabbipodi, nel senso di coloro vestiti in colore chiaro, è il Puffo Esploratore. Compuntamente binocolato mostra furba curiosità per ciò che sta per osservare. Da notare come tra tutti, Puffi e Puffetta, l'unico ad avere la fascia del cappello di colore sabbia anziché color cuoio scuro è Quattrocchi. Quattrocchi sul cui cappello, oltretutto, la fascia ne cinge la cupola anziché passare sotto come negli altri casi. Come mai? C'è qualche mistero in questo? #noidivoyageremisterinriunionecondominialecrediamodisì

Team Sand
Il set di quest'anno è decisamente carino. I Puffi hanno un peso soddisfacente e la cura messa nel realizzali, sia a livello di design (anche se leggermente ripetitivo nei dettagli proposti e nel loro posizionamento sui soggetti) che a livello di colorazione risollevano il morale in vista dei prossimi; manca un anno, ma sono già curioso di sapere quale tema avranno scelto.

Sono in vendita, mediamente, a 4.50€ cadauno; acquistando tutto il set in un negozio per collezionisti si può sperare in un leggero sconto comitiva.

Immancabili per ogni collezionista, saranno uno svago piacevole per piccoli in cerca di avventure nel mondo degli gnomi blu.


mercoledì 16 marzo 2016

Batman 46

Batman
di Snyder, Francis Manapul, Tom King, Tim Seeley, Greg Capullo, AA.VV
Contiene Batman 42, Detective Comics 42, Grayson 9 

Titolo: Batman 46 (103)
Linea: Lion
Collana: Batman
ISBN: 9788869717376
ISSN: 9771887472334-60103
16,8x25,6, S, col., 72 pp
Pubblico: Per Ragazzi
Genere: Supereroi
Titolo da: edicola
Prezzo: € 3.50

Batman

Il Commissario Gordon è diventato Batman. Un Batman tecnologico e legale, legato all'amministrazione pubblica, alle regole del GCPD e vincolato nelle azioni. La potenza di mezzi dispiegata per rendere agevole il suo lavoro è impressionante ed anche il cambiamento che ha subito Jim Gordon è marcato. Ad un guardiano della legge come Batman non mancano certo gli avversari. Adesso anche quelli che una vota erano criminali comuni paiono potenziati grazie a dei super poteri.
Intanto Bruce Wayne è nuovamente tornato a Gotham e si prende cura dei più bisognosi.

Superpesante lo è veramente. Questa storia di transizione con Gordon protagonista è veramente super pesante. Onestamente è il giro a vuoto di Snyder e spero che si concluda in fretta. Il cambiamento del Commissario di polizia è eccessivo e sarà, poi, dura rivederlo entrare nei suoi panni nel momento in cui Wayne tornerà a coprire il ruolo che gli spetta. Quello che spero è che con la conclusione della saga del Joker, e se è sopravvissuto l'uno non è detto che non lo sia anche l'altro, il nuovo Bruce Wayne, quando indosserà di nuovo il cappuccio di Batman, abbia motivazioni diverse dalla sua entrata in partita. Spero che riesca a cambiare un poco il registro delle sue storie e renderle decisamente meno cupe. Non dico di tornare al Batman degli anni '60 del secolo scorso, ma almeno a quello in tenuta blu.
Altra nota narrativa scocciante è che vicende importanti avvengano su collane diverse. Batgirl è a conoscenza della vera identità segreta del nuovo Batman, ma lo viene a sapere sulla sua testata e non qui, peccato.
Anche Capullo a trasformato la fisionomia di Gordon, non solo per la tenuta mascherata (che lo rende simile a Wayne), ma anche con taglio di barba e capelli. Ora sembra uno di quei marine spiritati dei film: pronto ad esplodere in un eccesso di follia da un momento all'altro. Un folle. Sinceramente spero che questa run termini presto,

Detective Comics vede l'interazione tra Bullock, Batman, Montoya ed Yp. Le due donne nascondono segreti a Bullock che, a sua volta, nasconde loro di sapere la vera identità del nuovo Batman. Qui la crescita dei personaggi minori funziona, anche con Gordon inguainato. Delle due bat-serie di questo numero è quella che si snoda meglio, anche se oscure mi sono alcune vicende del numero scorso che non hanno trovato prosieguo su questo. La storia con la Morte è intrigante e sarà curioso scoprire chi e perché sta organizzando questa guerra al Batman.

Anche su Grayson si riflettono le conseguenze della sparizione del Batman originale. Dick ha finito il suo lavoro in Spyral, ma non può andarsene finché il Sig. Malone non entra in contatto con lui. Nuove missioni metteranno a rischio la sua vita, quella di Matron e di Agente 1. Meglio di Nightwing, che si era avviluppata su se stessa. Una serie di spionaggio che potrebbe avere chiunque come protagonista, ma che si fa leggere.

martedì 15 marzo 2016

Justice League 45

Justice League
di Geoff Johns, Daniel H. Wilson, David F. Walker, Jason Fabok, Jorge Jimenez, Ivan Reis 
Contiene Justice League 41, Earth 2: Society 1, Sneak Peek - Justice League, Sneak Peek - Earth 2: Society, Sneak Peek - Cyborg 

Specifiche
Titolo: Justice League 45
Linea: Lion
Collana: Justice League
ISBN: 9788869716621
ISSN: 9772280013001-50045
16,8×25,6, S, col., 84 pp
Pubblico: Per Tutti
Genere: Supereroi
Titolo da: edicola
Prezzo: € 3.95

Justice League

Ancora in balia delle conseguenze del virus Amazo la Justice League si trova a fronteggiare misteriosi omicidi in stile Terminator e l'invasione di Darkseid, pronto alla battaglia con Anti-Monitor.

Johns inizia a tirare qualche filo lasciato in sospeso negli anni scorsi. Appare Mr. Miracle, gli esuli di Terra-3, ancora incarcerati, iniziano a risentire dei Boomdotti che si aprono (così come Cyborg) ed un pezzo del suo passato di cui Wonder Woman non era a conoscenza si sta per ripercuotere sul presente di tutta la League.
Fabok non lo scopriamo adesso, ma da anni ci stupisce (Detective Comics). Non si è ancora espresso in tutta la sua potenza grafica, ma già ci affascina con i suoi disegni.

Terra-2. Boh, non capisco cosa ci faccia qui. Capivo l'alternarsi della varie League che andavano formandosi e morendo, ma un inserto così su questo antologico proprio non ce lo vedo, come non ci vedevo Freccia Verde. A questo punto, egoisticamente, mi ci potevano mettere Batgirl, visto che ha chiuso il suo periodico e l'hanno messo sul mensile dell'arciere di smeraldo. In ogni caso, buoni disegni, storia che potrebbe essere piacevole, visto che parte da basi per una novellizzazione completamente nuova per i personaggi coinvolti, speriamo bene.

lunedì 14 marzo 2016

Cartoomics 2016 - Il post

E' passata. Anche quest'anno Cartoomics è apparsa per tre giorni e poi è finita. Attesa da tanti, frequentata da ancora di più, ha riempito per tre intensi giorni i padiglioni 16 e 18 della fiera di Rho.
Come è stata? Come sempre il venerdì, il primo giorno, è l'unico utile per visitare gli stand, fare acquisti con calma e salutare al meglio gli amici, essendo un giorno lavorativo l'affluenza è fluida e si può girare bene.
Il sabato è stato ancora più intenso che l'anno scorso. Sia la mattina, nonostante i ragazzi ancora a scuola, che, sopratutto, il pomeriggio hanno portato nelle casse degli espositori un bel movimento.
La domenica è stata, se possibile, ancora più affollata. I cosplayer erano ancora più numerosi, ed ingombranti, ed hanno riscosso il successo meritato per i loro costumi elaborati.
Movente!
Momenti salienti? Oltre all'indiscutibile importanza dei venditori, sono loro il motore dei queste manifestazioni, ci sono state alcune aree che io ho trovato molto interessanti. La prima è stata l'Area Fantascienza. A farla da padrona, come altro non poteva essere, è stata la mania per Star Wars. Su tutti i costumer della 501st Legione Italica.



Il loro set, quest'anno, era eccezionale arricchito con il nuovo arrivo: Jabba the Hut e tutti i ragazzi che, per ore, hanno impersonato i principali personaggi della saga. Accanto a loro gli appassionati di Doctor Who, Star Trek, i ragazzi di Jedi Generation con le loro coreografie e quelli di Ludosport ad insegnare come si combatte veramente brandendo l'arma più pericolosa della galassia: una spada laser.
Fumetti e gadget protagonisti.
I Lego, come prevedibile, hanno trovato vaste aree per essere ammirate. All'ingresso della Fiera erano i primi oggetti visibili ed anche in Area Fantascienza le costruzioni in mattoncini di Star Wars sono state ammirate da migliaia di persone.
Scalinate di uomini lego.
Costruzioni assolutamente invidiabili
Ovviamente la buon'anima di Filippo Mazzarella ha organizzato tribune ed incontri con autori e personalità del fumetto, per tutti e tre i giorni? Momento culminante: sabato pomeriggio. La consegna del premio Cartoomics alla carriera a Milo Manara. L'autore simbolo dell'erotismo nostrano, famoso anche all'estero e collaboratore Marvel da diversi anni ha ritirato il premio e presentato una tavola dedicata alla Rey dell'ultimo film di Star Wars. Il tutto in una conferenza stampa che ha più volte rischiato di sfociare nel sangue, per le frecciatine tra intervistato ed intervistatore.
Milo Manara, scortato dalla 501st, presenta la sua Rey.
Nel padiglione 18 erano concentrati film e videogiochi. Per pubblicizzare l'uscita di Batman Vs Superman, WB, ha realizzato uno stand per presentare sia il film che i suoi eroi televisivi: The Flash, Green Arrow, Supergirl e Legends of Tomorrow. Accanto a loro i Ghostbusters Italiani (per l'uscita del nuovo film, sempre WB) e la postazione di gioco di Angry Birds (film d'animazione WB in uscita a breve). Avengers Italian Division ha tenuto alto l'onore dei Vendicatori e giocato d'anticipo per maggio e per l'imminente Civil War.
Mancano pochi giorni.
Stand DC comics, gadget deludenti, ma Supergirl!
Wanna play? Angry Birds.
Area Fantasy.
Ottimi ed originali super alcolici per tutti.
Ormai come ogni anno, inoltre, immancabile è lo spazio di Astorina dedicato a Diabolik.
Ridotto rispetto agli altri anni, ma sempre piacevole.

Acquisti? Uno solo di cui parleremo tra qualche giorno.
Divertimento? Tanto. Tanti amici della 501st che si riescono a vedere solo in occasioni speciali, amici tra gli Avengers e Ludosport che si vedono un po' più spesso, ma che è sempre un piacere. Amici di vecchia data e di breve corso, ma è sempre un piacere trascorrere tre giorni in loro compagnia.

Il bello di Cartoomics è che viene una volta l'anno e che proprio per questo la sia apprezza così tanto. Il brutto è il dove viene fatta. Dal binario del reno all'entrata della fiera ci sono venti minuti, buoni, a piedi: non è poco. Adesso che c'è la linea Lilla della metropolitana sarebbe quasi da pensare di riportarla al Portello, almeno sarebbe in Milano.

Come sempre una gran bella esperienza e di umanità. Bello vivere così un week end all'anno, anche se si torna a casa rotti.

giovedì 10 marzo 2016

Cartoomics 2016

Domani si ricomincia. Ad un anno di distanza, riparte la nuova edizione di Cartoomics. Alla Fiera di Milano, che l'hanno fatta a Rho, l'appuntamento immancabile per gli appassionati di fumetti e derivati. Sì, perché una volta questa era una mostra scambio di fumetti, ora è cresciuta ed ha inglobato anche gli altri interessi dei ragazzi.
Gli appassionati troveranno ancora gli albi delle collezioni incomplete, i fumetti recenti che non sono riusciti ad acquistare, sia nuovi che usati, ma avranno a che fare anche con le nuove tendenze.
Se il cosplay è una cultura radicata anche nel nostro Paese, dopo anni di continua crescita, non mancheranno gli appuntamenti con le costruzioni in Lego, risorte dopo anni di difficile mercato, grazie anche al film Lego Movie. La commistione tra i generi che ha dato nuovo slancio all'azienda danese, cinema e videogame, la troveremo anche tra i padiglioni 16 e 18 della Fiera. Avremo occasione di visitare le attrazioni preparate dalla WB per l'uscita del film Batman Vs Superman, dal 23 marzo al cinema, grazie ai ragazzi di Gotham Shadow ed il consueto angolo di retro gaming. Non mancherà l'area fantascienza in cui, tra i fan di Doctor Who e Star Trek, troveremo ampio spazio dedicato ala nuova vita di Star Wars, sia grazie alla presenza della 501st Legione e della Rebel Legion, che grazie ai loro costumi ci trasporteranno nei ricordi che la saga di Lucas ha lasciato dentro di noi, alle esibizioni acrobatiche di Jedi Generation ed ai combattimenti sportivi di Ludosport.

Ovviamente non mancheranno gli ospiti. Bonelli schiererà i suoi artisti, Panini inviterà disegnatori stranieri, ma la parte del leone la farà Milo Manara, sabato pomeriggio in Agorà 3.
Come l'anno scorso ci sarà un angolo per il wrestling live, un'ampia zona dedicata al mondo fantasy e l'area Umbrella, da Resident Evil.

Contest cosplay, proiezioni Dynit e area soft air completano l'offerta, ma tante altre sorprese non sono ancora state svelate.

Intanto ecco a voi una mappa e la tabella con orari e prezzi.

Clicca che si allarga

Ci si vede da domani a Cartoomics.

martedì 8 marzo 2016

Quando c'era Marnie - 思い出のマーニー

Una bambina con problemi di asma, Anna, viene mandata dalla zia adottiva da Sapporo in un paesino dell'Hokkaido per ristabilirsi.
Qui, nella natura incontaminata degli acquitrini, dominata da un faro, dicono, infestato dai fantasmi, tra gente semplice e parenti molto gentili, riesce a liberare la sua passione per il disegno ed ad incontrare una misteriosa ragazza bionda. Marnie, che abita in una casa, all'apparenza abbandonata, al di la dell'acquitrino la coinvolgerà nelle sue avventure e riuscirà ad aprirne il carattere chiuso e sfiduciato. Marnie, però, sembra nascondere un segreto: quale potrebbe essere?

L'ultimo film dello Studio Ghibli. L'ultimo veramente per lo studio cinematografico giapponese, ultimo rimasto a realizzare kolossal d'animazione disegnati a mano; e una lacrimuccia ci scappa. L'ultimo, ma anche il primo a non vedere il nome di Miyazaki, e di Isao Takahata,  tra i crediti operativi del film. Il Maestro si è limitato ad affidare nelle mani del suo allievo Hiromasa Yonebayashi, che poi lascerà lo Studio a film terminato, tutto il progetto ed a vedere come sarebbe stato realizzato. Yonebayashi, regista e sceneggiatore, ha voluto viaggiare in un solco nel terreno parallelo, molto vicino, a quello classico delle storie Ghibli. Ha mantenuto lo stile grafico classico, ha realizzato fondali curati e perfettamente particolareggiati, praticamente dei quadri di altissimo livello, ed ha preso spunto da una storia d'ambientazione molto Ghibli. Assistiamo, infatti, alla crescita caratteriale di una bambina, traumatizzata da piccola dalla perdita dei genitori e dal suo affido ad una zia, che da molto chiusa, grazie all'aiuto della misteriosa Marnie, riesce ad aprirsi ed esprimere i suoi sentimenti. Abbiamo il viaggio, nella più classica delle vetture stracariche di oggetti vari, verso la natura, lasciando alle spalle la metropoli. Però, qui, abbiamo anche la prima ambientazione originale. Yonebayashi, contro il parere di Miyazaki, si gioca la carta Hokkaido: è la prima volta che queste lande appaiono in un titolo Ghibli. Se le gioca bene. Sono paesaggi inconsueti, ma ben adatti alla ricerca interiore a cui Anna è destinata. Intrigante è il contrasto culturale tra la vita contadina, di paese, con le case e gli edifici classici giapponesi e la villa isolata, tipica costruzione di stile europeo, come la vita che gli eventi che vi si svolgono.
Se il regista punta a riprendere i paesaggi di ampio respiro, tipici, lo fa mettendoci del suo. Il cielo diventa una sfida personale. Deve essere il cielo Ghibli, deve essere riconoscibile, ma deve essere anche rappresentazione dell'animo di Anna. Deve trasmettere allo spettatore i turbamenti interiori della protagonista e deve rivelarne l'epifania al momento opportuno. Basandosi sulle parole scritte nel romanzo originale, Yonebayashi decide, opportunamente, che il suo cielo sarà "perlaceo". Sarà il suo marchio definitivo nell'opera.

Altra parola scelta come chiave di lavoro è stata "normale". Normale deve essere il viso di Anna e, a dispetto dell'aggettivo, disegnare un viso normale, con tutte le sue declinazioni ed espressioni, non è una battaglia semplice. Il fatto che durante la visione del film il viso di Anna ci appaia normale è una vittoria grafica e lavorativa per tutto lo sta, ma, sopratutto, per il character designer Masashi Ando.

Altra parola scelta come chiave di lavoro è stata "normale". Normale deve essere il viso di Anna e, a dispetto dell'aggettivo, disegnare un viso normale, con tutte le sue declinazioni ed espressioni, non è una battaglia semplice. Il fatto che durante la visione del film il viso di Anna ci appaia normale è una vittoria grafica e lavorativa per tutto lo sta, ma, sopratutto, per il character designer Masashi Ando.


Non possono mancare, in un film dal livello grafico così alto, adeguati brani per una colonna sonora di rispetto. Takatsugu Muramatsu si è trovato di fronte ad un lavoro intrigante e turbolento. Ha scelto di uscire dagli schemi classici delle composizioni sinfoniche e di sperimentare alcune soluzioni musicali intriganti. Ha avuto successo.
Azzeccata anche la scelta della traccia cantata. Il regista ha ricevuto una canzone autobiografica, in lingua inglese, da una cantate americana di nome Priscilla Ann. La ragazza, conosciuta nel suo Paese per un genere musicale un po' diverso, appena ha avuto notizia che in Ghibli stavano realizzando questo film ha deciso di inviare loro una vecchia canzone mai pubblicata. A volte la vita è proprio come un film, anche se più spesso sono le storie di fantasia a pescare dalla vita vera, ed il suo brano si è rivelato perfetto per le atmosfere di Omoide no Mānī.

E' un film Ghibli ed è l'ultimo. E' una scelta coraggiosa. E' una narrazione piacevole anche se, a piccoli tratti, ridondante. Il colpo di scena finale è tanto rivelatore quanto delicato.

 Quando c'era Marnie è un film da vedere per gli amanti dell'animazione disegnata a mano, calda, viva a prescindere. Ha la classica delicatezza dei film che lo hanno preceduto, contiene qualche piccola ingenuità (come l'unica scena in cui sembra esserci un'aggiunta computerizzata) e ci permette di scoprire un Giappone rurale ancora vivo e sempre affascinante. Non è nella top five dei miei film Ghibli, ma merita molta considerazione.

Quando c'era Marnie, è da vedere con calma e pazienza, gustandosi ogni disegno.

Quando c'era Marnie è la fine di un'epoca. E' la fine di un sogno. E' la fine di una visione e di un modo di creare animazione.

Miyazaki era l'unico che aveva la forza e l'onestà intellettuale per arrivare fino a questo punto e dire: "Ho un'età, è il caso che smetta". Ma non l'ha detto per disillusione. Ha compiuto il gesto per poter continuare a realizzare i suoi sogni su carta in un altro modo. Ha formato artisti che cresceranno e ne formeranno altri che lavoreranno con tecnologie sempre più nuove, a costi sempre più abbordabili, ma con un'anima a sostenerli. Miyazaki ha detto basta ad un sistema economicamente troppo oneroso. Studio Ghibli si trasformerà, diventerà altro nelle mani di suo figlio e dei suoi eredi artistici.  Lui è al lavoro su un manga che aveva nel cassetto da decenni e che realizzerà con la sua cura maniacale. Noi lo leggeremo quando sarà pronto a mostrarcelo. Oltre a questo è all'opera per realizzare un corto in CGI, chissà se la sua sensibilità riuscirà a permeare anche gli algoritmi di un computer? Vedremo cosa diventerà lo Studio Ghibli in futuro, al momento gustiamoci Quando c'era Marnie, anche se in patria gli incassi cinematografici non hanno premiato le scelte coraggiose operate dal regista.

Quando c'era Marnie è la chiusura di un cerchio ed il punto di partenza per qualcosa di nuovo.
Quando c'era Marnie è un film da vedere per gli amanti dell'animazione disegnata a mano, calda, viva a prescindere. Ha la classica delicatezza dei film che lo hanno preceduto, contiene qualche piccola ingenuità (come l'unica scena in cui sembra esserci un'aggiunta computerizzata) e ci permette di scoprire un Giappone rurale ancora vivo e sempre affascinante. Non è nella top five dei miei film Ghibli, ma merita molta considerazione.

Quando c'era Marnie, è da vedere con calma e pazienza, gustandosi ogni disegno.

Quando c'era Marnie è la fine di un'epoca. E' la fine di un sogno. E' la fine di una visione e di un modo di creare animazione.

Miyazaki era l'unico che aveva la forza e l'onestà intellettuale per arrivare fino a questo punto e dire: "Ho un'età, è il caso che smetta". Ma non l'ha detto per disillusione. Ha compiuto il gesto per poter continuare a realizzare i suoi sogni su carta in un altro modo. Ha formato artisti che cresceranno e ne formeranno altri che lavoreranno con tecnologie sempre più nuove, a costi sempre più abbordabili, ma con un'anima a sostenerli. Miyazaki ha detto basta ad un sistema economicamente troppo oneroso. Studio Ghibli si trasformerà, diventerà altro nelle mani di suo figlio e dei suoi eredi artistici.  Lui è al lavoro su un manga che aveva nel cassetto da decenni e che realizzerà con la sua cura maniacale. Noi lo leggeremo quando sarà pronto a mostrarcelo. Oltre a questo è all'opera per realizzare un corto in CGI, chissà se la sua sensibilità riuscirà a permeare anche gli algoritmi di un computer? Vedremo cosa diventerà lo Studio Ghibli in futuro, al momento gustiamoci Quando c'era Marnie, anche se in patria gli incassi cinematografici non hanno premiato le scelte coraggiose operate dal regista.

Quando c'era Marnie è la chiusura di un cerchio ed il punto di partenza per qualcosa di nuovo.
Titolo originale 思い出のマーニー (Omoide no Mānī)

Paese di produzione Giappone 
Anno 2014 
Durata 103 min 
Genere animazione 

Regia Hiromasa Yonebayashi 

Soggetto Hiromasa Yonebayashi, Keiko Niwa, Masashi Ando 
Produttore Toshio Suzuki 
Casa di produzione Studio Ghibli 
Distribuzione (Italia) Lucky Red 
Character design Masashi Ando 
Animatori Masashi Ando 
Musiche Takatsugu Muramatsu 
Tema musicale Fine on the Outside di Priscilla Ahn 

Doppiatori originali

Kasumi Arimura: Marnie
Sara Takatsuki: Anna
Nanako Matsushima: Yoriko Sasaki
Susumu Terajima: Kiyomasa จญiwa
Toshie Negishi: Setsu จญiwa
Ryoko Moriyama: Anziana signora
Kazuko Yoshiyuki: Nutrice
Hitomi Kuroki: Hisako
Hana Sugisaki: Sayaka
Hiroyuki Morisaki: Professore d'arte
Yo Oizumi: Dottor Yamashita
Ken Yasuda: Toichi
Takuma Otoo: Rappresentante di quartiere
Shigeyuki Totsugi: Gentiluomo

Doppiatori italiani

Sara Labidi: Anna
Benedetta Gravina: Marnie
Chiara Fabiano: Marnie da bambina
Claudia Catani: Yoriko
Daniela Debolini: Setsu
Sergio Lucchetti: Kiyomasa
Antonella Giannini: Hisako
Agnese Marteddu: Sayaka
Virginia Brunetti: Nobuko
Alessandra Chiari: signora Kadoya
Doriana Chierici: balia
Tiziana Avarista: signora
Vittorio De Angelis: padre di Marnie
Sabrina Duranti: madre di Marnie
Ermanno Ribaudo: Toichi
Edoardo Nordio: dottor Yamashita
Nicola Braile: professore di disegno
Leonardo Caneva: Takeshi
Raffaele Carpentieri: Kazuhiko
Benedetta Ponticelli: Emiri
Laura Cosenza: madre di Sayaka
Sacha De Toni: addetto del Comune