venerdì 31 marzo 2017

Ghost in The Shell - senza spolier

Il Maggiore ha un anno di vita ed è già l'elemento di punta della Sezione 9.
La Sezione 9 è una squadra d'elitè della polizia, che si dedica ai crimini di maggior rilievo.
Il Maggiore è una cyborg che di umano ha solo il cervello. Nata dagli studi dell'Hanka e dalla dedizione della dott.ssa Ouelet è stata impiegata subito sul campo, per risollevare finanziariamente l'azienda.
Ma dentro al maggiore Mira Killian il cervello umano ancora non accetta e combatte il guscio nel quale è rinchiuso. La sua anima, ghost, lotta per accettare il suo nuovo corpo artificiale, shell.
Quando, poi, la strada dei membri della Sezione ), guidata da Aramaki, si imbatto in un hacker assassino che sta eliminando i più importanti scienziati dell'Hanka, il conflitto tre le sue realtà del Maggiore si acuisce ulteriormente.

C'era tanta attesa, tra gli appassionati, per questa trasposizione del manga di Masamune Shirow. La sua creazione aveva già preso vita animata nei film di Mamoru Oshii e nelle, più recenti, serie televisive. L'iconografia era stata dettata ed una nuova versione, per di più in con attori in carne ed ossa, avrebbe potuto essere un disastro totale. Tanto più che il manga del 1991 era nato in un'epoca in cui il cyberpunk era nuovo un po' per tutti; genere che, negli anni seguenti, è stato saccheggiato in silenzio da tanti e portato a conoscenza inconsapevole dei più (basta pensare alle sorelle, furon fratelli, Wachowski con Matrix).
I tempi dei quei tempi son passati e Rupert Sanders si è trovato a dirigere un film su un precursore venti anni dopo che era stato precorso. Come è andata a finire?


Togliamoci subito il dente: bene. E' andata a finire bene. Non si può gridare al capolavoro, rimarrà un film non per le masse, magari non farà i soldi attesi al botteghino, ma il film è riuscito.

Jamie Moss e William Wheeler non si sono limitati a prendere il film di Oshii del 1995 e copiarlo pari pari. Gli autori della sceneggiatura hanno, oculatamente, scelto passaggi iconici dell'anime integrandoli con soluzioni narrative originali e coerenti con la storia che avevano intenzione di raccontare. E' toccato, poi, a Rupert Sander trasferire le loro idee su carta in immagini di celluloide. Anche lui, che si vede che ha ben studiato il materiale d'origine, ha reso omaggio ad Oshii, a Shirow ed ai suoi predecessori, inserendo anche piccole citazioni dalla varia continuity originale. Grazie all'aiuto di Jess Hall, alla fotografia, l'immagine è sempre coinvolgente e curata. Altrettanto lo sono le musiche di Clint Mansell e Lorne Balfe decisamente ispirate all'originale. Il sonoro è sorprendente: anche se lo spettatore se lo aspetta spaventa e stupisce nei momenti giusti, Gli effetti speciali sono di notevole fattura, anche se, ancora, a volte, il distacco tra artificiale e reale (sopratutto nelle scene più semplici) si nota eccessivamente. Nonostante questo la realizzazione della metropoli in cui si svolgono le vicende è eccezionale. Carpe gigante, birre enormi, pubblicità di ogni genere, grandi come palazzi, circondano i cittadini della megalopoli.


Una delle principali critiche al cast è stata quella di aver scelto Scarlett Johansson come Maggiore. Critiche dovute principalmente alla sua etnia di provenienza più che alle sue doti artistiche. Critiche infondate. La sua interpretazione è severa, ma giusta, decisa e malinconica. Forse si poteva dare un po' di più, ma diamine, va benissimo così. Il cast, poi, è un guazzabuglio di etnie variegato, quindi niente da discutere. Ovviamente i comprimari hanno meno spazio della protagonista, ma se lo ritagliano significativamente. Batou è lui e viene spiegata l'origine dei suoi occhi. Aramaki? Anche se non gli assomiglia non importa: è Takeshi Kitano! E' un vero peccato che in occidente si vedano così poche produzioni con lui come protagonista: un grande. Carisma da vendere ed interpretazione di livello.


Un aspetto caratteristico del film è quello di essere stata pensato per il mercato americano. Per questo motivo, l'articolazione della trama è nettamente più semplificata. Lo svolgimento degli eventi richiede, da parte dello spettatore, una concentrazione minore ed un'attenzione meno vigile nel seguire gli eventi, confrontata con gli originali giapponesi. Infatti il percorso narrativo instrada immediatamente chi è seduto in sala sulla soluzione corretta del caso. Può essere un espediente approvabile o disdicevole, certo è che funziona e, senza fare troppo gli snob saputelli, è quello che conta. Se poi questo film piace alle nuove generazioni e porta chi l'ha visto ad acquistare il manga e vedere gli anime originali: tanto meglio. Altrimenti resta un intrattenimento di pregevole fattura.


Titolo originale Ghost in The Shell

Lingua originale inglese 
Paese di produzione Stati Uniti d'America 
Anno 2017 
Durata 106 min 
Rapporto 2,35 : 1 
Genere cyberpunk

Regia Rupert Sanders 

Soggetto Ghost in the Shell di Masamune Shirow 

Sceneggiatura Jamie Moss, William Wheeler  

Produttore Avi Arad, Steven Paul, Ari Arad, Michael Costigan 
Produttore esecutivo Michael Costigan, Tetsuya Fujimura, Mitsuhisa Ishikawa, Jeffrey Silver, Mark Sourian 
Casa di produzione DreamWorks Pictures, Paramount Pictures, Arad Productions, Amblin Partners, Reliance Entertainment 
Distribuzione (Italia) Universal Pictures 
Fotografia Jess Hall 
Montaggio Neil Smith, Billy Rich 
Effetti speciali Steve Ingram, Andrew Durni 
Musiche Clint Mansell, Lorne Balfe 
Scenografia Jan Roelfs 
Costumi Kurt and Bart 
Trucco Michele Perry 

Interpreti e personaggi

Scarlett Johansson: Maggiore Mira Killian
Takeshi Kitano: Daisuke Aramaki
Pilou Asbæk: Batou
Michael Pitt: Hideo Kuze
Juliette Binoche: dott.ssa Ouelet
Chin Han: Han
Danusia Samal: Ladriya
Lasarus Ratuere: Ishikawa
Rila Fukushima: Geisha
Joe Naufahu: Peter Browning
 
Doppiatori italiani

Domitilla D'Amico: Maggiore Mira Killian Kusanagi
Gabriele Sabatini: Batou
Gianfranco Miranda: Hideo Kuze
Franca D'Amato: dott.ssa Ouelet
Franco Mannella: Cutter
Francesco De Francesco: Skinny Man
Orsetta De Rossi: Hairi
Simone D'Andrea: Togusa

giovedì 30 marzo 2017

Dylan Dog - La ninna nanna dell'ultima notte

Dylan Dog N°  367 
La ninna nanna dell'ultima notte

Soggetto e Sceneggiatura: Barbara Baraldi 

Disegni: Corrado Roi 

Copertina: Gigi Cavenago 

Periodicità: mensile
uscita 29/03/2017 
Prezzo: 3,20€

Quando una bella donna, seppure abbigliata in modo strano, bussa alla porta di Dylan Dog, il nostro, non sa resisterle e deve accettare il suo caso. Ora, Domitilla Foster, psicologa infantile, ha notato come diversi bambini sono scomparsi dalle proprie case dopo la morte di uno dei loro genitori. Lei aveva in cura il piccolo Sam, ma ben presto si è accorta che aveva in comune qualcosa di inquietante con gli altri.

Barbara Baraldi parte bene. Ci cala nell'atmosfera del Villaggio dei Dannati, la mischia con un po' de Il Giorno del Giudizio senza tralasciare le atmosfere di quel film con Kevin Bacon ed i fantasmi di bambini, che ora non mi sovviene. Finalmente qualcuno che dipinge i bambini per quello che sono davvero: esseri umani senza una coscienza, senza una conoscenza vera di ciò che è il male. Persone che vivono in una società che tende ad edulcorarne sempre di più il concetto, diluendolo, cambiando i connotati alle figure che dovrebbero spaventarli: dai, ormai, non esiste più l'Uomo Nero, il Lupo non può più essere Cattivo, il Vampiro non dissangua le vergini, altrimenti i comitati per i genitori ti portano in tribunale solo per averne accennata la possibilità.
Tornando alla storia, purtroppo, però, Baraldi non riesce bene ad esprimere il suo concetto. Non dissemina indizi che permettano al lettore di supporre ciò che sta accadendo, ma affida tutto allo spiegone di uno dei personaggi secondari della vicenda, soluzione decisamente troppo spicciativa. Da quel momento parte un viaggio onirico che perde un po' la bussola rispetto alle aspettative iniziali. Di intrigante, per i lettori di antica data, c'è la filastrocca sulla notte, nella quale si può, senza troppa fatica, sostituire la parola morte e trovare vecchie atmosfere sclaviane.

Corrado Roi è sempre Roi. Lui è l'uomo a cui devi far disegnare Dylan Dog e che vale da solo il prezzo dell'albo. Però, sì perché stavolta c'è un però. L'ho trovato un po' stanco. ho avuto la sensazione che non volesse sperimentare troppo. Ho rivisto inquadrature vecchie, che l'hanno reso iconico, ma che, proprio per quello, hanno perso forza espressiva. A volte le scene notturne paiono un po' troppo confuse, ma la sua mano è sempre una delizia. Va a nozze nella prima parte della storia, passeggia tranquillo nel mezzo, ma mi aspettavo il botto (anche vista l'ambientazione) nel finale. Botto che no è avvenuto, seppure il suo lavoro resta apprezzabile.

Le copertine di Cavenago sono decisamente più cover rispetto a quelle di Stano. Però, ancora una volta, spoilerano più del necessario. Peccato.

Vi starete chiedendo: lo sviluppo verticale? La risposta è sempre la stessa: assente. Dylan continua a saltare di fiore in fiore, vivere avventure slegate tra loro. Sempre lontano dal progetto iniziali di Recchioni. 

Un albo che con buone, inaspettate, premesse si arena per colpa dell'autrice. Avrebbe potuto essere meglio, strappa la sufficienza nel suo insieme. 

martedì 28 marzo 2017

Batman - Rinascita 5

BATMAN #118 (5)
(Contiene Batman 5, Detective Comics 938, Nightwing 3)
di Tom King, James Tynion IV, Tim Seeley, David Finch, Alvaro Martinez, Javier Fernandez
9788893516235
16,8×25,6, S, 72 pp, col.
€ 3,50

Batman è costretto a fare i conti con gli errori di Amanda Waller. Dovrà lottare all'ultimo sangue con Gotham, dotato di poteri tanto straordinari da poter essere paragonato all'intera Justice League, e sopravvivere se vorrà continuare a difenderla.

La trama si infittisce nel suo, scontato, colpo di scena. Le rivelazioni sulla strada che conduce allo scontro sono devastanti e pongono domande a cui dovrà essere data una risposta (Bloom again?). I disegni di Finch sono veramente piacevoli. Rende la potenza degli eroi tanto quanto la fragilità di Gotham Girl. Mi piace.

La squadra è costretta alla sua prima missione: salvare Batman da La Colonia. Il nemico si è rivelato. Il suo comandante è sempre stato più vicino alla famiglia Wayne di quanto si potesse pensare. Un esercito imponente, le armi di Batman retro ingenierizzate e un genio informatico a gestire il tutto. Per la Squadra di Batwoman ed il Cavaliere Oscuro non sarà così facile.

Grazie Tynion IV prende vita persino un personaggio anonimo ed apatico come Red Robin. Piano piano, l'autore sta dando spessore a tutti i membri della nuova Bat-Famiglia. Nonostante il passato corposo e la concentrazione di informazioni, forse, la meno sfaccettata sembra proprio la guida dalla formazione: Kate Kane. Gli altri sono in divenire, ma Orfana è sempre più spettacolare e Clayface ha il suo perchè.

Batgirl raggiunge Nighwing sul prossimo luogo di missione di Nightwing. Con lui c'è Rapace, che non si oppone a che lei partecipi all'incursione nella casa labirinto della prossima vittima della Corte dei Gufi.

Si diceva per il numero scorso: meno male che c'è Babs. Finalmente un po' di vità in un fumetto che sa tanto, sempre e spesso di già visto e che manca di mordente.

mercoledì 22 marzo 2017

Batman - Rinascita 4

Batman 117 (4)
di Tom King, James Tynion IV, Tim Seeley, AA.VV.
Contiene Batman 4, Detective Comics 937, Nightwing 2

Specifiche
Titolo: Batman 117 (4)
Linea: Lion
Collana: Batman 
ISBN: 9788893515528
16,8x25,6, S, col., 72 pp
Pubblico: Per Tutti
Genere: Supereroi
Titolo da: libreria
Prezzo: € 3.50

Sulle pagine di Batman, l'eroe oscuro di Gotham, sta cercando di capire come fidarsi dei nuovi eroi. Qualcuno, però, ha un suo piano per la città, che finirà per influenzare, pesantemente, Gotham e Gotham Girl. Nonostante sia riuscito a scoprire le loro identità segrete, il Pipistrello, ancora non ha rintracciato l'origine dei loro poteri. Dovrà farlo in fretta se non vorrà essere travolto dai suoi più recenti alleati.

La trama intessuta da King e resa graficamente da Finch, introduce due personaggi interessanti, come i fratelli Gotham, ma riprende anche due cattivi bello storico passato del Cavaliere Oscuro, intrecciandoli con Amanda Waller. Senza dimenticare che sta già gettando i ponti per la sua prossima corsa narrativa. E' interessante.

Detective Comics vede Batman catturato da La Colonia. Ci mostra chi c'è dietro a tutto ed il suo, folle e deviato?, fine ultimo. La formazione degli eroi più giovani, da parte di Batwoman, procede, non senza difficoltà. Difficile far collimare i caratteri e le aspettative di tutti.

Tynion IV non è affatto male. Anche se re-introduce, allargato, il concetto di Bat-Famiglia, si prodiga a metterci nuovo spirito e nuove dinamiche. Mi piace molto il personaggio di Orfana, ma forse l'avevo già detto, il cui costume ricorda una certa versione di Batgirl, e il ruolo riservato a Clayface.

Nightwing conosce Rapace e si odiano, perchè lui lo prende a mazzate sui denti. Poi iniziano a collaborare per il bene comune. 

In tutto questo, meno male che si sono decisi ad introdurre un personaggio femminile intenso: Barbara Gordon, nei panni di Batgirl. Si riprende la tematica delle prime serie dedicate all'acrobata, ma almeno non si muore più di noia. Mi piace come la disegna Fernandez, anche se per il resto rimane troppo sporco. Ovviamente gusto personale.

martedì 21 marzo 2017

Juric - Il fiore del male

Juric 1
Il fiore del male
Prologo e epilogo
Soggetto e sceneggiatura: Roberto Recchioni
Disegni: Andrea Accardi

Soggetto: Paola Barbato e Roberto Recchioni
Sceneggiatura: Paola Barbato
Disegni: Roberto De Angelis

Copertina: Sara Pichelli
Colori: José Andres Mossa

Prezzo: 6€
Pubblicazione mensile

Jsana Juric è morta. Ma ha lasciato ad un biografo ufficiale il compito di raccontare la sua storia.
Il passato da migrante orfana accolta in una casa prestigiosa fino alla carica di Presidente e salvatrice del mondo dagli alieni. Ma cosa c'è dietro? Come è cresciuta la bambina Jsana? Come è diventata la Presidente Juric? Quali decisioni hanno segnato la sua vita e portato il mondo dove era al momento della fine?

Orfani è in fase calante.
Se la prima stagione è stata un rinnovo nel panorama fumettistico, la seconda (Ringo) è stata un perno di rotazione nella sua esistenza. Si è protratta bene per molti numeri, l'ambientazione italica ha aiutato, ma non è stata in grado di lanciare le annate successive. La conferma c'è stata con Nuovo Mondo: calo di interesse, di vendite e di qualità. La decisione? Inondare le edicole ogni tre/sei mesi di numeri uno. Terra ne è stato l'ultimo esempio, Sam sarà quello a venire. Qualità? Discutibile.
Ora. Perchè Juric? Per la copertina variant di Sara Pichelli (anche perchè il copertinista regolare è Nicola Mari). Gran bella copertina! D'impatto, di derivazione classica, mitologica, capibile leggendo la storia nell'albo e descrittiva del carattere della rossa diabolica. Il resto? Recchioni si ritaglia un prologo ed un epilogo nei cui margini Paola Barbato deve scrivere. Scrivere un miniserie vuol dire tagliare via approfondimenti dai personaggi secondari e rischiare di rendere la narrazione troppo prevedibile. Intrigante l'idea della migrazione dei poveri verso Paesi più ricchi, centrata la genesi della Juric. Prevedibile il colpo di scena nel finale. Forse è una buona collana. Potrebbe essere la migliore dopo le prime due, ma l'ultima Barbato, a volte, ci ha tradito nei finali.

Se recupererò a buon prezzo gli altri due numeri saprò. Altrimenti: grazie Sara per la bella copertina.

venerdì 17 marzo 2017

Unfriended

Un gruppo di amici si ritrova in chat nello stesso giorno in cui, un anno prima, una loro amica si era suicidata. A loro si aggiunge un utente sconosciuto che dice di essere la scomparsa Laura, il fantasma della scomparsa Laura.
All'inizio i ragazzi non le credono, suppongono che qualcuno di loro stia intrattenendo una doppia chat, ma presto dovranno ricredersi. L'intrusa sa molti, tutti i loro segreti e sa chi le ha fatto del male. Sa che è per colpa loro che si è suicidata.

Unfriended è uno di quei film a camera fissa, tipo Paranormal Activity, solo che qui le camere sono di più e sono webcam. Lo schermo viene riempito dal primo all'ultimo minuto da desktop di Blaire sul quale scorrono le webcam dei suoi amici, le pagine Skype, iMessage, Facebook, Instagram, Youtube sulle quali Laura pubblica le prove che dimostrano il tradimento dell'amicizia che ha subito.
Il film, nonostante la staticità, dell'inquadratura primaria, è molto più dinamico di decine di film ad alto budget. Ti aspetti sempre che i protagonisti escano dalle loro stanze e si incontrino per darsi man forte, ma questo mai succede. Nelson Greaves, autore della sceneggiatura, è stato bravo a dettare dei ritmi precisi, a seguire uno schema di morti utili alla narrazione ed a incollare lo spettatore.
Sunto del film
Con la spesa di un milione di dollari, Universal, dopo averlo comprato già finito, ha portato a casa un bottino, meritato, di sessantadue milioni di dollari (solo al cinema). Che se poi ci pensi: vedere al cinema questo film deve essere decisamente spaesante. La nota positiva è che le chat, i messaggi e le pagine web sono state lette bene anche da chi ha problemi di vista.

Un film interessante. Da vedere almeno una volta. Dovessero apparirne seguiti e cloni non sarebbero la stessa cosa. Anche perchè, la pellicola, parte da uno spunto molto più reale e terrificante di un fantasma: il cyberbullismo. Infatti, la ragazza suicida ha commesso l'atto estremo in seguito ad una denigrazione pubblica sui social media. Nonostante il contesto, lo spunto dal quotidiano coinvolge chi guarda e magari riesce ad educare ad un comportamento corretto i ragazzi più giovani.

Titolo originale Unfriended 

Lingua originale inglese 
Paese di produzione USA 
Anno 2014 
Durata 82 min 
Genere orrore

Regia Levan Gabriadze 

Sceneggiatura Nelson Greaves 
Produttore Timur Bekmambetov, Nelson Greaves 
Produttore esecutivo Alan Khamoui, Adam Sidman 
Casa di produzione Universal Pictures 
Distribuzione (Italia) Universal Pictures 
Fotografia Adam Sidman 
Montaggio Parker Laramie 
Effetti speciali Melissa Brockman, Josh Bryer 
Scenografia Heidi Koleto 
Costumi Veronica Belenikina 
Trucco Erica Akin 

Interpreti e personaggi

Shelley Hennig: Blaire Lily
Moses Jacob Storm: Mitchell "Mitch" Roussel
Renee Olstead: Jess Felton
Will Peltz: Adam Sewell
Jacob Wysocki: Kennington "Ken" Smith
Courtney Halverson: Valerie "Val" Rommel
Heather Sossaman: Laura Barns
Mickey River: Dank Jimmy
Cal Barnes: Rando Pauls
 
Doppiatori italiani

Joy Saltarelli: Blaire Lily
David Chevalier: Mitchell "Mitch" Roussell
Francesca Manicone: Jess Felton
Marco Vivio: Adam Sewell
Paolo Vivio: Kennington "Ken" Smith
Valentina Favazza: Valentine "Val" Rommel
Letizia Scifoni: Laura Barns
Niccolò Guidi: Dank Jimmy
Gianluca Cortesi: Rando Pauls
 

mercoledì 15 marzo 2017

PPZ

E' l'Inghilterra del 1800. Le classi sociali superiori sono in lotta per mantenere il loro distacco da quelle inferiori, ma gli amori tra gli appartenenti ai diversi ceti si moltiplicano. Ne viene coinvolta anche la famiglia Bennet. Elisabeth non ne vuole sapere di maritarsi perché ha un diverso obiettivo nella vita. Sterminare più zombie possibili. L'unico che la fa vacillare è Mr. Darcy, solo che sembra essere distaccato ed irraggiungibile. Oltretutto gli zombie, ormai, si sono sempre più diffusi nel territorio inglese, tanto che le città devono essere fortificati e chi vi decede deve esserne allontanato al più presto. Con un morso uno zombie infetta la vittima che diviene ghiotta di carne umana.
C'è qualcuno che, però, non vede gli zombie come un pericolo, anzi li considera una preziosa risorsa sociale. Quando le due visioni vengono a contatto il confronto è ad un passo.

Partendo dal concetto che PPZ è una boiata tremenda, si può affermare che sia un film piacevole e godibile. L'idea di  Seth Grahame-Smith (autore del romanzo da cui è tratto il film) di prendere i personaggi e le situazioni immaginate da Jane Austen e di infarcirle di zombie, sangue, morte ed esplosioni funziona bene.
Funziona grazia a chi ha messo insieme il cast che vediamo sullo schermo.  C'è Matt Smith (meglio conosciuto come l’undicesimo Dottore) che ci offre un signor Collins di altro livello (davvero un personaggio odioso), Lily James come protagonista femminile che, oltre a regalare le sue grazie rese esplosive dai corpetti dell'epoca, ci mette grinta e porta sullo schermo un personaggio forte e combattuto. Ci sono, inoltre, Lena Headey, autoritaria e calzante Catherine de Bourgh, e  Charles Dance (il signor Bennet ) direttamente da Il Trono di Spade.

Come detto un divertissement zombie su un classico intoccabile della letteratura. Vedibile sia da chi cerca un discreto film horror che da chi vuole immergersi nelle atmosfere messe su carta dalla Austen.

Titolo originale Pride and Prejudice and Zombies 

Lingua originale inglese, cinese, giapponese 
Paese di produzione Stati Uniti d'America 
Anno 2016 
Durata 108 min 
Rapporto 2,35:1 
Genere orrore

Regia Burr Steers 

Soggetto Seth Grahame-Smith (romanzo) Jane Austen (personaggi) 
Sceneggiatura Burr Steers 
Produttore Marc Butan, Sean McKittrick, Allison Shearmur, Brian Oliver, Natalie Portman, Annette Savitch, Tyler Thompson 
Produttore esecutivo Sue Baden-Powell, Edward H. Hamm Jr., Nick Meyer, Kimberly Fox, Aleen Keshishian 
Casa di produzione Cross Creek Pictures, Darko Entertainment, Handsomecharlie Films, Head Gear Films, MadRiver Pictures 
Distribuzione (Italia) M2 Pictures 
Fotografia Remi Adefarasin 
Montaggio Padraic McKinley 
Effetti speciali Alistair Anderson, Neil Reynolds, Mark Weatherbe 
Musiche Fernando Velàzquez 
Scenografia David Warren 
Costumi Julian Day 
Trucco Kirsty Mcqueen 

Interpreti e personaggi

Lily James: Elizabeth Bennet
Sam Riley: Mr. Darcy
Jack Huston: Mr. Wickham
Bella Heathcote: Jane Bennet
Douglas Booth: Mr. Bingley
Matt Smith: Mr. Collins
Charles Dance: Mr. Bennet
Lena Headey: Lady Catherine de Bourgh
Suki Waterhouse: Catherine 'Kitty' Bennet
Emma Greenwell: Caroline Bingley
Dolly Wells: Mrs. Featherstone
Aisling Loftus: Charlotte
Tom Lorcan: Tenente Denny
Ellie Bamber: Lydia Bennet
Millie Brady: Mary Bennet
Sally Phillips: Mrs. Bennet
Jonathan Oliver: Sacerdote
Jess Radomska: Annabella Netherfield

Doppiatori italiani

Letizia Ciampa: Elizabeth Bennet
Edoardo Stoppacciaro: Mr. Darcy
Francesco Pezzulli: Mr. Wickham
Gemma Donati: Jane Bennet
Alessandro Ward: Mr. Bingley
Emiliano Coltorti: Mr. Collins
Massimo Lopez: Mr. Bennet
Stella Musy: Lady Catherine de Bourgh
Ludovica Bebi: Catherine 'Kitty' Bennet
Francesca Manicone: Caroline Bingley
Tiziana Avarista: Mrs. Featherstone
Claudia Scarpa: Charlotte
Marco Giansante: Tenente Denny
Emanuela Ionica: Lydia Bennet
Roisin Nicosia: Mary Bennet
Roberta Greganti: Mrs. Bennet
Silvio Anselmo: Sacerdote

giovedì 9 marzo 2017

Batman - Rinascita 3

BATMAN #116 (3)
(Contiene Batman 3, Detective Comics 936, Nightwing 1)
di Tom King, James Tynion IV, AA.VV.
9788893515511
16,8×25,6, S, 
72 pp, col.
€ 3,50

Batman è uno che tende a voler conoscere l'ambiente che lo circonda. Questo vuol dire indagare sui nuovi eroi apparsi a Gotham Ciy: Gotham e Gotham Girl. In breve tempo riesce a scoprirne le identità segrete ed il movente che li spinge ad agire, anche se l'origine dei loro poteri è ancora un mistero. Intanto i tre collaborano sempre più spesso,

Tom King sta gettando le basi di qualcosa di diverso rispetto a quanto messo in piedi da Snyder. La storia tiene, sopratutto per la voglia di veder svelati i segreti custoditi dai due nuovi personaggi. Speriamo che l'attesa ne valga la pena.

Batman è stato sopraffatto dalla Colonia, un gruppo di combattenti che si ispira proprio all'addestramento ed alle tattiche del Crociato Incappucciato. L'unica sua speranza è che i nuovi alleati siano pronti per aiutarlo. Robin e Batwoman chiamano in attività i loro compagni, ma una brutta sorpresa li attende nel loro quartier generale.

L'incipit è stimolante, la storia marcia e la crisi finale è da manuale. Speriamo che il focus resti alto, anche perchè l'Orfana sembra un personaggio interessante.

Nightwing è un inutile riempitivo. Pieno di situazioni già viste per lo stesso personaggio. Due caratterizzazioni funzionano: il ritorno al costume nero e azzurro e la caterva di mazzate che prende a fine episodio. Son soddisfazioni.

Pessima la stampa dell'albo. Almeno 6/8 pagine sono stampate con i colori fuori registro. Spero che in fumetteria me lo sostituiscano.

mercoledì 8 marzo 2017

Orfani: Terra - Oltre il muro

Terra N°  3 
Oltre il muro

Soggetto e Sceneggiatura: Emiliano Mammucari, Matteo Mammucari, Mauro Uzzeo 

Disegni: Matteo Cremona 

Copertina: Gipi 

Colori: Stefania Aquaro

Periodicità: mensile 
uscita: 16/03/2017
Prezzo: 4.50€

E' arrivato il momento. I ragazzi devono trovare il modo di tornare alla barca, da Miranda e Fango, per poter installare il componente che permetterà loro di attraversare il muro. Ma non è tutto così semplice. Infatti, gli uomini dello Sceriffo hanno scoperto il nascondiglio, catturato Miranda ed anche Fango è sparito.
La scelta è tra navigare verso la libertà o ritornare al campo per liberarli. Cosa sceglierà Cain?

Ormai Bonelli ha preso il vizio? Copertina spoiler delle vicende della storia? Dall'illustrazione di Gipi si capisce chi si salva, chi è chi e tanto altro. Toglie un po' di interesse a quanto scritto dal trio? Sì. Come sempre, la risposta è sì.
Si sono messi in tre a scrivere la conclusione di questa quinta stagione di Orfani. Meno male. Un lavoro ripetitivo fine a se stesso. Si era già capito dal capitolo scorso chi fosse il figlio dello Sceriffo, la separazione tra i ragazzi è meccanica e priva di mordente, le sequenze d'inseguimento sono "ispirate" alle atmosfere di Mad Max (manca solo la colonna sonora su quattro ruote) ed il mordente della storia è stato dimenticato nelle penne.
Si salvano, dopo le prime pagine incerte, i disegni di Matteo Cremona. Ottimo uso degli spazi, tavole ben bilanciate, ogni tanto manca qualche dettaglio di troppo nei personaggi di sfondo (si poteva curare di più, le scene con tanti soggetti non sono, poi, molte). Le splash page (singole o doppie che siano), a colori o con prevalenza di nero, lasciano a bocca aperta. Tanto merito va al disegnatore, ma, tanto altro, anche alla colorista Stefania Aquaro. Se avete dubbi andate a vedere pagina 4/5,30,31 e 58/59 per farvi un'idea.

Orfani, già con la seconda stagione ha raggiunto il suo limite narrativo. Ciò che viene pubblicato adesso è triste riempitivo, palliativi per tenere in vita la testata sperimentale voluta da Recchioni. Vista anche l'originalità della prossima stagione (Sam), sarà anche il caso di piantarla lì.

Peccato non sapere quando fermarsi.

martedì 7 marzo 2017

Dylan Dog - Il giorno della famiglia

Dylan Dog N°  366 
Il giorno della famiglia

Soggetto e Sceneggiatura: Riccardo Secchi 

Disegni: Valerio Piccioni 
Copertina: Gigi Cavenago 
 
Periodicità: mensile 
uscita 28/02/2017 

Durante le sedute spiritiche di Madame Trelkovski uno spettro continua a interferire. Proprio durante una di queste sedute medianiche è presente Dylan Dog. All'apparire del fantasma di una giovane ragazza ed alla successiva richiesta della sua vecchia amica, l'Indagatore dell'Incubo decide di investigare. Congiungendo i piccoli pezzi del puzzle che inizia a raccogliere indizi fino a giungere ad incrociare la strada di uno strano gruppo di ragazzi. Quattro persone che, travestite come i Beatles, di notte, violano l'intimità dei cimiteri di provincia per disseppellire i cadaveri.
Qual è il loro scopo? Satanismo? Noia? Puro vilipendio? Nella campagna inglese, l'ex old boy sarà chiamato a risolvere il mistero.

Riccardo Secchi debutta sulle pagine della creatura di Tiziano Sclavi. Come lo fa? Si impegna a scrivere una storia su più livelli temporali, scorrevole, ma con delle cadute nello scontato che rovinano parte dell'atmosfera. Purtroppo per lui il più grosso danno alla suspense della storia glielo genera la copertina stessa. La bella copertina di Cavenago rivela tutto il rivelabile ancora prima che il buon Secchi ci introduca nella storia. L'illustrazione di Cavenago, come detto, è bella, curata, inquietante, quasi catartica, ma chi ha deciso di utilizzarla ha prodotto un danno alla storia. Si poteva pensare un'altra soluzione, sempre in tema Beatles, a cui fare un vago riferimento nella storia e mantenere intatto il lavoro dello scrittore.
I disegni di Piccioni si lasciano guardare ed accompagnano il viaggiatore nell'incubo con una certa sicurezza.

Manca, sempre ed ormai sto perdendo le speranze di ritrovarla, la narrazione verticale millantata da Recchioni. L'unico riferimento che vi si fa è legato alla presenza del telefonino della Ghost in un paio di tavole.

Faccio fatica ad andare avanti, ma confido sulla scadenza del contratto dell'autore romano con Bonelli.

lunedì 6 marzo 2017

Anatomy Award 2017 - V.M. 14






Questo post non è adatto ai V.M.18. Non contiene niente di scandaloso, ma alcune immagini potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno. Perciò, a scanso di equivoci, non leggetelo e sopratutto non guardate le foto. Fermatevi adesso. 


Andate avanti sotto la vostra resposabilità.

Io vi ho avvisati. Non fate gli gnorri.



Devo ammettere che i premi alternativi agli Oscar, i Razzie, quest'anno non mi hanno particolarmente entusiasmato. Così son andato in giro per la rete ed ho scoperto che esiste un premio più piccante per gli appassionati cinema, si tratta degli Anatomy Awars. Il premio ideato dal sito Mr. Skin raggiunge la maggiore età, con la sua diciottesima edizione, e decidiamo di festeggiarlo dandogli un po' di spazio.
Per i non addetti ai lavori, di che premi parliamo? Vengono premiate le attrici femminili che si sono distinte per i loro attributi fisici nelle pellicole che hanno interpretato.
Abbiamo, così, il premio per migliore sedere (Keri Russel), miglior seno (Eline Powell) ed altri. Per esempio, la miglior serie tv è stata Westworld (come poteva non esserlo), ma è stata Games of Thrones a portarsi a casa due premi. Il primo, appunto, con Eline Powel ed il secondo con Emilia Clarke come migliore donna avvolta dalle fiamme. Tra questi premi troviamo nomi famosi anche da noi come Malina Akerman, che vince nella categoria miglior cosa a tre, Ellen Page, migliore coppa A, ed abbiamo il ritorno di Lisa Bonnet (i Robinson ed Ascensore per l'Inferno). Non dimentichiamo la migliore coppia di donne innamorate con Rooney Mara (Prometheus e la Lisbet Salander di Hollywood) e Cate Blanchett.

Come nei veri premi Oscar, anche l'Italia ha portato a casa un premio. Grazie al suo talento di Monica Bellucci si è aggiudicata la statuetta per miglior nudo over 50.

Il premio più simpatico? Il migliori fossette sul sedere assegnato ad Hannah Murray.

Quello più lieto? Miglior nudo frontale a Olivia Wilde.

Sotto la lista completa dei vincitori, con qualche foto. Tenete lontani i bambini.


Premio alla carriera: Penelope Cruz.
Breast Picture: White Girl


Best TV Show: Westworld
Best Breasts: Eline Powell in Game of Thrones
Best Full Frontal: Olivia Wilde in Vinyl
Best Over 50: Monica Bellucci in Mozart in the Jungle
Best Lesbian Scene: Rooney Mara & Cate Blanchett in Carol
Best Butt: Keri Russell in The American
Nude Debut: Ashley Greene in Rogue
Best Threesome: Kate Micucci & Malin Akerman in Easy


Best Flame Broiled Whoppers: Emilia Clarke in Game of Thrones
Best Butt Dimples: Hannah Murray in Bridgend
Best A-Cup All Star: Ellen Page in Into the Forest


Best Bath into the Sea: Minka Kelly
Best Barnyard Plow: Aubrey Plaza in Mike & Dave Need Wedding Dates

Best Doggy Style: Lisa Bonet in Ray Donovan


Best Debut: Taylor Marie Frey
Best Money Shot: Riley Keough in the Girlfriend Experience

Best Cleveland Streamer: Svenja Jung in Fucking Berlin

Most Mufftastic Merkin: Sugar Lyn Beard in Mike & Dave Need Wedding Dates
Best Squirting Scene: Jennifer Krukowski in Total Frat Movie
Best Public Nudity: Chelsea Handler in Chelsea Does

venerdì 3 marzo 2017

Cartoomics 2017

Uno degli appuntamenti più attesi dagli amanti del mondo del fumetto, ogni anno, è Cartoomics. Come ogni anno Cartoomics torna in quel di Rho, la fiera di Milano, nei padaglioni 16 e 20.

Il giorno che ho prescelto per la visita, dato che a Milano il Carnevale cade proprio nello stesso week end dell fiera, è stato il venerdì. Come è andata? Onestamente ho trovato un afflusso maggiore rispetto agli altri "venerdì fieristici" e penso che tutta la manifestazione ne gioverà nei giorni a venire. Anche la presenza umana l'ho trovata più variegata. Se da un lato troviamo gli appassionati, dall'altro i cosplayers, in mezzo abbiamo la presenza di persone interessate. Quest'anno, per la prima volta, ho notato una discreta partecipazione della popolazione di origine asiatica e, questo, non ha che potuto farmi piacere.

Ma la fiera? La formula vincente degli anni passati viene confermata ed estesa.

All'ingresso ci attende l'area Lego. Accanto a venditori di set nuovi, minifig usate e nuove, abbiamo l'isola espositiva con, quest'anno, un Titanic gigante, una Springfield strepitosa e dei piccoli set dedicati a Star Trek serie Classica. I Lego, in ogni caso non finiscono lì. Lo sa bene chi si spinge fino all'area Fantascienza. Accanto ciò che racconteremo dopo troviamo un'area dedicata ai Lego di derivazione Star Wars. Diorami impressionanti ed un toccante omaggio di Damiano Daldini a Carrie Fischer, la defunta Principessa Leila.

Manca l'iceberg!

Diorami!
Schiere al Leg'Ozio.


Star Wars ispira.
L'omaggio a Leila.
E a Star Trek.

La spina dorsale della manifestazione sono i fumetti e ve ne è per tutti i gusti. Nuovi, usati, autoprodotti, mainstream, italiani, americani, giapponesi...





L'area Fantascienza ci offre 500 metri quadrati di Legioni di Star Wars, al loro 15esimo anno di presenza in Italia, un'area Star Trek, finalmente polposa, con la presenza di Roberto Picardo, i soliti duellanti con spade laser ed altri gruppi nati dalla passione per le serie TV ed i film di genere.







Memoriale per una Principessa.


Nel padiglione 20 sono state concentrate le attività legate al cinema ed ai videogiochi. Accanto ai Ghostbusters ed agli Avengers non mancano mondo fantasy e gli assassini di Assassin's Creed. Sono stati presentati, inoltre, stand dedicato al film Kong ed all'atteso, da me, Ghost in the Shell. Non manca la solita gita, per i forti di cuore, a Raccoon City.







Anche i videogiochi hanno la loro importanza ed oltre alla presentazione di giochi nuovi e tornei di FIFA hanno fatto lo loro comparsa numerose postazioni con visori per la realtà virtuale.


Non mancano, come ogni anno, i variegati appuntamenti con gli incontri nelle Agorà della manifestazione, negli stand degli editori, le gare di cosplay, musica e quant'altro per tenere viva l'attenzione del visitatore.

Appuntamenti Bonelli.
Il Goldrake scivoloso.

Come sempre, una fiera importante organizzata con cura. Da visitare con calma e da vivere sotto tutti i suoi aspetti.


(Post scritto in movimento, con un'app recalcitrante, sorry)