giovedì 28 marzo 2013

Rock of Ages

1987. Come al giorno d'oggi Los Angeles ed Hollywood sono la meta dei sognatori. Dall'Oklahoma, in una tarda serata, nella Città degli Angeli giunge Sherrie che viene subito rapinata di tutti i suoi averi. Per sua fortuna un ragazzo, Drew, la soccorre e le trova un posto di lavoro come cameriera al Bourbon Room, locale un cui hanno suonato e suonano tutt'ora stelle del rock. Il locale, però, è sull'orlo del fallimento. A salvarne la sorte segnata potrebbe essere l'ultimo concerto degli Arsenal. Stacee Jaxx, star indiscussa del rock, dio ed idolo per milioni di amanti del genere, sta per lasciare la band ed intraprendere la sua carriera da solita, ma vuole chiudere dove tutto ha avuto inizio.
Ha contrastare l'ambizione di Stacee, la vita del locale e la musica rock in genere è la moglie del Sindaco di Los Angeles, Patricia, che per qualche misteriosa ragione odia il rock in tutte le sue forme. Qualcosa è nascosto nel suo passato e neanche la nuova vita con le attiviste femministe cattoliche la reprimerà per sempre.

Premettiamo subito. Il protagonista del film non è, come ci hanno fatto credere nei provini del film, Tom Cruise. Il film, infatti, ha come protagonisti Diego Boneta, cantante messicano, e Julianne Hough, cantante country americana, affiancati da un cast corale composto Russell Brand, Tom Cruise (per l'appunto), Catherine Zeta-Jones, Alec Baldwin, Paul Giamatti, Malin Åkerman e Mary J. Blige ed impreziosito da alcuni cameo, come quelli di Sebastian Bach, Nuno Bettencourt, Debbie Gibson, Constantine Maroulis e Porcelain Black.
La storia è di una banalità abissale. La classica romance che si potrebbe trovare in un episodio di una serie tv per ragazzi. La ragazza sola ed in cerca di fortuna che arriva in città, viene rapinata e trova un posto di lavoro, nel suo locale dei sogni, e l'amore (il tutto appena scesa dall'autobus) è un clichè abbastanza abusato. Neanche nei passi falsi che il destino mette davanti ai due innamorati gli autori mostrano barlumi di originalità ed è un peccato.
La fortuna di questo film è quella di poter contare su co-protagonisti di un certo livello e su una colonna sonora interessante.
Per quanto riguarda gli attori. I due protagonisti sono abbastanza insipidi, anche se bellocci. Il loro stile di canto, per qualsiasi brano, è quello imposto da Glee e che, a questo punto, sembra essere il favorito dagli americani: grande estensione vocale, ma nessuna, o poche, capacità interpretative e comunicative da parte dell'artista. Gli autori devono ringraziare chi ha messo insieme il cast di guest stars. Alec Baldwin e Paul Giamatti superano loro stessi nei ruoli secondari del gestore del locale e nel manager della star. Russell Brand è una sorpresa. Tom Cruise è la marcia in più del film. Come già aveva fatto in Tropic Thunder caratterizza il suo personaggio a fondo e riesce a strappare la scene ad alcuni dei protagonisti.
Essendo un musical è ovvio che la pellicola contenga moklte canzoni. Tra note e meno note, tra eseguite per intero ed inserite nei medley, questa è la lista delle canzoni e degli interpreti di quelle che troverete nella colonna sonora in vendita nei negozi di dischi (reali e virtuali):

Paradise City - Tom Cruise
Sister Christian / Just Like Paradise / Nothin' but a Good Time – Julianne Hough, Diego Boneta, Russell Brand, Alec Baldwin
Juke Box Hero / I Love Rock 'n' Roll - Diego Boneta, Alec Baldwin, Russell Brand, Julianne Hough
Hit Me With Your Best Shot – Catherine Zeta-Jones
Waiting For a Girl Like You – Diego Boneta, Julianne Hough
More Than Words / Heaven – Julianne Hough, Diego Boneta
Wanted Dead or Alive – Tom Cruise, Julianne Hough
I Want to Know What Love Is – Tom Cruise, Malin Akerman
I Wanna Rock – Diego Boneta
Pour Some Sugar on Me – Tom Cruise
Harden My Heart – Julianne Hough, Mary J. Blige
Shadows of the Night / Harden My Heart – Mary J. Blige, Julianne Hough
Here I Go Again – Diego Boneta, Paul Giamatti, Julianne Hough, Mary J. Blige, Tom Cruise
Can’t Fight This Feeling – Russell Brand, Alec Baldwin
Any Way You Want It – Mary J. Blige, Constantine Maroulis, Julianne Hough
Undercover Love – Diego Boneta
Every Rose Has Its Thorn – Julianne Hough, Diego Boneta, Tom Cruise, Mary J.Blige
Rock You Like a Hurricane – Julianne Hough, Tom Cruise
We Built This City / We're Not Gonna Take It – Russell Brand, Catherine Zeta-Jones
Don't Stop Believin' – Julianne Hough, Diego Boneta, Tom Cruise, Alec Baldwin, Russell Brand, Mary J. Blige

Un film dalla trama banale, con canzoni carini, ma niente di eccezionale. Se avete voglia di passare una serata in inglese, a canticchiare qualche vecchio successo insieme a un ricco panorama di attori.

Titolo originale Rock of Ages 

Paese di produzione Stati Uniti d'America 
Anno 2012 
Durata 123 min 
Genere musical 

Regia Adam Shankman 

Soggetto Chris D'Arienzo 
Sceneggiatura Justin Theroux, Chris D'Arienzo, Allan Loeb, Michael Arndt, Jordan Roberts 
Produttore Jeff Davis, Jennifer Gibgot, Garrett Grant, Tobey Maguire, Scott Prisand, Adam Shankman, Matt Weaver, Barry Habib (co-produttore) 
Produttore esecutivo Michael Disco, Samuel J. Brown 
Casa di produzione Offspring Entertainment,Corner Store Entertainment, Maguire Entertainment, New Line Cinema 
Distribuzione (Italia) Warner Bros. Italia 
Fotografia Bojan Bazelli 
Montaggio Emma E. Hickox 
Effetti speciali Digital Domain 
Scenografia Jon Hutman 

Interpreti e personaggi 
Diego Boneta: Drew Boley
Julianne Hough: Sherrie Christian
Tom Cruise: Stacee Jaxx
Russell Brand: Lonny Barnett /narratore
Alec Baldwin: Dennis Dupree
Bryan Cranston: Sindaco Mike Whitmore
Catherine Zeta-Jones: Patricia Whitmore
Mary J. Blige: Justice Charlier
Paul Giamatti: Paul Gill
Malin Åkerman: Constance Sack
Will Forte: Mitch Miley
Kevin Nash: bodyguard di Stacee Jaxx
 
Doppiatori italiani 
Flavio Aquilone: Drew Boley
Eva Padoan: Sherrie Christian
Roberto Chevalier: Stacee Jaxx
Emiliano Coltorti: Lonny Barnett /narratore
Roberto Pedicini: Dennis Dupree
Mario Cordova: Sindaco Mike Whitmore
Francesca Fiorentini: Patricia Whitmore
Alessandra Cassioli: Justice Charlier
Massimo Rossi: Paul Gill
Barbara De Bortoli: Constance Sack
 

mercoledì 27 marzo 2013

Assassinio al galoppatoio

Durante una questua Miss Marple e Mr Stringer visitano la casa del ricco Mr. Enderby. Dopo essere entrati, trovando la porta del maniero aperta, vedono l'anziano padrone di casa rotolare giù dalle scale con una mano sul petto. Un infarto. Miss Marple non ha dubbi. Però, rumori provengono dal piano superiore. L'inarrestabile spirito indagatore della donna la conduce ad aprire un porta socchiusa: un gatto ne sbuca fuori all'improvviso. Forse la morte è naturale, ma causata dall'elemento di cui aveva più paura la facoltosa vittima.
Dopo aver assistito, di nascosto, alla lettura del testamento Miss Marple si convince del tutto che la morte di Mr Enderby non è così accidentale come si vorrebbe far credere. E' un omicidio e degli indizi la condurranno al galoppatoio, ed all'albergo presente in esso, gestito da Hector Enderby, uno degli ereditieri del defunto. Qui incontra praticamente tutta la famiglia tra parenti stretti e larghi; i suoi sospetti si concentrano su un soggetto.
Per avere la certezze della sua deduzione Miss Marple metterà a rischio la propria vita, ricevendo l'ennesima proposta di matrimonio.

Assassinio al galoppatoio è il secondo film della coppia Pollock/Rutherford che porta sullo schermo le avventure di Miss Marple. Come succedere per Assassinio sul palcoscenico il romanzo che ha ispirato il film non ha come protagonista l'arzilla vecchietta inglese, ma il più tondo investigatore belga Hercule Poirot. Tuttavia la vicenda calza a pennello per l'inarrestabile ficcanaso ideata da Aghata Christie. La storia viene rimaneggiata da Robin Swicord prendendo spunto dal romanzo Dopo le esequie (titolo originale After the funeral) ed il lavoro ben gli riesce. Tutto scorre piacevolmente, sostenuto da toni divertenti ed impertinenti al punto giusto.
Tra i personaggi di contorno spiccano Rosamunda, interpretata dalla giovane e bellissima attrice polacca Katya Douglas della quale si sono perse le tracce dopo questo film, e Hector Enderby. Hector Enderbyè interpretato da Robert Morley. Molti, ad oggi, non sapranno neanche chi sia Robert Morley, ma il suo viso è quello che Tiziano Sclavi ha deciso di associare all'ispettore Bloch, amico di Dylan Dog. La sua presenza scenica è forte, sia per la sua mole sia per la sua capacità interpretativa. Un attore nato dal teatro e passato per il cinema e per la televisione dotato di una grande professionalità e di doti recitative che l'anno portato anche a sfiorare l'Oscar come attore non protagonista nel 1939 con il suo Luigi XVI nel film Maria Antonietta. Se volete godervelo sullo schermo non perdete Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi d'Europa del 1978, una delle sue ultime interpretazioni per il grande schermo.
Margaret Rutherford è vivace ed oltre ad essere la protagonista del film ne è anche motore trascinante, dato che non si risparmia minimamente. Sia arrampica sulla facciata di un palazzo, cavalca accanto a Robert Morley, corre e rischia la vita, senza remore, per dare spessore al suo personaggio.
La musichetta scelta come colonna sonora è accattivante e piacevole, la stessa del primo film, e mette allegria non appena ne scorrono le prime note.

La7, che ha proposto la pellicola in televisione, non commette l'errore della settimana prima. Ci butta dentro sì la pubblicità, ma non deturpa eccessivamente il film in bianco e nero del 1963. La versione italiana trasmessa, poi, mette in risalto i cambiamenti del lessico e del gergo avvenuti nei 50 anni che ci separano dalla prima messa in onda della pellicola. 

Un delizioso e gustoso film da non perdere per svariati motivi.

Titolo originale Murder at the Gallop 

Paese di produzione Gran Bretagna 
Anno 1963 
Durata 81 min 
Colore bianco e nero 
Audio sonoro 
Genere giallo 

Regia George Pollock 

Soggetto Christine Bell, Agatha Christie (ispirato al romanzo Dopo le esequie) 
Sceneggiatura Robin Swicord 
Produttore George H. Brown 

Interpreti e personaggi 
Margaret Rutherford: Miss Marple
Stringer Davis: Mr. Stringer
Robert Morley: Hector Enderby
Flora Robson: Miss Milchrest
Charles 'Bud' Tingwell: Ispettore Craddock
Gordon Harris: Sergente Bacon
Robert Urquhart: George Crossfield
Katya Douglas: Rosamunda (Rosamund) Shane
James Villiers: Michael Shane
Noel Howlett: Mr. Trundell
Finlay Currie: vecchio Enderby
Duncan Lamont: Hillman
Kevin Stoney: Dottor Markwell
Frank Atkinson: portiere notturno hotel
Roger Avon: fotografo polizia
Jack Dearlove: ospite alla festa
Fred Griffiths: proprietario pub
 
Doppiatori italiani 
Lola Braccini: Margaret Rutherford
Gino Baghetti: Stringer Davis
Giorgio Capecchi: Robert Morley
Lydia Simoneschi: Flora Robson
Renato Turi: Charles 'Bud' Tingwell
Mario Mastria: Gordon Harris
Sergio Graziani: Robert Urquhart
Rita Savagnone: Katya Douglas
Sergio Tedesco: James Villiers
Arturo Dominici: Noel Howlett
Nino Bonanni: Duncan Lamont
Riccardo Mantoni: Kevin Stoney
Aleardo Ward: Roger Avon

lunedì 25 marzo 2013

V - Citazioni

"Ricorda per sempre il 5 novembre, il giorno delle congiure delle polveri contro il parlamento. Non vedo perché di questo complotto nel tempo il ricordo andrebbe interrotto. Ma l'uomo? So che il suo nome era Guy Fawkes e so che nel 1605 tentò di far esplodere il parlamento inglese. Ma chi era realmente? Che tipo d'uomo era? Ci insegnano a ricordare le idee e non l'uomo, perché l'uomo può fallire. L'uomo può essere catturato, può essere ucciso e dimenticato. Ma 400 anni dopo ancora una volta un'idea può cambiare il mondo. Io sono testimone diretto della forza delle idee, ho visto gente uccidere per conto e per nome delle idee, li ho visti morire per difenderle… Ma non si può baciare un'idea, non puoi toccarla né abbracciarla; le idee non sanguinano, non provano dolore... le idee non amano. Non è di un'idea che sento la mancanza ma di un uomo, un uomo che mi ha riportato alla mente il 5 novembre: un uomo che non dimenticherò mai."

"Posso assicurarti che non intendo farti del male."
"Chi sei?"
""Chi"??... "Chi" è soltanto la forma conseguente alla funzione, ma ciò che sono è un uomo in maschera."
" Ah, questo lo vedo!"
" Certo. Non metto in dubbio le tue capacità di osservazione. Sto semplicemente sottolineando il paradosso costituito dal chiedere a un uomo mascherato chi egli sia."

"Voilà. Alla Vista un umile Veterano del Vaudeville, chiamato a fare le Veci sia della Vittima che del Violento dalle Vicissitudini del fato. Questo Viso non è Vacuo Vessillo di Vanità, ma semplice Vestigia della Vox populi, ora Vuota, ora Vana. Tuttavia questa Visita alla Vessazione passata acquista Vigore ed è Votata alla Vittoria sui Vampiri Virulenti che aprono al Vizio, garanti della Violazione Vessatrice e Vorace della Volontà. L'unico Verdetto è Vendicarsi… Vendetta… E diventa un Voto non mai Vano poiché il suo Valore e la sua Veridicità Vendicheranno un giorno coloro che sono Vigili e Virtuosi. In Verità questa Vichyssoise Verbale Vira Verso il Verboso, quindi permettimi di aggiungere che è un grande onore per me conoscerti e che puoi chiamarmi V."

"È a madame Giustizia che dedico questo concerto in onore della vacanza che sembra aver preso da questi luoghi e per riconoscenza all'impostore che siede al suo posto! Dimmi, che giorno è oggi Evey?
" Ehm il 4 novembre?"
" Non più ormai… Ricorda per sempre il 5 novembre, il giorno della congiura delle polveri contro il parlamento. Non vedo perché di questo complotto nel tempo il ricordo andrebbe interrotto. Prima l'Ouverture."

"Serve una scossa a questo paese"

"E così ricopro la mia nuda perfidia con antiche espressioni a me estranee, rubate ai sacri testi e sembro un santo quando faccio la parte del diavolo!"

"Vi Veri Veniversum Vivus Vici. Con la forza della verità, in vita, ho conquistato l'universo."

"Tu pensi che far saltare in aria il parlamento renderà migliore questo paese?"
" Non vi sono certezze, solo opportunità."
"Beh, puoi essere certo che Creedy incappuccerà chiunque si presenti, dal primo all'ultimo."
" I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero avere paura dei popoli."
" E tu vuoi che questo accada facendo esplodere un palazzo?"
" Il palazzo è un simbolo, come lo è l'atto di distruggerlo. Sono gli uomini che conferiscono potere ai simboli. Da solo un simbolo è privo di significato, ma con un bel numero di persone alle spalle far saltare un palazzo può cambiare il mondo."

" Chi era lui?"
" Era Edmòn Dantés. Ed era mio padre e mia madre, mio fratello, un mio amico, era lei, ero io, era tutti noi."

"Io, come il signore, non gioco a dadi quindi non credo nelle coincidenze..."

"Siamo alla BTN, il nostro compito è diffondere le notizie, non inventarle, quello è compito del governo."

"È una cosa che riguarda tutti i governi... I documenti più affidabili sono quelli delle tasse."

"Una rivoluzione senza un ballo è una rivoluzione che non vale la pena di fare."

"Gli artisti usano le parole per scoprire la verità, mentre i politici per coprire la verità."

"Il distruttore e il costruttore sono le due facce dell'anarchia."

"Anarchia non significa «senza ordine»; significa «senza capi»."

"Buona sera, Londra. Prima di tutto vi chiedo di scusarmi per questa interruzione. Come molti di voi io apprezzo il benessere della routine quotidiana, la sicurezza di ciò che è familiare, la tranquillità della ripetizione. Ne godo quanto chiunque altro. Ma nello spirito della commemorazione, affinché gli eventi importanti del passato, generalmente associati alla morte di qualcuno o al termine di una lotta atroce e cruenta vengano celebrati con una bella festa, ho pensato che avremmo potuto dare risalto a questo 5 Novembre, un giorno ahimé sprofondato nell'oblio, sottraendo un po' di tempo alla vita quotidiana, per sederci e fare due chiacchiere."

"Alcuni vorranno toglierci la sicura, sospetto che in questo momento stiano strillando ordini al telefono e che presto arriveranno gli uomini armati. Perché? Perché, mentre il manganello può sostituire il dialogo, le parole non perderanno mai il loro potere; perché esse sono il mezzo per giungere al significato, e per coloro che vorranno ascoltare, all'affermazione della verità. E la verità è che c'è qualcosa di terribilmente marcio in questo paese. Crudeltà e ingiustizia, intolleranza e oppressione. E lì dove una volta c'era la libertà di obiettare, di pensare, di parlare nel modo ritenuto più opportuno, lì ora avete censori e sistemi di sorveglianza, che vi costringono ad accondiscendere a ciò. Com'è accaduto? Di chi è la colpa? Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò; ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate un colpevole.. non c'è che da guardarsi allo specchio. Io so perché l'avete fatto. So che avevate paura. E chi non ne avrebbe avuta? Guerre, terrore, malattie. C'era una quantità enorme di problemi, una macchinazione diabolica atta a corrompere la vostra ragione e a privarvi del vostro buon senso. La paura si è impadronita di voi, ed il Caos mentale ha fatto sì che vi rivolgeste all'attuale Alto Cancelliere, Adam Sattler. Vi ha promesso ordine e pace in cambio del vostro silenzioso, obbediente consenso. Ieri sera ho cercato di porre fine a questo silenzio. Ieri sera io ho distrutto il vecchio Bailey, per ricordare a questo paese quello che ha dimenticato. Più di quattrocento anni fa, un grande cittadino ha voluto imprimere per sempre nella nostra memoria il 5 Novembre. La sua speranza, quella di ricordare al mondo che l'equità, la giustizia, la libertà sono più che parole: sono prospettive. Quindi, se non avete visto niente, se i crimini di questo vi rimangono ignoti, vi consiglio di lasciar passare inosservato il 5 Novembre. Ma se vedete ciò che vedo io, se la pensate come la penso io, e se siete alla ricerca come lo sono io, vi chiedo di mettervi al mio fianco, ad un anno da questa notte, fuori alle porte del Parlamento, e insieme offriremo loro un 5 Novembre che non verrà mai più dimenticato."

"Io oso fare tutto ciò che può essere degno di un uomo, chi osa di più non lo è."

"La coincidenza non ha madre."

"Io sono il frutto di quello che mi è stato fatto. È il principio fondamentale dell'universo: a ogni azione corrisponde una reazione uguale contraria."

"Nascondi ciò che sono e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni."

"Nessuno dimenticherà più quella notte e il significato che ha avuto per questo paese. Io non dimenticherò mai l'uomo e il significato che ha avuto per me."

"So che non posso in nessun modo convincerti che questo non è uno dei loro trucchi, ma non mi interessa. Io sono io.
Mi chiamo Valerie. Non credo che vivrò ancora a lungo e volevo raccontare a qualcuno la mia vita. Questa è l’unica autobiografia che scriverò e … Dio… mi tocca scriverla sulla carta igienica.

Sono nata a Nottingham nel 1985. Non ricordo molto dei miei primi anni, ma ricordo la pioggia.
Mia nonna aveva una fattoria a Totalbrook e mi diceva sempre che “Dio è nella pioggia”.
Superai l’esame di terza media ed entrai al liceo femminile. Fu a scuola che incontrai la mia prima ragazza: si chiamava Sara. Furono i suoi polsi… erano bellissimi. Pensavo che ci saremmo amate per sempre. Ricordo che il nostro insegnante ci disse che era una fase adolescenziale, che sarebbe passata crescendo. Per Sara fu così, per me no.

Nel 2002 mi innamorai di Christina. Quell’anno confessai la verità ai miei genitori. Non avrei potuto farlo senza Chris che mi teneva la mano. Mio padre ascoltava ma non mi guardava. Mi disse di andarmene e di non tornare mai più. Mia madre non disse niente, ma io avevo detto solo la verità, ero stata così egoista? Noi svendiamo la nostra onestà molto facilmente, ma in realtà è l’unica cosa che abbiamo, è il nostro ultimo piccolo spazio… All’interno di quel centimetro siamo liberi.

Avevo sempre saputo cosa fare nella vita, e nel 2015 recitai nel mio primo film: “Le pianure di sale”. Fu il ruolo più importante della mia vita, non per la mia carriera ma perché fu lì che incontrai Ruth. La prima volta che ci baciammo, capii che non avrei mai più voluto baciare altre labbra al di fuori delle sue.
Andammo a vivere insieme in un appartamentino a Londra. Lei coltivava le Scarlett Carson per me nel vaso sulla finestra e la nostra casa profumava sempre di rose. Furono gli anni più belli della mia vita.
Ma la guerra in America divorò quasi tutto e alla fine arrivò a Londra.
A quel punto non ci furono più rose… per nessuno.

Ricordo come cominciò a cambiare il significato delle parole. Parole poco comuni come fiancheggiatore e risanamento divennero spaventose, mentre cose come Fuoco Norreno e gli articoli della fedeltà divennero potenti. Ricordo come diverso diventò pericoloso. Ancora non capisco perché ci odiano così tanto.
Presero Ruth mentre faceva la spesa. Non ho mai pianto tanto in vita mia. Non passò molto tempo prima che venissero a prendere anche me.
Sembra strano che la mia vita debba finire in un posto così orribile, ma per tre anni ho avuto le rose e non ho chiesto scusa a nessuno.
Morirò qui… tutto di me finirà… tutto… tranne quell’ultimo centimetro… un centimetro… è piccolo, ed è fragile, ma è l’unica cosa al mondo che valga la pena di avere.
Non dobbiamo mai perderlo, o svenderlo, non dobbiamo permettere che ce lo rubino… Spero che chiunque tu sia, almeno tu, possa fuggire da questo posto; spero che il mondo cambi e le cose vadano meglio ma quello che spero più di ogni altra cosa è che tu capisca cosa intendo quando dico che anche se non ti conosco, anche se non ti conoscerò mai, anche se non riderò, e non piangerò con te, e non ti bacerò, mai… io ti amo, dal più profondo del cuore… Io ti amo.
Valerie."

"Sfrontato fino alla fine, tu non piangerai come lui, vero? Tu non hai paura della morte. Sei come me."
" L'unica cosa che io e lei abbiamo in comune, signor Creedy, è che stiamo entrambi per morire."
" Ahah… come pensi che succederà?"
Con le mie mani intorno al suo collo…"
"Balle! Cosa pensi di fare, eh? Abbiamo controllato questo posto e non hai niente, niente a parte i tuoi diabolici coltelli e le tue belle mossette di karatè, noi abbiamo le armi."
" No! Voi avete la speranza che quando le vostre pistole saranno scariche io non sarò più in piedi, se no sarete tutti morti prima di aver ricaricato."
"È impossibile! Uccidetelo!"
" Ora tocca a me!"
" Muori! Muori! Perché non muori! Perché non muori!"
" Sotto questa maschera non c'è solo carne, sotto questa maschera c'è un'idea, Creedy, e le idee sono a prova di proiettile."

"Perché lo vuoi fare?"
" Perché lui aveva ragione."
" Riguardo a cosa?"
" Questo paese ha bisogno di qualcosa di più di un palazzo, ha bisogno di speranza."

giovedì 21 marzo 2013

.hack//roots

The Wolrd. Revisione 2. Dopo gli eventi di Sign che hanno portato ad un reset del sistema da parte della CC Corporation il gioco sembra funzionare correttamente. Senonché, Ovan, capo della gilda La Brigata del Crepuscolo, è alla ricerca dell'artefatto che aveva sconvolto la prima versione del gioco: la Chiave del Crepuscolo. Per trovarla, lui ed i suoi accoliti Shino e Sakisaka, arruolano due nuovi iscritti al gioco in rete: Haseo, multi weapon nero, e Tabby, gatta dai poteri non specificati. Ovan crede che loro due siano la chiave per raggiungere il suo scopo. Confida talmente tanto in Haseo da affidargli un oggetto, inutile nella R2 di The World, proveniente dalla prima release del gioco. Cinque di questi oggetti, utilizzati nel modo giusto, potrebbero permettere alla gilda di localizzare la Chiave. Peccato che sulle tracce dell'oggetto misterioso ci siano anche gli adepti della gilda TaN, mercanti di informazioni, che, oltre tutto, sono incuriositi dall'arma, inappropriata per la sua classe, che ingloba il braccio sinistro di Ovan.
La missione della Brigata sembra essere ad un punto di svolta quando Ovan scompare durante una quest. Sakisaka non accetta che il capo non si faccia più vivo e rimane deluso dal comportamento di Ovan. Shino prende in mano le redini di tutto, ma trova supporto solo da Haseo e Tabby.
Quando Shino divine vittima del fantomatico Tri-Edge, il player killer che riduce in coma anche il giocatore e non uccide soltanto il personaggio, Haseo si dispera e, diventando sempre più forte, diventa, a sua volta, un PK. La sua cattiveria lo porta ad essere soprannominato Terrore della Morte ed a cercare in ogni territorio la presenza di Tri-Edge.
Vita virtuale e vita reale si mischiano sempre di più anche per i comprimari che hanno a che fare con Haseo e Tabby: Phyllo, Kuhn, Soubaru, Ender, Pia, Touta e tutti gli altri rimango segnati, o per lo meno interessati, dalle vicende che riguardano i due nuovi.

Per capirci meglio mettiamo prima un po' d'ordine nella saga e poi ne parliamo. Ecco come è strutturato .hack.

.hack//SIGN, Anime capostipite che segue le avventure  di Tsukasa intrappolato in The World senza essere in grado di eseguire il log out; 
Il videogioco .hack in quattro capitoli in cui si vivono le avventure di Kite e BlackRose nel mondo on line di The World. Il loro scopo e rivelare come mai  l'amico di Kite, Orca, e il fratello di BlackRose, Kazu, sono caduti in coma durante una partita con il MMORPG. I quattro capitoli sono:
.hack//INFECTION;
.hack//MUTATION;
.hack//OUTBREAK;
.hack//QUARANTINE;
.hack//Liminality, i quattro OAV inclusi nelle confezioni del videogioco che mostrano quello che succede nella realtà ai giocatori di The World;
.hack//Unison, OAV che raccoglie tutti i personaggi del videogioco e di .hack//SIGN in una puntata di addio;
.hack//Legend of the Twilight Bracelet,  nato come manga  e divenuto, come spesso capita in Giappone, anche un anime: Mostra le avventure di Rena e Shugo, giocatori con gli avatar simili a quelli di Kite e BlackRose;
.hack//Roots, un anime andato in onda in Giappone nel 2006;
.hack//G.U. videogioco parallelo a .hack//Roots

.hack//sing è stato un mito. Un prodotto realizzabile e supportabile per anni solo in Paesi che credono nel progetto dell'autore. Un progetto multimediale, al quale qualche anno primo dell'uscita di .hack avevo pensato anche io, ma che in Italia sarebbe stato impossibile, che affondava le sue radici in una Anime televisivo, nel quale si affrontavano le tematiche interne al gioco on line The World, un videogioco in quattro capitoli per PS2 con allegato a ciascun episodio un mini OAV della serie Liminality che mostrava cosa, in contemporanea, succedeva nella realtà, una serie di manga, action figures e Gashapon.
.hack//roots ne è un'estensione. Si svolge dopo gli eventi di .hack:\\sign ed introduce personaggi del tutto nuovi. Quello che traspare, pesantemente, è che ci gioca a questa avventura on line è un disagiato, triste, che si sente inutile nella vita reale e che cerca di crearsi una vita nuova nella realtà virtuale a sua disposizione. Il tempo dedicato al gioco pare, per i protagonisti, addirittura, essere superiore a quello speso nella vita vera. La caratterizzazione dei personaggi non prevede originalità. Ovan è un triste musone altezzoso, Sakisaka è un musone facilmente deludibile, Haseo è un musone, Shino è una ragazza triste sia dentro che fuori e Tabby è triste dentro, ma lo nasconde con una finta allegria. Decisamente un cast che poco ispira. Curiosamente i personaggi on line rispecchiano anche il sesso e l'età dei loro giocatori, si presume, quindi, che nel prossimo futuro saremo tutti onesti nei giochi in rete e non vorremo uscire dallo schema che la realtà ci impone.
La trama parte con una zoppia: l'eccessivo attaccamento al .hack//sign. Il cercare la Chiave del Crepuscolo, che può esistere ancora oppure no, non sembra un motivo abbastanza valido per tirare in piedi una serie del genere, ma tant'è che si parte carichi e fiduciosi. Peccato che i buchi di sceneggiatura (ad esempio gli oggetti misteriosi viene detto che sono sei, ne vengono usati cinque e poi tutti si dimenticano del sesto), la lentezza dello svolgimento e l'eccessiva tristezza emanata dai protagonisti non facciano altro che affossare ulteriormente l'opera. Certo, vederla in lingua originale con i sottotitoli in italiano amatoriali, a volte approssimativi e spesso pieni di errori grammaticali (su qui, quo, qua l'accento non va, sì affermativo è con l'accento, ecc) , non aiuta a valorizzare il poco di buon presente.
A questo non dimentichiamo di aggiungere le pedanti tecniche di riempimento degli anime giapponesi che, purtroppo, rallentano ulteriormente una narrazione di per se già non snella. Gli interminabili incontri non animati sul ponte tra Phyllo e gli altri personaggi, nei quali vengono riusato massivamente sempre ed a ripetizione gli stessi disegni, la riproposizione di minuti e minuti di flashback (a volte seppiati od in bianco e nero e non nei colori originali, per variare un po') come soluzione riempitiva, primi piani e paesaggi fissi per secondi senza utilità, sono tutte soluzioni che sanno di stantio e che non rendono l'anime fruibile a pieno.
Non parliamo del finale. Non ne parliamo un po' perché sarebbe spoiler, un po' perché è talmente deludente da non rendersi necessario il citarlo.
Seicentoventiquattro minuti di serie televisiva che se fossero stati riempiti meglio avrebbero reso giustizia al suo predecessore, ma che essendo stati tirati troppo in lungo e con poche idee, ma confuse, ne appannano il ricordo.

Sconsigliato a chi vuole vedere un buon anime. Sconsigliato a chi ha visto .hack//sign e spera di vedere qualcosa di altrettanto buono. Se fosse stato supportato dalla Bee (anime) e dall'Activision (se non ricordo male su Playstation) anche nel nostro Paese, forse, adesso, ne staremmo parlando bene, ma per come è arrivato (o meglio non arrivato da noi) stateci lontani e spendete meglio il vostro tempo. Utilizzate le undici ore che richiede la visione per altro.


Alcune notizie da Wikipedia

Titolo originale.hack//Roots
AutoreMiu Kawasaki
RegiaKoichi Mashimo
StudioBee Train
ReteTV Tokyo
1ª TV5 aprile 2006 – 27 settembre 2006
Episodi26 (completa)
Durata ep.24 min
GenereAnimazione
TemiMMORPG

mercoledì 20 marzo 2013

Assassinio sul palcoscenico

La giustizia anglosassone, si sa, si affida molto alle giurie popolari per emettere il verdetto. Quando, però, la giuria non riesce a trovare un accordo allora viene sciolta e ne viene convocata un'altra.
Dopo che un solerte poliziotto di quartiere ha trovato una donna impiccata in casa sua, dei soldi per terra, con sopra una rosa, ed un uomo, apparentemente, impegnato a serrare il nodo dell'impiccagione, l'arresto del sospetto è immediato, così come il processo.
Della giuria questa volta fa parte anche Miss Marple. Sarà lei a non permettere ai suoi colleghi giudicanti di non raggiungere l'unanimità necessaria al verdetto di colpevolezza per l'uomo trovato sul luogo del delitto.
L'anziana appassionata di gialli inizierà la corsa contro il tempo per scagionare l'arrestato ed incastrare il vero colpevole. Le sue indagini porteranno lei ed il fidato Mr. Stringer sulle tracce di una compagnia teatrale, che nasconde più segreti che bravi attori. Fattasi assumere dal regista come apprendista non pagata, Miss Marple, sguinzaglierà liberamente le sue doti per incastrare il colpevole, che intanto si macchierà di ulteriori omicidi.
La sua arguzia sarà di fondamentale aiuto per le forze di polizia.

La7 ci propone un secondo film in bianco e nero dedicato all'investigatrice dilettante creata nel 1930 da Agatha Christie. Ci propone un secondo film che non è il secondo del ciclo Pollock/Rutherford, ma, bensì, il quarto e conclusivo della quadrilogia realizzata tra il 1961 ed il 1964. Assassinio sul palcoscenico prende il posto di Assassinio al galoppatoio, che tanto speravo di vedere data la presenza di Robert Morley, colui che ha ispirato Tiziano Sclavi al momento di creare l'Ispettore Bloch di Dylan Dog. I due film, oltre che dal misfatto di La7, sono legati per un altro motivo. Entrambi sono stati stravolti dai produttori della MGM che hanno affidato i casi non ad Hercule Poirot, infatti è lui l'investigatore presente nei libri, ma alla più inglese Miss Marple. Certo che lo stile dei sue investigatori letterari è diverso, ma gli accorgimenti presi da Jack Seddon al momento di sceneggiare Assassinio sul palcoscenico non lasciano intendere la sostituzione.
Sempre curioso il percorso che seguono i titoli dal libro inglese all'edizione italiana del film: Mrs McGinty's dead, libro in originale, diventa Fermate il boia, libro in italiano, che diventa Murder Most Foul, film in originale, che, chiudendo il cerchio, diventa Assassinio sul palcoscenico, film in italiano.
La trama risulta essere un po' contorta e le motivazioni dell'omicidio, alla fin fine poco chiare. Oggi, in CSI, si uccide per molto meno e coprendo meglio le proprie tracce, anche se si viene, inesorabilmente, beccati. Forse, rispetto ad Assassinio sul treno, non tutti gli ingranaggi sono oliati a puntino, ma il film è piacevole. Piacevole, sopratutto, per la presenza Margaret Rutherford e del rapporto che costruisce tra il suo personaggio e quello di Stringer Davis, Mr. Stringer. Le scene che recitano assieme contribuiscono ad alleggerire il tono della pellicola e, poi vedere, in un film del 1964 un uomo che fa jogging lascia apparire un sorriso senza remore. Altro particolare curioso sono le citazioni di libri o film precedenti che hanno visto coinvolta Miss Marple (il fatto che la commedia in scena a Minchester si intitoli Murder, She Said non è certo un caso).
Il cast è ben assortito ed ampio. L'intreccio non rende facile il compito dello spettatore nell'individuare l'assassino (io ho sbagliato colpevole alla grande), ma, come detto, scorre abbastanza bene.
Le musiche sono veramente poche rispetto ai film contemporanei, ma il motivetto dedicato a Miss Marple è delizioso e rimane, piacevolmente, in mente. Non si vede l'ora di risentirlo.
Quello che infastidisce è l'eccessiva dose di pubblicità con la quale La7 infarcisce la pellicola. Un film del 1964, tratto da un libro, studiato per il cinema, che parla di teatro, trasmesso in televisione, decisamente, subisce un rallentamento quasi fatale. Solo la curiosità e la passione dello spettatore permettono all'attenzione di non calare d'improvviso ed al dito di non far cambiare canale (a parte che al martedì in televisione non è che ci sia un granchè).

Adesso il mistero si infittisce. Quale sarà il prossimo film del ciclo? Assassinio al galoppatoio? Assassinio a bordo? O la scelta sarà di interrompere e cambiare del tutto la programmazione?
Speranzoso ed in attesa delle nuove avventure di Miss Marple non posso far a meno di consigliare questo film, meglio senza pubblicità, per divertirsi ed allenare il cervello.

Titolo originale Murder Most Foul 
Paese di produzione UK 
Anno 1964 
Durata 90 min 
Colore B & W 
Audio mono
Genere giallo 

Regia George Pollock 

Soggetto Agatha Christie (romanzo Fermate il boia) 
Sceneggiatura Jack Seddon 
Produttore Ben Arbeid 
Fotografia Desmond Dickinson 
Montaggio Ernest Walter 
Musiche Ron Goodwin 
Scenografia Frank White 

Interpreti e personaggi 
Margaret Rutherford: Miss Jane Marple
Ron Moody: H. Driffold Cosgood
Charles 'Bud' Tingwell: Ispettore Craddock
Andrew Cruickshank: Justice Crosby
Megs Jenkins: Gladys Thomas
Dennis Price: Agente Teatrale Harris Tumbrill
Stringer Davis: Mr. Stringer
 
Doppiatori italiani 
Lola Braccini: Margaret Rutherford
Gino Baghetti: Stringer Davis
Renato Turi: Ispettore Craddock

martedì 19 marzo 2013

Assassinio sul treno

L'anziana Miss Marple, di ritorno a casa sul treno vede, sul convoglio che le sfreccia accanto un'umanità diversa ed impegnata nelle sue faccende. Purtroppo in uno scompartimento si sta consumando anche un efferato delitto. Una tenda si sposta quel che basta per mostrarle una paio di mani guantate sul collo di una donna bionda. Miss Marple, testimone dello strangolamento della donna, avverte il controllore del suo treno che, alla prima stazione, si mette in contatto con la polizia. Le indagini delle forze dell'ordine non danno frutti, anzi l'appassionata di gialli viene quasi tacciati di essersi immaginata tutto. Con l'aiuto del fido Mr. Stringer, bibliotecario del piccolo paese dove Miss Marple risiede, la donna si mette ad indagare per conto suo. Gli indizi che raccoglie le permettono di ipotizzare che l'omicidio sia legato in qualche modo alla famiglia degli Ackenthorpe, ricchi tenutari inglesi. Dopo essere riuscita a farsi assumere come domestica dalla famiglia incomincia la sua vera indagine alla ricerca del corpo e dell'assassino. Nel mentre verrà a contatto con la varia umanità che compone una famiglia ricca, ma non felice.

Assassinio sul treno è in bianco e nero. Ed è stato i prima serata su La7, infarcito di pubblicità come se fosse un Avatar qualsiasi. Nel 1961 Geroge Pollock viene ingaggiato per dirigere il primo di quattro film dedicati all'arzilla vecchietta creata da Agatha Christie per i suoi romanzi nei quali Margaret Rutherford indossa i panni, larghi, della detective. Il titolo originale del libro è 4.50 from Paddington (in Italia Istantanea di un delitto) che si trasforma appunto in Assassinio sul treno per la versione cinematografica.
Non so se la pellicola trasmessa dal canale televisivo sia stata prima restaurata o fosse ben conservata, quello che so è che il bianco e nero della proiezione era brillante ed invitante. Piacevole è stato anche vedere un ambiente rurale inglese che non c'è più, o che se c'è è ben nascosto ai più. Una campagna inglese, per gli esterni, magari ricreata nei Pinewood Studios di Londra, ma non credo, che trasmette fascino e nostalgia.
Gli attori son stati fantastici. Un'ottima scuola teatrale per tutti ed una gioia vedere Margaret Rutherford nei panni della protagonista. Dovesse essere girato oggi un remake di questo film Miss Marple sarebbe una ventenne tettona scosciata, l'atmosfera familiare e complice creata dalla Rutherford è impagabile.
Lo spettatore di oggi paga, però, un inganno in più nella trama. Abituato, ormai, a sospettare di tutto e di tutti neanche il più innocente tra i membri della famiglia viene lasciato fuori dalla rosa dei possibili colpevoli. Anche quando è abbastanza ovvio che sia un altro personaggio quello su cui indirizzare tutti i sospetti.
Caldo ed intenso anche il doppiaggio italiano. Ascoltando i dialoghi del 1961 ci si accorge come il nostro modo di parlare sia cambiato e si sia impoverito, peccato. Guardare questo film è anche riscoprire la nostra lingua per rimettere in circolo qualche termine caduto in disuso.

Un giallo brillante che val la pena di riscoprire. Un tuffo nel passato che insegna qualcosa sulla delicatezza, la dolcezza e la semplicità con la quale si possono raccontare storie senza eccedere in virtuosismi narrativi (che ben pochi registi riescono a tenere saldi nei loro polsi). 
Ancora una piccola curiosità. Da questa avventura di Miss Marple ha preso spunto la più longeva delle investigatrici del piccolo schermo: La signora in giallo. Infatti, il titolo originale della serie è Murder, She Wrote mentre quello di questo film è Murder, She Said. Se non ci fosse stato questo film, probabilmente, pochi di noi sarebbero a conoscenza delle vicende di Cabot Cove nel Maine.

Titolo originale Murder, She Said 
Paese di produzione Gran Bretagna 
Anno 1961 
Durata 87 min 
Colore B & N 

Genere giallo 
Regia George Pollock 
Soggetto Agatha Christie (romanzo Istantanea di un delitto) 
Sceneggiatura David D. Osborn 
Produttore George H. Brown 
Fotografia Geoffrey Faithfull 
Montaggio Ernest Walter 
Musiche Ron Goodwin 
Scenografia Mickey O'Toole 

Interpreti e personaggi 
Margaret Rutherford: Miss Jane Marple
Stringer Davis: Mr. Stringer
Charles 'Bud' Tingwell: Ispettore Craddock
James Robertson Justice: Luther Ackenthorpe
Muriel Pavlow: Emma Ackenthorpe
Gerald Cross: Albert Ackenthorpe
Thorley Walters: Cedric Ackenthorpe
Conrad Phillips: Harold Ackenthorpe
Ronald Howard: Brian Eastly
Ronnie Raymond: Alexander Eastly
Arthur Kennedy: Dottor Quimper
Michael Golden: Hillman
Joan Hickson: Mrs. Kidder
Peter Butterworth: controllore
 
Doppiatori italiani 
Lola Braccini: Margaret Rutherford
Gino Baghetti: Stringer Davis
Renato Turi: Charles 'Bud' Tingwell
Luigi Pavese: James Robertson Justice
Fiorella Betti: Muriel Pavlow
Roberto Gicca: Gerald Cross
Nando Gazzolo: Arthur Kennedy
Nino Bonanni: Michael Golden
Wanda Tettoni: Joan Hickson
Mario Mastria: Peter Butterworth
Giulia Turi: (Hilda)
Ria Saba: (cameriera)