sabato 31 marzo 2012

Quasi amici

Driss, ha una trentina d'anni. E' di origine senegalese. Ha precedenti penali, il più recente sei mesi per furto in una gioielleria. Vive in un piccolo appartamento popolare con sei, sette, bambini, i figli della zia che lo ospita. Non ha un lavoro e vive di sussidio di disoccupazione. La prassi vuole che per ottenere il sussidio si debba presentare alle offerte di lavoro e, in caso di rifiuto di assunzione da parte del datore, farsi firmare un foglio per continuare a percepire l'aiuto di stato. La nuova offerta di lavoro è quella di occuparsi di un ricco tetraplegico, Philippe, di una cinquantina d'anni, che vive in un immenso appartamento al centro di Parigi. Invitato a tornare il giorno dopo il colloquio per ritirare la lettera per l'erogazione del sussidio firmata, viene assunto in prova per un mese. Si instaura, così, un rapporto di amicizia profondo. Philippe cerca in lui sincerità ed aiuto, ma non la pietà. Driss offre sincerità ed aiuto e le pietà non sa neanche cosa sia. Tutto non può che filare liscio. I giorni scorrono leggeri, nonostante i problemi di salute di Philippe e quelli familiari di Driss. Per rendere meno monotona la vita di Philippe, Driss, gli pompa la carrozzina, di modo che possa raggiungere i 12 km all'ora, e lo spinge a far crescere di livello la relazione epistolare che ha con una donna del nord della Francia, Eleonore, passando dalle lettere, alle telefonare, allo scambio di foto ed ad organizzare un incontro.
Di contorno ci sono le vicende dell'adolescenza della figlia di Philippe, Elisa, la corte spietata di Driss a Magalie, la segretaria tutto fare di Philippe e tante altre piccole vicende.

E' una commedia francese che ha ben poco di francese. Si, è ambientata a Parigi ed i nome dei protagonisti sono francesi, ma il ritmo, la fotografia, la recitazione hanno veramente poco di transalpino.
Sullo schermo sono protagonisti François Cluzet, nel ruolo di Philippe, e Omar Sy, in quello di Driss. Sembra di vedere Robert De Niro recitare accanto a Balotelli. Il paragone mette in evidenza le loro somiglianze fisiche con i due noti personaggi, ma le qualità artistiche dei due attori non si discutono. Entrambi sono attori navigati del cinema francese la cui abilità, grazie a questo film, cade anche sotto i nostri occhi. Se Sy caratterizza con il giusto spessore la simpatia e le problematiche di un senegalese in cerca di lavoro in una Francia in crisi, Cluzet riesce, solo con il movimento degli occhi e della testa, nel difficile compito di mettere lo spettatore di fronte ad una disabilità estrema, ma vissuta con coraggio.
La regia e la sceneggiatura sono entrambe frutto di un lavoro a quattro mani di Olivier Nakache e Éric Toledano. I due creano e mettono in pellicola, un copione ricco di azione, la scena iniziale della fuga in auto è veramente ben fatta, commedia, le battute politicamente scorrette sulla disabilità di Philippe da parte di Driss sono irriverenti, ma accettate con divertimento dallo stesso tetraplegico, e sentimento, non dimentichiamo che il film si basa sulla nascita di un'amicizia particolare, sull'amore e sulla vita vera. Già, perché non ve l'ho ancora detto, ma questo film si basa su una storia vera, opportunamente romanzata. La storia di base ha preso, infatti, spunto dalle vicende occorse a Philippe Pozzo di Borgo (autore di Le Second Souffle) tetraplegico dal 1993, ed il suo rapporto con suo aiuto domestico Yasmin Abdel Sellou.
Come detto la fotografia è la carta in più di questo ottimo film. La definisco carta in più perché a non tanti italiani piacciono i film francesi e finché non senti i nomi dei protagonisti questo film potrebbe benissimo essere un film americano, ma con uno spessore qualitativo della trama decisamente più alto di quelli statunitensi. Non dico che l'omegeneizzazione dell'aspetto visivo si positiva, va a finire che tutte le pellicole prendono il taglio visivo da cinema americano ed addio all'originalità, ma funziona (d'altro genere, ma come in La Horde). Il dato di fatto è che c'è meno spocchia che in tanti altri film francesi ed italiani in questo ed è un fattore da apprezzare. A questo aggiungiamo il grande lavoro, già citato, in sceneggiatura e regia e la storia forte sulla quale gli autori hanno lavorato, mischiato alla caratura artistica degli attori protagonisti e dei coprotagonisti, ed otteniamo un film divertente, commovente e di alto livello.
Ultima nota sulle musiche. Durante la festa per il compleanno di Philippe assistiamo ad un'alternarsi di brani di musica classica che ti tengono inchiodato alla poltrona del cinema. Non credo che in tanti altri film questo accada, complimenti, quindi, anche per la scelta delle musiche.
Non ho parlato dell'altra metà del cielo di questo film. Sia Anne Le Ny che Audrey Fleurot sono brave, ma Audrey Fleurot! Ma l'avete vista Audrey Fleurot? Ecco.

Andate al cinema e godetevi questa storia di amicizia e lealtà che dimostra che, forse forse, il genere umano non è proprio tutto da sterminare con una pioggia di bombe al fosforo.

Titolo originale Intouchables
Lingua originale Francese
Paese Francia
Anno 2011
Durata 113 min
Genere Commedia

Sceneggiatura e Regia Olivier Nakache, Éric Toledano
Produttore Nicolas Duval-Adassovsky, Laurent Zeitoun, Yann Zenou
Casa di produzione Gaumont
Distribuzione (Italia) Medusa Film
Fotografia Mathieu Vadepied
Montaggio Dorian Rigal-Ansous
Musiche Ludovico Einaudi
Scenografia Olivia Bloch-Lainé

Interpreti e personaggi
François Cluzet: Philippe
Omar Sy: Driss
Anne Le Ny: Yvonne
Audrey Fleurot: Magalie
Clotilde Mollet: Marcelle
Alba Gaïa Bellugi: Elisa
Cyril Mendy: Adama
Christian Ameri: Albert
Grégoire Oestermann: Antoine

Doppiatori italiani
Angelo Maggi: Philippe
Simone Mori: Driss
Ludovica Modugno: Yvonne
Francesca Fiorentini: Magalie
Fabrizia Castagnoli: Marcelle
Valentina Favazza: Elisa
Flavio Aquilone: Albert

Premi
Premi César 2012: miglior attore (Omar Sy)
Premi Lumière 2012: Miglior attore (Omar Sy)

mercoledì 28 marzo 2012

Dylan Dog - Almanacco della Paura 2012

Almanacco della Paura 2012 , annuale
L’eliminazione

Soggetto e sceneggiatura: Roberto Recchioni e Mauro Uzzeo
Disegni: Bruno Brindisi
Copertina: Angelo Stano

L'orrore si manifesta al meglio delle sue possibilità nella vita di Dylan Dog. La sua ultima fiamma è una stellina dei reality che ha in mente solo una cosa: vincere. Vuole a tutti i costi ottenere il primato nella competizione che decreterà la nascita della nuova stella della televisione in diretta. Dylan è invitato in studio per partecipare con lei alla sua gioia, ma non si sente molto a suo agio. Quando, poi, due ex concorrenti del reality entrano in studio armati di tutto punto ed iniziano a far fuori i concorrenti il suo disagio è oltre i limiti di guardia. Con coraggio, e tanta incoscienza, tenta di trattare con i sequestratori omicidi, ma senza alcun risultato se non quello di finire tramortito e legato. La trasmissione continua in diretta e l'eliminazione dei concorrenti, secondo i risultati del televoto, non è solo dal gioco, ma, anche, dalla vita reale. Ci sarà un modo per fermarli prima che sterminino tutto lo studio? Riuscirà Dylan a convincere gli spettatori che non è tutto falso ciò che stanno vedendo, ma che è la realtà? O gli spettatori lobotomizzati dalla TV non si accorgeranno di niente?

Recchoni ed Uzzeo azzeccano pienamente il punto su quella che la situazione della popolazione mondiale degli spettatori televisivi. Non riescono più a riconoscere la realtà dalla finzione, tanto sono convinti che tutto ciò che succede nel pannello appeso alle loro pareti sia finto. Gli sceneggiatori toccano un paio di punti che non possono lasciare insensibile il lettore, prendendo a spunto un famoso reality italiano (o docufiction come li chiamano per dare un tono). Io spero, sinceramente, che la realtà sia, almeno, un po' più distante da quello che viene reso graficamente da Bruno Brindisi nella storia di questo almanacco, ma non ci credo tanto. Disegni buoni, buon ritmo delle vignette, inquadrature televisive appropriate. Brindisi fa un buon lavoro dedicandosi a questa serie al di fuori degli albi regolari.
La copertina doppia di Stano mette bene in chiaro gli orrori che tutti i giorni affrontiamo accendendo la televisione, decerebrandoci con programmi di livello discutibile.

Ma la parte più succosa dall'Almanacco sono i dossier. Libri, qualche consiglio interessante. Film, da prendere nota e passare in videoteca. Telefilm, poca roba se non un remake televisivo di Voglia di Vincere (ricordate Micheal J. Fox?) e American Horror Story (questo recuperatelo veramente, poi ne parliamo tra qualche giorno). Videogiochi, niente di che (forse vi verrà voglia di giocare a Dead Island). Tutto questo precede, come al solito, la storia a fumetti. Dopo dell'avventura di Dylan faremo un excursus sui nuovi registi che ci impressionano col le loro pellicole horror, analizzando la situazione di diversi Paesi (Inghilterra, Francia, Spagna, Italia). Verremo catapultati nel mondo dei Freaks, dei loro orrori, delle loro sofferenze e della stupidità umana. Conosceremo meglio Anne Rice ed il suo vampiro Lestat. Tutto sommato, come ogni anni, dossier interessanti e acculturanti, anche se quello sulla Rice è un po' pesantuccio.

Un appuntamento che una volta all'anno non può mancare. Magari lasciate perdere i Maxi, i Gigante, i Color Fest ed altre varie pubblicazione, ma dall'Almanacco si impara sempre qualcosa.

martedì 27 marzo 2012

Barbarossa

Siamo a metà del 1100. Federico Barbarossa ha un sogno: quello di creare l'impero più vasto del mondo, superiore in dimensioni rispetto a quello di Carlo Magno. Grazie alla sua abilità strategica e guerriera riesce ad espandersi in modo avvolgente in tutta Europa, riesca anche a controllare i Comuni italiani dal Nord alla Sicilia. I Comuni, però, necessitano repressioni per essere mantenuti sotto il giogo imperiale. A volte se ne occupa lui stesso, a volte governa per mezzo di vassalli. Saranno proprio le gesta di uno di questi vassalli, Siniscalco Barozzi, a scatenare le ire della città di Milano. Nel 1162, Milano si ribella all'Imperatore. La ribellione dura poco. Barbarossa soffoca la ribellione e fa radere al suolo la città. I milanesi vengono dispersi in sei direzioni diverse e gli viene vietato di ricongiungersi.
Per fortuna i giovani del popolo non ci stanno. Guidati da Alberto da Giussano, figlio di un fabbro milanese e fratello di due martiri per la libertà, si accorge del fermento che potrebbe essere solleticato. Con amici fedeli cavalca per tutta la Lombardia ed il Veneto per unire le città contro il Barbarossa. Fondando la Lega Lombarda, e le squadre di combattenti della Compagnia della morte, chiamerà tutte le sue forze a raccolta nella battaglia di Legano. Lo scontro decisivo per la libertà di un popolo oppresso è alle porte..

Renzo Martinelli (Vajont - La diga del disonore, Piazza delle Cinque Lune, Il mercante di pietre, Carnera - The Walking Mountain) è chiamato da Umberto Bossi, fondatore ed esponente di spicco della Lega Nord, a dirigere questo film storico. Ciò lo mette in cattiva luce, agli occhi di molti, già prima che il film veda le sale cinematografiche.
Ma il film com'è? Premetto che, senza sapere fosse di Martinelli, ho molto apprezzato Piazza delle Cinque Lune. Ma Barbarossa è giusto una divulgazione di un evento storico, precursore della fondazione dell'Italia, mai affrontato dalle nostra produzioni. E' una produzione coraggiosa, neanche tanto ricca (dodici milioni di euro) per gli standard americani (che comunque li pagano tutti con soldi privati e senza l'aiuto dello Stato), anzi, che vanta un cast internazionale di tutto rispetto. Rutger Hauer (I falchi della notte, Blade Runner, Ladyhawke, Furia cieca, Hemoglobin - Creature dall'inferno, Sin City, Batman Begins per citarne alcuni) è Barbarossa, F. Murray Abraham (Serpico, Scarface, Amadeus, Il nome della rosa, Star Trek - L'insurrezione, I tredici spettri e Piazza delle cinque lune e Il mercante di pietre sempre di Martinelli) è Siniscalco Barozzi, Raz Degan (Alexander, regia di Oliver Stone) è Alberto da Giussano sono i protagonisti, ai quali si aggiunge Kasia Smutniak (brava, ma ricorda tanto la Milla Jovovich di Giovanna d'Arco), per l'intreccio romantico con Alberto da Giussano, nei panni di Eleonora. Recitazione e doppiaggio sono di buon livello, così come lo è la regia.
Grosse lacune si hanno dal montaggio e dalla sceneggiatura, che non permettono di capire alcuni passaggi, ne omettono altri, creando disagio nello spettatore. Renzo Martinelli, Giorgio Schöttler, Anna Samueli, che redigono il copione, prendo a pieni mani da film epici che li hanno preceduti. Citazioni a mani basse da Braveheart sono evidenti e lapalissiane, volgiamo parlare del discorso sulla libertà?. Ma d'altronde dopo Braveheart quale altro film epico potrebbe essere originale? Neanche il Gladiatore lo è stato.
Il film, altra anomalia, non vede come protagonista il Barbarossa bensì, il giovane, Alberto da Giussano. Infatti, non seguiamo le vittorie, le sconfitte e la vita di Barbarossa come ci si aspetterebbe in un film a lui dedicato, ma quelle del suo antagonista milanese. Vediamo Alberto crescere, innamorarsi, combattere, soffrire, perdere e vincere, incrociando la strada di Barbarossa. Probabilmente le polemiche politiche non hanno permesso di intitolare il film con un titolo più esplicito come "Alberto da Giussano" ed hanno costretto i produttori a trovarne uno alternativo.

Sinceramente il film, versione televisiva su RaiUno, mi ha abbastanza annoiato. Se parti sono interessanti storicamente, ben girate e con buon ritmo, altre appesantiscono l'opera. Un esperimento coraggioso supportato, purtroppo, dalla politica, fatto che l'ha reso ancora meno godibile. Positiva, però, è stata l'accoglienza dai Paesi stranieri: ha ricevuto accordi di distribuzione in Repubblica Ceca, Slovenia, Bulgaria nella versione televisiva e Russia nella versione cinematografica ed in nazioni inaspettate come Inghilterra, America Latina, Cina, Giappone e Stati Uniti.

Da vedere senza sapere che è finanziato dalla politica per imparare qualcosa di nuovo, ma non per godere di un film indimenticabile. Ma poi volete mettere il divertimento di scoprire il cammeo di Umberto Bossi?

Lingua originale Inglese
Paese Italia, Romania
Anno 2009
Durata 139'
Genere storico

Regia Renzo Martinelli

Soggetto Renzo Martinelli, Giorgio Schöttler
Sceneggiatura Renzo Martinelli, Giorgio Schöttler, Anna Samueli
Produttore Renzo Martinelli, Riccardo Pintus, Vlad Paunescu
Casa di produzione Martinelli Film Company International, Castel Film Studios, Rai Cinema
Distribuzione (Italia) 01 Distribution
Fotografia Fabio Cianchetti
Musiche Pivio e Aldo De Scalzi

Interpreti e personaggi
Rutger Hauer: Barbarossa
Raz Degan: Alberto da Giussano
Kasia Smutniak: Eleonora
Cecile Cassel: Beatrice di Borgogna
Ángela Molina: Hildegard von Bingen
F. Murray Abraham: Siniscalco Barozzi
Antonio Cupo: Il Console dell'Orto
Christo Jivkov: Gherardo Negro
Gianmarco Taviani: Lorenzo Della Pigna
Hristo Shopov: Rainaldo di Dassel
Vasile Albinet
Federica Martinelli: Tessa
Vlad Radescu: Mastro Guitelmo
Elena Bouryka: Antonia
Maurizio Tabani: Giovanni da Giussano
Zoltan Butuc: Otto da Giussano
Riccardo Cicogna: Wibaldo
Robert Alexander Baer: Alberto da ragazzo
Karl Baker Rainero da Giussano
Marius Chivu: Guidone
Stefan Adrian: Ottone
Francesca Ruiz: Eugenie
Alin Olteanu: Enrico il Leone
Stefan Velniciuc: Evandro

Doppiatori italiani
Francesco Pannofino: Barbarossa
Adriano Giannini: Alberto da Giussano
Dario Penne: Siniscalco Barozzi
Valentina Mari: Beatrice di Borgogna
Simone D'Andrea: Rainero da Giussano
Alex Polidori: Alberto da Giussano da ragazzo
Edoardo Stoppacciaro: Gherardo Negro

lunedì 26 marzo 2012

Priscilla - La regina del deserto - Il musical

Priscilla è un vecchio autobus (che diventerà rosa nel corso del viaggio) scassato sul quale viaggiano tre Drag Queens per raggiungere Alice Springs (nel centro del nulla australiano) da Sydney. Ma perché di questo viaggio? La scusa ufficiale è che Tick (in arte Mitzi) ha trovato per se e le altre due sue amiche Bernadette (in origine Ralph) e Felicia (nata Adam) un ingaggio al Casinò di Alice Springs per esibirsi. La vera ragione è che Tick, una volta etero, ha avuto un figlio, Benji, da Marion, la sua ex moglie, che ora gestisce il casinò ed ha deciso di vederlo per la prima volta, adesso che ha sei anni.
Tre persone dai caratteri diversi si imbarcano in questo viaggio, ognuna per motivazioni diverse. Tick per vedere il figlio, Bernadette, la più carismatica del gruppo, per riprendere in mano una vita di successi lasciata andare, e Felicia, la più estrosa, per cantare un brano di Madonna sulla cima di Ayers Rock vestita di lustrini e paillettes.
Un viaggio on the road che parla di amicizia, famiglia, sentimenti, tolleranza e vita.

Nel 1994 Stephan Elliot portava sul grande schermo le avventure di tre Drag Queens disperse nel deserto australiano trovando supporto in attori, all'epoca poco noti, come Hugo Weaving (Matrix, Il Signore degli anelli, V per Vendetta) e Guy Pearce (Memento), ma, sopratutto, Terence Stamp (simbolo della mascolinità degli anni '70 e '80). Il mix messo da loro in opera, supportato da un'ottima sceneggiatura ed una grande colonna sonora, ha dato vita ad un fenomeno esploso in quell'anno ed in continua espansione ancora oggi.
Tanto fragorosa è stata l'esplosione che oggi dal film è stato tratto un musical di Broadway. 25 canzoni, tra appartenenti originalmente al film e nuovi innesti, 500 sgargianti costumi, incorniciano le prestazioni di un cast spettacolare sul palco del Teatro Ciak di Milano, presso la Fabbrica del Vapore. Lo spettacolo sta facendo il giro del mondo, Londra, New York, Milano, Sidney, tutto con lo stesso formato. Gli spettatori di tutto il mondo possono ammirare le scenografie, le coreografie, di Ross Coleman e Andrew Hallsworth, ed i costumi e rimanerne estasiati. La messa in scena e l'adattamento teatrale di un film cult ha trasceso qualsiasi immaginazione e catapulta lo spettatore nel mezzo dei sentimenti che attraversano il palco. Il plus di cui è dotato lo spettacolo milanese è che, oltre ad essere recitato in italiano, tutti i brani sono cantati in lingua originale e le musiche eseguite dal vivo, dalla band in sottovuoto. Gli attori, le cantanti, i coristi tutti sono eccezionali, ma le parole non bastano per farvi capire quanto. Coinvolgenti, espressivi, emozionanti per tutti i 130 minuti dello show. 130 minuti che passano in un attimo, proprio come vuole la teoria del tempo relativo. Colori, voci, balletti, luci, musica si rivelano azzeccati e sorprendenti.
Sinceramente spendere parole sul singolo attore non è neanche giusto. Se i tre protagonisti Antonello Angiolillo, Simone Leonardi, Mirko Ranù sono quelli che mettono la faccia per più tempo sul palco tutti gli altri membri del cast sono alla loro altezza. Le tre Divas, Valentina Ferrari, Loredana Fadda ed Elena Nieri, coloro che permettono di realizzare "l'effetto playback" presente nel film, hanno voci angeliche ed espressività grandiose. I coprotagonisti sono bravi ed ironici. Tutti gli ingranaggi funzionano a meraviglia. Ma come non citare il protagonista assoluto? Priscilla, il bus, è una sorpresa scena dopo scena, da grigio verrà dipinto di rosa, fino a diventare vero proprio traino narrativo della vicenda. Grazie alle trovate tecnologiche che sono state applicate a questo personaggio la storia scorre in modo impeccabile, per capire di quello che parlo lo dovete vedere.
La regia di Dean Bryant chiude il cerchio. Mai pesante, mai rallentata, offre brio e freschezza per tutto lo spettacolo e lo spettatore ringrazia.

Sia come sia Priscilla non è solo uno spettacolo divertente e colorato. E' un modo per veicolare un messaggio. Anzi più di uno. Un papà diverso dalla norma, divorziato, è comunque sempre un padre che vuole bene a suo figlio. Gli intolleranti, che sono ovunque nel mondo, possono ferire le persone contro cui si scagliano, ma non potranno mai abbatterle. Sarà la società a cambiare per accogliere le Drag Queens, i diversi dalla massa, ed espellere, come pus virulento, i razzisti e gli intolleranti. E' bello vedere che in una città come Milano, a botte di 1000/1500 persone a spettacolo riusciamo a recepire il messaggio e proviamo a diffonderlo sensibilizzando gli altri. L'opera di Priscilla è come la goccia d'acqua sulla roccia. Poco alla volta scava nelle coscienze e le risveglia.

Non avete visto il film? Andate a teatro e vedetevi lo show.
Avete visto il film? Non siete ancora andati a teatro a vedervi lo show? Avete tempo fino al 30 di Aprile 2012.

Priscilla - La regina del deserto il musical

Teatro Ciak - Priscilla Palace - Fabbrica del Vapore
Via Procaccini 4, Milano

regia di Dean Bryant

Interpreti e personaggi

Antonello Angiolillo TICK
Simone Leonardi BERNADETTE
Mirko Ranù ADAM
Maurizio Arena BOB
Elena Nieri DIVAS
Loredana Fadda DIVAS
Valentina Ferrari DIVAS
Alice Mistroni MARION
Giada D'Auria CYNTHIA
Elisa Musso SHIRLEY
Andrea Verzicco MISS UNDERSTANDING
Cesar Josè Piombo JIMMY - ENSEMBLE
Gianluca Sticotti FARRAH/YOUNG BERNADETTE - ENSEMBLE
Gianluca Briganti FRANK - ENSEMBLE
Nicola Ciulla ENSEMBLE
Aldo Esposito ENSEMBLE
Luciano Guerra ALTERNANTE ADAM e ENSEMBLE
Massimiliano Barbato ENSEMBLE
Andrea Rossi ENSEMBLE
Samuele Cavallo ENSEMBLE
Thomas Signorelli DANCE CAPTAIN - SWING
Dania Mansi COVER/SWING
Elisa Colummi COVER/SWING
Roberto Archetti SWING
Cristian Maiolino SWING
Riccardo Lardinelli BENJI
Alessandro Bendinelli BENJI
Kevin Palmieri BENJI
Eric Sarzano BENJI

venerdì 23 marzo 2012

World War Hulk

Al termine degli eventi di Planet Hulk, il mostro verde, ha visto la sua nuova casa, il mondo di cui è divenuto imperatore, essere distrutto dall'esplosione dei motori della navetta con cui è atterrato. Il milione di creature morte, l'uccisione di sua moglie e del bambino che portava in grembo, lo hanno reso folle di rabbia. Con i suoi fratelli di guerra Hiroim, Elloe, Miek, Korg e Senzanome decide di partire per la Terra ed distruggerla. I principali obiettivi della sua vendetta sono gli Illuminati che lo hanno ingannato e spedito nello spazio: Freccia Nera, Iron Man, Mister Fantastic e il Dottor Strange. Nessuno di loro riesce a resistere alla sua furia, anche gli eroi che li soccorrono vengono sconfitti come foglie secche dal vento d'autunno. In breve Hulk è il signore incontrastato. L'unico che riesce ad opporsi a lui è il Dottor Strange che, grazie ai suoi poteri magici, riesce ad evocare un potente demone degli inferi ed incarnarlo in se stesso. Il Golia verde, però, "Non è mai stato più arrabbiato e quindi non è mai stato più forte", per dirla con le parole del mistico. La vittoria su tutti gli eroi è schiacciante, Manhattan, evacuata per tempo, è un campo di battaglia, il Madison Square Garden ne è l'area dei gladiatori. Hulk sottopone tutti i suoi ex amici alle stesse torture che aveva dovuto affrontare appena giunto sul pianeta Sakaar. L'unica speranza dell'umanità è il più potente dei supereroi, ma anche il più instabile mentalmente, l'amico di Hulk e Bruce Banner, il "Guardiano d'oro del bene", colui che è capace di liberare il potere di "un milione di soli che esplodono", l'agorafobico, Sentry.
Riuscirà questo supereroe con superproblemi a fermare lo Sfregio Verde? Il Distruttore di mondi distruggerà anche la Terra?

Diciamocelo. Greg Pak non scrive una storia degna di questo nome, ma una specie di videogame a scorrimento orizzontale dove Hulk affronta di volta in volta i diversi eroi Marvel. La cosa non è affatto male. Dopo storie complesse, psicologiche, spesse ci vuole una bella serie di mazzuolamenti a raffica. E chi può essere più mazzuolatore di un Hulk arrabbiato come non mai? Non c'è mai discussione, sai che lui è il più forte e lo sarà fino alla fine.
I disegni sono affidati al collaudato duo John Romita Jr. alle matite e Klaus Janson alle chine. Viene fuori uno spettacolo pirotecnico intenso e divertente. A volte qualche imprecisione ci scappa (tipo Mr. Fantastic a petto nudo e poi in tutta da F4 due pagine dopo), ma tutto sommato la realizzazione grafica stupisce e diverte. Molti effetti speciali di movimento e vibrazione sono aggiunti in colorazione e fanno il proprio dovere.
Nel complesso incontriamo l'ennesima versione di Hulk. Dopo il primo Hulk del primo numero, riportato alla luce da Peter David nelle vesti di Joe Fixit, dopo il secondo classico Hulk Verde Selvaggio, che è poi anche la versione di Hulk più popolare e riconoscibile al mondo, arriva il Gravage Hulk che è sostanzialmente un Hulk Verde, con la mente dell'Hulk grigio: razionale, intelligente e cinico. La sorpresa giunge alla fine della storia quando Rick Jones, vecchio pard di Banner, colui che lo scienziato ha salvato dai raggi gamma per mezzo dei quali ora subisce la mutazione, riesce a far ammettere allo Sfregio Verde che è la mente dello stesso Bruce Banner a comandare le azioni del gigante di giada. Sia come sia oltre al Gravage Hulk abbiamo, in questa storia, un'incarnazione a sé stante del personaggio che è il Distruttore di Mondi. Tale versione rappresenta Hulk al suo massimo livello di potere, di rabbia e di pericolosità un'essere con cui solo Sentry può tentare di competere.

Non aspettatevi trame fitte al Civil War od alla Secret Invasion, non aspettatevi sentimenti alla Morte di Capitan America, ma tante mazzate e divertimento assicurato. Ogni tanto ci si deve pur distrarre con qualcosa di leggero.

Titolo originale World War Hulk
Testi Greg Pak
Disegni John Romita Jr.
Editore Marvel Comics
1ª edizione aprile 2008 – agosto 2008
Albi 5 (completa)
Formato 17 cm × 26 cm
Rilegatura spillato
Editore it. Panini Comics – Marvel Italia
Collana 1ª ed. it. Marvel Miniserie nn. 88-92
Periodicità it. mensile
Albi it. 5 (completa)
Formato it. 17 cm × 26 cm
Edizione Le Grandi Saghe
Volume Unico
Rilegatura it. brossura

giovedì 22 marzo 2012

Saluto, Vulcaniano.


E dopo una settimana di post a più non posso concediamoci un po' di pausa con questa stupenda interpretazione del saluto vulcaniano.

mercoledì 21 marzo 2012

d/visual

La d/visual.
Sul mercato italiano dal 2002, casa editrice con sede a Tokyo. e stamperia ad Hong Kong, è definitivamente fallita.
In questi giorni di festeggiamenti per i personaggi di carta, di attesa per le novità di Cartoomics, ho appurato che persino il sito internet, in comingsoon da almeno un anno, non esiste più.
d/visual che ha portato in Italia per lo più manga del maestro Nagai Go, tra i più conosciuti e quelli meno, ed ha riproposto manga già editi nel nostro Paese, nei decenni passati, caratterizzati da qualità e prezzi nettamente superiori non esiste più. Dell'elenco a piede post sono da notare volumi come La Divina Commedia, Le Rose di Versailles, Ken il guerriero, Ufo Robot Goldrake, ma l'offerta era veramente lunga. Lunga come i tempi di attesa tra un'uscita e l'altra. La distanza nella pubblicazione dei vari volumi era veramente eccessiva, quello che veniva definito mensile diventava, senza troppi problemi e spiegazioni, tri o semestrale. Attese tanto lunghe che tre titoli non hanno mai visto la fine: Babil Junior, Leviathan e Robot (anche se in questo caso si trattava di una rivista).
Per non parlare poi del reparto video, ed è qui che ce l'ho veramente con loro. Dopo piccole produzioni importate ex novo, come La voce delle Stelle e MazinKaiser, si sono lanciati in un progetto a più ampi respiro, ma certo nelle vendite: la prima edizione italiana in DVD di Ufo Robot Goldrake. Con mia somma sfiducia, ma grande passione e speranza, mi sono messo all'acquito di questa produzione che, in tre/quattro anni è giunta fortunosamente alla pubblicazione del decimo volume (dei dodici attesi). I restanti due sono rimasti, senza spiegazioni da parte dell'editore (ci tengo a ribadirlo), in stand by per circa due anni, fino al recente fallimento della d/visual.
Non so nel dettaglio quali siano stati i problemi che hanno portato Federico Colpi (ex Granata Press, Dynamic Italia, Dynit) a fallire miseramente nel suo progetto, sta di fatto che la sua mancanza di rispetto per i suoi clienti è stata sfacciata ed estrema.
Su Wikipedia si trovano notizie non troppo rassicuranti sul curriculum di quest'uomo:

"Con la dissoluzione del gruppo a causa di ritardi nei pagamenti delle licenze a Dynamic Planning, Federico Colpi e Toyoyuki Yokohama assumono la direzione di una joint-venture (50/50) fra Dynamic Planning e Omega Project (Marubeni) fondata nel 2001 chiamata d/world, sciolta nel 2002 con l'uscita di Marubeni dal mercato anime. Nell'ottobre 2002 Colpi e Kazuhiko Murata fondano d/visual, in cui confluisce d/world. Nel 2004 Colpi converte d/visual in una casa editrice perseguendo i medesimi obiettivi che l'avevano indotto ad appoggiare il "Dynamic Group of Companies". La d/visual, indipendente dalla Dynamic Planning, che non ne detiene alcuna quota azionaria, opera di fatto come una sua divisione internazionale, che dopo lo scioglimento del "Dynamic Group of Companies" ha aiutato a recuperarne le insolvenze verso i licenziatari."

Nel suo curriculum vitae si ritrovano importanti scelte editoriali risalenti agli anni '90 del secolo scorso. Si nota come sia riuscito ad ottenere le licenze per le traduzioni di titoli che hanno fatto la storia del manga in Giappone ed in Italia, quali Capitan Harlock (Matsumoto Leiji), Nausicaä della valle del vento (Miyazaki Hayao) Lamù e Ranma 1/2 (Rumiko Takahashi), Sanctuary (Sho Fumimura e Ryoichi Ikegami), Patlabor e Devilman, Mazinga Z (ed altre opere di Nagai Go) e molti alti. A questo punto sorge un dubbio: che fossero i primi vagiti italiani sul mercato manga giapponese e che gli editori nipponici abbiano ceduto all'unico che gli ha chiesto i diritti o che non sia solo merito suo.

Sempre Wikipedia dice che l'uomo è nato nel 1969, ma non ne cita la data di dipartita. Sarebbe bello che questo personaggio, dopo anni di silenzi, si affacciasse, almeno sulla rete (siti specializzati o meno), e giustificasse il suo fallimento. L'unico dato certo è che ora tutto il catalogo manga della d/visual (i d/books) sono passati sotto la GP Publishing (Grani & Partners del Gruppo Giochi Preziosi) diretta, inizialmente, dai vecchi Kappa Boys (Andrea Baricordi, Massimiliano De Giovanni, Andrea Pietroni e Barbara Rossi). Ora la direzione di questa nuova realtà non è nota (dal sito nell'internet non si ricavano informazioni) visto che sembra che i Kappa siano andati a fondare la Ronin Manga per Alessandro Distribuzione.

Il mio cruccio è che questo editore problematico, fallito, mi ha piantato in asso con in DVD di Goldrake. Sapevo che sarebbe stata dura, sapevo che sarebbe stata lunga, ma essere messi di fronte al fatto che dopo aver investito soldi, tempo e speranza in questo progetto non mi sarà possibile completarlo è deludente. Il bello è che nell'internet, ben prima dell'inizio della pubblicazione dei DVD originali d/visual, sono disponibili tutti gli episodi, con il medesimo doppiaggio, in divx, così come lo sono quelli di Jeeg ed Il Grande Mazinga. Che sforzo sarebbe stato finire la pubblicazione, visto che il materiale era già pronto? Fossero stati problemi di richiesta scarsa sarebbe bastato lanciare un appello dal loro sito e raccogliere ordini e pagamenti organizzando la spedizione a casa di ciascun acquirente. Come detto non so cosa sia successo, il resto sono solo parole, ma incontrassi Colpi gli chiederei spiegazioni.

Finite le belle notizie ecco a voi l'ex catalogo d/visual, che non potrete più acquistare se non da GP.

Manga

Amon - The Darkside of Devilman
Appleseed
Babil Junior (Interrotta al volume 7 di 8 previsti)
Beast of East
Birth
Capitan Harlock
Cutie Honey '21
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Yapoo - Il bestiame umano
Yoshitoshi ABe lain illustrations
Z Mazinger

Anime

La voce delle stelle (dvd unico)
Mazinkaiser (serie in 7 episodi racchiusi in 2 dvd)
Mazinkaiser contro il Generale Nero (dvd unico)
Ufo Robot Goldrake (serie interrotta: 10 DVD pubblicati su 12 annunciati)

ps: Da voci registrate durante la Cartoomics 2012, conclusasi domenica scorsa, son riuscito ad intercettare una notizia che vi riporto, ma è da prendere con le pinze. Sembra, e dico sembra, che d/visual non avesse i diritti per commercializzare i dvd di Godrake. Sembra che ad un certo punto alla Toei se ne siano accorti e gli abbiano intimato di fermarsi se non volevano fare una brutta fine. Che storia complicata se teniamo, anche, presente che lo stesso Colpi aveva citato in giudizio una ditta francese che stava per immettere gli stessi dvd sul mercato transalpino. Le speranze di vedere il nostro amato robot samurai in azione negli ultimi dvd sono sempre più remote. Accidenti

martedì 20 marzo 2012

Nathan Never -Il segreto di Sigmund

Nathan Never n. 250, mensile
Il segreto di Sigmund

Soggetto: Antonio Serra
Sceneggiatura: Mirko Perniola
Disegni: Sergio Giardo
Copertina: Sergio Giardo

Nathan Never è un solitario ex poliziotto che ha subito un dramma familiare e che si è rifugiato su una stazione orbitale, in un monastero shaolin, per ritrovare l'equilibrio. Dopo alcuni anni ha ricevuto un proposta per entrare nella nuova Agenzia Alfa.
Rebecca "Legs" Weaver è una solitaria appassionata di armi. Anche lei dopo un brutto periodo è stata reclutata per entrare a far parte dell'Agenzia Alfa.
Sigmund Baginov è un solitario polacco genio del computer. Balbetta quando parla con gli esseri umani, il difetto di pronunzia passa quando parla con i computer. Membro fondatore dell'Agenzia Alfa, nasconde un segreto a coloro che reputa la sua famiglia, ossia Nathan e Legs.
Edward Reiser è il CEO dell'Agenzia Alfa. E' colui che ha personalmente reclutato gli agenti Alfa e che condivide i segreti delle origini dell'Agenzia con Sigmund. Il suo unico scopo è ben figurare nelle missioni ed accumulare il più denaro possibile.
Aristotele Skotos è un predicatore religioso, folle, ricco e con mire espansionistiche al di la della religione. Il suo scopo finale è quello di diventare padrone del mondo. Affiancato in questa sua missione da sua moglie Sada ed il loro figlio Kal.

Dopo la Guerra dei Mondi ci si aspettava una svolta epocale. Ebbene. Non è avvenuta. Nonostante i colpi di scena lasciati in sospeso al termine del 249 la casa editrice ha preferito sospendere il tutto e ripartire da zero. Come promesso nello strillo di copertina questo 250 vale un numero 1. Infatti vengono narrate, in modo spicciativo, con dialoghi intensi e prolissi, molti dettagli del mondo di Nathan Never narrati nel corso dei primi 100 numeri. Viene svecchiato e denudato il personaggio di Legs, in modo da renderlo più simile a quello presente nella collana a fumetti a lei dedicata chiusa anni fa. Viene resettato il personaggio di Sigmund e ripristinato quello di Reiser. Nathan rimane se stesso, forse un pelo meno musone, e tornano le sue vicine di casa Katia e Giulia (omaggio a Kate & Yuri, anime degli anni '90 del secolo scorso che dovreste recuperare in dvd) ed il loro cane Ubiq.
L'operazione non mi convince. Questo è un reboot, come le case americane ci hanno insegnato che si può fare, per svecchiare e dare nuova linfa vitale al personaggio. Con questa mossa è possibile farlo uscire dalle trame, a volte complicate, a volte inutili, a volte piacevoli, nelle quali si era imbarcato nel corso degli anni. Il primo passo di questo nuovo inizio è noioso per il lettore di vecchia data e mi spinge ulteriormente nel, doloroso, abbandono della collana. Il primo passo di questo nuovo inizio è la prima parte di una miniserie che dovrebbe creare un ponte tra i primi 249 numeri ed i prossimi a venire. Dato che la stagione non è ancora delle migliori per andare in cantina a fare posto a nuove scatole farò questi "quattro passi" in una nuova direzione con questo personaggio, ma, da Giugno, non conterei molto su una passeggiata più lunga.

Uno sforzo. Leggere questo numero è stato uno sforzo. I disegni di Giardo sono spettacolari. Grandi neri e stelle nello spazio, grandi dettagli in ogni scena, grande fisicità ormonale data a Legs. Si ritorna davvero a venti anni fa e non è detto che sia un bene. Perniola fa un gran lavoro di scavo negli archivi per recuperare momenti, situazioni e personaggi persi nei meandri del tempo, ma tutto il suo lavoro non è sostenuto da una verve narrativa tale da interessare il lettore storico. Della copertina abbiamo già parlato in dettaglio qui.

Se non avete mai letto le avventure dell'Agente Alfa potete iniziare da qui. Non vi garantisco che vi piaceranno.

lunedì 19 marzo 2012

Cartoomics 2012 - Giornata Finale

Folla

Anche quest'anno si è conclusa Cartoomics. Cosa è successo nell'ultimo giorno?

Per prima cosa ho rivalutato il mercato di Watto. L'avevo definito inutile nel primo post, in quanto, per tutta la giornata, vedevo il tavolo vuoto e senza contrattazioni. Passando un po' di tempo negli stand della 501st Legion ne ho scoperta l'utilità. Sono apparsi sul tavolinetto giochi di società storici, elmi di Trupper, stampi, spade laser, un po' di tutto, che ha reso felici i ragazzi interessati.

L'assalto alla fiera da parte dei cosplayed è stato massiccio. Se sabato se ne poteva fotografare qualcuno, perchè c'era spazio ed un minimo di tempo per regolare l'inquadrature, la domenica tutto questo era impossibile. Erano tanti, ma tanti, che ci mancava poco che per trovare un posto per sedersi entrassero nella Suzuki Swift Lupin 3rd esposta nel salone. Peccato non essere riuscito a scattare altro, anche perchè colorati personaggi che meritavano c'erano.

In tempo di bilanci, grande successo ha riscosso lo stand della vendita di Ramen istantanei. Credo che tra tutti gli espositori sia quello che ha incassato di più in assoluto.

La giornata di domenica, per me, avrebbe dovuto essere stimolante sotto il punto di vista intellettuale. Erano in programma i due incontri che potevano essere i più interessanti, dopo quello di Diabolik: 30 anni di Martin Mystère e 50 di Hulk, Thor e l'Uomo Ragno in Italia.

Come antipasto ai festeggiamenti per il BVZM è stato proiettato, per intero, il film serbo di cui abbiamo parlato. Di nuovo senza sottotitoli, condizione che lo ha reso ancora più terribile di quanto è. Risulta essere un fan film senza capo nè coda, con Martin più grosso di Java, Michael Jackson, l'assassino di Scream, Tom Sawyer, il Corvo, Indiana Jones, Zagor e Chico ubriachi ed una bella Diana (avessero anche trovato l'unica ragazza dell'Est non attraente sarebbe stato grandioso).

All'incontro celebartivo vero e proprio, invece, erano presenti il creatore del personaggio, Alfredo Castelli, il curatore della collana Carlo Recagno, un disegnatore storico Lucio Filippucci e l'onnipresente Cappi. Un incontro di celebrazione per la vita editoriale di un personaggio, in uscita bimestrale, che vende mediamente 30000 copie ad albo, ma che riesce a sopravvivere nel mercato del fumetto. Sono stato contento di sentire come i tre rappresentanti di casa Bonelli la pensino come me sugli Albo Gigante dell'editore. Tutti e tre li vedono come albi regolari stampati in grande e non ne sentono la necessità per il personaggio. Oltretutto, erano albi in perdita, ciò significa che i trenta mila fan dell'Investigatore dell'Impossibile non sono disposti a sostenere un tale pratica commerciale. Ho provato a piazzare una domanda anche io "Castelli e Recagno sono i biografi di Martin Mystère. Quale è l'avventura che lui ha preferito vivere e quale quella che non avrebbe voluto affrontare?" domanda che ha riscosso il plauso del moderatore Gianni Bono (direttore di Fumo di China), ma ha un po' innervosito Castelli e company (anche perchè ho dovuto semplificarla in "Storia più bella e storia più brutta?" perchè non capivano la domanda, sicuramente colpa mia). Peccato. Comunque la più bella viene eletta la prossima in uscita, Anni 30, scritta per la celebrazione dell'anniversario.

Chiusa la parentesi del mystero ecco il momento Marvel e Panini Comics. Dario Fonti e Marco Marcello Lupoi aprono i festeggiamenti per i tre supereroi della loro casa, portati in Italia dall'editoriale Corno negli anni '60 del secolo scorso, introducendoli sia nella loro veste mascherata che con l'identità pubblica. Accanto a loro sono presenti Sara Pichelli (colonna portante dell'universo di Ultimate Spiderman di cui è disegnatrice ufficiale) e David Messina (italico ragazzo che si alterna a lei sulle pagine del medesimo fumetto), Stephanie Hans e Gerald Parel, illustratori francesi per la Casa delle Idee che non hanno la più pallida idea di cosa stanno parlando e di quale è il mondo per il quale lavorano. Dopo mezz'ora dall'inizio, la noia, e lo stupore per il basso tenore qualitativo, mi avevano sopraffatto e sono uscito.

Il tempo di un ultimo giro per i padiglioni per qualche saluto ad amici e, magari per un acquisto, poi via verso casa.

Tutto sommato la manifestazione è stata piacevole. Necessario andare al venerdì per guardare i banchetti con calma, anche a costo di perdersi qualcosa di non ancora esposto. Utile andare al sabato per vedere e fotografare i Cosplay, anche se la qualità delle foto può non essere eccelsa. La domenica è un di più, il tornare sul luogo del delitto deve essere giustificato da una impellente necessità.

Cosa dire del tutto? Punti positivi: gli amici, gli espositori, gli spazi studiati per accogliere tanta gente, gli incontri e la mostra sui 50 anni di Diabolik, la Sala Bonelli (anche se situata al tropico del cancro). Punti negativi: gli spazi in comune con Ludica (tendenzialmente inutile data l'esigua presenza di espositori), gli espositori disposti con un apparente schema, ma di difficile ritracciabilità, non ho ancora capito dove fosse la Sala Cartoomics, il prezzo d'ingresso a 12€.

R2D2 e CPP8 con Darth Maul e Topolona
Ultima chicca l'anno prossimo Cartoomics, per i vent'anni, si regala il trasferimento a Fieramilano a Rho, con mio profondo rammarico: questo significa che oltre all'ingresso ci sarà da pagare il supplemento extra urbano della metro o del treno. Inutile parlare del futuro, però, fino a quando tutto non sarà deciso. Certo si andrà a stare in padiglioni più comodi e moderni, dove si potrà avere il coraggio di creare un'area Cosplay ancora più rispettosa sia dei ragazzi in costume che dei visitatori e studiare un red carpet per permettere fotografie decenti. Si potrà cercare di organizzare e separare meglio le aree incontro e le aree espositive dando ad ognuna la giusta importanza. Magari l'anno prossimo mi farò qualche coda in più per ringraziare gli autori di fumetti del lavoro che svolgono per farci leggere belle storie ogni giorno.
Ringrazio Silver e Palumbo per essersi prestati ed avermi dedicato un loro disegno. Ringrazio ItaliaCrea per avermi dato la possibilità di accedere alla fiera per tre giorni e reso possibile scrivere questi post e farvi partecipi di immagini e parole raccolte durante la manifestazione. Complimenti a Filippo Mazzarella, direttore artistico, che, stremato come un mocio dopo aver ripulito la reggia di Versailles, è riuscito a sopravvivere a questa intensa settimana. Da domani si torna alla normalità e si prova a riprendersi un po'.

Sicuramente mi sarò dimenticato di qualcosa, qualcuno, ma spero che verrò perdonato.

Appuntamento all'11 Marzo 2013 (Maya permettendo) per la 20a Cartoomics a Rho in Fieramilano.

sabato 17 marzo 2012

Cartoomics 2012 - La Fiera Secondo giorno - Cosplay

Credevate che mi sarei dimenticato di loro?
Quest'anno, per la prima volta, ho trovato il coraggio di puntare lo zoom Sigma, comprato qualche anno, fa sui cosplayer. Tutti si sono dimostrati gentili, anche se qualcuno più sfuggente di un altro, e mi hanno permesso di fare qualche scatto che vi faccio vedere qui sotto.





La mia cosplayer preferita!

La mia foto preferita





Il costume più elaborato

Piaciuti? Ce ne erano centinaia di altri e domani ancora di più. Vediamo se riuscirò a mostrarvene di più.

Cartoomics 2012 - La Fiera Secondo giorno.

Ci siamo. Secondo giorno di fiera. Sabato. Il primo dove l'afflusso deve iniziare ad essere consistente.
Ressa alle casse

La gente non manca, sembra di essere davvero in una fiera del fumetto importante, meno male. Cosplayer a destra ed a manca, peccato non aver beccato le quattro ragazze che hanno partecipato alla conferenza al WOW, costuming prop di Star Wars ovunque, combattimento con le spade laser nell'area apposita e tanto altro. Gli incontri in Agorà con autori ed editori ed in Sala Bonelli per con la Panini Comics e i 50 anni di Diabolik con Mario Gomboli e tanti altri ospiti.
Stand della gadgettistica ufficiale di Diabolik, si trovano grandi cose

Fumetti, magliette e tanto altro difronte allo sguardo di Diabolik

Via agli acquisti vintage

Come potevano mancare i supereroi a vegliare sugli appassionati di fumetti? La Lion, fresca licenziataria dei comics DC per il mercato italiano non ha fatto sconti a nessuno (anche alle casse) ed ha portato alcuni suoi eroi per accogliere i fan.

Batman, Superman e Wonder Woman vi danno il benvenuto



Per quanto mi riguarda, invece, avendo vagato per la fiera liberamente ieri, mi sono dedicato ad altri interessi personali. Il primo è stato quello di conoscere Dark Side, della 501st, e parlare, finalmente, a quattrocchi con lui di costuming prop per un Darth Vader ESB accurato. Poi con un salto carpiato, mi sono dedicato a giocare un po' con le Lightsaber della Ludosport ed ad imparare a parare di prima e seconda, attaccare di prima, fare un rin ed un rin incrociato (ecco per quello c'è da lavorare). Infine, la conferenza sui 50 anni di Diabolik, peccato dover andare via e non essere riuscito a fermarmi per vedere il film del 1968 di Mario Bava.

Cartoomics 2012 - 50 anni di Diabolik

Come si diceva questo è l'anno del 50esimo compleanno di Diabolik. Cosa hanno organizzato Astorina e Mario Gomboli per questo mezzo secolo di vita editoriale del loro personaggio? La più visibile è, sicuramente, la mostra itinerante, di cui vedete alcune immagini qui.
Anteprima alla tre giorni di Cartoomics. Un ampio spazio espositivo dove sono concentrate le statue di Diabolik, Eva Kant e Ginko, una moquette a tema, sulle pareti teche con iPad che proiettano filmati storici, tavole originali, ricordi scovati nei cassetti, nei magazzini e nelle soffitte della casa editrice. Senza dimenticare i busti, gli scacchi, le teste dei personaggi usate come modello per la creazione dei fumetti.
Non dimentichiamo i totem informatici, però. Alcune colonnine, sapientemente piazzate, permettono al fan ed al curioso di cercare nomi, copertine, autori, trame che si sono succedute in 50 anni di pubblicazione.
Questa stessa mostra girerà per l'Italia nei prossimi mesi. Napoli, Cremona, Lucca, forse Roma e Mantova, fanno la fila per ospitarla prima che termini tornando a Milano, ma questa volta al museo della scienza e della tecnica. Nell'occasione dell'ultima tappa ci sarà un vero e proprio festeggiamento con tutti i collaboratori e, non si sa mai, che invitino anche qualche lettore
Ma la festa come è stata? Nella Sala Bonelli, gremita in ogni ordine di posti e con gente in piedi, Filippo Mazzarella ha accolto Mario Gomboli, Enzo Facciolo, Piera Detassis, Roberto Palumbo, Andrea G. Pinketts e Giorgio Faletti che hanno affabulato la platea con aneddoti e racconti sul loro rapporto con Diabolik. Ci siamo divertiti, abbiamo ascoltato cose interessanti e uniche.

La statua dedicata a Ginko

La Jaguar di Diabolik

Il protagonista vi attende.

Dopo questa bella occasione non ci resta che attendere, l'anno prossimo, i 50 anni di vita editoriale di Eva Kant, l'inseparabile compagna di Diabolik.

venerdì 16 marzo 2012

Cartoomics 2012 - 40 anni di Zora la Vampira

AVVISO - QUESTO POST POTREBBE CONTENERE IMMAGINI NON ADATTE AD UN PUBBLICO DI MINORI, PER FAVORE SE SIETE MINORI DI 18 ANNI NON ANDATE OLTRE. Grazie.

Nel 1972 nasce “Zora, la vampira", emula della Jacula del 1969. Creata da Giuseppe Pederiali e disegnata da Balzano Biraghi, sarà pubblicata presso Edifumetto ed avrà una vita editoriale di 288 albi, di cui 271 disegnati da Biraghi, 100 ristampe 12 speciali, fino al 1985.
La storia è semplice. Nella Londra del 1859 il professor Pabst, di ritorno da un proficuo viaggio in Transilvania, portan con sé la salma del Conte Dracula perfettamente conservata. Il professore, come ogni degno professore dei fumetti, ha un'avvenente figlia, Zora. Ovviamente Dracula, una volta giunto nella dimora del professore, si risveglia e morde la fanciulla rendendola sua schiava. Zora, la cui sessualità era stata repressa fino a quel momento, subirà una mutazione. Diventando a sua volta una vampira si ribellerà a Dracula e si legherà ad un’ altra vampira, che diverrà anche sua amante, Frau Murder. Zora, in quanto vampira, rispetterà le regole canoniche del mostro immortale in cui si è trasformata. La mitologia vampirica sarà fedelmente rispettata, anche se con una pozione magica donatale da uno scienziato ella potrà, persino, vivere di giorno. Man mano che passano gli anni il fumetto cresce sia di qualità, citazioni storiche, ricostruzioni gotiche, buoni disegni, fino ad imboccare la strada che lo porterà ad diventare da erotico a pornografico. Una pornografia che sarà a volte spinta ed a volte buffa. Una nota simpatica degli autori è l'utilizzo della caratteristica crescita dei canini vampirici. Nel caso di Zora non si sviluppano in presenza di sangue, ma nei momenti di eccitazione sessuale.
In un periodo strano e pionieristico di questo genere di fumetti, gli autori capiscono che per interessare un vasto numero di lettori devono principalmente puntare su copertine di grande qualità. Ingaggiano, così un abile pittore e illustratore romano, Alessandro Biffignandi (a cui negli anni succederanno con successo solo Ferdinando Tacconi e Carlo Jacono) che donerà all'eroina i tratti fisici di Catherine Deneuve, una caratteristica che con gli anni andrà un po' a perdersi. Impaginato alla Diabolik, anche se con un taglio meno regolare delle vignette impaginate, disegni curati, uso di neri e retini, ha riscosso molto successo ed ora sta riscuotendone ancora essendo passato dalla parte del Cult.
Non dimentichiamo che il successo di Zora è stato internazionale. In Francia la sua pubblicazione è persino proseguita oltre la numerazione italiana, negli Stati Uniti è conosciuta come Lady Vampire ed ha avuto albi spillati di 48 pagine e variant cover da collezione.
La mia generazione non ne ha potuto godere e per questo l'occasione del quarantesimo compleanno di questa eroina di carta è un'opportunità per conoscerla meglio. Prima le ricerche sull'internet, per colmare la mia ignoranza, poi l'incontro con Balzano Biraghi, oggi alle 16.30 all'Agorà di Cartoomics, e poi la mostra organizzata nell'area dedicata nella fiera stessa.
Come non ascoltare le parole di qualcuno che ha fatto, comunque, un pezzo di storia del fumetto italiano. Venuto su in casa Bonelli, Biraghi, con i western, ha trovato la sua strada creando il personaggio di Zora e crescendolo come fosse una figlia. Tanto che quando la ragazza ha preso una cattiva strada, quella del porno, anche lui si sentiva a disagio a continuare a disegnarla. A suo stesso dire, infatti, la qualità dei suoi disegni, in quel periodo, risultava scadente. Alla fine ha avuto il coraggio di portare all'eutanasia editoriale la sua bionda vampira prosperosa.
La mostra, invece, si sviluppa in un piccolo percorso di tavole pin up, recenti, dedicate a Zora e con altre dedicate a sue omologhe di quegli anni.


Nonostante la qualità delle storie non sia stata sempre eccelsa chi lo ha letto giura di aver passato bei momenti.

Biraghi, Mazzarella, Statella

Cartoomics 2012 - La Fiera


Eccoci. La ragione dell'esistenza di Cartoomics, che dirne si voglia, è la mostra mercato che le ha dato origine. Decine e decine di espositori che portano le loro merci da tutta Italia per i curiosi e gli acquirenti. Diciamo che di curiosi ce ne saranno pochi, visto il prezzo del biglietto a 12€ (tranquilli, però, che tra sconti online e coupon poter risparmiare tra i 2 ed i 4 euro). Fumetti italiani, giapponesi, americani, action figure, miniature, gadget di ogni genere, tavole originali di fumetti di tutte le nazioni, rodovetri e tanta tanta altra roba a disposizione di tutti gli appassionati. Se cercate bene potete trovare le ashi giapponesi in stile Star Wars, i peluches di Pucca, i vecchi puffi e gli snorky, i Soul of Chogokin dei più svariati anni e le gashpon di One Piece. In poche parole il tuttibile per gli appassionati ed i collezionisti è presente.
Lo spazio è grande. Un padiglione sterminato dove oltre ai venditori si trovano le mostre del Cerchio Giallo dedicate a Marilyn Monroe, quella per i 50 anni di Diabolik (di cui parleremo meglio domani, dedicandoci anche all'incontro con Mario Gomboli), quella su Zora La Vampira (vedi l'altro post).

Alcuni poster della mostra su Marilyn Monroe

Non dimentichiamoci dell'area fantascienza. Quest'anno, grazie alle associazioni dedicate, abbiamo le installazioni dedicate a Star Wars, Star Trek, il mercato di Watto (all'apparenza inutile) ed a Resident Evil con la Umbrella. Anche la Lego ha portato qualcosa da vedere e da comprare. Eccovi alcune foto.

Tie Fighter

Indovina?
Accampamento sabbipode

Yoda in Lego
E se proprio non lo avere mai fatto datevi da fare con i ragazzi della Ludosport combattendo con le Lightsaber di Star Wars, come veri Jedi e Sith
Oltre a tutto questo non dimentichiamo le zone d'incontro con autori ed editore. Quest'anno si articolano su tre luoghi:
. l'Agorà, nel salone principale;
. la Sala Cartoomics;
. la Sala Bonelli, vera chicca dell'anno, sulla quale sono affisse anche foto di Sergio nei suoi viaggi in Amazonia ed in giro per il mondo.

Sala Bonelli

Domani nuovo giro e nuovi appuntamenti. Alle 14.45, nella su citata Sala Bonelli, si festeggiano i 50 anni di Diabolik con Filippo Mazzarella, Mario Gomboli, Alfredo Castelli, Giuseppe Palumbo, Enzio Facciolo, Giorgio Faletti, Silver, Piera Detassis, Andrea Carlo Cappi, Andrea G. Pinketts. Per chi va in fiera presto e salta il pranzo, alle 12.30 il BVZA (Alfredo Castelli) presenta la sua enciclopedia su Fantomas. Alle 17.00 un incontro per i 40 anni di Lady Oscar ed alle 18.30 Antonio Serra, Mirko Perniola, Sergio Giardo illustreranno il reboot di Nathan Never.

Ricordate che sarà il Diabolik Day e non mancata di visitare la mostra e tutti gli stand nelle vicinanze che celebrano i 50 anni dell'eroe noir.

Cartoomics 2012 - Serata Star Wars


Vinile. A quelli della mia generazione richiama alla mente odori, sensazioni tattili legate a circolari oggetti di media grandezza. 45, 33, a qualcuno anche 78, sono numeri che diranno qualcosa. Porteranno alla mente un piccolo gioiello tecnologico arancione con un grande bottone nere sul davanti ed una maniglia per trasportarlo. Ormai avrete capito, sto parlando di quei vecchi dischi, neri, con i solchi, appunto in vinile, che portavano le musiche nelle nostre case fino agli anni 90 del secolo scorso, dopo aver divertito i giovani degli anni '50 e '60 nei jukebox. Adesso Vinile ė anche un locale in Via Tadino 17, aperto da Gianluca Soresi alla fine dell'anno scorso, in cui ItaliaCrea ha tentato di organizzare un aperitivo Star Wars.

L'evento era in programma per le 19, ma non ė andato come sperato. Di appassionati o venuti per l'occasione eravamo veramente pochi, ma il locale ha fatto la differenza. Accogliente, buona birra ambrata artigianale, interessanti stuzzichini per l'happy hour e tanti, ma tanti gadget e ricordi degli anni '70 e '80 da far venire i lacrimoni agli occhi. Oltre l'allestimento in stile Star Wars (Millennium Falcon, Morte Nera, Tie Fighter, personaggi da collezione, poster e dischi in vinile) si trovano delle chicche come la Yamato, radio Brionvega, amplificatori, pupazzi degli X-men e tanto altro da vedere. Voi li avevate mai visti i pupazzi di Mork & Mindy in stile Big Jim? Io, per la prima volta, ieri sera.
Come detto la nota stonata ė stato il poco afflusso di appassionati della saga. Mi aspettavo partecipazione dai fan della 501st legione italica, qualcuno in costume, ma Milano non ė Londra e far muovere qualcuno in settimana, anche se di sera, ė molto difficile. Peccato. In compenso ho fatto la conoscenza del Duca di Insubria. Un ragazzo di Saronno, di grande cultura storica e steampunk, che entrerà a far parte dei Mille Eroi di Dark Resurrection Vol.2, ma vedremo poi come.

Vinile - Via Tadino 17, da provare.

Il momento tanto atteso. Ore 22. Temperatura degna del tropico dell'equatore. Dopo una breve introduzione del padrone dincasaas Filippo Mazzarella e del produttore esecutivo Fabrizio Rizzolo parte la proiezione di Dark Resurrection Vol.0. Il film, antefatto del Vol.1 del 2008, dura 35 minuti narra di come Soran sia diventato quello che ė e di quello che ha sacrificato. Attori famosi, sconosciuti, Vip, regista, effetti speciali, musiche, tutto reclutato a costo zero. Pochi soldi anche per le riprese in esterno ed i costi vivi e, quindi, assisitamo ad un film in completa computer grafica. Infatti, gli ambienti e le astronavi che si vedono sullo schermo non esistono nella realtà, solo il drone è reale. Tutto quello che vedrete sullo schermo ė irreale. Il film ė stato quasi interamente girato in una palestra di Sanremo completamente dipinta di verde. Giusto per dare un'idea agli appassionati di videogiochi, avete presente il Lineage di Assassin's Creed? Se la risposta è no recuperatelo e guardatelo.

Fabrizio Rizzolo, produttore esecutivo di Dark Resurrection intervistato al cinema Arcobaleno

Dopo la proiezione della pellicola, cupa, aggressiva e ben recitata, c'ė stato tempo anche per la visione del back stage. Qui l'ironia e la voglia di divertirsi di tutta la troupe ė evidente. Il progetto ė serio, ma non per questo il protagonisti non hanno trovato il tempo set per prendersi a ridere, ed a mazzate con le spade laser.
Tra la proiezione del film e del back stage sono stati presentati alcuni attori, il giovane e bravo compositore delle musiche e della colonna sonora ed altri membri della truppa. L'attenzione ė stata posta anche sulla raccolta di fondi per il Vol.2. Si perchė questo progetto ė caratterizzato dall'autofinanziamente e dal no profit. Quindi Fabrizio Rizzolo ha creato l'idea dei Mille Eroi, persone che donino un contributo per la realizzazione del capitolo finale. Protagonista in atteso di questo momento ė stato il generoso Duca di Insubria. Salito d'impeto sul palco ha consegnato nelle mani di Fenner, Fabrizio Rizzolo e Mattia Scancanelli (Thor nel film), i 100€ per partecipare all'iniziativa. Il suo spirito ė quello che deve muovere le persone in momenti difficili come quelli che la nostra società sta per affrontare. La generosità e l'altruismo devono essere bandiera di tutti. Ognuno di noi dia il suo in ciò che crede per migliorare il mondo in cui viviamo. Che il Duca di Insubria ci sia di esempio.

Una serata piacevole, gente disponibile, bel film. Un evento riuscito a metá, ma la senza troppo rammarico perché del positivo si è trovato in ogni momento dell'iniziativa.

Domani con il post sulla prima giornata in fiera entriamo nel vivo di Cartoomics.