martedì 22 dicembre 2015

Morgan Lost - Mister Sandman

Morgan Lost  N°  3 
Mister Sandman

Soggetto e Sceneggiatura: Claudio Chiaverotti 

Disegni: Giovanni Freghieri 
Copertina: Fabrizio De Tommaso 
Colori: Arancia Studio 

Periodicità: mensile 
Uscita: 17/12/2015 

Morgan Lost ha incontrato al cinema una ragazza attraente. Quando sono insieme i momenti sono fantastici e la loro canzone è "Mister Sandman". Negli stessi momenti, persone in vista di New Heliopolis vengono uccise, sgozzate con un rasoio, da un serial killer misterioso di nome Mister Sandman. Sarà solo un caso? Cosa lega Sarah, la fiamma di Morgan, a questi omicidi?

Onestamente non mi sento di promuovere questo albo di Chiaverotti. La trovata narrativa mi ha ricordato troppo certe storie di Brendon nelle quali non sapeva come uscirne e ci buttava lì uno sciamano, delle sostanze allucinogene od altri artefatti atti a tirarlo fuori dalle secche. Questo Sliding Doors su carta del 2015 si rivela a tratti tediosamente enigmatico e ricco di dettagli che tendono a sviare le supposizioni del lettore, per confonderlo ancora di più.
Ai disegni troviamo Freghieri, uno che le donne molto belle sa proprio come disegnarle. Qui, fan service d'obbligo, ritrae frequentemente, per il piacere dei nostri occhi, Sarah nuda ed in atti d'amore con Morgan. Innegabile che un incipit così, per qualcuno che non conosce il fumetto, sia d'incentivo all'acquisto. Vista la debolezza della sceneggiatura, Freghieri ha messo molto del suo per tenere alta l'attenzione del lettore.

Mistero nel fumetto: le scritte in cui appaiono un numero seguito dalla dicitura pt (esempio 60pt, 18pt) sono state inserite con coscienza, per rivelare una determinata dimensione dell'ambientazione, o sono un errore di lettering?

Non mi aspettavo così presto un episodio di questo tenore e gestito con una scappatoia simili. Puntiamo sul numero 4 per farci un'idea di cosa veramente sarà Morgan Lost. Speriamo bene.

Trailer in .gif del numero 3

lunedì 21 dicembre 2015

Supergirl - L’Ultima Figlia di Krypton

Supergirl 01: L’Ultima Figlia di Krypton
New 52 Library
Michael Green, Mike Johnson, Mahmud Asrar
Contiene Supergirl 1-7

Specifiche
Titolo: New 52 Library – Supergirl 01: L’Ultima Figlia di Krypton
Sottotitolo: L'ultima figlia di Krypton 
Linea: Lion
Collana: New 52 Library 
Serie: Supergirl 01
Autore: Michael Green, Mike Johnson, Mahmud Asrar
ISBN: 9788869713934
16,8x25,6, B+al, col., 160 pp
Pubblico: Per Ragazzi
Genere: Supereroi

La raccolta dei primi sette numeri del nuovo corso di Supergirl vede ai testi Michael Green, Mike Johnson ed ai disegni Mahmud Asrar. Gli sceneggiatori, come ad ogni inizio, devono trovare il modo di non rendere noiosa la narrazione delle origini del personaggio. Kara precipita sulla Terra e si trova attaccata da un'organizzazione private che vuole sequestrarla e studiarla nei suoi laboratori nello spazio. L'accoglienza non è delle migliori, ma una figlia di Krypton, anche inesperta, sotto l'influenza di un Sole giallo, sa come risolvere questo tipo di problemi. Il problema è il trauma che la nuova situazione le causa. Conoscere, poi, suo cugino, divenuto più grande di lei mentre era dispersa nel vuoto cosmico è ancora più sconcertante. Come credere a ciò che questo sconosciuto racconta? L'unica via per chiarire dubbi ed idee è quella di tornare a cercare quel mondo natio, ritenuto distrutto. Ma ogni missione ha i suoi rischi.

Forse, ogni tanto, la storia da una sensazione di già visto, con personaggi diverse. Però, riesce a coinvolgere ed a far affezionare il lettore a questa nuova eroina, capitata sul nostro pianeta azzurro. Non avevo mai letto nulla di lei e, complici i disegni di Asrar, devo dire che mi sono trovato bene nelle sue avventure. Il disegno è molto fluido ed al contempo evocativo. I vertici DC, secondo me, hanno scelto l'artista giusto per proporre al pubblico questa nuova incarnazione della cugina di Superman. Il design soffre, come molto spesso nei casi di un'eroina, di mancanza di stoffa. Rispetto alla classica iconografia le sono stati allungati gli stivali e tolta la gonna, il mantello è diventato girocollo, il body è decisamente aderente. La ragione è semplice: si sa che una bella ragazza seminuda, anche se non si spoglierà mai più di così, soprattutto se è un'eroina, vende di più. L'abbondante volume di Lion offre, come riempitivo, alcuni bozze di come avrebbe potuto essere Kara in versione eroe: un paio in cui era più vestita non erano affatto male. Speriamo di rivederli.

Il volume è piacevole, stampato bene e la copertina cordonata sopporta bene il peso del contenuto durante la lettura. 
Piacevole ed interessante è un modo per avvicinarsi ad un personaggio nuovo in modo omogeneo, senza interruzioni. Una bella sorpresa editoriale.  

venerdì 18 dicembre 2015

Justice League 43

Titolo: Justice League 43
Linea: Lion
Collana: Justice League 43
Autore: Andrew Kreisberg, Ben Sokolowski, Frank Tieri, Daniel Sampere, Vicente Cifuentes
ISBN: 9788869714191
ISSN: 9772280013001-50043
16,8x25,6, S, col., 72 pp
Genere: Supereroi

Convergence approda anche su Justice League, ma prima...


Freccia Verde

Lo scontro tra King e Quinn è alle battute finali. Il gioco del falso benefattore è stato messo allo scoperto, l'odio che ha riversato sull'Arciere di Smeraldo sta per ritorcersi contro di lui. Freccia Verde, aiutato da un folto gruppo di eroi giunto da ogni parte della nazione, sta per porre fine ai torti. A meno che un tradimento a sorpresa non lo metta fuori prima di raggiungere il suo obiettivo.

Finisce la permanenza di Freccia Verde sulle pagine di Justice League. Da una parte: più che giusto. Dall'altra: mi son dovuto sorbire Lemire/Sorrentino ed adesso, che le cose si fanno interessanti, me lo levi? Ma io la testata nuova mica te la compro.
Peccato perché le sceneggiature, televisive, di Andrew Kreisberg, Ben Sokolowski con ai disegni Sampere (detto Sampei dagli amici) avevano ridato smalto ad un personaggio invischiato in storie inutile e disegni, a volte anche se innovativi e graficamente interessanti, eccessivamente sperimentali.

Come detto, su Justice League, approda Convergence. Per i testi di Tieri ed i disegni di Cifuentes facciamo un salto nel passato pre Flashpoint. Abbiamo una versione della Justice League femminile capitanata da Supergirl con Zatanna, Vixen, Jade e Jessi Quick che si ritrova, per un anno senza poteri sotto la cupola di Telos. Tra loro anche Mera, moglie di un Aquaman scomparso. Dagli abissi, però, torna una versione di Arthur malvagia e possessiva. Il Re dei Sette Mari farà di tutto per averla con se, sfidando e sconfiggendo la League.

E' carino vedere queste nuove eroine in azione, osservare un Aquaman malvagio e giocare un po' coi ruoli. Come detto per altri albi in cui è coinvolta Convergence, speriamo che l'esperimento narrativo porti ad una drastica riduzione dei mondi paralleli e che metta un po' d'ordine nella narrativa DC. Anche se ci conto poco, visto che già doveva succedere con New52!

In due mesi, da questa collana, sono spariti Justice League Dark e Freccia Verde. Adesso sono curioso di sapere quali collane americane verranno ospitate su queste pagine.

giovedì 17 dicembre 2015

Avengers - 29

AVENGERS 44
AVENGERS 29
ALL NEW MARVEL NOW!
Autori: J. Hickman (S), F. Barbiere (S), S. Caselli (D), M. Checchetto (D)
17x26, S., 80 pp., col. 
Contiene: Avengers #44, Avengers World #21, Amazing Fantasy (2006) #15 (IV storia)
MARVEL ITALIA
Disponibile dal 12/11/2015
prezzo: € 3.50

E' finita! Non c'è molto da dire. C'è la scazzottata finale tra Iron Man ed il Cap, che non si sa come va a finire, ma ti viene suggerito (per quello che importa poi, che entro quattro minuti l'Universo finisce), c'è l'avviso al Presidente americano, c'è un numero impressionante di Reed Richards, c'è Namor che combina un po' di casini, c'è che dal mese prossimo inizia Secret Wars, che io #ciaone, c'è che poi cambiano tutti gli eroi per il secondo reboot in trenta mesi, che i #maciaonedavvero.
Quello che rimane di buono sono i disegni di Caselli e Checchetto che, a buon diritto, si sono ricavati un posto importante nella Marvel contemporanea.
C'è che Hickman, alla fine, mi ha deluso. Sì, ha creato, forse, l'arco narrativo più lungo e complesso, articolato su più testate, degli ultimi tempi per la casa delle idee. Non volendo regalare un soldi a collane parallele per me poco interessanti, ne ho seguito, in modo confuso e frammentato solo le vicende su Avengers. Risultato: poco pathos, poco coinvolgimento, personaggi che cambiano aspetto, fronti, spariscono, il tutto senza sapere il perchè.
In Panini avrebbero dovuto, ma sarebbe stato lontano dalla politica del far soldi e più vicino all'economia del lettore, modificare la struttura dei loro albi e rendere meglio fruibile il lavoro dello scrittore. Però, tant'è.

Avessero deciso di pubblicare tutta la saga in un volume, forse, sarebbe stata una mossa più saggia. 

Peccato, mi ero avvicinato con interesse ai mensili Marvel, ma, piano, piano tutti mi hanno deluso. Forse si salvano i monografici, come Vedova Nera, che possono avere più libertà creativa, ma quelli che ho seguito io si sono rivelati poco avvincenti.

Marvel: arrivederci al cinema ed in fumetteria, se farete volumi monografici interessanti

Parafrasando la tagline scelta da Panini: Oggi... Il tempo finisce.

mercoledì 16 dicembre 2015

Star Wars: Il Risveglio della Forza (senza spoiler)

Di Star Wars Episodio VII non si può parlare senza rischiare di incappare in qualche spoiler che guasti, leggermente, la visione a chi ancora (ancora!!!) non l'ha visto. Bisogna andarci con i piedi di piombo. Cerchiamo di farlo.

Iniziamo da dove c'è meno rischi di far danni: del comparto tecnico. Alle musiche John Williams. Per la prima volta si è avvicinato ad un film di Star Wars nell'era del digitale avanzato. Il suo lavoro non deve essere stato facile. Abituato a comporre le colonne sonore della saga a film completamente montato, qui si è trovato a lavorare su un film in divenire. La sua arte, comunque non ne ha risentito. Musiche d'atmosfera puntuali e precise, come da sempre, accompagnano la visione del film di J. J. Abrams. Forse meno epiche di una volta, ma sicuramente adatte ai contesti che si impegnano a sottolineare.

J. J. Abrams, appunto. Cosa ha combinato qui l'autore di Lost, il rinnovatore del mito di Star Trek? E' stato all'altezza della trilogia originale, perché con quella sarà il paragone non con i prequel di Lucas?

Senza svelare troppo, la storia raccontata da J. J. Abrams è un omaggio alla trilogia classica. Vi sono citazioni, visive e letterali, ovunque. Il deserto, il droide, il compattatore dei rifiuti, gli ologrammi, quella cosa là e come succede quella roba lì nel finale, quella cantina e tanti altri piccoli e grandi omaggi. Ed è un male? Secondo me no. L'operazione di presentazione di questa nuova trilogia al pubblico moderno doveva, per forza, passare da un film del genere. Non sarebbe stato salutare per la saga un inizio completamente slegato dal passato, la tecnica usata nei due film di Star Trek funziona ancora. Visivamente il lavoro del regista ha reso spettacolari le scene di volo, emozionante la prima sequenza del Millennium Falcon (non ve l'aspetterete così) ed i combattimenti tra i Tie (bellissimi) ed i nuovi X-Wing (molto classici, ma perché rovinare la perfezione?). Io non ho mai nascosto la mia passione per questo regista e non posso che essere soddisfatto del suo lavoro. Ah, vi chiederete dei flare... Sappiate che durante lo scorrere dei titoli, classico di Star Wars, non ve ne sono. Subito dopo sì. A parte gli scherzi, anche se è veramente presente, il tocco distintivo di J.J. è stato molto contenuto, più funzionale che estetico.
Lo script,, come accennato, è foriero di citazione e, forse, venti minuti troppo lungo. La narrazione, comunque sia, scorre snella ed avvincente, superando le difficoltà espressive di alcuni attori. Scorre, coinvolge e supera le piccole forzature con l'abilità di un saltatore di staccionate dall'olio preferito.

I personaggi.

Han Solo è il carisma puro. Lui ed il suo amico peloso, appena appaiono sullo schermo, elevano il film di una spanna. Il mestiere di Ford e la presenza scenica di Chewbacca sono innegabili e l'importanza della presenza del vecchio cast in questo film è angolare.




Carrie Fisher torna a vestire i panni di Leia, quelli di Generale della Resistenza non quelli del bikini metallizzato. La sua è una prova coraggiosa perché sa benissimo che il tanto tempo passato potrebbe non essere stato tanto buono per lei quanto per Harrison Ford. L'assenza dagli schermi internazionali ha cristallizzato il ricordo di lei come schiava di Jabba ed è dura accettare la realtà: trenta anni son passati per tutti.




Luke? Non c'era nel promo volete che ve ne dica qualcosa io? Ma anche no, un po' di mistero va mantenuto.

Le nuove leve. Questo film è un primo passaggio di testimone. Troviamo Finn, Poe, Kylo Ren, Rey, il Generale Hux e Capitan Phasma.

Partiamo proprio da Phasma; grandi attese per questo personaggio. Però... Ne si può dire poco.

Il Generale Hux è un personaggetto interessante. Sottotraccia, ma arrivista. Da tenere d'occhio.
Kylo Ren. Diciamo che il film gira un po' intorno alla sua ricerca e presto i suoi tormenti diverranno importanti. Incrocia la strada di diversi protagonisti, ma quella di uno sopratutto. Carismatico con la maschera, con qualche complesso di inferiorità da abbattere. A me non dispiace.

Finn. E' quello che sembra. Sempliciotto alle prese con una vita che non aveva programmato. Potrebbe dare di più divenendo più espressivo,
Poe. L'Han Solo della nuova generazione. Simpatico e sbruffone, è interpretato dall'attore giusto.
Rey. Si suppone abbia un retaggio importante, ma è tutto da dimostrare. Intelligente e svelta è interpretata da una brava attrice. L'essere così giovane potrebbe indicare che la sua presenza sia prevista per molti film.


Importante la presenza di BB-8, uno dei personaggi più riusciti. La sua caratterizzazione attraverso i suoni e le movenze del testone sul corpo sferico lo rendono un membro del cast a a tutti gli effetti. Il vantaggio maggiore è che una attore a tutti gli effetti, non generato in computer grafica, ma solido ed interattivo. Grande sforzo tecnologico per la sua realizzazione, anche se la sua difficoltà a scendere le scale rimane evidente.

Poi ci sono i camei di attori più o meno importanti che sta a voi scoprire.

Grazie a BB-8 si apre il discorso sugli effetti speciali, che non possono essere altro che strepitosi. Quello che più meraviglia è che lo sforzo di J.J. nel voler utilizzare molti oggetti di scena reali e non in computer grafica è come questa scelta permetta di rendere tutto più reale. Gli spettatori che erano andati oltre la meraviglia delle capacità tecniche utilizzate nei prequel avevano notato l'eccessiva finzione che circondava gli attori. Qui si nota l'inverso. Gli ambienti sono reali, il Falcon è percorribile e stupendo, l'integrazione tra props e cgi è realizzata con garbo e maestria. Un pizzico in più di magia che non guasta, anche nella realizzazione degli alieni. Le creature non umane sono spesso interpretate da attori veri e solo ritoccate con la computer grafica, meno del passato sono quelli realizzati in post produzione.

Il 3D. Il film non è nativo 3D, ma è stato convertito, per mezzo di algoritmi matematici, alla sua conclusione. Lavoro complesso, ma che mina la credibilità di questo prodotto. Soffre meno di tanti altri dell'effetto "bassa luminosità", ma non ne è immune. Spesso qualche dettaglio si perde e le scene in eccessiva velocità risultano confuse. Il meglio di sè lo da durante il combattimento del Falcon, quello iniziale, e nella discesa di Rey nelle viscere dell'Incrociatore Imperiale abbattuto (si vede nel trailer non è spoiler). Tutto sommato accettabile, per qualcuno a cui il 3D notoriamente non piace.

I costumi sono qualcosa di nuovo molto legato al passato. Le armature degli Storm hanno linee più morbide, ma ricordano molto quelle della trilogia classica (devono aver migliorato la visione dal casco visto che sparano dritto). Kylo Ren non è affatto male, ma è meglio quando ha il cappuccio su che giù (le donne dicono che è meglio anche quando ha il casco su, ma queste sono maldicenze). Phasma, capirete voi perchè non ne posso parlare troppo in questa sede.

Chi veramente spacca, come carisma, nella azioni e come immagine sono i piloti. I piloti Tie hanno un look veramente piacevole, evoluzione dei classici, e quelli di X-Wing rimangono iconici come nel passato, pilotando in modo spettacolare.
Ci sono poi delle new entry come i Tropper dotati di lanciafiamme, mitragliatore pesante e quella mazza per combattere contro le spade laser, di cui non ricordo il nome, che sono qualcosa di strepitoso. C'è poi la balestra di Chewbacca che, dopo anni, trova il sue perché ed è strepitosa!

Effetto Disney.
Non possiamo dimenticarci che questo è il primo prodotto dell'acquisizione di Lucasfilm da Disney. Star Wars ha subito un contraccolpo? In verità era già stato Lucas a portare la sua creatura sulla strada del buonismo, Disney ha spianato un po' il sentiero. I morti ammazzati ci sono, le stragi ci sono, le navi esplodono, come sempre, ma qualcosa è cambiato, rispetto alla trilogia classica, nei rapporti tra i personaggi, nella cattiveria insita. Qualcuno ha paura che questa western soap opera sulla famiglia Skywalker si trasformi nel classico Cenerentola, in cui un signor nessuno riscopre quanto è speciale e cambia il mondo. Secondo me è difficile che accada, grazie alle solide basi piantate nel lontano passato da Giorgione.

In conclusione Il risveglio della Forza fa ciò che promette: risveglia la Forza e la passione negli spettatori. Oltre a questo cerca di catturare coloro che nati alla fine degli anni '90 del secolo scorso non hanno mai visto Star Wars, né in trilogia classica né nei prequel, e ce ne sono più di quanti pensiamo accanto a noi. Offre loro un viaggio spaziale di prima classe per accedere alla "galassia lontana lontana" nella quale tanti sogni sono stati riposti. Se il lavoro verrà compiuto con crisma e giusto carisma gli appassionati non potranno che crescere, sperando solo che i vecchi fan non vengano mandati in overdose dagli appuntamenti annuali che, ormai, sono destinati a succedersi.

Mancano solo due anni a Episodio VIII, ricordiamocelo, e l'anno prossimo avremo Rogue One.

Andate al cinema, divertitevi, sognate, lasciate a casa i pensieri e che la Forza sia con Voi.
Titolo originale

Star Wars: The Force Awakens

Lingua originale inglese
Paese di produzione USA
Anno 2015
Durata 135 min
Rapporto 2.35:1 e 1.44:1 (sequenze IMAX)
Genere soap opera western

Regia J. J. Abrams

Sceneggiatura Lawrence Kasdan, J. J. Abrams, Michael Arndt
Produttore Kathleen Kennedy, J. J. Abrams, Bryan Burk
Produttore esecutivo Tommy Harper, Jason D. McGatlin
Casa di produzione Lucasfilm, Bad Robot Productions
Distribuzione (Italia) Walt Disney Studios Motion Pictures
Fotografia Daniel Mindel
Montaggio Mary Jo Markey, Maryann Brandon
Effetti speciali Industrial Light & Magic, Base FX, Blind

Musiche John Williams

Scenografia Rick Carter, Darren Gilfort
Costumi Michael Kaplan
Trucco Amy Byrne

Interpreti e personaggi

Harrison Ford: Ian Solo
Mark Hamill: Luke Skywalker
Carrie Fisher: Leila Organa
Adam Driver: Kylo Ren
Daisy Ridley: Rey
John Boyega: Finn
Oscar Isaac: Poe Dameron
Lupita Nyong'o: Maz Kanata
Andy Serkis: Leader Supremo Snoke
Domhnall Gleeson: Generale Hux
Anthony Daniels: C-3PO
Alessandro De Medio: Chewbacca
Max von Sydow: Lor San Tekka

Doppiatori italiani

Michele Gammino: Ian Solo
Ottavia Piccolo: Leila Organa
David Chevalier: Kylo Ren
Benedetta Degli Innocenti: Rey
Luca Mannocci: Finn
Gabriele Sabatini: Poe Dameron
Chiara Gioncardi: Maz Kanata
Massimo Corvo: Leader Supremo Snoke
Simone D'Andrea: Generale Hux
Mino Caprio: C-3PO
Luciano De Ambrosis: Lor San Tekka

lunedì 14 dicembre 2015

Batman 43 (100)

BATMAN #43 (100)
(Contiene Convergence Batman: Shadow of the Bat 1-2, Convergence Batman and the Outsiders 1)
di Larry Hama, Marc Andreyko, Philip Tan, Rick Leonardi, Carlos D’Anda
9788869713958
9771887472334-50100
16,8×25,6, S, 72 pp, col.
€ 3,50

Numero 100 di Batman! Nel senso che sommando le uscite DeAgostini e quelle RW si arriva a 100, qui siamo "solo" a 43. Celebrazioni per il Cavaliere Oscuro con la copertina di Claudio Villa, Variant di Bruno Brindisi, Ultra Variant olografica e Variant di Halloween. Ma parliamo di quella di Villa. Storico copertinista di Tex, ma ancora prima di Dylan Dog, non scorda il suo amore per l'Indagatore dell'Incubo e realizza una copertina horror veramente artistica. Batman, guardingo, avanza in un cimitero, alle sue spalle una mano emerge dal terreno: ricorda qualcosa? A me sì e ne sono contento.
Ma cosa contiene questo numero speciale? O meglio cosa non contiene dopo tanto tempo? Mancano Snyder e Capullo! Al loro posta Larry Hama, Marc Andreyko, Philip Tan, Rick Leonardi, Carlos D’Anda. E cosa succede? Un preludio a Convergence, o qualcosa di simile. Batman è imprigionato a Metropolis con l'alleato Azrael durante la calata della cupola con la quale Telos ha imprigionato città di ogni dimensione. La sfida? Sopravvivere combattendo contro altri eroi di universi diversi per far sopravvivere anche la città del proprio universo. Riusciranno i due ad avere la meglio dei Wetworks e dei loro simbionti? Allo stesso tempo, un altro Batman, da un anno sotto un'altra cupola, deve proteggere Gotham City dall'attacco di Omac e dei suoi non morti. Come andrà a finire?

Storie interessanti, personaggi nuovi, vecchi ritorni. Idea interessante, anche se perde di originalità se letta in parallelo a Secret Wars della Marvel e dando un occhio alla cupola di The Dome.
Come si diceva in un altro post, è interessante vedere la mancanza di originalità nelle pubblicazioni d'oltreoceano. DC rebootta, Marvel lo stesso (due volte). Marvel ammazza i muti-universi, DC anche lei (seppure l'avesse già fatto nei decenni passati). Il mutiversi, come li chiamano da questo lato dell'editoria, sono il male: sempre detto. Servono a vendere un po' di più ai collezionisti. Mi piace, però, come DC sta sfruttando il suo Terra Uno, con le nuove versioni di Batman e Superman. Ecco, secondo me servono a sperimentare. A permettere a nuovi, od affermati, autori di gestire un personaggio per una saga particolare, anche fuori dagli schemi, dimostrare la propria originalità e chiuderla lì. Quando diventano seriali, allora, e compito dei lettori dire basta o di decidere quale "Terra" seguire senza sperperare denaro.
Tutto sommato se con Convergence fanno piazza pulita non posso che esserne contento.
Olografica

Disegni nettamente diversi dallo stile a cui eravamo abituati con Capullo, ma con le loro prerogative d'interesse. Ognuno ha il suo perché, a me è piaciuto di più quello di Carlos D'Anda. Il suo stile americano anni '80 del secolo scorso, spogliato dai tratti ruvidi e dalle sacchette in ogni dove, ha soddisfatto il mio occhio.

Un buon numero 100. Auguri! 

venerdì 11 dicembre 2015

Golden Globes 2016

Arrivate anche quest'anno le nomination per i Golden Globes.
Quest'anno più che mai, i film in concorso sono ancora praticamente sconosciuti nel nostro Paese. Quelli che si prefigurano come le anteprime degli Oscar, vedono in gara nomi famosi sia per la regia che per i ruoli di attori protagonisti e non, ma, da qui, è difficile giudicare.
Salta all'occhio l'ambizione di Di Caprio, la regia di Scott, Innaritu e Miller (uscito dall'ospizio per girare Mad Max e far vedere a tutti i giovani come si rinnova un mito), Cate Blanchett, Rooney Mara, Jennifer Lawrence (non per Hunger Games), Matt Damon (ma quindi The Martian è una commedia? Devo ancora vederlo, ma mi sembrava un film di fantascienza), Ennio Morricone (per le musiche scritte per Tarantino) e Sylvester Stallone (per Creed).
Sicuramente ci sorprenderanno i nomi meno quotati, ma per capire le scelte dei giurati li dovremo prima vedere all'opera. Quanto prima, speriamo.

Intanto, fatevi un'idea vostra e, se volete, i commenti di questo blog sono sempre aperti.


MIGLIOR FILM – DRAMMATICO

•Carol
•Mad Max: Fury Road
•The Revenant
•Room
•Spotlight

MIGLIOR FILM – COMMEDIA & MUSICAL
•The Big Short
•The Martian
•Joy
•Spy
•Trainwreck

MIGLIOR REGISTA
•Todd Haynes – Carol
•Alejandro G. Inarritu – The Revenant
•Tom McCarthy – Spotlight
•George Miller – Mad Max: Fury Road
•Ridley Scott – The Martian

MIGLIOR SCENEGGIATURA
•Emma Donoghue – Room
•Tom McCarthy, Josh Singer – Spotlight
•Charles Randolph, Adam McKay – The Big Short
•Aaron Sorkin – Steve Jobs
•Quentin Tarantino – The Hateful Eight

MIGLIORE ATTRICE IN UN FILM DRAMMATICO
•Cate Blanchett – Carol
•Rooney Mara – Carol
•Brie Larson – Room
•Saoirse Ronan – Brooklyn
•Alicia Vikander – The Danish Girl

MIGLIOR ATTORE IN UN FILM DRAMMATICO
•Bryan Cranston – Trumbo
•Leonardo DiCaprio – The Revenant
•Michael Fassbender – Steve Jobs
•Eddie Redmayne – The Danish Girl
•Will Smith – Concussion

MIGLIORE ATTRICE IN UN MUSICAL O COMMEDIA
•Jennifer Lawrence – Joy
•Melissa McCarthy – Spy
•Amy Schumer – Trainwreck
•Maggie Smith – The Lady in the Van
•Lily Tomlin – Grandma

MIGLIOR ATTORE IN UN MUSICAL O COMMEDIA
•Christian Bale – The Big Short
•Steve Carell – The Big Short
•Matt Damon – The Martian
•Al Pacino – Danny Collins
•Mark Ruffalo – Infinitely Polar Bear

FILM D’ANIMAZIONE
•Anomalisa
•The Good Dinosaur
•Inside Out
•The Peanuts Movie
•Shaun the Sheep

MIGLIOR CANZONE ORIGINALE
•“Love Me Like You Do” 50 Shades of Grey
•“One Kind of Love” Love and Mercy
•“See You Again” Furious 7
•“Simple Song No. 3” Youth
•“Writing’s on the Wall” Spectre

MIGLIOR COLONNA SONORA
•Carter Burwell – Carol
•Alexandre Desplat – The Danish Girl
•Ennio Morricone – The Hateful Eight
•Daniel Pemberton – Steve Jobs
•Ryuichi Sakamoto e Alva Noto – The Revenant

MIGLIOR FILM STRANIERO
•The Brand New Testament
•The Club
•The Fencer
•Mustang
•Son of Saul

 MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
•Jane Fonda – Youth
•Jennifer Jason Leigh – The Hateful Eight
•Helen Mirren – Trumbo
•Alicia Vikander – Ex Machina
•Kate Winslet – Steve Jobs

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
•Paul Dano – Love & Mercy
•Idris Elba – Beasts of no Nation
•Mark Rylance – Bridge of Spies
•Michael Shannon – 99 Homes
•Sylvester Stallone – Creed

giovedì 10 dicembre 2015

Agents of S.H.I.E.L.D. - Mid Season Stagione 3

Un po' per mancanza di tempo, un po' per eccesso di altro, è da qualche tempo che da queste pagine elettroniche mancano le avventure dei discepoli di Coulson. Come stanno andando i Vendicatori in do minore? Lo SHIELD che era sfasciato? Vediamolo.

In questa terza stagione sono entrati per prepotenza gli Inumani, futura famiglia Marvel ad arrivare sul grande schermo tra qualche anno e che necessita di essere conosciuta dal grande pubblico. Si è partiti pian piano, ma, finalmente, ecco che alla decima puntata della terza stagione una piccola schiera di questi super dotati ha fatto la sua comparsa. Ora siamo a metà stagione, ed alla pausa fino a marzo 2016, e le storie si stanno intricando un po' di più. 

Chi include tutto e lavora sotto traccia per sventare le residue resistenze dei buoni è l'Hydra, come sempre. Tra le sue mire non possono mancare gli Inumani ed, infatti, stanno rapendo e stoccando parecchi di loro per motivi, più o meno, oscuri. Un altro alla caccia degli Inumani è Lash: nel senso che lui li caccia davvero e li uccide con le sue manine dotate. Lash altri non è un membro in vista e che ben conosciamo del gruppo che ci tiene compagnia settimanalmente.

"Non son cattivo: contaci."
Altro intrico degli sceneggiatori, quello con cui si è aperta questa stagione, è il nuovo livello della relazione tra Fitz, Simmons e Will. Chi è Will? Guardare per capire. Questa situazione sarà il motore per aiutare l'Hydra, in modo inconsapevole, a raggiungere un obiettivo che ne stimola la crescita da decenni. Risultato di tutto questo? Creare un morto vivente di nome Ward. Siamo ad un passo da ottenere il meshup con The Walking Dead.
"Vogliamo davvero discutere?"
Lo sviluppo della trama è stato ben articolato, con qualche licenza richiesta allo spettatore, ma ha tirato un po' troppo per le lunghe gli sviluppi narrativi nell'ultimo episodio. Una volta escogitata quella mossa dal capo dell'Hydra, la reazione di Coulson era da considerare abbastanza scontata. La serie, se escludiamo una ventina di minuti dell'ultimo episodio, è stata abbastanza avvincete. L'introduzione degli Inumani, i piccoli passi nella creazione della squadra affidata a Quake, le dinamiche affettive di Coulson, May, Fitz e Simmons, tutto ha funzionato, sempre nell'ottica della serialità lunga e dei progetti a lungo termine che hanno gli sceneggiatori e produttori (ABC e Disney in testa) per questa serie che regge alla distanza negli ascolti, anche senza comparsate di eroi di primo piano.
"Io sono una grande, sallo!"


Godiamoci Agent Carter nell'attesa del ritorno in azione di questo gruppo.

mercoledì 9 dicembre 2015

Devilman Vs Hades

DEVILMAN VS HADES 
Numeri 3
Testata  STORIE DI KAPPA 
Nr. Testata  244/245/246
Data di uscita  da settembre a novembre 2015 
Autore  Go Nagai, Team MOON 
Dimensioni  13x18 
Stampa  b/n
Pagine  240
Sovraccoperta  Si 
Cover con alette  No

Qualche mese fa si è parlato, anche su queste pagine, del manga celebrativo Devilman Vs Hades, che aveva visto all'opera il Team MOON sul personaggio di Nagai Go.
Come è andata a finire?
E' andata a finire che non è andata a finire. In che senso?
Il Team MOON ha confermato per tutti i tre volumi la sua capacità grafica di alto livello (nonostante il loro amore per i deformed e le espressioni buffe e fuori luogo che, per fortuna, si sono andate diradando nell'arco della narrazione). Donne, uomini, robot, tutto quello che hanno raffigurato nei tre volumi è stato decisamente apprezzabile, solo che... Solo che la trama ha voluto essere troppo ricca, per le così poche pagine che avevano a disposizione.

Attenzione piccoli spoiler.
Sono rimasto stupito quando, nel volume 2, è apparso il Grande Mazinga. Stupito nel senso che se celebri un eroe non mi sembra troppo corretto tirarne in ballo altri, anche se il nemico è, od è stato, comune. Vedere, però, tutta la famiglia di personaggi creati da Nagai negli anni d'oro nello stesso calderone mi ha un po' indispettito. Il ruolo di Koji, la gestione scarsa della sicurezza della Fortezza delle Scienze, Daisuke, Sayaka, Jun, l'ampio margine d'azione per Boss. Tutti questi intermezzi hanno portato via tempo alla storia principale ed hanno, più o meno volutamente, permesso che la trama giungesse al non finale che abbiamo letto.
Fine piccoli spoiler.

Il non finale che abbiamo letto, figlio della gestione, compiacente e compiaciuta, dello spazio a disposizione dagli autori mi ha lasciato dell'amaro in bocca. Sì, tante belle strade aperte per una possibile prosecuzione, ma, alla fin fine, non si è quagliato nulla. Se pensiamo che è un manga del 2012, pubblicato in Italia a fine 2015 e che non generato un seguito, conosciuto, a cui affidarsi per dare le risposte richieste ecco: a me un po' girano.

Disegni di alto livello, che calano di qualità e di nitidezza nelle scene di combattimento molto cinetiche, una storia in cui lo spazio narrativo è stato tirato troppo per le lunghe e non ha portato a nessuna conclusione. Queste caratteristiche mi spingono a continuare a considerare questo manga un acquisto interessante, ma mi portano, anche, a credere che sia un'occasione fallita giocata, oltre tutto, per un evento decisamente unico. Tanto di bello era stato fatto con Amon Saga e Strange Days, peccato non aver replicato in qualità con questa nuova avventura.

Per veri appassionati, non per chi passa di qui per caso.

venerdì 4 dicembre 2015

Golem

Titolo: Golem

Autore completo: LRNZ

Editore: BAO Publishing
Genere: Chi ha paura del nanolupo cattivo? 
Pagine: 280 
ISBN: 978-88-6543- 257-0 
Formato e rilegatura: Brossurato, 18,2 x 25,7 
Data di pubblicazione: 12/12/14 


E' un fumetto di satira sociale sull'estrema evoluzione del capitalismo? Un esperimento di narrazione a fumetti? Una distopica parabola politica? Come si inquadra veramente il primo romanzo grafico che Lorenzo Ceccotti ha partorito dopo venti anni di lungo lavoro?

La storia. Ambientata nell'Italia del 2030. La società sembra essere finalmente entrata in un'epoca d'oro. Tutti si possono permettere tutti i beni che desiderano, non sembra esserci povertà: il benessere per tutti. Il Bel Paese è entrato a far parte dell'Eurasia e l'Euro è stato sostituto dallo Pseudo, la nuova moneta che tiene in piedi tutte le economie.
Quattro corporazioni internazionali, però, sono le proprietarie del mondo intero. I governi sono fantocci nelle loro mani e si reggono su una bugia, un segreto nascosto, di cui intimo custode è il Presidente della Repubblica Italiana. 
Sarà un semi adolescente, il cui destino è stato segnato molto tempo prima a sua insaputa, di un amore giovanile e di un gruppo di geek eversivi tentare di aprire gli occhi a tutti coloro che non riescono a vedere oltre l'ultimo modello di cellulare o di automobile.

Quello che salta subito all'occhio è come l'autore abbia voluto sottolineare le dimensioni narrative con evidenti cambi di stile grafico. L'avventura dei ragazzi, Steno e Rosabella, è disegnata in tipico stile manga, vi si affiancano lo stile pittorico e impressionistico utilizzato da LRNZ  per mostrarci le visioni di Steno, e le parti dove la grafica vettoriale è naturalmente esibita per illustrare ciò che gli Shorai vedono nei loro visori durante le missioni che li vedono protagonisti. Già da qui il designer insito nella natura del Cecconi unisce la funzionalità con l'espressività.
Da interviste rilasciate in giro per la rete e dalla post fazione presente nel volume, LRNZ ha disseminato di indizi esoterici tutto il volume. Si citano le ricorrenze negli sfondi, le forme di loghi, i graffiti sui visori che aprono il terzo occhio ai membri de Shorai. Si passa per i nomi, Oudeis Presidente della Repubblica Italiana sembra trarre origine dal “nessuno” del greco antico usato da Ulisse per sfuggire a Polifemo ed, infatti, si rivela essere un niente in mano alle multinazionali. Lamaco ricorda il generale ateniese del V secolo A.C. ed Oxyopes  è proprio il nome scientifico di un aracnide, questi son solo due dei nome dei membri del gruppo eversivo Shorai. Gli stessi Shorai che per i loro gruppo scelgono un nome nella quale è contenuta la radice Sho che significa pino in giapponese, trovandosi così legati a doppio filo con Steno e con suo padre Ago Critone Altri esempi li possiamo ricavare citando Wired, da una interessante ed approfondita intervista:

"I colori. Partiamo per esempio dai due protagonisti: Steno e Rosabella. Uno è il figlio di un famoso scienziato, morto in circostanze misteriose, l’altra è la figlia del Primo ministro Cleo Filagone.
“Steno e Rosabella sono chiaramente due protagonisti complementari opposti. Quindi anche tutto il loro carico simbolico è tale. A partire dal basilare maschio/femmina, si arriva al loro modo di essere, di comportarsi, fino anche ai loro colori. Ecco qui le cose si fanno interessanti: creare una color palette partendo dagli strumenti di analisi degli opposti mi avrebbe portato a un risultato chiaro forse solo agli esperti della teoria del colore, mentre ho preferito attingere alle caratteristiche di due opposti che in natura siamo tutti abituatissimi a riconoscere, l’alba e il tramonto.
“E questo porta ad un sistema molto più profondo anche di utilizzo dei colori stessi: ecco che il nero del vestito di Steno è il nero delle ombre con cui all’alba il Sole annuncia la forma delle cose a venire, al contrario del nero della notte. È un nero che anticipa il futuro, come Steno che da bambino è solo l’ombra dell’uomo che diventerà da lì a poco (nel finale è a torso nudo anche per questo)”.
Questo è solo il primo, ma forse più folgorante esempio di ciò che LRNZ definisce “un sistema di connessione fra piani diversi”, ovvero un meccanismo “in cui tutte le cose piccole si aiutano per venire fuori nella maniera più esplicita possibile con un segnale forte, in cui magari non tutto può essere colto”.

I nomi. (approfondendo quanto detto nel paragrafo precedente ndF) Passiamo adesso a un altro potente vincolo di suggestioni: i nomi. Si accennava prima agli Shorai, personaggi che viaggiano tra il ninja, il terrorista e il ribelle.
“Ogni Shorai ha un nome che rimanda esattamente alla sua funzione nel libro, al suo carattere. Il personaggio di Mesotes, per esempio: ‘la parte che è nel mezzo‘ in greco antico, è l’hub di comunicazione di tutti gli Shorai. E il suo aspetto è tecnicamente quello di un hub/router/switch, ed è chiaramente una persona disponibile a seguire i problemi di tutti, tiene in equilibrio gli istinti di tutti i suoi compagni durante le missioni. È il mediatore, la bilancia, è il simbolo di una tecnologia che unisce, non divide”.

La tecnologia foresight A ogni missione gli Shorai indossano maschere con simboli che coprono i loro occhi, ma che gli permettono di intuire il futuro grazie a una tecnica che sfiora la divinazione, e che ricorda i visori come Oculus Rift.
“I foresight aprono un terzo occhio della mente e coprono gli altri due. In un mondo in cui tutto è rivestito di menzogne, la verità si può raggiungere solo con una visione assistita dalla conoscenza. Un paradosso in cui a conti fatti mi sono ritrovato a credere, sebbene fossi un fautore totale di un futuro fortemente augmented. Ma l’aumentato non toccherà mai l’inconscio come il reale. È per questo che in Golem è il reale a essere mistificato, direttamente”.
Un punto interessante della questione è che esiste uno Shorai senza Foresight, ma lasciamo a voi il piacere di scoprire perché.

Il denaro. In Golem, inoltre, anche i nomi delle cose possono celare significati nascosti. Questo vale per esempio per le multinazionali che tengono in pugno il mondo così come per la sua moneta: lo pseudo.
“Lo pseudo è il nome della moneta euroasiatica. Il denaro è una forma di rappresentazione astratta della ricchezza. Una ricchezza che non ha ormai neanche più un riferimento reale in oro o beni concreti. Il denaro regola la nostra libertà. Se il denaro è una menzogna, cosa è la nostra libertà? Lo pseudo ha questo nome alla luce di queste considerazioni”.

Il governo. E infine, ecco quella che forse è la metafora più grande di Golem, una metafora così grande, ma per certi versi così occultata, che il modo migliore per nasconderla è senza dubbio metterla in bella vista.
“Lo Stato non è forse l’incarnazione più perfetta del concetto stesso di Golem? Una massa informe resa intelligente da un sapiente, con la magia, che fa le veci di quest’ultimo, che prende il suo posto. È lo schiavo perfetto. Lo Stato ci cura, ci protegge, ci allontana dalla reale durezza della vita. Ma cosa succede se lo stato prende l’iniziativa e diventa una creatura senziente? “



La lettura di questo romanzo si rivela, quindi, sfaccettata. Si parte da una prima lettura superficiale, ricca di semplici rimandi e visivamente incisiva, e si può arrivare ad uno studio approfondito, quasi semiologico, tale da renderlo un manuale di esoterismo e filosofia estremamente moderno.

Molto più immediate sono certe referenzialità grafiche che richiamano il mondo del manga giapponese degli anni '90 del secolo scorso. E' impossibile non scorgere tra le pagine influenze, più o meno conscie nell'autore, da Ghost in The Shell di Masamune Shirow o, molto più esplicite nel finale, da Akira di Katsuhiro Otomo. Qualcuno ci ha visto anche parallelismi con Evangelion di Hideaki Anno: "Lì troviamo l’Albero delle Sephirot, qui l’esoterismo alchemico. Lì l’A.T. Field degli angeli, qui l’Active Denial System di X. Evangelion è una saga in cui l’universo creato non lascia nulla al caso, e in cui si fondono mitologia e cabala, religione e scienza, disseminando di input nascosti le pieghe delle pagine e della trama. Proprio come Golem." Personalmente trovo questo paragone eccessivamente forzato, ma può essere che mi sbagli. Quello su cui concordo è il parallelismo che si viene a creare tra alcune inquadrature utilizzate in questo, ricco, volume, di 270 pagine, con quelle utilizzate in diverse sue opere da Moebius.

LRNZ va anche oltre al volume cartaceo. Offre ai suoi lettori muniti di smartphone con NFC incorporato la possibilità di ampliare ed approfondire il fumetto che hanno per le mani. Grazie alla moderna tecnologia del Desmo Scanner (la app gratuita collegata, appunto, al libro da un chip NFC inserito nella copertina), ed a Bao che l'ha coraggiosamente implementata nell'opera, i fruitori possono godere di contenuti extra sull'internet. Contenuti che con la loro assenza non pregiudicano, comunque, per gli altri, la godibilità dell'opera.
Anche per i fortunati possessori di iPhone, telefono non dotato di NFC, è possibile usufruire dei contenuti multimediali. Per sopperire alla mancanza è possibile scaricare l'application di Golem, Desmo Scanner. Basterà inquadrare le vignette del fumetto e, se qualche contenuto sarà disponibile, apparirà il link da attivare.



Tornando per un attimo alla storia, prima di chiudere questo lungo post, non posso non notare come il tutto si inneschi dal più classico dei meccanismi narrativi (sopratutto del mercato nipponico): un ragazzo incontra una ragazza. Da qui tutto comincia. La conoscenza scolastica tra Rosabella e Steno si sviluppa fino ad diventare il motore della vicenda ed a portarlo su una strada conosciuta. Quello che differenzia Golem da tanti altri prodotti editoriali è l'abilità di LRNZ di organizzare una narrativa circolare intorno a questo evento. In sole 270 pagine, a dire la verità un po' strette per lasciar fluire tutto quello che l'autore potrebbe raccontarci, riescono ad essere gestiti una ventina di personaggi senza sacrificarne nessuno: e questa è una grand abilità. Le pagine scorrono fluide e veloci, con un ritmo da serie d'animazione giapponese di livello lasciandoci dentro la voglia di riprendere la lettura dall'inizio non appena terminato il volume.

Golem si rivela essere un'allegoria della nostra società. Un'osservazione iniziata venti anni fa e che ha portato il suo autore a trasformare e maturare la sua storia insieme a lui. Sotto certi aspetti lo si può anche considerare un racconto d'amore. Amore verso il prossimo sconosciuto, per il quale si può giungere a sacrificare ciò che sia ha di più prezioso pur di garantirgli un futuro libero da gioghi, ed amore verso la propria famiglia.

Golem è tanto di più di quanto ognuno di noi possa vedere. Golem è una lettura da affrontare in tanti e di cui parlare tra amici per approfondire i diversi punti di vista.

Golem sarà un film per Hollywood. Non si sa quando. Non si sa per chi. Non si sa con chi. Si sa che LRNZ è stato/è là per curarne la riduzione su grande schermo. Mai come in questo caso è giusto utilizzare il termine "ridurre".

In bocca al lupo.

giovedì 3 dicembre 2015

Godzilla

Riprendere il mito di Godzilla nel 2014 e proporlo al cinema ad una nuova platea di spettatori poteva essere rischioso. Dopo l'esperienza del Godzilla "americano" precedente, dal quale molti fan storici si sono sentiti traditi, il rischio di un'assenza massiccia dai cinema avrebbe potuto spaventare.
Con coraggio, però, Warner, Legendary e Toho (originale detentrice dei diritti cinematografici del nippomostro) hanno scelto il soggetto di David Callaham ed affidato la regia a Gareth Edwards. A cosa ha portato questo sforzo produttivo da 150 milioni di dollari? La risposta è: un successo su ogni mercato in cui è uscito.
Tale riscontro è merito del duo citato prima, principalmente. Sia sceneggiatore che regista si sono attenuti all'iconografica de film Kaiju giapponesi degli anni '50 del secolo scorso, che hanno visto la nascita del mostro radioattivo, ma ne hanno saputo attualizzare il contesto. Il mostro è un millenario fossile vivente, si nutre di radiazioni (e non è stato creato da esse come nell'originale) e può essere sia minaccia che guardiano per l'umanità.
La trama si snoda attraverso due periodi della vita di Ford Brody, figlio di scienziati di stanza in Giappone. Il primo è il momento della perdita di uno dei due genitori e la caduta psichica dell'altro, ed il secondo è quando Godzilla si palesa per affrontare due mostri preistorici come lui, risvegliatisi a seguito di un sisma.
"Panettone senza canditi? Non osare!"
Se a tratti la trama su cui si innesta la nuova avventura di Godzilla è ripetitiva non possiamo, comunque, non apprezzare i momenti di presenza del bestione sullo schermo. Sorretto da una colonna sonora azzeccato, si palesa, combatte, prorompe in tutto il suo essere. Una figura che molto deve al capostipite originale della saga. Le cicatrici da radiazione, le scaglie, il raggio atomico e, persino, la postura e la camminata da "omino dentro un costume" lo rendo realisticamente vivo. 
"Tanto t'acchiappo"
Anche i suoi avversari, seppure all'apparenza provenienti da un mondo alieno al nostro, creati appositamente per questo film e non derivati direttamente dalla storia cinematografica originale di Godzilla, si difendono in quanto a realismo ed efficacia. Bisogna essere onesti: il reparto effetti speciali ha dato molto per la riuscita di questo prodotto.
"Ti avevo detto di non osare!"
Gli attori umani passano, per questa volta in secondo piano. Abbiamo i futuri gemelli Maximoff Aaron Taylor-Johnson e Elizabeth Olsen, marito e moglie qui, come protagonisti sentimentali della sottotrama principale, con il tentativo di ritorno a casa del primo. Bryan Cranston (direttamente da Breaking Bad) nel ruolo del padre ossessionato e folle agli occhi del figlio e Juliette Binoche in un cameo. Non poteva mancare la figura del saggio scienziato giapponese, che sa cosa fare, ma i militari americani non hanno intenzione di ascoltare, con la faccia di? Indovinato! Ken Watanabe, che altri se no?

 L'attesa per il mostro è tanta e ben giocata, tanto che quando viene proposto a figura intera non si può far a meno di accoglierne la manifestazione con soddisfatto giubilo.
"So' bello."
Un salto nel passato con tecniche ed effetti speciali dei giorni d'oggi. Giusto in attesa di Godzilla con King Kong.
Titolo originale Godzilla 

Lingua originale inglese 
Paese di produzione Stati Uniti d'America, Giappone 
Anno 2014 
Durata 123 min 
Rapporto 2,35 : 1 
Genere fantastico

Regia Gareth Edwards 

Soggetto David Callaham 
Sceneggiatura Max Borenstein 
Produttore Thomas Tull, Jon Jashni, Mary Parent, Brian Rogers, Bob Ducsay 
Produttore esecutivo Yoshimitsu Banno, Alex Garcia, Kenji Okuhira, Patricia Whitcher 
Casa di produzione Warner Bros., Legendary Pictures, Toho Company, Disruption Entertainment 
Distribuzione (Italia) Warner Bros. 
Fotografia Seamus McGarvey 
Montaggio Bob Ducsay 
Effetti speciali Dan Cervin, Kelly Coe, James Kozier, Kyle T. Moore, Dan Oliver, Corey Tornack, Scott R. Treliving, Dan Youngs 
Musiche Alexandre Desplat 
Scenografia Owen Paterson 
Costumi Sharen Davis 
Trucco Chantal Boom'la, Victoria Down 

Interpreti e personaggi

Aaron Taylor-Johnson: Tenente Ford Brody
Bryan Cranston: Joseph "Joe" Brody
Ken Watanabe: Dottor Ishiro Serizawa
Elizabeth Olsen: Elle Brody
Sally Hawkins: Dottoressa Wates
Juliette Binoche: Sandra Brody
David Strathairn: Ammiraglio Stenz
Carson Bolde: Sam Brody
Richard T. Jones: Russel Hampton
Al Sapienza: Huddleston
Akira Takarada: Agente dell'immigrazione giapponese
Victor Rasuk: Sergente Tre Morales
CJ Adams: Ford Brody da bambino
 
Doppiatori italiani

Andrea Mete: Tenente Ford Brody
Daniele De Ambrosis: Ford Brody da bambino
Stefano De Sando: Joseph "Joe" Brody
Benedetta Degli Innocenti: Elle Brody
Haruhiko Yamanouchi: Ishiro Serizawa
Tiziana Avarista: Dottoressa Wates
Franca D'Amato: Sandra Brody
Antonio Sanna: Ammiraglio Stenz
Emiliano Coltorti: Takashi
Alessandro Budroni: Marcus Waltz
Alberto Angrisano: Russel Hampton
Roberto Certomà: Jainway
Massimo Triggiani: Tre Morales
Dario Oppido: Boyd
Enrico Di Troia: Whelan