lunedì 27 novembre 2017

Mercurio Loi - La testa di Pasquino

Mercurio Loi n°7
La testa di Pasquino

Soggetto e Sceneggiatura: Alessandro Bilotta 

Disegni: Massimiliano Bergamo 
Colori: Nicola Righi 

Copertina: Manuele Fior 

Prezzo: 4.90€

Scovare l'identità di Pasquino e portare la sua testa al Papa è la priorità per le autorità di Roma. I suoi misteriosi epigrammi satirici, contro la situazione romana del momento ed a favore di una maggiore libertà di pensiero, sono scomodi e fastidiosi per molti. Assicurarsi la collaborazione della mente di Mercurio Loi per risolvere l'enigma potrebbe essere la mossa giusta. Magari lui già sa chi è, magari potrebbe aiutare le forze dell'ordine, magari potrebbe agevolare la fuga dello stesso Pasquino.

Speravo nel botto dopo il numero scorso, ma sono stato deluso.
Dopo il divertente escursus da LibroGame del numero sei, Bilotta torna alla narrazione classica portando a soluzione in mistero che circonda Pasquino. In effetti l'identità ne viene svelata nelle prime venti pagine e la dissertazione prosegue sulle motivazioni di chi lo ha impersonato ed i sensi di colpa di chi crede di essergli stato accanto. Mercurio Loi, in tutto questo, vi entra di striscio ed in terza persona,.
Forse sono io, forse no, ma temo di avere il bisogno di una ulteriore lettura dell'albo per capire bene la dinamica di certi eventi accaduti e della loro motivazione. Per essere onesto, però, nonostante l'ottima scrittura, fatico a capire l'utilità di almeno cinquanta pagine di albo.
A complicarmi la lettura anche i disegni di Massimiliano Bergamo, al debutto sulla collana di casa Bonelli. Bilotta, o chi per lui, sta cercando di mantenere una linea grafica costante, pur non avendo mai consumato, ad ora, una collaborazione ripetuta con i disegnatori che si sono alternati sulle pagine della sua creatura. Bergamo l'ho trovato sì in tono con gli altri, ma eccessivamente inciso nella carta. Una caratteristica che gli è stata utile per ben riuscire negli sfondi e negli ambienti, ma che lo ha danneggiato nella realizzazione degli attori. Forse non è stata solo colpa sua. Forse tale condizione si è ingenerata anche per via della colorazione di Nicola Righi.  Il colorista ritengo abbia raggiunto eccessi oscuratori nelle ombre come raramente ricordo di avergli visto fare nel numero precedente. A ciò si aggiunga anche il difetto del quale avevo già accennato in precedenza: le vignette colorate il cui sfondo è colorato di un unico colore pastello: le trovo inguardabili.

Mercurio Loi continua ed essere un fumetto ricercato che raggiunge le nostre edicole. Gli editoriali di Bilotta non sono buttati lì, ma hanno un loro perché e spingono il lettore alla riflessione. La sua creatura, nel complesso, però, non sempre riesce a soddisfare le alte attese che crea.

giovedì 23 novembre 2017

Morgan Lost Dark Novels - Origini

Morgan Lost Dark Novels - Origini
N° : 0 

Soggetto e Sceneggiatura: Claudio Chiaverotti 
Disegni: Val Romeo 
Copertina: Fabrizio De Tommaso 
Colori: Arancia Studio 

Periodicità: mensile 
uscita: 18/11/2017 
Prezzo: 3,50€

Di Morgan Lost abbiamo già parlato in passato. Era un serie iniziata bene, con distopia, in un mondo che somiglia la nostro, ma che è influenzato dai miti dell'antico Egitto. Poi è diventato uno fumetto ripetitivo, con buon copertine, che ripeteva se stesso senza procedere in nessun dove. Un po' troppo spesso, viso che ne sono stati pubblicati solo ventiquattro numeri.
Oggi si ricomincia. Parallelamente alla serie regolare, Chiaverotti, scriverà del suo cacciatore di taglie, turbato per la perdita dell'amata, anche in storie più scure, violente e con maggior numero di donne nude. Ora, un numero zero dovrebbe essere un allegato, a pubblicazioni già in essere, od un omaggio; questo costa 3,50€ e la cosa mi disturba alquanto. Per dare una seconda possibilità al creatore di Brendon e di buone storie di Dylan Dog ho, tuttavia, deciso di sacrificare la moneta che avevo nel portafogli e tentare l'esperienza. Cosa ho trovato? Come promesso dall'autore nella premessa, sono narrati gli eventi che hanno portato Morgan ad essere il cacciatore di taglie che conosciamo, come ha trovato macchina, vestiti, pistola ed appartamento. Una discreta storia di origini in un formato diverso dal Bonelli classico e di, sole, 66 pagine neanche troppo intense. Il tutto condito con la tricromia classica della seria: bianco, nero e arancio. Un arancio che aveva un senso nei primi numeri della prima serie, ma che, qui, ora ha una valenza più casuale che effetto del daltonismo del protagonista.

I disegno di Val Romeo non sono male, anche se, troppo spesso, mancano del dinamismo necessario per le scene che gli sono richieste.

Una possibilità al numero uno gliela darò, ma deve essere veramente convincente.

mercoledì 22 novembre 2017

Injustice: Gods among us Vol.3

Injustice: Gods among us Vol.3
di Tom Taylor,Bruno Redondo,Mike S.Miller

Specifiche
Titolo: Videogames Limited 13 – Injustice: Gods among us Vol.3
Linea: Lion
Collana:  Videogames Limited 13
Serie:  Injustice: Gods among us Vol.3
ISBN: 9788893518598
16,8x25,7, 128 pp
Pubblico: Per Ragazzi
Genere: Supereroi
Titolo da: Libreria

Lex Luthor è sempre più leader all'interno della Justice League di Superman. L'Uomo d'Acciaio segue i suoi consigli per riuscire ad imporre il suo modello di sicurezza e serenità al mondo. Un modello che prevede il rispetto delle regole con l'imposizione della forza, anziché lasciare ai semplici uomini il libero arbitrio. Queste decisioni non sfuggono ai Guardiani di Oa, a capo del corpo delle Lanterne Verdi né a Sinestro ed alle sue Lanterne Gialle.
Sulla Terra, la resa dei conti tra Superman e Batman ha portato alla sconfitta, con gravi danni fisici del Crociato Incappucciato. Bruce Wayne è stato nascosto, per cercare di curarlo, in un luogo dove neanche i poteri dell'Azzurrone possono arrivare.
Parallelamente la creazione dell'esercito di umani potenziati dall'invenzione di Luthor ed il loro impiego come forze dell'ordine a Gotham sta portando alla ribellione i semplici cittadini.
La guerra è alle porte.

Con minore distacco temporale tra i numeri uno e due, ecco in libreria il terzo volume della saga di Tom Taylor ispirata al videogioco Injustice. Con Bruno Redondo e Mike S.Miller ancora a bordo, lo scrittore australiano ci porta alle soglie di una guerra galattica inevitabile. L'apparizione di Sinestro, le Lanterne Verdi, Zatanna e le morti di molti protagonisti, sopratutto alleati di Batman, stanno volgendo gli eventi a favore del kriptoniano ancora distrutto dal dolore delle sue perdite.
La foliazione di questo volume è ridotta rispetto al precedente, ma rimane ricco di emozioni e fa venire voglia di rileggere tutta la saga da capo.

RW-Lion ha promesso, entro fine anno, anche il quarto volume ed io non vedo l'ora di averlo tra le mani.

martedì 21 novembre 2017

Injustice: Gods among us Vol.2

Injustice: Gods among us Vol.2
di Tom Taylor, Mike S. Miller, Tom Derenick, Bruno Redondo
Contiene Injustice Gods among Us 7-12, Injustice Gods among Us Annual 1

Specifiche
Titolo: Videogames Limited 12 – Injustice: Gods among us Vol.2
Linea: Lion
Collana: Videogames Limited 12
Serie: Injustice: Gods Among Us 02
ISBN: 9788893515672
16,8x25,6, C, col. , 228 pp
Pubblico: Per Ragazzi
Genere: Supereroi
Titolo da: libreria
Prezzo: € 22.50

Metropolis è stata distrutta dall'ordigno nucleare piazzato dal Joker. Superman ha perso la sua amata Lois Lane ed il figlio di cui era in cinta. Gli eventi l'hanno portato a compiere azioni forti. La prima è stata l'omicidio del pagliaccio di Gotham, storico avversario del Cavaliere Oscuro. La seconda è stata quella di incolpare Batman di non averlo ucciso prima, ma di essersi solo preoccupato di mandarlo in prigione, sempre per periodi troppo brevi. Se non fosse stato per Batman, Lois e suo figlio non sarebbero morti e Metropolis non avrebbe seguito il loro stesso destino.
Da quel momento due fazioni di eroi si sono create. Una Justice League ufficiale con a capo Superman, che vede tra le sue file Wonder Woman, Robin, Shazam, Lanterna Verde, Cyborg ed altri, ed una sotterranea agli ordini di Batman, con Freccia Verde e Black Canary in prima fila. La prima cerca di restaurare un mondo allo sbando, con l'ordine imposto e la paura, la seconda cerca di riportare a più miti consigli l'Uomo d'Acciaio. La clandestinità non è d'aiuto a Batman ed i suoi, sopratutto quando alla League si aggiunge un nuovo amico di Superman: Lex Luthor, unico sopravvissuto di Metropolis.

A Tom Tayor dovrebbero dare il compito di trasportare le vicende che sta mettendo su carta al cinema. Un film, serio, ispirato a questa saga stravolgerebbe i botteghini.
Sicuramente l'avevo già scritto dopo l'uscita del primo numero cartonato di questo appuntamento mensile: è una delle migliori saghe di supereroi degli ultimi anni. Anche qui, come due anni fa, ci troviamo davanti ad un albo di spessore. Non solo per il numero di pagine, superiore al precedente, ma anche per gli artisti all'opera. Se Tom Taylor, che ha la possibilità di giocare con TUTTI i personaggi dell'Universo DC, l'ho già incensato in testa al post Mike S. Miller, Tom Derenick e Bruno Redondo sono gli artisti che mettono su carta la sua visione. Come è ovvio che sia i tratti dei tre disegnatori si distinguono l'uno dall'altro, ma l'effetto finale è strepitoso.

Come detto in passato, scegliere di leggere il cartonato può comportare astinenze pesanti, ma, per me, è il modo migliore di godere di questa saga avvincente.

lunedì 20 novembre 2017

Justice League - Senza spoiler (a parte quelli che sapete già)

Batman è stato marchiato dal suo incontro con Superman. L'aver visto, seppure in sogno, un possibile futuro l'ha messo in guardia su ciò che lo circonda. E' uno dei primi a notare la presenza di strani essere sensibili alla paura. Purtroppo le sue informazioni, basate sugli studi di Lex Luthor, sono scarse ed ha bisogno di qualcuno che lo aiuti per mettere insieme i tasselli. La sua necessità è anche quella di unire una squadra che riesca a tenere testa alle minacce che non sono più solo umane.
Al suo fianco Dina Prince, Wonder Woman, è l'altra persona che riconosce i segni della minaccia. In comune accordo cercano di riunire Aquaman, Flash e Cyborg per fronteggiare la smania di Steppenwolf di conquistare la Terra.

Devo ammettere che sono uscito dal cinema nervoso e non so il perché. Anche adesso, riflettendoci, non ho capito bene il motivo. Sapevo che il film sarebbe durato "solo" due ore, per decisione della Warner Bros., e che parti del montaggio di Zack Snyder sarebbero state sacrificate. Lo sapevo, ma mi sono alzato dalla sedia con la sensazione, nonostante le due scene dopo i titoli di coda, che mancasse qualcosa. Forse qualche approfondimento, forse un po' di cupezza di un film alleggerito, con successo, da Joss Whedon (i suoi Avengers sono un gran film che rivedo sempre con piacere), per i noti motivi familiari che hanno colpito il regista titolare, o forse per la CGI utilizzata per rimuovere i baffi di Henry Cavill, tornato sul set per rigirare alcune scene mentre era impegnato con Mission Impossible. Ecco, forse è proprio la computer grafica la nota dolente di questo film. I baffi rimossi dalla faccia di Superman sono solo l'evidenza più palese, ma nelle scene girate in post da Whedon si vede troppo l'effetto del bluesceen alle spalle degli attori. Il cattivo, nonostante sia tutto digitale, è così per scelta estetica ed il suo difetto è quello di non essere Darkseid come mi sarei aspettato.


Detto ciò.
Justice League ottempera al suo compito. Con convinzione unisce le cinque figure più iconiche dell'Universo DC.
Flash. E' il primo ad unirsi con convinzione al gruppo che Bruce Wayne sta cercando di mettere insieme. E' un ragazzo con problemi: padre in galera, quattro lavori, un obiettivo ed una velocità donatagli da un incidente. Si accenna a tutto, ma il compito di far luce su questi aspetti sarà del film in solo che gli sarà dedicato. Ezra Miller assurge ai panni dello Spiderman della DC. Sue sono le gag, le battute d'alleggerimento. Suo è lo sguardo più ingenuo di tutti. Bella la scena, prima della prima battaglia dei quattro uniti, in cui parla con Batman.
Aquaman. E' il personaggio che ci guadagna di più da questa pellicola. Jason Mamoa offre i suoi muscoli ed i suoi tatuaggi alle donne presenti in sala per gran parte della pellicola. Ma questo è solo l'aspetto superficiale. Nella breve chiacchierata con Mera, peccato non averla vista di più anche solo per valorizzare l'eccezionale costume, si capiscono molte cose su di lui. Rispetto ai catoni animati dei Superamici fa un estremo salto di qualità. E' quello che dubita più di tutti della proposta di Batman, ma ne capisce la serietà e, forse, riesce a trovare nuovi amici.
Cyborg. Chi legge queste pagine elettroniche sa cosa penso di questo personaggio. Nei fumetti non ha mai vissuto storie che mi abbiano convinto. Anche lui è un incidente e, come visto nei file di Luthor, è stato curato dal padre grazie all'utilizzo di una Scatola Madre. La sua capacità è quella di interfacciarsi con tutti i sistemi informatici del mondo (occhio alla cronologia di internet sul vostro computer), anche a quella presente nella Batcaverna. Avendone i diritti, i ci avrei messo Lanterna Verde al posto suo. Nonostante tutto Ray Fisher fa un buon lavoro e lo rende accettabile.


E poi c'è la Trinità.
Wonder Woman. L'abbiamo conosciuta nel suo film, ambientato in una ipotetica guerra mondiale a metà strada tra le vere Prima e Seconda, ed abbiamo apprezzato la sua attrice. Gal Godot si conferma perfetta nella parte. Nonostante la sua eccessiva bellezza, trasmette un carisma perduto dall'età ellenica ed utilizza le sue armi, lazo (gustosa la scena con Aquaman), spada e bracciali, in modo incisivo.
Superman. Il senso di colpa per la morte dell'azzurrone porta a Bruce Wayne ad una decisione contrastata, ma ritenuta giusta dagli altri membri della futura Justice League. Clark Kent viene riportato in vita. La sua assenza aveva accresciuto la paura nel mondo e disperso la speranza, rendendo il mondo preda dei malvagi. Per combattere chi di paura si nutre, il suo ritorno era necessario. Certo il modo in cui ritorna stona con quella terra che freme sulla sua bara al termine di Batman v Superman, ma l'importante è che sia tornato. Cavill, nonostante i baffi per i quali spero una seria post produzione per l'edizione home video, è calzante nella parte e l'intervento di Whedon nei dialoghi e fondamentale per trasmetterne la solarità anche nei momenti difficili.
Batman. Ho sempre più la certezza che, presente o meno, Batman sia il centro di tutto questo Universo DC. Assente in Man of Steel, dopo venti anni di lotta al crimine a Gotham City, cambia il suo modo di agire dopo l'apparizione di Superman e questo lo porta allo scontro con l'Uomo d'Acciaio. Per Suicide Squad è il motore che spinge la Waller ad assemblare la squadra di criminali che annovera ben tre ghotamiti nel cast: Joker, Deadshoot e Harley Quinn. In Wonder Woman, sebbene assente, è colui che spinge Diana a tornare nel mondo. Qui è lui che assembla la squadra, con l'aiuto di Diana, e che la convince a riportare in vita Kal-El. Ben Affleck porta sullo schermo la pesantezza del ruolo che ricopre Batman nel mondo. Un uomo ironico, ma con un grosso peso sulle spalle, forse anche troppo vecchio per vestirsi da pipistrello. Nonostante sia l'unico senza poteri cerca, e ci riesce, di stare al passo con i metaumani di cui si circonda. E' conscio che l'uomo non può affrontare dei semidei e che i tempi in cui disinnescava bombe all'interno di pinguini sono cambiati.


I comprimari. 
J. K. Simmons ha avuto pochi secondi come Commissario Gordon, ma mi è piaciuto accanto al Bat-segnale. Una scelta azzeccata.
Diane Lane e Jeremy Irons hanno decisamente, come prevedibile, poco spazio. Chi ha la fortuna di un buon minutaggio è Robin Wright, sempre più massiccia.
Amy Adams entra nei panni tristi di Lois Lane. Dalla sua interpretazione traspare il dolore per la perdita del suo amato ed il non riuscire ad accettare il lutto. Avrà avuto poco spazio, ma avere in squadra un'attrice candidata a cinque premi Oscar negli ultimi dieci anni è di sicuro un vantaggio per tutti.


Indiscutibile la colonna sonora di Danny Elfman.
Molto discutibili, per quanto detto sopra, gli effetti speciali. In un film del genere sono fondamentali ed è peccato perdere punti importanti in questo settore.


Questo film instilla qualche goccia di luce e colore nelle pellicole DC. Per fortuna si tiene lontano dai toni che Disney sta decidendo per i film in solo degli eroi Marvel. Da Civil War in avanti per la Casa delle Idee di New York è tutta più difficile. I film mi convincono meno di quelle contemporanei della DC.
Personalmente, però, devo ancora accettare la convivenza dei toni di Snyder e Whedon i questa pellicola. Sono convinto che una seconda visione dipanerà i dubbi personali che ho su questo ottimo prodotto d'intrattenimento.


Titolo originale Justice League

Lingua originale inglese 
Paese di produzione Stati Uniti d'America 
Anno 2017 
Durata 120 min
Rapporto 1.85 : 1 
Genere cinecomic 

Regia Zack Snyder 

Soggetto Gardner Fox (fumetto), Zack Snyder e Chris Terrio (soggetto) 
Sceneggiatura Chris Terrio, Joss Whedon
Produttore Deborah Snyder, Geoff Johns, Jon Berg, Charles Roven 
Produttore esecutivo Ben Affleck, Wesley Coller, Daniel S. Kaminsky, Curtis Kanemoto, Benjamin Melniker, Christopher Nolan, Jim Rowe, Chris Terrio, Emma Thomas, Michael E. Uslan
Casa di produzioneDC Films, DC Entertainment, Warner Bros. Pictures RatPac-Dune Entertainment, Cruel and Unusual Films, Atlas Entertainment 
Distribuzione (Italia) Warner Bros. Pictures 
Fotografia Fabian Wagner 
Montaggio David Brenner, Richard Pearson, Martin Walsh 
Effetti speciali Mark Holt, John 'D.J.' Des Jardin, Keith Miller, Thomas Proctor 
Musiche Danny Elfman 
Scenografia Patrick Tatopoulos 
Costumi Michael Wilkinson 
Trucco Karen Cohen, Lee Green 

Interpreti e personaggi

Ben Affleck: Bruce Wayne / Batman
Henry Cavill: Kal-El / Clark Kent / Superman
Gal Gadot: Diana Prince / Wonder Woman
Ezra Miller: Barry Allen / Flash
Jason Momoa: Arthur Curry / Aquaman
Ray Fisher: Victor Stone / Cyborg
Ciarán Hinds: Steppenwolf
Amy Adams: Lois Lane
Jeremy Irons: Alfred Pennyworth
Diane Lane: Martha Kent
J. K. Simmons: Comm. James Gordon
Connie Nielsen: Regina Hippolyta
Robin Wright: Generale Antiope
 
Doppiatori italiani

Riccardo Rossi: Bruce Wayne / Batman
Gianfranco Miranda: Kal-El / Clark Kent / Superman
Claudia Catani: Diana Prince / Wonder Woman
Luca Mannocci: Barry Allen / Flash
Francesco De Francesco: Arthur Curry / Aquaman
Emanuele Ruzza: Victor Stone / Cyborg
Rodolfo Bianchi: Steppenwolf
Ilaria Latini: Lois Lane
Mario Cordova: Alfred Pennyworth
Roberta Pellini: Martha Kent
Ennio Coltorti: Comm. James Gordon
Antonella Giannini: Regina Hippolyta
Laura Boccanera: Generale Antiope

mercoledì 15 novembre 2017

Batman Rinascita 20

BATMAN 20 (133)
di Tom King, James Tynion IV, Tim Seeley, David Finch, Christian Duce, Fernando Blanco, Javier Fernandez

Contiene Batman 19, Detective Comics 953, Nightwing 17

Specifiche
Titolo: BATMAN 20 (133)
Sottotitolo: Rinascita
Linea: Lion
Collana: Batman  133
Serie: Batman  20
Autore: di Tom King, James Tynion IV, Tim Seeley, David Finch, Christian Duce, Fernando Blanco, Javier Fernandez
16,8x25,6, S, col., 72 pp
Genere: Supereroi
Titolo da: edicola
Prezzo: € 3.00

Citazione letterarie importanti, a partire dalla Divina Commedia, accompagnano lo scontro fisico tra Batman e Bane. La resa dei conti è ad un capitolo dal termine e tenere lontano Bane dallo Psico Pirata, che sta curando Gotham Girl, è l'unico pensiero del Pipistrello.
Finch e King si preparano a chiudere questo arco narrativo. Mettono tutte le carte in gioco e cercano di sorprendere il lettore.

Detective Comics mette al centro della narrazione due piani differenti. Se su quello più macroscopico Batman e Batwoman stanno soccombendo sotto i colpi della Lega delle Ombre, su quello più intimistico il confronto tra l'Orfana e sua madre, Lady Shiva, ferisce ancora di più. E' bravo Tynion IV a gestire questa situazione ed a generare una spirale nella quale la speranza non riesce a fare capolino.

Nightwing e Robin sono in viaggio per Parigi dove dovrebbe essere detenuta Defacer, da un avversario misterioso (che ora potrebbe avere un nome, grazie alle deduzioni dei due eroi).
Giuro che quando ho letto il nome del cattivo mi sono piegato in due dalle risate. Non ve lo dico, perché non voglio sottrarvi quel momento di ilarità.

martedì 14 novembre 2017

Batman Rinascita 19

BATMAN -Rinascita 19 (132)

di Tom King, James Tynion IV, Tim Seeley, David Finch, Christian Duce, Fernando Blanco, Javier Fernandez

Contiene Batman #18, Detective Comics #952, Nightwing #16, Batman Annual #1

Specifiche
Titolo: BATMAN 19 (132)
Sottotitolo: Rinascita
Linea: Lion
Collana: Batman  132
Serie: Batman  19
Autore: di Tom King, James Tynion IV, Tim Seeley, David Finch, Christian Duce, Fernando Blanco, Javier Fernandez
16,8x25,6, S, col., 72 pp
Genere: Supereroi
Titolo da: edicola
Prezzo: 3,50

Sulle pagine di Batman, il primario obiettivo di Batman è quello di permettere allo Psico Pirata di curare Gotham Girl. Affrontare faccia a faccia Bane è l'unica soluzione.   Il territorio scelto da Tom King per la resa dei conti tra i due è il Manicomio di Arkham. Grazie ai disegni di David Finch la narrazione di King, che fa leva sulla nostalgia dei lettori per quello scontro tra Batman e Bane, riesce a mantenere altra la tensione. Il parallelismo tra l'infanzia del bambino miliardario orfano e quella del bambino prigioniero è resa molto bene. L'insieme mette in risalto l'incredibile resistenza fisica di Bruce Wayne ai colpi del tossico di Santa Prisca. 

Detective Comics mostra a tutta Gotham che il vero colpevole delle situazioni che si stanno verificando in città non è il Joker, ma qualcun altro. La Lega delle Ombre si sta svelando pian piano e Lady Shiva ha nel suo mirino la giovane Orfana della squadre di Batwoman. Perché?
James Tynion IV prosegue a svelare le mosse dei misteriosi avversari scovati, diverso tempo fa, da Jackob Kane. Christian Duce continua il suo lavoro grafico per la serie in modo decisamente interessante.

Per Nightwing un momento di gioia si trasforma subito in paura ed apprensione. Un nemico, sconosciuto, venuto dal passato sta attentando al suo presente. Ancora non si sa chi sia e perché. In compenso l'aiuto di Damian Wayne, in nuovo Robin dal carattere un po' troppo egocentrico, potrebbe essere necessario. 

In chiusura il Batman Annual. Una short story che ha permesso a David Finch di vincere il Premio Eisner di categoria.

lunedì 13 novembre 2017

Batman Rinascita 18

BATMAN 18 (131)

(Contiene Batman #17, Detective Comics #950-51, Nightwing #15)
di Tom King, James Tynion IV, Tim Seeley, David Finch, Christian Duce, Alvaro Martinez, Minkyu Jung
16,8×25,6, S, 72 pp, col.
9788893519991
3,50 €

Sulle pagine di Batman troviamo il Pipistrello e Bane alle prese con i preparativi del loro scontro finale. Bane ha deciso di catturare alcuni preziosi alleati del Cavaliere Oscuro e di usarli come merce di scambio per ottenere indietro lo Psico Pirata e la sconfitta di Batman. Le buone premesse ci sono tutte. Si può imbastire una buona azione ed un'ottima reazione. Come procederà Tom King? Il suo fedele matitaro David Finch riuscirà a valorizzare il lavoro dello scribacchino?

Su Detective Comics la Lega delle Ombre decide di mettere sotto i riflettori le sue prime mosse. L'uccisione del Sindaco e l'individuazione di Batman come colpevole del reato è solo una di queste. Che avesse ragione il padre di Batwoman a voler commettere una strage per uccidere i suoi sospettati? E Lady Shiva, chi sarà il suo obiettivo? In questi anni post-New 52 a Batman stanno sfuggendo un po' troppi indizi: prima la Corte dei Gufi ora la Lega delle Ombre. Decisamente DC non sta puntando sulla sua caratteristica di Miglior Detective del Mondo.

Nightwing raddoppia, nel senso che diventa avversario di se stesso. Oltre a questo la sua relazione, con la sua nuova fiamma di Bludhaven, potrebbe prendere una piega inaspettata. Una storia di taglio giovanile, anche se cerca di mantenere la tensione presente sulle pagine delle altre due storie di cui è corollario.

Saghe interessanti, almeno per gli sviluppi che possono offrire.

mercoledì 8 novembre 2017

La leggenda degli uomini straordinari

1899. Una minaccia si sta per abbattere sull'Inghilterra e, già che ci siamo, sul mondo intero.
M, dei servizi segreti di Sua Maestà la Regina d'Inghilterra, assembla una strana squadra per salvare il mondo. Arruola persone dotate di poteri e di abilità particolari: Allan Quatermain, Tom Sawyer, il Capitano Nemo,  Dr. Henry Jekyll/Mr. Edward Hyde, Mina Harker, Uomo invisibile, Dorian Gray.
Non tutto, però, è come sembra. Qualcuno di loro è un traditore al servizio di un oscuro personaggio che tesse tele ed intrighi alle loro spalle, per eliminarli e poter conquistare il mondo.
La battaglia sarà epica e si estenderà in diverse regioni del mondo, ma la resa dei conti non tarderà ad arrivare.

La leggenda degli uomini straordinari è un film che va guardato per due motivi.
Quello principale è che è l'ultimo film interpretato da Sean Connery prima del suo ritiro dalle scene, ormai quasi quattordici anni fa. Unico attore di spessore in un film con illustri sconosciuti, fa la sua bella figura e la sua bella uscita di scena. Il ruolo riservatogli, Allan Quatermain, se lo calza addosso e lo porta, lungo tutta la pellicola, come un abito comodo. Mi chiedo se avesse già avuto l'idea di abbandonare il cinema dopo questa interpretazione oppure no.

Il secondo motivo è più tecnico. Oggettivamente la trama è debole, costruita in modo farraginoso e con dei cali nella banalità impressionanti. Nonostante, dicano, il soggetto originale scritto e disegnato da Alan Moore e Kevin O'Neill risulti essere convincente, la riduzione a sceneggiatura di James Dale Robinson risente di un certo "anticipo sui tempi". Nel 2003, infatti, i cinecomic erano ancora all'inizio e non era stata ben decisa la strada da intraprendere per proporli al pubblico. Come detto, se questa è la vera parte debole del film, vi è un contraltare che rende il film interessante: gli effetti visivi.
Si parla, naturalmente, di una computer grafica non paragonabile a quella dei film Marvel e DC di oggi, ma le idee che ci sono dietro e le realizzazioni che penetrano l'occhio dello spettatore lo illudono di una certa realtà. Realtà che viene assodata grazie al grande comparto della scenografia affidato a Carol Spier. Siamo nel 1899, all'alba del nuovo secolo, ma si sente tutto il retaggio che il 1800 si porta dietro. Spier mette al lavoro la sua truppa di carpentieri, scenografi, idraulici, elettricisti e realizza tavoli, intarsi, sedie, biblioteche, oggetti di scena, tutto l'immaginabile in perfetta armonia con il periodo. Dotando, anche, le sue creazioni di un'anima steampunk che le rendono attuali ancora oggi. Certo, avrà anche avuto come bibbia il lavoro che O'Neill ha realizzato con le tavole del fumetto, ma, spesso, tradurre in realtà un disegno è più difficile che partire da zero.

Grazie al regista, Stephen Norrington, troviamo sullo schermo spunti che torneranno nei cinecomic più recenti, vedi il Mr. Hyde e la sua anabolizzata evoluzione, la creazione e la gestione di diverse location ed il primo team di eroi seriamente portato sullo schermo.

Non è un capolavoro, ma merita una visione e, perchè no, una seconda, anche sì, giusto per scrupolo. 

Titolo originale The League of Extraordinary Gentlemen 

Lingua originale inglese 
Paese di produzione Stati Uniti d'America, Germania, Regno Unito, Repubblica Ceca 
Anno 2003 
Durata 106 min 
Rapporto 2,35:1 
Genere cinecomic

Regia Stephen Norrington 

Soggetto basato sul fumetto di Alan Moore e Kevin O'Neill 
Sceneggiatura James Dale Robinson 
Fotografia Dan Laustsen 
Montaggio Paul Rubell 
Effetti speciali Janek Sirrs, Terry Glass 
Musiche Trevor Jones 
Scenografia Carol Spier 

Interpreti e personaggi

Sean Connery: Allan Quatermain
Shane West: Tom Sawyer
Naseeruddin Shah: Capitano Nemo
Jason Flemyng: Dr. Henry Jekyll/Mr. Edward Hyde
Peta Wilson: Mina Harker
Tony Curran: Rodney Skinner/Uomo invisibile
Richard Roxburgh: Professor James Moriarty/M/Fantasma
Stuart Townsend: Dorian Gray
Max Ryan: Dante
Tom Goodman-Hill: Sanderson Reed
David Hemmings: Nigel
Terry O'Neill: Ismaele, primo ufficiale del Nautilus

Doppiatori italiani

Adalberto Maria Merli: Allan Quatermain
Francesco Pezzulli: Tom Sawyer
Michele Kalamera: Capitano Nemo
Liliana Sorrentino: Mina Harker
Christian Iansante: Dr. Henry Jekyll/Mr. Edward Hyde
Mino Caprio: Rodney Skinner/Uomo invisibile
Luigi La Monica: Professor James Moriarty/M/Fantasma
Luca Ward: Dorian Gray
Fabio Boccanera: Dante
Francesco Prando: Sanderson Reed

lunedì 6 novembre 2017

Dylan Dog - La fine dell'oscurità

Dylan Dog N° 374 
La fine dell'oscurità

Soggetto e Sceneggiatura: Mauro Uzzeo 

Disegni: Giorgio Santucci 

Copertina: Gigi Cavenago 


Periodicità: mensile 
uscita: 28/10/2017 
Prezzo: 3.5€

Un'entità sconosciuta sovrasta il cielo di Londra. Cavi di consistenza metallica si congiungono alla spina dorsale di molti londinesi e strapparli significa la morte. La città è in rovina. Unico punto d'attrazione è un grattacielo al centro della città.
Dylan Dog cerca di mantenere lucidità e rimanere ancorato alla realtà, a costo di tenere un diario che gli ricordi chi era e cosa c'era prima di tutto ciò che, ora, lo circonda. In un mondo dove il confine tra fantastico, menzogna, realtà non esiste più, riuscirà l'ex Old Boy a sopravvivere.

La fine dell'oscurità poteva essere un presagio: Recchioni è riuscito a trovare il bandolo della matassa ed a impostare la serie come aveva promesso tre anni fa. Finalmente dodici numeri della serie regolare compongono una serie con uno spesso filo conduttore che l'attraversa. Invece non è così.
La fine dell'oscurità è l'ennesima prova autoriale, che dovrebbe trovare spazio su altre pubblicazioni e non sulla serie regolare, che viene qui proposta per riempire buchi lasciati dal curatore. Peccato. 
La storia, autogestita da Mauro Uzzeo, ha un suo perché, ma molti perché? dovuti al modo in cui è stata proposta al lettore. L'incipit è decisamente interessante, scade un po' nel banale con la citazione delle teorie complottiste dell'internet, crea un memo dei nostri tempi per le generazioni future che leggeranno questo albo, ma non aggiunge niente a Dylan Dog. La sua vita non cambierà dopo questi eventi, perché tutti avranno dimenticato tutto. Hope sparirà nel prossimo numero, che è stato scritto da Tiziano Sclavi, e tutto tornerà nei ranghi. Quindi: perché?
Giorgio Santucci, che guardacaso proprio questo mese ha in uscita un volume a fumetti di altro genere, dopo aver disegnato nel 2014 il numero 7 di Orfani, affitta la sua matita alla Sergio Bonelli per realizzare graficamente questo numero. Il disegnatore di Viterbo è da anni sulla breccia, con lavori autonomi per lo più, ma ci offre 96 tavole riccamente dettagliate, quasi scavate nei neri piuttosto che disegnate su fogli bianchi. Quasi tatuate. Santucci, segue con attenzione la trama propostagli da Uzzeo, affascina l'occhio, intriga con le sue donne, ma alla fine non mi lascia dentro niente. Forse non è colpa sua, ma dell'ennesima delusione di questa serie.

A Lucca Comics 2017 c'è stato l'annuncio de Il Ciclo Meteora: 12 numeri legati l'un l'altro. Altri due annunci hanno riguardato il numero 400, che sarà scritto da Recchioni e tutto a colori (pubblicazione prevista tra due anni e mezzo) e la nuova serie Dylan Dog – I racconti di domani scritta da Sclavi è in lavorazione. Non è ancora disponibile una data di pubblicazione ma è stato fatto sapere che il disegnatore del primo episodio sarà Gigi Cavenago. Saranno notizie positive? Lo scopriremo solo restando a bordo. Almeno fino al numero 400. Di sicuro attendo, l'annunciato da tempo, Dylan Dog scritto, inchiostrato e matitato, da Leo Ortolani e rimango curioso per quello scritto da Dario Argento e disegnato da Corrado Roi.

venerdì 3 novembre 2017

Mercurio Loi - A passeggio per Roma


Mercurio Loi n°6
A passeggio per Roma

Soggetto e Sceneggiatura: Alessandro Bilotta 


Disegni: Sergio Ponchione 

Colori: Nicola Righi 
Copertina: Manuele Fior 

L'abitudine di passeggiare senza meta per le vie di Roma è consolidata in Mercurio Loi. Nella sua voglia di girovagare, questa volta, trovo un compagno nel fedele Ottone. Tra un bivio e l'altro si troveranno a vivere un'avventura che li porterà di fronte a scelte inaspettate ed a incontri con persone che non vedevano da tanto. Ma chi starà orchestrando gli eventi? Chi ha preparato il terreno per questa passeggiata?

Prima di tutto: sono in ritardo con qualsiasi lettura. Da Mercurio Loi a Dylan Dog, passando per Batman, tutti ingrossano le fila, nel mio studio, dei fumetti da leggere.
Adesso. Bilotta riscopre una passione di chi è cresciuto a cavallo tra gli anni '80 e '90 del secolo scorso e si è intrattenuto con i libri dell'editore E. Elle. Questa passione era nota come Librogame. In questi libri la struttura narrativa non si presenta lineare, ma brevi paragrafi offrono al lettore una scelta, consapevole o mediante il tiro di un dado a sei facce (talvolta stampato in alto a destra delle pagine del libro stesso), di saltare da un paragrafo numerato all'altro. Tale espediente permette al libro di essere letto più volte ed al lettore di scoprire nuovi finali (posizionati anche a metà del volume stesso) e nuove avventure ogni volta che lo prende in mano. Bilotta gioca su questo meccanismo e mette nella mani di Ottone e Mercurio un Librogame ante-litteram. E' piacevole vedere come l'abilità narrativo dello scrittore romano riesca a permettere a tutte le tessere dei puzzle di incastrarsi come da lui desiderato. Abile anche il disegnatore, Sergio Ponchione, a studiare tempi e spazi delle gabbie di ogni pagina per permettere alla scelta di capitare sempre nell'ultima vignetta in fondo a destra di una pagina dispari.
Nota dolente è la colorazione di Nicola Righi. Vengono poco curati gli sfondi, spesso riempiti con un gradiente di arancione, verde od azzurro e, talvolta, i colori dei protagonisti cambiano leggermente.

Un'avventura affascinante, interessane, ma rimane un delitto spezzare l'emozione della lettura mensile di Mercurio Loi in due parti. Adesso mi tocca attendere dicembre per vedere come va a finire. Ci voleva un numero speciale con il doppio delle pagine. A parte gli scherzi: ottimo lavoro.