giovedì 28 gennaio 2016

Pk - Gli argini del tempo

PK GLI ARGINI DEL TEMPO

TOPOLINO LIMITED DE LUXE EDITION 
20,5x31,5, C., 144 pp., col.
PANINI DISNEY
Disponibile dal 08/10/2015
prezzo: € 14.90

Come nel 2014 anche l'estate del 2015 è stata segnata dal ritorno in edicola dell'eroe per eccellenza degli anni'90 del secolo scorso: PK.
Come nel 2014, però, questo fumetto, originariamente pubblicato sulle pagine di Topolino, ha avuto la sua giusta edizione, per Panini Comics, cartonata, a colori, di grandi dimensioni, per valorizzare le vignette di Claudio Sciarrone, solo in ottobre. Un volume di stazza decisamente impegnativa e tecnicamente di buona fattura. La scelta di lasciare margini bianchi sopra e sotto le tavole ha portato ad avere un maggiore spazio per la stampa ed ha permesso agli autori di espandersi oltre il canone. Immagino come debbano essere state piccole e sacrificate certe scene sul settimanale da edicola, per fortuna, qui, hanno avuto la possibilità di esprimersi in tutto il loro Potere e Potenza.

La storia.

Lyla Lay giornalista di Channel 00 è tornata in città. Solo lei conosce l'identità segreta di Pk, come solo lui conosce il suo segreto. L'avvenente papera non è un essere in carne ed ossa, ma un androide al servizio della Tempolizia (corpo di vigilanza adibito a proteggere il corretto scorrere del tempo). Lyla è tornata perché qualcosa è successo al futuro. In un momento imprecisato il tempo romperà i suoi argini e potranno coesistere infiniti futuri contemporaneamente. 
Compito di Pk e di Lyla sarà quello di scoprire quando e cosa ha causato l'anomalia. Sulla loro strada si presenterà l'enigmatica figura del Razziatore. Sarà suo la colpa di quanto succederà? Sarà un alleato prezioso? Solo il tempo potrà dirlo.
Prima pagina
Considerazioni.

Claudio Sciarrone. Nei venti anni trascorsi tra la scomparsa ed il ritorno di Pk nelle edicole non è stato con le mani in mano. Se il passato lo vedeva esercitare la sua arte con matite, chine, pennelli su fogli di carta, il presente lo vede disegnare il fumetto interamente in digitale. Ciò che ne esce è un'opera di grande valore artistico e sentimentale. Curata in tutti i dettagli, duttile nei momenti critici e decisamente convincente.
Tra i personaggi, l'introduzione di Lyla, sua creatura dei bei tempi, sortisce da sexy e deciso catalizzatore d'attenzione. Sono passati anni dall'ultima volta che l'androide è stato sotto i nostri occhi, ma i miglioramenti hardware sono sotto gli occhi di tutti. Nonostante stia raffigurando una papera robot riesce ad inserire inquadrature fan service di pregevole fattura.
Ritorna Lyla
Max Monteduro. Ritorna a colorare anche questi quattro nuovi episodi del papero mascherato e le sue soluzioni sono veramente interessanti. E' ammirevole l'abilità con la quale riesce ad aggiungere significati alla sceneggiatura ed alle tavole disegnate con i suoi colori, ombre e luci. E' merito anche suo se l'alter ego di Paperino riesce ad attirare nuovi lettori ed a riacciuffare i vecchi, che mai più pensavano ad un suo ritorno.

Alessandro Sisti. Nota dolente. Subito, però, voglio sottolineare la sua grande fantasia scientifica, la ricchezza dello spunto che ha saputo cogliere ed agli interessanti sviluppi nei quali ha saputo precipitare i personaggi tra le sue mani. Da qui, però, parte il mio disagio. Non critico la scelta di pubblicare su Topolino una storia dalle tematiche così complesse come i viaggi spazio tempo, la teoria della relatività, i rilievi della gravità (nel senso di forza), perché sono convinto che è un bene aprire le menti curiose dei lettori. Quello che mi ha spiazzato è stata la contorsione di alcuni discorsi. Capisco che un fumetto si possa leggere e rileggere più volte per cercare di capire meglio alcuni punti oscuri, ma alcune spiegazioni mi sono parse eccessivamente complicate per il tipo di fumetto che avevo per le mani. In certi passaggi Lyla, androide colto e quindi professoressa di turno, risultava noiosa e saccente, quasi fastidiosa nei confronti di un Pk, perfino, eccessivamente ignorante.
Altra nota stonata è la figura del Razziatore. Sebbene sia un cattivo sui generi, alcune sue scelte "buone" sono decisamente incomprensibili, allo stato attuale delle storie raccontate. Possibile che la scelta finale sia dettata solo da quel motivo? E' credibile nella realtà che un tale avvenimento possa succedere?
Omaggio di Sciarrone alla Wonder Woman censurata di Manara.
Deludente, a ben vedere, anche la scelta per la quale ha optato Scisti su come sopperire alla mancanza di tecnologia avanzata nelle mani dell'eroe. L'anno scorso i, coraggiosi, lettori di Topolino avevano votato per la distruzione totale della Ducklair Tower e, quindi, dell'arsenale e delle risorse strategiche dell'eroe di Paperopoli. 
Condivisibile?
Quest'anno, lui, sfruttando i poteri di Lyla ha annullato tutto questo ed ha tirato fuori dai guai il papero mascherato. Peccato. Forse eccessivamente concentrato sugli argini del tempo non ha avuto modo di esplorare una soluzione alternativa più originale.
Il cast di protagonisti al completo
La scelta di Artibani del 2014 di non menzionare Lyla è stata decisamente sensata. Ha dato la possibilità a Sisti di lavorare al meglio sulla sua papera, di presentarla con i tempi e lo spazio che richiedeva, senza buttarla lì per compiacere i lettori.

Purtroppo la sceneggiatura di Sisti, forte sotto il profilo tecnico/scientifico/fantascienzo, si è rivelata debole sotto il profilo umano (anche la scelta di non mettere a conoscenza dei nuovi lettori dei nomi della banda di cattivi mi è sembrato una distrazione eccessiva). Se disegni e colori mi hanno confortato dall'inizio, devo ammettere che mi è mancata la penna di Artibani.

Le, sempre troppo poche, pagine di approfondimenti e curiosità in coda al volume sono state molto apprezzate e, devo dire, che leggere le spiegazioni di Sisti è stato chiarificatore su certi dubbi rimasti a conclusione dell'avventura.

Un volume che passa la sufficienza, sia come realizzazione tecnica che come rapporto qualità/prezzo, ma che risente di una sceneggiatura, a tratti, per me, sofferente per la poca cura riservata ai personaggi ed a quella eccessiva rivolta ad i tecnicismi.
Come non apprezzare anche la copertina componibile di Topolino.
Bisogna avere il coraggio di staccarsi, ora che tutte le pedine sono tornate in gioco, dai vecchi personaggi e dagli schemi classici per tentare la strada della novità. Non dico di prendere esempio da Moffat e dalle sue nuove incarnazione del Doctor Who, ma sarebbe un bel punto di partenza.

Comunque sia da leggere che si sia o meno appassionati storici di Pk.

Ultima nota: la tanto strombazzata prefazione di Zerocalcare. Ma stiamo scherzando? Una facciata con un autoritratto di lui da grande e da piccolo, al telefono con la madre per dirle di comprare Pk. Ma per favore! Se non la mettevate facevate più bella figura. Peccato.

mercoledì 27 gennaio 2016

Morgan Lost - La rosa nera

Morgan Lost N°  4 
La rosa nera

Soggetto Sceneggiatura: Claudio Chiaverotti 

Disegni: Val Romeo 
Colori: Arancia Studio

Copertina: Fabrizio De Tommaso 

Periodicità: mensile 
Uscita: 21/01/2016 

Una rosa nera. Nessun sopravvissuto. Tranne una. Queste sono le caratteristiche che distinguono Wallendream da gli altri serial killer e ne rendono la rock star del suo ambiente. La sua passione, la sua ossessione, è, ora diventata Pandora Stillman: l'unica donna ad essergli sopravvissuto. Il suo interesse per lei è sublimato fino a trasformarsi in amore, naturalmente non ricambiato. Pandora, inoltre, è anche amica di lungo corso di Morgan Lost, il cacciatore di serial killer. Per lui cercare di proteggere Pandora, dopo la più recente ed umiliante violazione, sarà una corsa contro il tempo.
Ci riuscirà? O la donna sarà condannata ad una fine inesorabile?

Leggere Morgan Lost sembra di assistere a quelle grigliate su una griglia gigante: si ha la smania di mettere tutta la carne sul fuoco, ma, alla fine, si finisce sempre per mangiare le puntine. Qui la sensazione è la stessa. Chiaverotti in questi quattro numeri ha buttato in pasto al lettore un elevato numero di informazioni, ma ha fornito poche emozioni. In questo capitolo, addirittura, Morgan Lost è un peso per la sceneggiatura; i suoi interventi, la sua indagine fuori tempo massimo, sono tutti del tutto inutili al fine della storia. Una storia che si svolgerebbe nello stesso, identico, modo anche se lui non fosse presente. Solo in un numero minore di pagine.
Non chiaro, ancora l'uso del rosso. Interessante applicazione del daltonismo del protagonista, che si riflette sul lettore. I dubbi sorgono quando i medesimi soggetti vengono rappresentati prima in bianco e nero e poi colorati. Che senso ha? L'autore ci vuole forse segnalare qualcosa? Ci vuole far seguire una traccia d'indizi? Sottolineare il cambio di moralità o di allineamento di qualche personaggio particolare? O, più probabile, si sta colorando a caso? Dobbiamo usare il rosso: buttiamone un po' qua ed un po' là.
Purtroppo la debolezza della sceneggiatura di questo numero è evidente anche nel momento decisivo della storia, Quanti di noi per recarsi in un posto conosciuto prendono un appunto con sia l'ora che l'indirizzo del luogo e poi lo lasciano a casa, vicino al telefono? La scelta di Chiaverotti, invischiato in un inseguirsi troppo tirato per le lunghe all'inizio ed attorcigliato nel finale, non convince ed indebolisce ulteriormente la sua trama.

Val Romeo, uomo o donna a voi la soluzione del quesito, incarna lo stile richiesto da Chiaverotti. Il suo disegno ben si adatta al noi richiesto, ma viene poco sfruttato da una sceneggiatura debole e scarsamente interattiva con l'ambiente distopico ed alternativo in cui si muove il protagonista. Ma davvero le uniche differenza tra il nostro ed il tempo immaginato sono dei dirigibili, con il loro incidente nel cielo sopra la città dal quale si salva un unico superstite, ed una cabina telefonica? Peccato.

Onestamente. Se continua così Morgan Lost avrà vita breve nella mia libreria. Appuntamento per il numero 5 per deciderne il destino mensile e la spesa di 3.50€ che lo contraddistingue. Nel caso ci sarà sempre tempo di recuperarlo usato, a poco, alle fiere o nelle fumetterie. Come potrebbe essere con Orfani: Nuovo Mondo.

venerdì 22 gennaio 2016

Justice League 44

JUSTICE LEAGUE #44
(Contiene Convergence Justice League International 1-2, Convergence Shazam! 1-2)
di Ron Marz, Jeff Parker, Mike Manley, Evan “Doc” Shaner
9788869716171
9772280013001-50044
16,8×25,6, S, 84 pp, col.
4,50

Convergence con i suoi tie-in continua sugli albi regolari, oltre a svolgere la sua trama principale sull'albo a lei dedicato in uscita fino a gennaio. Destinato a sconvolgere i multiversi della DC Comics, per ora ci mostra le versioni alternative degli eroi più conosciute in battaglia tra loro (già sentita questa? Sì, perché arriva da qui).

Due storie complete della saga che sta influenzando l'universo DC sono pubblicate su questo numero di Justice League. La prima coinvolge la Justice League International, in assenza di Booster Gold, che deve difendere il suo mondo dagli eroi di Kingdom Come. Vedere disegnati questi protagonisti da un autore diverso rispetto a Alex Ross è strano, ma questo vuole la contingenza. Ron Marz e Mike Manley propongono una storia ricca di spunti già visti ed un po' ripetitiva sul fronte della moralità. I disegni sono discreti, anche se io preferisco altri stili.

La seconda storia vede all'opera Shazam contro il Batman in stile stempunk di Gotham by Gaslight. Storia un po' troppo contorta all'inizio, si spende troppo per introdurre i personaggi, una marea, ma d'altronde non poteva che essere così visto che Shazam non è nella sua versione più recente, ad opera di Geoff Johns, ma nella sua vecchia versione di Terra-S. Non proprio convincente la versione steampunk di Batman ed un finale poco chiaro caratterizzano la sceneggiatura. I disegni, stile anni '40 del secolo scorso si rivelano d'atmosfera, Poco apprezzabili, da parte mia, le tavole orizzontali. Mi chiedo se ce ne fosse veramente bisogno. Ad occhio no, unico fumetto in cui le ho trovate una soluzione interessante, perché elaborate in un contesto narrativamente appropriato è il Sandman di Neil Gaiman (ad un solo numero dalla conclusione della pubblicazione italiana).

giovedì 21 gennaio 2016

He-Man and the Masters of the Universe - 20

HE-MAN AND THE MASTERS OF THE UNIVERSE #20
(Contiene He-Man The Eternity War 2-3)
di Dan Abnett, Pop Mahn, Mark Roberts
9788869714368
9772284343005-50020
16,8×25,6, S, 48 pp, col.
€ 2,95

Prosegue la Guerra dell'Eternità sulle pagine del nuovo numero dei Dominatori dell'Universo.
Nel primo episodio He-Man guida l'esercito di Sorceress, la nuova incarnazione di Teela, composto da uomini serpente, contro l'Orda di Hordak. Il tentativo è quello di riconquistare Monte Zoar, ma gli invasori hanno un'arma segreta. Nell'orbita di Eternia è nascosto un satellite capace di annientare le truppe a terra. Sarà compito di Man-at-arms e Roboto tentare di contrastare questa minaccia.
Nel secondo She-Ra è alla ricerca dell'Occhio di Crono, reliquia del Castello di Grayskull che potrebbe ribaltare a favore dei ribelli le sorti della battaglia. Sulla sua strada, però, troverà due vecchie compagne d'armi: Catra e Scorpia. Gelose ai tempi in cui Adora si faceva chiamare Despara, tenteranno in tutti i modi di compiere la sua missione.

Come sempre Dan Abnett segue una strada sua, e nuova, per riscrivere il mito dei MOTU. Gli uomini serpente diventano alleati, Adam è relegato ad alter ego di He-Man, Teela è Sorceress, morti eccellenti, resurrezioni attese. La sua idea si lascia leggere con interesse, peccato le poche pagine mensili.
La coppia Mahn/Roberts da vita alle idee dello sceneggiatore. Lo stile sempre più fluido, ma ancora definito, di Mahn viene sottolineato dai neri pieni ed ampi dei tratti di pennello di Roberts. La coppia funziona, ma alla fine rischia di stancare visivamente.

Sempre interessante.

mercoledì 20 gennaio 2016

Django

New Mexico. Un uomo che non ha paura di morire arriva, con una cassa da morto al traino, in una cittadina di frontiera. Qui si trova invischiato in un commercio di oro ed armi e cerca di trovare il modo per ottenere i suoi vantaggi. L'uomo è un grande pistolero e dovrà affrontare il più pericoloso duello della sua vita.
Quest'uomo ha gli occhi di ghiaccio.

E' inutile tergiversare oltre sulla trama di questa icona degli spaghetti western del 1966. In questa occasione Bruno e Sergio Corbucci, alla regia quest'ultimo, gettano le fondamenta per la nascita di un mito: Django, dove la D è muta. Un mito che ha attraversato il secolo ed è sfociato in un remake, pregiato, di Quentin Tarantino.
Io di western non me ne intendo. Non sono il genere che ho preferito da ragazzo, quando ne passavano a tonnellate durante i pomeriggi a casa della nonna, e crescendo mi hanno lasciato piuttosto indifferente. Quindi, la storia di Django l'ho trovata abbastanza consueta, non so se perché ne ho lette di simili o perché in film a lui precedenti era già stato affrontato l'argomento. All'accadimento degli avvenimenti, durante la visione, vivevo sempre un senso di già vissuto che, comunque, non mancava di lasciarmi sorpreso e divertito. L'idea di nascondere quella cosa nella bara, il duello in città, il finale finalone con sparatoria definitiva, tutto l'ho vissuto con genuino interesse.
e oggi sono di buon umore.
Seppure girato con pochi mezzi, grazie alle sue caratteristiche di cinismo e rudezza è diventato subito una pietra miliare made in Italy del genere, un riferimento per i futuri registi e sceneggiatori, e si è inoculato con caparbietà nei ricordi degli spettatori. Come detto, ormai, l'inizio del film, con il protagonista che trascina la cassa da morto, è diventato iconico. Come è maestosamente indimenticabile la scena di lotta all'interno del Saloon, centro nevralgico del film.
Epico.
Django è un film da vedere per ricordare come gli italiani hanno insegnato agli americani a realizzare film. Poi ce lo siamo dimenticati e siamo diventati dei fighetti specializzati in film impegnati che nessuno guarda e commedie sboccate da far vergognare lo spettatore, ma una volta non erano solo i Fellini ed i Leone a portarci lustro. Gente come i Corbucci, Deodato, De Martino, Squitieri e tanti altri come loro hanno costruito basi solide per il cinema del futuro.
Titolo Originale Django

Paese di produzione Italia, Spagna
Anno 1966
Durata 94 min
Rapporto 1,66:1
Genere western

Regia Sergio Corbucci

Soggetto Sergio Corbucci, Bruno Corbucci
Sceneggiatura Sergio Corbucci, Franco Rossetti, Piero Vivarelli, Josè Gutiérrez Maesso, Bruno Corbucci, Fernando Di Leo (non accreditato)
Produttore Manolo Bolognini, Josè Gutiérrez Maesso
Casa di produzione B.R.C. Produzione Film (Roma), Tecisa Film (Madrid)
Distribuzione (Italia) Euro International Film
Fotografia Enzo Barboni
Montaggio Nino Baragli, Sergio Montanari
Musiche Luis Enríquez Bacalov
Tema musicale Django (Luis Enríquez Bacalov, Franco Migliacci)
Scenografia Carlo Simi
Costumi Carlo Simi, Marcella De Marchis

Interpreti e personaggi

Franco Nero: Django
José Bódalo: generale Hugo Rodríguez
Loredana Nusciak: Maria
Eduardo Fajardo: maggiore Jackson
Angel Alvarez: Nataniele
Gino Pernice: fratello Jonathan
Remo De Angelis: Ricardo
Simón Arriaga: Miguel
Luciano Rossi: Miguel
Giovanni Ivan Scratuglia: uomo della banda di Jackson
José Canalejas: uomo della banda di Rodríguez
Rafael Albaicín: uomo della banda di Rodríguez
Silvana Bacci: prostituta messicana
Guillermo Mendez: uomo della banda di Jackson
Rafael Vaquero: uomo della banda di Rodríguez
Lucio De Santis: uomo con la frusta
Chris Huerta: ufficiale messicano
José Terron: Ringo

Doppiatori italiani

Nando Gazzolo: Django
Mario Feliciani: generale Hugo Rodriguez
Rita Savagnone: Maria
Bruno Persa: maggiore Jackson
Carlo Romano: Nataniele
Gianfranco Bellini: Fratello Jonathan
Luciano De Ambrosis: Ricardo
Ferruccio Amendola: Miguel
Arturo Dominici: uomo della banda di Jackson

lunedì 18 gennaio 2016

Mad Max: Fury Road

E' la resurrezione di George Miller, la sua uscita dalla casa di riposo per vecchi registi in Florida (in cui era finito dopo aver ragranellato gli ultimi spicci con i tremendi Happy Feet ed Happy Feet 2, che poi sono scelte oh. Che poi non ti fan più lavorare lo capisco benissimo). E' l'ennesima faccia, irriconoscibile, di Tom Hardy. L'ennesima trasformazione fisica di Charlize Theron. E' il riscatto cinematografico di Nicholas Hoult, dopo il pessimo zombie innamorato.
E' un film che ha raccolto consensi su tutti i fronti, da molti definito tra i migliori del 2015 e candidato a diversi premi Oscar.
Come ho già detto qui, non vincerà come Miglior Film, ma ci sono buone possibilità che la statuetta di Miglior Regista possa arrivare nelle mani della buonanima di George.

La storia è abbastanza semplice. Max Rockatansky è un solitario che sopravvive in un'Australia post atomica devastata. Viene catturato dagli sgherri di Immortan Joe ed usato come sacca da trasfusione da uno dei suoi combattenti, Nux.
Max, ma mi ricorda qualcuno.
Il regno di Immortan Joe è una piccola colonia di sopravvissuti, in mezzo al deserto, dove lui controlla il fluire dell'acqua. Ha diverse mogli a sua disposizione, per provare a mettere al mondo un figlio sano, ma l'Imperatrice Furiosa decide di liberarsi dal giogo della schiavitù e fuggire su una blindocisterna con tutte le spose. Al di là di ogni cattiva previsione, il suo scopo è quello di riuscire a regalerà loro una vita libera in una terra verde lontana.
Decisamente infuriato, Immortan Joe lancia il suo esercito all'inseguimento delle fuggitive. Anche il guerriero Nux, ansioso di mostrare il suo valore, e la sua sacca di sangue Max, senza la quale sarebbe debilitato per via dei tumori che lo affliggono, si uniscono alla carovana.
La battaglia è violenta e, ad un certo punto, Max si risveglia, dopo un rovinoso incidente, sempre legato con la catena al suo carceriere, ma vicino alla blindocisterna. Da qui parte la sua avventura accanto alle donne in pericolo. La fuga da Immortan Joe sarà rischiosa, ma Max cela metterà tutta per salvare la vita alle sue, tendenzialmente, indesiderate compagne di viaggio.

Sì, viaggiare
La caratteristica migliore di questo film, oltre una storia semplice e lineare come un vecchio western e a sua aura da film da anni '80 del secolo scorso, è che la computer grafica è quasi assente. E' assente, sopratutto, nei momenti chiave, ossia negli inseguimenti automobilistici nel bel mezzo del deserto. Tutti i veicoli che si vedono sullo schermo sono reali, funzionanti ed in parte progettati dallo stesso Miller. Sì, se ve lo stavate chiedendo voi che l'avete visto, persino il Doof Wagon, per intenderci il palco su quattro ruote su cui si esibisce il chitarrista durante la corsa, è vero e lui ci suonava veramente! 
E non abbiamo bisogno di parole.
Grazie a questa caratteristica le scene d'azione sono realmente strepitose, solide, reali, pericolose, adrenaliniche (anche grazie alla fotografia di John Seale, che durante le scene con le auto, inseguimenti e incidenti compresi, riesce a tenere a fuoco il singolo soggetto senza distrarre lo spettatore) e rendono questa pellicola, come minimo, uno dei migliori film d'azione di sempre.
"Tira dritto che non c'è spazio per un altro!"
Per il suo nuovo sguardo sul mondo di Max, Miller, ha scelto, citati sopra, degli attori importanti. E' incredibile come Charlize Theron si trovi a suo agio in panni sempre così diversi e come riesca a dare vita, in modo naturale, ad una anti eroina, violenta e menomata, in un modo così credibile.
Ammetto che non riconoscerei Tom Hardy in un film se non sapessi che lui vi recita. Ogni volta indossa una maschera diversa, si trasforma, trae giovamento da ogni cambio di ruolo. Sostituire Mel Gibson nell'immaginario di chi, da giovane, ha visto Interceptor non era un'impresa facile, ma lui ce è riuscito a centrare il suo obiettivo.
I personaggi collaterali sono veri supporti e puntelli per i protagonisti, vi interagiscono in modo intelligente e vengono coinvolti in modo appropriato.
Poi ti ricordi che Megangale è australiana.
La colonna sonora è di qualità elevata, per chi apprezza il genere di musica proposta nel film, e ricca. Ben ventisei sono le tracce composte da Tom Holkenborg, meglio noto come Junkie XL. Senza contare la guest star presence di Giuseppe Verdi con la sua Messa da requiem.
L'imbarazzo della scelta.
George Miller è tornato. Ha preso in mano regia, sceneggiatura e produzione di questo suo nuovo figlio. Un parto lungo, iniziato nel 2003 con la costruzione dei primi veicoli, passato per più di sei mesi di produzione nel deserto della Namibia e l'Australia, ma che ha messo alla luce un figliolo ammirabile e rivedibile con piacere.
E' tornato e si è portato le amiche dell'ospizio
Un figliolo candidato a ben dieci premi Oscar, il 28 febbraio 2016, che sono:

Candidatura per il miglior film

Candidatura per il miglior regista a George Miller
Candidatura per la miglior fotografia a John Seale
Candidatura per il miglior montaggio a Margaret Sixel
Candidatura per il miglior sonoro a Chris Jenkins, Gregg Rudloff e Ben Osmo
Candidatura per il miglior montaggio sonoro a Mark Mangini e David White
Candidatura per la miglior scenografia a Colin Gibson e Lisa Thompson
Candidatura per i migliori costumi a Jenny Beavan
Candidatura per il miglior trucco e acconciatura a Lesley Vanderwalt, Elka Wardega e Damian Martin
Candidatura per i migliori effetti speciali a Andrew Jackson, Dan Oliver, Andy Williams e Tom Wood

Spero nei premi tecnici, ma sopratutto in quello per Miglior regista.

Vedetevelo nell'attesa di sapere se e quali omini dorati si porterà a casa.


Titolo originale Mad Max: Fury Road 

Lingua originale inglese 
Paese di produzione Australia, Stati Uniti 
Anno 2015 
Durata 120 min 
Audio Dolby Digital, SDDS 
Rapporto 2,35:1 
Genere avventura 

Regia George Miller 

Sceneggiatura George Miller, Brendan McCarthy, Nico Lathouris 
Produttore Doug Mitchell, George Miller, P.J. Voeten 
Produttore esecutivo Bruce Berman, Graham Burke, Iain Smith 
Casa di produzione Kennedy Miller Productions, Village Roadshow Pictures 
Distribuzione (Italia) Warner Bros. 
FotografiaJohn Seale 
Montaggio Jason Ballantine, Margaret Sixel 
Musiche Junkie XL 
Scenografia Colin Gibson 
Costumi Jenny Beavan 
Trucco Natasha du Toit, Lian van Wyk 

Interpreti e personaggi

Tom Hardy: Max Rockatansky
Charlize Theron: Imperatrice Furiosa
Nicholas Hoult: Nux
Hugh Keays-Byrne: Immortan Joe
Josh Helman: Slit
Nathan Jones: Rictus Erectus
Rosie Huntington-Whiteley: Angharad la splendida
Zoë Kravitz: Toast la sapiente
Riley Keough: Capable
Abbey Lee: Dag
Courtney Eaton: Cheedo la fragile
John Howard: Il Mangiauomini
Richard Carter: Il Fattore
iOTA: Doof Warrior
Angus Sampson: Organic Mechanic
Jennifer Hagan: Miss Giddy
Megan Gale: Valchiria
Melissa Jaffer: Custode dei semi
Gillian Jones, Joy Smithers, Melita Jurisic, Antoinette Kellerman, Christina Koch: Vuvalini
Jon Iles: Ace
Quentin Kenhian: Corpus Colossus
Coco Jack Gillies: Glory la bambina
Chris Patton: Morsov
 
Doppiatori italiani

Marco Foschi: Max Rockatansky
Claudia Catani: Imperatrice Furiosa
Flavio Aquilone: Nux
Angelo Nicotra: Immortan Joe
Gabriele Tacchi: Slit
Alberto Angrisano: Rictus Erectus
Valentina Favazza: Angharad la splendida
Erica Necci: Toast la sapiente
Joy Saltarelli: Capable
Giorgia Brasini: Dag
Roisin Nicosia: Cheedo la fragile
Enzo Avolio: Il Mangiauomini
Massimo Lopez: Il Fattore
Graziella Polesinanti: Miss Giddy
Barbara De Bortoli: Valchiria
Vittoria Febbi: Custode dei semi
Melita Martello, Franca D'Amato: Vuvalini
Enrico Pallini: Ace

venerdì 15 gennaio 2016

Oscar 2016 - Le nomination


28 febbraio 2016. Quella sarà la data in cui Leonardo DiCaprio alzerà il suo Oscar al cielo. Dopo tanti tentativi a vuoto, dal primo con Titanic in poi, finalmente ce la farà. E' designato. Non ha nessuno contro, con tutto il rispetto per Bryan Cranston, Matt Damon, Michael Fassbender ed Eddie Redmayne. E se non ce la fa quest'anno... non so quando gli ricapiterà.
Son qui che aspetto
Tra i film molte possibilità per The Revenant ed il ponte delle spie. Grande speranza per Mad Max, ma il film è troppo di nicchia, troppo anni '80 del secolo scorso, anche se realizzato veramente bene. Infatti, spero che come Miglior regista ce la faccia George Miller, anche a discapito di Inarritu a caccia della storica doppietta. Spiace, in questa categoria, la mancanza della nomination a Ridley Scott. Se The Martian è così ben fatto, mi spiace che il riscatto del regista di Alien non passi per questa serata.

Completamente cieco assimilo le candidature per la Miglior attrice femminile: Cate Blanchet, Brie Larson, Jennifer Lawrence, Charlotte Rampling, Sarisse Ronan. Mi gusterò la sorpresa.
Cado o non cado?
Come noto tra gli Attori non protagonisti sostengo a piè pari lo Stallone italiano, tra le donne sarà una bella lotta. Veramente incerta la vittoria tra Jennifer Jason Leigh, Rooney MaraRachel McAdamsAlici VikanderKate Winslet.

Per i premi tecnici tifo, ovviamente, Star Wars Episodio VII. Mi auguro che la nuova avventura ai confini della Forza porti al film di J.J. Abrams almeno quattro statuette. L'unica che mi auguro non vinca è quella per Miglior colonna sonora. Williams è un mostro sacro, ma Morricone... E' puro tifo da stadio.
Eddai!
Ultima categoria tra le principali e Miglior film d'animazione. Scontata la vittoria di Inside Out, della Disney. Mi auguro, comunque, in una sorpresa, un colpo di coda, da parte Quando c’era Marnie, film d'addio dello Studio Ghibli.

Ecco a voi tutte le nomination.

MIGLIOR FILM
La grande scommessa
Il ponte delle spie
Brooklyn
Mad Max: Fury Road
The Martian
The Revenant 

Room
Il caso Spotlight

MIGLIOR REGISTA
Adam McKay (La grande scommessa)
George Miller (Mad Max: Fury Road)
Alejandro G. Inarritu (The Revenant)
Lenny Abrahamson (Room)
Tom McCarthy (Il caso Spotlight)

MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
Cate Blanchet
Brie Larson
Jennifer Lawrence
Charlotte Rampling
Saoirse Ronan

MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Bryan Cranston
Matt Damon
Leonardo DiCaprio
Michael Fassbender
Eddie Redmayne

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Christian Bale
Tom Hardy
Mark Ruffalo
Mark Rylance
Sylvester Stallone

MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Jennifer Jason Leigh
Rooney Mara
Rachel McAdams
Alciia Vikander
Kate Winslet

MIGLIOR COLONNA SONORA
Il ponte delle spie
Carol
The Hateful Eight
Sicario
Star Wars: Il risveglio della Forza

MIGLIOR FILM STRANIERO
Embrace of the Serpent (Colombia)
Mustang (Francia)
Son of Saul (Ungheria)
Theeh (Giordania)
A War (Danimarca)

MIGLIOR MONTAGGIO
The Big Short
Mad Max: Fury Road
The Revenant
Il caso Spotlight
Star Wars: Il risveglio della Forza

MIGLIOR EFFETTI SPECIALI
Ex Machina
Mad Max: Fury Road
The Martian
The Revenant
Star Wars: Il risveglio della Forza

MIGLIOR SCENOGRAFIA
Il ponte delle spie
The Danish Girl
Mad Max: Fury Road
The Martian
The Revenant

MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
La grande scommessa
Brooklyn
Carol
The Martian
Room

MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE
Il ponte delle spie
Ex Machina
Inside Out
Il caso Spotlight
Straight Outta Compton

MIGLIOR SONORO
Il ponte delle spie
Mad Max: Fury Road
The Martian
The Revenant
Star Wars: Il risveglio della Forza

MIGLIOR TRUCCO E ACCONCIATURE
Mad Max: Fury Road
Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve
The Revenant

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
Ave Maria
Day One
Everything Will Be Okay (Alles Wird Gut)
Shok
Stutterer

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO D’ANIMAZIONE
Bear Story
Prologue
Sanjay’s Super Team
We Can’t Live without Cosmos
World of Tomorrow

MIGLIOR FILM D’ANIMAZIONE
Anomalisa
Boy and the World
Inside Out
Shaun the Sheep Movie
Quando c’era Marnie

CANZONE ORIGINALE
Earned it ì(Cinquanta sfumature di grigio)
Manta Ray (Racing Extinction)
Simple Song #3 (Youth)
Til it Happens To you (The Hunting Ground)
Writing’s on the wall (Spectre).

MIGLIORE FOTOGRAFIA
Carol
The Hateful Eight
Mad Max: Fury Road
The Revenant
Sicario

MIGLIOR CORTO DOCUMENTARIO
Body Team 12
Chan, beyond the Lines
Claude Lanzman: SPectres of the Shoah
A Girl in the River: The Price of Forgiveness
Last Day of Freedom

DOCUMENTARI
Amy
Cartel land
The Lookf of Silence
What Happened
Miss Simone; Winter on Fire: Ukraine’s Fight for Freedom

MIGLIORI COSTUMI
Carol
Cinderella
The Danish Girl
Mad Max: Fury Road
The Revenant

MONTAGGIO SUONO
Mad Max: Fury Road
The Martian
The Revenant
Sicario
Star Wars: Il risveglio della Forza 

giovedì 14 gennaio 2016

Razzie Awards 2016

Puntuali come un treno giapponese eccoli: i Razzies Awards.
I veri antagonisti degli Oscar, i premi più evitati dal mondo del cinema, sono tornati. Da notare che quest'anno non c'è nessuno che potrà fare filotto come capitò a qualcuno (ricordi Adam Sandler) qualche anno fa.
C'è da osservare, stranamente?, la massiccia presenza tra le nomination per Fantastic Four. Sarà lui a portare a casa, per lo meno, Peggior Film, Peggior Cast e Peggior Remake? Ha ottime possibilità.
Purtroppo non può mancare il flop milionario di Jupiter che fa da contraltare alla presenza di un film molto amato dalle donne: 50 sfumature di grigio. Film, quest'ultimo, che non si esime da proporre i suoi protagonisti Jamie Dornan e Dakota Johnson come Peggiori attori protagonisti. Tra gli uomini troviamo anche il sempre presente Adam Sandler (per Pixels, che è anche tra i peggiori film, di cui abbiamo parlato qui), Johnny Depp e Channing Tatum. Quest'ultimo da coppia con, tra le peggiori attrici, Mila Kunis per Jupiter mentre Gwyneth Paltrow non se la sentiva di lasciare solo Jack Sparrow per Mortdecai.

Anche per a supremazia in tutte le altre categorie è una lotta a tre Fantastic Four, Fifty Shades of Grey e Jupiter Ascending chi risulterà essere il peggiore? Appuntamento per le 20, ora americana, del 27 febbraio 2016. Da non perdere.
Il mio favorito.
Ah, anche quest'anno sarà assegnato il Razzie Redeemer. Io tifo per Stallone. Potrebbe essere il suo anno d'oro: Golden Globe, Oscar e Razzie. Poi chi lo ferma più, nonostante le settanta primavere sulle spalle

E domani appuntamento per le nomination degli Oscar.

PEGGIOR FILM

Fantastic Four
Fifty Shades of Grey
Jupiter Ascending
Paul Blart Mall Cop 2
Pixels

PEGGIORE ATTORE
Johnny Depp, Mortdecai
Jamie Dornan, Fifty Shades of Grey
Kevin James, Paul Blart Mall Cop 2
Adam Sandler, “The Cobbler” and “Pixels”
Channing Tatum, Jupiter Ascending

PEGGIORE ATTRICE
Katherine Heigl, Home Sweet Hell
Dakota Johnson, Fifty Shades of Grey
Mila Kunis, Jupiter Ascending
Jennifer Lopez, The Boy Next Door
Gwyneth Paltrow, Mortdecai

PEGGIORE ATTORE NON PROTAGONISTA
Chevy Chase, Hot Tub Time Machine 2 & Vacation
Josh Gad, Pixels & The Wedding Ringer
Kevin James, Pixels
Jason Lee, Alvin & The Chipmunks: Road Chip
Eddie Redmayne, Jupiter Ascending

PEGGIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Kayley Cuoco-Sweeting, Alvin & The Chipmunks: Road Chip [Voice Only] & The Wedding Ringer
Rooney Mara, Pan
Michelle Monaghan, Pixels
Julianne Moore, Seventh Son
Amanda Seyfried, Love the Coopers & Pan

PEGGIOR REMAKE/RIP-OFF/SEQUEL
Alvin & The Chipmunks: Road Chip
Fantastic Four
Hot Tub Time Machine 2
Human Centipede 3 (Final Sequence)
Paul Blart Mall Cop 2

PEGGIOR COMBO SULLO SCHERMO
All Four “Fantastics,” Fantastic Four
Johnny Depp & His Glued-On Moustache, Mortdecai
Jamie Dornan & Dakota Johnson, Fifty Shades of Grey
Kevin James & EITHER His Segue OR His Glued-On Moustache, Paul Blart Mall Cop 2
Adam Sandler & Any Pair of Shoes, The Cobbler

PEGGIOR REGISTA
Andy Fickman, Paul Blart Mall Cop 2
Tom Six, Human Centipede 3 (Final Sequence)
Sam Taylor-Johnson, Fifty Shades of Grey
Josh Trank (& Alan Smithee?), Fantastic Four
The Wachowskis (Andy & Lana), Jupiter Ascending

PEGGIOR SCENEGGIATURA
“Fantastic Four” Screenplay by Simon Kinberg, Jeremy Slater and Josh Trank, Based on the Marvel comic book by Stan Lee and Jack Kirby
“Fifty Shades of Grey” Screenplay by Kelly Marcel, Based on the Novel by E.L. James
“Jupiter Ascending” Written by Andy and Lana Wachowski
“Paul Blart Mall Cop 2” Screenplay by Kevin James & Nick Bakay
“Pixels” Screenplay by Tim Herlihy and Timothy Dowling, Story by Herlihy, Based on a Work by Patrick Jean

RAZZIE REDEEMER AWARD
Elizabeth Banks (RAZZIE “Winner” for “MOVIE 47,” Multiple Hit Movies This Year)
M. Night Shyamalan (Perennial RAZZIE nominee & “winner,” director of “The Visit”)
Will Smith (For following up “After Earth” with “Concussion”)
Sylvester Stallone (All-Time RAZZIE Champ, award contender for “Creed”)

mercoledì 13 gennaio 2016

Julia - L'immagine perduta

Julia N°  200 
L'immagine perduta

Soggetto: Giancarlo Berardi 
Sceneggiatura: Giancarlo Berardi e Lorenzo Calza 

Disegni e Copertina: Cristiano Spadoni 

Copertina Variant: Vittorio Giardino

Colori: Arianna Florean 

Periodicità: mensile 
Uscita: 02/05/2015 

La vita del fotografo può non essere facile, sopratutto se all'apice della carriera e della vita privata un incidente ti porta via tutto quello che hai. Evlyn Wescott ho perso, nello stesso incidente che ha incendiato il suo studio, sia sa moglie che la vista. Ma sarà stato davvero un incidente? Anche gli ultimi due "incidenti" sono da considerarsi tali? Julia entra in contatto con lui quando una modella con la quale aveva lavorato viene trovata morta per un "incidente". Saranno tutti dei casi o Julia si troverà a dover indagare su qualcosa di più grande?

Ed eccoci a leggere le storie che Lucca 2015 ci ha portato in Variant Cover.
Partiamo proprio da questo punto di forza della pubblicazione speciale della Bonelli. La copertina, oltre che essere acida il giusto, noir in modo equilibrato e richiamare le origini della protagonista in modo appropriato è anche piacevole da tenere in mano. L'effetto gommato lucido favorisce l'impugnatura, mette nel cassetto le preoccupazioni di poter rovinare la copertina con gli acidi delle dita. La cordonatura, che libera spazio per le biografie di Berardi, Spadoni e Giardino, la rende ancora più robusta e confortevole.
Il fronte della Variant
La storia di Berardi e Calza si ritrova ad essere debitrice di situazioni classiche del cinema investigativo, ma, sopratutto nel finale, non può che avere un grosso conto da saldare con Gli occhi della notte, film con protagonista Audrey Hepburn diretta da Terence Young. Berardi, in ogni caso, mi sorprende piacevolmente offrendo una storia fresca, tesa, intrigante, come se non fossero passati sedici anni dall'uscita in edicola della bella criminologa. Verve che era venuta a mancare per molto tempo e che mi aveva portato ad allontanarmi dalla collana.
Spadoni non si smentisce. Il suo tratto è distintivo ed è quello che ha influenzato maggiormente la crescita del personaggio in questi lunghi anni. Abbastanza dinamico e decisamente accurato e vario negli ambienti non spreca una vignetta e risponde alle richieste dell'occhio del lettore. Mi sarebbe piaciuto di più se avesse curato meglio la parte "fotografica" della vicenda, ma la sua scelta è stata diversa.
I colori. Non tutti gli albi son fatti per essere colorati. Anche se l'effetto mattone è, onestamente, piacevole, la paletta scelta da Arianna Florean, a lungo andare, mi risulta essere un po' pesante. Non so se è stata la saturazione da colore o lo spessore della lettura, ma questo fumetto mi ha, piacevolmente, portato via molto più tempo dei soliti.
La copertina del numero in versione "regular", invece, è opera sempre di Spadoni. Una celebrazione con tutti i crismi, con torta ed amici più stretti, ma che penetra meno l'immaginario del lettore occasionale. Seppure realizzata con il tratto distintivo della serie e con un paio di chicche grafiche interessanti.

Un ottimo duecentesimo anniversario per uno dei più solidi personaggi femminili del panorama fumettistico italiano. Un altro progetto a cui Sergio Bonelli ha dato il suo beneplacito e che ha saputo ritagliarsi un posto, meritato, nei suoi lettori più appassionati.

Auguri Julia, ci vedremo ancora in qualche occasione speciale.

lunedì 11 gennaio 2016

73esimi Golden Globe - Serie TV

A mani vuote: Gemes of Thrones, Eva Green, Robin Wright, Liev Schereiber, Jamie Lee Curtis, Idris Elba e, sopratutto per il mio cuore affezionato, Sir Patrick Stewart, ci speravo.

In compenso mi han fatto felice i Migliori Attori non Protagonisti Christian Slater e Maura Tierney, per il loro lavoro nelle serie drammatiche Mr. Robot (che è risultata essere la migliore serie drammatica) e The Affair.

Sempre un debole per lei.
Stupore, forse neanche tanto, per la Migliore attrice in una miniserie (American Horror Story, prodotto non capito dai media italiani che dopo una interessante trasmissione della prima stagione in prima serata su Rai4 se la sono persa e ne hanno allontanato il pubblico) che ha fatto di Lady Gaga, quasi elegantemente irriconoscibile, la vincitrice della statuetta.
Ops.
John Hamm, ed il suo attrezzo, si confermano come Miglior Attore per Mad Man mentre stupisce la produzione Amazon Studios Mozart in the Jungle come Miglior Musical o Comedy e con Gael Garcia Bernal a fare il paio come Miglior maschio con Hamm.

Spiace per l'assenza di prodotti di testata qualità prodotti da Netflic come Daredevil e Jessica Jones, sarà per l'anno prossimo.

Speriamo di vedere, ad orari decenti e con una trasposizione in italiano degna dei migliori lavori del passato, presto questi protagonisti in azione sui nostri teleschermi.
Sarà per l'anno prossimo.
MIGLIOR SERIE TV DRAMMATICA
EMPIRE (FOX) (20th Century Fox Television / Imagine Television)
GAME OF THRONES (HBO) (HBO Entertainment in association with Bighead, Littlehead; Television 360 and Startling Television)
MR. ROBOT (USA Network) (Universal Cable Productions) **WINNER**
NARCOS (Netflix) (Gaumont International Television for Netflix)
OUTLANDER (Starz) (Sony Pictures Television)

MIGLIORE ATTRICE IN UNA SERIE TV DRAMMATICA
CAITRIONA BALFE – OUTLANDER
VIOLA DAVIS – HOW TO GET AWAY WITH MURDER
EVA GREEN – PENNY DREADFUL
TARAJI P. HENSON – EMPIRE  **WINNER**
 ROBIN WRIGHT – HOUSE OF CARDS

MIGLIOR ATTORE IN UNA SERIE TV DRAMMATICA
JON HAMM – MAD MEN **WINNER**
RAMI MALEK – MR. ROBOT
WAGNER MOURA – NARCOS
BOB ODENKIRK – BETTER CALL SAUL
LIEV SCHREIBER – RAY DONOVAN

MIGLIOR SERIE TV – COMEDY O MUSICAL
CASUAL (Hulu) (Lionsgate TV / Right of Way)
MOZART IN THE JUNGLE (Amazon Video) (Amazon Studios) **WINNER**
ORANGE IS THE NEW BLACK (Netflix) (Lionsgate Television for Netflix)
SILICON VALLEY (HBO) (HBO Entertainment in association with Judgemental Films, Alec Berg, Altschuler Krinsky Works, and 3 Arts Entertainment)
TRANSPARENT (Amazon Video) (Amazon Studios)
VEEP (HBO) (HBO Entertainment in association with Dundee Productions)

MIGLIORE ATTRICE IN UNA SERIE TV – COMEDY O MUSICAL
RACHEL BLOOM – CRAZY EX-GIRLFRIEND **WINNER**
JAMIE LEE CURTIS – SCREAM QUEENS
JULIA LOUIS-DREYFUS – VEEP
GINA RODRIGUEZ – JANE THE VIRGIN
LILY TOMLIN – GRACE AND FRANKIE

MIGLIOR ATTORE IN UNA SERIE TV – COMEDY O MUSICAL
AZIZ ANSARI – MASTER OF NONE
GAEL GARCÍA BERNAL – MOZART IN THE JUNGLE **WINNER**
ROB LOWE – THE GRINDER
PATRICK STEWART – BLUNT TALK
JEFFREY TAMBOR – TRANSPARENT

MIGLIOR MINISERIE O FILM TV
AMERICAN CRIME (ABC) (ABC Studios)
AMERICAN HORROR STORY: HOTEL (FX) (20th Century Fox Television)
FARGO (FX) (MGM Television Studios / FX Productions)
FLESH & BONE (Starz) (Starz)
WOLF HALL (PBS) (A Playground Entertainment and Company Pictures production for BBC and MASTERPIECE in association with BBC Worldwide, Atlus Media and Prescience) **WINNER**

MIGLIORE ATTRICE IN UNA MINISERIE O FILM TV
KIRSTEN DUNST – FARGO
LADY GAGA – AMERICAN HORROR STORY: HOTEL **WINNER**
SARAH HAY – FLESH & BONE
FELICITY HUFFMAN – AMERICAN CRIME
QUEEN LATIFAH – BESSIE

MIGLIOR ATTORE IN UNA MINISERIE O FILM TV
IDRIS ELBA – LUTHER
OSCAR ISAAC – SHOW ME A HERO **WINNER**
DAVID OYELOWO – NIGHTINGALE
MARK RYLANCE – WOLF HALL
PATRICK WILSON – FARGO

MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE, MINISERIE O FILM TV
 UZO ADUBA – ORANGE IS THE NEW BLACK
JOANNE FROGGATT – DOWNTON ABBEY
 REGINA KING – AMERICAN CRIME
JUDITH LIGHT – TRANSPARENT
MAURA TIERNEY – THE AFFAIR **WINNER**

MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE, MINISERIE O FILM TV
ALAN CUMMING – THE GOOD WIFE
DAMIAN LEWIS – WOLF HALL
BEN MENDELSOHN – BLOODLINE
TOBIAS MENZIES – OUTLANDER
CHRISTIAN SLATER – MR. ROBOT **WINNER**