lunedì 4 marzo 2013

Die Hard - Un buon giorno per morire

 "Jack" McClane è il figlio di John McClane ed è stato arrestato in Russia. Anche se i rapporti tra i due non sono idilliaci, il padre decide, venuto a conoscenza della situazione, di andare a Mosca per tentare di liberarlo.
Quello che non sa è che suo figlio è un agente della CIA, in missione, che deve portare in salvo un altro prigioniero: Yuri Komorov. L'ex trafficante di plutonio per armi redento aveva come socio il nuovo aspirante primo ministro russo, un uomo molto potente che ora lo detiene in carcere. Yuri non è ancora morto o scomparso misteriosamente solo perché è in possesso di un file che proverebbe la carriera poco pulita del suo ex amico e questo avvantaggia la missione di Jack.
Il giorno del processo a Komorov entrambi si trovano nella stessa aula di tribunale in presenza di una giuria corrotta. Non sono soli, però, all'esterno tre berline esplodono aprendo una breccia nella parete del tribunale e permettendogli la fuga. Lo scopo dei dinamitardi non era quello, loro volevano entrare e rapire Komorov ed uccidere McClane. I due riescono a fuggire, ma John McClane irrompe nella loro evasione sconvolgendone i piani.
La CIA non fa più in tempo a recuperare l'agente ed il suo pacco. I tre devono destreggiarsi tra forze armate russe, doppiogiochisti, plutonio, radiazioni nocive, belle donne ed armi micidiali per sopravvivere.

Diciamolo subito. Questo film sopravvivrebbe benissimo senza la presenza di Bruce Willis e senza Die Hard nel titolo. Nella prima mezz'ora la presenza di John McClane e decisamente forzata e superflua. La storia si regge bene solo con Jai Courtney, nei panni di Jack McClane, sullo scherno e si fatica a capire, veramente, la necessità del veterano.
Quando il film ingrana e diventa una pura caccia all'uomo i due si completano, grazie al tipico, consolidato, rapporto padre e figlio in contrasto di cui Skip Woods infarcisce la sceneggiatura.
La regia di John Moore è dinamica ed adrenalinica nelle sequenze d'azione, ma un mattone in quelle, poche, statiche. La scelta di utilizzare la steadycam per riprendere i dialoghi causa un intenso mal di mare e distrazioni superflue dai dialoghi. L'ottima gestione delle scene d'azione, l'inseguimento in Mosca (uno dei più lunghi e disastrosi che abbia mai visto) e la scena finale sono divertenti e gustose. La consolidata, e spiacevole, scelta di riprendere i Paesi d'oltrecortina sempre con toni di grigio ed atmosfere triste fa perdere appeal alla pellicola.
Bruce Willis invecchia, forse peggio di Stallone e Harrison Ford, ed è difficile non proporre paragoni tra padre e figlio quando entrambi sono sullo schermo assieme. Di buono ha le battute. Pungenti e sagaci, forse un po' stantie a volte, e la scelta (non so se solo nel doppiaggio italiano) di mantenere alcune sue frecciatine al di sopra degli effetti sonori deflagranti, per apprezzare al meglio l'ironia del personaggio. Gli altri personaggi non sono dotati di grande spessore, ma solo di bella prestanza fisica. Il palestrato Jai Courtney sarà la gioia delle ragazzine e la procace Yuliya Snigir è una ragione in più per i maschietti per andare al cinema.
Colonna sonora forse un po' rock, ma decisamente non rimarchevole. Effetti speciali di buona fattura, tranne l'ultimo e, forse, più importante.

E' un Die Hard perché c'è Burce Willis e per pochi altri motivi. Si sarebbe potuto intitolare in qualsiasi altro modo ed avrebbe riscosso il medesimo successo. Si parla già di un sesto capitolo. Quale sarà il motore della vicenda? Dopo il 4 con la figlia, il 5 con il figlio, nel 6 tornerà la moglie? Scopriremo due gemelli? Od un animale domestico in pericolo?

Film divertente per gli amanti degli effetti speciali, scanzonato, non vuole imporre una morale. Breve, poco più di un'ora e mezza, per una serata completamente disimpegnata.

Titolo originale A Good Day to Die Hard 

Paese di produzione USA 
Anno 2013 
Durata 97 min. 
Genere azione

Regia John Moore 

Sceneggiatura Skip Woods 
Produttore Alex Young 
Produttore esecutivo Bruce Willis 
Casa di produzione Twentieth Century Fox Film Corporation 
Fotografia Jonathan Sela 
Montaggio Dan Zimmerman 
Musiche Marco Beltrami 
Scenografia Daniel T. Dorrance 
Costumi Bojana Nikitovic 
Trucco Gerald Quist 

Interpreti e personaggi 
Bruce Willis: John McClane
Jai Courtney: John "Jack" McClane, Jr.
Cole Hauser: Collins
Sebastian Koch: Yuri Komorov
Yuliya Snigir: Irina Komorov
Radivoje Bukvic: Alik
Amaury Nolasco: Murphy
Sergei Kolesnikov: Cagharin
Pavel Lychnikoff: tassista
Roman Luknár: Anton
Melissa Tang: Lucas
Megalyn Echikunwoke: bella reporter
Iván Kamarás: pilota
Mary Elizabeth Winstead: Lucy McClane
 
Doppiatori italiani 
Claudio Sorrentino: John McClane
Francesco Pezzulli: John "Jack" McClane, Jr.
Roberto Draghetti: Collins
Francesco Prando: Yuri Komorov
Valentina Mari: Irina Komorov
Christian Iansante: Alik
Alessandro Budroni: Murphy
Mino Caprio: tassista
Domitilla D'Amico: Lucy McClane

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