venerdì 28 ottobre 2011

Dylan Dog - Il delitto perfetto

Dylan Dog n. 302, mensile
Il delitto perfetto

Soggetto e sceneggiatura: Luigi Mignacco
Disegni: Bruno Brindisi
Copertina: Angelo Stano

Dylan Dog è in piedi, al centro di un ufficio chiuso dall'esterno, sorvegliato da telecamere, con una pistola fumante in mano. Di fronte a lui il cadavere i Mark Question con una pallottola piantata in fronte. Colto in flagranza di reato da una guardia giurata e dalla segretaria di Question viene arrestato ed incarcerato. La notizia del suo arresto rimbalza in rete ancora prima che sulla stampa. Un gruppo di fan dell'Indagatore dell'Incubo, credendolo innocente, tenta di ricostruire la dinamica del delitto per scagionarlo.

La partenza è col botto. Ok la storia mi intriga. Citazioni a manetta da film, libri, più o meno nuovi, mi mettono dell'animo giusto. C'è il coinvolgimento. Poi scopro che è una storia ad episodi. Delusione. Mi aspettavo sinceramente qualcosa di più da Luigi Mignacco. Speravo in un racconto unico ed organico, come credo sia corretto proporre almeno sulle pagine di una serie regolare, invece mi sono ritrovato davanti ad uno stile narrativo che ho criticato più volte e che mi trova poco propenso alla sua lettura. Non nego che le storie, le seconde due particolarmente, siano anche divertenti e caratteristiche, ma mi rimane dell'amaro in bocca. Il finale è simpatico e misterioso. Se la parte centrale dell'albo fosse stata corpo unico col resto penso che sarebbe stata una grande storia.
Bruno Brindisi non fa mai meno del suo. Qui ci mette anche qualche cosa di più per valorizzare la sceneggiatura di Mignacco. Disegni piacevoli e curati rendono l'albo armonioso.
La copertina di Stano è un trionfo di bianco e Dylan Dog in pericolo. Raramente il nostro sbaglia un colpo ed anche in questa occasione fa centro.
Nota a parte per i redazionali di questo mese. Dopo la dipartita di Sergio Bonelli questo è il primo albo che integra, al posto delle solite rubriche, il messaggio della redazione ai lettori, a pagina 2, ed un ritratto affezionato e tenero di Sclavi del suo amico Sergio, a pagina 4. Parole che descrivono in modo toccante la figura di Sergio Bonelli e l'amicizia che lo legava alla sua redazione. Per tutti è stato, è e sarà ancora per molto un duro colpo. Adesso le redini dell'azienda di famiglia sono ufficialmente in mano al figlio Davide. In bocca al lupo.

Quando si parte bene, ma, poi, si perde il filo per strada. Peccato.

giovedì 27 ottobre 2011

Premonition

Linda e Jim sono genitori di due bambine, ma la loro relazione è consumata. Un mercoledì Jim prende la macchina per andare ad un colloquio di lavoro e muore in un incidente. Sconvolta dal dolore Linda va a dormire e si sveglia con Jim che si fa la doccia nel loro bagno. Pensa che quello che ricorda come reale sia un incubo, ma qualcosa non quadra. Il giorno dopo Jim è di nuovo morto e ci si sta apprestando a celebrare il funerale. La mente di Linda è sempre più sconvolta e pensa di stare impazzendo, finché non scopre che niente è casuale.

Il film parte con una bella idea, rivisitazione a metà tra Memento e Ricomincio da capo, ma il ritmo lento lo rende noioso e poco convincente. Il Dottor Destino recita in apatia, col pilota automatico inserito, e nessun personaggio di contorno riesce a caratterizzare in modo positivo la pellicola. Il film si incentra tutto sulle capacità di Sandra Bullock, che ben si difende, ma che è troppo poco per reggere un film che non lascia alcun sapore in bocca.
Si fa vedere, ma si dimostra inutile.

In una sera d'inverno con una tisana calda ed un pile va bene, in ogni altra situazione trovatevi altro da fare.

Titolo originale Premonition
Lingua originale Inglese
Paese USA
Anno 2007
Durata 110 min
Genere drammatico, thriller
Regia Mennan Yapo
Soggetto Bill Kelly
Sceneggiatura Bill Kelly
Produttore Ashok Amritraj, Jennifer Gibgot, Jon Jashni, Sunil Perkash e Adam Shankman
Produttore esecutivo Nick Hamson, Andrew Sugerman e Lars Sylvest
Casa di produzione Sony Pictures
Distribuzione (Italia) Eagle Pictures
Fotografia Torsten Lippstock
Montaggio Neil Travis
Effetti speciali Jack Lynch
Musiche Klaus Badelt
Scenografia J. Dennis Washington
Costumi Jill M. Ohanneson
Trucco Pamela S. Westmore

Interpreti e personaggi
Sandra Bullock: Linda Hanson
Julian McMahon: Jim Hanson
Nia Long: Annie
Kate Nelligan: Joanne Hanson
Amber Valletta: Claire Francis
Peter Stormare: Dr. Norman Roth
Courtney Taylor Burness: Bridgette Hanson
Shyanne McClure: Megan Hanson
E.J. Stapleton: Model Home Salesman

martedì 25 ottobre 2011

Mercenari 2


Si sta girando in Bulgaria il seguito dell'ultimo, fortunato, film di Sylvester Stallone. Il titolo provvisorio è Mercenari 2, ma l'evento gioioso è che riportato nella foto qui sopra.
Davvero davvero Chuck Norris sarà nel cast!
Insieme a lui altri Bruce Willis, Arnold Schwarzenegger, Jason Statham, Mickey Rourke, Dolph Lundgren, Jean-Claude Van Damme e, forse ma proprio forse, Nicolas Cage e John Travolta.

Aspettiamo e ci divertiremo.

lunedì 24 ottobre 2011

Brendon - Un nome senza volto

Brendon n. 81, bimestrale
Un nome senza volto

Soggetto e sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Ernesto Pugliese
Copertina: Massimo Rotundo

A Mouth's Fair vive il trekker Hamlet, vecchio maestro di avventure di Brendon. Nel momento in cui il Cavaliere di Ventura si reca a casa sua per fargli una visita a sorpresa lo trova con una pistola in bocca. La sua mente è sconvolta da un certo Opus Lonely. Brendon assiste al suicidio del suo amico, ma decide di investigare sulle ragioni del tragico atto. Nessuno ricorda Opus Lonely. Quest'uomo insignificante non ha amici ed i colleghi di lavoro lo ignorano, non ne conoscono l'indirizzo ne ricordano il volto. Dopo aver, a fatica, ricostruito qualche indizio, aver rintracciato la sua casa Brendon si ritrova sul collo il fiato del misterioso Mr. Klee e della bellissima, ma letale, Priscilla, killer a pagamento.

Come sempre Chiaverotti costruisce una storia intricata, con diversi livelli di lettura. Inserisce personaggi interessanti e se ne libera, con rammarico del lettore, in poche pagine. Citazioni cinematografiche, e non, ci accompagnano lungo il percorso di lettura del fumetto e ci aiutano a restare avvinti alla storia.
Pugliese rende, con il suo tratto grafico che ben si adatta alle storie del Cavaliere di Ventura, al meglio le atmosfere. Mr. Klee è viscido, ma elegante, Opus Lonely è ben inquadrato e Priscilla è veramente bella, tanto da affezionarcisi nonostante il mestiere che svolge.
I due mettono anche qualche tassello nel passato del Nostro, ed è un bene che ogni tanto succeda.
La copertina di Rotundo è pericolosa e sensuale come l'albo che abbiamo tra le mani.

Sarà un serie di nicchia della Bonelli, ma è una delle poche che merita di essere letta data la sua costante qualità.

venerdì 21 ottobre 2011

X-Factor

Come ben sapete quest'anno X-Factor sarà su Sky. Io non sono in quelle 5milioni di famiglie che possono vantare di possedere un abbonamento alla tv satellitare, percui niente post sul gran bel programma musicale ex Rai2.
Mi accontento di ringraziare il seconda canale della tv generalista di Stato di aver ceduto i diritti della trasmissione e di averla sostituita con Star Accademy. In due settimane l'abbiamo sfangata e ieri sera mi son potuto vedere Indiana Jones e i predatori dell'Arca perduta, sempre un gran bel film.

giovedì 20 ottobre 2011

Non dimentichiamo

In questo giorno di liete notizie non dimentichiamo il passato.

Nathan Never - Il giorno più lungo

Nathan Never n. 245, mensile
Il giorno più lungo

Soggetto e sceneggiatura: Stefano Vietti
Disegni: Giancarlo Olivares
Copertina: Roberto De Angelis

Nathan, Branko e Sigmund sono sempre impegnati a cercare di decontaminare un laboratorio contenente virus mutati, una squadra di pretoriani è al recupero del figlio del governatore Elmore, Salomon, May, Link e Mendoza cercano di sfuggire ad un grande tripode che li minaccia, la Galhad Shields è minacciata dalla flotta marziana nello spazio e le stazioni orbitanti sono ad un passo, sempre nella prima giornata di guerra, a entrare nel vivo della battaglia.

A tutto questo si aggiunge una mossa a sorpresa degli abitanti di Sub City e delle Telepati. Importante da ora in poi sarà il ruolo ricoperto dalla giovane Kay, figlia adottiva di May e Branko.

Dopo un numero scoppiettante si torna un po' alla monotonia ed alle situazioni scontate. Un gigantesco tripode viene mosso contro il mezzo di trasporto dei fuggiaschi dell'Agenzia Alfa senza ben capirne il motivo, ma viene sopraffatto in modo abbastanza ovvio. Qualche colpo di scena, che non lascia troppo il segno, fa capolino sulle pagine, ma la trama si muove di poco. Bisogna ammettere che c'è veramente tanta carne al fuoco. Gli autori devono proprio stare attenti a non tirarla già dalla brace troppo cruda o bruciacchiata.
Olivares ci mette del suo e realizza ottimi disegni particolareggiata. Grande utilizzo di diverse tonalità di nero danno profondità e dettagli ai personaggi ed ai luoghi. Come sempre molto bravo.
Continua ad esserci molto Guerre Stellari e la Guerra dei mondi, finisce il coinvolgimento di Ghost in the Shell.

Andiamo avanti speranzosi

mercoledì 19 ottobre 2011

Next

Cris Johnson è un mago da strapazzo che si esibisce in un hotel di Las Vegas con il nome d'arte "Frank Cadillac". Il dono che lo rende speciale è quello di riuscire a vedere due minuti nel suo futuro. Abilità che sfrutta oltre che per lavoro anche per arrotondare le entrate legali vincendo qualche soldo extra ai casinò della città. La sua abilità viene notata dall'agente dell'FBI Callie Ferris che cerca di chiederne l'aiuto per rintracciare un ordigno nucleare, rubato in Russia ed ora in California.
Il potere di Frank ha una variabile che lui stesso non riesce a spiegarsi. Da giorni sogna una donna che entra in un locale alle 8.09 precise e lui è sicuro che si tratti di una premonizione più a lungo termine rispetto ai classici due minuti. Tutti i giorni, per due volte al giorno, si reca alla tavola calda del sogno e ne attende l'ingresso. Quando lei entra veramente si mettono in moto gli eventi che lo porteranno ad aiutare l'FBI.

Il soggetto originale è tratto da un libro di Philip K. Dick che io non ho letto. L'idea è molto buona, peccato che abbia qualche difetto di realizzazione. Uno su tutti è legato al fatto che il personaggio interpretato, senza troppi scossoni, da Nicolas Cage veda due minuti nel suo futuro eventi collegati direttamente alla sua persona. Se questo è vero allora quando si vedono certe scene, ambientate nel futuro, dove lui non è presente c'è qualcosa di scorretto nella messa in pratica del suo potere. A meno che la vicinanza di Jessica Biel, bella come sempre anche se un po' apatica, non espanda di gran lunga le sue capacità. Sul set si aggira anche una convinta Julienne Moore, finalmente in un film d'azione dove spara ed ammazza senza sbattere ciglio.
La nota più piacevole di tutte, però, è quella che non ti aspetti. Per soli cinque minuti, in una parte che non influisce minimamente sullo svolgimento della trama, si ha il piacere di assistere al penultimo cameo cinematografico di Peter Falk. Un anno primo della diagnosi dell'Alzheimer, tre anni prima della sua dipartita, dona un po' di carisma ad un film non eccelso.
Certo il tutto è ben confezionato (peccato per il finale), ma risulta essere un passatempo leggero al confronto di film meglio realizzati da romanzi o racconti di Dick (Blade Runner, Minority Report, per citarne un paio).

La domanda che sorge spontanea a chi vede il film è: che razza di capelli ha Nicolas Cage?

Titolo originale Next
Lingua originale Inglese
Paese Stati Uniti
Anno 2007
Durata 96 min

Genere fantascienza
Regia Lee Tamahori
Soggetto Philip K. Dick
Sceneggiatura Gary Goldman, Jonathan Hensleigh, Paul Bernbaum
Distribuzione (Italia) Medusa Distribuzione
Fotografia David Tattersall
Montaggio Christian Wagner
Musiche Mark Isham
Scenografia William Sandell

Interpreti e personaggi
Nicolas Cage: Cris Johnson "Frank Cadillac"
Jessica Biel: Elizabeth "Liz" Cooper
Julianne Moore: Agente Callie Ferris
Thomas Kretschmann: Mr. Smith
Peter Falk: Irv
Tory Kittles: Cavanaugh
José Zúñiga: capo della sicurezza
Jim Beaver: Wisdom
Jason Butler Harner: Jeff Baines
Michael Trucco: Kendall
Enzo Cilenti: Sig. Jones
Laetitia Danielle: Sig.na Brown
Nicolas Pajon: Sig. Green
Sergej Trifunovic: Sig. White
Charles Chun: Davis

Doppiatori italiani
Pasquale Anselmo: Frank Cadillac
Roberta Greganti: Callie Ferris
Claudia Catani: Elizabeth
Daniele Barcaroli: Cavanaugh
Roberto Certomà: Kendall
Oreste Rizzini: Irv
Emiliano Ragno: Cecchino

martedì 18 ottobre 2011

Dichiarazioni

Zachary Quinto ha dichiarato di essere omosessuale, durante un'intervista.
Speriamo che gli Studios di Hollywood siano pronti per questo passo ed un altro bravo attore non venga relegato in un ghetto, come successo a Rupert Everett.

lunedì 17 ottobre 2011

Arrietty

Nella periferia di Tokyo, a Kogenei, c'è una vecchia casa immersa nel verde. Qui vivono la governante, la signora Haru, e la sua datrice di lavoro la signora Sadako. Entrambe anziane si trovano ad ospitare in casa il giovane nipote di Sadako, gravemente malato di cuore, nelle settimane che precedono il suo intervento. Già dal suo arrivo Shō, questo il nome del ragazzino, nota qualcosa di strano in giardino. La notte ha la conferma: in quella casa vive una famiglia di gnomi.
Sotto il pavimento della villa, infatti, vive una famiglia di tre minuscole persone composta dal capofamiglia Pod, sua moglie Homily e la figlia quattordicenne Arrietty. Sono gli ultimi prendimprestito che vivono li. Nella notte, quando gli umani dormono, loro escono dalla loro piccola casa ed entrano nel mondo che vive sopra di loro. Prendono piccole porzioni di quello che gli serve per vivere e poi tornano a casa.
E' durante una di queste missioni che Arrietty viene vista da Shō. I due cercano di instaurare un'amicizia, nonostante le diffidenze e le difficoltà.

Una domenica mattina. Una proiezione praticamente privata (per cinque persone).
Hayao Miyazaki prende in prestito l'idea dal racconto Gli Sgraffignoli (The Borrowers) dell'autrice inglese Mary Norton (che già aveva ispirato il film I rubacchiotti di Peter Hewitt) per creare una delle sue storie più poetiche e delicate e la mette in mano al giovane regista Hiromasa Yonebayashi dello Studio Ghibli. Ne esce una storia delicata che racconta di un'amicizia, tra appartenenti a mondi diversi che entrano in contatto per caso, di rispetto per la natura, i prendimprestito utilizzano in modo nuovo e geniale gli oggetti che gli umani perdono, e di forte sentimento. Il film è pieno di scene contemplative, di momenti di stupore per le meraviglie che ci circondano ed è anche dotato di un pizzico d'azione. Se nel primo terzo di film la narrazione risulta essere un po' lenta, per permettere allo spettatore di entrare con delicatezza nel mondo di Arrietty, si velocizza con il passare dei minuti. Mantenendo un tono narrativo leggero, Miyazaki, ci parla dei problemi importanti del nostro mondo contemporaneo descritti in un microcosmo di cinque/sei persone. La diversità di rapporto con gli "gnomi" che intendono avere la signora Haru e Shō e sua zia sono le due facce dell'umanità di fronte all'ignoto. Con l'opposto, ma rispettoso, atteggiamento di Arrietty verso gli umani rispetto a quello dei suoi genitori l'autore mette in evidenza la necessita di un confronto tra mondi diversi, che non sempre sono come uno se li immagina.
La natura gioca un ruolo fondamentale anche in questo film Ghibli. Il dettaglio, la ricchezza di animali, insetti, alberi, fiori che si ritrova nel giardino della casa di Sadako riporta alla memoria il capolavoro del Maestro, Il vicino Totoro, tanto che ti aspetti di vedere far capolino anche il Gattobus.
L'unico vero appunto che si può muovere è sui titoli di testa. Per realizzarli è stato utilizzato davvero un font penoso, peccato.

Un film d'animazione disegnato a mano (con qualche inserto in computer grafica) che si differenzia notevolmente da qualsiasi altro film d'animazione americano, di quelli che continuano ad alternarsi sugli schermi dei multisala. Con quest'opera si vuole raccontare una storia delicata, come già detto fin poetica, che ci porta in un mondo contemporaneo, ma distante da quello in cui viviamo. Un tocco soffice che ci distrae dai momenti difficili di tutti i giorni e ci allieta un poco il cuore.

Grazie Maestro.

Titolo originale 借りぐらしのアリエッティ
Lingua originale Giapponese
Paese Giappone
Anno 2010
Durata 94 min
Genere Anime
Regia Hiromasa Yonebayashi
Sceneggiatura Hayao Miyazaki
Produttore Toshio Suzuki
Produttore esecutivo Hayao Miyazaki
Distribuzione (Italia) Lucky Red
Storyboard Hiromasa Yonebayashi
Art director Noboru Yoshida
Youji Takeshige

Animatori Akihiko Yamashita
Megumi Kagawa

Musiche Cécile Corbel

Doppiatori originali
Mirai Shida: Arrietty
Ryunosuke Kamiki: Shō
Keiko Takeshita: Sadako
Kirin Kiki: Haru
Shinobu ōtake: Homily
Tomokazu Miura: Pod
Tatsuya Fujiwara: Spiller

Doppiatori italiani
Giulia Tarquini: Arrietty
Manuel Meli: Shō
Aurora Cancian: Sadako
Doriana Chierici: Haru
Barbara De Bortoli: Homily
Luca Biagini: Pod
Alessandro Campaiola Ward: Spiller

venerdì 14 ottobre 2011

L'Uomo Ragno - Le strisce quotidiane

Dopo tante settimane di assenza ecco ri approdare su queste pagine digitali un volume di spereroi.
Di questo albo non è possibile raccontarne la trama, ma solo la storia. Ci troviamo davanti ad un uomo ragno nuovo. Un uomo ragno che nasce nel Gennaio del 1977 sui quotidiani americani. La sua nuova vita si articola tra strisce giornaliere e pagine domenicali nelle quali si scontra con vecchie e nuovi avversari, in costume e non, e con i suoi problemi di sempre.
Scritte dal suo creatore originale Stan Lee e disegnate dal grande John Romita Sr., le nuove avventure del ragno iniziano con l'introduzione dell'acerrimo nemico di sempre: il Dottor Destino. Oltre alle origini verranno narrate anche storie con altri arcinemici, su tutti Doc Oc, il Crotalo, ma vedremo combattere criminali comuni ed il classico detrattore JJ Jameson.
La narrazione ha un buon ritmo e scorre bene, anche se la scelta di raccogliere tutte le storie in un unico volume genera la ridondanza di alcune vignette. Se, infatti, le storie filano capita spesso di rileggere all'inizio di una striscia la fine di quella precedente, riassunta. I disegni sono piccole opere d'arte miniate. Romita, costretto ad adattarsi al nuovo formato delle vignette dopo aver passato una vita sugli albi regolari, ricrea il mondo di Peter Parker in modo maniacale. Dettagli, ombre, chiaro scuri, personaggi famosi, penso che riguardandole adesso il bravo John si senta ancora orgoglioso.
Certo l'albo è un po' faticoso da leggere, data la densità e la dimensione delle vignette. Tutto in bianco e nero, scelta azzeccata dai redattori RCS, riporta il lettore nell'atmosfera cerca da Lee con i suoi testi: il mondo del fumetto classico.
La coppia Lee/Romita ha pubblicato le sue storie fino al Gennaio del 1979, e sono tutte raccolte qui, rendendo per gli americani la presenza del ragno imprescindibile sui quotidiani, tanto che le sue avventure continuano ad essere presenti tutt'oggi.

Una raccolta adatta agli amanti di un Uomo Ragno più classico di quello degli albi. Potrebbe non piacere a tutti, come detto, per lo strano ritmo che si viene a generare mettendo le strisce quotidiane in sequenza. Tuttavia ne consiglio la lettura per rendersi conto di quanti modi di narrare, e delle difficoltà correlate, che esistono.

giovedì 13 ottobre 2011

L'incredibile Hulk - Serie TV - Episodio pilota

David Banner è un brillante scienziato che, in seguito ad un incidente automobilistico in cui ha perso la vita sua moglie senza che lui riuscisse a salvarla, studia il comportamento del corpo umano nelle situazioni di grande stress. Scopre che nel DNA di ognuno di noi sono insite delle combinazioni di proteine che se esposte ad una elevata radiazione di raggi gamma sono in grado di donare una forza incredibile. Per ricreare il fenomeno in laboratorio si sottopone lui stesso ad una sessione di raggi gamma. A sua insaputa, però, un tecnico ha modificato l'intensità massima della radiazione da 300mila unità a 2milioni.
Ora il dottor Banner nasconde dentro di se una creatura mostruosa, ma sensibile, che emerge quando, sia nel sonno che nella veglia, lui ha eccessi di rabbia. Con l'esperimento di David Banner nasce il mostro verde che verrà chiamato: l'Incredibile Hulk. Questo suo segreto è condiviso con la collega Elaina Marks e induce a sospettare di lui un giornalista da quattro soldi, Jack McGee.

Siamo nel 1978 e la Marvel decide di cedere i diritti per la realizzazione di un telefilm su uno dei suoi supereroi più noti: Hulk. Le problematiche sono tante, ma Kenneth Johnson riesce a creare una storia ed una situazione che renderanno indelebile il mostro verde per i successivi trentanni.
In quegli anni i computer sono solo strumenti da utilizzare per i calcoli, che stampano migliaia di dati che dovranno essere interpretati dall'utente di turno. Il concetto di computer grafica si applica solo ai videogiochi, così per realizzare il dualismo sullo schermo si cerca la soluzione più logica: un attore interpreterà Banner (Bruce nel fumetto e David nel telefilm), mentre un'altro Hulk.
Per la parte dello scienziato viene scelto senza alcun dubbio Bill Bixby. Reduce da film importanti, altre serie televisive e programmi di magia per la televisione, con la sua faccia da ragazzo semplice, entra da subito nella parte. Tormentato per i sensi di colpa, diviso sui suoi nuovi sentimenti, con una carica di rabbia e frustrazione represse da far invidia a qualsiasi psicologo e, dopo l'esperimento, alle prese con un segreto insormontabile, risulta perfetto nella parte. Il suo Hyde è interpretato da Lou Ferrigno. Body builder di fama internazionale, scelto dopo attenta selezione, verrà dipinto di verde e sarà l'immagine di Hulk che si stamperà nell'inconscio per generazioni. Con i suoi muscoli ed i suoi ruggiti sarà un Hulk perfetto.
Altri dettagli per rendere la creatura più credibile vengono inseriti nelle battute, tanto è vero che ci viene detto che Hulk è alto più di tre metri (fosse vero Ferrigno sarebbe in ogni Guinnes dei primati). Ottima credibilità al flagello verde viene data anche dagli effetti speciali che accompagnano la trasformazione.
L'episodio pilota fila. Ha una trama ben studiata, anche se l'inizio, durante l'indagine scientifica, risulta essere un po' ripetitivo. Tutto sommato, però, regge anche ai giorni nostri.
La colonna sonora è un po' strana, tuttavia gradevole. Sembra essere composta da brani classici rallentati, che non sfigurano.

Un classico delle serie tv americane. Da vedere calandosi negli anni in cui è stato girato.

Paese Stati Uniti d'America
Anno 1978
Formato serie TV
Genere comics
Durata 130 min
Lingua originale inglese
Ideatore Kenneth Johnson
Interpreti e personaggi
Scritto Diretto e Prodotto Kenneth Johnson
Interpreti e personaggi
Bill Bixby: David Banner
Lou Ferrigno: Hulk
Jack Colvin: Jack McGee
Susan Sullivan: Elaina Marks

mercoledì 12 ottobre 2011

Mistero

La programmazione di televisiva è sempre più misteriosa. Se lunedì sera su Rai4 hanno ripetuto consecutivamente per due volte la stessa puntate di Supernatural ieri sera su Italia 1 hanno dato Transformers. Direte nulla di male. Peccato che settimana scorsa la stessa rete ha trasmesso Transformers 2.
Dovrebbero fare una puntata di Mistero su questo mistero. Sai che ascolti.

martedì 11 ottobre 2011

The Secret of the Island

Il fatto è che io credo di capirne qualcosa dopo 5 anni. Certo l'assemblea condominiale può anche andar peggio, ma se ad un certo punto c'è un muro contro muro cosa vogliamo farci?
Se chi sta in una fazione ci sta perchè l'amministratore del condominio non gli risolve i problemi personali e l'altra, pur riconoscendo certi limiti del suo agire e spronandolo a migliorarli, sta con lui come ne usciamo?
Ne usciamo tutti con le ossa rotte. Perde chi non vuole più "quella persona". Perde chi per anni ci ha lavorato bene ed ora si potrebbe trovare a ricostruire il tutto con un altro. Perde chi non viene in assemblea "perchè si rompe". Perde chi lascia sulle spalle degli altri le decisioni. Perde il portafoglio di tutti perchè da ora in poi le assemblee sono straordinarie e si pagano.
Forse però ci perde di più la civiltà e la democrazia. Non volere che il maggior millesimato voti, seppur per delega (che rogna vuole avessi io sta volta), perchè va contro l'interesse di qualcuno non è segno di civiltà. E' segno che ci meritiamo il Paese che siamo. Ci meritiamo i B. brothers sui due lati delle barricate. Ci meritiamo chi va avanti a favori. Ci meritiamo i voltagabbana. Ci meritiamo chi nelle intenzioni indica una via e poi, a sorpresa?, ne imbocca un'altra. Ci meritiamo la legge elettorale, i condoni, i furbi e tutto quello che ci circonda. Chissà se ci rendiamo conto che la guida morale che illumina la strada per i più forse non è la luce giusta da seguire. Forse nella notte abbiamo scambiato una forma di groviera per la Luna e seguiamo la luce sbagliata.
Il nostro Paese, unito per forza 150 sui resti di Imperi gloriosi decaduto, è governato da un'assemblea condominiale costante.
Lo scoramento è tanto. Chi si impegna lealmente per perseguire il bene comune non può far molto quando la cultura del sospetto e dell'inganno tesse la sua tela ad ogni livello. La gente comune vede complotti ovunque, può essere divertente la sera alle 21 su Voyager, ma non quando c'è da decidere per il benessere di poche o molte persone. E, comunque sia, la perfezione non è di nessuno in questo mondo.
Nel sud del Giappone ci sono delle belle isole, delle belle zone termali. Hiroshima è davvero una gran bella città. Non voglio rifuggire i problemi di questo Paese, di questa società, perchè gente buona, sincera e leale per cui ce ne è ancora, ma...
Ogni tanto ci penso.

lunedì 10 ottobre 2011

Parto con folle

Peter Higman, affermato architetto, si trova dalla parte opposta degli Stati Uniti rispetto a casa sua, per lavoro. Deve prendere un aereo per tornare in California, a Los Angeles, per assistere la moglie durante la nascita del loro primo figlio. Sulla sua strada si para, però, una calamità di nome Ethan Tremblay. Aspirante attore di sit com, Ethan, con i suoi modi debordanti causerà l'allontanamento dall'aereo di Peter, ma lo accompagnerà in un viaggio on the road di alcuni giorni per le strade degli USA per arrivare in tempo per il gran giorno. Ovviamente non sarà un viaggio tranquillo, ma ad i due compagni di avventura ne capiterà di ogni sorta.

Una commedia on the road, comica non demenziale ed abbastanza piacevole. La performance dei due attori principali Robert Downey Jr e Zach Galifianakis (Una notte da leoni) è nella norma. I testi e le situazioni create dagli autori sono divertenti e permettono allo spettatore di sorridere per gran parte del film. La regia risulta essere abbastanza didascalica. Diciamo che, tirando le somme, c'è poco di nuovo sotto al sole. La durata non è eccessiva, ma nonostante i sorrisi e le risate ripetute sembra un po' più lungo di quanto sia in realtà.

Per divertirsi una sera, ma non vi verrà voglia di rivederlo.

Titolo originale Due Date
Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti
Anno 2010
Durata 100 min
Genere commedia
Regia Todd Phillips
Soggetto Alan R. Cohen, Alan Freedland
Sceneggiatura Alan R. Cohen, Alan Freedland, Adam Sztykiel, Todd Phillips
Casa di produzione Green Hat Films, Legendary Pictures, Road Rebel, Warner Bros.
Fotografia Lawrence Sher
Scenografia Bill Brzeski
Costumi Louise Mingenbach

Interpreti e personaggi
Robert Downey Jr.: Peter Highman
Zach Galifianakis: Ethan Tremblay
Michelle Monaghan: Sarah Highman
Juliette Lewis: Heidi
Jamie Foxx: Jim
RZA: Marshall
James Martin Kelly: Chuck
Danny McBride: Impiegato Wester Union
Charlie Sheen: Charlie Harper (Cameo)
Jon Cryer: Alan Harper (Cameo)

Doppiatori italiani
Luca Ward: Peter Highman
Roberto Stocchi: Ethan Tremblay
Barbara De Bortoli: Sarah Highman
Emanuela Rossi: Heidi
Roberto Draghetti: Jim
Alberto Angrisano: Impiegato Wester Union
Francesco Bulckaen: Charlie Harper (Cameo)

venerdì 7 ottobre 2011

L'alba del pianeta delle scimmie

Il giovane scienziato Will Rodman ha un padre affetto da alzheimer che peggiora di giorno in giorno. Il suo lavoro presso la Genesis gli permette di tentare di studiare una cura testando farmaci sperimentali sugli scimpanzé. Il farmaco 112 da ottimi risultati su una scimmia femmina, ma il giorno della presentazione agli investitori lei impazzisce, aggredisce esseri umani, tenta la fuga e deve essere soppressa. La ragione della sua follia non è collegata al farmaco, ma al tentativo di proteggere il piccolo natole durante la notte. I dirigenti, all'oscuro di tutto, decidono di sopprimere tutti gli scimpanzé trattati con il 112, l'unico a salvarsi è il piccolo nascituro che viene preso in casa sua dallo stesso Will. Prima della dismissione del progetto lo stesso scienziato trafuga dei flaconi di 112 per tentare di curare il padre e la cura sembra funzionare. Will si ritrova così in una situazione idilliaca: il padre sta meglio ed uno scimpanzé dotato di fervida intelligenza su cui fare studi privati.
Le cose cambiano quando, dopo 5 anni, la malattia di Charles Rodman ritorna in forma più aggressiva e Cesare, questo il nome della scimpanzé, aggredisce un vicino per proteggerlo. Le forze dell'ordine ne ordinano la custodia presso un centro che ospita scimpanzé, orango e gorilla fino a nuovo ordine. Qui Cesare si rende conto delle condizioni di vita a cui sono costretti i suoi simili e decide di ribellarsi.
Intanto Will studia un nuovo farmaco, variante del 112, contro l'alzheimer. E gli effetti non saranno quelli sperati.

Avevano fatto scempio del film originale "Il pianeta delle scimmie" ormai da decenni e mi sembrava brutto continuassero ad infierire creandone un prequel. Poi ho visto il provino (come si diceva ai miei tempi) e mi son detto: "Ma si ci vado al cinema a vederlo, tanto più che ho un biglietto gratis". E non mi sono pentito.
Il film scorre bene. La trama è semplice, causa effetto, e funziona. James Franco ne ha fatta di strada da quando era l'amico di Peter Parker in Spiderman ed ora convince sempre di più. John Lithgow, suo padre nel film, è abile a mostrare i segni della malattia su di se permettendo al pubblico di avvertire il suo disagio nei momenti cupi e la sua felicità in quelli alti. La presenza femminile è Freida Pinto, lei brava, ma del personaggio se ne poteva anche fare a meno. Il parco cattivi è vasto. Più che cattivi però si potrebbero definire gretti ed avidi, ma sempre malvagi restano.
Non nascondiamo che tutti il film si regge sulle prestazioni altamente professionali di una attore che non si vede: Andrew C. G. Serkis. Forse a molti il nome non dirà nulla, ma è colui che ha dato vita a Gollum ne "Il Signore degli Anelli". Lui è un attore specializzato a recitare coperto di sensori per registrare i suoi movimenti e trasporli in CGI per dar vita a personaggi artificiali e qui anima il protagonista: Cesare. La sua prova, che lo vede impegnato da quando Cesare è cucciolo alla sua maturazione, commuove, diverte e rende partecipe chi lo guarda. Lo spettatore si dimentica che dietro a quello finto scimpanzé ci sia lui. Si viene spinti a credere che tutto quello che vediamo sullo schermo sia reale e coinvolge.
Il regista, penso alla sua prima vera prova ad alto budget, si dimostra all'altezza. Ben dirige sia gli attori che le riprese delle vaste riprese di nulla che poi verranno riempite con la computer grafica.

Due osservazioni alla fine si possono fare su questo film:
- E' coinvolgente e merita di essere visto;
- Malfoy è la causa della fine della razza umana come noi la conosciamo.

Titolo originale Rise of the Planet of the Apes
Durata 105 Min
Produzione Twentieth Century Fox Film Corporation, Chernin Entertainment
Distribuzione 20th Century Fox
Paese USA 2011
Genere Fantascienza
Regia Rupert Wyatt
Sceneggiatura Rick Jaffa, Amanda Silver
Soggetto originalePierre Boulle

Personaggi e interpreti
James Franco Will Rodman
Freida Pinto Caroline Aranha
John Lithgow Charles Rodman
Brian Cox John Landon
Tom Felton Dodge Landon
David Oyelowo Steven Jacobs
Tyler Labine Robert Franklin
Jamie Harris Rodney
David Hewlett Hunsiker
Ty Olsson Chief John Hamil
Madison Bell Alice Hunsiker
Makena Joy Alice Hunsiker (ragazza)
Kevin O'Grady Dipendente del Centro per gli Scimpanzé #1
Sean Tyson Dipendente del Centro per gli Scimpanzé #2

giovedì 6 ottobre 2011

Steve Jobs

1955 - 2011

Lanterna Verde

Nello spazio profondo una missione di esplorazione aliena riporta in libertà una creatura estremamente potente, imprigionata a fatica dalla Lanterna Verde (le Lanterne Verdi sono, semplificando, membri di diversi pianeti scelti per difendere i pianeti abitati minacciati di distruzione da fattori esterni al loro sviluppo e che hanno come fonte di potere un anello che sia alimenta con una lanterna che sia alimenta con il potere conservato sul pianeta centrale Oa) Abin Sur tanti anni prima. Ora questa creatura, Parallax, alimentata dalla paura che instilla nelle creature che minaccia, cerca la sua vendetta. Abin Sur si mette sulle sue tracce, ma viene sconfitto. Imposta la sua astronave per un atterraggio di emergenza sul pianeta abitato più vicino: la Terra. Qui, in fin di vita, indica all'anello di trovare un suo erede e la scelta ricade su Hal Jordan (un pilota scavezzacollo e donnaiolo, alle dipendenze della Ferris Aeronautica, che da piccolo ha perso il padre, pilota anch'esso, in un incidente durante un collaudo aereo. La sua vita ne rimane segnata e tale disagio si rispecchia nel lato del suo carattere che non vuole prendere impegni importanti e che lo porta a sfidare qualsiasi rischio all'estremo). Sconvolto e stravolto dal nuovo universo che gli si apre di fronte Hal fatica ad accettare il suo destino, ma quando una prima manifestazione di Parallax e poi Parallax stesso minacciano di distruggere i suoi affetti ed il pianeta si decide a diventare membro effettivo del Corpo delle Lanterne Verdi.

Sono andato con basse aspettative al cinema a vedere questo fumettone. A 3€ in un giorno di ferie. Devo dire che le recensioni negative ed i pareri contrari mi avevano allarmato un po'.
Il film, però, risulta godibile, piacevole, allegro e ben fatto. La scelta di utilizzare come spunto per la realizzazione del film una saga a fumetti conclusiva come quella di Parallax è di indubbia lungimiranza. Risulta essere il modo migliore per portare sullo schermo un personaggio per lo più sconosciuto al di fuori degli USA. Il regista Martin Campbell (007 - Goldeneye 1995, La maschera di Zorro 1998, La leggenda di Zorro 2005, Casino Royale 2006 ) infonde dinamismo e credibilità al personaggio. Gli autori dei testi lo dotano di ironia e simpatia senza lesinare sui lati oscuri. Sullo schermo Ryan Reynolds mette faccia e carattere per dare vita ad Hal Jordan e si diverte un mondo. Nel suo costume verde si scatena con enormi armi immaginare e battaglie nello spazio, prendendo mazzate a destra e sinistra, dai buoni e dai cattivi, divertendo il pubblico in sala. I personaggi comprimari interpretati da Blake Lively (caruccia e bravuccia la tipa), Peter Sarsgaard (irriconoscibile), ma soprattutto Mark Strong sono misurati e ben amalgamati nel piatto che stiamo gustando. Come da copione non mancano neanche i cammei di attori più famosi ed affermati, che ci tengono ad apparire in questi cine-comics. Qui le sorprese sono Tim Robbins e Angela Bassett, recitano in parti marginali, ma fanno la loro bella figura.
Il capitolo effetti speciali è quello che più incide sulla riuscita di un film del genere. Ormai i tecnici e gli artisti sono diventati maestri nel realizzare universi e pianeti alieni ed anche in questo caso confermano la tendenza, riuscendo a superare le limitazioni di un mondo creato nel 1940. La vera sfida è stata quella di vestire Ryan Reynolds con la sua tuta verde e la maschera nei momenti in cui era Lanterna Verde. Sfida abbastanza vinta. Certo ogni tanto te ne accorgi che non è reale, sopratutto nei primi piani, ma per il resto la tecnica usata vince alla grande. Altro scoglio da superare, e ben superato, è stato quello di realizzare le armi di Lanterna Verde e permettere al protagonista di poter interagire realisticamente con loro. Non giudico da 10 la prestazione del settore effetti speciali, ma un 8 se lo meritano di sicuro.
Unica nota dolente, per molti, è il finale. La battaglia finale nello specifico. Troppo rapida e veloce per essere davvero uno scontro tra una volenterosa Lanterna Verde alle prime armi ed una minaccia indistruttibile per l'universo. Ma questa, si sa, è una caratteristica dei fumetti DC.
Il finale lascia aperte le porte ad un seguito, molto probabile nonostante i non strabilianti (per gli americani) incassi ottenuti.

Godibile, piacevole e divertente. Da un film del genere non si richiede spessore od impegno istituzionale, solo la trasmissione di qualche buon valore allo spettatore e divertimento. Missione riuscita.

Titolo originale Green Lantern
Genere Comics
Anno 2011
Durata 114 min
Nazione Stati Uniti
Regia Martin Campbell
Scritto Greg Berlanti, Michael Green

Personaggi ed interpreti
Ryan Reynolds Hal Jordan / Green Lantern
Blake Lively Carol Ferris
Peter Sarsgaard Hector Hammond
Mark Strong Sinestro
Tim Robbins Hammond
Jay O. Sanders Carl Ferris
Taika Waititi Tom Kalmaku
Angela Bassett Doctor Waller
Mike Doyle Jack Jordan
Nick Jandl Jim Jordan
Dylan James Jason Jordan
Gattlin Griffith Young Hal
Jon Tenney Martin Jordan
Leanne Cochran Janice Jordan
Temuera Morrison Abin Sur

mercoledì 5 ottobre 2011

Dylan Dog - L'imbalsamatore

Dylan Dog n. 301, mensile
L'imbalsamatore

Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju
Disegni: Luigi Piccatto
Copertina: Angelo Stano

Follia omicida nella vecchia Londra. Dalla periferia della città si allarga un'ondata di violenza che va dalla semplice lite alla strage di massa. Suo malgrado l'Indagatore dell'Incubo vi si troverà immischiato. Il fantasma di una giovane donna lo metterà sulla giusta strada che ha a che fare con un ricco imbalsamatore che vive in una fabbrica di auto abbandonata.

Ruju, reduce dal controverso numero 300, si getta in una storia nelle sue corde. Un misto di horror vecchia maniera e splatter anni '80 che intriga e diverte il lettore. La narrazione scorre veloce e decisa, racconta una storia semplice, anche scontata se vogliamo, ma ricca di eventi e piacevoli sorprese.
Picatto, un Mari che disegna meglio, ben si adatta alla sceneggiatura dello scrittore.
L'opera dei due autori si risolve in una storia piacevole e rilassante che va via liscia.

Bravi ragazzi, continuate così.

martedì 4 ottobre 2011

Dylan Dog - La piramide capovolta

Speciale Dylan Dog n. 25, annuale
La piramide capovolta

Soggetto e sceneggiatura: Giuseppe De Nardo
Disegni: Corrado Roi
Copertina: Angelo Stano

Un architetto appassionato di occultismo sta edificando sotto Londra una città alternativa atta a contenere i servizi e liberare spazio nella Londra a cielo aperto. Parcheggi, uffici, centri commerciali, cinema, tutto quello che si può spostare sotto terra lo sarà. Il sospetto di un archeologo ritenuto scomparso da tempo è che tale opera venga realizzata come una piramide capovolta, studiata per liberare le forze maligne imprigionate nelle altre dimensioni. L'Old Boy ha poche ore di tempo per verificare l'esattezza delle informazioni ed, eventualmente, guidare un manipolo di coraggiosi a fermare il folle ed il rito sanguinario che si prospetta all'orizzonte.

Storia che ricorda un po' il primo Dylan Dog incontra Martin Mystère con elevate punte di citazioni da fonti esterne. Una parata di personaggi secondari interessanti sfila sul palcoscenico dell'avventura di De Nardo, rendendola molto piacevole.
I disegni di Roi, per lui quest'anno super lavoro, non si discutono. Evocano le atmosfere claustrofobiche giuste e ben si adattano al classicismo della storia.
Unica nota negativa è il finale. Una storia in crescendo, avventurosa, ma che si conclude con una pagina pari anomala e dall'effetto spaesante.

Bella l'idea di usare così tanti comprimari, interessanti le situazioni, ma l'ultima pagina lascia l'amaro in bocca. Tutto sommato uno speciale di qualità.

lunedì 3 ottobre 2011

Nathan Never - Distruzione!

Nathan Never n. 244, mensile
Distruzione!

Soggetto e sceneggiatura: Stefano Vietti
Disegni: Giancarlo Olivares
Copertina: Roberto De Angelis

L’attacco alla Terra è iniziato, la costa Est è assediata dalle forze marziane e nulla sembra in grado di fermare i terribili tripodi, che seminano ovunque distruzione e morte. La battaglia impazza anche nello spazio, mentre Melpomene e la Confederazione delle stazioni orbitanti si apprestano ad affiancare le forze terrestri in questa nuova guerra. Nuove pericolose missioni si preannunciano per Nathan e gli altri Agenti speciali, nel disperato tentativo di fermare il folle piano di conquista di Scipio e del suo nuovo diabolico alleato, Aran Darko!

Dopo ferie e malanni eccoci di nuovo a scrivere su queste pagine virtuali. Il riassunto è, come nelle migliori tradizioni, tratto da sito ufficiale Bonelli, mentre il commento farina del mio sacco.
Si inizia a vedere movimento. Dopo estenuanti numeri di politica, affari, sotterfugi e situazioni poco credibili, scoppia il conflitto. I, sinceramente poco originali, tripodi marziani vengono fatti razzolare per tutta la città Est mettendola a soqquadro e la dinamica dell'attacco diviene più chiara. Con metodi schietti e rapidi, forse eccessivamente per una guerra, vengono coinvolte anche le stazioni orbitanti e molte carte sono in gioco. Rimangono in sospeso alcuni punti toccati nei numeri passati, ma siamo ancora a metà della saga. Speriamo che i neuroni di Vietti si siano scambiati dati nel modo giusto e creato storie forti e salde tanto da portare alla cottura a puntino di tutta la carne al fuoco.
Olivares, con il suo tratto, delinea in modo preciso ed accurato lo scenario di guerra su più fronti. Si destreggia abilmente tra ambiente cittadino, marino e interplanetaria con la massima abilità. Il suo stile conferisce spessore ad una storia già buona di suo.
La copertina di De Angelis, con il classico strillo anni 60 nell'angolo alto, è evocativa ed esplicativa di quello che ci attenderà all'interno dell'albo a fumetti.

Una buona storia, finalmente, di questa saga che ci terrà compagnia ancora per mesi. Speriamo che si mantenga su buoni livelli per dare un po' di respiro ad un personaggio invecchiato troppo in fretta.