venerdì 14 agosto 2015

He-Man and the Masters of the Universe 16

HE-MAN AND THE MASTERS OF THE UNIVERSE #16
(Contiene He-Man and the Masters of the Universe monthly 13-14)
di Dan Abnett, Pop Mhan
 
9788869710896
9772284343005-50016
16,8×25,6, S, 48 pp, col.
€ 2,95

Nel passato di Eternia un vergognoso fatto di sangue macchia la discendenza di Re Grayskull. Anche un'oscura profezia, una maledizione, sopravvive per mille anni, fino ai giorni di Adam e Adora.
Nel passato Re Grayskull sconfigge l'Orda di Hordak grazie alla, appena forgiata, Spada del Potere.
Nel presente Teela è la nuova Sorceress ed invita He-Man ad accompagnare sua sorella alla ricerca di se stessa, nella patria dei più profondi traditori di Eternia.

Il Sangue di Grayskull e la nuova saga che ci guiderà alla scoperta del passato della famiglia reale. I testi di Abnett ci narreranno il passato senza dimenticare di entrare nei dettagli del presente di Adora, per vedere come si evolverà il suo futuro. Certo, qualche copertina spoilerosa ci da già una certa idea, ma siamo sicuri che non vogliano rimestare le carte in tavola? Forse sarebbe troppo, che a me già sta cosa di Teela/Sorceress verde e biforcuta, stile divinità egiziana malata, non è che vada proprio giù. Come non mi è andata giù la scomparsa della vera Sorceress, della quale ero veramente appassionato da regazzino.
Detto ciò. Tutto è messo nelle sapienti mani disegnatorie di Pop Mhan. Qualche volta ci ha sorpresi con dei bassi paura, ma in questi due numeri è stato molto bravo, sopratutto nelle sequenze drammatiche. La paura e la tristezza di Saryn sono state rese benissimo dal suo tratto ed anche i dettagli delle scene di gruppo non sono stati trascurati. Quello di cui non mi capacito, ma in linea più generale e non riferita a lui nello specifico, è lo spreco di superficie disegnabile nella tavole con poche vignette. Perché lo sfondo deve essere un tristissimo monocolore, bianco o nero che sia? Capisco che i tempi dell'editoria americano non permettano lavori troppo certosini, ma uno sfondo più curato, magari inerente alla situazione, sarebbe un plus che il lettore apprezzerebbe.
I colori di Mark Roberts sono dignitosi. Tendono ad uscire dal un'uniforme piattezza, anche se a fatica, penalizzati dai toni, sempre, poco accesi utilizzati.

Terzo arco narrativo in sedici numeri. Una buona varietà di storie. Una coraggiosa rivisitazione della mitologia classica dei MOTU. Tentativo di re-infondere vita ammirevole. Il confine tra il fare le cose bene e lo strafare mandando tutto a covare le uova di Godzilla, però, è breve.

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