giovedì 5 dicembre 2019

Bianca Little Lost Lamb

Titolo: Bianca Little Lost Lamb
Soggetto e Sceneggiatura: Paolo Margiotta
Disegni: Francesca Perrone
·         Copertina flessibile: 112 pagine
·         Editore: Shockdom (27 giugno 2019)
·         Collana: Fusion
·         Lingua: Italiano
·         ISBN-10: 8893361566
·         ISBN-13: 978-8893361569
·         Prezzo: 18€
Peso: 481 g

Nel futuro dalla faccia del pianeta saranno scomparsi gli esseri umani. Gli animali divisi in prede e predatori, ormai antropomorfi e dotati di una unica forma di linguaggio, ne dominano la superficie.
Bianca è un agnellino al quale i predatori hanno sterminato la famiglia. L’hanno lasciata in vita, in quanto troppo piccola per fornire nutrimento, e lei, una volta cresciuta, ha deciso di cambiare il corso degli eventi. Non è più una preda: si è allenata ed è diventata un predatore di predatori. La sua vita è votata ad annientare il branco di felini che l’ha portata a vivere un vita solitaria e rancorosa.

Mi sono lasciato convincere ad acquistare questo titolo, il primo di Shockdom nella mia libreria, da quello che sembrava uno spunto interessante, anche se molto legato alle origini di tanti altri personaggi (tipo Batman) e dalla voglia di leggere di qualcosa di diverso nel panorama italiano.
Come è andata?
Partiamo dal concetto che grazie alle promozioni di Amazon questo libro l’ho pagato, fortunatamente, proprio poco. E questo già potrebbe dare un’indicazione del mio pensiero finale.

Partiamo da quello che affossa di più questo progetto: storia e dialoghi. I dialoghi sono, a mio giudizio, di una banalità estrema. Nel corso della storia leggiamo esprimere più e più volte lo stesso concetto, con le stesse parole, da Bianca. Assistiamo alla mancanza di pathos in momenti che lo richiederebbero. Viviamo una storia affrettata che perde tempo su dettagli banali, ma che si dimentica di approfondire la narrazione. L’autore lascia tanto alla formazione culturale del lettore e vuole vivere del retaggio della genesi di personaggi antropomorfi sviluppato da altri in altre opere. Ci porta a vivere in un mondo millenni avanti alla sparizione dell’essere umano dalla faccia del pianeta, ma ci presenta manufatti del passato come nuovi e contemporanei. Non accenna minimamente a come quadrupedi di razze differenti abbiano potuto evolversi in bipedi nello stesso modo e nello stesso periodo, e come mai favellino tutti nella stessa lingua. La storia, come accennato, scorre piatta e senza sorprese dall’inizio alla fine.

Il character design non è malvagio. Bianca è ben studiata, affascinante, anche se portatrice di un carattere intensamente psicopatico, d’impatto. Una cura simile è messa nei comprimari, anche se per tutti un arricchimento di particolari sarebbe stato apprezzato. In fondo quelli che vediamo raffigurati sono animali, con pelo sul corpo e sul muso, e avrebbero potuto presentare texture più elaborate. La disegnatrice si perde, inoltre, nel momento in cui potrebbe mostrare ciò che la sua fantasia potrebbe creare. La maggior parte degli sfondi o sono vuoti, riempiti da ombre o solo dal colore, o non raggiungono il livello di dettaglio che in tante altre opere prime ho visto emergere. Si vede che Francesca Perrone ha delle potenzialità, ma, forse, avrebbe avuto bisogno di più tempo per farle emergere.

Altra scelta che non condivido è sulla gestione del colore. L’ho trovato sì luminoso, ma anche molto piatto nella maggior parte delle sue declinazioni.

Forse è un fumetto per chi non ha mai letto fumetti.
Forse sono errori di un’opera prima.
Forse, visto il finale aperto, l’editore permetterà agli autori di sviluppare la storia, approfondire le tematiche lasciate in sospeso e crescere sotto il punto di vista grafico.

Per adesso è un fumetto che non mi sentirei di consigliare.

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