SPIDER-MAN 614
SUPERIOR SPIDER-MAN 14
MARVEL NOW!
Autori: C. Gage (S), D. Slott (S), C. Yost (S), G. Camuncoli (D)
17x26, S., 80 pp., col.
Contiene: Superior Spider-Man #30-31, Scarlet Spider-Man #25
MARVEL ITALIA
Disponibile dal 23/10/2014
prezzo: € 3.30
Superior Spider-Man
Goblin ha sotto controllo tutta New York. La sua Goblin Nation prospera grazie all'arroganza dell'Uomo Ragno Superiore. Il suo piano per tenere in scacco l'ex Doc Ock sta funzionando alla perfezione. J.J., sindaco di New York, ha deciso di intraprendere una nuova battaglia contro l'arrampicamuri e per farlo non ha esitato a far realizzare all'Alchemax nuovi Ammazzaragni.
La città è nel caos. Solo i residui della mente di Peter Parker possono dare una mano ai cittadini della Grande Mela ad uscirne sani e salvi.
Si conclude la parentesi di Dan Slott dedicata al Ragno Superiore. Alla fine non è stata gestita male, con i suoi vari colpi di scena. L'identità del Goblin, la pianificazione del futuro del 2099, il caos cittadino ed il caos che Peter Parker dovrà sistemare nella sua vita sentimentale e personale. Forse, quello che mi ha lasciato più perplesso è come Peter torna al suo posto. Però è una soluzione come un'altra e per questo va accettata.
Una run piacevole e divertente alla quale si sono alternati grandi disegnatori e che è toccato al nostro Giuseppe Camuncoli chiudere. Vedere disegnare Camuncoli è sempre bello: vale la pena spendere i soldi per l'albo. A volte, però, i colori scelti dai suoi compagni di viaggio appiattiscono il suo tratto e tolgono una dimensione alla narrazione.
Chiude il Ragno Rosso. Finalmente. Un finale indecente per una serie inutile. Chiude con una minaccia: torna nel 2015. Come tornerà l'Uomo Ragno 2099 e già quello sembra più interessante.
mercoledì 31 dicembre 2014
Superior Spider-man 13
SPIDER-MAN 613
SUPERIOR SPIDER-MAN 13
MARVEL NOW!
17x26, S., 80 pp., col.
Contiene: Superior Spider-Man #27/29, Scarlet Spider #25
MARVEL ITALIA
Disponibile dal 25/09/2014
Superior Spider-Man
Il Goblin ha sorpreso l'Uomo Ragno Superiore. Octavius aveva creduto per troppo tempo di potere sorvegliare New York solo con l'ausilio della tecnologia e si è trovato spiazzato dall'invasione del suo verde nemico. Come se non bastasse quello che il Goblin sta facendo alla Grande Mela, anche tutti gli affetti dell'Uomo Ragno sono in pericolo. A mettere il carico è J.J. Jameson: stufo di essere umiliato e sfruttato dal suo storico nemico, il sindaco di New York ha in mente una mossa per liberarsi del ragnetto definitivamente.
Adrenalinico e, seppur semplice sotto alcuni aspetti narrativi, questo arco di Slott sta per giungere al termine. Finalmente si entra nel vivo della Goblin Nation, evento atteso durante tutta la run, che si sviluppa in un numero cospicuo di uscite. L'inizio è promettente. I disegni di Camuncoli sono gran bella roba, sia per dinamica che per cura del dettaglio.
In calce all'albo qualche pagina dedicata al Ragno Rosso, giunto, finalmente, agli sgoccioli della sua vita editoriale. Quello che sembra è che abbiano incollato un finale pensato per essere usato più avanti e dopo un numero maggiore di storie. Per fortuna è stato necessario usarlo prima: non se ne poteva più.
SUPERIOR SPIDER-MAN 13
MARVEL NOW!
17x26, S., 80 pp., col.
Contiene: Superior Spider-Man #27/29, Scarlet Spider #25
MARVEL ITALIA
Disponibile dal 25/09/2014
Superior Spider-Man
Il Goblin ha sorpreso l'Uomo Ragno Superiore. Octavius aveva creduto per troppo tempo di potere sorvegliare New York solo con l'ausilio della tecnologia e si è trovato spiazzato dall'invasione del suo verde nemico. Come se non bastasse quello che il Goblin sta facendo alla Grande Mela, anche tutti gli affetti dell'Uomo Ragno sono in pericolo. A mettere il carico è J.J. Jameson: stufo di essere umiliato e sfruttato dal suo storico nemico, il sindaco di New York ha in mente una mossa per liberarsi del ragnetto definitivamente.
Adrenalinico e, seppur semplice sotto alcuni aspetti narrativi, questo arco di Slott sta per giungere al termine. Finalmente si entra nel vivo della Goblin Nation, evento atteso durante tutta la run, che si sviluppa in un numero cospicuo di uscite. L'inizio è promettente. I disegni di Camuncoli sono gran bella roba, sia per dinamica che per cura del dettaglio.
In calce all'albo qualche pagina dedicata al Ragno Rosso, giunto, finalmente, agli sgoccioli della sua vita editoriale. Quello che sembra è che abbiano incollato un finale pensato per essere usato più avanti e dopo un numero maggiore di storie. Per fortuna è stato necessario usarlo prima: non se ne poteva più.
martedì 30 dicembre 2014
Dylan Dog - Benvenuti a Wickedford
Dylan Dog - N° 340
Benvenuti a Wickedford
Soggetto e Sceneggiatura:
Michele Medda
Disegni:
Marco Nizzoli
Copertina:
Angelo Stano
Periodicità: mensile
Uscita: 27/12/2014
Wickedford, tranquillo paesino di campagna nel quale Bloch ha deciso di trasferirsi dopo il pensionamento. Per assicurarsi che il suo vecchio amico e mentore stia bene, Dylan decide di passare qualche giorno in sua compagnia. Qui scopre le nuove passioni dell'ex ispettore e conosce le sue nuove amicizie. Si accorge anche come persino in una cittadina di provincia non manchino i misteri. Misteri che ruotano attorno alla scomparsa di tre ragazzi ed ad un bravissimo violinista di nome Adrian. Affetto dalla mutazione di elephant man. Un freak.
Medda al timone. Uno dei tre sardi creatori di Nathan Never che torna sulle pagine dell'Indagatore dell'Incubo. Lo fa con una storia lenta, volutamente calma e pacata in ogni suo passaggio. Molto descrittiva e ricca di passaggi narrativi creati per comprendere meglio la cittadina in cui si è trasferito Bloch ed il nuovo equilibrio che si sta creando tra lui e Dylan.
Ai disegni un dettagliatissimo Nizzoli. Guardare ogni sua tavola è un piacere per gli occhi. Ci si sofferma sui dettagli, le curve, i puntini, ogni disegno, ogni vignetta e un piccolo quadro. Non voglio neanche sapere quanto ci ha messo a realizzare tutte e novantasei le tavole.
Copertina di Stano molto d'atmosfera e molto lovercraftiana.
Piccoli tasselli di un mosaico che andrà a completarsi nell'arco del 2015.
lunedì 29 dicembre 2014
He-Man and the Masters of the Universe - 7
Titolo: HE-MAN AND THE MASTERS OF THE UNIVERSE
Editore: RW LION
Collana: HE-MAN AND THE MASTERS OF... - N° 7
Disegnatore MHAN POP
Sceneggiatore GIFFEN Keith
Prezzo: € 2,95
Data di uscita: 10/10/2014
Formato: 16,8x25,6
Pagine: 48
Colore: colori
Caratteristiche: Spillato
Eternia è pacificata. Le celebrazioni di Re Randor coinvolgono tutto il pianeta ed i ringraziamenti premiano i guerrieri più valorosi. Le famiglie sono riunite e la tranquillità sembra essere compagna. Finchè, da un altro mondo, attraverso portali spaziali, una nuova guerra non sconvolge la pace appena conquistata. Le truppe di Hordak, guidate dalla misteriosa Despara invado Eternia per reclamarne la proprietà. I Dominatori dell'Universo sono colti di sorpresa e neanche l'intervento di He-Man riesce a contenere la devastante avanzata.
Iniziano a vedersi a manifestarsi come tangibili gli indizi disseminati nel primo story arc. Adesso Horak e Despara e tra un po' nuovi alleati ed avversari. Le dinamiche di gruppo sembrano prendere un verso ed il fumetto di Giffen assume una deriva, appropriatamente, più cruenta. E' bello e soddisfacente vedere la Spada del Potere intrisa di sangue ed usata per riportare l'ordine e non solo per la trasformazione da Adam in He-Man.
Editore: RW LION
Collana: HE-MAN AND THE MASTERS OF... - N° 7
Disegnatore MHAN POP
Sceneggiatore GIFFEN Keith
Prezzo: € 2,95
Data di uscita: 10/10/2014
Formato: 16,8x25,6
Pagine: 48
Colore: colori
Caratteristiche: Spillato
Eternia è pacificata. Le celebrazioni di Re Randor coinvolgono tutto il pianeta ed i ringraziamenti premiano i guerrieri più valorosi. Le famiglie sono riunite e la tranquillità sembra essere compagna. Finchè, da un altro mondo, attraverso portali spaziali, una nuova guerra non sconvolge la pace appena conquistata. Le truppe di Hordak, guidate dalla misteriosa Despara invado Eternia per reclamarne la proprietà. I Dominatori dell'Universo sono colti di sorpresa e neanche l'intervento di He-Man riesce a contenere la devastante avanzata.
Iniziano a vedersi a manifestarsi come tangibili gli indizi disseminati nel primo story arc. Adesso Horak e Despara e tra un po' nuovi alleati ed avversari. Le dinamiche di gruppo sembrano prendere un verso ed il fumetto di Giffen assume una deriva, appropriatamente, più cruenta. E' bello e soddisfacente vedere la Spada del Potere intrisa di sangue ed usata per riportare l'ordine e non solo per la trasformazione da Adam in He-Man.
venerdì 26 dicembre 2014
Cloud Atlas
Cloud Atlas è uno di quei film di cui non puoi raccontare la trama, ma ne poi solo parlare in linea generale per non svelare qualche spoiler.
Quello che si può dire che è che il film si sviluppa lungo un arco temporale, narrativamente alternato, diviso in sei periodi di tempo:
il 1849, il viaggio di Adam Ewing nel Pacifico;
il 1936, le lettere che Zedelghem scrive al suo amato per narrargli della sua vita in casa di un vecchio musicista;
il 1973, l'indagine giornalistica di Luisa Rey, che indaga sulle lettere di del 1936 e su un caso rischioso anche per la sua vita;
il 2012, con quella che verrà chiamata dai posteri La tremenda ordalia di Timothy Cavendish;
il 2144, Sonmi-451 ed il suo verbo,
il 2321, Zachary e la storia del tutto. Vero motore della vicenda.
Il film è lungo. Quasi tre ore di narrazione ben raccontate. Nonostante, in fin dei conti, succeda ben poco la trama non presenta cadute di ritmo e rallentamenti evidenti. Merito è sia dovuto alla sceneggiatura e dalla pesata alternanza dei periodi temporali che alle grandi capacità interpretative del cast stellare in gioco.
Giusto per farvi capire chi e quanto è stato tirato in gioco, la nostra amica Wikipedia ci soccorre con, questo schema molto utile:
Se, invece, vi piacciono più le immagini ecco a voi una bella immagine chiarificatrice.
Oltre a coloro che ci si aspettava ad alti livelli, Hugh Grant, Tom Hanks, Halle Berry e Hugo Weaving, sono state piacevoli sorprese Doona Bae Jim Boradbent. I panni di Sonmi e quelli di Timothy Cavendish sono vestiti dai due attori veramente molto bene.
I fratelli Lana (sì, prima era un uomo) e Andy Wachowski, reduci dalle critiche per i secondi due Matrix e l'esperimento con Speed Racer, mettono in piedi una narrazione snella ed intrigante. Un film piacevole, che magari non verrà rivisto più volte, ma che alla prima intrigherà.
Quello che si può dire che è che il film si sviluppa lungo un arco temporale, narrativamente alternato, diviso in sei periodi di tempo:
il 1849, il viaggio di Adam Ewing nel Pacifico;
il 1936, le lettere che Zedelghem scrive al suo amato per narrargli della sua vita in casa di un vecchio musicista;
il 1973, l'indagine giornalistica di Luisa Rey, che indaga sulle lettere di del 1936 e su un caso rischioso anche per la sua vita;
il 2012, con quella che verrà chiamata dai posteri La tremenda ordalia di Timothy Cavendish;
il 2144, Sonmi-451 ed il suo verbo,
il 2321, Zachary e la storia del tutto. Vero motore della vicenda.
Il film è lungo. Quasi tre ore di narrazione ben raccontate. Nonostante, in fin dei conti, succeda ben poco la trama non presenta cadute di ritmo e rallentamenti evidenti. Merito è sia dovuto alla sceneggiatura e dalla pesata alternanza dei periodi temporali che alle grandi capacità interpretative del cast stellare in gioco.
Giusto per farvi capire chi e quanto è stato tirato in gioco, la nostra amica Wikipedia ci soccorre con, questo schema molto utile:
Attore | "Il viaggio nel Pacifico di Adam Ewing" (1849) | "Lettere da Zedelghem" (1936) | "Half-Lives – Il primo caso di Luisa Rey" (1972) | "L'orribile impiccio del Signor Cavendish" (2012) | "La Preghiera di Sonmi~451" (2144) | "Sloosha Crossing e tutto il resto" (106 anni dopo la "Caduta", 2321) |
---|---|---|---|---|---|---|
Tom Hanks | Dr. Henry Goose | Direttore d'albergo | Isaac Sachs | Dermot Hoggins | Attore sosia di Cavendish | Zachry |
Halle Berry | Donna nativa | Jocasta Ayrs | Luisa Rey | Ospite di una festa indiana | Ovid | Meronyma |
Jim Broadbent | Capitano Molyneux | Vyvyan Ayrs | — | Timothy Cavendish | Musicista coreano | Presciente |
Hugo Weaving | Haskell Moore | Tadeusz Kesselring | Bill Smoke | Infermiera Noakes | Consigliere Mephi | Vecchio Georgie |
Jim Sturgess | Adam Ewing | Ospite d'albergo povero | Papà di Megan | Scozzese | Hae-Joo Chang | Adam Bailey (cognato di Zachry) |
Doona Bae | Tilda Ewing | — | Mamma di Megan Donna messicana | — | Sonmi~451 Sonmi~351 Prostituta Sonmi | — |
Ben Whishaw | Uomo di cabina | Robert Frobisher | Commesso del negozio | Georgette | — | Uomo della tribù |
James D'Arcy | — | Giovane Rufus Sixsmith | Anziano Rufus Sixsmith | Infermiere James | Archivista | — |
Zhou Xun | — | — | Direttore del Talbot Hotel | — | Yoona~939 | Rose (Sorella di Zachry) |
Keith David | Kupaka | — | Joe Napier | — | An-kor Apis | Presciente |
David Gyasi | Autua | — | Lester Rey | — | — | Duophysite |
Susan Sarandon | Madame Horrox | — | — | Anziana Ursula | Yosouf Suleiman | Abbadessa |
Hugh Grant | Rev. Giles Horrox | Sicurezza hotel | Lloyd Hooks | Denholme Cavendish | Custode Rhee | Capo dei Kona |
Se lo clicchi si ingrandisce e lo vedi meglio. |
I fratelli Lana (sì, prima era un uomo) e Andy Wachowski, reduci dalle critiche per i secondi due Matrix e l'esperimento con Speed Racer, mettono in piedi una narrazione snella ed intrigante. Un film piacevole, che magari non verrà rivisto più volte, ma che alla prima intrigherà.
mercoledì 24 dicembre 2014
Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate
Smaug è libero di devastare Ponte Lagolungo. Solo un antico manufatto potrebbe arrestarlo, ma solo qualcuno di molto coraggioso avrebbe qualche speranza nell'affrontarlo.
All'interno della montagna, Thorin e gli altri nani sono alla ricerca dell'Archengemma, ma ogni tentativo risulta infruttuoso. Intanto il Re sotto la montagna inizia a subire l'influenza dell'oro che vi è nascosto nelle viscere del suo regno. La sua unica preoccupazione e proteggerlo ed accumularlo. Preoccupazione tale da disconoscere la parola data agli abitanti del lago e da rifiutare le offerte di pace da parte degli elfi.
Le armate delle tenebre si stanno radunando di fronte alla Montagna Solitaria. Orchi e goblin vogliono la testa dei nani e sono disposti a tutto per ottenerla.
E' evidente che questa trilogia è meno riuscita rispetto a quella del Signore degli Anelli. Un piccolo libro come Lo Hobbit non poteva essere trascinato così a lungo e ne ha patito le conseguenze. Si concludono in qualche modo tutte le vicende messe in gioco da Jackson, lasciando evidente spazio per approfondirle nella Extended Version i Blue Ray che uscirà l'anno prossimo, ma su tutto spicca la battaglia delle cinque armate. Una battaglia caotica e meno definita rispetto a quello già vista. Certo più tattica, certo meglio resa sullo schermo, ma, a volte, con movimenti di camera troppo rapidi che causano perdita di definizione dell'immagine.
Certe forzature narrative sono utili per il pubblico più disattento e dalla memoria meno ferrea per realizzare collegamenti con quello che succederà in futuro. Allo stesso tempo allungano ancora un po' il brodo e risultano abbastanza inutili per gli altri.
La figura di Alfrid suggerisce in sale risate amare. A me, personalmente, ha fatto riflettere sulla tristezza del genere umano. Nel film c'è solo uno come lui, tutti gli altri sono personaggi generosi e virtuosi. Nella realtà le proporzioni tra le due categorie di persone sono ben diverse e, credo, purtroppo, che in una situazione di tale emergenza la maggior parte si comporterebbe come il Vice Governatore di Ponte Lagolungo. Mette addosso una gran dose di amarezza.
Il cast non cala di una virgola in quanto a qualità recitative rispetto ai capitoli precedenti ed anche chi ah avuto poco spazio prima riesce a ritagliarsene in questo. Martin Freeman si conferma un attore dotato e le sue espressioni nei panni di Bilbo Baggins sono impagabili. Evangeline Lilly è brava. Oltre che essere bella, ed i panni dell'elfo Tauriel la esaltano ulteriormente, ha espressività e capacità recitative. Attendiamola l'anno prossimo in Ant-Man per vedere se confermerà il suo trend ascendente e vedere se non diventerà un'altra Kate Beckinsale od una Jessica Biel qualsiasi. Per carità tutte di gran bellezza, ma che tendono a perdersi durante la strada.
Tirando le somme. La trilogia dello Hobbit è troppo lunga, alla fine si parlerà di più di nove ore per un libro che non è che un quinto del suo successore. Forse due film, come in origine pensato il lavoro, sarebbero stati gusti. Le case di produzione, però, guardano per prima cosa agli incassi e con un cast, tecnico e artistico come quello qui in gioco, non potevano altro che aspettarsi incassi stellari anche sulla lunga distanza. Una trilogia che non vincerà Oscar come la precedente, ma che è, indiscutibilmente, un successo economico.
All'interno della montagna, Thorin e gli altri nani sono alla ricerca dell'Archengemma, ma ogni tentativo risulta infruttuoso. Intanto il Re sotto la montagna inizia a subire l'influenza dell'oro che vi è nascosto nelle viscere del suo regno. La sua unica preoccupazione e proteggerlo ed accumularlo. Preoccupazione tale da disconoscere la parola data agli abitanti del lago e da rifiutare le offerte di pace da parte degli elfi.
Le armate delle tenebre si stanno radunando di fronte alla Montagna Solitaria. Orchi e goblin vogliono la testa dei nani e sono disposti a tutto per ottenerla.
E' evidente che questa trilogia è meno riuscita rispetto a quella del Signore degli Anelli. Un piccolo libro come Lo Hobbit non poteva essere trascinato così a lungo e ne ha patito le conseguenze. Si concludono in qualche modo tutte le vicende messe in gioco da Jackson, lasciando evidente spazio per approfondirle nella Extended Version i Blue Ray che uscirà l'anno prossimo, ma su tutto spicca la battaglia delle cinque armate. Una battaglia caotica e meno definita rispetto a quello già vista. Certo più tattica, certo meglio resa sullo schermo, ma, a volte, con movimenti di camera troppo rapidi che causano perdita di definizione dell'immagine.
Certe forzature narrative sono utili per il pubblico più disattento e dalla memoria meno ferrea per realizzare collegamenti con quello che succederà in futuro. Allo stesso tempo allungano ancora un po' il brodo e risultano abbastanza inutili per gli altri.
La figura di Alfrid suggerisce in sale risate amare. A me, personalmente, ha fatto riflettere sulla tristezza del genere umano. Nel film c'è solo uno come lui, tutti gli altri sono personaggi generosi e virtuosi. Nella realtà le proporzioni tra le due categorie di persone sono ben diverse e, credo, purtroppo, che in una situazione di tale emergenza la maggior parte si comporterebbe come il Vice Governatore di Ponte Lagolungo. Mette addosso una gran dose di amarezza.
Il cast non cala di una virgola in quanto a qualità recitative rispetto ai capitoli precedenti ed anche chi ah avuto poco spazio prima riesce a ritagliarsene in questo. Martin Freeman si conferma un attore dotato e le sue espressioni nei panni di Bilbo Baggins sono impagabili. Evangeline Lilly è brava. Oltre che essere bella, ed i panni dell'elfo Tauriel la esaltano ulteriormente, ha espressività e capacità recitative. Attendiamola l'anno prossimo in Ant-Man per vedere se confermerà il suo trend ascendente e vedere se non diventerà un'altra Kate Beckinsale od una Jessica Biel qualsiasi. Per carità tutte di gran bellezza, ma che tendono a perdersi durante la strada.
Tirando le somme. La trilogia dello Hobbit è troppo lunga, alla fine si parlerà di più di nove ore per un libro che non è che un quinto del suo successore. Forse due film, come in origine pensato il lavoro, sarebbero stati gusti. Le case di produzione, però, guardano per prima cosa agli incassi e con un cast, tecnico e artistico come quello qui in gioco, non potevano altro che aspettarsi incassi stellari anche sulla lunga distanza. Una trilogia che non vincerà Oscar come la precedente, ma che è, indiscutibilmente, un successo economico.
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