giovedì 6 luglio 2017

Arrival - con minimi spoilier

Dodici astronavi aliene arrivano sulla Terra. I loro equipaggi vorrebbero comunicare con i terrestri, ma non ci riescono.
Louise Banks è una linguista di fama internazionale la cui esistenza è segnata da una grave perdita, ma che può essere utile agli interlocutori americani per interfacciarsi con i visitatori.
Passano i giorni e, per via degli scarsi passi avanti a livello mondiale, la fiducia nel costruire un rapporto pacifico con gli alieni inizia a calare tra i diversi interlocutori internazionali. Cina e Russia sono tra i primi a decidere di attaccare le navi giunte dalla spazio. Sarà Louise, con l'aiuto del matematico Ian Donnelly, a proporre una soluzione che potrebbe salvare il destino di due culture così diverse ed originatesi ad anni luce di distanza.

Da come ne è uscito il film, il libro di Ted Chiang deve essere qualcosa di spettacolare.

Fino al nero prima della scena finale, il film è un capolavoro, poi bisogna spiegare ciò che è passato per i 110 minuti precedenti sullo schermo agli americani e scade un po' nel didascalico.
La costruzione narrativa in stile Memento è ben calibrata e, nonostante qualche ripetizione di troppo, permette allo spettatore di capire ciò che accade, nonostante il modo particolare di giocare col tempo.
L'idea della scrittura attraverso non lettere, non simboli, ma per mezzo di un logo che rappresenti un'intera frase è decisamente geniale. E' un'evoluzione dell'intelligenza che potrebbe avere un senso. Un cervello abbastanza sviluppato potrebbe concepire di trasmettere il suo pensiero per mezzo di un unico simbolo, il problema si pone quando incontra una mente non ancora sviluppata come la sua, che ragiona ancora per singole parole.

L'ipotesi di Sapir-Whorf, che può essere vissuta per esperienza diretta da chi soggiorna per lunghi periodi in Paesi di lingua diversa dalla propria, è sviluppata in modo affascinante e portata al suo eccesso. Travalica la semplice linguistica e si insinua a giocare con la quarta dimensione, spesso troppo poco considerata, della nostra vita: il tempo.

Il film è seria, come richiede l'argomento trattato. Una situazione del genere, sia di emergenza mondiale che di vita personale della protagonista, richiede quel registro, con buona pace dei mangiatori di hamburger seriali.

Il cast è contenuto, ma di livello. Occhio di Falco incontra Lois Lane grazie all'impegno di Saw Gerrera. Tutti ricoprono i loro ruoli con il piglio giusto e con l'animo richiesto dal contesto. Il doppiaggio italiano è piacevole.

Nell'edizione in blu-ray sono presenti extra che, dati i titoli, possono essere chiarificatori di alcune domande senza risposte lasciate dal film.

Da recuperare sia per la trama che per la bella prova di Denis Villeneuve dietro alla macchina da presa. Adesso lo attendo nel sequel di Blade Runner.

Titolo originale Arrival 

Lingua originale inglese 
Paese di produzione Stati Uniti d'America 
Anno 2016 
Durata 116 min 
Genere fantascienza 

Regia Denis Villeneuve 

Soggetto Ted Chiang (libro) 

Sceneggiatura Eric Heisserer 
Produttore Dan Levine, Shawn Levy, David Linde, Karen Lunder, Aaron Ryder 
Produttore esecutivo Glen Basner, Dan Cohen, Eric Heisserer, Tory Metzger, Milan Popelka, Stan Wlodkowski 
Casa di produzione Lava Bear Films, 21 Laps Entertainment, FilmNation Entertainment 
Distribuzione (Italia) Warner Bros. 
Fotografia Bradford Young 
Montaggio Joe Walker 
Musiche Jóhann Jóhannsson 
Scenografia Patrice Vermette 

Interpreti e personaggi

Amy Adams: Louise Banks
Jeremy Renner: Ian Donnelly
Forest Whitaker: colonnello Weber
Michael Stuhlbarg: agente David Halpern
Tzi Ma: generale Shang
Mark O'Brien: capitano Marks
Abdul Ayoola: rappresentante della Sierra Leone
 
Doppiatori italiani

Ilaria Latini: Louise Banks
Roberto Gammino: Ian Donnelly
Massimo Corvo: colonnello Weber
Massimo De Ambrosis: agente David Halpern
Haruhiko Yamanouchi: generale Shang
Davide Perino: capitano Marks

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