lunedì 22 aprile 2019

Ananke - I piaceri del male

ANANKE: I Piaceri del Male

Un trofeo da Cartoomics è stato lo sketch che Paolo Antiga ha disegnato per me. Essendo presente, non come artista con un suo stand, come curatore della parte grafica di un fumetto ho acquistato il primo numero di Ananke per riuscire ad ottenerlo.
Al soggetto ed alla sceneggiature Marco De Rosa, creatore della serie che coincide con la nascita della sua prima creatura fumettistica, ai disegni Sofia TerzoPaolo Antiga e Antonella Di Muro, il tutto coordinato da Giuseppe Candita, disegnatore per anni, per la Bonelli, di Julia.
Candita si è occupato di realizzare il prologo e l’epilogo della vicenda, in mezzo gli altri artisti. Tra Sofia Terzo, già vista su Torture Garden di Ed. Ink, Paolo Candita, su tutti Cannibal Family per Ed. Ink, e Antonella Di Muro, esordiente, gli unici disegni convincenti sono di Antiga.
Antiga si conferma essere una promessa del fumetto italiano che sta seguendo una curva di crescita estremamente rapida. Impressionante. Non fatico credere che tra qualche anno lo vedremo in attività su una delle testate principali del mercato italiano, con un occhio strizzato all’estero, anche grazie all’ala protettiva di Candita.

Ma la storia com’è? Bah… Tante aspettative ma, alla fine, la lettura si rivela deludente. Se il concetto di Ananke, che non sto a spoilerare, è abbastanza interessante è la sua messa in opera che si mostra decisamente banale.
La storia, il poliziotto duro e perspicace che sa quel che fa ma non si sa il perché, la superiore maiala che ha un occhio particolare per lui, la killer che vendica i torti ma non si sa perché, non offre una motivazione per continuare la lettura per un successivo numero.
I personaggi citati non hanno il tempo, forse anche solo per una ridotta foliazione dell’albo, di acquisire un profondità necessaria per creare empatia con il lettore. La scelta di non offrire un fan service adeguato, sopratutto in un numero 1 che si proietta ad un pubblico “adulto”, delude le aspettative di coloro che lo comprano per quello. Certe scelte di dialogo, da B movie erotico americano dell’ultimo ventennio del secolo scorso, generano sorrisi quando non sono richiesti e, sopratutto, in momenti in cui vorrebbero tendere ad altro.

Anche il titolo, I piaceri del male, sembra racchiudere il significato dell’intera opera prima di De Rosa, ma non mi ha trasmesso un collegamento stretto con ciò che ho letto in queste prime pagine. 

Io sono il primo a cercare di supportare e sostenere chi, in Italia, ha il coraggio e si autoproduce e autodistribuisce un fumetto in questo periodo di difficoltà del fumetto italiano.
Purtroppo, nonostante le interessanti premesse, Ananke non mi ha colpito, se non per i disegni di Antiga.

Auguro a De Rosa tutto il meglio e di essere io l’unico lettore non aver trovato il feeling giusto con la sua creatura.

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