Rachel ed il suo fidanzato Ken si trovano in Grecia per le vacanze ed hanno la possibilità di utilizzare la barca di uno dei capi di Ken per fare un'escursione nel mediterraneo. La zona scelta per l'escursione è ricca di storia e leggenda, è proprio quella dove, secondo Omero nell'Odissea, Ulisse avrebbe incontrato la minaccia delle sirene. A loro si unisce un vecchio ex di Rachel, Marco.
La navigazione parte bene, ma quando tocca a Marco prendere il timone una luce, da un'isoletta al largo, lo attira. La barca si trova, così, incagliata nel fondale basso ed un uomo li raggiunge a nuoto dall'isola, solo per morire sul ponte della barca.
I tre scenderanno a terra dove incontreranno una ragazza di nome Silke della quale cercheranno di prendersi cura.
Ovviamente, qualcosa andrà storto e non tutti passeranno una bella vacanza.
Opera penultima, prima della dipartita del regista Andrew Hull. Il film è sulla falsa riga di quello con Kelly Brooke, L'isola dei sopravvissuti, ma con qualche soldo in più. La ricchezza nel budget si nota ampiamente nei ricchi effetti speciali, dal ricco cast (un'attrice in più), dai ricercati costumi (uno o due cambi in più rispetto al film di paragone) ed alla presenza della barca per tutta la durata del film. Ironia.
Il film è abbastanza insipido e sia a basso ritmo che a basso livello di testosterone. Non ci sono colpi di scena, non ci sono accelerazioni nella trama, non ci sono brividi e, maschietti, non illudetevi, non vedrete mai le tipe biotte.
I quattro attori se la cavano, anche se spesso devono recitare dialoghi privi di senso e subire un montaggio tendenzialmente casuale e riempitivo. I maschietti son bellocci e le femminucce di più (l'australiana Anna Skeller riesce ad essere carina anche quando il trucco dimentica di nasconderle le pesanti borse che ha sotto gli occhi).
Se cercate mare, sole ed un'isola deserta rimanete in compagnia di Kelly Brooke e non salite sulla Persefone con Ken e Rachel.
Directed by Andrew Hull
written by Andrew Hull e Geoffrey Gunn
Cast
Eoin Macken ... Ken
Anna Skellern ... Rachel
Tereza Srbova ... Silka
Anthony Jabre ... Marco
Produced by
Amina Dasmal .... producer
Robin C. Fox .... executive producer (as Robin Fox)
Christopher Granier-Deferre .... producer
Martin Poultney .... executive producer
Bernadette Thomas .... executive producer
Original Music by
Michael Price
Cinematography by
Will Humphris
Film Editing by
Gavin Buckley
Alan Levy
Casting by
Kate Plantin
Production Design by
Tom Cochrane
Costume Design by
Alison Forbes-Meyler
Makeup Department
My Alehammar .... makeup designer
Production Management
Philippa Day .... production supervisor: Sindbad Productions
Amina Gharbi .... production manager
Moez Kamoun .... production supervisor
Second Unit Director or Assistant Director
Henry Forsyth .... first assistant director
Ali Hsouna .... co-second assistant director
Nick Laurence .... second assistant director
Sound Department
Jack Gillies .... supervising sound editor
Karim Guemira .... boom operator
Vincent Hazard .... sound effects editor
Mathew Knights .... sound re-recording mixer
Richard Kondal .... dialogue editor
Henry Milliner .... sound recordist
Mark Verner .... foley artist
Mark Verner .... foley editor
Visual Effects by
Barry Corcoran .... visual effects artist
Brad Le-Riche .... compositor
Paula Olszowska .... digital compositor
Camera and Electrical Department
Lotfi Kammoun .... gaffer
Mark Nutkins .... dit red camera
Editorial Department
Trevor Brown .... digital intermediate colorist
Niamh Mulcahy .... di assistant
Music Department
Rael Jones .... music producer
Rael Jones .... musician: guitars and textures
Other crew
Absi Anis .... production staff
Hatem Ben Zineb .... location manager
(i crediti sono da IMDB)
martedì 31 luglio 2012
giovedì 26 luglio 2012
Babylon A.D.
Toorop è un trasportatore. Non uno di quelli di frutta, verdura o simili. Lui trasporta carichi speciali. In cambio di mezzo milione ed un passaporto per gli Stati Uniti si incarica di trasportare, in sei giorni, due donne dalla Mongolia a New York. A dire il vero il suo pacco è la giovane ragazza Aurora alla quale, però, sia aggiunge anche la suora che l'ha cresciuta dopo averla trovata sulla porta del suo convento, Suor Rebecca.
Il viaggio dei tre non potrà essere facile. Due fazioni sono in guerra per potersi impossessare della ragazza, che nasconde in se un segreto noto solo al padre ritenuto morto ed alla madre (la Sacerdotessa), i Noeliti (ordine religioso a cui capo c'è la Sacerdotessa) e gli sgherri di colui che ha richiesto il trasporto, Gorsky.
I tre dalla Mongolia arriveranno a New York, ma li cominceranno i problemi.
Ambientato in un prossimo futuro, il film, propone una storia messianica. Una sorta di rivisitazione in chiave tecnologica della nascita di Gesù e del suo concepimento da parte di Maria.
Mathieu Kassovitz allestisce un baraccone insipido che si basa sulla faccia e sulla fama di Vin Diesel. La trama è scadente, la conclusione non sa di nulla anche se pretende di dire molto e di stupire. Nel 2008 il promo prometteva tantissimo, sopratutto altro rispetto a quello che il film rende. Tirate le somme si potrebbe vedere come un Trasporter, ambientato tra vent'anni, senza Statham. Il montaggio è abbastanza casuale, forse per i tagli alla durata del film, e non facilita la narrazione. Gli effetti speciali sono decenti, anche se l'unico del quale colpisce la presenza è quello visto nel trailer.
Il parco attori è quello che salva la mediocre produzione. Vin Diesel è lui, in forma e col suo faccione da schiaffi a prendere a mazzate chi si mette sulla sua strada. Ricco di sfaccettature il ruolo affidato a Michelle Yeoh. Brava la giovane Mélanie Thierry. Simpatico e viscido il ruolo affidato a Gérard Depardieu, altero e cinico quello di Charlotte Rampling.
Un film inutile. Non stupisce, non appassiona. Pretenzioso e "da camomilla" finale. Se proprio non c'è niente altro in tv in queste sere d'estate, avete finito i dvd, gli amici sono in ferie e lo danno su una canale senza pubblicità potreste farci un pensierino.
Titolo originale Babylon A.D.
Lingua originale Inglese
Paese Francia, USA
Anno 2008
Durata 90 min
Genere azione, fantascienza
Regia Mathieu Kassovitz
Soggetto Maurice G. Dantec (romanzo)
Sceneggiatura Eric Besnard, Mathieu Kassovitz, Joseph Simas
Produttore Alain Goldman, Mathieu Kassovitz,
Produttore esecutivo Benoît Jaubert, Marc Jenny, Avram 'Butch' Kaplan, Gary Ungar
Casa di produzione Canal+, Légende Films, MNP Entreprise, Okko Productions, 20th Century Fox
Distribuzione (Italia) Moviemax
Fotografia Thierry Arbogast
Montaggio Benjamin Weill
Effetti speciali BUF Compagnie
Musiche Atli Örvarsson
Scenografia Paul Cross, Sonja Klaus
Costumi Chattoune, Fab
Trucco Gabriela Polakova, Ivo Strangmüller, Christien Tinsley
Interpreti e personaggi
Vin Diesel: Toorop
Michelle Yeoh: Suor Rebecca
Mélanie Thierry: Aurora
Gérard Depardieu: Gorsky
Charlotte Rampling: Sacerdotessa
Lambert Wilson: Dr. Arthur Darquandier
Mark Strong: Finn
Chris Astoyan: Joseph
Radek Bruna: Karl
Doppiatori italiani
Massimo Corvo: Toorop
Roberta Pellini: Suor Rebecca
Francesca Manicone: Aurora
Ennio Coltorti: Gorsky
Ada Maria Serra Zanetti: Sacerdotessa
Angelo Maggi: Dr. Arthur Darquandier
Il viaggio dei tre non potrà essere facile. Due fazioni sono in guerra per potersi impossessare della ragazza, che nasconde in se un segreto noto solo al padre ritenuto morto ed alla madre (la Sacerdotessa), i Noeliti (ordine religioso a cui capo c'è la Sacerdotessa) e gli sgherri di colui che ha richiesto il trasporto, Gorsky.
I tre dalla Mongolia arriveranno a New York, ma li cominceranno i problemi.
Ambientato in un prossimo futuro, il film, propone una storia messianica. Una sorta di rivisitazione in chiave tecnologica della nascita di Gesù e del suo concepimento da parte di Maria.
Mathieu Kassovitz allestisce un baraccone insipido che si basa sulla faccia e sulla fama di Vin Diesel. La trama è scadente, la conclusione non sa di nulla anche se pretende di dire molto e di stupire. Nel 2008 il promo prometteva tantissimo, sopratutto altro rispetto a quello che il film rende. Tirate le somme si potrebbe vedere come un Trasporter, ambientato tra vent'anni, senza Statham. Il montaggio è abbastanza casuale, forse per i tagli alla durata del film, e non facilita la narrazione. Gli effetti speciali sono decenti, anche se l'unico del quale colpisce la presenza è quello visto nel trailer.
Il parco attori è quello che salva la mediocre produzione. Vin Diesel è lui, in forma e col suo faccione da schiaffi a prendere a mazzate chi si mette sulla sua strada. Ricco di sfaccettature il ruolo affidato a Michelle Yeoh. Brava la giovane Mélanie Thierry. Simpatico e viscido il ruolo affidato a Gérard Depardieu, altero e cinico quello di Charlotte Rampling.
Un film inutile. Non stupisce, non appassiona. Pretenzioso e "da camomilla" finale. Se proprio non c'è niente altro in tv in queste sere d'estate, avete finito i dvd, gli amici sono in ferie e lo danno su una canale senza pubblicità potreste farci un pensierino.
Titolo originale Babylon A.D.
Lingua originale Inglese
Paese Francia, USA
Anno 2008
Durata 90 min
Genere azione, fantascienza
Regia Mathieu Kassovitz
Soggetto Maurice G. Dantec (romanzo)
Sceneggiatura Eric Besnard, Mathieu Kassovitz, Joseph Simas
Produttore Alain Goldman, Mathieu Kassovitz,
Produttore esecutivo Benoît Jaubert, Marc Jenny, Avram 'Butch' Kaplan, Gary Ungar
Casa di produzione Canal+, Légende Films, MNP Entreprise, Okko Productions, 20th Century Fox
Distribuzione (Italia) Moviemax
Fotografia Thierry Arbogast
Montaggio Benjamin Weill
Effetti speciali BUF Compagnie
Musiche Atli Örvarsson
Scenografia Paul Cross, Sonja Klaus
Costumi Chattoune, Fab
Trucco Gabriela Polakova, Ivo Strangmüller, Christien Tinsley
Interpreti e personaggi
Vin Diesel: Toorop
Michelle Yeoh: Suor Rebecca
Mélanie Thierry: Aurora
Gérard Depardieu: Gorsky
Charlotte Rampling: Sacerdotessa
Lambert Wilson: Dr. Arthur Darquandier
Mark Strong: Finn
Chris Astoyan: Joseph
Radek Bruna: Karl
Doppiatori italiani
Massimo Corvo: Toorop
Roberta Pellini: Suor Rebecca
Francesca Manicone: Aurora
Ennio Coltorti: Gorsky
Ada Maria Serra Zanetti: Sacerdotessa
Angelo Maggi: Dr. Arthur Darquandier
mercoledì 25 luglio 2012
martedì 24 luglio 2012
In Time
Tra cento anni da oggi la moneta di scambio non saranno più i soldi, ma il tempo. Sul polso di ogni uomo o donna che nascerà sarà installato un orologio il cui display sarà composto da 13 cifre: 4 cifre per gli anni, 2 cifre per le settimane, 1 per i giorni, 2 per le ore, per i minuti e per i secondi. Dopo il venticinquesimo anno di vita l'orologio partirà in un conto alla rovescia di un anno. Per pagare beni verrà salato tempo dall'orologio, per accumulare tempo si dovrà lavorare.
Le città verranno divise in zone, nella più ricca vivranno le persone con le 13 cifre piene e che si potranno godere la vita mentre nella più povera, il ghetto, vivranno coloro che avranno l'orologio sempre vicino alla scadenza.
La vita di Will Salas cambierà il giorno in cui aiuterà un ricco, Henry Hamilton, stanco della sua vita. In cambio dell'aiuto Henry regalerà a Will quasi tutto il suo tempo: più di 116 anni, dicendo di non sprecarlo.
A seguito della morte della madre, per un incremento inaspettato di prezzi, Will deciderà di vendicarsi della società e dei ricchi. Per far questo impegnerà gli anni donatigli per raggiungere il livello più alto e sfidare uno dei signori del tempo Philippe Weis.
In collaborazione con la figlia di Weis, Sylvia, dovrà sfuggire ai Guardiani del Tempo, coloro che controllano l'economia delle ore, cercando di sovvertire l'ordine stabilito delle cose e regalare tempo e libertà ai poveri.
L'idea è carina. Da tenere il fiato. Vivere all'ultimo secondo è più difficile che vivere all'ultimo Euro. Se non hai più soldi ti puoi sempre inventare qualcosa, ma se non hai più tempo ci rimani secco all'istante. Andrew Niccol, che se la canta ,se la suona e se la dirige, mette su un bel circo, interessante, anche se con un ritmo eccessivamente lento. Ci tiene molto a sottolineare l'importanza del tempo, talmente tanto da far perdere una ventina di minuti allo spettatore in scene ripetitive ed a vuoto. La sua fortuna è nell'essere sorretto da un ottimo cast. Justin Timberlake si dedica sempre di più e con più successo a questa sua passione e risulta essere convincete nel ruolo. Amanda Seyfried corre per tutto il tempo su tacchi vertiginosi, rischiando più caviglie di quante ne abbia, e solo per questo meriterebbe un premio. Cillian Murphy, lo Spaventapasseri di Nolan, è un convincente guardiano del tempo, col la sua faccia un po' così. Olivia Wilde cameizza il film nel ruolo della madre di Timberlake e lo fa nel modo giusto.
Il film è godibile, anche se ripetitivo a tratti, e non da sottovalutare per una buona serata tra amici, pop corn, bibite e gelati.
Titolo originale In Time
Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti
Anno 2011
Durata 115 min
Genere fantascienza
Regia, Soggetto, Sceneggiatura Andrew Niccol
Produttore Marc Abraham, Eric Newman, Andrew Niccol
Produttore esecutivo Amy Israel, Kristel Laiblin
Casa di produzione New Regency Pictures
Distribuzione (Italia) Medusa Film
Fotografia Roger Deakins
Montaggio Zach Staenberg
Effetti speciali Luma Pictures, Soho VFX, Wildfire Visual Effects
Scenografia Alex McDowell
Costumi Sara Akhteh, Carrie Arakaki, Alison Cole
Trucco Elena Arroy, Tracy Manzo, Michelle Vittone
Interpreti e personaggi
Justin Timberlake: Will Salas
Amanda Seyfried: Sylvia Weis
Johnny Galecki: Borel
Matt Bomer: Henry Hamilton
Cillian Murphy: Timekeeper Raymond Leon
Olivia Wilde: Rachel Salas
Alex Pettyfer: Fortis
Elena Satine: Jasmine
Vincent Kartheiser: Philippe Weis
Yaya DaCosta: Greta
Rachel Roberts: Carrera
Ethan Peck: Constantin
Toby Hemingway: Timekeeper Kors
Bella Heathcote: Michele Weis
Doppiatori italiani
Andrea Mete: Will Salas
Myriam Catania: Sylvia Weis
Francesco Bulckaen: Raymond Leon
Marco Vivio: Fortis
David Chevalier: Philippe Weis
Le città verranno divise in zone, nella più ricca vivranno le persone con le 13 cifre piene e che si potranno godere la vita mentre nella più povera, il ghetto, vivranno coloro che avranno l'orologio sempre vicino alla scadenza.
La vita di Will Salas cambierà il giorno in cui aiuterà un ricco, Henry Hamilton, stanco della sua vita. In cambio dell'aiuto Henry regalerà a Will quasi tutto il suo tempo: più di 116 anni, dicendo di non sprecarlo.
A seguito della morte della madre, per un incremento inaspettato di prezzi, Will deciderà di vendicarsi della società e dei ricchi. Per far questo impegnerà gli anni donatigli per raggiungere il livello più alto e sfidare uno dei signori del tempo Philippe Weis.
In collaborazione con la figlia di Weis, Sylvia, dovrà sfuggire ai Guardiani del Tempo, coloro che controllano l'economia delle ore, cercando di sovvertire l'ordine stabilito delle cose e regalare tempo e libertà ai poveri.
L'idea è carina. Da tenere il fiato. Vivere all'ultimo secondo è più difficile che vivere all'ultimo Euro. Se non hai più soldi ti puoi sempre inventare qualcosa, ma se non hai più tempo ci rimani secco all'istante. Andrew Niccol, che se la canta ,se la suona e se la dirige, mette su un bel circo, interessante, anche se con un ritmo eccessivamente lento. Ci tiene molto a sottolineare l'importanza del tempo, talmente tanto da far perdere una ventina di minuti allo spettatore in scene ripetitive ed a vuoto. La sua fortuna è nell'essere sorretto da un ottimo cast. Justin Timberlake si dedica sempre di più e con più successo a questa sua passione e risulta essere convincete nel ruolo. Amanda Seyfried corre per tutto il tempo su tacchi vertiginosi, rischiando più caviglie di quante ne abbia, e solo per questo meriterebbe un premio. Cillian Murphy, lo Spaventapasseri di Nolan, è un convincente guardiano del tempo, col la sua faccia un po' così. Olivia Wilde cameizza il film nel ruolo della madre di Timberlake e lo fa nel modo giusto.
Il film è godibile, anche se ripetitivo a tratti, e non da sottovalutare per una buona serata tra amici, pop corn, bibite e gelati.
Titolo originale In Time
Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti
Anno 2011
Durata 115 min
Genere fantascienza
Regia, Soggetto, Sceneggiatura Andrew Niccol
Produttore Marc Abraham, Eric Newman, Andrew Niccol
Produttore esecutivo Amy Israel, Kristel Laiblin
Casa di produzione New Regency Pictures
Distribuzione (Italia) Medusa Film
Fotografia Roger Deakins
Montaggio Zach Staenberg
Effetti speciali Luma Pictures, Soho VFX, Wildfire Visual Effects
Scenografia Alex McDowell
Costumi Sara Akhteh, Carrie Arakaki, Alison Cole
Trucco Elena Arroy, Tracy Manzo, Michelle Vittone
Interpreti e personaggi
Justin Timberlake: Will Salas
Amanda Seyfried: Sylvia Weis
Johnny Galecki: Borel
Matt Bomer: Henry Hamilton
Cillian Murphy: Timekeeper Raymond Leon
Olivia Wilde: Rachel Salas
Alex Pettyfer: Fortis
Elena Satine: Jasmine
Vincent Kartheiser: Philippe Weis
Yaya DaCosta: Greta
Rachel Roberts: Carrera
Ethan Peck: Constantin
Toby Hemingway: Timekeeper Kors
Bella Heathcote: Michele Weis
Doppiatori italiani
Andrea Mete: Will Salas
Myriam Catania: Sylvia Weis
Francesco Bulckaen: Raymond Leon
Marco Vivio: Fortis
David Chevalier: Philippe Weis
venerdì 20 luglio 2012
Marvel - Fase 2
Dal Comicon di San Diego ecco i piani Marvel per il 2013 ed il 2014! Per di più quasi tutti con date già stabilite di uscita nei cinema.
Che dire. In attesa di Avengers 2, Buon divertimento.
giovedì 19 luglio 2012
Biancaneve e il Cacciatore
C'era una volta, tanto tempo fa, in un regno lontano lontano...
Una coppia reale, Re Magnus e la Regina Eleanor, che concepirono una figlia destinata ad essere la più bella ragazza del Reame. Dopo pochi anni dalla sua nascita, in un freddo inverno, la Regina Eleanor perse la vita. Poche settimane dopo, dopo aver difeso il castello da un attacco di strani soldati, Re Magnus salvò una donna di nome Ravenna, che, il giorno seguente, divenne la sua sposa. Nella prima notte di nozze, Ravenna assassinò Re Mangus, imprigionò la piccola figlia nella torre nord del castello e permise al suo esercito, comandato da suo fratello Finn, di entrare nel castello. Tutto questo le permise di conquistare un regno florido che, a poco a poco, avrebbe iniziato ad imputridirsi e morire sotto il suo influsso.
Biancaneve, intanto, cresceva prigioniera. Venne, però, il giorno del suo diciottesimo compleanno. Lo specchio magico della Regina Ravenna le fece una rivelazione. Biancaneve sarebbe stata colei che avrebbe potuto ucciderla o darle la vita eterna.
Bramosa della seconda opzione, Ravenna ingiunse al fratello di portarle la giovane, ma ella riuscì a sfuggirgli e si rifugio nella Foresta Oscura. La foresta, maledetta, era un luogo in cui la Regina non aveva poteri e per questo necessitava di qualcuno che la conoscesse per recuperare la ragazza. La scelta cadde sull'unico cacciatore che era sopravvissuto alla Foresta Oscura.
Ma il destino è beffardo. Appena il cacciatore trovò Biancaneve decise che l'avrebbe aiutata a fuggire ed a soverchiare il regno malvagio della despota.
Avrebbero vissuto un'avventura tra Troll, fate, nani, cavalieri ed armi per permettere agli ideali di libertà di sorgere dalle ceneri.
Biancaneve ed il cacciatore è una originale rivisitazione del mito di Biancaneve, cristallizzato da 75 anni nella versione Disney, facendo l'occhiolino alle atmosfere oscure e paurose presenti nell'originale dei fratelli Grimm, Jacob e Wilhelm. La prima edizione della loro trascrizione della fiaba risale ben a 200 anni fa, era, infatti, il 1812 quando veniva pubblicata nella raccolta Kinder- und Hausmärchen (Fiabe dei bambini e del focolare).
Ora, per la regia di Rupert Sanders ed il soggetto di Evan Daugherty, torna aggressiva sugli schermi. Troviamo Biancaneve guerriera e combattiva, come vuole il mito delle ragazze moderne al cinema, che solleva popoli contro la tirannia.
Vengono riscritti i personaggi principali. Il cacciatore è un Thor dei tempi andati (non solo per l'attore che lo interpreta) beone e psicologicamente affranto. I nani non sono più minatori allegri e scanzonati, ma guaritori divenuti ladri e banditi. La regina cattiva acquisisce un nome, Ravenna, per empatizzare con il pubblico ed un fratello albino che ricorda Silas de Il codice Da Vinci. Lo stesso specchio magico viene presentato in un modo nuovo ed originale.
Inquadrature dosate, battaglie intese ed una strizzatina d'occhio alla conversione post produzione in 3D, che probabilmente non c'è stata. Atmosfere oscure per tutta la pellicola, tranne un piccola sequenza bucolica. Tanto viene preso in prestito da film passati. Si citano, non tanto inconsapevolmente secondo me, Il Signore degli Anelli di Peter Jackson, ma, sopratutto, per la sequenza prima citata, La Principessa Mononoke di Miyazaki Hayao. Quando sullo schermo ho visto apparire le fatine, che proprio fatine non sono, mi è venuto un sospetto. Ma quando il cervo con l'impalcatura ha fatto il suo ingresso, sotto l'albero gigante circondato dall'acqua, non ho potuto far altro che rimanere folgorato nel ricordo. Tutta la scena è una ricalcatura di una delle scene madri del film del Maestro dell'animazione giapponese. L'albero, il cervo, i Kodama, tutto, ma proprio tutto è un omaggio alla creatura dello Studio Ghibli
Come, però, sia possibile che Kristen Stewart sia più bella di Charlize Theron è un mistero. Sicuramente si parla di bellezza interiore e non di aspetto fisico, un'altra battaglia di opposti che si sviluppa nel film oltre luce/oscuro, verità/inganno ecc..., e quindi la scelta può essere giustificata. Intanto, comunque, le due attrici ben sia alternano sullo schermo, dove si incontrano solo per un mezz'ora alla fine della storia.
La Stewart non è un'attrice dotata in modo eccezionale, ma le sue due espressioni (una in più che nella saga che l'ha resa famosa) si alterano ad un ritmo piacevole. L'opera dei truccatori ne valorizza le labbra e gli occhi, dandole spessore ed intensità.
Charlize Theron è brava ed intensa. Una donna che non accetta il passare degli anni e del potere, sempre alla ricerca di nuova linfa vitale, che succhia dal suo regno e dalle giovani che lo abitano, ossessionata e timorosa di perdere tutto quello che ha.
Chris Hemsworth è Thor, come Robert Downey Jr. è Iron Man, quindi finché farà parti del genere lo vedrò con in mano il martello del dio di Asgard e non con l'ascia di un tagliaboschi medioevale. Piacevole la sua faccia da schiaffi.
Comprimari all'altezza di alternano sullo schermo fino ad arrivare ai sette nani, che rimangono sette nonostante tutto e non si capisce come, che saccheggiano, picchiano, rapiscono, uccidono donne, combattono e camminano con la pupù fino al collo, portando sulle loro spalle strani nomi di quattro lettere.
Piacevole, poi, rivedere sullo schermo la rossa modella inglese, di bellezza particolare, Lili Cole, assente dagli italici grandi schermi dal Parnassus di Terry Gilliam del 2009.
Costumi azzeccati, anche se il solo vero lavoro originale credo sia stato dedicato agli abiti di scena della regina Ravenna ed alla sua evoluzione verso l'oscurità più cupa.
Che dire. Alice di Butron ha aperto una nuova strada raccontando storie per bambini in modo nuovo, grazie all'oscurità, apprezzata dal pubblico, iniettata nel suo Batman da Nolan. Sanders ha svolto il suo compito in modo egregio, scegliendosi un cast che attirasse anche giovani che sorridono solo al pensiero di pronunciare il nome di Biancaneve. In mezzo, e mi manca, c'è il Cappuccetto Rosso Sangue con Amanda Seyfried ed attendiamo la Maleficent di Angelina Jolie diretta da Robert Stromberg previsto per il 2014.
Un film da vedere, forse non rivedere, ma per il quale vale la pena spendere i soldi del biglietto e passare una serata al cine.
Titolo originale Snow White & the Huntsman
Lingua originale Inglese
Paese USA
Anno 2012
Durata 127 min
Genere fantastico
Regia Rupert Sanders
Soggetto Evan Daugherty
Sceneggiatura Hossein Amini, Evan Daugherty, John Lee Hancock
Produttore Sam Mercer, Palak Patel, Joe Roth
Produttore esecutivo Gloria S. Borders
Casa di produzione Roth Films
Universal Pictures
Distribuzione (Italia) Universal Pictures
Fotografia Greig Fraser
Montaggio Conrad Buff IV, Neil Smith
Musiche James Newton Howard
Scenografia Dominic Watkins
Costumi Colleen Atwood
Interpreti e personaggi
Kristen Stewart: Biancaneve
Chris Hemsworth: Eric, il cacciatore
Charlize Theron: Ravenna, la Regina cattiva
Sam Claflin: Principe William
Vincent Regan: Duca Hammond
Noah Huntley: Re Magnus
Liberty Ross: Regina Eleanor
Ian McShane: Beith
Bob Hoskins: Muir
Johnny Harris: Quert
Toby Jones: Coll
Eddie Marsan: Duir
Ray Winstone: Gort
Nick Frost: Nion
Brian Gleeson: Gus
Lily Cole: Greta
Sam Spruell: Finn, fratello della Regina
Christopher Obi Ogugua: Specchio magico
Doppiatori italiani
Federica De Bortoli: Biancaneve
Massimiliano Manfredi: Eric, il cacciatore
Roberta Pellini: Ravenna, la Regina cattiva
Gabriele Sabatini: Principe William
Stefano Benassi: Duca Hammond
Fabrizio Pucci: Re Magnus
Fiamma Izzo: Regina Eleanor
Renzo Stacchi: Beith
Carlo Reali: Muir
Alessio Cigliano: Quert
Dario Oppido: Coll
Franco Mannella: Duir
Edoardo Siravo: Gort
Fabrizio Vidale: Nion
Nanni Baldini: Gus
Rossa Caputo: Greta
Niseem Onorato: Finn, fratello della Regina
Stefano Mondini: Specchio magico
Una coppia reale, Re Magnus e la Regina Eleanor, che concepirono una figlia destinata ad essere la più bella ragazza del Reame. Dopo pochi anni dalla sua nascita, in un freddo inverno, la Regina Eleanor perse la vita. Poche settimane dopo, dopo aver difeso il castello da un attacco di strani soldati, Re Magnus salvò una donna di nome Ravenna, che, il giorno seguente, divenne la sua sposa. Nella prima notte di nozze, Ravenna assassinò Re Mangus, imprigionò la piccola figlia nella torre nord del castello e permise al suo esercito, comandato da suo fratello Finn, di entrare nel castello. Tutto questo le permise di conquistare un regno florido che, a poco a poco, avrebbe iniziato ad imputridirsi e morire sotto il suo influsso.
Biancaneve, intanto, cresceva prigioniera. Venne, però, il giorno del suo diciottesimo compleanno. Lo specchio magico della Regina Ravenna le fece una rivelazione. Biancaneve sarebbe stata colei che avrebbe potuto ucciderla o darle la vita eterna.
Bramosa della seconda opzione, Ravenna ingiunse al fratello di portarle la giovane, ma ella riuscì a sfuggirgli e si rifugio nella Foresta Oscura. La foresta, maledetta, era un luogo in cui la Regina non aveva poteri e per questo necessitava di qualcuno che la conoscesse per recuperare la ragazza. La scelta cadde sull'unico cacciatore che era sopravvissuto alla Foresta Oscura.
Ma il destino è beffardo. Appena il cacciatore trovò Biancaneve decise che l'avrebbe aiutata a fuggire ed a soverchiare il regno malvagio della despota.
Avrebbero vissuto un'avventura tra Troll, fate, nani, cavalieri ed armi per permettere agli ideali di libertà di sorgere dalle ceneri.
Biancaneve ed il cacciatore è una originale rivisitazione del mito di Biancaneve, cristallizzato da 75 anni nella versione Disney, facendo l'occhiolino alle atmosfere oscure e paurose presenti nell'originale dei fratelli Grimm, Jacob e Wilhelm. La prima edizione della loro trascrizione della fiaba risale ben a 200 anni fa, era, infatti, il 1812 quando veniva pubblicata nella raccolta Kinder- und Hausmärchen (Fiabe dei bambini e del focolare).
Ora, per la regia di Rupert Sanders ed il soggetto di Evan Daugherty, torna aggressiva sugli schermi. Troviamo Biancaneve guerriera e combattiva, come vuole il mito delle ragazze moderne al cinema, che solleva popoli contro la tirannia.
Vengono riscritti i personaggi principali. Il cacciatore è un Thor dei tempi andati (non solo per l'attore che lo interpreta) beone e psicologicamente affranto. I nani non sono più minatori allegri e scanzonati, ma guaritori divenuti ladri e banditi. La regina cattiva acquisisce un nome, Ravenna, per empatizzare con il pubblico ed un fratello albino che ricorda Silas de Il codice Da Vinci. Lo stesso specchio magico viene presentato in un modo nuovo ed originale.
Inquadrature dosate, battaglie intese ed una strizzatina d'occhio alla conversione post produzione in 3D, che probabilmente non c'è stata. Atmosfere oscure per tutta la pellicola, tranne un piccola sequenza bucolica. Tanto viene preso in prestito da film passati. Si citano, non tanto inconsapevolmente secondo me, Il Signore degli Anelli di Peter Jackson, ma, sopratutto, per la sequenza prima citata, La Principessa Mononoke di Miyazaki Hayao. Quando sullo schermo ho visto apparire le fatine, che proprio fatine non sono, mi è venuto un sospetto. Ma quando il cervo con l'impalcatura ha fatto il suo ingresso, sotto l'albero gigante circondato dall'acqua, non ho potuto far altro che rimanere folgorato nel ricordo. Tutta la scena è una ricalcatura di una delle scene madri del film del Maestro dell'animazione giapponese. L'albero, il cervo, i Kodama, tutto, ma proprio tutto è un omaggio alla creatura dello Studio Ghibli
Come, però, sia possibile che Kristen Stewart sia più bella di Charlize Theron è un mistero. Sicuramente si parla di bellezza interiore e non di aspetto fisico, un'altra battaglia di opposti che si sviluppa nel film oltre luce/oscuro, verità/inganno ecc..., e quindi la scelta può essere giustificata. Intanto, comunque, le due attrici ben sia alternano sullo schermo, dove si incontrano solo per un mezz'ora alla fine della storia.
La Stewart non è un'attrice dotata in modo eccezionale, ma le sue due espressioni (una in più che nella saga che l'ha resa famosa) si alterano ad un ritmo piacevole. L'opera dei truccatori ne valorizza le labbra e gli occhi, dandole spessore ed intensità.
Charlize Theron è brava ed intensa. Una donna che non accetta il passare degli anni e del potere, sempre alla ricerca di nuova linfa vitale, che succhia dal suo regno e dalle giovani che lo abitano, ossessionata e timorosa di perdere tutto quello che ha.
Chris Hemsworth è Thor, come Robert Downey Jr. è Iron Man, quindi finché farà parti del genere lo vedrò con in mano il martello del dio di Asgard e non con l'ascia di un tagliaboschi medioevale. Piacevole la sua faccia da schiaffi.
Comprimari all'altezza di alternano sullo schermo fino ad arrivare ai sette nani, che rimangono sette nonostante tutto e non si capisce come, che saccheggiano, picchiano, rapiscono, uccidono donne, combattono e camminano con la pupù fino al collo, portando sulle loro spalle strani nomi di quattro lettere.
Piacevole, poi, rivedere sullo schermo la rossa modella inglese, di bellezza particolare, Lili Cole, assente dagli italici grandi schermi dal Parnassus di Terry Gilliam del 2009.
Costumi azzeccati, anche se il solo vero lavoro originale credo sia stato dedicato agli abiti di scena della regina Ravenna ed alla sua evoluzione verso l'oscurità più cupa.
Che dire. Alice di Butron ha aperto una nuova strada raccontando storie per bambini in modo nuovo, grazie all'oscurità, apprezzata dal pubblico, iniettata nel suo Batman da Nolan. Sanders ha svolto il suo compito in modo egregio, scegliendosi un cast che attirasse anche giovani che sorridono solo al pensiero di pronunciare il nome di Biancaneve. In mezzo, e mi manca, c'è il Cappuccetto Rosso Sangue con Amanda Seyfried ed attendiamo la Maleficent di Angelina Jolie diretta da Robert Stromberg previsto per il 2014.
Un film da vedere, forse non rivedere, ma per il quale vale la pena spendere i soldi del biglietto e passare una serata al cine.
Titolo originale Snow White & the Huntsman
Lingua originale Inglese
Paese USA
Anno 2012
Durata 127 min
Genere fantastico
Regia Rupert Sanders
Soggetto Evan Daugherty
Sceneggiatura Hossein Amini, Evan Daugherty, John Lee Hancock
Produttore Sam Mercer, Palak Patel, Joe Roth
Produttore esecutivo Gloria S. Borders
Casa di produzione Roth Films
Universal Pictures
Distribuzione (Italia) Universal Pictures
Fotografia Greig Fraser
Montaggio Conrad Buff IV, Neil Smith
Musiche James Newton Howard
Scenografia Dominic Watkins
Costumi Colleen Atwood
Interpreti e personaggi
Kristen Stewart: Biancaneve
Chris Hemsworth: Eric, il cacciatore
Charlize Theron: Ravenna, la Regina cattiva
Sam Claflin: Principe William
Vincent Regan: Duca Hammond
Noah Huntley: Re Magnus
Liberty Ross: Regina Eleanor
Ian McShane: Beith
Bob Hoskins: Muir
Johnny Harris: Quert
Toby Jones: Coll
Eddie Marsan: Duir
Ray Winstone: Gort
Nick Frost: Nion
Brian Gleeson: Gus
Lily Cole: Greta
Sam Spruell: Finn, fratello della Regina
Christopher Obi Ogugua: Specchio magico
Doppiatori italiani
Federica De Bortoli: Biancaneve
Massimiliano Manfredi: Eric, il cacciatore
Roberta Pellini: Ravenna, la Regina cattiva
Gabriele Sabatini: Principe William
Stefano Benassi: Duca Hammond
Fabrizio Pucci: Re Magnus
Fiamma Izzo: Regina Eleanor
Renzo Stacchi: Beith
Carlo Reali: Muir
Alessio Cigliano: Quert
Dario Oppido: Coll
Franco Mannella: Duir
Edoardo Siravo: Gort
Fabrizio Vidale: Nion
Nanni Baldini: Gus
Rossa Caputo: Greta
Niseem Onorato: Finn, fratello della Regina
Stefano Mondini: Specchio magico
mercoledì 18 luglio 2012
Brendon - Speciale - Gli ultimi fuochi
Speciale Brendon n. 10, annuale
Gli ultimi fuochi
Soggetto e sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni e Copertina: Cristiano Spadavecchia
Brendon è morto, ucciso da un misterioso killer mascherato, con un colpo di pistola. Viva Brendon. Nella notte che li separa dall'alba successiva i suoi compagni di ventura lo ricordano narrando le avventure che lui aveva vissuto. Avventure da bambino, avventure di cavaliere, aiuti che ha fornito ai suoi stessi compagni in situazioni disperate.
Lo Speciale di quest'anno è una cagata. I personaggi sono disegnati male, con stile squadrato e poco uniforme per tutto l'albo, si salvano le ambientazioni ed i paesaggi. La copertina è un insulto ai copertinisti di casa Bonelli, sia serie regolari che speciali.
La trama è la solita accozzaglia di "non ho una storia completa, ma guarda quanti bei post it con abboazzi che ho qui". Avventure di tre, cinque, quindici pagine che non sono solo un omaggio ad opere già viste, ma arrivano ad un passo dal plagiarle. Non ci si salva neanche con l'omaggio finale a Moebius, che mette più a disagio che altro.
Un fallimento totale. 5,20€ buttati. Almeno avvisassero: "Questo Speciale è un boiata. Dovevamo farlo e non sapevamo cosa metterci dentro. Se lo compri non leggerlo, ma mettilo in libreria così com'è."
Gli Speciale si chiamano così perchè devono avere qualcosa di speciale da dire, che sia nella forma o nel contenuto poco importa, non riciclare idee incompiute ed impegnare disegnatori fuori forma.
Peccato, sopratutto per i soldi buttati che, in questo periodo, non era proprio il caso.
Gli ultimi fuochi
Soggetto e sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni e Copertina: Cristiano Spadavecchia
Brendon è morto, ucciso da un misterioso killer mascherato, con un colpo di pistola. Viva Brendon. Nella notte che li separa dall'alba successiva i suoi compagni di ventura lo ricordano narrando le avventure che lui aveva vissuto. Avventure da bambino, avventure di cavaliere, aiuti che ha fornito ai suoi stessi compagni in situazioni disperate.
Lo Speciale di quest'anno è una cagata. I personaggi sono disegnati male, con stile squadrato e poco uniforme per tutto l'albo, si salvano le ambientazioni ed i paesaggi. La copertina è un insulto ai copertinisti di casa Bonelli, sia serie regolari che speciali.
La trama è la solita accozzaglia di "non ho una storia completa, ma guarda quanti bei post it con abboazzi che ho qui". Avventure di tre, cinque, quindici pagine che non sono solo un omaggio ad opere già viste, ma arrivano ad un passo dal plagiarle. Non ci si salva neanche con l'omaggio finale a Moebius, che mette più a disagio che altro.
Un fallimento totale. 5,20€ buttati. Almeno avvisassero: "Questo Speciale è un boiata. Dovevamo farlo e non sapevamo cosa metterci dentro. Se lo compri non leggerlo, ma mettilo in libreria così com'è."
Gli Speciale si chiamano così perchè devono avere qualcosa di speciale da dire, che sia nella forma o nel contenuto poco importa, non riciclare idee incompiute ed impegnare disegnatori fuori forma.
Peccato, sopratutto per i soldi buttati che, in questo periodo, non era proprio il caso.
martedì 17 luglio 2012
Chiamami aquila
Il Sun Times, quotidiano di Chicago, ha il suo giornalista di punta in Ernie Souchak, giornalista d'assalto grazie alla sua inchiesta sulla corruzione dell'assessore M. Yablonowiz e del suo giro di mazzette.
A seguito di un attentato, il suo direttore ed amico Howard McDermott , lo convince ad allontanarsi dalla città inviandolo ad intervistare un'ornitologa eremita, studiosa di aquile calve sulle Montagne Rocciose, di nome Nell Porter.
Come tutte le migliori storie d'amore anche questa inizia con una profonda antipatia tra i due. Nelle due settimane di convivenza i due si innamoreranno al punto che una volta tornato in città Ernie non sarà più in grado di lavorare.
Però, un po' la distanza, un po' il lavoro, riporteranno l'attenzione del giornalista sul caso Yablonowiz. La morte "accidentale" dell'impiegato comunale che lo aveva aiutato a smascherare il giro di mazzette rimetterà in carreggiata Ernie che ricomincerà la sua indagine. Fino al giorno in cui Nell Porter non terrà una conferenza a Chicago.
Michael Apted (nel suo futuro: Gorky Park, Gorilla nella nebbia, Nell, Extreme Measures - Soluzioni estreme, Agente 007 - Il mondo non basta, Enigma, Amazing Grace e Le cronache di Narnia: il viaggio del veliero) sostituisce alla regia del film uno sconsolato Steve Spielberg e fa un buon lavoro. Una commedia semplice, ma intensa, che vede come protagonisti John Belushi e Blair Brown.
Blair Brown (che in Italia torneremo ad apprezzare nel ruolo di Nina Sharp in Fringe) è di una dolcezza estrema e di una bellezza delicata, oltre che un'ottima attrice dallo sguardo intenso.
John Belushi, non lo sa ma è al suo penultimo film, offre una prestazione attoriale decisamente intensa. Dimostra come non è solo un attore da commedia grassa, ma come riesca a percorrere con abilità anche sentieri drammatici e romantici. La sua prestazione in questo film rammarica ancora di più per la sua prematura scomparsa a base di droga ed alcol. Non era bello come lei, ma lo si può considerare la Marilyn Monroe maschile.
Ammetto di non averlo visto dall'inizio, ma questo film del 1981 tiene ancora incollati allo schermo. Una commedia semplice e delicata che rilassa e diverte. Un di quei film che può piacere a tutti, indistintamente dal genere preferito di film che si è abituati a guardare. Alla fine si rimpiange la scomparsa di un attore che avrebbe potuto essere davvero uno dei più grandi.
Titolo originale Continental Divide
Paese USA
Anno 1981
Durata 103 min
Genere commedia
Regia Michael Apted
Soggetto e Sceneggiatura Lawrence Kasdan
Produttore Bob Larson
Produttore esecutivo Steven Spielberg
Fotografia John Bailey
Montaggio Dennis Virkler
Musiche Michael Small
Scenografia Peter Jamison
Interpreti e personaggi
John Belushi: Ernie Souchak
Blair Brown: Nell Porter
Allen Garfield: Howard McDermott
Carlin Glynn: Sylvia (moglie di Howard)
Tony Ganios: Max Bernbaum "Possum"
Val Avery: assessore M. Yablonowitz
Liam Russell: Deke Lewis
Everett Smith: Fiddle
Bill Henderson: controllore del treno
Bruce Jarchow: Karmit Hellinger
Harold Holmes: Mr. Feeney
Elizabeth Young: Mrs. Feeney
Eddie Schwartz: James (figlio di Hellinger)
Frankie Hill: Agatha (prostituta)
Marji Bank: Mrs. Yablonowitz
Christopher Lowell: bracconiere
Frank Noel: bracconiere
Zaid Farid: scippatore
Rai Rogers: Franklyn Kearth (scippatore)
Jack Decker: Falso agente
Ben Rawnsley: Falso agente
Ron McLeish: Capo stzione
Yana Nirvaria: Amante di Yablonowitz
Norm Tobin: signore alla stazione
A seguito di un attentato, il suo direttore ed amico Howard McDermott , lo convince ad allontanarsi dalla città inviandolo ad intervistare un'ornitologa eremita, studiosa di aquile calve sulle Montagne Rocciose, di nome Nell Porter.
Come tutte le migliori storie d'amore anche questa inizia con una profonda antipatia tra i due. Nelle due settimane di convivenza i due si innamoreranno al punto che una volta tornato in città Ernie non sarà più in grado di lavorare.
Però, un po' la distanza, un po' il lavoro, riporteranno l'attenzione del giornalista sul caso Yablonowiz. La morte "accidentale" dell'impiegato comunale che lo aveva aiutato a smascherare il giro di mazzette rimetterà in carreggiata Ernie che ricomincerà la sua indagine. Fino al giorno in cui Nell Porter non terrà una conferenza a Chicago.
Michael Apted (nel suo futuro: Gorky Park, Gorilla nella nebbia, Nell, Extreme Measures - Soluzioni estreme, Agente 007 - Il mondo non basta, Enigma, Amazing Grace e Le cronache di Narnia: il viaggio del veliero) sostituisce alla regia del film uno sconsolato Steve Spielberg e fa un buon lavoro. Una commedia semplice, ma intensa, che vede come protagonisti John Belushi e Blair Brown.
Blair Brown (che in Italia torneremo ad apprezzare nel ruolo di Nina Sharp in Fringe) è di una dolcezza estrema e di una bellezza delicata, oltre che un'ottima attrice dallo sguardo intenso.
John Belushi, non lo sa ma è al suo penultimo film, offre una prestazione attoriale decisamente intensa. Dimostra come non è solo un attore da commedia grassa, ma come riesca a percorrere con abilità anche sentieri drammatici e romantici. La sua prestazione in questo film rammarica ancora di più per la sua prematura scomparsa a base di droga ed alcol. Non era bello come lei, ma lo si può considerare la Marilyn Monroe maschile.
Ammetto di non averlo visto dall'inizio, ma questo film del 1981 tiene ancora incollati allo schermo. Una commedia semplice e delicata che rilassa e diverte. Un di quei film che può piacere a tutti, indistintamente dal genere preferito di film che si è abituati a guardare. Alla fine si rimpiange la scomparsa di un attore che avrebbe potuto essere davvero uno dei più grandi.
Titolo originale Continental Divide
Paese USA
Anno 1981
Durata 103 min
Genere commedia
Regia Michael Apted
Soggetto e Sceneggiatura Lawrence Kasdan
Produttore Bob Larson
Produttore esecutivo Steven Spielberg
Fotografia John Bailey
Montaggio Dennis Virkler
Musiche Michael Small
Scenografia Peter Jamison
Interpreti e personaggi
John Belushi: Ernie Souchak
Blair Brown: Nell Porter
Allen Garfield: Howard McDermott
Carlin Glynn: Sylvia (moglie di Howard)
Tony Ganios: Max Bernbaum "Possum"
Val Avery: assessore M. Yablonowitz
Liam Russell: Deke Lewis
Everett Smith: Fiddle
Bill Henderson: controllore del treno
Bruce Jarchow: Karmit Hellinger
Harold Holmes: Mr. Feeney
Elizabeth Young: Mrs. Feeney
Eddie Schwartz: James (figlio di Hellinger)
Frankie Hill: Agatha (prostituta)
Marji Bank: Mrs. Yablonowitz
Christopher Lowell: bracconiere
Frank Noel: bracconiere
Zaid Farid: scippatore
Rai Rogers: Franklyn Kearth (scippatore)
Jack Decker: Falso agente
Ben Rawnsley: Falso agente
Ron McLeish: Capo stzione
Yana Nirvaria: Amante di Yablonowitz
Norm Tobin: signore alla stazione
lunedì 16 luglio 2012
Come ammazzare il capo... e vivere felici
Nick Hendricks, Dale Arbus e Kurt Buckman hanno una fortuna in comune: hanno un posto di lavoro. A parte questo, però, sono anche frustrati dall'avere dei capi orribili, sadici, depravati e chi più ne ha più ne metta. Nick ha sopra di se il presidente della società Dave Harken, che lo schiavizza e lo vessa, Dale è assistente di sedia della la dottoressa dentista Julia Harris, che lo molesta sessualmente, Kurt dipende da Bobby Pellit, cocainomane che dopo la morte del padre ha preso le redini dell'azienda di famiglia dalla quale vuole spremere soldi a manetta.
Esasperati, i tre decidono di far fuori i loro capi e per una discreta cifra assumono un consulente in omicidi. Ma non tutto andrà come deve andare.
Partiamo dal concetto che il film è divertente. Assumiamo che i 98 minuti di durata non sono tanti, ma che le cadute di ritmo e le reiterazioni lo rendono a tratti lento. Cogitiamo sul fatto che i tre orribili boss sono ben caratterizzati da tre bravi attori come Jennifer Aniston, Colin Farrell e Kevin Spacey. Constatiamo i camei di attori importanti del calibro di Donald Sutherland e Jamie Foxx e della brava bellezza di Julie Bowen (da Boston Legal). Agitiamo il tutto con la divertente, ed azzeccata, presenza dei tre protagonisti Jason Bateman, Charlie Day e Jason Sudeikis. Otteniamo un film che, seppur ricco di difetti, intrattiene lo spettatore divertendolo.
Non certo un film da sala cinematografica, ma piacevole per una serata di vuoto televisivo. Con DVD inizia quando vuoi tu e finisce giusto giusto prima di andare a nanna.
Titolo originale Horrible Bosses
Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti
Anno 2011
Durata 98 min
Genere Commedia
Regia Seth Gordon
Soggetto Michael Markowitz
Sceneggiatura Michael Markowitz, John Francis Daley, Jonathan M. Goldstein
Produttore Brett Ratner, Jay Stern
Produttore esecutivo John Cheng, Diana Pokorny
Casa di produzione New Line Cinema, Rat Entertainment
Distribuzione (Italia) Warner Bros. Pictures
Fotografia David Hennings
Montaggio Peter Teschner
Effetti speciali Jeremy Hays, Brendon O'Dell
Musiche Christopher Lennertz
Scenografia Shepherd Frankel
Costumi Carol Ramsey
Trucco Deborah La Mia Denaver
Sfondi Jay Pelissier
Interpreti e personaggi
Jason Bateman: Nick Hendricks
Charlie Day: Dale Arbus
Jason Sudeikis: Kurt Buckman
Jennifer Aniston: Dr. Julia Harris
Colin Farrell: Bobby Pellit
Kevin Spacey: Dave Harken
Jamie Foxx: Dean "Fottimadre" Jones
Donald Sutherland: Jack Pellit
P.J. Byrne: Kenny Sommerfeld
Lindsay Sloane: Stacy
Julie Bowen: Rhonda Harken
Ioan Gruffudd: gigolò urofilo (cameo)
Bob Newhart: Lou Sherman (cameo)
Doppiatori italiani
Alessio Cigliano: Nick
Simone Crisari: Dale
Massimo De Ambrosis: Kurt
Roberto Pedicini: Dave Harken
Eleonora De Angelis: Dr. Julia Harris
Simone D'Andrea: Bobby Pellit
Roberto Draghetti: Dean "Fottimadre" Jones
Christian Iansante: gigolò
Esasperati, i tre decidono di far fuori i loro capi e per una discreta cifra assumono un consulente in omicidi. Ma non tutto andrà come deve andare.
Partiamo dal concetto che il film è divertente. Assumiamo che i 98 minuti di durata non sono tanti, ma che le cadute di ritmo e le reiterazioni lo rendono a tratti lento. Cogitiamo sul fatto che i tre orribili boss sono ben caratterizzati da tre bravi attori come Jennifer Aniston, Colin Farrell e Kevin Spacey. Constatiamo i camei di attori importanti del calibro di Donald Sutherland e Jamie Foxx e della brava bellezza di Julie Bowen (da Boston Legal). Agitiamo il tutto con la divertente, ed azzeccata, presenza dei tre protagonisti Jason Bateman, Charlie Day e Jason Sudeikis. Otteniamo un film che, seppur ricco di difetti, intrattiene lo spettatore divertendolo.
Non certo un film da sala cinematografica, ma piacevole per una serata di vuoto televisivo. Con DVD inizia quando vuoi tu e finisce giusto giusto prima di andare a nanna.
Titolo originale Horrible Bosses
Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti
Anno 2011
Durata 98 min
Genere Commedia
Regia Seth Gordon
Soggetto Michael Markowitz
Sceneggiatura Michael Markowitz, John Francis Daley, Jonathan M. Goldstein
Produttore Brett Ratner, Jay Stern
Produttore esecutivo John Cheng, Diana Pokorny
Casa di produzione New Line Cinema, Rat Entertainment
Distribuzione (Italia) Warner Bros. Pictures
Fotografia David Hennings
Montaggio Peter Teschner
Effetti speciali Jeremy Hays, Brendon O'Dell
Musiche Christopher Lennertz
Scenografia Shepherd Frankel
Costumi Carol Ramsey
Trucco Deborah La Mia Denaver
Sfondi Jay Pelissier
Interpreti e personaggi
Jason Bateman: Nick Hendricks
Charlie Day: Dale Arbus
Jason Sudeikis: Kurt Buckman
Jennifer Aniston: Dr. Julia Harris
Colin Farrell: Bobby Pellit
Kevin Spacey: Dave Harken
Jamie Foxx: Dean "Fottimadre" Jones
Donald Sutherland: Jack Pellit
P.J. Byrne: Kenny Sommerfeld
Lindsay Sloane: Stacy
Julie Bowen: Rhonda Harken
Ioan Gruffudd: gigolò urofilo (cameo)
Bob Newhart: Lou Sherman (cameo)
Doppiatori italiani
Alessio Cigliano: Nick
Simone Crisari: Dale
Massimo De Ambrosis: Kurt
Roberto Pedicini: Dave Harken
Eleonora De Angelis: Dr. Julia Harris
Simone D'Andrea: Bobby Pellit
Roberto Draghetti: Dean "Fottimadre" Jones
Christian Iansante: gigolò
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