lunedì 6 maggio 2013

Dylan Dog - La fuggitiva

Dylan Dog n. 320, mensile 
La fuggitiva  
 
Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Di Gregorio
Disegni: Maurizio Di Vincenzo 
Copertina: Angelo Stano  
 
Berenice fugge dal manicomio di Harlech e si rivolge a Dylan Dog per essere uccisa. Lei è convinta di essere un mostro assassino e quindi una minaccia per la società. Siccome a Harlech non sono riusciti a curarla ritiene che l'unica soluzione per i suoi mali sia la morte, che non riesce a darsi da sola. Dylan rifiuta, anzi tenta di farla ragionare, ma lei se ne va da casa sua senza ascoltarlo.
Quando l'Old Boy si reca da Bloch per chiedere informazioni sulla sua non-cliente scopre che di lei è stata denunciata la scomparsa e che misteriosi delitti si ricollegano al suo passaggio.
Persino la mente dell'Indagatore dell'Incubo dovrà sdoppiarsi per riuscire a catturarla. Tra un medioevo prossimo futuro ed un Londra contemporanea due Dylan Dog, dagli stessi principi, ma con metodi diversi per perseguirli, seguiranno le orme di una duplice Berenice, in bilico tra normalità ed incubo.

Un plauso a Di Gregorio che riesce a trattare un argomento già visto, letto e sentito, con ottima incisività. Costruisce la storia bene, anche se il colpo di scena finale sembra essere ovvio dall'inizio, e la rende godibile e stimolante. La scelta delle atmosfere del medioevo prossimo è una strizzatina d'occhio al Cavaliere dei Ventura di casa Bonelli e, magari, un prologo ad un vero team-up tra i due eroi. In fondo di muovono nella stessa nazione, solo in collocazioni temporali differenti.
Maurizio Di Vincenzo è un ottimo disegnatore, già visto in una decina di albi di storie di Dylan Dog e qualcuna di Magico Vento, che riesce a catturare le atmosfere di entrambe le locazioni temporali in maniera ottimale. La sua fantasia ci offre anche un'inquadratura inedita di Craven Road (probabilmente in contrasto con l'idea che ne hanno Montanari & Grassani) che stupisce il lettore di lungo corso. Tratto denso e preciso ammalia e coinvolge. Come detto, nessuno mi toglie l'idea che Di Vincenzo si sia studiato i fumetti di Brendon per creare le atmosfere quasi fantasy dell'epoca di Dylan Cacciatore di Ventura, riuscendo molto bene nel suo intento.
La copertina di Stano ben si armonizza con il progetto mensile di casa Bonelli. Confusione, paura e smarrimento ben vengono irradiate dai disegni e dalle atmosfere realizzate dal copertinista ufficiale della serie.

Ottimo albo, coinvolgente ed intrigante.

Nessun commento:

Posta un commento