lunedì 30 novembre 2015

Dylan Dog - In fondo al male

Dylan Dog  N°  351 
In fondo al male

Soggetto Sceneggiatura: Ratigher 

Disegni: Alessandro Baggi 

Copertina: Angelo Stano 

Periodicità: mensile 
Uscita: 27/11/2015 

Una trasferta in Scozia per Dylan Dog. Fiona è preoccupata per la scomparsa della sua amica Molly e lo convince a seguirla a settecento chilometri di distanza dalla sua Londra. Qui, l'Indagatore dell'Incubo, avrà pane per i suoi denti e gli incubi su cui porre gli occhi saranno fin troppi. La violenza contro persone, animali, tra bambini, è ad altissimi livelli. Sembra che tutto si stia preparando per un evento catastrofico colossale. La Strada dei Giganti sembra essere ad un passo dall'aprirsi e trascinare tutti i residenti di Port Frost in fondo al male.

Carina l'idea di base di usare una formazione naturale come porta per qualcosa di soprannaturale, oltre tutto legata un una storia antica. Quello che se ne sviluppa è, però, una vicenda narrativa riccamente banale ed affossata da frasi retoriche infilate una dietro l'altra, come perline irregolari di una collana di pessimo gusto. Il debutto di Ratigher come sceneggiatore di Dylan Dog, per me, coincide con uno dei numeri peggiori della gestione Recchioni. Un'accozzaglia di luoghi comuni e frasi fatte che riportano la testata indietro di anni, fino a raggiungere vette che mancavano dai periodi peggiori a guida Gualdoni. Non credo che, nonostante tutte le belle parole spese dai critici contemporanei per l'autore, dopo questa esperienza, sarò invogliato a leggere opere che Francesco D'Erminio ha realizzato da autore completo. Sarei, comunque, curioso di vedere il suo stile di disegno (detto fatto: curiosità passata).
La lettura, di una trama lenta e stagnante che non lascia accadere nulla fino, almeno, a pagina quaranta, è affossata ulteriormente dallo stile vecchio e legnoso di Baggi. Tratto rigido, svogliato, incostante, tanto da rendere difficile il riconoscere i personaggi secondari se non dai vestiti. Un senso di inadeguatezza dato ancora di più dall'eccesso di retini puntinati in offerta speciale al discount, usati un tanto al chilo per riempire gli spazi vuoti. Unica soluzione grafica interessante è lo sfruttamento della piena tavola del fumetto per il disegno. Operazione già vista, in casa Bonelli, in Orfani, a colori, che acquista anche con il bianco e nero un valore interessante.

Riesce persino noiosa la copertina di Stano; che, più di passare emozioni ed attrarre, emana un senso di giù visto che predispone male il lettore.

Nota sulla distribuzione e sulla cura del numero 351. Girando supermercati ed edicole mi è stato difficile trovare un numero privo di difetti in copertina: parti mancati, pieghe, residui di colla lungo la costa, sbeccature, graffi, tagli. Un'odissea per acquistare un numero parzialmente sano. Mai successo.

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