giovedì 14 aprile 2016

Dylan Dog - Miseria e crudeltà

Dylan Dog  N°  354 
Miseria e crudeltà

Soggetto e Sceneggiatura: Gigi Simeoni 

Disegni: Emiliano Tanzillo 

Copertina: Angelo Stano 

Periodicità: mensile 
Uscita: 26/02/2016 

Il Fantasma dei Vicoli. Una creatura mistica che riesce ad apparire in più luoghi, molto distanti, a brevi intervalli di tempo, sta uccidendo i senza tetto di Londra. Sui corpi, o nei corpi, delle sue vittime vengono ritrovati gioielli di grande valore di cui non se ne conosce l'origine. L'unico indizio che questa creatura si è lasciata dietro è un scritta, cancellata male, su un anello: Paupertas Malum (La Povertà è il Male).
Dylan Dog, assunto da un paio di suoi amici barboni, inizia la sua indagine partendo dal presupposto che questo fantasma sia un criminale umano. Parallelamente a lui, Rania segue la stessa indagine. Lo scambio di indizi tra i due potrebbe portare all'arresto di un pericoloso serial killer.

Gigi Simeoni è uno dei più contestati e bistrattati autori del nuovo ciclo vitale di Dylan Dog. A lui vengono rivolte accuse di non essere mai entrato in sintonia con il personaggio di Sclavi, di aver deluso i fan con sceneggiature sciatte e prevedibili. Onestamente, visto questo numero della collana, non posso che sostenere parte di questa tesi. 
Ho trovato la sceneggiatura di Miseria e Crudeltà semplice, banale, ovvia e caotica. L'autore vuole buttare nel calderone molti argomenti collaterali diversi, come il razzismo e la questione sociale sui senza tetto, ma si dimentica di articolare in modo credibile i movimenti della sue pedine. Dylan e Groucho se ne vanno in giro per la città in modo assolutamente casuale e, senza alcuna indagine, riescono a scovare l'identità segreta del fantasma. I dialoghi e le citazioni sembrano abbastanza raffazzonati e le battute della spalla comica dell'Indagatore dell'Incubo prese a caso da un libretto sulla scrivania. Il colpevole viene intuito con estrema facilità, anche se non ci vengono forniti indizi sul perché delle sue azioni (il solo è: la povertà mi fa schifo). Le poche pagine buone, anche se l'ultima è un po' troppo da romanzo rosa, che ho trovato interessanti sono lo sviluppo, finalmente, del rapporto tra Rania e Dylan. Rapporto promesso da due anni, ma mai creatosi in tutto questo tempo.
Nota estremamente positiva di questo albo è il tratto grafico di Emiliano Tanzillo. Cura maniacale per il dettaglio, realizzazione questi fotografica di ogni vignetta, sfondi che sembrano piccoli quadri in bianco e nero. Tutto questo ti riappacifica con il fumetto che tieni per le mani. Unica nota di disagio: le espressioni di Rania. Fino alla sua ultima apparizione aveva verso Dylan un certa diffidenza professionale e nessun interesse sentimentale. Adesso, in ogni inquadratura, sembra essere una scolaretta innamorata ed intimidita. Un po' strano. In ogni caso, la più bella e viva Rania di sempre.

Continuo a dire che il ciclo di Recchioni non è iniziato. Gestionalmente si osserva il rinnovamento dello staff, sceneggiatori e disegnatori, ed un deciso taglio con il modo gestionale delle tematiche del passato. E' in opera uno svecchiamento del personaggio, un adattamento ad i gusti dei lettori più giovani, o nuovi, che erode lo zoccolo duro dei lettori storici (basta vedere le critiche sul sito dei Dylandogofili per rendere conto). Come dico da un po', Recchioni ci ha promesso serie televisive di dodici numeri, legate da un trama orizzontale che si interseca con quella verticale. Tutto questo non si è ancora visto. Gli unici indizi sono un Ghost 9100, che in due anni sarà anche diventato obsoleto, saltuariamente Rania e poco altro. Veramente un po' troppo poco.
Magari se pensasse un po' di più a questa collana che ad accumulare lavori ed assegnazioni in questo periodo d'oro per lui, il RRobe, renderebbe maggiore giustizia a Dylan Dog e rispetterebbe un po' di più i vecchi fan.

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