giovedì 28 giugno 2012

Codice 46

La Sphinx, con sede a Shangai, è una società assicurativa che controlla in ogni suo risvolto la vita degli esseri umani che vivono nelle città. Tutti i residenti devono essere in possesso di un papelles (certificato di assicurazione) che attesti ciò che possono e non possono fare. Ogni papelles, ogni permesso, ulteriore deve essere rilasciato dalla Sphinx. Non sempre questo accade, se i test della compagnia attestano che la persona non è adatta a ricevere il tipo di permesso che richiede, esso non verrà mai rilasciato. L'unico modo per aggirare questi controlli è quello di ottenere un papelles falso, ed a questo ci pensa Maria. Grazie a una procedura astuta riesce, e lavorando proprio per la Sphinx, riesce a produrre papelles falsi da vendere a chi li vuole. Ora, però, sulle sue tracce si è messo un ispettore assicurativo dotato di grande empatia. Willam la scopre, ma, per un motivo sconosciuto, non la denuncia alla Sphinx e se ne innamora. La notte stessa i due fanno sesso e lei rimane in cinta, senza che lui ne sappia nulla, dovendo tornare a Seattle da sua moglie e suo figlio. La nostalgia di Maria lo fa tornare sui suoi passi, ma scopre che lei non abita più nel suo appartamento. Gli indizi che raccoglie gli permettono di scoprire che la ragazza ha violato il codice 46, che altro non è un codice di controllo delle unioni. La regola, in una società dove la procreazione artificiale è all'ordine del giorno, infatti, impedisce a due esseri umani con un'affinità genetica compresa tra il 25 ed il 100 di procreare tra loro. Come può avere un uomo di Seattle di più di 50 anni qualcosa in comune con una ragazza occidentale che vive e lavora a Shangai e che ha meno della metà dei suoi anni?

Primo film di Michael Winterbottom per me, a memoria. Forse anche l'ultimo. Non che fosse proprio pessimo, ma l'intreccio dei fili che viene proposto ed il modo in cui viene dipanato non mi hanno convinto al massimo. Alcune azioni non risultano immediate allo spettatore che deve soffermarsi a ragionare, fin troppo, per capire i meccanismi dei virus, del codice 46, dei papelles e della Sphinx.
La trama è abbastanza originale, multiculturale ed intrigante, ma eccessivamente ingarbugliata. Purtroppo questo fa si che lo spettatore contribuisca con un calo di attenzione alle vicende dei due protagonisti.
Il film è, praticamente, una piece a due tra Tim Robbins e Samantha Morton (ricordate Aghata di Minority Report?). Entrambi sono bravi, ma a volte anche loro paiono confusi su quello che gli sta accadendo.

A metà strada tre GATTACA , I figli degli uomini ed il Grande fratello di Orwell, il film non convince a pieno. Dimenticabile e non indispensabile, anche se vederlo non fa male

Titolo originale Code 46 

Paese Gran Bretagna 
Anno 2003 
Durata 92 min 
Genere fantascienza

Regia Michael Winterbottom 

Soggetto Frank Cottrell Boyce 
Sceneggiatura Frank Cottrell Boyce 
Fotografia Marcel Zyskind 
Montaggio Peter Christelis 
Musiche David Holmes 

Interpreti e personaggi 
Tim Robbins: William Geld 
Samantha Morton: Maria Gonzalez 
Om Puri: Bakhland 
David Fahm: Damian Alekan 
Shelley King: superiore di William 
 
Doppiatori italiani 
Angelo Maggi: William Geld 
Ilaria Stagni: Maria Gonzalez 
 
Premi 
Méliès d'oro 2004/05 

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