lunedì 9 ottobre 2017

Blade Runner 2049 - Senza spoiler

Nel 2022 il grande black out ha brasato tutti gli archivi digitali e gran parte della tecnologia dell'epoca.
Nel 2049 i replicanti sono tornati ad essere una realtà, sotto il marchio Wallace non più Tyrell, in quanto fallita. Le colonie extra mondo ne richiedono sempre di più, ma rimango quelli che fuggono e che devono essere cacciati. L'agente K è un replicante di nuova generazione che è incaricato di catturare i replicanti che non rispettano le loro mansioni. Catturarli o terminarli.
La sua vita cambia quando procede al ritiro di un vecchio serie 8.

E' lento nella parte centrale. Centosessantatre minuti di film sono un bel po' e nel mezzo, a volte, si sentono. Questo è il difetto di Blade Runner 2049 diretto da Denis Villeneuve.
Tolto il dente possiamo dedicarci a tutto il resto. Cioè a tutto quello che funziona e che funziona un po' meno.
Funziona la colonna sonora che Hans Zimmer e Benjamin Wallfisch sembra abbiano estratto direttamente dalle menti dei Vangelis e che riesce a sottolineare, a meraviglia, ogni passaggio della pellicola.



Funziona il rimando visivo al capostipite. Quelle inimitabili atmosfere "alla Blade Runner", che per trentacinque anni altri registi ed autori hanno cercato di imitare, qui tornano in vita. Tornano in vita con un senso e contestualizzate in modo sensato. Il black out del 2022 ha riportato indietro la tecnologia. Questo evento ha dato l'opportunità a Denis Gassner, lo scenografo, di ripescare a mani piene dalla pellicola originale ed aggiornare quanto si era visto nel 1982. Il suo lavoro non è un mero ricalco. Ciò che prima c'era è tornato in uso, ma si è evoluto. Accanto alla vecchia tecnologia troviamo Joi, gli schermi giganti e tanti altri dettagli che ci fanno capire che il tempo, da quando Gaff e Deckard erano in giro, è passato.

La fotografia di Roger Deakins ha richiami dal passato, ma mi cruccia il non riuscire a capire da solo che il soprabito di K è verde e non nero.


La messa in scena di Villeneuve è ciò che soddisfa di più il palato. Ho apprezzato moltissimo la decisione di portare in scene confronti e discussioni tra due o tre personaggi per volta. Il film, infatti, è ricco di scene durante le quali il dialogo si svolge tra due protagonisti, al massimo tre. Se sono presenti altri personaggi sono relegati a comparsa e non hanno battute. Devo dire che questa scelta mi ha messo a mio agio da subito, senza che me ne accorgessi, e che si è lasciata notare solo con lo scorrere dei minuti.

Dicono sia verde.
Di Ryan Goslin non ho grande esperienza. Non so come recita, non so cosa ha fatto (a parte Drive che devo vederlo da una vita), non ne conosco la carriera, non ho né giudizi né pregiudizi da offrire. Detto questo non so bene se la sua espressività sia limitata dal ruolo o dalle capacità attoriali. Nonostante tutto è stato un appropriato erede di Dekkard.

Camp in maglietta, pistola e super alcolici.
Harrison Ford ha gli anni che passano sulle spalle, ma trasuda carisma come se non ne perdesse mai una goccia. Vedere un film con lui è sempre una goduria. Peccato che, ultimamente, sia relegato in ruoli di supporto e di se stesso invecchiato. Spero di vederlo presto in un ruolo più ampio che lo valorizzi ancora di più. Non è, poi, colpa sua se subisce la decisione di Wallace che un po' mi ha lasciato perplesso.

A quando una Siri così?
Ana de Armas è la Siri che ogni maschio vorrebbe. E' Rachel per K. E' l'evoluzione più azzeccata del rapporto Rick Rachel che poteva essere pensata. Poco importa se qualcuno paragona la trovata a quella di Her, od addirittura a Ghost. Io Lei non l'ho visto e per me Joi ha funzionato benissimo, nonostante alcune decisioni che ne anticipano il destino.
Non avendo consultato la pagina IMBD del cast del film prima, ho trovato piacevole la presenza di Robin Wright e di Dave Bautista. Entrambi hanno parti importanti e significative, ben portate sullo schermo. Mi dicono che Mackenzie Davis è un'attrice di razza e la sua interpretazione di Mariette, che deve molto a Pris, le ha permesso di essere ben notata sul grande schermo. Le auguro un futuro roseo perché sembra meritarselo. Jared Leto, dalla sua, rende mistico, evangelico, il cieco genio che interpreta. Non so quanto mi ha convinto lui o quanto il doppiatore lo abbia reso più interessante rispetto a quanto sarebbe stato in originale.

Vedo e prevedo.
Ora. Devo recuperare i tre corti che avrei dovuto vedere prima del film, ma che anche dopo non fa male. Dedicati a Wallace, Sapper ed al black out del 2022 forniscono informazioni aggiuntive per incasellare il futuro di Blade Runner.

...e non manca la Pan Am.
Dekkard è un replicante? E' umano? Sappiamo che nel film del 1982 era umano. Sappiamo che Harrison Ford lo considera umano. Sappiamo che nel Final Cut di Scott sembra essere un replicante. Sappiamo che Scott lo considera un replicante. Sappiamo che ci sono replicanti che non hanno coscienza di esserlo. Sappiamo che i replicanti invecchiano come gli esseri umani. Sappiamo che in 2049 ci sono indizi che ci portano a credere più ad una versione rispetto all'altra.

Il film è bello. Si prende i suoi tempi per raccontare la storia, nonostante lo spettatore. E' una storia che vuole essere raccontata, che ha atteso 35 anni per farlo, e che ha tutto il diritto di chiedere poco più di due ore e mezza del nostro tempo. Funziona, anche se, al momento, non ha monologhi che rimarranno nella storia del cinema.


Titolo originale Blade Runner 2049
Lingua originale inglese 
Paese di produzione Stati Uniti d'America 
Anno 2017 
Durata 163 min 
Rapporto 2,35:1 
Genere fantascienza

Regia Denis Villeneuve 

Soggetto Philip K. Dick, Hampton Fancher 
Sceneggiatura Hampton Fancher, Michael Green 
Produttore Cynthia S. Yorkin, Bud Yorkin, Broderick Johnson, Andrew A. Kosove 
Produttore esecutivo Ridley Scott, Tim Gamble, Frank Giustra, Yale Badick, Bill Carraro, Val Hill 
Casa di produzione Alcon Entertainment, Thunderbird Entertainment, Scott Free Productions 
Distribuzione (Italia) Warner Bros. Pictures
Fotografia Roger Deakins 
Montaggio Joe Walker 
Musiche Jóhann Jóhannsson, Hans Zimmer, Benjamin Wallfisch
Scenografia Dennis Gassner 

Interpreti e personaggi

Ryan Gosling: Agente K
Harrison Ford: Rick Deckard
Ana de Armas: Joi
Sylvia Hoeks: Luv
Jared Leto: Neander Wallace
Robin Wright: Tenente Joshi
Mackenzie Davis: Mariette
Carla Juri: Ana Stelline
Lennie James: Mister Cotton
Dave Bautista: Sapper Morton
Barkhad Abdi: Doc Badger
David Dastmalchian: Coco
Hiam Abbass: Freysa
Wood Harris: Nandez
Edward James Olmos: Gaff
 
Doppiatori italiani

Gianfranco Miranda: Agente K
Michele Gammino: Rick Deckard
Joy Saltarelli: Joi
Alessia Amendola: Luv
Emiliano Coltorti: Neander Wallace
Laura Boccanera: Tenente Joshi
Elena Perino: Ana Stelline
Loris Loddi: Mister Cotton
Simone Mori: Sapper Morton
Alberto Bognanni: Nandez
Ennio Coltorti: Gaff

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