giovedì 5 aprile 2018

Dylan Dog - Il tango delle anime perse

Dylan Dog N° : 379
Il tango delle anime perse

Soggetto e Sceneggiatura: Gigi Simeoni 

Disegni: Bruno Brindisi 
Copertina: Gigi Cavenago 

Periodicità: mensile 
uscita: 29/03/2018 
Prezzo 3.50

C'è chi i fantasmi li vuole scacciati dalla sua casa e c'è, sempre più spesso, chi rimpiange la persona tragicamente scomparsa e la vorrebbe rivedere, come ectoplasma, per poter passare insieme un ultimo minuto, chiudere un conto in sospeso, chiedere spiegazioni o solo scambiare uno sguardo e tornare a vivere senza tormenti.
Paul Morris ha trovato suicida, impiccata, nella loro casa la sua Lara. Condividevano la vita insieme, dal lavoro alla passione per il tango. Vorrebbe ballare un'ultima volta con lei e, dopo averle provate tutte, la sua ultima carta, la più disperata, da giocare è Dylan Dog. L'Indagatore dell'Incubo si appoggerà a Maria Trelkovski per richiamare lo spirito di Lara ed offrire l'ultimo tango a Paul.

Simeoni a volte ha picchi d'ingegno, altri cadute banali. In questo numero guadagna pagine approfittando del giochino alla Black Panther (ripropone la stessa sequenza di eventi, non tre, ma, solo, due volte), ma lo fa in modo giudizioso. Non si approfitta del lettore e lo guida verso lo snodo narrativo della sua immaginazione. Non ricordo, in ogni caso, ma sarà la mia mente a vacillare, numeri della serie regolare in cui l'Old Boy sia così accondiscendente verso il paranormale ed accetti un simile accadere degli eventi. Un po' Dylan Dog, un po' Brendon di Chiaverotti, questo soggetto (e sceneggiatura) di Simeoni si dipana, pur non rendendosi indimenticabile.

Bruno Brindisi ai disegni è sempre una garanzia, che piaccia o meno, offre un quadro chiaro del personaggio con il quale è cresciuto. A disegnare tavole si trova più a suo agio che a realizzare illustrazioni e, di questo, lo ringrazio. Cura le ambientazioni, la tecnologia con la quale Dylan cerca di entrare in contatto, le carampane amiche di Madame Trelkovski (da questo numero semplicemente Maria, per Dylan). La somma genera un totale interessante per un Dylan Dog piacevole, dove la mano di Recchioni poco si vede.

Bene così.

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