sabato 31 marzo 2012

Quasi amici

Driss, ha una trentina d'anni. E' di origine senegalese. Ha precedenti penali, il più recente sei mesi per furto in una gioielleria. Vive in un piccolo appartamento popolare con sei, sette, bambini, i figli della zia che lo ospita. Non ha un lavoro e vive di sussidio di disoccupazione. La prassi vuole che per ottenere il sussidio si debba presentare alle offerte di lavoro e, in caso di rifiuto di assunzione da parte del datore, farsi firmare un foglio per continuare a percepire l'aiuto di stato. La nuova offerta di lavoro è quella di occuparsi di un ricco tetraplegico, Philippe, di una cinquantina d'anni, che vive in un immenso appartamento al centro di Parigi. Invitato a tornare il giorno dopo il colloquio per ritirare la lettera per l'erogazione del sussidio firmata, viene assunto in prova per un mese. Si instaura, così, un rapporto di amicizia profondo. Philippe cerca in lui sincerità ed aiuto, ma non la pietà. Driss offre sincerità ed aiuto e le pietà non sa neanche cosa sia. Tutto non può che filare liscio. I giorni scorrono leggeri, nonostante i problemi di salute di Philippe e quelli familiari di Driss. Per rendere meno monotona la vita di Philippe, Driss, gli pompa la carrozzina, di modo che possa raggiungere i 12 km all'ora, e lo spinge a far crescere di livello la relazione epistolare che ha con una donna del nord della Francia, Eleonore, passando dalle lettere, alle telefonare, allo scambio di foto ed ad organizzare un incontro.
Di contorno ci sono le vicende dell'adolescenza della figlia di Philippe, Elisa, la corte spietata di Driss a Magalie, la segretaria tutto fare di Philippe e tante altre piccole vicende.

E' una commedia francese che ha ben poco di francese. Si, è ambientata a Parigi ed i nome dei protagonisti sono francesi, ma il ritmo, la fotografia, la recitazione hanno veramente poco di transalpino.
Sullo schermo sono protagonisti François Cluzet, nel ruolo di Philippe, e Omar Sy, in quello di Driss. Sembra di vedere Robert De Niro recitare accanto a Balotelli. Il paragone mette in evidenza le loro somiglianze fisiche con i due noti personaggi, ma le qualità artistiche dei due attori non si discutono. Entrambi sono attori navigati del cinema francese la cui abilità, grazie a questo film, cade anche sotto i nostri occhi. Se Sy caratterizza con il giusto spessore la simpatia e le problematiche di un senegalese in cerca di lavoro in una Francia in crisi, Cluzet riesce, solo con il movimento degli occhi e della testa, nel difficile compito di mettere lo spettatore di fronte ad una disabilità estrema, ma vissuta con coraggio.
La regia e la sceneggiatura sono entrambe frutto di un lavoro a quattro mani di Olivier Nakache e Éric Toledano. I due creano e mettono in pellicola, un copione ricco di azione, la scena iniziale della fuga in auto è veramente ben fatta, commedia, le battute politicamente scorrette sulla disabilità di Philippe da parte di Driss sono irriverenti, ma accettate con divertimento dallo stesso tetraplegico, e sentimento, non dimentichiamo che il film si basa sulla nascita di un'amicizia particolare, sull'amore e sulla vita vera. Già, perché non ve l'ho ancora detto, ma questo film si basa su una storia vera, opportunamente romanzata. La storia di base ha preso, infatti, spunto dalle vicende occorse a Philippe Pozzo di Borgo (autore di Le Second Souffle) tetraplegico dal 1993, ed il suo rapporto con suo aiuto domestico Yasmin Abdel Sellou.
Come detto la fotografia è la carta in più di questo ottimo film. La definisco carta in più perché a non tanti italiani piacciono i film francesi e finché non senti i nomi dei protagonisti questo film potrebbe benissimo essere un film americano, ma con uno spessore qualitativo della trama decisamente più alto di quelli statunitensi. Non dico che l'omegeneizzazione dell'aspetto visivo si positiva, va a finire che tutte le pellicole prendono il taglio visivo da cinema americano ed addio all'originalità, ma funziona (d'altro genere, ma come in La Horde). Il dato di fatto è che c'è meno spocchia che in tanti altri film francesi ed italiani in questo ed è un fattore da apprezzare. A questo aggiungiamo il grande lavoro, già citato, in sceneggiatura e regia e la storia forte sulla quale gli autori hanno lavorato, mischiato alla caratura artistica degli attori protagonisti e dei coprotagonisti, ed otteniamo un film divertente, commovente e di alto livello.
Ultima nota sulle musiche. Durante la festa per il compleanno di Philippe assistiamo ad un'alternarsi di brani di musica classica che ti tengono inchiodato alla poltrona del cinema. Non credo che in tanti altri film questo accada, complimenti, quindi, anche per la scelta delle musiche.
Non ho parlato dell'altra metà del cielo di questo film. Sia Anne Le Ny che Audrey Fleurot sono brave, ma Audrey Fleurot! Ma l'avete vista Audrey Fleurot? Ecco.

Andate al cinema e godetevi questa storia di amicizia e lealtà che dimostra che, forse forse, il genere umano non è proprio tutto da sterminare con una pioggia di bombe al fosforo.

Titolo originale Intouchables
Lingua originale Francese
Paese Francia
Anno 2011
Durata 113 min
Genere Commedia

Sceneggiatura e Regia Olivier Nakache, Éric Toledano
Produttore Nicolas Duval-Adassovsky, Laurent Zeitoun, Yann Zenou
Casa di produzione Gaumont
Distribuzione (Italia) Medusa Film
Fotografia Mathieu Vadepied
Montaggio Dorian Rigal-Ansous
Musiche Ludovico Einaudi
Scenografia Olivia Bloch-Lainé

Interpreti e personaggi
François Cluzet: Philippe
Omar Sy: Driss
Anne Le Ny: Yvonne
Audrey Fleurot: Magalie
Clotilde Mollet: Marcelle
Alba Gaïa Bellugi: Elisa
Cyril Mendy: Adama
Christian Ameri: Albert
Grégoire Oestermann: Antoine

Doppiatori italiani
Angelo Maggi: Philippe
Simone Mori: Driss
Ludovica Modugno: Yvonne
Francesca Fiorentini: Magalie
Fabrizia Castagnoli: Marcelle
Valentina Favazza: Elisa
Flavio Aquilone: Albert

Premi
Premi César 2012: miglior attore (Omar Sy)
Premi Lumière 2012: Miglior attore (Omar Sy)

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