venerdì 16 marzo 2012

Cartoomics 2012 - 40 anni di Zora la Vampira

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Nel 1972 nasce “Zora, la vampira", emula della Jacula del 1969. Creata da Giuseppe Pederiali e disegnata da Balzano Biraghi, sarà pubblicata presso Edifumetto ed avrà una vita editoriale di 288 albi, di cui 271 disegnati da Biraghi, 100 ristampe 12 speciali, fino al 1985.
La storia è semplice. Nella Londra del 1859 il professor Pabst, di ritorno da un proficuo viaggio in Transilvania, portan con sé la salma del Conte Dracula perfettamente conservata. Il professore, come ogni degno professore dei fumetti, ha un'avvenente figlia, Zora. Ovviamente Dracula, una volta giunto nella dimora del professore, si risveglia e morde la fanciulla rendendola sua schiava. Zora, la cui sessualità era stata repressa fino a quel momento, subirà una mutazione. Diventando a sua volta una vampira si ribellerà a Dracula e si legherà ad un’ altra vampira, che diverrà anche sua amante, Frau Murder. Zora, in quanto vampira, rispetterà le regole canoniche del mostro immortale in cui si è trasformata. La mitologia vampirica sarà fedelmente rispettata, anche se con una pozione magica donatale da uno scienziato ella potrà, persino, vivere di giorno. Man mano che passano gli anni il fumetto cresce sia di qualità, citazioni storiche, ricostruzioni gotiche, buoni disegni, fino ad imboccare la strada che lo porterà ad diventare da erotico a pornografico. Una pornografia che sarà a volte spinta ed a volte buffa. Una nota simpatica degli autori è l'utilizzo della caratteristica crescita dei canini vampirici. Nel caso di Zora non si sviluppano in presenza di sangue, ma nei momenti di eccitazione sessuale.
In un periodo strano e pionieristico di questo genere di fumetti, gli autori capiscono che per interessare un vasto numero di lettori devono principalmente puntare su copertine di grande qualità. Ingaggiano, così un abile pittore e illustratore romano, Alessandro Biffignandi (a cui negli anni succederanno con successo solo Ferdinando Tacconi e Carlo Jacono) che donerà all'eroina i tratti fisici di Catherine Deneuve, una caratteristica che con gli anni andrà un po' a perdersi. Impaginato alla Diabolik, anche se con un taglio meno regolare delle vignette impaginate, disegni curati, uso di neri e retini, ha riscosso molto successo ed ora sta riscuotendone ancora essendo passato dalla parte del Cult.
Non dimentichiamo che il successo di Zora è stato internazionale. In Francia la sua pubblicazione è persino proseguita oltre la numerazione italiana, negli Stati Uniti è conosciuta come Lady Vampire ed ha avuto albi spillati di 48 pagine e variant cover da collezione.
La mia generazione non ne ha potuto godere e per questo l'occasione del quarantesimo compleanno di questa eroina di carta è un'opportunità per conoscerla meglio. Prima le ricerche sull'internet, per colmare la mia ignoranza, poi l'incontro con Balzano Biraghi, oggi alle 16.30 all'Agorà di Cartoomics, e poi la mostra organizzata nell'area dedicata nella fiera stessa.
Come non ascoltare le parole di qualcuno che ha fatto, comunque, un pezzo di storia del fumetto italiano. Venuto su in casa Bonelli, Biraghi, con i western, ha trovato la sua strada creando il personaggio di Zora e crescendolo come fosse una figlia. Tanto che quando la ragazza ha preso una cattiva strada, quella del porno, anche lui si sentiva a disagio a continuare a disegnarla. A suo stesso dire, infatti, la qualità dei suoi disegni, in quel periodo, risultava scadente. Alla fine ha avuto il coraggio di portare all'eutanasia editoriale la sua bionda vampira prosperosa.
La mostra, invece, si sviluppa in un piccolo percorso di tavole pin up, recenti, dedicate a Zora e con altre dedicate a sue omologhe di quegli anni.


Nonostante la qualità delle storie non sia stata sempre eccelsa chi lo ha letto giura di aver passato bei momenti.

Biraghi, Mazzarella, Statella

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