lunedì 20 dicembre 2010

La mia vita a Garden State

Di tornare a casa, nel New Jersey, a Andrew Largeman non sarebbe venuto in mente se non fosse morta, annegata nella vasca da bagno, sua madre. Attore in piccole parti nel cinema di Los Angeles arrotonda il misero stipendio lavorando come cameriere in un ristorante vietnamita, imbottito di psicofarmaci dall'età di 16 anni dal padre psichiatra non riesce più a provare un'emozione sincera da anni. Il ritorno a casa è l'occasione di distaccarsi dal mondo in cui vive e ritrovare quello da cui è fuggito.
I vecchi amici della provincia americana sono tutti un po' fuori di testa (feste a base di crak, cannabis ed extasy sono all'ordine del giorno). L'unica persona cono cui si trova bene è una ragazza, incontrata durante la visita da un neurologo, con qualche problema, ma che riesce a vivere la vita nel modo giusto.
Quattro giorni per riscoprire se stesso e decidere come continuare a vivere.

Non è Scrubs. Per chi pensasse di vedere Zach Braff nel ruolo che lo ha reso famoso questo film non fa per lui.
Lo stile sia narrativo che registico, di quest'opera prima del giovane cineasta, ricorda molto i film dei fratelli Cohen. Quei film che da un momento all'altro vuoi spegnere, ma dici "Ancora cinque minuti e poi spengo" ed alla fine arrivi in fondo lo stesso. Lento nella prima parte si sviluppa con il ciclone di vita portato in scena da Natalie Portman, che fa leva e mette in mostra il suo talento tanto nascosto in molte pellicole commerciali. Un film critica sulla società americana, critica sull'utilizzo indiscriminato di psicofarmaci utilizzati per raggiungere artificiali stati di appagamento, sull'impiego di droghe per sballarsi ed anche sulla famiglia. Una società in cui famiglie all'apparenza normali che in verità sono completamente sballate e dove la sola speranza di creare un nucleo stabile è quello di basarlo sulla sana e ragionata follia dei due protagonisti.
Un cast importante per quest'opera prima che comprende Natalie Portman, Ian Holm e Peter Sarsgaard gira intorno al regista/sceneggiatore/soggettista/protagonista Zach Braff in questa pellicola dal budget modesto (2.500.000$), ma che ha raggiunto premi e successi per il cinema indipendente. Acquistato per 5.000.000$ dalla Miramax ha trovato un mercato accogliente negli Stati Uniti ed un discreto riscontro in Europa, disponibile persino nel mercato del noleggio in lingua italiana.

Non da vedere quando si è stanchi, ma un film per riflettere e conoscere meglio la generazione Y americana tutto sommato non meno godibile di altri film d'autore.

Titolo originale Garden State
Paese USA
Anno 2004
Durata 102 min

Genere commedia romantica
Regia, Soggetto, Sceneggiatura Zach Braff

Musiche Nick Drake, Chad Fisher

Interpreti e personaggi
Zach Braff: Andrew Largeman
Natalie Portman: Sam
Peter Sarsgaard: Mark
Ian Holm: Gideon Largeman
Armando Riesco: Jesse
Kenneth Graymez: Busboy
George C. Wolfe: Manager del ristorante
Austin Lysy: cameriere
Gary Gilbert: giovane ragazzo di Hollywood
Jill Flint: Ragazza antipatica
Alex Burns: Dave
Jackie Hoffman: zia Sylvia Largeman
Michael Weston: Kenny
Christopher Carley: ubriaco del party di Gleason
Amy Ferguson: Dana
Trisha LaFache: Kelly
Jim Parsons: Tim
Jean Smart: Carol

Premi
Grammy per la colonna sonora selezionata da Braff
National Board of Review Awards 2004: miglior regista esordiente
Independent Spirit Awards 2005: miglior film d'esordio

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