Un lungo viaggio a piedi solo con i suoi pensieri ed uno zaino sulle spalle. Questo è quello che porta John Nada da Denver a Los Angeles. Per guadagnare qualche soldo si fa assumere come manovale in un cantiere edile e si trasferisce a vivere in una baraccopoli alle porte della città. Qui, dopo lo sgombero della polizia, all'interno di una chiesa, trova una scatola contente degli strani occhiali da sole. Una volta indossatili inizia a vedere il mondo con altri occhi. Sulle prime resta incredulo, ma dopo capisce che quello che i suoi occhi vedono grazie ai nuovi occhiali è la vera realtà. Ovunque legge messaggi subliminali che invitano alla sottomissione ed all'acquisto di beni, ma la cosa più inquietante è che alcuni esseri umani sembrano essere zombie. In realtà non sono non morti, ma alieni di un altro pianeta venuti ad investire sul nostro, per arricchirsi alle nostre spalle, e decisi ad occupare i posti decisionali più importanti per manipolarci e fare di noi solo bestie consumistiche.
John non è il solo a conoscenza di questo segreto, ma la vita della resistenza è dura. I pochi mezzi non sono abbastanza per contrastare l'invasione e scuotere le coscienze. Per avere qualche speranza bisognerebbe scovare l'antenna che emette il segnale che distorce la visione degli esseri umani e fa loro credere che gli alieni non siano tra noi.
1988. John Carpenter prende tra le sue mani il soggetto di Ray Nelson e ne scrive una sceneggiature per il cinema. Così nasce un capolavoro di denuncia contro il consumismo americano imposto ai cittadini dalle multinazionali e dai politici da loro foraggiati. La metafora per la quale l'uomo deve coprirsi gli occhi, con un paio di occhiali da sole, per riuscire a vedere la verità colpisce nel segno. Il lavoro di Carpenter mira a frantumare le certezze dello spettatore ed a portarlo a chiedersi "Sarò anche io plagiato come loro?".
Certo che a quasi 30 anni di distanza, con la crisi galoppante che ci circonda, il film risulta essere estremamente attuale.
Dalla coralità di delle comparse emerge il protagonista assoluto del film: Roddy Piper. La faccia non mi era nuova, ma solo adesso, dopo averlo rivisto in dvd ad anni di distanza dall'ultima volta, mi son reso conto a chi appartiene. Roddy Piper non è altro che il buon vecchio Wrestler, compagno di giochi di gente come Hulk Hogan e Macho Man, prestato al cinema e, devo dire, con ottimo successo. Altro plus, della versione italiana, è il suo doppiatore quel Piero Tiberi che pochi anni prima aveva dato la voce a Tetsuya Tsurugi, pilota del Grande Mazinger.
Per il resto il cast è ridotto all'osso ed accanto al protagonista troviamo la donna dagli occhi di ghiaccio Meg Foster (la Evillyn dei I dominatori dell'Universo) e Keith David (già ne La Cosa di Carpenter qualche anno prima).
Brillante, geniale, rivelatore, un film da vedere assolutamente. Più di un cult, un must.
Titolo originale They Live
Paese Stati Uniti
Anno 1988
Durata 93 min
Genere fantascienza
Regia John Carpenter
Soggetto Ray Nelson
Sceneggiatura John Carpenter
Produttore Larry J. Franco
Fotografia Gary B. Kibbe
Montaggio Gib Jaffe, Frank E. Jimenez
Effetti speciali Roy Arbogast
Musiche John Carpenter, Alan Howarth
Scenografia William J. Durrell Jr, Daniel A. Lomino
Trucco Frank Carrisosa
Interpreti e personaggi
Roddy Piper: John Nada
Keith David: Frank
Meg Foster: Holly Thompson
George "Buck" Flower: Drifter
Peter Jason: Gilbert
Doppiatori italiani
Piero Tiberi: John Nada
Paolo Buglioni: Frank
venerdì 29 giugno 2012
giovedì 28 giugno 2012
Codice 46
La Sphinx, con sede a Shangai, è una società assicurativa che controlla in ogni suo risvolto la vita degli esseri umani che vivono nelle città. Tutti i residenti devono essere in possesso di un papelles (certificato di assicurazione) che attesti ciò che possono e non possono fare. Ogni papelles, ogni permesso, ulteriore deve essere rilasciato dalla Sphinx. Non sempre questo accade, se i test della compagnia attestano che la persona non è adatta a ricevere il tipo di permesso che richiede, esso non verrà mai rilasciato. L'unico modo per aggirare questi controlli è quello di ottenere un papelles falso, ed a questo ci pensa Maria. Grazie a una procedura astuta riesce, e lavorando proprio per la Sphinx, riesce a produrre papelles falsi da vendere a chi li vuole. Ora, però, sulle sue tracce si è messo un ispettore assicurativo dotato di grande empatia. Willam la scopre, ma, per un motivo sconosciuto, non la denuncia alla Sphinx e se ne innamora. La notte stessa i due fanno sesso e lei rimane in cinta, senza che lui ne sappia nulla, dovendo tornare a Seattle da sua moglie e suo figlio. La nostalgia di Maria lo fa tornare sui suoi passi, ma scopre che lei non abita più nel suo appartamento. Gli indizi che raccoglie gli permettono di scoprire che la ragazza ha violato il codice 46, che altro non è un codice di controllo delle unioni. La regola, in una società dove la procreazione artificiale è all'ordine del giorno, infatti, impedisce a due esseri umani con un'affinità genetica compresa tra il 25 ed il 100 di procreare tra loro. Come può avere un uomo di Seattle di più di 50 anni qualcosa in comune con una ragazza occidentale che vive e lavora a Shangai e che ha meno della metà dei suoi anni?
Primo film di Michael Winterbottom per me, a memoria. Forse anche l'ultimo. Non che fosse proprio pessimo, ma l'intreccio dei fili che viene proposto ed il modo in cui viene dipanato non mi hanno convinto al massimo. Alcune azioni non risultano immediate allo spettatore che deve soffermarsi a ragionare, fin troppo, per capire i meccanismi dei virus, del codice 46, dei papelles e della Sphinx.
La trama è abbastanza originale, multiculturale ed intrigante, ma eccessivamente ingarbugliata. Purtroppo questo fa si che lo spettatore contribuisca con un calo di attenzione alle vicende dei due protagonisti.
Il film è, praticamente, una piece a due tra Tim Robbins e Samantha Morton (ricordate Aghata di Minority Report?). Entrambi sono bravi, ma a volte anche loro paiono confusi su quello che gli sta accadendo.
A metà strada tre GATTACA , I figli degli uomini ed il Grande fratello di Orwell, il film non convince a pieno. Dimenticabile e non indispensabile, anche se vederlo non fa male
Titolo originale Code 46
Paese Gran Bretagna
Anno 2003
Durata 92 min
Genere fantascienza
Regia Michael Winterbottom
Soggetto Frank Cottrell Boyce
Sceneggiatura Frank Cottrell Boyce
Fotografia Marcel Zyskind
Montaggio Peter Christelis
Musiche David Holmes
Interpreti e personaggi
Tim Robbins: William Geld
Samantha Morton: Maria Gonzalez
Om Puri: Bakhland
David Fahm: Damian Alekan
Shelley King: superiore di William
Doppiatori italiani
Angelo Maggi: William Geld
Ilaria Stagni: Maria Gonzalez
Premi
Méliès d'oro 2004/05
Primo film di Michael Winterbottom per me, a memoria. Forse anche l'ultimo. Non che fosse proprio pessimo, ma l'intreccio dei fili che viene proposto ed il modo in cui viene dipanato non mi hanno convinto al massimo. Alcune azioni non risultano immediate allo spettatore che deve soffermarsi a ragionare, fin troppo, per capire i meccanismi dei virus, del codice 46, dei papelles e della Sphinx.
La trama è abbastanza originale, multiculturale ed intrigante, ma eccessivamente ingarbugliata. Purtroppo questo fa si che lo spettatore contribuisca con un calo di attenzione alle vicende dei due protagonisti.
Il film è, praticamente, una piece a due tra Tim Robbins e Samantha Morton (ricordate Aghata di Minority Report?). Entrambi sono bravi, ma a volte anche loro paiono confusi su quello che gli sta accadendo.
A metà strada tre GATTACA , I figli degli uomini ed il Grande fratello di Orwell, il film non convince a pieno. Dimenticabile e non indispensabile, anche se vederlo non fa male
Titolo originale Code 46
Paese Gran Bretagna
Anno 2003
Durata 92 min
Genere fantascienza
Regia Michael Winterbottom
Soggetto Frank Cottrell Boyce
Sceneggiatura Frank Cottrell Boyce
Fotografia Marcel Zyskind
Montaggio Peter Christelis
Musiche David Holmes
Interpreti e personaggi
Tim Robbins: William Geld
Samantha Morton: Maria Gonzalez
Om Puri: Bakhland
David Fahm: Damian Alekan
Shelley King: superiore di William
Doppiatori italiani
Angelo Maggi: William Geld
Ilaria Stagni: Maria Gonzalez
Premi
Méliès d'oro 2004/05
mercoledì 27 giugno 2012
Martin Mystère - Progetto Cyborg
Martin Mystère n. 321, bimestrale
Progetto Cyborg
Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Paolo Morales e Davide De Cubellis
Copertina: Giancarlo Alessandrini
Sono passati quaranta anni da quando, dopo una manifestazione studentesca è stata repressa dalla polizia, ed una studente ricca ed il suo professore hanno fondato un laboratorio segreto, nel cuore degli USA, per sviluppare un progetto fantascientifico. Nella New York contemporanea, infatti, Martin Mystère viene contattato da un ricco amministratore delegato che ricorda di aver commesso atti impossibili, ma che sostiene di non averli mai compiuti. Sarà uno scherzo della memoria? Ma se è davvero così perché ora c'è un killer sulle tracce del Detective dell'Impossibile? Riuscirà il nostro a far luce sul mistero senza farsi ammazzare.
Una storia ad alto tasso di tensione per il BVZM. Ritmi non sempre sincopati, ma un buon mix tra il Fuggitivo ed uno 007 d'annata. Troviamo al suo fianco una vecchia conoscenza, di quasi 200 numeri fa, da andare a rispolverare ed una buona storia che deve molti spunti al cinema complottistico americano. La base di tutto è quel The Manchurian Candidate, dal libro del '59 in pellicola nel '62 e riproposto nel 2004 sui grandi schermi, grande padre delle teorie complottiste, A questo, come alla vena spionistica, si aggiunge un tocco di fantascienza, vi chiederete come c'entrano i Borg di Star Trek, ma per scoprire il mistero dovrete leggere l'albo.
Tutto sommato non è male, anche se ultimamente gli albi di Mystère portatori di maggiore qualità ed originalità.
I disegni della coppia Morale - De Cubellis tendono a far assomigliare, un po' troppo, il nostro eroe al suo amico londinese di vecchia data, l'effetto è spiazzante. Per il resto niente da dire: ottimo lavoro, anche se il tratto può non piacere a tutti.
La copertina di Alessandrini non brilla di originalità, anzi, a memoria la collegherei al primo albo dedicato ad Annabelle Lee, anche se non ne risulta essere neanche una citazione. Non so, mi verrò in mente cosa mi ricorda, ma, al momento, mi ha dato questa sensazione di deja vu, che io viva in Matrix?
Da segnalare l'aumento di prezzo anche per questo albo Bonelli, ma il buon vecchio Castelli ritaglia un box per scusarsi e spiegarci il perché.
Forse un po' faticosa da leggere tutta d'un fiato, ma sa ripagare il lettore con qualche colpo di scene intrigante.
Progetto Cyborg
Soggetto e sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Paolo Morales e Davide De Cubellis
Copertina: Giancarlo Alessandrini
Sono passati quaranta anni da quando, dopo una manifestazione studentesca è stata repressa dalla polizia, ed una studente ricca ed il suo professore hanno fondato un laboratorio segreto, nel cuore degli USA, per sviluppare un progetto fantascientifico. Nella New York contemporanea, infatti, Martin Mystère viene contattato da un ricco amministratore delegato che ricorda di aver commesso atti impossibili, ma che sostiene di non averli mai compiuti. Sarà uno scherzo della memoria? Ma se è davvero così perché ora c'è un killer sulle tracce del Detective dell'Impossibile? Riuscirà il nostro a far luce sul mistero senza farsi ammazzare.
Una storia ad alto tasso di tensione per il BVZM. Ritmi non sempre sincopati, ma un buon mix tra il Fuggitivo ed uno 007 d'annata. Troviamo al suo fianco una vecchia conoscenza, di quasi 200 numeri fa, da andare a rispolverare ed una buona storia che deve molti spunti al cinema complottistico americano. La base di tutto è quel The Manchurian Candidate, dal libro del '59 in pellicola nel '62 e riproposto nel 2004 sui grandi schermi, grande padre delle teorie complottiste, A questo, come alla vena spionistica, si aggiunge un tocco di fantascienza, vi chiederete come c'entrano i Borg di Star Trek, ma per scoprire il mistero dovrete leggere l'albo.
Tutto sommato non è male, anche se ultimamente gli albi di Mystère portatori di maggiore qualità ed originalità.
I disegni della coppia Morale - De Cubellis tendono a far assomigliare, un po' troppo, il nostro eroe al suo amico londinese di vecchia data, l'effetto è spiazzante. Per il resto niente da dire: ottimo lavoro, anche se il tratto può non piacere a tutti.
La copertina di Alessandrini non brilla di originalità, anzi, a memoria la collegherei al primo albo dedicato ad Annabelle Lee, anche se non ne risulta essere neanche una citazione. Non so, mi verrò in mente cosa mi ricorda, ma, al momento, mi ha dato questa sensazione di deja vu, che io viva in Matrix?
Da segnalare l'aumento di prezzo anche per questo albo Bonelli, ma il buon vecchio Castelli ritaglia un box per scusarsi e spiegarci il perché.
Forse un po' faticosa da leggere tutta d'un fiato, ma sa ripagare il lettore con qualche colpo di scene intrigante.
venerdì 22 giugno 2012
martedì 19 giugno 2012
Duel
La sera prima David Mann ha litigato con sua moglie, ma la mattina presto è dovuto partire, a bordo della sua Plymouth Valiant del 1970, per lavoro. Essere commesso viaggiatore lo porta spesso in giro per le solitarie strade americane. Si trova bene a guidare, ascoltare la radio, fermarsi nelle tavola calda semideserte degli States. In orario sul suo appuntamento, ansioso di invertire la marcia per tornare a casa a chiarirsi con la moglie, si trova davanti un'autocisterna, modello Peterbilt 281 del 1955, arrugginita e fumosa che lo rallenta. Il sorpasso riesce facile, ma dopo qualche chilometro il camion lo risorpassa. Ha inizio un duello mortale tra i due autisti. Uno sempre più spaventato David deve cercare di avere salva la pelle sfuggendo al suo sconosciuto inseguitore. Nessuno portrà aiutarlo.
Un classico thriller anni '70 del secolo scorso. Dietro la cinepresa di questo film per la tv troviamo un venticinquenne Steven Spielberg alla direzione del suo secondo lungometraggio per la tv. La trama è semplice come quella della classica storia del gatto col topo, si potrebbe definire persino un po' noiosa, ma non riesce ad esserlo veramente. Dopo ogni sequenza di guida si ha una buona dose d'azione, dopo lunghi minuti di silenzio si entra in contatto con i pensieri del protagonista. I personaggi che David incontra sulla sua strada riescono ad avere spessore ed essere caratterizzati in modo egregio. Quella che, personalmente ho preferito, è stata la proprietaria della stazione di servizio con allevamento di rettili annesso.
Convincenti riprese a lato dei veicoli e buona fotografia rendono questo film un cult. Certo è datato 1971, dura quasi 90 minuti ed a volte rallenta parecchio per gli standard odierni, ma riesce sempre ad essere un film che vale la pena vedere dopo quarant'anni. Recuperate la versione dvd, del 2004, con audio rimasterizzato e doppiaggio nuovo di zecca e godetevi la tensione che trasmette.
Titolo originale Duel
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1971
Formato film TV
Genere thriller, azione, drammatico
Durata 85 min (versione originale 74 min)
Lingua originale inglese
Caratteristiche tecniche
Aspect ratio 4:3
Regia Steven Spielberg
Soggetto Richard Matheson
Sceneggiatura Richard Matheson
Fotografia Jack A. Marta
Montaggio Frank Morriss
Musiche Billy Goldenberg, Oakley Haldeman, James Lee, Al Trace
Scenografia Robert S. Smith
Interpreti e personaggi
Dennis Weaver: David Mann
Jacqueline Scott: signora Mann
Eddie Firestone: proprietario del Cafè
Lou Frizzell: autista del Bus
Gene Dynarski: uomo nel Cafè
Tim Herbert: impiegato della stazione di servizio
Shirley O'Hara: cameriera
Dick Whittington: intervistatore radio
Carey Loftin: autista del camion
Dale Van Sickel: autista dell'auto
Doppiatori e personaggi
Doppiaggio 1973:
Giorgio Bandiera: David Mann
Doppiaggio 2004:
Ennio Coltorti: David Mann
Luigi Ferraro: impiegato della stazione di servizio
Teo Bellia: 1° uomo alla radio
Federico Neri: 2° uomo alla radio
Saverio Moriones: 3° uomo alla radio
Carlo Reali: 6° uomo alla radio
Oreste Baldini: 10° uomo alla radio
Premi
Festival internazionale del film fantastico di Avoriaz Gran Prix
Un classico thriller anni '70 del secolo scorso. Dietro la cinepresa di questo film per la tv troviamo un venticinquenne Steven Spielberg alla direzione del suo secondo lungometraggio per la tv. La trama è semplice come quella della classica storia del gatto col topo, si potrebbe definire persino un po' noiosa, ma non riesce ad esserlo veramente. Dopo ogni sequenza di guida si ha una buona dose d'azione, dopo lunghi minuti di silenzio si entra in contatto con i pensieri del protagonista. I personaggi che David incontra sulla sua strada riescono ad avere spessore ed essere caratterizzati in modo egregio. Quella che, personalmente ho preferito, è stata la proprietaria della stazione di servizio con allevamento di rettili annesso.
Convincenti riprese a lato dei veicoli e buona fotografia rendono questo film un cult. Certo è datato 1971, dura quasi 90 minuti ed a volte rallenta parecchio per gli standard odierni, ma riesce sempre ad essere un film che vale la pena vedere dopo quarant'anni. Recuperate la versione dvd, del 2004, con audio rimasterizzato e doppiaggio nuovo di zecca e godetevi la tensione che trasmette.
Titolo originale Duel
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1971
Formato film TV
Genere thriller, azione, drammatico
Durata 85 min (versione originale 74 min)
Lingua originale inglese
Caratteristiche tecniche
Aspect ratio 4:3
Regia Steven Spielberg
Soggetto Richard Matheson
Sceneggiatura Richard Matheson
Fotografia Jack A. Marta
Montaggio Frank Morriss
Musiche Billy Goldenberg, Oakley Haldeman, James Lee, Al Trace
Scenografia Robert S. Smith
Interpreti e personaggi
Dennis Weaver: David Mann
Jacqueline Scott: signora Mann
Eddie Firestone: proprietario del Cafè
Lou Frizzell: autista del Bus
Gene Dynarski: uomo nel Cafè
Tim Herbert: impiegato della stazione di servizio
Shirley O'Hara: cameriera
Dick Whittington: intervistatore radio
Carey Loftin: autista del camion
Dale Van Sickel: autista dell'auto
Doppiatori e personaggi
Doppiaggio 1973:
Giorgio Bandiera: David Mann
Doppiaggio 2004:
Ennio Coltorti: David Mann
Luigi Ferraro: impiegato della stazione di servizio
Teo Bellia: 1° uomo alla radio
Federico Neri: 2° uomo alla radio
Saverio Moriones: 3° uomo alla radio
Carlo Reali: 6° uomo alla radio
Oreste Baldini: 10° uomo alla radio
Premi
Festival internazionale del film fantastico di Avoriaz Gran Prix
lunedì 18 giugno 2012
Midnight in Paris
Inez, di ricca famiglia, ed il suo fidanzato Gil, scrittore di copioni televisivi che sta tentando di scrivere un suo romanzo, sono in vacanza a Parigi in visita ai genitori di lei, appena trasferitisi per lavoro. La vacanza diventa anche mezzo per Gil per distrarsi e per trovare l'ispirazione per completare il suo romanzo, anche se ogni giorno deve lottare contro il discredito e gli scoraggiamenti riversatigli addosso dalla sua fidanzata e da tutti quelli che incontra.
Ma una notte, a mezzanotte, sperso per le strade di Parigi, sale su un taxi d'epoca e si ritrova catapultato nella capitale parigina degli anni '20 del secolo scorso. Nella notte parigina incontrerà i celebri personaggi che ha sempre ammirato come Francis Scott Fitzgerald in compagnia di Zelda, Gertrude Stein, Salvador Dalí, Pablo Picasso, Henri Matisse, Thomas Stearns Eliot, Luis Buñuel, il torero Juan Belmonte, Man Ray, Cole Porter, ma su tutti Ernest Hemingway con il quale stringerà una strana amicizia e dal quale riceverà preziosi consigli. Rimarrà, inoltre, incantato e folgorato da Adriana, l'amante di Picasso.
Musiche parigini riecheggianti, in un classico stile Alleniano. Immagini cariche di colore e di atmosfera. Fotografia di alto livello ed una regia fluida ed ammiccante. Scenografie ricche e dettagliate, così come i costumi.
Attori bravi, in forma, odiosi allo stesso tempo. Protagonista dell'onirico viaggio di Woody è un Owen Wilson in buona forma, dopo anni di limbo, che riesca a fare buona figura nonostante la parte di uno scrittore dall'aria un po' troppo smarrita e dal doppiatore eccessivamente mellifluo. Al suo fianco c'è un'altrettanto doppiata male Rachel McAdams, un odiosamente perfettino Michael Sheen, un ammirevole Tom "Loki" Hiddleston è Francis Scott Fitzgerald, granitico l'Hemingway di Carey Stoll, piacevole ed intrigante il Dalì dipinto da Adrien Brody. Il cast femminile si distingue per la presenza di Marion Cotillard, Adriana, e per il cameo di Kathy Bates nei panni di Gertrude Stein. Palesemente mal doppiato, tanto da rendere ancora più antipatica la ex premier dame, il ruolo di guida turistica, alla fin fine gentile, affidato a Carla Burni.
Nel film si dice che Parigi sia molto più bella con la pioggia. Da turista è meglio il sole, od una pioggerella leggera, fidatevi.
Un film sui tempi migliori e sui sogni, velato di ironia, lento, ma piacevole. La parte ambientata negli anni '20 è veramente bene scritta e coinvolgente, mentre quella ai giorni nostri è fin troppo cinica e disfattista. Certo i coprotagonisti dei tempi contemporanei, a parte i genitori di Inez, vengono sacrificati e spariscono dopo poco, ma alla fine non se ne sente la mancanza.
Le belle atmosfere e la delicata narrazione ne fanno un film, un po' gigione, degno di essere visto. Tutto sempre che riusciate a superare l'ostacolo del mellifluo doppiaggio del protagonista.
Titolo originale Midnight in Paris
Lingua originale inglese
Paese Spagna, USA
Anno 2011
Durata 100 min
Genere commedia
Regia e Sceneggiatura Woody Allen
Produttore Letty Aronson, Stephen Tenenbaum, Jaume Roures, Helen Robin (co-produttore), Raphaël Benoliel (co-produttore), Eva Garrido (produttore associato)
Produttore esecutivo Javier Méndez, Jack Rollins
Casa di produzione Mediapro, Versátil Cinema, Gravier Productions, Pontchartrain Productions
Distribuzione (Italia) Medusa Film
Fotografia Darius Khondji
Montaggio Alisa Lepselter
Scenografia Anne Seibel
Costumi Sonia Grande
Trucco Lydia Pujols, Patricia Planche
Interpreti e personaggi
Owen Wilson: Gil
Rachel McAdams: Inez
Kurt Fuller: John
Mimi Kennedy: Helen
Michael Sheen: Paul
Nina Arianda: Carol
Carla Bruni: guida del museo
Marion Cotillard: Adriana
Léa Seydoux: Gabrielle
Kathy Bates: Gertrude Stein
Adrien Brody: Salvador Dalí
Tom Hiddleston: Francis Scott Fitzgerald
Alison Pill: Zelda Fitzgerald
Yves Heck: Cole Porter
Corey Stoll: Ernest Hemingway
Daniel Lundh: Juan Belmonte
Marcial Di Fonzo Bo: Pablo Picasso
Adrien de Van: Luis Buñuel
Sonia Rolland: Joséphine Baker
Emmanuelle Uzan: Djuna Barnes
Tom Cordier: Man Ray
David Lowe: T.S. Eliot
Yves-Antoine Spoto: Henri Matisse
Vincent Menjou Cortes: Henri de Toulouse-Lautrec
Olivier Rabourdin: Paul Gauguin
François Rostain: Edgar Degas
Serge Bagdassarian: detective Duluc
Gad Elmaleh: detective Tisserant
Doppiatori italiani
Massimiliano Manfredi: Gil
Chiara Colizzi: Inez
Carlo Valli: John
Melina Martello: Helen
Loris Loddi: Paul
Franca D'Amato: Carol
Elsa Mollien: Adriana
Diane Fleri: Gabrielle
Ludovica Modugno: Gertrude Stein
Neri Marcorè: Salvador Dalí
Riccardo Rossi: Francis Scott Fitzgerald
Alessia Amendola: Zelda Fitzgerald
Adriano Giannini: Ernest Hemingway
Franco Mannella: Man Ray
Jacques Peyrac: detective Duluc
Premi
2012 - Premio Oscar
Migliore sceneggiatura originale a Woody Allen
2012 - Golden Globe
Migliore sceneggiatura a Woody Allen
2012 - Broadcast Film Critics Association Award
Migliore sceneggiatura a Woody Allen
2011 - Southeastern Film Critics Association Award
Migliore sceneggiatura a Woody Allen
2012 - Writers Guild of America Award
Migliore sceneggiatura originale a Woody Allen
Ma una notte, a mezzanotte, sperso per le strade di Parigi, sale su un taxi d'epoca e si ritrova catapultato nella capitale parigina degli anni '20 del secolo scorso. Nella notte parigina incontrerà i celebri personaggi che ha sempre ammirato come Francis Scott Fitzgerald in compagnia di Zelda, Gertrude Stein, Salvador Dalí, Pablo Picasso, Henri Matisse, Thomas Stearns Eliot, Luis Buñuel, il torero Juan Belmonte, Man Ray, Cole Porter, ma su tutti Ernest Hemingway con il quale stringerà una strana amicizia e dal quale riceverà preziosi consigli. Rimarrà, inoltre, incantato e folgorato da Adriana, l'amante di Picasso.
Musiche parigini riecheggianti, in un classico stile Alleniano. Immagini cariche di colore e di atmosfera. Fotografia di alto livello ed una regia fluida ed ammiccante. Scenografie ricche e dettagliate, così come i costumi.
Attori bravi, in forma, odiosi allo stesso tempo. Protagonista dell'onirico viaggio di Woody è un Owen Wilson in buona forma, dopo anni di limbo, che riesca a fare buona figura nonostante la parte di uno scrittore dall'aria un po' troppo smarrita e dal doppiatore eccessivamente mellifluo. Al suo fianco c'è un'altrettanto doppiata male Rachel McAdams, un odiosamente perfettino Michael Sheen, un ammirevole Tom "Loki" Hiddleston è Francis Scott Fitzgerald, granitico l'Hemingway di Carey Stoll, piacevole ed intrigante il Dalì dipinto da Adrien Brody. Il cast femminile si distingue per la presenza di Marion Cotillard, Adriana, e per il cameo di Kathy Bates nei panni di Gertrude Stein. Palesemente mal doppiato, tanto da rendere ancora più antipatica la ex premier dame, il ruolo di guida turistica, alla fin fine gentile, affidato a Carla Burni.
Nel film si dice che Parigi sia molto più bella con la pioggia. Da turista è meglio il sole, od una pioggerella leggera, fidatevi.
Un film sui tempi migliori e sui sogni, velato di ironia, lento, ma piacevole. La parte ambientata negli anni '20 è veramente bene scritta e coinvolgente, mentre quella ai giorni nostri è fin troppo cinica e disfattista. Certo i coprotagonisti dei tempi contemporanei, a parte i genitori di Inez, vengono sacrificati e spariscono dopo poco, ma alla fine non se ne sente la mancanza.
Le belle atmosfere e la delicata narrazione ne fanno un film, un po' gigione, degno di essere visto. Tutto sempre che riusciate a superare l'ostacolo del mellifluo doppiaggio del protagonista.
Titolo originale Midnight in Paris
Lingua originale inglese
Paese Spagna, USA
Anno 2011
Durata 100 min
Genere commedia
Regia e Sceneggiatura Woody Allen
Produttore Letty Aronson, Stephen Tenenbaum, Jaume Roures, Helen Robin (co-produttore), Raphaël Benoliel (co-produttore), Eva Garrido (produttore associato)
Produttore esecutivo Javier Méndez, Jack Rollins
Casa di produzione Mediapro, Versátil Cinema, Gravier Productions, Pontchartrain Productions
Distribuzione (Italia) Medusa Film
Fotografia Darius Khondji
Montaggio Alisa Lepselter
Scenografia Anne Seibel
Costumi Sonia Grande
Trucco Lydia Pujols, Patricia Planche
Interpreti e personaggi
Owen Wilson: Gil
Rachel McAdams: Inez
Kurt Fuller: John
Mimi Kennedy: Helen
Michael Sheen: Paul
Nina Arianda: Carol
Carla Bruni: guida del museo
Marion Cotillard: Adriana
Léa Seydoux: Gabrielle
Kathy Bates: Gertrude Stein
Adrien Brody: Salvador Dalí
Tom Hiddleston: Francis Scott Fitzgerald
Alison Pill: Zelda Fitzgerald
Yves Heck: Cole Porter
Corey Stoll: Ernest Hemingway
Daniel Lundh: Juan Belmonte
Marcial Di Fonzo Bo: Pablo Picasso
Adrien de Van: Luis Buñuel
Sonia Rolland: Joséphine Baker
Emmanuelle Uzan: Djuna Barnes
Tom Cordier: Man Ray
David Lowe: T.S. Eliot
Yves-Antoine Spoto: Henri Matisse
Vincent Menjou Cortes: Henri de Toulouse-Lautrec
Olivier Rabourdin: Paul Gauguin
François Rostain: Edgar Degas
Serge Bagdassarian: detective Duluc
Gad Elmaleh: detective Tisserant
Doppiatori italiani
Massimiliano Manfredi: Gil
Chiara Colizzi: Inez
Carlo Valli: John
Melina Martello: Helen
Loris Loddi: Paul
Franca D'Amato: Carol
Elsa Mollien: Adriana
Diane Fleri: Gabrielle
Ludovica Modugno: Gertrude Stein
Neri Marcorè: Salvador Dalí
Riccardo Rossi: Francis Scott Fitzgerald
Alessia Amendola: Zelda Fitzgerald
Adriano Giannini: Ernest Hemingway
Franco Mannella: Man Ray
Jacques Peyrac: detective Duluc
Premi
2012 - Premio Oscar
Migliore sceneggiatura originale a Woody Allen
2012 - Golden Globe
Migliore sceneggiatura a Woody Allen
2012 - Broadcast Film Critics Association Award
Migliore sceneggiatura a Woody Allen
2011 - Southeastern Film Critics Association Award
Migliore sceneggiatura a Woody Allen
2012 - Writers Guild of America Award
Migliore sceneggiatura originale a Woody Allen
venerdì 15 giugno 2012
The game
Nicholas Van Orton è un ricco e brillante uomo d'affari con una vita routinaria e nessuno svago. La svolta nella sua vita avviene quando suo fratello, Conrad, in occasione del suo 46°compleanno, gli regala l'iscrizione ad una società, la CRS, che organizza esperienze di vita. Nicholas, nonostante i dubbi, s'iscrive convinto sia da Conrad che dalla sua stessa curiosità. Da quel giorno la sua vita cadrà piano piano in un incubo organizzato. Rovinato ed incastrato riuscirà a risalire la china?
Il film è del 1997 e la prima volta che lo si vede risulta essere intrigante e spiazzante. Ben costruito, una trama organizzata in modo tale da non creare buchi narrativi, nonostante la complessità di quanto succede attorno al protagonista.
Accanto all'affermato e bravo Michael Douglas si muovono in ruoli minori, ma ben caratterizzati, Sean Penn, Conrad, e Deborah Unger, la ragazza che fungerà da collegamento con la realtà.
David Fincher, reduce dal successo Alien³ e Seven ed in attesa di dirigere Fight Club, Panic Room e di recente Il curioso caso di Benjamin Button, The Social Network e Millennium - Uomini che odiano le donne conferma di essere un ottimo regista. I suoi movimenti di camera, la costruzione delle inquadrature e le atmosfere rendono piacevole un film di notevole durata. Nel 1997 proporre un film della durata complessiva di 129 minuti era un atto coraggioso, non come in questi giorni in cui la durata media si aggira sui 150 minuti, e lui c'è riuscito bene. Senza annoiare e senza eccessivi cali di ritmo la pellicola si snoda intrigando lo spettatore lasciandolo soddisfatto.
I ritmi moderni rendono il film un po' lungo e lento, ma tutto sommato resta gobile anche con gli anni che si ritrova sulle spalle.
Titolo originale The Game
Paese USA
Anno 1997
Durata 129 min
Genere thriller
Regia David Fincher
Sceneggiatura John Brancato, Michael Ferris
Fotografia Harris Savides
Montaggio James Haygood, Angus Wall
Musiche Howard Shore
Interpreti e personaggi
Michael Douglas: Nicholas
Sean Penn: Conrad
Deborah Unger: Christine
James Rebhorn: Jim
Armin Mueller-Stahl: Anson
Carroll Baker: Ilsa
Anna Katarina: Elizabeth
Michael Massee: Airbag EMT Galliano
Tommy Flanagan: tassista
Doppiatori italiani
Oreste Rizzini: Nicholas
Massimo Rossi: Conrad
Cristiana Lionello: Christine
Il film è del 1997 e la prima volta che lo si vede risulta essere intrigante e spiazzante. Ben costruito, una trama organizzata in modo tale da non creare buchi narrativi, nonostante la complessità di quanto succede attorno al protagonista.
Accanto all'affermato e bravo Michael Douglas si muovono in ruoli minori, ma ben caratterizzati, Sean Penn, Conrad, e Deborah Unger, la ragazza che fungerà da collegamento con la realtà.
David Fincher, reduce dal successo Alien³ e Seven ed in attesa di dirigere Fight Club, Panic Room e di recente Il curioso caso di Benjamin Button, The Social Network e Millennium - Uomini che odiano le donne conferma di essere un ottimo regista. I suoi movimenti di camera, la costruzione delle inquadrature e le atmosfere rendono piacevole un film di notevole durata. Nel 1997 proporre un film della durata complessiva di 129 minuti era un atto coraggioso, non come in questi giorni in cui la durata media si aggira sui 150 minuti, e lui c'è riuscito bene. Senza annoiare e senza eccessivi cali di ritmo la pellicola si snoda intrigando lo spettatore lasciandolo soddisfatto.
I ritmi moderni rendono il film un po' lungo e lento, ma tutto sommato resta gobile anche con gli anni che si ritrova sulle spalle.
Titolo originale The Game
Paese USA
Anno 1997
Durata 129 min
Genere thriller
Regia David Fincher
Sceneggiatura John Brancato, Michael Ferris
Fotografia Harris Savides
Montaggio James Haygood, Angus Wall
Musiche Howard Shore
Interpreti e personaggi
Michael Douglas: Nicholas
Sean Penn: Conrad
Deborah Unger: Christine
James Rebhorn: Jim
Armin Mueller-Stahl: Anson
Carroll Baker: Ilsa
Anna Katarina: Elizabeth
Michael Massee: Airbag EMT Galliano
Tommy Flanagan: tassista
Doppiatori italiani
Oreste Rizzini: Nicholas
Massimo Rossi: Conrad
Cristiana Lionello: Christine
giovedì 14 giugno 2012
Tempus fugit
Il motivo è quello che vedere qui sopra. No, non è la nuova lega dei supereroi. Sono i protagonisti di Big Bang Theory, serie americana della quale in questi giorni sto facendo indigestione. Sto cercando di portarmi in pari con le prime tre stagioni e con domani dovrei farcela. Resto, comunque, in attesa di trovare la serie 4 e 5, di cui sono completamente a digiuno.
mercoledì 13 giugno 2012
Friends
Che bello lo svacco!!!! Ne avrei bisogno, visto che non ho neanche il tempo di scrivere un post completo. Per giustificarmi posso dire che nel tempo libero sto giocando un po' ad Asassin's Creed Revelation per poi dirvi com'è.
lunedì 11 giugno 2012
Box Office 3D (non in 3D, ma in DVD)
Narrare la trama di un film ad episodi è sempre tortuoso, per cui, ecco un bel schemino:
Il Codice da Vinci parodiato in Il Codice Teomondo Scrofalo con Ezio Greggio, Giorgia Wurth, Michelangelo Pulci, Ric, Mario Zucca, Max Pisu, Mariano Rigillo.
Twilight parodiato in Twinight con Ezio Graggio, Anna Falchi, Michelangelo Pulci, Luca Giurato (cameo)
Il Padrino parodiato in Chi ha ucciso l'ultimissimo Padrino con Maurizio Mattioli, Gianfranco Jannuzzo, Franco Neri, Enzo Salvi
Il Gladiatore parodiato in Gladiator 2 con Ezio Greggio, Maurizio Mattioli, Ric, Enzo Salvi, Michelangelo Pulci, Mariano D'angelo, Cesara Buonamici (cameo)
Fast and Furious parodiato in corri Fast che sono Furios con Ezio Greggio, Enzo Salvi, Gianni Fantoni
007 parodiato in 0ld 0ld 7ettanta - l'ospizio può attendere con Ric, Sergio Solli
U-Boot 96 parodiato in La guerra del silenzio con Ezio Greggio, Gianfranco Jannuzzo, Daniele Giulietti, Gianni Fantoni, Michelangelo Pulci
Zorro parodiato in Zoppo - il vendicatore claudicante con Biagio Izzo, Ric, Gianfranco Jannuzzo
Avatar parodiato in Viagratar con Rocco Ciarmoli, Claudia Penoni
Harry Potter parodiato in Erry Sfotter e l'età della pensione con Ezio Greggio, Cristiano Militello, Gigi Proietti, Antonello Fassari, Anna Falchi, Michelangelo Pulci, Alessandro Bianchi, Claudia Penoni, Bruno Pizzul (cameo), Aldo Biscardi (cameo)
Io posso capire che il cinema italiano voglia provare a parodiare i blockbuster americani come fanno i vari Scary Movie, Mordimi, e tanti altri, ma non posso accettare la scarsa qualità del prodotto finito realizzato da Ezio Greggio.
Greggio è un uomo che gode della mia stima per i lavori al Drive In e per la sua amicizia con Mel Brooks. Ha realizzato film decenti, come il Silenzio dei Prosciutti, recitato in film di successo, ha dato lui il via ai vari Vacanze di Natale, ed in film impegnati, come Il papà di Giovanna, ma questo no.
Questo è una boiata allucinante. Una parodia di film, un film dove si dovrebbe ridere delle pellicole di successo, che ti lascia basito ed ad occhi sbarrati per tutta la pellicola. Ignobili battute, situazioni per nulla comiche, cadute dialettali imbarazzanti, attori che neanche a spazzare il giardino di Arcore sarebbero al loro posto (ma non vi imbarazza veder recitare Enzo Salvi e Biagio Izzo?). Imbarazzanti i testi e le battute scritte da Ezio Greggio, Fausto Brizzi, Marco Martani, Rudy De Luca, Steve Haberman.
Il costo di produzione della pellicola è stato di 5 milioni di euro. Il film, nonostante si sia spacciato per il primo film italiano in 3D (quando non è vero poiché il primo film tridimensionale italiano è stato Nozze vagabonde (1936) a cui ha fatto seguito Il più comico spettacolo del mondo con Totò (1953)
non ne ha incassati 3.
Note positive? Credo che l'unica sia il ritorno sulle scene di Ric (Riccardo Miniggio), dopo la scomparsa di Gian nel 2010, nel suo secondo film con Greggio, dopo Svitati del 1999 (che aveva visto co protagonista Mel Brooks). La sua presenza è l'unica nota di professionalità attoriale di tutto il film (con lui si salva solo Claudia Penoni).
Un flop di critica, ne è uscito massacrato, di pubblico, visti gli incassi, da non prendere neanche in considerazione. Vedendolo vi rovinerete la serata.
Titolo originale Box Office 3D - Il film dei film
Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 2011
Durata 99 min
Genere comico
Regia Ezio Greggio
Soggetto Ezio Greggio, Fausto Brizzi, Marco Martani
Sceneggiatura Ezio Greggio, Fausto Brizzi, Marco Martani, Rudy De Luca, Steve Haberman
Produttore Andrea Borella, Leonardo Recalcati
Produttore esecutivo Ezio Greggio, Guglielmo Marchetti
Casa di produzione Mondo Home Entertainment, Talents Factory
Distribuzione (Italia) Moviemax
Fotografia Claudio Zamarion
Musiche Aldo De Scalzi, Pivio
Scenografia Andrea Faini
Costumi Ina Damianova
Interpreti e personaggi
Ezio Greggio
Maurizio Mattioli
Mariano Rigillo
Enzo Salvi
Antonello Fassari
Biagio Izzo
Mario Zucca
Anna Falchi
Giorgia Wurth
Gianfranco Jannuzzo
Rocco Ciarmoli
Cristiano Militello
Gigi Proietti
Gina Lollobrigida
Cesara Buonamici
Il Codice da Vinci parodiato in Il Codice Teomondo Scrofalo con Ezio Greggio, Giorgia Wurth, Michelangelo Pulci, Ric, Mario Zucca, Max Pisu, Mariano Rigillo.
Twilight parodiato in Twinight con Ezio Graggio, Anna Falchi, Michelangelo Pulci, Luca Giurato (cameo)
Il Padrino parodiato in Chi ha ucciso l'ultimissimo Padrino con Maurizio Mattioli, Gianfranco Jannuzzo, Franco Neri, Enzo Salvi
Il Gladiatore parodiato in Gladiator 2 con Ezio Greggio, Maurizio Mattioli, Ric, Enzo Salvi, Michelangelo Pulci, Mariano D'angelo, Cesara Buonamici (cameo)
Fast and Furious parodiato in corri Fast che sono Furios con Ezio Greggio, Enzo Salvi, Gianni Fantoni
007 parodiato in 0ld 0ld 7ettanta - l'ospizio può attendere con Ric, Sergio Solli
U-Boot 96 parodiato in La guerra del silenzio con Ezio Greggio, Gianfranco Jannuzzo, Daniele Giulietti, Gianni Fantoni, Michelangelo Pulci
Zorro parodiato in Zoppo - il vendicatore claudicante con Biagio Izzo, Ric, Gianfranco Jannuzzo
Avatar parodiato in Viagratar con Rocco Ciarmoli, Claudia Penoni
Harry Potter parodiato in Erry Sfotter e l'età della pensione con Ezio Greggio, Cristiano Militello, Gigi Proietti, Antonello Fassari, Anna Falchi, Michelangelo Pulci, Alessandro Bianchi, Claudia Penoni, Bruno Pizzul (cameo), Aldo Biscardi (cameo)
Io posso capire che il cinema italiano voglia provare a parodiare i blockbuster americani come fanno i vari Scary Movie, Mordimi, e tanti altri, ma non posso accettare la scarsa qualità del prodotto finito realizzato da Ezio Greggio.
Greggio è un uomo che gode della mia stima per i lavori al Drive In e per la sua amicizia con Mel Brooks. Ha realizzato film decenti, come il Silenzio dei Prosciutti, recitato in film di successo, ha dato lui il via ai vari Vacanze di Natale, ed in film impegnati, come Il papà di Giovanna, ma questo no.
Questo è una boiata allucinante. Una parodia di film, un film dove si dovrebbe ridere delle pellicole di successo, che ti lascia basito ed ad occhi sbarrati per tutta la pellicola. Ignobili battute, situazioni per nulla comiche, cadute dialettali imbarazzanti, attori che neanche a spazzare il giardino di Arcore sarebbero al loro posto (ma non vi imbarazza veder recitare Enzo Salvi e Biagio Izzo?). Imbarazzanti i testi e le battute scritte da Ezio Greggio, Fausto Brizzi, Marco Martani, Rudy De Luca, Steve Haberman.
Il costo di produzione della pellicola è stato di 5 milioni di euro. Il film, nonostante si sia spacciato per il primo film italiano in 3D (quando non è vero poiché il primo film tridimensionale italiano è stato Nozze vagabonde (1936) a cui ha fatto seguito Il più comico spettacolo del mondo con Totò (1953)
non ne ha incassati 3.
Note positive? Credo che l'unica sia il ritorno sulle scene di Ric (Riccardo Miniggio), dopo la scomparsa di Gian nel 2010, nel suo secondo film con Greggio, dopo Svitati del 1999 (che aveva visto co protagonista Mel Brooks). La sua presenza è l'unica nota di professionalità attoriale di tutto il film (con lui si salva solo Claudia Penoni).
Un flop di critica, ne è uscito massacrato, di pubblico, visti gli incassi, da non prendere neanche in considerazione. Vedendolo vi rovinerete la serata.
Titolo originale Box Office 3D - Il film dei film
Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 2011
Durata 99 min
Genere comico
Regia Ezio Greggio
Soggetto Ezio Greggio, Fausto Brizzi, Marco Martani
Sceneggiatura Ezio Greggio, Fausto Brizzi, Marco Martani, Rudy De Luca, Steve Haberman
Produttore Andrea Borella, Leonardo Recalcati
Produttore esecutivo Ezio Greggio, Guglielmo Marchetti
Casa di produzione Mondo Home Entertainment, Talents Factory
Distribuzione (Italia) Moviemax
Fotografia Claudio Zamarion
Musiche Aldo De Scalzi, Pivio
Scenografia Andrea Faini
Costumi Ina Damianova
Interpreti e personaggi
Ezio Greggio
Maurizio Mattioli
Mariano Rigillo
Enzo Salvi
Antonello Fassari
Biagio Izzo
Mario Zucca
Anna Falchi
Giorgia Wurth
Gianfranco Jannuzzo
Rocco Ciarmoli
Cristiano Militello
Gigi Proietti
Gina Lollobrigida
Cesara Buonamici
venerdì 8 giugno 2012
Kekkou Kamen
Vagando nell'Internet mi sono imbattuto in questa news folgorante, ma pariamo dall'inizio.
Gli appassionati di manga giapponesi ben conoscono il Maestro Nagai Go. Per tutti gli altri: l'uomo prima menzionato è colui che ha ideato i più noti robottoni dell'animazione giapponese, che hanno dato vita e forma alla prima, pacifica, invasione di cartoni animati dal Paese del Sol Levante.
Chi di voi non conosce Ufo Robot Goldrake, Mazinga Z, il Grande Mazinga, Jeeg Robot d'Acciaio e tanti altri,
Un minor numero di appassionati è a conoscenza che il Maestro ha esordito con manga poco ortodossi. Ha sviluppato la fantasia di molti adolescenti nipponici con i suoi manga un po', tanto a volte, scollacciati. In Italia, anche perchè pubblicato dalla defunta d/visual, il più noto (ed in Giappone anche più longevo) è Cutie Honey. Quello, però, che ha dato una scossa alla società ed al sistema scolastico nipponico è stato Kekkou Kamen.
Dal 1973 al 1978 sul mensile della Shueisha Monthly Shonen Jump i lettori hanno potuto leggere le vicende dell'istituto Sparta. Isolato tre le montagne, l'istituto scolastico garantisce il più alto numero di ammessi all'università migliori del Paese. Gli studenti che escono da questa scuola hanno quasi la certezza di entrare a far parte dell'elite che governa il Giappone. Il merito di questo successo è dovuto ai metodi insensatamente crudeli e sadici del corpo insegnate e dal preside della scuola, "l'unghia del piede di Satana". L'unico baluardo nella difesa degli studenti è una misteriosa eroina mascherata. Con indosso solo una maschera, dei guanti, degli stivali ed una sciarpa rossa combatte le ingiustizie completamente nuda. Come ogni super eroe ha una mossa definitiva, derivata dal wrestling, ossia la Headscissors Takedown, con la quale chiude, vincente, ogni incontro premendo l'inguine nudo sul viso dell'avversario. Il tutto sviluppato su cinque tonbakon, pubblicati anche in Italia nella collana d/books.
Ora sappiamo che quando una cosa piace ai giapponesi nessuno li ferma. Dopo aver letto il manga hanno trasposto il tutto in 4 OAV da 45 minuti agli inizi degli anni novanta del secolo scorso (pubblicati in Italia in VHS dalla Dynamic Planning), ma non si sono fermati li.
A partire dal 1991 si sono succeduti, tra cinema e televisione, ben 9 Live Action Movie. I Live Action Movie altro non sono quello che sta succedendo con i super eroi Marvel nel mondo occidentale. Si prende un personaggio disegnato, si trova un attore in carne ed ossa e si gira un film dal vivo.
Dal 2 Giugno, dopo Rie Nakano, Shino Saito, Sasa Handa, i fortunati spettatori dagli occhi a mandorla possono vedere le forme della loro eroina portate in vita da Aino Kishi (idol dei film per adulti al suo terzo film regolare i tre anni).
Ora potete guardare il video qui sotto.
E' o non è di un'oscenità assurda? Non tanto per il soggetto, tanto uno sa cosa va a vedere quindi, poi non sono io a poter giudicare i gusti dei nippi. Quello che mi ha sconvolto è l'infima qualità del complesso: recitazione, sonoro, regia, coreografie di combattimento, effetti speciali.
Hanno osato criticare il Devilman del 2004 (Debiruman) di Hiroyuki Nasu, ultima sua opera prima della precoce morte per un tumore il 27 Febbraio del 2005, un film non eccelso, ma girato col cuore e la devozione verso un personaggio tanto amato e poi mettono in produzione un'indecenza del genere.
Sicuramente non sarà così male come l'ho dipinto e come il trailer può far credere e diventerà un piccolo cult nel suo Paese.
Sarete in Giappone il 2 Giugno? Non dimenticatevi di prenotare il vostro biglietto al cinema.
Gli appassionati di manga giapponesi ben conoscono il Maestro Nagai Go. Per tutti gli altri: l'uomo prima menzionato è colui che ha ideato i più noti robottoni dell'animazione giapponese, che hanno dato vita e forma alla prima, pacifica, invasione di cartoni animati dal Paese del Sol Levante.
Chi di voi non conosce Ufo Robot Goldrake, Mazinga Z, il Grande Mazinga, Jeeg Robot d'Acciaio e tanti altri,
Un minor numero di appassionati è a conoscenza che il Maestro ha esordito con manga poco ortodossi. Ha sviluppato la fantasia di molti adolescenti nipponici con i suoi manga un po', tanto a volte, scollacciati. In Italia, anche perchè pubblicato dalla defunta d/visual, il più noto (ed in Giappone anche più longevo) è Cutie Honey. Quello, però, che ha dato una scossa alla società ed al sistema scolastico nipponico è stato Kekkou Kamen.
Dal 1973 al 1978 sul mensile della Shueisha Monthly Shonen Jump i lettori hanno potuto leggere le vicende dell'istituto Sparta. Isolato tre le montagne, l'istituto scolastico garantisce il più alto numero di ammessi all'università migliori del Paese. Gli studenti che escono da questa scuola hanno quasi la certezza di entrare a far parte dell'elite che governa il Giappone. Il merito di questo successo è dovuto ai metodi insensatamente crudeli e sadici del corpo insegnate e dal preside della scuola, "l'unghia del piede di Satana". L'unico baluardo nella difesa degli studenti è una misteriosa eroina mascherata. Con indosso solo una maschera, dei guanti, degli stivali ed una sciarpa rossa combatte le ingiustizie completamente nuda. Come ogni super eroe ha una mossa definitiva, derivata dal wrestling, ossia la Headscissors Takedown, con la quale chiude, vincente, ogni incontro premendo l'inguine nudo sul viso dell'avversario. Il tutto sviluppato su cinque tonbakon, pubblicati anche in Italia nella collana d/books.
Ora sappiamo che quando una cosa piace ai giapponesi nessuno li ferma. Dopo aver letto il manga hanno trasposto il tutto in 4 OAV da 45 minuti agli inizi degli anni novanta del secolo scorso (pubblicati in Italia in VHS dalla Dynamic Planning), ma non si sono fermati li.
A partire dal 1991 si sono succeduti, tra cinema e televisione, ben 9 Live Action Movie. I Live Action Movie altro non sono quello che sta succedendo con i super eroi Marvel nel mondo occidentale. Si prende un personaggio disegnato, si trova un attore in carne ed ossa e si gira un film dal vivo.
Dal 2 Giugno, dopo Rie Nakano, Shino Saito, Sasa Handa, i fortunati spettatori dagli occhi a mandorla possono vedere le forme della loro eroina portate in vita da Aino Kishi (idol dei film per adulti al suo terzo film regolare i tre anni).
Ora potete guardare il video qui sotto.
E' o non è di un'oscenità assurda? Non tanto per il soggetto, tanto uno sa cosa va a vedere quindi, poi non sono io a poter giudicare i gusti dei nippi. Quello che mi ha sconvolto è l'infima qualità del complesso: recitazione, sonoro, regia, coreografie di combattimento, effetti speciali.
Hanno osato criticare il Devilman del 2004 (Debiruman) di Hiroyuki Nasu, ultima sua opera prima della precoce morte per un tumore il 27 Febbraio del 2005, un film non eccelso, ma girato col cuore e la devozione verso un personaggio tanto amato e poi mettono in produzione un'indecenza del genere.
Sicuramente non sarà così male come l'ho dipinto e come il trailer può far credere e diventerà un piccolo cult nel suo Paese.
Sarete in Giappone il 2 Giugno? Non dimenticatevi di prenotare il vostro biglietto al cinema.
mercoledì 6 giugno 2012
The cabin in the woods
Cinque studenti universitari decidono di prendersi un week end libero da studi, impegni e vita quotidiana. Curt, il bello, Jules, la bionda e ragazza del bello, Jesse, amico mulatto di Curt, Dana, ragazza riservata amica di Jules, e Marty, strafatto amico di tutti, saltano su un camper e partono per lo sperduto cottage di campagna del cugino di Curt.
Dispersa in mezzo al nulla, la casa, si rivela accogliente e misteriosa nello stesso tempo. Ben tenuta ed in tipico stile boscaiolo americano ospita delle curiosità. La prima la scopre Holden quando, dal muro della sua camera, toglie un quadro dalle atmosfere violente, e scopre che dietro è nascosto uno specchio da interrogatori. La cosa piacevole è che nella stanza accanto si sta spogliando Dana.
Un'altra curiosità è la cantina. Piena di oggetti curiosi e misteriosi attira i ragazzi mentre stanno giocando ad obbligo e verità. Qui si compirà il misfatto. Uno di loro interagirà con un oggetto pericoloso e deciderà della vita di tutti. Una famiglia zombie risorgerà dalla tomba ed inizierà a massacrare tutti i membri del gruppo.
Qualcuno, però, è a conoscenza di quello che sta accadendo e ne trae beneficio.
The Cabin in the Woods, perché il titolo italiano "Quella casa nel bosco" è terribile", è un film spiazzante. Diretto da Drew Goddard (sceneggiatore di Buffy, l'ammazzavampiri, Angel, Alias, Lost e Cloverfield) e scritto a quattro mani da lui stesso con l'amico Joss Whedon (per il quale ha lavorato in Buffy) è una destrutturazione degli horror prodotti dagli anni '70 ai '90 del secolo scorso. I due autori hanno realizzato qualcosa di più estremo di quello che Wes Craver era stato in grado di realizzare con Scream. Vengono presi miti dei vecchi film, e qui piazzo un elenco parziale:
- il cast con la bionda oca (anche se è tinta) che fa vedere le tette, il bel maschio alfa, il nero, la ragazza timida, il buffone del gruppo;
- il viaggio;
- la casa;
- il libro con i versetti in latino;
- i cenobiti;
- il clown;
- molti tipi di mostroni giganti e meno giganti;
- lo splatter;e tanto, tanto altro e miscelati in questa pellicola che alterna puro splatter alla comicità ironica del classico gruppo di amici in gita. Ma non sono solo gli elementi visivi che richiamano ai vecchi film, anche le inquadrature, i rumori e le musiche di sottofondo danno l'idea di aver fatto un salto nel passato e di essere in procinto di ritrovare tanti vecchi amici poco amichevoli.
Nel cast, in questo film del 2011, Chris "Thor" Hemsworth che divide il set con altri destinati cadaveri. Tra loro Kristen Connoly, brava, Fran Kranz, perfetto, ma, soprattutto due attori da "film seri" come Richard Jenkins (Silverado) e Bradley Whitford (West Wing) che con la loro interpretazione disincantata di due uomini che svolgono il loro semplice e routinario lavoro danno un tocco di goliardia in più al tutto.
Il film è "la fine del mondo". Un appassionato di vecchi horror riconoscerà personaggi citati od accennati, vedrà la struttura ovvia, come appositamente ricercato dagli autori, del film e si divertirà venendo coinvolto. Il novizio avrà la possibilità di vivere un vecchio film horror (diciamo anni '80) con degli innesti sorprendenti. I due secondi finali sono geniali (e per questo argomento controverso).
Non aspettatevi paure estreme, ma sano divertimento, qualche spavento e qualche risate. Vedetelo.
Titolo originale The Cabin in the Woods
Lingua originale inglese
Paese USA
Anno 2011
Durata 95 min
Rapporto 2,35:1
Genere horror
Regia Drew Goddard
Sceneggiatura Joss Whedon, Drew Goddard
Produttore Joss Whedon
Produttore esecutivo Jason Clark
Casa di produzione Metro-Goldwyn-Mayer, AFX Studios, Mutant Enemy, United Artists
Distribuzione (Italia) M2 Pictures
Fotografia Peter Deming
Montaggio Lisa Lassek
Effetti speciali Joel Whist
Musiche David Julyan
Scenografia Martin Whist
Interpreti e personaggi
Richard Jenkins: Steve Hadley
Bradley Whitford: Richard Sitterson
Jesse Williams: Holden McCrea
Chris Hemsworth: Curt Vaughan
Fran Kranz: Marty Mikalski
Kristen Connolly: Dana Polk
Anna Hutchison: Jules Louden
Brian J. White: Alex Truman
Amy Acker: Wendy Lin
Tim De Zarn: Mordecai
Jodelle Ferland: Patience Buckner
Tom Lenk: Ronald
Patrick Gilmore: Wrangler
Tyler Onassis: Nosferatu
Sigourney Weaver: La Direttrice
Dan Payne: Mathew Buckner
Dan Shea: padre di Buckner
Maya Massar: madre di Buckner
Doppiatori italiani
Marco Mete: Steve Hadley
Stefano De Sando: Richard Sitterson
Gianfranco Miranda: Curt Vaughan
Simone Crisari: Marty Mikalski
Chiara Gioncardi: Dana Polk
Ughetta D'Onorascenzo: Jules Louden
Andrea Lavagnino: Alex Truman
Maria Letizia Scifoni: Wendy Lin
Luca Biagini: Mordecai
Dispersa in mezzo al nulla, la casa, si rivela accogliente e misteriosa nello stesso tempo. Ben tenuta ed in tipico stile boscaiolo americano ospita delle curiosità. La prima la scopre Holden quando, dal muro della sua camera, toglie un quadro dalle atmosfere violente, e scopre che dietro è nascosto uno specchio da interrogatori. La cosa piacevole è che nella stanza accanto si sta spogliando Dana.
Un'altra curiosità è la cantina. Piena di oggetti curiosi e misteriosi attira i ragazzi mentre stanno giocando ad obbligo e verità. Qui si compirà il misfatto. Uno di loro interagirà con un oggetto pericoloso e deciderà della vita di tutti. Una famiglia zombie risorgerà dalla tomba ed inizierà a massacrare tutti i membri del gruppo.
Qualcuno, però, è a conoscenza di quello che sta accadendo e ne trae beneficio.
The Cabin in the Woods, perché il titolo italiano "Quella casa nel bosco" è terribile", è un film spiazzante. Diretto da Drew Goddard (sceneggiatore di Buffy, l'ammazzavampiri, Angel, Alias, Lost e Cloverfield) e scritto a quattro mani da lui stesso con l'amico Joss Whedon (per il quale ha lavorato in Buffy) è una destrutturazione degli horror prodotti dagli anni '70 ai '90 del secolo scorso. I due autori hanno realizzato qualcosa di più estremo di quello che Wes Craver era stato in grado di realizzare con Scream. Vengono presi miti dei vecchi film, e qui piazzo un elenco parziale:
- il cast con la bionda oca (anche se è tinta) che fa vedere le tette, il bel maschio alfa, il nero, la ragazza timida, il buffone del gruppo;
- il viaggio;
- la casa;
- il libro con i versetti in latino;
- i cenobiti;
- il clown;
- molti tipi di mostroni giganti e meno giganti;
- lo splatter;e tanto, tanto altro e miscelati in questa pellicola che alterna puro splatter alla comicità ironica del classico gruppo di amici in gita. Ma non sono solo gli elementi visivi che richiamano ai vecchi film, anche le inquadrature, i rumori e le musiche di sottofondo danno l'idea di aver fatto un salto nel passato e di essere in procinto di ritrovare tanti vecchi amici poco amichevoli.
Nel cast, in questo film del 2011, Chris "Thor" Hemsworth che divide il set con altri destinati cadaveri. Tra loro Kristen Connoly, brava, Fran Kranz, perfetto, ma, soprattutto due attori da "film seri" come Richard Jenkins (Silverado) e Bradley Whitford (West Wing) che con la loro interpretazione disincantata di due uomini che svolgono il loro semplice e routinario lavoro danno un tocco di goliardia in più al tutto.
Il film è "la fine del mondo". Un appassionato di vecchi horror riconoscerà personaggi citati od accennati, vedrà la struttura ovvia, come appositamente ricercato dagli autori, del film e si divertirà venendo coinvolto. Il novizio avrà la possibilità di vivere un vecchio film horror (diciamo anni '80) con degli innesti sorprendenti. I due secondi finali sono geniali (e per questo argomento controverso).
Non aspettatevi paure estreme, ma sano divertimento, qualche spavento e qualche risate. Vedetelo.
Titolo originale The Cabin in the Woods
Lingua originale inglese
Paese USA
Anno 2011
Durata 95 min
Rapporto 2,35:1
Genere horror
Regia Drew Goddard
Sceneggiatura Joss Whedon, Drew Goddard
Produttore Joss Whedon
Produttore esecutivo Jason Clark
Casa di produzione Metro-Goldwyn-Mayer, AFX Studios, Mutant Enemy, United Artists
Distribuzione (Italia) M2 Pictures
Fotografia Peter Deming
Montaggio Lisa Lassek
Effetti speciali Joel Whist
Musiche David Julyan
Scenografia Martin Whist
Interpreti e personaggi
Richard Jenkins: Steve Hadley
Bradley Whitford: Richard Sitterson
Jesse Williams: Holden McCrea
Chris Hemsworth: Curt Vaughan
Fran Kranz: Marty Mikalski
Kristen Connolly: Dana Polk
Anna Hutchison: Jules Louden
Brian J. White: Alex Truman
Amy Acker: Wendy Lin
Tim De Zarn: Mordecai
Jodelle Ferland: Patience Buckner
Tom Lenk: Ronald
Patrick Gilmore: Wrangler
Tyler Onassis: Nosferatu
Sigourney Weaver: La Direttrice
Dan Payne: Mathew Buckner
Dan Shea: padre di Buckner
Maya Massar: madre di Buckner
Doppiatori italiani
Marco Mete: Steve Hadley
Stefano De Sando: Richard Sitterson
Gianfranco Miranda: Curt Vaughan
Simone Crisari: Marty Mikalski
Chiara Gioncardi: Dana Polk
Ughetta D'Onorascenzo: Jules Louden
Andrea Lavagnino: Alex Truman
Maria Letizia Scifoni: Wendy Lin
Luca Biagini: Mordecai
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