sabato 2 gennaio 2016

Dylan Dog - La calligrafia del dolore

DYLAN DOG 352
LA CALLIGRAFIA DEL DOLORE

Soggetto Sceneggiatura: Andrea Cavaletto
Disegni: Luigi Piccatto, Giulia Massaglia, Renato Riccio, Matteo Santaniello
Copertina: Angelo Stano

Periodicità: mensile
Uscita: 29/12/2015

Cosa lega un'antico maniero inglese, un' officina ed altre proprietà immobiliari? Solo il fatto che i proprietari muoiano di morte violenta e che Dylan Dog vi indaghi? O c'è dell'altro?
Mooncaster Manor, la magione, era di proprietà di un'ex dell'Old Boy ed ora lei, il suo nuovo marito e la sua giovane figlia sono morti in una tragedia familiare, ma non prima di suggerire al vecchio spasimante di indagare su eventi misteriosi legati alla casa.

Ci sono ancora. Il periodo natalizio mi ha obbligato ad una lunga assenza dalla tastiera del computer e dal plico di fumetti e letture varie arretrate che attendono in libreria (complici anche altre due spedizioni al cinema a vedere Episodio VII, e tutti sappiamo di cosa sto parlando vero?). Però, eccoci ancora qui. Questa volta per parlare dell'ultimo Dylan Dog del 2015.
Piena autonomia a Cavaletto per il soggetto e la sceneggiatura. La sua idea gira intorno ad un oggetto potente nelle mani di una persona influente. Mi è piaciuto il suo modo di legare i vari passaggi della storia, attraverso personaggi ed eventi, anche se alla fine la trama verticale che stiamo aspettando da più di un anno non viene troppo sviluppata.
Ai disegni si alternano, con omogeneità inaspettata, quattro artisti del disegno. Seppure il tratti siano simili, ma non identici, la storia non risente dei cambi volanti tra i disegnatori. Curioso esperimento, ne vorrei meglio capire i motivi.

Nota a margine. Si chiude il 2015 di Recchioni come curatore dell'unica serie Bonelli che sto ancora seguendo. Cosa ci lascia? Tendenzialmente nulla. Un cellulare rotto e ricomprato ed un piccolo cliffhunger con la Regina d'Inghilterra con i tentacoli al posto delle gambe. Mi sembra un po' poco per uno che aveva pubblicizzato e fatto bandiera di voler realizzare ogni anno una diversa serie di Dylan Dog di dodici episodi. Bene, se Dylan Dog fosse una serie televisiva avrei smesso di seguirla alla quinta, sesta, puntata.

Speriamo che il registro cambi, va bene che la qualità è cresciuta dall'epoca Gualdoni, ma siamo ancora lontani dalle vette del buon pensionato Marcheselli.

Buon anno a tutti!

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