lunedì 18 gennaio 2016

Mad Max: Fury Road

E' la resurrezione di George Miller, la sua uscita dalla casa di riposo per vecchi registi in Florida (in cui era finito dopo aver ragranellato gli ultimi spicci con i tremendi Happy Feet ed Happy Feet 2, che poi sono scelte oh. Che poi non ti fan più lavorare lo capisco benissimo). E' l'ennesima faccia, irriconoscibile, di Tom Hardy. L'ennesima trasformazione fisica di Charlize Theron. E' il riscatto cinematografico di Nicholas Hoult, dopo il pessimo zombie innamorato.
E' un film che ha raccolto consensi su tutti i fronti, da molti definito tra i migliori del 2015 e candidato a diversi premi Oscar.
Come ho già detto qui, non vincerà come Miglior Film, ma ci sono buone possibilità che la statuetta di Miglior Regista possa arrivare nelle mani della buonanima di George.

La storia è abbastanza semplice. Max Rockatansky è un solitario che sopravvive in un'Australia post atomica devastata. Viene catturato dagli sgherri di Immortan Joe ed usato come sacca da trasfusione da uno dei suoi combattenti, Nux.
Max, ma mi ricorda qualcuno.
Il regno di Immortan Joe è una piccola colonia di sopravvissuti, in mezzo al deserto, dove lui controlla il fluire dell'acqua. Ha diverse mogli a sua disposizione, per provare a mettere al mondo un figlio sano, ma l'Imperatrice Furiosa decide di liberarsi dal giogo della schiavitù e fuggire su una blindocisterna con tutte le spose. Al di là di ogni cattiva previsione, il suo scopo è quello di riuscire a regalerà loro una vita libera in una terra verde lontana.
Decisamente infuriato, Immortan Joe lancia il suo esercito all'inseguimento delle fuggitive. Anche il guerriero Nux, ansioso di mostrare il suo valore, e la sua sacca di sangue Max, senza la quale sarebbe debilitato per via dei tumori che lo affliggono, si uniscono alla carovana.
La battaglia è violenta e, ad un certo punto, Max si risveglia, dopo un rovinoso incidente, sempre legato con la catena al suo carceriere, ma vicino alla blindocisterna. Da qui parte la sua avventura accanto alle donne in pericolo. La fuga da Immortan Joe sarà rischiosa, ma Max cela metterà tutta per salvare la vita alle sue, tendenzialmente, indesiderate compagne di viaggio.

Sì, viaggiare
La caratteristica migliore di questo film, oltre una storia semplice e lineare come un vecchio western e a sua aura da film da anni '80 del secolo scorso, è che la computer grafica è quasi assente. E' assente, sopratutto, nei momenti chiave, ossia negli inseguimenti automobilistici nel bel mezzo del deserto. Tutti i veicoli che si vedono sullo schermo sono reali, funzionanti ed in parte progettati dallo stesso Miller. Sì, se ve lo stavate chiedendo voi che l'avete visto, persino il Doof Wagon, per intenderci il palco su quattro ruote su cui si esibisce il chitarrista durante la corsa, è vero e lui ci suonava veramente! 
E non abbiamo bisogno di parole.
Grazie a questa caratteristica le scene d'azione sono realmente strepitose, solide, reali, pericolose, adrenaliniche (anche grazie alla fotografia di John Seale, che durante le scene con le auto, inseguimenti e incidenti compresi, riesce a tenere a fuoco il singolo soggetto senza distrarre lo spettatore) e rendono questa pellicola, come minimo, uno dei migliori film d'azione di sempre.
"Tira dritto che non c'è spazio per un altro!"
Per il suo nuovo sguardo sul mondo di Max, Miller, ha scelto, citati sopra, degli attori importanti. E' incredibile come Charlize Theron si trovi a suo agio in panni sempre così diversi e come riesca a dare vita, in modo naturale, ad una anti eroina, violenta e menomata, in un modo così credibile.
Ammetto che non riconoscerei Tom Hardy in un film se non sapessi che lui vi recita. Ogni volta indossa una maschera diversa, si trasforma, trae giovamento da ogni cambio di ruolo. Sostituire Mel Gibson nell'immaginario di chi, da giovane, ha visto Interceptor non era un'impresa facile, ma lui ce è riuscito a centrare il suo obiettivo.
I personaggi collaterali sono veri supporti e puntelli per i protagonisti, vi interagiscono in modo intelligente e vengono coinvolti in modo appropriato.
Poi ti ricordi che Megangale è australiana.
La colonna sonora è di qualità elevata, per chi apprezza il genere di musica proposta nel film, e ricca. Ben ventisei sono le tracce composte da Tom Holkenborg, meglio noto come Junkie XL. Senza contare la guest star presence di Giuseppe Verdi con la sua Messa da requiem.
L'imbarazzo della scelta.
George Miller è tornato. Ha preso in mano regia, sceneggiatura e produzione di questo suo nuovo figlio. Un parto lungo, iniziato nel 2003 con la costruzione dei primi veicoli, passato per più di sei mesi di produzione nel deserto della Namibia e l'Australia, ma che ha messo alla luce un figliolo ammirabile e rivedibile con piacere.
E' tornato e si è portato le amiche dell'ospizio
Un figliolo candidato a ben dieci premi Oscar, il 28 febbraio 2016, che sono:

Candidatura per il miglior film

Candidatura per il miglior regista a George Miller
Candidatura per la miglior fotografia a John Seale
Candidatura per il miglior montaggio a Margaret Sixel
Candidatura per il miglior sonoro a Chris Jenkins, Gregg Rudloff e Ben Osmo
Candidatura per il miglior montaggio sonoro a Mark Mangini e David White
Candidatura per la miglior scenografia a Colin Gibson e Lisa Thompson
Candidatura per i migliori costumi a Jenny Beavan
Candidatura per il miglior trucco e acconciatura a Lesley Vanderwalt, Elka Wardega e Damian Martin
Candidatura per i migliori effetti speciali a Andrew Jackson, Dan Oliver, Andy Williams e Tom Wood

Spero nei premi tecnici, ma sopratutto in quello per Miglior regista.

Vedetevelo nell'attesa di sapere se e quali omini dorati si porterà a casa.


Titolo originale Mad Max: Fury Road 

Lingua originale inglese 
Paese di produzione Australia, Stati Uniti 
Anno 2015 
Durata 120 min 
Audio Dolby Digital, SDDS 
Rapporto 2,35:1 
Genere avventura 

Regia George Miller 

Sceneggiatura George Miller, Brendan McCarthy, Nico Lathouris 
Produttore Doug Mitchell, George Miller, P.J. Voeten 
Produttore esecutivo Bruce Berman, Graham Burke, Iain Smith 
Casa di produzione Kennedy Miller Productions, Village Roadshow Pictures 
Distribuzione (Italia) Warner Bros. 
FotografiaJohn Seale 
Montaggio Jason Ballantine, Margaret Sixel 
Musiche Junkie XL 
Scenografia Colin Gibson 
Costumi Jenny Beavan 
Trucco Natasha du Toit, Lian van Wyk 

Interpreti e personaggi

Tom Hardy: Max Rockatansky
Charlize Theron: Imperatrice Furiosa
Nicholas Hoult: Nux
Hugh Keays-Byrne: Immortan Joe
Josh Helman: Slit
Nathan Jones: Rictus Erectus
Rosie Huntington-Whiteley: Angharad la splendida
Zoë Kravitz: Toast la sapiente
Riley Keough: Capable
Abbey Lee: Dag
Courtney Eaton: Cheedo la fragile
John Howard: Il Mangiauomini
Richard Carter: Il Fattore
iOTA: Doof Warrior
Angus Sampson: Organic Mechanic
Jennifer Hagan: Miss Giddy
Megan Gale: Valchiria
Melissa Jaffer: Custode dei semi
Gillian Jones, Joy Smithers, Melita Jurisic, Antoinette Kellerman, Christina Koch: Vuvalini
Jon Iles: Ace
Quentin Kenhian: Corpus Colossus
Coco Jack Gillies: Glory la bambina
Chris Patton: Morsov
 
Doppiatori italiani

Marco Foschi: Max Rockatansky
Claudia Catani: Imperatrice Furiosa
Flavio Aquilone: Nux
Angelo Nicotra: Immortan Joe
Gabriele Tacchi: Slit
Alberto Angrisano: Rictus Erectus
Valentina Favazza: Angharad la splendida
Erica Necci: Toast la sapiente
Joy Saltarelli: Capable
Giorgia Brasini: Dag
Roisin Nicosia: Cheedo la fragile
Enzo Avolio: Il Mangiauomini
Massimo Lopez: Il Fattore
Graziella Polesinanti: Miss Giddy
Barbara De Bortoli: Valchiria
Vittoria Febbi: Custode dei semi
Melita Martello, Franca D'Amato: Vuvalini
Enrico Pallini: Ace

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