martedì 26 marzo 2019

Mercurio Loi - La morte di Mercurio Loi

Mercurio Loi N° : 16
La morte di Mercurio Loi

Soggetto e Sceneggiatura: Alessandro Bilotta 

Disegni: Matteo Mosca 

Copertina: Manuele Fior 
Colori: Francesca Piscitelli 

Periodicità: bimestrale 
Uscita: 22/03/2019 
Formato: 16x21 cm, colore 
Pagine: 96 
Codice a barre: 977253232204290016 
Prezzo: 4,90€

Mercurio Loi ha segnato il passo. Nessuno lo vede più, nessuno sa dov'è, nessuno sa se sia ancora vivo. Al suo posto sono, ora, in quattro a rivendicarne l'identità: un bambino decisamente sveglio, un camminatore smemorato, un investigatore dalla labili deduzioni ed un professore. Neanche Ottone, seppure in rotta con lui, più vicino a Tarcisio Spada e promotore di moti carbonari sussultanti, non ha indizi su cosa possa essergli successo. Forse, solo un veggente potrebbe sapere quale è stato il destino del Professore e la sua visione non è delle migliori.

Si chiude con il sedicesimo numero, evento ormai certo da quasi un anno, la serie di Alessandro Bilotta che ha avuto il coraggio di impegnare, prima mensilmente, poi bimestralmente, la mente dei lettori Bonelli. O, per lo meno, di coloro che hanno voluto impegnarsi nella lettura di un fumetto decisamente diverso dal solito.
Nella prefazione lo stesso autore cerca di convincerci e di convincersi che il destino di questa testata non poteva essere un altro. Cerca di suggerirci che un cammino ha un inizio ed una fine, che non ha senso vagare all'infinito rischiando di ripetersi e cercando di sopravvivere, e che ci si deve fermare quando è il momento. Posso essere d'accordo con questo suo punto di vista, ma non posso che essere dispiaciuto del destino toccato a questo personaggio diverso ed innovativo. Mercurio non era fisicamente gradevole, non aveva un carattere facile, non cercava avventure, ma viveva quello che la giornata gli offriva, fosse una rissa, un amore, un piatto di cucina. Forse, per il lettore medio, ha pagato la mancanza di uno scopo, un nemico da affrontare. Tarcisio, alla fine, rimane sullo sfondo delle vicende, non abbiamo lo scontro definitivo delle cascate Reichenbach, il nostro Sherlock solitario non si confronta con il Professor Moriarty, che ha creato. Il tutto resta sospeso in favore della vita quotidiana e di una narrazione avventuroso/sentimentale che coinvolge più la mente che il testosterone del lettore.

Alessandro Bilotta ha dato vita ad un personaggio inconsueto per il panorama fumettistico. Ha giocato il jolly ed ha raccolto premi a non finire in tutte le manifestazioni possibili. La sua capacità narrativa legata allo staff di disegnatori (Mosca, Bergamo, Ponchione, Casertano, Gerasi, ecc), alla scelta dei colori (Righi e Piscitelli su tutti),  alle pittoriche copertine di Manuele Fior (questa dell'ultimo numero è quella che mi piace meno), hanno segnato una stagione del fumetto italiano. Storie fini, difficili, complicate, intricate e con un testo da leggere: non possiamo fare altro che ringraziarlo.

Ma dove è andato a parare Mercurio Loi? Verso dove si è mosso? Siamo partiti dall'avventura pubblicata su Le Storie o ci siamo arrivati? Avete provato a confrontare l'ultima pagina di questo numero con la prima del Le Storie? Vi è venuto qualche dubbio? Una volta chiariti, o lasciati in sospeso per nostra volontà, i dubbi è il momento di ringraziare chi ci ha tenuto compagnia in questi tre anni.

Ringraziare Bilotta e Mercurio, ma, anche, l'editore che ci ha creduto finché ha potuto. Mi auguro che, almeno, una volta all'anno possa capitare di scendere in edicola e di trovare la sorpresa di un nuovo, lungo, albo di Mercurio Loi che ci possa allietare. Me lo auguro, ma ci credo poco, visto che tra non molto partirà il nuovo progetto di Bilotta Eternity, il cui primo numero sarà disegnato da Sergio Gerasi e che esordirà nel 2019 per l'etichetta Audace della Bonelli.

Si chiude così, com'era iniziata la sua avventura a colori, con Bilotta/Mosca/Piscitelli/Fior la storia conosciuta di Mercurio Loi, passeggiatore senza meta della Roma pontificia del 1826.

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