martedì 4 settembre 2018

Dylan Dog - La macchina che non voleva morire

Dylan Dog N° : 384
La macchina che non voleva morire

Soggetto e Sceneggiatura: Gigi Simeoni

Disegni: Sergio Gerasi
Copertina: Gigi Cavenago

Periodicità: mensile
uscita: 29/08/2018
Prezzo: 3.50€

E' giunto il momento. Dylan Dog deve sbarazzarsi del suo amato maggiolone, che da una vita intera è con lui. Le normative che regolano il rispetto dell'ambiente sono diventate più stringenti negli anni ed ora le emissioni nocive dell'amato superano i limiti permessi per circolare. Mettere in vendita il maggiolone e cambiare macchina è, quindi, l'unica scelta. Quasi contemporaneamente qualcuno alla guida di un'autovettura bianca sta uccidendo persone a casa sulle strade nei dintorni di Londra. Dylan sarà coinvolto nell'indagine e dovrà lavorare fianco a fianco con Rania.

Non si era mai vista una storia con protagonista l'auto di Dylan Dog fino ad oggi. Bisogna riconoscere che Gigi Simeoni ha svolto un ottimo lavoro. Ha creato una storia ricca di riferimenti alle avventure passate di Dylan ed ha spinto sull'acceleratore del nuovo corso voluto da Recchioni. Sembra si stia avvicinando il Ciclo della Cometa e bisogna iniziare a mettere le figurine sulle caselle giuste. Bisogna far tornare alla ribalta i tentacoloni, bisogna ricucire (fin troppo velocemente) il rapporto tra Rania e Dylan, bisogna mettere il telefonino in mano a Dylan (senza che Groucho sia presente). Insomma bisogna mettere un po' di carne al fuoco. Simeoni ci riesce molto bene. Unica domanda che pongo alla sua storia è: da dove li trova Dylan tutti i soldi che spende in questo albo?
Sergio Gerasi, fresco della vittoria del Premio Pazienza come miglior autore completo di una graphic novel, si mette alle matite ed alle chine di questo albo. Devo ammettere che le prime volte che l'ho visto all'opera sulle pagine del mensile di Sclavi non è che mi abbia convinto molto. In questo numero, invece, l'ho trovato decisamente calzante. La sua arte si è ben integrata con la storicità del personaggio. Ho trovato il suo tratto in risonanza con la testata e, seppur conservando la sua riconoscibile personalità, non ha travalicato i protagonisti che è andato a ritrarre.

Un numero interessante, tra i migliori dell'anno se si escludono certi passaggi troppo netti, che si mantiene ad alti livelli pur venendo dopo Profondo Nero.

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