lunedì 10 settembre 2018

Nathan Never - Il poeta

Nathan Never N° : 327 
Il poeta

Soggetto e Sceneggiatura: Bepi Vigna 

Disegni: Romeo Toffanetti 
Copertina: Sergio Giardo 
  
Periodicità: mensile 
uscita: 18/08/2018 
Prezzo: 3,50€

Joe Vengeance è considerato il più grande poeta multimediale del suo secolo. Come tanti artisti attraverso i secoli, ha scelto di vivere isolato dal mondo in una tenuta dove pochissime persone sono ammesse. Nel mondo reale è considerato un personaggio eccentrico e particolare e continua ad influenzare il ogni forma d'arte dal suo eremo. Qui, da tempo, sta sperimentando nuovi metodi di comunicazione e di intrattenimento basate sull'induzione neurale, così da permettere al fruitore della sua arte di immergervisi completamente.
L'età, però, gli fa mettere in discussione le sue capacità mentali. A volte, nei suoi ricordi entrano particolari, dettagli o strutture portanti, che lui è certo di non aver mai vissuto. Temendo di essere sulle soglie di una follia che potrebbe ostacolare le sue creazioni, decide di ingaggiare Nathan Never, Agente Alfa, per indagare sul suo passato e ricostruire i suoi ricordi aderendo alla realtà che ha vissuto.



Come si può notare sfogliando le pagine digitali di questo blog, le mie incursioni nel mondo di Nathan Never, pur essendone stato un lettore affezionato per decenni, si sono fatte sempre più rade. La pessima esperienza generata dall'acquisto delMagazine della Fantascienza 2018ha ulteriormente minato la fiducia nella gestione della casa editrice per il futuro di questo personaggio. L'immersione nel primo numero nuovo Generazioniha deluso le mie aspettative, ma non potevo esimermi da acquistare l'albo scritto da Bepi Vigna e disegnato da Romeo Toffanetti, coppia storica per lo sviluppo del personaggio nato dalla mente di Medda/Serra/Vigna, che si preannunciava di apicale importanza, perlomeno, per la collana.
Intanto con Il Poeta veniamo introdotti in una storia divisa in due parti (quindi parliamo di circa 200 pagine di Vigna/Toffanetti, e non so se mi spiego). L'incipit può sembrare abbastanza semplice: un anziano che vive isolato sente che la sua mente non è più quella di una volta e vuole capire il perché. Con Vigna in cabina di regia, chi cura soggetto e sceneggiatura è sempre da apprezzare (sopratutto se si tratta di uno di coloro che ha tenuto a battesimo il personaggio), però, non sono così lineari e non potrebbe essere diversamente. Vigna realizza una sceneggiatura onirica ed allo stesso tempo con i piedi ben piantati per terra. Avendo tempo per narrare, lo scrittore sardo si prende i suoi spazi per introdurre la figura di Vengeance ed offrircene un ritratto a 360°, mantenendo dei punti volutamente oscuri. Oltre ad un gran lavoro di scrittura per posizionare sul tappeto le carte nel modo più opportuno, Vigna non si tira indietro neanche a livello letterario e di ricerca. Nei momenti in cui assistiamo i personaggi nelle loro immersioni nell'induzione neurale veniamo accompagnati nel viaggio da quelle che possono essere definite poesie narrative ad alto tasso di coinvolgimento. Una scrittura ricca, immersiva, che non può fare a meno di coinvolgere il lettore. Una scrittura che capita sempre più raramente nei mensili contemporanei.


Preferire non parlare, invece, del lavoro grafico svolto da Romeo Toffanetti. Il pittore, disegnatore, artista, argentino non si limita a portare a casa il compitino, a tirare via le tavole, a disegnare Nathan Never. Toffanetti è qualcosa di strepitoso ed incredibile. Non lascia uno spazio che sia uno di una vignetta che sia una libera dal suo tratto. Coinvolge il lettore dalla prima linea al drammatico finale della prima parte. Introduce un numero incredibile di riferimenti storico/letterari/fumettistici/cinematografici/religiosi che per notarne un decimo non basterebbe una settimana passando alla lente di ingrandimento ogni singola tavola. Non apre mai il cielo per tutta la storia. I personaggi si trovano sempre ad agire sotto un cielo nuvoloso, plumbeo, basso se non, spesso, direttamente sotto la pioggia. Le sequenze di induzione neurale sono, poi, il punto dove tutto si congiunge. Tavole nere nelle quali sono scavati sia i personaggi che le vivono, sia gli oggetti con cui interagiscono. Sono il compendio ideale per le didascalie pensate da Vigna. Il suo lavoro di caratterizzazione dei personaggi è approfondito, tanto da regalarci una strepitosa Rachel Nexus (non è che il nome ci ricorda qualcosa?). Anche la griglia delle tavole si presenta insolita, sia per casa Bonelli che per il mercato italiano, tanto da lasciare fluttuare i personaggi al loro interno. Durante il periodo trascorso in immersione, le tavole con il bordo nero, abbiamo la possibilità di ammirare tutta la libertà creativa con la quale Toffanetti ci coinvolge.


La copertina risulta essere anch'essa un esperimento. Sergio Giardo la realizza doppia, nel senso che sul numero che ho in mano ho la prima parte di un'illustrazione che proseguirà sulla copertina del numero seguente. Un'ottima idea per dare l'idea della continuità della storia. Immagino, anche, la difficoltà che abbia avuto per traslare quanto presente nell'albo in un'unica immagine. Io apprezzo tantissimo Giardo come disegnatore, basta vederlo all'opera sul numero di Generazioni in edicola ad agosto 2018 e guardare il suo pregresso su Nathan Never e su Jonathan Steele, per capire il perché. Ciò che mi lascia sempre perplesso delle sue copertine per Nathan Never (di cui è titolare dal numero 250 in poi) è la scelta dei colori che, a mio parere, appiattiscono ciò che è, sicuramente, la sua magnifica immagine in bianco e nero.

Un albo da leggere al momento dell'acquisto, da rileggere una seconda volta, da leggere prima di affrontare la seconda parte della storia.

Se tutto si manterrà a questi livelli e non fatico a crederlo, ho un consiglio per la Sergio Bonelli Editore: raccogliere le due storie in un volume unico, cartonato, allegare la sceneggiatura di Bepi Vigna, gli studi dei personaggi di Toffanetti e realizzare un compendio di tutte le citazioni grafiche rappresentate. Ah! Il tutto a colori, ma colorato da Romeo Toffanetti che è l'unico a poter rendere cromaticamente ciò che ha portato con grande capacità sulle tavole in bianco e nero. Non facciamo scherzi. Anche se so che Romeo non ama molto la parte di colorazione.



Imperdibile.

Nessun commento:

Posta un commento