lunedì 5 novembre 2018

Dylan Dog - Hyppolita

Dylan Dog  N° : 386 
Hyppolita

Soggetto e Sceneggiatura: Giancarlo Marzano

Disegni: Piero Dall'Agnol, Francesco Cattani 

Copertina: Gigi Cavenago 
  
Periodicità: mensile 
uscita: 27/10/2018 
Prezzo: 3.50€

Londra. Prima della Meteora.
Il Giardiniere innesta fiori rari nelle teste delle sue vittime. Sepolte fino al collo, rimossa la calotta cranica, le lascia lì, in modo che siano trovate dagli investigatori. Solo una donna sa chi è l'assassino. Anziana, con un passato doloroso alle spalle, confida a Dylan Dog che il colpevole di quelle efferatezze altri non è che suo figlio. Dato in adozione che era ancora un bambino, ora, dovrebbe essere un uomo, che lei non hai mai più visto. Come fa a sapere che è lui il colpevole? La guida l'istinto materno. Potrà l'Indagatore dell'incubo tranquillizzare una madre trovando suo figlio e dimostrandole che si sbaglia?

Non capisco perchè si siano messi in due, Piero Dall'Agnol e Francesco Cattani, a realizzare i disegni di questo albo dato che hanno ottenuto un risultato decisamente pessimo. Carpenter che cambia forma e dimensione a seconda delle sequenze in cui è coinvolto, Dylan che sembra spesso un ragazzino di quattordici anni, anzichè un uomo di quaranta (possibile che gli zigomi vadano e vengono a seconda di chi lo disegna?), Un ritmo dettato dalle vignette che fatica a coinvolgermi e che utilizza inquadrature molto didascaliche che non mi hanno stupito più di tanto.
Il tutto per realizzare una storia che parte da un concetto un po' più profondo del solito. Non è facile trovare accenni alla maternità sulle pagine del mensile ideato da Tiziano Sclavi, qui l'argomento viene trattato da un punto di vista già noto, ai frequentatori del genere, ma che ci offre qualche sorpresa. Mi è piaciuta la motivazione che Mignacco ha utilizzato per far accettare da Dylan il caso di Hyppolita, mi è piaciuta l'indagine convergente di Carpenter e Rania, mi è piaciuto il finale (che mi aspettavo, ma del quale non attendevo la motivazione del gesto).

Una storia che si lascia leggere con facilità, che offre qualche spunto di riflessione per l'argomento trattato, ma che risente del due alle matite.

Ultimo numero prima del ciclo della Meteora ideato da Recchioni per giustificare il suo lavoro su Dylan Dog, prima del suo probabile addio ai primi del 2020. Più di un anno di storie legate tra loro ci attende. Speriamo che sia un crescendo di coinvolgimento e di intrighi, che vedano coinvolti i personaggi visti in questi ultimi tre anni.

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