sabato 3 novembre 2018

Speciale Le Storie - L'inquisitore

Speciale Le Storie N° : 5 
L'inquisitore

Soggetto e Sceneggiatura: Gianfranco Manfredi 

Disegni e Colori: Antonio Lucchi 
Copertina: Aldo Di Gennaro 

Periodicità: annuale 
uscita: 12/07/2018 
Prezzo: 6,30€

E' l'anno del Signore 1610, quando Luis De Santiago, inquisitore dalla Sacra Romana Chiesa, raggiunge il limite. Non è la sua Fede a vacillare, ma la sua credenza nell'esistenza della stregoneria. Il suo operato è, di fatto, una sfida alla Chiesa di Roma: se ritengono che sbagli devono rispondere ai suoi dubbi. Dopo aver salvato la vita alla morisca Amanda, decide di ritirarsi nella sua residenza a Santiago de Compostela, ma una notizia giunge a turbarlo. In un remoto villaggio i morti tornano in vita. Stregoneria? Immaginazione popolana? O, peggio, realtà?

E' un paio d'anni che la creatura di Gianfranco Manfredi, l'avventuriero Adam Wild (un eroe che sarebbe stato bene nella Bonelli degli albori, ma che non ha retto ai tempi moderni) è scomparso dalle edicole. E', quindi, tanto che, in mia coscienza non leggo niente di suo.
Con L'inquisitore, Manfredi, milanese classe '48, torno tra le mie mani. A convincermi dell'acquisto è stata la copertina di Aldo Di Gennaro, che ho trovato tanto classica quanto evocativa ed esagerata. Mi sono detto, allora, che questo albo di 128 pagine sarebbe potuto essere interessante. Come è andata? Mmhhh.
La storia, tanto quanto l'idea di un Inquisitore in crisi, è interessante. Il mio problema si è verificato con il ritmo narrativo: non avrei scelto quel cambio di scena a pagina 67, ma l'avrei messo in una pari, avrei preso più tempo per raccontare alcune situazioni, sia nella prima che nella seconda parte, con maggiore chiarezza. Probabilmente aveva un numero limitato di pagine a disposizione ed ha dovuto gestire qualche taglio netto.

Antonio Lucchi, sassarese di trent'anni più giovane di Manfredi, ha lavorato con Gianfranco su Adam Wild dopo aver l'attenzione su di se grazie alla collaborazione con Paola Barbato per Davvero.
Il disegno ha un tratto originale e distintivo. La vera caratterizzazione dei personaggi avviene, però, grazie all'uso del colore. Qui non si va al risparmio e Lucchi se la gioca con gli acquarelli e realizzando ogni pagina, fino ad ogni vignetta, come fosse un quadro in piccolo. Ogni colore è scelto con cura per, al meglio, far risaltare la situazione ed ogni decisione si rivela presa in modo oculato. Probabilmente, questo Speciale ha lo stesso problema di quello di Terra e di quello di Brendon: la carta non permette al colore di esprimere tutta la sua potenza.

Un'idea interessante, con un bel potenziale. Anche se qualcuno potrebbe rimanere deluso dal finale.

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