lunedì 26 novembre 2018

Sprayliz

Nel 1992, dalla matita e dall'inventiva di Luca Enoch, nasce un bella figliola mora di nome Elizabeth Petri. L'allora trentenne autore completo, nato a Monza e trapiantato a Milano, viene da alcuni lavori di successo (Raptus, Berserk, per citarne un paio) e sull'Intrepido riesce a farla debuttare con il nome d'arte di Sprayliz. A guardarlo oggi, nel momento in cui il fumetto sta penetrando anche nelle vite di coloro che lo hanno sempre considerato un intrattenimento per bambini, è sconcertante scoprire quanta carne la fuoco avesse già messo in quegli anni. 
Già da subito capiamo di non trovarci davanti a qualcosa di classico, o come molti in senso inopportunamente dispregiativo dicevano Bonelliano. Nelle prime pagine incontriamo una ragazza di sedici anni, appartenente ad una famiglia medio borghese, che di notte esce a realizzare graffiti (quelli veri, non le Tag che imbrattano i muri delle case) e che sfida la polizia a catturarla. La stessa ragazza, scoperta da un poliziotto nero, entra in casa dell'uomo (violazione di domicilio), lo lega al letto con le manette (sequestro di persona) e lo obbliga ad avere un rapporto sessuale con lei (violenza sessuale) che è minorenne e minaccia di raccontarlo in giro se lui prova a denunciarla (ricatto). Che poi si innamorino, o per lo meno che instaurino una relazione di stabilità incerta, è una conseguenza del fatto che entrambi siano "belli". 
E questo è solo l'inizio.


Enoch non si risparmia nella critica sociale. Sostiene l'utilità dei centri sociali come aggregatori di persone per la diffusione di cultura e per la nascita di nuovi interessi, condanna l'uso di droghe leggere e pesanti. Introduce quella realtà nuova che si chiama Internet e ne fa argomento di alcuni capitoli. Critica la politica ottusa e corrotta, lo sfruttamento della credulità popolare da parte di religioni senza scrupoli, ci avvisa del latente fascio nazismo che non muore mai e della, possibile, ipocrisia di chi lo pratica, sottolinea come nella Polizia possano esserci, oltre ad un gran numero di devoti servitori della legge, corrotti e violenti che non rispettano regole e diritti. Mette in rilievo argomenti come la bisessualità, l'omosessualità, quella che oggi sarebbe chiamata fluidità sessuale, e la loro accettazione nel sociale suo contemporaneo.
Sprayliz, insomma ha sdoganato, in modo intenso, con molto anticipo, argomenti di cui ancora adesso si fa fatica a parlare.
La scrittura di Enoch, inoltre non è semplicistica. Si vede che l'autore ha donato tanto di se stesso al progetto, che lo ha accompagnato per quattro, intensi, anni della sua vita ricchi di premi, soddisfazioni e qualche delusione. Tutti gli albi (parlando dell'edizione Cosmo), sopratutto gli ultimi, sono di una densità verbale impressionante. Al giorno d'oggi trovare fumetti commerciali, da edicola, così intensi e fecondi è decisamente difficile.

Una densità che mai si è attenuata è quella dei disegni. Io non mi capacito di come una mente umana possa essere stata così fertile e attenta. Proprio per questo motivo meritano discorsi a parte personaggi e sfondi.
Si potrebbe pensare che Sprayliz abbia un cast ridotto, ma non è così. Oltre a Lyz e Kate (l'amica del cuore di Lyz, che ha una cotta per lei che si spinge ad esplorazioni decisamente intime) si alternano così tanti comprimari che è difficile ricordarli tutti: C'è Kaifa, writer bianco, che tenta di strappare Lyz a Abe, il poliziotto nero di prima. C'è Kinnock, poliziotto corrotto e violento che ha come solo scopo nella vita quello di arrestare, violare, annullare, deturpare la protagonista, il Sindaco Brown, nero, corrotto, sindaco della città, che lo ha sguinzagliato. B.B., Don Luigi, Pino, Therese, Cazza, Desdemona, Freak e tanti altri che si alternano al fianco delle protagoniste in questo teatro, ognuno con un suo ruolo definito.
L'ambiente. Qui c'è da diventare matti. Il Macondo, la città, i muri, i graffiti, le macchine, i dettagli, la precisione. Un delirio che l'occhio non vuole lasciare. Durante la lettura non viene spontaneo girare la pagina. Si vuole restare lì a guardare tutto, a non perdersi un tratto, ma si sa che, riuscendo a proseguire, la pagina dopo sarà, ancora, un'altra ricca sorpresa. Sprayliz è tutto così. Bello una pagina dopo l'altra. Anche se, a mio parere, l'uso dei retini negli ultimi capitolo mi è sembrato sminuisse la fatica di Enoch.



Ma si è parlato anche di delusioni. Eh, sì. Come detto, la signorina Pietri nasce sulle pagine dell'Intrepido nel 1992, ma poi la testata chiude. Conoscendo la qualità del prodotto, Star Comics non si lascia sfuggire l'occasione di tentare di contrastare Bonelli con fumetto italiano dello stesso formato, ma molto più aggressivo. Qui iniziano le incomprensione tra autore ed editore, sarà un caso che inizia ad apparire in ogni storia un venditore abusivo di patate?, tanto da decretare la chiusura della testata nel 1996. E pensare che solo pochi mesi prima, Enoch, si è portato a casa il premio Fumo di China sia come miglior autore completo che, per la sua creatura, quelli di miglior personaggio e miglior testata. A mettere il dito, piacevolmente, nella piaga ci pensa anche la manifestazione milanese Cartoomics, attraverso il supporto della rivista If, premiandolo, sempre nel 1996, come Promessa del Fumetto Italiano.

Una Promessa invero mantenuta.
Enoch, giusto per divagare, nel 1999 ha iniziato a sottoscrivere contratti importanti con la Sergio Bonelli Editore. Qui ha avuto piena libertà ed ha dato alla luce altre figure femminili importanti come Gea e Lilith, oltre ad aver contribuito al debutto in solitaria di Legs Weaver. In tempi più recenti, invece, ha dato vita con Vietti ad uno dei fumetti di maggior successo, sempre in Bonelli, degli ultimi anni: Dragonero.
Per i fatti suoi, insieme al grande disegnatore Mario Alberti, ha creato Morgana, per il mercato francese. Da recuperare.

Quindi? Sprayliz? Si trova in commercio la nuova, di una annetto fa, versione dell'Editoriale Cosmo. Ha prezzi variabili da numero a numero, ma rimane intorno ai 5€ più o meno e si trova scontato del 15% in diverse piattaforme di commercio on-line di libri. E' una buona edizione, curata con l'aggiunta di pin up d'epoca dell'autore, in formato Bonelli, così non disarmonizza la vostra libreria. E' un fumetto da leggere e far conoscere perché ci offre uno spaccato di quello che era, ed è ancora, la nostra società. E' da leggere perché è un fumetto che se fosse "nuovo" oggi non verrebbe mai pubblicato. Tratta, anche con ironia e leggerezza, tematiche che vanno contro il politically correct, di americana importazione, che oggi va tanto di moda e che ci impedisce di dire, veramente, ciò che pensiamo.

Per me è stata una fortuna riscoprirlo adesso.

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