venerdì 11 giugno 2010

Capitan America - Il Prescelto

Il caporale James Newman è in missione per conto dell'esercito americano in Afghanistan. Il dovere per la sua patria non gil fa dimenticare il suo sogno: tornare presto da sua moglie e suo figlio negli Stati Uniti. Una normale missione di trasferimento si trasforma in un agguato da parte dei fondamentalisti. Il convoglio sul quale viaggia il caporale viene attaccato da uomini con mitra e bazooka. La situazione si fa disperata, solo un miracolo potrebbe aiutarli. Ed il miracolo accade: Capitan America accorre in aiuto di Newman, lo esorta a vincere la paura che lo frena ed a salvare i suoi compagni finiti sotto il fuoco nemico. Incoraggiato da Cap, il caporale, riesce a portare in salvo i suoi uomini, ma quando si volta per ringraziarlo lui è già sparito, e nessun altro l'ha visto.
Una nuova, claustrofobica, difficoltà si pone sulla strada di Newman: l'esercito americano ha scoperto e bombardato un villaggio di ribelli nel quale era nascosto un grande quantitativo di armi. Per trovare e distruggere gli armamenti si devono inoltrare in un tunnel di grotte pericolanti per la pioggia di bombe. Per poter eseguire l'ordine James deve vincere una suo fobia infantile per le caverne. La situazione peggiora quando, trovato il deposito, gli ultimi superstiti fondamentalisti li attaccano con bombe a mano, all'interno della grotta. Gli americani sopravvivono, i ribelli vengono uccisi, ma le deflagrazioni fanno crollare l'entrata della caverna bloccando i soldati all'interno. Tutti feriti o storditi devono essere aiutati da James, già in difficoltà. Ancora una volta Capitan America appare per aiutarlo, ed ancora una volta il caporale è il solo in grado di vederlo e sentirlo. Nello stretto spazio il sentir parlare un loro compagno con il nulla preoccupa i sopravvissuti. Anche il caporale crede di impazzire.
E' il turno di Cap di spiegare la sua presenza. Lui, che deve i suoi poteri al Progetto Rinascita del 1941, ora sta morendo. Gli stessi elementi che hanno contribuito a crearlo ora lo stanno distruggendo. In poche settimane colui che era uno dei più grandi eroi di tutti i tempi è stato obbligato a cedere alla malattia. Senza più la possibilità di muoversi, il suo fisico, ha sviluppato due capacità straordinarie: la visione e la proiezione a distanza. L'ultimo suo contributo agli ideali che ha sempre perseguito vuole essere, attraverso questi nuovi poteri, quello di trovare un suo erede, al quale infondere il coraggio degli eroi. Apparendo e stimolando i sentimenti profondi nel caporale Newman sta cercando di svolgere proprio questo compito. A questo si aggiunge il Progetto Moltitudine: infondere un po' di "Capita America" in tutti gli esseri umani ricettivi.
Portato a termine il suo compito Capitan America morirà.

Non so se questa storia sia definibile proprio un What if, anche si ci va molto vicino. Scritta nel 2007, dopo la morte di Capitan America alla fine di Civil War, questa storia è stata realizzata da un team particolare: David Morrell e Mitch Breitweiser.
David Morrell è il creatore di John Rambo, il personaggio cinematografico interpretato da Sylvester Stallone nei primi anni 80, protagonista di Primo Sangue, romanzo scritto da Morrell nel 1972. Qui lo troviamo al suo, convincente, debutto nel mondo dei comics, grazie all'opportunità fornitagli dalla Marvel. Morrell, di cui non avevo mai letto alcunché, si mostra uno scrittore capace di creare la suspense in ogni situazione. Esemplare è la sequenza durante la quale i soldati sono intrappolati nelle grotte. Il ritmo impartito, la giusta tensione e l'abile interpretazione di un personaggio radicato nell'immaginario rendono questa storia un piccola perla. Per tanti fumetti, o libri, si può immaginare come anche un altro eroe avrebbe potuto sostituirsi al protagonista scelto. In questa storia è impossibile. Nessun Spiderman, Hulk, Iron Man, potrebbe mai essere adatto allo script concepito da Morrell. L'autore è riuscito a studiare, e capire, il personaggio fino in fondo, sfruttando i lati unici per creare una storia memorabile.
Mitch Breitweiser non è nuovo a lavorare con la Casa delle Idee, ma io non mi sono mai reso conto di aver letto storie da lui disegnate (probabilmente perché ha lavorato soprattutto su collane come Hulk od i Fantastici 4). L'impatto con il suo tratto realista e spigoloso lascia disorientati per le prime due pagine, poi ci si accorge dello straordinario talento di cui è dotato questo giovane autore. I toni di colore utilizzati costantemente sono molto scuri e sabbiosi, le uniche note di luce e speranza vengono dalle fotografie in mano al caporale Newman o da singole immagini dei suoi ricordi. Come detto uno stile realistico ed interessante, che ricorda molto opere come Kingdom Come e Marvels, capolavori illustrati ad Alex Ross.

Da leggere per risvegliare in noi quei valori sopiti che mai dovrebbero dormire.

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