lunedì 7 giugno 2010

A Serious Man

Siamo nel 1967. In Minnesota, Larry Gopnik sta passando un brutto momento. In attesa di passare a professore di ruolo all'Università del Midwest la sorte sembra remargli contro. Sua moglie intrattiene una relazione sentimentale con un amico di famiglia e vuole il gent, il divorzio rituale, e lo spedisce a vivere in un motel, suo figlio fuma spinelli in quantità industriale, sua figlia gli ruba soldi dal portafogli per potersi permettere una rinoplastica, suo fratello viene più volte arrestato per motivi differenti, il suo vicino di casa tenta di impossessarsi di parte del suo prato per costruire una rimessa per la barca, l'altra sua vicina lo affascina prendendo il sole al naturale, un suo studente coreano per rimediare ad una insufficienza tenta di corromperlo. Di fronte a tutto questo il suo comportamento rimane sempre rispettoso del prossimo, in modo da non recare nessuna frizione od attrito. Da buon credente cerca aiuto in tre diversi rabbini in modo da perseguire la strada dell'uomo serio, ma non gli sono di molto aiuto.

Un film strettamente ebraico. Sia dal prologo, avulso dal resto del film, sia nelle metafore, nei comportamenti e nell'intimo della storia raccontata. Candidato all'Oscar come miglior film nel 2010, risulta essere estremamente monocorde. I dialoghi hanno anche vette di ironia, ma per lo più rimangono su un tono basso, il ritmo è estremamente lento e la regia didascalica. Probabilmente per alcuni questi possono essere pregi, ma a mio gusto rendono un corto di 35 minuti un film di 105.

A Serious Man, Michael Stuhlbarg Richard Kind, prodotto-scritto-diretto da Joel Coen ed Ethan Coen, 105 min, Relativity Media, 2009.

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