Martin Mystère n. 309, bimestrale
Il prigioniero della laguna
Soggetto e sceneggiatura: Carlo Recagno
Disegni: Luigi Coppola
Copertina: Giancarlo Alessandrini
Martin Mystère è seduto solitario su una panchina di Porto Gruaro, attendendo qualcuno. Una chiamata mysteriosa alla sua abitazione a New York l'ha fatto precipitare nella cittadina veneta senza pensarci due volte. Ma chi è che l'ha chiamato? Nessuna idea gli viene in mente. Giunge alle sue spalle un ragazzino ed inizia a parlargli come se lo conoscesse, e gli dice di essere la nuova incarnazione di Giacomo Casanova. Martin rimane sbalordito, ma il ragazzino gli illustra troppi particolari della vita del nobile veneziano noti solo a Casanova ed a lui. Si perché Casanova e Mystère si erano già incontrati anni prima ed avevano avuto una disserzione su argomenti che il giovinetto conosce benissimo. Il Detective dell'Impossibile si decide ad aiutarlo. Seguendo le indicazioni fornitegli si reca in un'osteria di Venezia e da lì viene catapultato nella Venezia del 1755.
Negli specchi vede un'immagine che non è la sua. Si trova a vivere all'interno del corpo di un altro, un agente segreto. Indagherà sui misteriosi motivi che hanno portato all'incarcerazione del Casanova originale e su un mystero che lo porterà a conoscenza di un recondito segreto custodito sotto la città di Venezia, nascosto dalle profondità marine.
Una storia ben scritta da Carlo Recagno che ci permette di incontrare nuovamente (o per la prima volta?), ed approfondire, i misteriosi esseri apparsi anni fa sullo speciale n°4 di Nathan Never.
I disegni dell'ambientazione veneziana hanno messo a dura prova le capacità di Coppola. Uno stile alla "Alessandrini" che, nonostante le difficoltà incontrate, si rivela all'altezza della storia.
La bimestralità ha fatto bene alla storica testata di Sergio Bonelli. Le storie sono più curate e le tematiche trattate più originalmente articolate. Il bello di Martin Mystère è che, anche essendo un fumetto divulgativo, si può leggere prendendosi le proprie pause, senza, necessariamente, impegnarsi in una tirata unica.
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