giovedì 10 ottobre 2013

La collina dei papaveri

Yokohama. 1963. La seconda guerra mondiale è finita da tempo, ma il Giappone ancora sta cercando di risollevarsi dalla devastazione. Lo spirito di rinnovamento è tale che tutto ciò che è vecchio viene considerato inutile, sulla spinta anche dei giochi della XVIII Olimpiade di Tokyo che avranno luogo nel 1964. Un esempio della voglia di rinnovamento eccessivo è la decisione di abbattere uno storico palazzo all'interno di un comprensorio scolastico. Il "Quartier Latin" è la seconda casa per molti studenti che qui studiano, fondano club, scrivono per il giornale scolastico e socializzano.
Umi, ragazza di 16 anni che ha perso il padre in mare durante la guerra di Corea, tutte le mattine innalza le bandiere, dalla sua casa sulla collina, per augurare ai naviganti nel mare di Yokohama buona navigazione.
Shun, 17 anni e figlio di un pescatore, è uno studente della stessa scuola di Umi, frequenta il Quartier Latin e tutte le mattine arriva al porto di Yokohama sul rimorchiatore del padre e risponde alle bandiere di Umi issandone altrettante sulla barca del padre.
Entrambi si troveranno, tra sentimenti adolescenziali, a lottare per la sopravvivenza del Quartier Latin e degli ideali di una generazione.

Il film ha avuto una lavorazione travagliata e ne risente nella resa grafica. Tutto sommato però, le scelte operate da Goro Miyazaki possono vedersi come un'impostazione diversa e danno un'impronta personale al film. Sto parlando dei fondali di ogni scena. Solitamente nei film dello Studio Ghibli la cura per l'animazione degli sfondi è maniacale, in quest'opera ogni sfondo risulta essere come un dipinto. Ognuno di essi è dettagliato, colorato e coinvolgente, ma non vi è alcuna animazione, nemmeno quando soffia forte il vento che garrisce le bandiere. Sono, appunto, solo le bandiere a sventolare e nessun albero o fiore ad ondeggiare. Tutto questo è, presumibilmente, dovuto sia ai ritardi congeniti che si sono accumulati nel 2010 nella lavorazione del film sia ai black out dovuti al maremoto del Tohoku del 2011. Narra la leggenda che gli animatori lavorassero di notte e dormissero di giorno per ridurre al minimo i rischi per possibili interruzioni.
La rosa dei personaggi secondari è molto ampia. Si va dai residenti nell'ostello della nonna di Umi ai compagni di scuola passando per pescatori e professori. Ogni personaggio è delineato con capace mano sia a livello grafico che caratteriale.
I due protagonisti sono persone semplici e gentili, che cercano di capire i loro sentimenti e che si trovano coinvolti in segreti sepolti da quasi venti anni.
La trama, quindi, nasconde più livelli di lettura che si intrecciano senza complicare la vita allo spettatore e che, anzi, rendono il film piacevole.
Azzeccata la scelta, nel doppiaggio italiano, di utilizzare forme di linguaggio arcaiche e desuete. Permette una maggiore immedesimazione nel periodo storico ricercato dal regista e degli sceneggiatori (che sono Hayao Miyazaki, Keiko Niwa).

La seconda prova di Goro alla regia. Dopo il tanto bistratto, per quanto originale ed interessante, I racconti di Terramare eccolo alle prese con una storia più sentimentale e nostalgica. Un buon film, premiato anche come Miglior film animato dell'anno nel 2012 con il 35° Awards of the Japanese Academy.
Consigliato per una serata con un film d'animazione che parla al cuore ed alla ragione.

Lingua originale Giapponese 

Paese di produzione Giappone 
Anno 2011 
Durata 87 min 
Rapporto 1,85:1 
Genere animazione

Regia Goro Miyazaki 

Sceneggiatura Hayao Miyazaki, Keiko Niwa 
Produttore Toshio Suzuki 
Casa di produzione Studio Ghibli 
Distribuzione (Italia) Lucky Red 
Character design Katsuya Kondo 
Animatori Akihiko Yamashita, Atsushi Yamagata, Kitaro Kousaka 
Musiche Satoshi Takebe 

Doppiatori originali 
Masami Nagasawa: Umi 'Mer' Matsuzaki
Iunichi Okada: Shun Kazama
Jun Fubuki: Ryōko Matsuzaki
Keiko Takeshita: Hana Matsuzaki
Nao Omori: Kazama
Shunsuke Kazama: Shirō Mizunuma
Takashi Naito: Yoshio Onodera
Teruyuki Kagawa: dirigente capo Tokumaru
Yuriko Ishida: Hokuto Kitami
 
Doppiatori italiani 
Giulia Tarquini: Umi 'Mer' Matsuzaki
Lorenzo De Angelis: Shun Kazama
Roberta Paladini: Ryōko Matsuzaki
Aurora Cancian: Hana Matsuzaki
Sara Labidi: Sora Komatsuzaka
Andrea Di Maggio: Riku Matsuzaki
Alessio De Filippis: Shirō Mizunuma
Laura Romano: Hokuto Miki
Benedetta Ponticelli: Hirokōji Sachiko
Micaela Incitti: Makimura Saori
Letizia Ciampa: Yokoyama Nobuko
Giulia Franceschetti: Kato Yuuko
Roberto Draghetti: Kazama Akio
Luca Biagini: Onodera Yoshio
Giorgio Favretto: dirigente capo Tokumaru
Gianluca Crisafi: Yoshino
Sasha De Toni: Yamazaki
Dario De Rosa: Mimura
Gianfranco Miranda: Filosofo
Stefano Miceli: Retore
Alessandro Campaiola Ward: Chimico
 
Premi 
2012 - Miglior film animato dell'anno, 35° Awards of the Japanese Academy

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