E dopo l'assenza per overdose di cibo di ieri...
Il numero del 284 di Dylan Dog, Nel Segno del Dolore, si apre con un'evocativa copertina di Angelo Stano raffigurante uno scheletrico cavaliere apocalittico in groppa ad un cavallo fantasma.
Veniamo introdotti nel mondo della superstizione, dalla sceneggiatura di Bruno Enna, Una superstizione in cui nessuno crede, ma in cui tutti si rifugiano. Una fattucchiera mette a disposizione degli infelici le capacità della figlia. Pandora, questo il nome della giovane, ha un dono terrificante: solo toccando, o peggio sfiorando, è in grado di uccidere una persona.
Gli abitanti del quartiere in cui operano sono stanchi di avere queste moderne streghe tra i piedi ed assumono Dylan per indagare su di loro. Vista l'acrimonia e l'arroganza dei suoi possibili clienti, l'indagatore dell'incubo, preferisce rifiutare. Un tarlo, però, gli rimane in testa; il suo quinto senso e mezzo ha trillato. Spinto da curiosità va di persona a trovare le "streghe" e, per una casualità, entra in contatto fisico con Pandora.
Quando poi la madre di Pandora viene uccisa nel suo appartamento e lei stessa sopravvive a stento, Dylan, decide di prendersene cura ed indagare su chi la vuole morta.
Un'indagine sui mali dell'anima, sui disagi della piccola borghesia, e sulla superstizione stessa.
Un veterano di casa Bonelli, Nicola Mari, si occupa di restituirci graficamente la sceneggiatura scritta. Il suo stile è inconfondibile; figure magre, contorni fluidi, visi emo, abbondanza di nero. Personalmente amo più altri tipi di stile, ma, a volte, il suo si adatta discretamente alle trame di Dylan Dog.
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