giovedì 28 agosto 2014

Lucy

Taipei, oggi. Lucy ci vive, alla ricerca di un nuovo futuro, ma la sorte la mette in mezzo in un gioco più grande di lei. Incastrata per una consegna in un hotel, si trova a far di conto con spacciatori cinesi ed una nuova droga. Testimone di fatti cruenti, viene rapita, sedata ed il suo stomaco riempito con uno dei quattro sacchetti di droga esistente. Deve fare da corriere se ci tiene alla sua vita. Un evento fuori controllo porta alla rottura del sacchetto ed all'assorbimento della droga da parte del suo organismo. Il cervello di Lucy inizia a rompere la barriera del dieci percento di sfruttamento delle sue capacità. L'espansione della risposta dei suoi neuroni potrebbe portarla ad attivare il cento per cento del potenziale mentale umano.

Non è Nikita.
Luc Besson. Azione. Nikita. Beh, no. Chi, come me, leggendo la trama e vedendo il trailer ha pensato ad una ennesima incarnazione di Nikita si è sbagliato. Per fortuna.
Besson, dietro la macchina da presa questa volta oltre che ad essere produttore ed autore della sceneggiatura, rivolge una critica alla società umana. Siamo stati creati, abbiamo ottenuto una posizione dominante nella catena alimentare pur utilizzando solo il 10% delle nostre capacità intellettuali, e, tutto quello che per noi conta è fare soldi, lavorare e rivoltarci gli uni contro gli altri. Prende la scusa di una nuova droga sintetica per esplorare, così, nuove teorie sull'evoluzione umana.  Cosa potrebbe fare un essere umano se avesse accesso a tutte le funzionalità del suo cervello? Riuscirebbe a fondare la Divina Scuola di Hokuto? Acquisirebbe poteri telecinetici? Sarebbe dotato, come il delfino, mammifero che utilizza il 20% delle capacità del suo cervello, di nuove potenzialità? Sono domande alle quali il regista francese cerca di dare risposte in un tempo ragionevole. L'avventura della sua eroina è destinata a durare ventiquattro ore, il film, miracolo dei giorni nostri ottantotto. Nell'era in cui se un film non dura almeno due ore non sembra essere degno di essere prodotto trovarne uno che riesce a dire tutto quello che c'è da dire in meno di un'ora e mezza e veramente raro. Meno di novanta minuti: tutti usati con oculatezza, tutti necessari, nessuno che rallenti la trama per un qualche motivo. Curiosa, poi la scelta di introdurre, ad esplicazione degli eventi, scene tratte da documentari, telegiornali e, comunque, di qualità diversa, sia come grana della pellicola che come tecniche di ripresa,  rispetto all'opera di Besson.
Si diceva che non è Nikita, ma, almeno per i primi venti, trenta minuti non si può fare a meno di pensare di aver a che fare con la genesi della Vedova Nera. Oggettivamente scegliere Scarlett Johansson per questo ruolo è stata una furbata mica male. Ti porti in casa una bella ragazza, ammirata da frotte di spettatori, con già un allenamento fisico ed un lavoro di immedesimazione nel ruolo avanti. Lei, poi, è brava di suo. Certo, mi piacerebbe vederla in un qualche ruolo un po' più leggero, ma, per adesso il ruoli di spaccachiuli le si addicono parecchio. Non si può evitare di collegare gli ultimi lavori a cui l'attrice ha partecipato: Her, Lucy e Under the skin. Se l'ultimo devo ancora vederlo, in questo da umana ha una traslazione fino all'assenza di umanità mentre, in Her è, quasi, il contrario. E' un periodo che la piccola bionda sta analizzando, con i suoi ruoli, le diverse sfaccettature dell'umanità e della disumanità. In questo film, poi, non è neanche così violenta. Sì, le sparatorie ci sono, ma quelle che la coinvolgono sono veramente essenziali; sono quelle che succedono intorno a lei ad essere mastodontiche. In fondo, quando ti aspetti che arrivi un badabum per opera della nostra scopri che a lei basta molto di meno. A quel punto rimani più stupito della più grande scena di inseguimento automobilistico e di incidenti girata per le strade di Parigi dopo Taxxi: ben fatta, molto divertente ed adrenalinica.
Il cast, con tanti personaggi di sfondo a fare numero, si incentra su Scarlett-Lucy, un Morgan Freeman al minimo sindacale, ma abbastanza incisivo, Min-Sik Choi, a me sconosciuto e che recita solo in cinese, ed Amr Waked, il Capitano Del Rio, punto fisso di umanità durante l'evoluzione di Lucy.

Alla fine un titolo godibile. Una sorpresa dinamica ed adrenalinica che stimola, oltre che la parte spara spara, qualche riflessione sull'evoluzione e che ci lascia qualche domanda irrisolta.

Titolo originale Lucy 
Lingua originale inglese 
Paese di produzione Francia 
Anno 2014 
Durata  
Genere  fantascienza 

Regia e Sceneggiatura  Luc Besson 

Produttore Luc Besson, Christophe Lambert 
Casa di produzione EuropaCorp, TF1 Films Production 
Distribuzione (Italia) Universal Pictures 
Fotografia Thierry Arbogast 
Effetti speciali Philippe Hubin 
Scenografia Hugues Tissandier 
Costumi Olivier Bériot 

Interpreti e personaggi 
Scarlett Johansson: Lucy
Morgan Freeman: Professore Samuel Norman
Min-sik Choi: Kang
Amr Waked: Del Rio
Pilou Asbæk: Richard

Nessun commento:

Posta un commento