venerdì 3 febbraio 2012

Mission Impossible - Protocollo Fantasma

Cobalt è un pericoloso terrorista russo entrato in possesso di codici di attivazione di missili nucleari russi. Con l'ausilio di un satellite dismesso dall'ex URSS ha intenzione di lanciare un attacco atomico sugli Stati Uniti.
Il suo piano è anche più elaborato. Grazie ad una sapiente messa in scena riesce a far ricadere la colpa di una devastante esplosione al Cremlino sugli agenti della IMF americana.
Ethan Hunt e la sua squadra, William Brandt, un misterioso analista capo, Benjii Dunn, un operativo esperto di informatica, Jane Carter, agente di alto livello come Ethan, vengono incastrati per la devastazione in terra sovietica, l'IMF viene chiusa, e per riabilitarsi dovranno lavorare con il Protocollo Fantasma attivo: non avranno supporto da alcuno e se arrestati saranno giudicati terroristi.
La missione li porterà in giro per il mondo a tentare di fermare il piano del criminale.

Tutte le volte che Tom Cruise si riposa un po' la stampa specializzata dice che è finito. Dopo il discreto successo di Knight&Day, con Cameron Diaz, eccolo tornare nella saga che gli sta più a cuore: Mission Impossible. Il primo film è servito ad aprire la strada (ed aveva una trama ovvia come poche), il secondo a consolidarla (grazie al maestro del cinema d'azione di Hong Kong John Woo, surrealistiche le sue scene di combattimento e gli inseguimenti in macchina ed in moto), fino ad arrivare al terzo capitolo (diretto dal Re Mida di cinema e tv americani, J.J. Abrams).
Oggi siamo qui a parlare del quarto episodio. Diretto da Brad Bird, al suo debutto live dietro ad una macchina da presa dopo i successi di Ratatuille e Gli Incredibili, il film si rivela essere un classica storia di spionaggio, molto ben intricata, con alleggerimenti da commedia veramente azzeccati. Il personaggio di Simon Pegg, già presente nel tre, è quello incaricato di sdrammatizzare la situazione pesante e ben ci riesce, grazie anche alle caratteristiche di recitazione duttile che gli sono propri. Paula Patton, già vista in Deja Vu con Denzel Washington, è la femme fatale del gruppo. Ad un'altra competenza nel suo lavoro aggiunge il fascino necessario a perseguire i suoi obiettivi. Jeremy Renner, The Hurt Locker (film premio Oscar nell'anno di Avatar), è la vera new entry importante. Qualche maligno ha detto che potrebbe sostituire lo stesso Cruise nel prosieguo di questa saga se il film non andasse bene. In attesa di vederlo interpretare Occhio di Falco ne I Vendicatori di Joss Whedon, qui si fa valere dimostrando simpatia ed attitudine all'azione. Su tutti, però, si stacca il piccoletto Tom Cruise. Il film, la saga, il personaggio che si è costruito attorno lo rendono il simbolo stesso della nuova vita che scorre nella poetica della serie tv creata da Bruce Geller. Di questa saga oltre ad esserne il produttore ne è anche il cuore. Si dona in scene d'azione pericolose senza parsimonia, come gli piace fare. Le scene sul Burji Khalifa di Dubai sono spettacolari e girate live, senza controfigura. Si vede che si diverte e che, per il momento, in attesa del film giusto (come avrebbe potuto essere L'ultimo samurai), non pensa più a conquistare il suo primo Oscar da attore protagonista (sfuggitogli ne 1990 per Nato il 4 Luglio e nel 1997 per Jerry Maguire), come ne era ossessionato anni fa.
Le musiche di Michael Giacchino (che dopo Lost non passa giorno senza lavorare) sono tutte calzanti alle situazioni sullo schermo. Il compositore ha anche il coraggio di sottolineare scene di alta tensione con la completa assenza di suoni, il silenzio è la sua colonna sonora.
Location spettacolari tra Dubai e Mumbai sono sottolineata da abili tecniche fotografiche, ottimi effetti speciale ed una gadgettistica tecnologia non indifferente. L'80% degli apparecchi tecnologici del film è made in Apple, le macchine sono spettacolari (vogliamo parlare della BMW i8 elettrica guidata da Tom Cruise a Mumbai?) e non solo quelle in movimento, ma anche quelle parcheggiate.
Il film fa ciò che deve. Intrattiene per più di due ore (forse un po' troppo per il tipo di film, ma la trama è così articolata che tagliare ulteriormente il girato ne avrebbe pregiudicato un corretto svolgimento) e introduce lo spettatore in un mondo adrenalinico ben costruito. La sceneggiatura è fluida, nonostante la sua complessità, e coinvolgente. In alcune scene si vive talmente l'azione dei personaggi che si rimane senza fiato.

Un film d'azione. Un film divertente. Un film da vedere. Un altro successo di Tommaso Crociera.

Titolo originale Mission: Impossible - Ghost Protocol
Paese USA
Anno 2011
Durata 132 min
Genere azione, thriller

Regia Brad Bird

Soggetto Bruce Geller (serie TV), J. J. Abrams, Tom Cruise
Sceneggiatura André Nemec, Josh Appelbaum, Christopher McQuarrie
Produttore Tom Cruise, J. J. Abrams, Bryan Burk
Produttore esecutivo Jeffrey Chernov, David Ellison, Paul Schwake, Dana Goldberg
Casa di produzione Paramount Pictures, Bad Robot, Skydance Productions, FilmWorks, Stillking Films
Distribuzione (Italia) Universal Pictures
Fotografia Robert Elswit
Montaggio Paul Hirsch
Effetti speciali Industrial Light & Magic
Musiche Michael Giacchino
Scenografia James D. Bissell

Interpreti e personaggi
Tom Cruise: Ethan Hunt
Jeremy Renner: William Brandt
Simon Pegg: Benji Dunn
Paula Patton: Jane Carter
Josh Holloway: Trevor Hanaway
Anil Kapoor: Brij Nath
Michael Nyqvist: Kurt Hendricks
Vladimir Mashkov: Anatoly Sidirov
Léa Seydoux: Sabine Moreau
Michelle Monaghan: Julia
Ving Rhames: Luther Stickell
Tom Wilkinson: segretario IMF

Doppiatori italiani
Roberto Chevalier: Ethan Hunt
Alessandro Quarta: William Brandt
Massimiliano Manfredi: Benji Dunn
Laura Romano: Jane Carter
Francesco Bulckaen: Trevor Hanaway
Alessandro Budroni: Brij Nath
Luca Biagini: Kurt Hendricks
Roberto Draghetti: Anatoly Sidirov
Alessandro Rossi: Luther Stickell
Franco Zucca: segretario IMF

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