La mania dei "What If" è dilagata dagli Stati uniti all'Italia, ed una delle pietre miliari di questo genere è sicuramente il fumetto che ho tra le mani. Dopo aver scritto nel 2003 Le Origini di Wolferine, Paul Jenkins ci riprova e ci presenta La Fine.
Troviamo un vecchio Logan, in un futuro molto distante, al quale il suo potente fattore rigenerativo non riesce più a garantire l'eterna giovinezza. Nei boschi del Canada, in cui si è rifugiato da anni, non riesce neanche a cacciare un giovane cerbiatto. Le giunture gli fanno male ed anche il dolore provocato dal ritrarsi degli artigli lo angoscia.
Unico amico, e compagno di parte di quest'ultima avventura, che gli è rimasto è un vecchio boscaiolo che gli porta i viveri nel suo eremo. Un giorno, però, il destino vuole che insieme alle provviste gli giunga una lettera in cui viene annunciata la morte di Victor.
Recatosi al funerale una donna gli consegna una lettera nella quale è indicata una proprietà che Victor gli lascia. Vi si reca scoprendo che si tratta del vecchio maniero di famiglia dove, nel cimitero attiguo, sulla tomba del padre, è deposto un libro. Il testo parla del Giappone: qualcuno vuole suggerirgli di tornare in quella nazione dove tanto tempo ha trascorso. Giunto a Torikana viene spinto sul Monte Hiragana dove una strana creatura lo sconfigge lasciandolo stupito ed a corto di fiato in mezzo alla neve.
Nel seguire della vicenda scopriamo che il fratello di sangue di Logan non è morto da piccolo come si credeva, ma che ha seguito tutte le vicende di Wolferine per tutta la vita: grazie a questo sa alcuni dei segreti di cui James mai verrà a conoscenza.
Sia che si legga prima Le Origini che The End il risultato non cambia. E' meglio il film, riassume un po' tutto e spiega più linearmente.
Se la Marvel ed il suo chef editor hanno affidato a Paul Jenkins la creazione di passato e futuro di Wolferine è perché lo ritenevano in grado di creare delle storie intense e di grande respiro. Probabilmente qualche fan le avrà trovate così, ma io, da profano, non mi sono sentito coinvolto. Sostenendo una blasfemia direi che come futuro possibile ho preferito quello di Peter Parker in Spiderman Il Regno.
La ragione principale per la quale ho acquistato questo volume è stata quella di rivedere all'opera un disegnatore che ho molto apprezzato sia su Dylan Dog che su Nathan Never nei primi anni 90: Claudio Castellini. Uno di quelli che ce l'hanno fatta ad "andare a lavorare in America". Dopo il passaggio in Bonelli è stato notato da John Quesada che l'ha voluto mettere alla prova facendogli disegnare una storia di Silver Surfer, tutta in bianco e nero. Superato brillantemente l'esame è stato promosso a disegnatore di Fantastic Four Ultimates, DC contro Marvel, ed a qualche esperienza sull'Uomo Ragno.
Forse quella in quest'albo non è stata la sua esperienza migliore, ma resta il suo tratto ed il suo stile ricco di dettagli e particolari a riempirci gli occhi.
Il bello dell'albo de Le Grandi Saghe è che troviamo altre due curiose Fine: Hulk ed Il Punitore, da leggere.
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