Martin Mystère n. 311, bimestrale
L'orizzonte degli eventi
Soggetto e Sceneggiatura: Paolo Morales
Disegni: Giancarlo Alessandrini
Copertina: Giancarlo Alessandrini
10 Settembre 2008. Ginevra. Al Cern si inaugura il LCH, il nuovo acceleratore di particelle che dovrebbe permettere agli scienziati di conoscere le origini dell'universo. Dopo poco più di due minuti dall'inizio del funzionamento un'oggetto di origine non terrestre appare all'interno dell'acceleratore.
New York. 2010. Martin Mystère, uscendo da un teatro ad Broadway, muore investito da un macchina rubata.
2010. Resto del Mondo. Gli uccelli impazziscono, la temperatura aumenta, i ghiacci si sciolgono, le città vengono distrutte. E' la fine del mondo. L'acceleratore di particelle ha generato un buco nero che sta risucchiando tutto il pianeta e risucchierà tutto l'Universo.
Java torna alla Città delle Ombre Diafane per morire con la sua famiglia.
Diana, sconvolta dalla perdita di Martin, vivrà gli ultimi giorni della sua vita al Pentagono, appoggiandosi a Chris Tower, nella speranza che venga trovata una soluzione.
Il Professor Manzi offre l'unica via d'uscita possibile: per mezzo dello shuttle Atlantis recuperare dalla fascia di asteroidi un'esemplare con caratteristiche magnetiche particolari in grado di viaggiare a ritroso nel tempo fino all'origine del buco nero per comunicare un messaggio agli scienziati nel passato.
Riusciranno nell'impresa? Sarà questo l'ultimo numero della storica biografia del Detective dell'Impossibile.
La storia, non una classica avventura per il BVZM, di Paolo Morales è complessa. Si svolge su più piani temporali e geografici contemporaneamente, narrata con un "montaggio" simile a quello di Memento, può risultare ostica alla prima lettura. Si avverte la presenza di sequenze che possono apparire inutili ai fini della storia, ma che non appesantiscono la lettura.
Io adoro Alessandrini ed il suo stile, ma in questa avventura non mi ha convinto del tutto. Non so spiegare bene il perché. Il suo stile è sempre preciso e adatto a Martin, ma, forse a gusto personale forse oggettivo, qualcosa non ha fatto presa.
L'originalità della storia, il lavoro di ricerca dell'autore per documentarsi sulle teorie del CERN, lo sforzo di non rendere noiosi i discorsi tecnici di cui, per forza, è imbastita la trama rendono il complesso di questo albo un numero altamente ben riuscito.
Wow Martin muore, un numero intero senza di lui, stupore a mille. Di complicata lettura, ma ne vale la pena.
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