Speciale Dylan Dog n. 24, annuale
Il santuario
Soggetto e sceneggiatura: Paola Barbato
Disegni: Giovanni Freghieri
Copertina: Angelo Stano
Se non hai soldi per pagare le bollette e sei costretto a vendere tutto quello che hai in casa, se su un giornale leggi che un tuo vecchio amico potrebbe essere in pericolo allora accetti anche un caso strampalato ed il suo cospicuo anticipo monetario pur di risollevare la situazione. Così fa anche Dylan Dog. Dalle ultime informazioni giornalistiche sembra, infatti, che un uomo uccello sia stato avvistato su una misteriosa isoletta poco al largo dell'Inghilterra. Nonostante il mal di mare cronico, l'old boy, prende a noleggio una barchetta per investigare. Sulla sua rotta verso l'isola incontra uno yacht con a bordo il suo vecchio amico Lord Wells ed altri studiosi mandati dal proprietario dell'isola ad indagare. Eh si perché l'isola è di proprietà di un magnate che la vuole trasformare in un luogo di villeggiatura, ma ha riscontrato qualche problema. I suoi operai sono stati ripetutamente attaccati da stormi di uccelli, anche rari od estinti, e sono fuggito. Per non vedersi sfuggire anche l'investimento ha deciso di risolvere la situazione e le persone che ha inviato in missione non sono proprio tutte ciò che dicono di essere.
Dylan si troverà, suo malgrado, membro di una spedizione sanguinaria e cinica che lo alienerà e lo spingerà con sempre più fervore a tentare di salvare la fauna locale ed il suo amico ritrovato, Birdy.
Si sa che Dylan Dog è la serie con la quale vengono veicolati la maggior parte dei messaggi sociali da parte della Bonelli, ma la campagna anticementificazione degli ultimi mesi inizia ad essere pesante. Aggiungiamo la sceneggiatura debole, pomposamente definita ispirata da "Uccelli" di Hitchcok, in cui si mischiano Lost ed Harry Potter a reazioni eccessivamente inaspettate degli amici di Dylan e ci troviamo in questa storia. Partita bene la Barbato ora si rannicchia su se stessa con la necessità di stupire a tutti i costi, bisognerebbe spiegarle che, ogni tanto, una storia meno contorta può stupire altrettanto quanto altre più articolate.
I disegni di Freghieri rispecchiano il suo stile classico, luminosi anche nel buoi, ma sono stentorei nei dettagli. Nonostante dia un buon ritmo alla narrazione viene rallentato dalla storia stessa e dai piccoli buchi lasciati nella sceneggiatura dall'autrice.
Da uno speciale, vuoi per il prezzo, vuoi per il numero di pagine, ci si aspetta sempre qualcosa di più che da un numero regolare; una volta era così. Negli ultimi anni ed un po' in tutte le collane questa buona abitudine è andata persa. Lo speciale del 24esimo anno di Dylan Dog non fa eccezione.
Per favore impegnatevi un po' di più per il piacere dei vostri lettore che, invecchiando, diventano sempre più esigenti.
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