Dylan Dog n. 288, mensile
Lavori forzati
Soggetto e Sceneggiatura: Giovanni Di Gregorio
Disegni: Maurizio Di Vincenzo
Copertina: Angelo Stano
In un nuovo palazzo di uffici avvengono fatti strani. Chi si ferma oltre un certo orario a fare straordinari o scompare o esce raccontando di rumori ed ultra strazianti provenienti da un tredicesimo piano inesistente. Infatti, come in molti palazzi costruiti in paesi anglosassoni, il piano numero 13 non viene segnalato e dal 12 si passa direttamente al 14.
Dylan Dog è chiamato dalla sua nuova fiamma, l'avvocato del proprietario, a passare una notte all'interno del palazzo per testimoniare che non è infestato. L'indagatore dell'Incubo assume l'incarico, un po' per curiosità, un po' per fare un favore alla ragazza, e si ritrova così nella di lei compagnia ed in quella del proprietario e dell'architetto che l'ha progettato a tentare la sorte.
La notte andrà secondo le aspettative. Male.
Dylan e gli altri rimarranno intrappolati e schiavizzati per la costruzione del 13° piano fino alla fine dei loro giorni. I loro carcerieri saranno crudeli esseri antropomorfi con le fattezze di insetti e cani, che non li lasceranno in pace mai.
Storia ben scritta da Di Gregorio e graficamente interessante grazie a Di Vincenzo. Peccato che venga pochi mesi dopo l'avventura ambientata nel centro commerciale "Fuori Orario" dell'ultimo maxi. Un plot piuttosto simile, ma con uno sfondo sociale evidente. Il personaggio di Dylan Dog è stato spesso utilizzato come baluardo di campagne di sensibilizzazione a favore dei più deboli e sfortunati, mai, però, così intensamente in un albo regolare.
Una forte denuncia contro lo sfruttamento del lavoro nero clandestino, contro la mentalità arraffistica di manager senza scrupoli, contro le piccole commistioni, il vedo non vedo, che permettono tutto questo.
Una storia ben costruita, per riflettere e spaventarsi del quotidiano che non consideriamo.
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