giovedì 9 settembre 2010
MazinSaga
Una ragazzina scappa correndo da un mostro a tre teste invocando il nome di Z. Koji Kabuto, giovane studente universitario, si risveglia dal sogno scosso, ma la sua giornata deve cominciare. Un giorno importante: il suo primo appuntamento con Sayaka, sua avvenente compagna di corso.
L'appuntamento procede per il meglio, ma una volta separatisi Sayaka viene rapita da un branco di teppisti che inizia a violentarla per tutta la notte ed il giorno successivo.
Koji, ignaro, si presenta in università dove suo padre, professore di fisica, ha un malore e viene portato in ospedale. La situazione è critica, per un misterioso motivo il corpo di Kenzo Kabuto sta svanendo pochi pezzi alla volta. Poco prima di svanire nel nulla per l'eternità riesce a sussurrare al figlio di recarsi alla casa di campagna, dove troverà qualcosa per lui.
Data l'infruttuosa ricerca di alcunché indirizzato alla sua attenzione, Koji, si sta dando per vinto quando scopre, sotto un tappeto, una botola. Gli si apre un mondo di cui era all'oscuro. Una registrazione del dott. Kabuto sia attiva non appena lui entra nella nuova stanza. Gli spiega delle ricerche al confine tra religione, scienza e fantascienza da lui condotte e gli rivela l'elmo di Mazinger. L'elmo che una volta indossato gli donerà il potere di un "dio o di un demone", a seconda di come lui vorrà usarlo.
Una volta calzato il suo corpo viene coperto da un'armatura indistruttibile e le sue capacita fisiche e psichiche vengono potenziate. Avverte la violenza ad il dolore che pervadono Sayaka, ancora prigioniera dei suoi rapitori. Il potere malvagio di Z si scatena, fino a distruggere parte di Tokyo ed proiettare il giovane Koji nello spazio e poi su Marte, di 128 anni nel futuro, per inseguire la richiesta di aiuto che aveva sognato.
Su Marte trova un insediamento di esseri umani sopravvissuti alla distruzione della Terra ed adattatisi alla nuova situazione di vita.
L'inseguimento del grido d'aiuto non si rivela vano. Un gigantesco robot dalle sembianze femminili sta combattendo, e soccombendo, sotto i colpi di un mostro biomeccanico a tre teste.
Una volta sconfitto l'avversario e curato all'ospedale della fortezza delle scienze, viene a conoscenza che il pilota del robot, la fascinosa Sayaka, aveva sognato di lui si da quando era bambina e che aveva combattuto quella battaglia disperata per far avverare il suo sogno.
La guerra è nel pieno svolgimento. Gli antichi abitanti di Marte sono tornati e non vogliono che i coloni terrestri dividano con loro il pianeta.
Alla fine dell'ultimo volume pubblicato in Italia un avversario terribile sta per affrontare Z: Psycogenie.
Purtroppo è impossibile dare un giudizio globale su questa nuova trasposizione dei miti Nagaiani ad opera del maestro stesso. Iniziato nel 1990 ed interrotto nel 1998 questo manga soffre per non essere stato ancora concluso. Arrivato in Italia nel 1999, grazie alla defunta Dynamic Italia, è giunto alla pubblicazione del 6 volume, a fronte dei 7, ad ora, pubblicati in Giappone.
Come si accennava, Nagai Go riscrive il suo mito più importante: Mazinger Z. Solo che qui le varianti sono parecchie. Z non è un robot, ma lo stesso pilota, Koji Kabuto, lo incarna. Grazie al casco che indossa diviene l'avversario dei malvagi, il vendicatore dei torti od il signore del male, a seconda della sua predisposizione d'animo.
Le autocitazioni si sprecano. L'elmo e la locazione in cui vengono trovati ricordano molto gli inizi di Devilman, gli avversari sono quelli già conosciuti nelle molte saghe, ma con un character design rivisitato. Il Barone Ashura, il Conte Blocken, il God Kaiser Hell sono più malvagi e crudeli. Duke Fleed, l'Actarus di Goldrake, appare come misterioso pilota di un veicolo simile al Brian Condor di Tetsuya Tsurugi, lo stesso Tetsuya è un agguerrito colonnello dell'esercito marziano.
Koji stesso non è il ragazzo spensierato dei vecchi manga anni 80. Ora è afflitto dal senso di colpa per i delitti e la distruzione a cui ha dato forma nei panni di Z nel suo presente. La sete di espiazione, che non sarà mai estinta, lo spinge su Marte nel disperato tentativo di mettersi al servizio dell'umanità
Anche il mecha vede una rivoluzione generale. Se una volta esistevano demoni e robot qui assistiamo alla fusione dei due generi, vengono create le biomacchine. Esseri viventi completati con parti robotiche ad alto contenuto tecnologico guidate da umanoidi a cui è stata data la vita in laboratorio allo scopo di pilotarli. La stessa Aphrodite Ace è un robot, al cui interno prende posto Sayaka, ma comandato dagli impulsi nervosi del pilota. Questo tipo di collegamento rende estremamente performante la creatura, ma, al contempo, riversa i danni che subisce alla corazza nella mente di Sayaka.
Riscrivere un mito ogni vent'anni come si propone di fare Nagai è un grosso rischio, e potrebbe essere un peccato di superbia.
La condizione che il mito non sia mai uguale a se stesso permette all'artista di dimostrare come una storia conosciuta possa essere riproposta alle nuove generazioni attualizzandola e rendendola più fruibile.
Nagai Go non pecca di superbia perché non si permette di offrirci storie scontate che sanno di vecchio e già visto. Ammicca ai vecchi lettori riproponendo i personaggi storici in vesti nuove, avvicina i nuovi alle sue vecchie opere offrendo uno spunto di partenza originale.
Disegni ricchi all'inverosimile di dettagli e linee cinetiche sono bilanciati nel modo opportuno in ogni tavola, anche se a volte, ammettiamolo, l'occhio non ce la fa a registrare tutto ciò che vede.
Forse la sosta, anche se inizia ad essere decisamente lunga, è caduta al momento giusto. Gli ultimi due volumi sono pieni di scene di battaglia, ma non trovano sfogo uno sfogo narrativo se non fine a se stesso.
L'ottima realizzazione offerta da Dynamic permette al lettore di fruire del prodotto oggi come più di dieci anni fa. I volumetti si conservano solidi, la carta bianca non mostra ingallimenti o cedimenti, le sovracopertine a colori e plastificate sono il valore aggiunto (ripreso dalle pubblicazioni d/visual, erede della Dynamic stessa). La vera pecca dell'opera è l'inutile ribaltamento delle tavole per favorire la lettura occidentale del fumetto. Non l'ho mai capita negli anni 90 e continuerò a non capirla adesso. Sospetto che il senso di pesantezza che l'occhio vive in alcune tavole doppie possa essere dovuto a questo errore, e non al tratto del maestro.
Vedere che nel 1999 un volumetto di questa levatura costava 6900 lire ed ora, senza le onomatopee tradotte e realizzato a Taiwan, costa tra le 4,7€ e le 8,9€ mette un po' apprensione.
Ci sono opere di Nagai Go che andrebbero lette da tutti a prescindere. Questa è una. Pazientando che prima o poi la finisca, in fondo Violence Jack, iniziata nel 1970, l'ha completata, per ora.
Titolo originale Majinsāga
Autore Go Nagai
Editore Fusosha
1ª edizione 13 dicembre 1990 – in corso
Collana 1ª ed. Weekly Joung Jump
Tankōbon 7 (in corso)
Rilegatura brossurato
Editore it. Dynamic Italia
1ª edizione it. gennaio-febbraio 1999 – in corso
Collana 1ª ed. it. Dnyamic Manga n. 1
Periodicità it. bimestrale
Tankōbon it. 6 (in corso)
Rilegatura it. brossurato
Lettura it. ribaltata rispetto all'ed. orig.
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