mercoledì 29 febbraio 2012

L'ultimo esorcismo

Ivanwood, in Louisiana. Una ragazzina di sedici anni sembra affetta da possessione demoniaca. Il padre chiama il reverendo Cotton Marcus di Batonrouge, esperto esorcista con alle spalle 40 esorcismi praticati, per cercare aiuto.
In realtà il reverendo Cotton altro non è che un predicatore che riesce ad ingannare e suggestionare i suoi fedeli, oltre ad essere un esperto illusionista. Grazie ai suoi trucchi è riuscito a praticare falsi esorcismi ed a sbarcare il lunario in modo soddisfacente, per lui e la sua famiglia. Stavolta, però, si trova davanti ad una ragazzina Nell Sweetzer, figlia di un contadino, che sembra davvero posseduta da un demone degli inferi.
In una cittadina rurale sta avvenendo qualcosa di troppo grande per lui e tutto verrà ripreso dalla telecamera che lo segue per girare un documentario sulla sua vita.

Il film usa la tecnica narrativa, in modo poco originale, che era stata rivoluzionaria per realizzare The Blair Witch Project: il mokumentario, ossia un falso documentario su eventi inventati fatto passare per reale. Si rivela essere noioso e con svolte narrative abbastanza scontate. Nonostante alla produzione ci sia l'Eli Roth di Hostel, amico intimo di Tarantino, l'impegno di Daniel Stamm per realizzare un film originale non trova riscontro in quello che vediamo sullo schermo. Momenti di tensione, anche se non proprio di paura, riescono a mettere in subbuglio lo spettatore in rare occasioni. Interessante la parte in cui vengono spiegati i trucchi illusionistici utilizzati per ricreare la finta possessione demoniaca e bravi gli attori, anche se costretti in cliché e dialoghi non proprio brillanti.

Un po' come L'esorcismo di Emily Rose, con le dovute differenze, quindi un film da evitare. Se volete provare l'ebrezza dell'orrore in prima persona buttatevi piuttosto sulla saga di REC.

Titolo originale The Last Exorcism
Lingua originale inglese
Paese USA
Anno 2010
Durata 87 min
Genere horror, thriller

Regia Daniel Stamm

Sceneggiatura Huck Botko, Andrew Gurland
Produttore Marc Abraham, Eli Roth, Thomas A. Bliss, Eric Newman
Casa di produzione Louisiana Media Productions, Strike Entertainment, StudioCanal
Fotografia Zoltan Honti
Musiche Nathan Barr
Scenografia Andrew W. Bofinger

Interpreti e personaggi
Patrick Fabian: Cotton Marcus
Ashley Bell: Nell Sweetzer
Louis Herthum: Louis Sweetzer
Iris Bahr: Iris
Caleb Landry Jones: Caleb Sweetzer
Tony Bentley: Pastore Gerald Manley

Doppiatori italiani
Francesco Prando: Cotton Marcus
Valentina Favazza: Nell Sweetzer
Angelo Maggi: Louis Sweetzer
Monica Ward: Iris
Flavio Aquilone: Caleb Sweetzer
Saverio Moriones: Pastore Gerald Manley
Gianfranco Miranda: Daniel Moskowitz

martedì 28 febbraio 2012

Razzie Awards 2012


Qualcuno di voi più accorto avrà notato l'assenza dei Razzie Awards pre-Oscar di quest'anno. Non crediate che tale bella abitudine sia andata persa, infatti sono solo stati spostati di data. Quest'anno l'assegnazione avverrà il 1° Aprile.
Scontata la presenza della prima parte dell'ultimo capitolo della The Twilight Saga, sia tra i peggiori film che i peggiori attori (si salva solo il Pattinson in solitaria, ma rientra in quella per il cast e per la peggiore coppia), sorprende, date le critiche positive lette in giro, la presenza del terzo capitolo dedicato ai Transformers ad al suo cast.
Da re e regina la fa Adam Sandler che con la sua boiata, lo si capisce dai promo italiani, Jack e Jill e gli altri film di suo produzione in gara (Bucky Larson e Mia Moglie per Finta) raccoglie tante nomination quante Hugo Cabret agli Oscar: 11. Sarà contento Eddie Murphy che prima di lui deteneva il record con 6 nomination nella 28a edizione dei Razzie del 2007. Solo Jack e Jill riesce a collettare su di se 12 nomination. A quelli di Sandler si aggiungono anche Katie Holmes è stata nomination come peggiore attrice non protagonista, Al Pacino e Nick Swardson come peggior attore non protagonista.

Ecco a voi nel dettaglio i candidati ai Golden Raspberry Awards per il 2012:

Peggior film
• Buck Larson: Born to be a star
• Jack e Jill
• Capodanno a New York
• Transformers 3
• The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1

Peggior regista
• Michael Bay – Transformers 3
• Tom Brady – Buck Larson: Born to be a star
• Bill Condon – The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1
• Dennis Dugan – Jack e Jill e Mia moglie per finta
• Garry Marshall – Capodanno a New York

Peggior attore
• Russell Brand – Arthur
• Nicolas Cage – Drive Angry 3D, L’ultimo dei Templari e Trespass
• Taylor Lautner – Adbuction, The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1
• Adam Sandler – Jack e Jill, Mia moglie per finta
• Nick Swardson – Buck Larson: Born to be a star

Peggior attrice
• Martin Lawrence (nei panni di Big Mama) – Big Mama: Tale padre tale figlio
• Sarah Palin (nei panni di se stessa) – Sarah Palin: The Undefeated
• Sarah Jessica Parker – Ma come fa a fare tutto?, Capodanno a New York
• Adam Sandler (nei panni di Jill) – Jack e Jill
• Kristen Stewart – The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1

Peggior attore non protagonista
• Patrick Dempsey – Transformers 3
• James Franco – Sua Maestà
• Ken Jeong – Big Mama: Tale padre tale figlio, Una notte da leoni 2, Transformers 3 e Il signore dello zoo
• Al Pacino (nei panni di Al Pacino) – Jack e Jill
• Nick Swardson – Jack e Jill, Mia moglie per finta

Peggior attrice non protagonista
• Katie Holmes – Jack e Jill
• Brandon T. Jackson (nei panni di Charmaine) – Big Mama: Tale padre tale figlio
• Nicole Kidman – Mia moglie per finta
• David Spade (nei panni di Monica) – Jack e Jill
• La modella di intimo (alias Rosie Huntington-Whiteley) – Transformers 3

Peggior cast d’insieme
• L’intero cast di Buck Larson: Born to be a star
• L’intero cast di Jack e Jill
• L’intero cast di Capodanno a New York
• L’intero cast di Transformers 3
• L’intero cast di The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1

Peggior prequel, remake, spin-off o sequel
• Arthur
• Bucky Larson: Born to be a star (rifacimento di Boogie Nights e È nata una stella)
• Una notte da leoni 2 (sia come sequel che come remake)
• Jack e Jill (remake e rifacimento di Ed Woods Glen of Glenda)
• The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1

Peggior coppia sullo schermo
• Nicolas Cage e chiunque abbia diviso con lui il set in uno dei tre film del 2011
• Shia LeBeouf e la modella di intimo (alias Rosie Huntington-Whiteley) – Transformers 3
• Adam Sandler e Jennifer Aniston o Brooklyn Decker – Mia moglie per finta
• Adam Sandler e sia Katie Holmes che Al Pacino che Adam Sandler – Jack e Jill
• Kristen Stewart e sia Taylor Lautner che Robert Pattinson – The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1

Peggior sceneggiatura
• Bucky Larson: Born to be a star – scritto da Adam Sandler, Allen Covert e Nick Swardson
• Jack e Jill – scritto da Steve Koren e Adam Sandler
• Capodanno a New York – scritto da Katherine Fugate
• Transformers 3 – scritto da Ehren Kruger
• The Twilight Saga: Breaking Dawn – Parte 1 – scritto da Melissa Rosenberg

domenica 26 febbraio 2012

Premi Oscar 2012 - Assegnazione


Nella fonda notte italiana, sui canali satellitari a pagamento, sulla rete con i live blogging o con lo streaming di emittenti estere, abbiamo vissuto l'assegnazione dei premi più importanti del cinema americano.
Poche sorprese, purtroppo, e tante attese deluse. Come previsto l'esperimento The Artist mette a segno il colpo aggiudicandosi i maggiori premi come Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Attore Protagonista, oltre a Migliori costumi e Miglior colonna sonora.
L'altro atto d'amore al cinema firmato da Martin Scorsese, Hugo Cabret, porta a casa anche lui cinque premi Oscar, ma in categorie tecniche: Migliore fotografia, Miglior montaggio sonoro, Miglior sonoro, Migliori effetti visivi e, quello che ci fa più piacere perchè assegnato a degli italiani, Migliori scenografie, che per Dante Ferretti e Francesca LoSchiavo è il terzo su dieci nomination.
Piacevole vedere i premi per Migliore attrice non protagonista a Octavia Spencer per il delicato The Help, per Migliore attore non protagonista all'ottuagenario Christopher Plummer per la sua interpretazione in Beginners e per la Migliore sceneggiatura originale a Woody Allen per Midnight in Paris (credo sia il suo quarto, in diverse categorie, su un totale, ad oggi, di 21 nomination).
Tutte le aspettative di cui era carico Paradiso Amaro, diretto da Alexander Payne ed interpretato da George Clooney con la chiara intenzione di portare a casa due premi pesanti, sono andate in fumo. Si dividono l'unico premio vinto Alexander Payne, Nat Faxon, Jim Rash per la Migliore sceneggiatura adattata (che credo sia lo stesso una volta chiamato Migliore sceneggiatura non originale).
Conferma del pronostico anche per il premio di Miglior attrice protagonista a Meryl Streep per The Iron Lady. Dopo 18 candidature (nelle due categorie di protagonista e non) si porta a casa la sua terza statuetta (la seconda vinta da protagonista ed una da non). Rimane a bocca asciutta, credo alla sua sesta candidatura, Glenn Close.

Una serata sobria e divertente condotta da Billy Cristal che ha distribuito premi ed emozioni sia ai diretti interessati ad ha rallegrato ed emozionato gli spettatori.
Dopo 84 edizioni questa serata è una bella abitudine che non passa mai. Aspettiamo con ansia le candidature per i prossimi e tra un anno saremo di nuovo qui a commentare le assegnazioni.

Per completezza ecco la lista dei premi principali:

Miglior regia
Michel Hazanavicius - The Artist
Miglior attore protagonista
Jean Dujardin - The Artist
Migliore attrice protagonista
Meryl Streep - The Iron Lady
Miglior film
The Artist

e gli altri in ordine di assegnazione:

Migliore fotografia
Hugo Cabret - Robert Richardson
Migliori scenografie
Hugo Cabret - Dante Ferretti, Francesca LoSchiavo
Migliori costumi
The Artist - Mark Bridges
Miglior makeup
The Iron Lady - Mark Coulier, J. Roy Helfand
Miglior film straniero
Una Separazione
Migliore attrice non protagonista
Octavia Spencer - The Help
Miglior montaggio
Uomini che odiano le donne - Kirk Baxter, Angus Wall
Miglior montaggio sonoro
Hugo Cabret
Miglior sonoro
Hugo Cabret
Miglior documentario
UndefeateD
Miglior film d'animazione
Rango
Migliori effetti visivi
Hugo Cabret
Migliore attore non protagonista
Christopher Plummer - Beginners
Miglior colonna sonora
The Artist - Ludovic Bource
Miglior canzone originale
I Muppet - Bret McKenzie
Migliore sceneggiatura originale
Midnight in Paris
Migliore sceneggiatura adattata
Paradiso Amaro
Miglior cortometraggio live action
The Shore
Miglior cortometraggio documentario
Saving Face
Miglior cortometraggio animato
The Fantastic Flying Books of Mr. Morris Lessmore

venerdì 24 febbraio 2012

Martin Mystère - I pensieri degli altri

Martin Mystère n. 319, bimestrale
I pensieri degli altri

Soggetto e sceneggiatura: Luigi Mignacco
Disegni: Enrico Bagnoli e Maurizio Gradin
Copertina: Giancarlo Alessandrini

Quale sogno sarebbe per un essere umano riuscire a sentire i pensieri di chi lo circonda per prevederne le mosse al gioco, in politica e persino in amore?
Qualcuno è riuscito a realizzare un'apparecchiatura che riesce in tutto questo. Il problema è che per farlo è stato aiutato dai militari, che ora la vogliono per scopi di guerra. Alle sue calcagna ci sono anche uomini e donne vestite di nero, chi saranno? Ma sopratutto: chi potrà aiutarlo a non far cadere nelle mani sbagliate la sua invenzione? La risposta è una sola: Martin Mystère. L'uomo appena giunto, a seguito della sua fuga, a New York lancia un grido telepatico per contattare il Detective dell'Impossibile e chiamarlo in suo soccorso. L'aggressività crescente dei suoi inseguitori mette a rischio la vita di entrambi, come quella di Java e Diana.
Non potendosi fidare di nessuno, riuscirà Martin a portare al sicuro la fantastica invenzione ed il suo creatore?

La storia di Mignacco, doppio incontro con lui questo mese per via della sua presenza anche sul Maxi Dylan Dog, omaggia, per certi versi, un classico della fantascienza come Scanners. Scritta in modo coinvolgente, propone intrighi a più livelli narrativi. L'unica pecca, se la si vuol trovare, è che si conclude nel modo più classico possibile quando di mezzo c'è un'invenzione impossibile.
Enrico Bagnoli e Maurizio Gradin formano un bella coppia. Uno alle matite, l'altro alle chine, mettono in piedi un bel risultato grafico. Paesaggi e sfondi curati e costanza dei tratti caratteristici dei personaggi sono caratteristiche importanti per godere di un fumetto e loro le rispettano entrambe.
Questo mese di Bonelli non è caratterizzato da copertine eccezionali. Purtroppo, quella di Alessandrini non fa eccezione. Certo è difficile realizzare una copertina in grado di rappresentare un argomento etereo come i pensieri, ma la scelta dei colori, dello stile grafico e della presenza, messa li così per riempire, di un impotente Java non mi hanno convinto.

Una storia dal buon ritmo che si fa leggere volentieri, non sottovalutatela, potrà intrigarvi.

giovedì 23 febbraio 2012

Brendon - La zona morta

Brendon n. 83, bimestrale
La zona morta

Soggetto e sceneggiatura: Claudio Chiaverotti
Disegni: Andrea Fattori
Copertina: Massimo Rotundo

Queenford era un posto, nell'Inghilterra della Vecchia Era, tranquillo e sereno, fino a quando un suicidio non sconvolse tutto. Nel presente, Brendon incontra una ragazza di nome Diane in cerca della sorella di cui non ha più notizie da mesi, Lesley. La loro campagna li porta ad incrociare la strada di un cacciatore di serpenti che dopo essere stato morso da due rettili contemporaneamente si dichiara capace di portare le persone oltre i confini del tempo. Brendon e Diane si ritrovano, dunque, a perlustrare la Queenford della Vecchia Era, dove la ragazza è sicura che ritroveranno la sorella.

Il motivo portante della storia sembra essere un qualcosa di già visto. Se non ricordo male mi sembra di aver letto di una città ai giorni nostri in cui si vive come se si fosse nell'Inghilterra dell'800, a cui si può collegare il quartiere di Queenford, o anche solo i vari villaggi robot de Il mondo dei robot.
Tutto sommato, comunque, la storia è scorrevole ed intrigante. La vena di Chiaverotti, dopo 83 numeri consecutivi più speciali, a volte, come in questo caso, si affievolisce, ma non si esaurisce mai del tutto. Nelle storie meno strabilianti si ritrova sempre qualche caratteristica positiva e coinvolgente.
I disegni sono il punto più incostante di tutta la storia. L'opera di Fattori si distingue sia per grande cura nel dettaglio sia per l'incostanza della rappresentazione dei volti. I visi di Diane, soprattutto, e Lesley, vengono snaturati di vignetta in vignetta, tanto da portare a chiedersi se si tratta sempre della stessa persona del riquadro accanto. Deve migliorare.
La copertina di Rotundo è evocativa di un momento preciso della storia, inquietante ed adatta a creare suspense.

Un numero che senza infamia ne lode si aggiunge alla collezione.

mercoledì 22 febbraio 2012

Nathan Never


Siamo di fronte a due copertine storiche del mensile Bonelli Nathan Never. La prima a sinistra è quella che più di venti anni fa ha presentato il personaggio dei tre sardi, Medda Serra e Vigna, nelle edicole ad i suoi futuri lettori. Disegnata da Claudio Castellini nel 1991 ha colpito l’immaginazione di molti ed ha dato il via ad uno dei più longevi personaggi di casa Bonelli, dopo Tex, Zagor, Mister No, Martin Mystère e Dylan Dog.
A 21 anni di distanza Sergio Giardo, ed ad un copertinista di distanza Roberto De Angelis, mai lodato abbastanza, per il post guerra dei mondi, ha deciso di rendere omaggio con la copertina dell’albo 250 alle origini del personaggio.
Prima proviamo ad analizzare la copertina e poi ipotizziamo qualcosa.
Il nome della testata è scritto con gli stessi caratteri e colori in entrambe le versioni.
Lo skyline alle spalle del protagonista è cambiato. Dopo 21 anni ed una guerra devastante, la città della costa est ha subito delle evoluzioni, meno monolitica, più luminosa, anche se dovrebbe essere distrutta dagli eventi degli ultimi mesi. Anche le stelle sono aumentate.
La tecnologia si è evoluta. La mano robotica ha cambiato la sua struttura ed i condotti delle articolazioni ora sono per la maggior parte nascosti. La sensazione che trasmette la nuova mano sembra essere quella di una richiesta di essere aiuto, contro quella vecchia che sembra essere più aggressiva. Oltre a questo anche l’arma impugnata da Nathan è diversa.
Analizzando, proprio, il protagonista si nota la differenza fondamentale con la tavola di Castellini. Se nel 1991 Nathan Never era mancino, ora è destrorso. Gli abiti sono gli stessi, anche l’impermeabile, abbandonato da tempo nei fumetti a favore delle tute e delle divise dell’agenzia, ritorna a fare la sua comparsa.
Partendo a ragionare proprio da questi ultimi dettagli alcune domande si insinuano.
Nathan ha cambiato mano primaria semplicemente per un errore? Per omaggiare la mano con cui disegna ogni artista? Per rispecchiare le loro convinzioni politiche? Oppure perché non è il vero Nathan Never? Dati gli sconvolgimenti, relativi sotto il punto di vista narrativo, ma più attivi sotto quello dei personaggi, portati dall’ultimo ciclo di storie il disegnatore ci vuole suggerire qualcosa?
Ma, soprattutto, una copertina uguale a quella delle genesi e lo strillo che ci informa di “un 250 che vale come un n°1” ci suggerisce anche un ritorno alle origini dell’investigatore del futuro? Ci comunica che tutto quello che è successo fino ad ora viene, in un modo o nell’altro, resettato e si torna al passato? Le scelte poco coraggiose per la conclusione della guerra dei mondi, anche se hanno lasciato qualche spunto per storie future, potrebbe portare a pensare ad una scelta del genere. Certo lo svolgersi di indagini in un mondo distrutto e da ricostruire, nuovamente, la prima volta fu con la caduta di Urania, non sarà troppo diverso che nel recente passato. I nuovi equilibri politici potrebbero essere una variante, ma non sarà troppo poco? Basteranno gli innesti di fantascienza marziana a dare qualche svolta? Inoltre, ricostruire il vecchio staff dell’Agenzia Alfa sarà la mossa originale giusta per dare nuova linfa ad una serie che si è dimostrata stanca da dieci anni a questa parte?
Per il momento la mia lettura proseguirà almeno per i prossimi tre numeri, per cercare di scoprire Il segreto di Sigmund, titolo che, per inciso è scritto, in caratteri bianchi su sfondo nero, sarà una nuova scelta stilistica anche questa, od un errore di colorazione nell’anteprima della copertina?

martedì 21 febbraio 2012

Nathan Never - Cielo di fuoco

Nathan Never n. 249, mensile
Cielo di fuoco

Soggetto e sceneggiatura: Stefano Vietti
Disegni: Guido Masala & Giacomo Pueroni
Copertina: Roberto De Angelis

La Guerra dei Mondi è al suo ultimo atto. Aran Drako sembra essere sconfitto. La ricerca dell'imperatore si è spostata su Marte, senza successo. Rintanato nel suo nascondiglio cerca di giocare nel modo migliore il suo ultimo asso. Solo l'intervento di Kay, la figlia telepate di Branko e May, aiuta Legs e Nathan a stanarlo e metterlo fuori gioco. Personaggi misteriosi, però, continuano a muoversi sullo sfondo di questo evento interplanetario. Personaggi ritenuti scomparsi da anni, senza affanno, raggiungono obietti prefissati. Il mistero del destino di Sigmund non è ancora stato scalfito, ma Nathan non desiste.

La Guerra dei Mondi è finita. L'evento che dovrebbe riscrivere la realtà del mondo di Nathan Never ha portato alcuni cambiamenti, anche se non ha sconvolto pienamente la realtà.
ATTENZIONE SPOILER.
La vignetta in cui Mister Alfa appare verso la fine del numero non penso abbia sorpreso alcuno. Un personaggio del genere, descritto come onnipotente e quasi immortale negli anni scorsi, non poteva certo mancare in uno scenario così ampio.
Sul mistero della scomparsa di Edward Reiser, finalmente, si getta qualche luce in più e si va nella direzione che ogni lettore fedele aveva sospettato.
Dopo la sospensione della testata sarebbe stato suicida tenere ancora a riposo Legs ed il suo reintegro non stupisce nessuno.
Vengono lasciate aperte due porte per storie future: le telepati e la razza Marziana in attesa di tempi miglior. Per quanto riguarda il destino di Sigmund Baginov dovremmo scoprire il tutto con i tre numeri in arrivo.
FINE SPOILER
Il soggetto di Vietti è buono. Tanta carne al fuoco che non si brucia, anche se è troppo per mangiarla disinvoltamente tutta. Certi dialoghi sono un po' buttati li, da altri se ne esce a stento, ma tutto sommato gradevole.
I disegni della coppia Masala Pueroni sono di alto livello, matite ed inchiostri per si amalgamano ed hanno grande resa grafica sulle pagine.
L'ultima copertina di Roberto De Angelis per la serie regolare è evocativa. Cielo rosso, città distrutta, Nathan di spalle che guarda un sole sull'orizzonte. E' il sole che sorge su un futuro difficile od il sole che cala sulla sua opera di copertinista sulla serie regolare. Non ci resta che ringraziare questo stupendo artista che per anni ci ha deliziato con le sue opere d'arte ed ha regalato valore aggiunta ad una serie in forte crisi d'idee.

Il punto sulla Guerra dei Mondi nel suo complesso.
Poche righe per dire che la rileggerò tutta di seguito per avere un'idea più concreta. A leggerla nel tempo le caratteristiche inutili, i numeri brutti, si dimenticano. Ricordo di aver riscontrato passaggi a vuoto, numeri inutili e numeri troppo densi, ma anche numeri interessanti ed adrenalinici. Quello che mi auguravo prima della lettura, uno sconvolgimento totale negli assetti storici fossilizzati, non mi sembra essere ad ora avvenuto. A parte qualche faccia nuova e qualche sottotrama aggiuntiva non vedo grossi cambiamenti. Anzi, vedo un ritorno al passato, alle origini della collana e dell'Agenzia Alfa, solo in un mondo distrutto e non efficente. Un, preoccupante, segnale di questa staticità viene dato dalla copertina del prossimo numero, il 250, in paragone con quella del n°1 del vent'anni fa. Poi ve le posto.

Non ho un giudizio definitivo, non ne sono convinto, ma neanche disgustato. Forse proseguirò ancora per un po' con la collana, ma con meno passione di prima. Extra, Maxi, Agenzia Alfa, Giganti, resteranno tagliati fuori. Solo serie regolare e Speciale continueranno, probabilmente, ad entrare nella mia fumettoteca.

lunedì 20 febbraio 2012

Maxi Dylan Dog 16

Maxi Dylan Dog 16, semestrale
Copertina: Angelo Stano

Gli spietati
Soggetto e sceneggiatura: Giancarlo Marzano
Disegni: Giovanni Freghieri

Dylan, in una notte di pioggia, sta ritornando a Londra dopo aver chiuso un caso. La stanchezza si fa sentire ed un colpo di sonno lo sorprende alla guida. Un colpo di clacson gli permette di evitare giusto in tempo il frontale con un'altra vettura. Una sosta di riposo in una piazzola SOS è d'obbligo. Quando si risveglia, una giovane donna lo sorprende chiedendogli aiuto per fuggire da un gigantesco Hammer che la insegue per ucciderla. I due troveranno rifugio in un casa di vacanza disabitata, ma la loro tranquillità durerà ben poco.

L’avversario
Soggetto e sceneggiatura: Luigi Mignacco
Disegni: Giovanni Freghieri

L'Indagatore dell'Incubo non è più il solo ad esercitare la professione, già da qualche volta trova sul luogo d'indagine un arrogante Lord che si dimostra molto abile a persuadere i fantasmi a passare oltre. Ha così inizio una faticosa collaborazione tra i due per dar pace alle anime perse, ma qualcosa non torna al nostro. Il suo quinto senso e mezzo è sicuro che ci sia qualcosa di anomalo nel suo nuovo antagonista.

Dritto al cuore
Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Di Gregorio
Disegni: Giovanni Freghieri

Quando in un negozio di giocattoli di Londra appaiono in vendita delle bamboline voodoo la curiosità prende il sopravvento negli ingenui. Alcuni clienti ne sperimentano l'utilizzo secondo le istruzioni ed i destinatari della maledizione iniziano a morire. Dylan viene coinvolto nella vicenda da una sua cliente che vuole essere sicura di non essere vittima di qualche vendetta di magia nera per aver fatto abbondante uso di queste bamboline. L'Old Boy si rivolgerà ad un suo vecchio amico, esperto in magia nera.

Questo Maxi è celebrativo dell'opera artistica di Giovanni Freghieri. Dopo a Corrado Roi tocca a lui realizzare il primo dei due Maxi di quest'anno (l'altro sarà sempre di Montanari e Grassani) ed è sempre un piacere vederlo all'opera. Disegni carnosi, qualità costante, atmosfere intense, giochi di luci ed ombre come nel suo più classico repertorio di alto livello.
Le trame ideate da Marzano e Mignacco sono alquanto scontate per chi ha esperienza col personaggio ed entrambe, non so quanto casualmente, parlano di fantasmi. Curioso è vedere Dylan guidare una moto, ne Gli spietati, e solo questo vale l'acquisto dell'albo.
La storia di Di Gregorio chiama in causa un personaggio disperso negli anni, amico?, di Dylan. Bello vedere che ogni tanto qualche autore va a riprendere figure poco utilizzate per irrorare di nuova linfa la testata.

Per tutti è in comune un copertina poco ispirata di Angelo Stano. Statica e non all'altezza delle sue ultime prestazioni non convince.

Tutto sommato non un albo imperdibile, ma comunque piacevole lettura e piacevole visione per gli occhi.

sabato 18 febbraio 2012

Sanremo 2012 - Serata finale


Un piccolo, relativamente, sforzo ed eccoci pronti ad affrontare l'ultima serata del 62° Festival della canzone italiana di Sanremo.
Partiamo in ritardo rispetto alle altre sera per l'intromissione di RaiSport, ma rimediamo subito con un'anteprima dedicata al corpo di ballo ed a tutte le performance in cui si è esibito in queste sere.
20.48. Eurovisione. Pochi sponsor dopo eccoci sul palco dell'Ariston. Sedie vuote sul palco, Love love dei Beatles e baci con la lingua di coppie innamorate di ogni età che per cinque minuti scorrono davanti al pubblico esterrefatto. Susciterà polemiche l'assenza di baci gay? Al termine tutti lasciano la scena portandosi via la loro sedia lasciando spazio a Gianni Morandi, Rocco Papaleo ed Ivanka Mrazova (con un vestito trasparente con ricami neri, che lascia poco all'immaginazione). Già che sicuramente non sforiamo con i tempi stasera facciamoci quattro chiacchiere e ricordiamo tutti i codici per il televoto dei cantanti.
Finalmente 21.02. Nina Zilli, sempre più simile alla buon'anima di Amy Winehouse, che ripropone la versione originale, come sarà per tutti, della sua Per sempre.
21.08. Gigi D'Alessio e Loredana Bertè, dopo le polemiche del playback di ieri sera, hanno i coraggio di ripresentarsi sul palco e candidarsi a vincere con la loro Respirare.
21.18. Finalmente un comico con le cosidette: Geppi Cucciari. Elegante in nero, con le scarpe i mano per evitare di rocambolare dalle scale. Brava, brillante come sempre e presenta con Morandi Emma.
21.26. Vestita da donna Emma canta Non è l'inferno, la canzone che per gli scommettitori dovrebbe vincere il Festival. Peccato che le spengano sempre il microfono mentre canta, ah no è la sua afonia che la vincola. Sostituite il cameraman della telecamera centrale che è ubriaco. Brava, convinta, commossa.
21.32. Samuele Bersani pronto a prenderci a pallonate. Un pallone è un'altra canzone di critica e specchio della nostra realtà.
21.38. Dolcenera. Ci vediamo a casa. Ma che truccatrici hanno le donne questa sera; tutte topolone sono. Elegante in nero anche lei. Convinta, energica.
21.54. Carone e Dalla. Nanì, mesti mesti si appropinquano per la loro ultima esibizione. Una canzone intensa, ma con il solito senso di già sentito.
22.00. Sono solo parole. Noemi. Nuova pettinatura, bell'abito blu elettrico, bassi che la Bose se li sogna. Forse quella più papabile di vittoria.
22.08. Sarà La notte di Arisa? Ance lei in nero, ben truccata. Ha qualche buona freccia al suo arco, sarà però dura convincere gli spettatori a casa. Senza dubbio è un'artista che trasmette emozioni.
22.13. Riecco Geppi che presenta Eugenio Finardi, E tu lo chiami Dio. Fosse per me qualche soddisfazione in questo Festival gliela farei prendere all'artista ed testo di questa canzone. Forse gli manca solo un po' più di sacralità alla musica che sottolinea le parole di Finardi, sembra quasi tarpata.
22.20. L'ultimo cantante, Renga, sul quale si può cambiare canale, chiude questa fase della kermesse. Sempre elegantissimo, gli manca solo la camicia hawaiana e siamo a posto.
22.26. Abbiamo esaurito i cantanti, raccogliamo ancora un paio d'ore di sms e poi vediamo chi ha vinto. Ma come procederà la serata? Sarà solo una serie di markette o avremo anche qualche contenuto?
222.38. In attesa di preparare il set per Celentano, Morandi, intrattiene il pubblico con C'era un ragazzo. Grande professionista, ottima voce, uno dei pochi cantanti italiani che si merita tutto il bene e tutta la stima degli spettatori, dei fan e di tutti noi.
22.40. Ecco Celentano. Il momento tanto atteso da tre serate si avvera. Inizia cantando in inglese, una canzone che non conosco. Ed inizia il suo monologo, starà dentro nella mezz'ora? Riprende i temi trattati martedì, tra applausi e fischi, cercando di spigarsi meglio e chiudendo con La cumbia di chi cambia, critica allo Stato ed all'uomo. Con Morandi canta Cambia il mondo (sarà questo il titolo?), bella coppia. Standing ovation, contro tutti i pronostici. Vuoi che per davvero la maggior parte degli italiani la pensi come lui? Credo che lo stesso Morandi si sia commosso nel cantare con Adriano. E' sua la frase più bella "Adriano non odia nessuno."
Chiudono precisi, un minuto prima, per essere precisi e non sconvolgere la Lei.
23.15. Poco prima della mezzanotte ecco, finalmente per lui, Alessandro Casillo, il vincitore di Sanremo Social. Ritira i premi si fa fare un po' di foto e canta il suo pezzo.
23.25. Bello che Geppi ritorni spesso a rallegrarci. Sempre spiritosa, brillante e sagace.
23.35. Stop al televoto, tra poco conosceremo la classifica.
23.38. I Cranberries, ospiti internazionali, che tornano a Sanremo con la loro frontgirl storica Dolores O'Riordan. Canzone storica, intervista e ultimo successo Tomorrow.
23.50. Classifica in grafica:
6° Dolcenera;
5° Carone/Dalla;
4° Noemi;
3° D'Alessio/Bertè;
2° Emma;
1° Arisa.
E' fuori un'altro dei miei preferiti, Eugenio Finardi. Vota la sala stampa per assegnare la Golden Share e dopo pochi secondi viene assegnata a Noemi che scala dal 4° al primo posto, scalzando D'Alessio/Bertè.
Al secondo televoto, che riparte alle 23.57, si giocano la vittoria Noemi, Arisa, Emma.
23.58. Tornano Luca e Paolo. Si esibiscono nuovamente, dopo la prima serata di parolacce e polemiche. Tremano già tutti critici. Travestiti da pagliacci invocano una preghiera la protettore dei comici.
00.03. Balletto dell'Ivanka, coreografata da Franco Miseria ed accompagna da ballerini ed una Gatta con gli stivali.
00.12. Ricanta Noemi.
00.16. Ricanta Emma, che a sto punto ci spera.
00.22. Ricanta Arisa.
00.32. Alessio Boni, Bianca Guaccero (Valeria Fabrizi), Diana Roncioni (Alida Chelli) e Caterina Misasi (Lucia Bosè) ricordano Walter Chiari promuovendo la serie tv Rai che andrà in onda tra settimana l'altra (26/27 Febbraio).
00.40. Rocco Papaleo canta, finalmente, la sua Come vivere. Tanto aspettata ed invocata, come sarà? Un po' capisco perchè era stata bocciata, rispetto alle canzoni in gara l'anno scorso era un poco debole. Nel complesso un'ottima spalla per Morandi ed un'arma comica costante nel programma.
00.52. Stop al televoto. Tra poco sapremo. Ma prima un momento per l'orchestra di Sanremo e Sabiu. La melodia che suona ricorda un po' quella di Totoro durante l crescita dell'albero di canfora. Film da rivedere del Maestro Miyazaki Hayao.
01.02. Ultimo intervento di Geppi. Spiritosa, con una chiosa toccante.
01.08. Verrà mandato all'Eurosong ... non lo scopriremo mai perchè Luca e Paolo entrano a salutare il pubblico e Morandi...Ah, no all'Eurovision Song Contest parteciperà per l'Italia, annunciato dai i vincitori dell'anno scorso Elle e Miky, Nina Zilli.
01.13. Si ricompone il trio dei presentatori sul palco per annunciare il vincitore di Sanremo 2012, ma prima il premio della critica Mia Martina per i Big che va a Samuele Bersani.
01.15. Precisi si apre la busta. Vince il Festival di Sanremo 2012 viene vinto da Emma. Al secondo tentativo le va bene. Commossa come se non lo sospettasse. Con il 49% dei voti raggiunge un alto risultato in carriera. Si porta a casa il Leone d'Oro. Commossa canta per l'ultima volta la sua canzone, Non è l'inferno.
01.26. Cala il sipario sulla 62a edizione del Festival della canzone italiana di Sanremo. Da domani partirà il toto conduttore e la ricerca dei cantanti per la manifestazione dell'anno prossimo.

Grazie a chi ha voluto perdere qualche minuto della sua vita leggendo queste righe di cronaca un po' seria, un po' spiritosa, che mi hanno aiutato a mantenere vivo in me l'interesse per questa tradizione italica.
Da settimana prossima si torna alle cose normali. Lunga vita e prosperità a tutti.

venerdì 17 febbraio 2012

Sanremo 2012 - Quarta serata


Ci siamo. Ancora due sere e poi anche questo Sanremo sarà andato. Ieri non si è riso, ma ci si è dedicati all'ascolto della musica storica italiana.
Per stasera non so cosa ci aspetta, lo scopriremo insieme. Doveste cedere dei buchi temporali od è perché sto seguendo la partita o perché mi sono abbioccato dalla stanchezza.
20.37. Anteprima dedicata ad Ivanka, che celebra la sua legnosità nel ballo, ma mette in evidenza un sorriso contagioso.
20.44. La sigla dell'Eurovisione ci introduce alla quarta serata. Si comincia con un violinista sul tetto, una tempesta di luce che manco nelle battaglie di Star Wars e una stupenda ballerina senza braccia. Simona Atzori, una ragazza, una donna, molto forte, David Garet che, oltre ad essere un bravissimo musicista di fama mondiale, è l'uomo più veloce al mondo ad eseguire Il volo del calaborne con il violino.
20.53. Scopriamo che le 12 canzoni in gara saranno riproposte in versione duetto. Per decidere chi sopravviverà alla mattanza si userà una combinazione di televoto e votazione della giuria.
La marcia in più di questo Festival è proprio Rocco Papaleo che, con grande simpatia sdrammatizza le situazioni dell'attualità. Su questo comico non ci avrei scommesso, mi devo ricredere. Speriamo solo che non esageri e strabordi.
21.00. Gaetano Curreri accompagna Noemi per la nuova versione di Sono solo parole. Una coppia equilibrata ed affiatata che rende ancora più gradevole una delle canzoni più piacevoli della manifestazione.
21.07. Carone e Dalla si accoppiano con Grignai per persistere sul tasto della prostituzione di Ninì. Si è orecchiabile, toccante, ma le manca qualcosa e la coppia (o trio che dir si voglia) è molto poco affiatata.
21.12. Dolcenera e Max Gazzè rivisitano Ci vediamo a casa. Lei indossa un cortissimo sacco dell'indifferenziato dell'Amsa, lui è quasi di un'eleganza sobria. Se il ritornello è orecchiabile mi chiedo come sia possibile inserire in una canzone la parola "monolocale". Compete con i verticalismi sintattici di Max Pezzali ed "l'albero a basso momento di inerzia" di Elio e le Storie Tese.
21.28. D'Alessio e la Bertè accompagnati da Dj Fargetta. Il tutto con l'aggiunta di un corpo di ballo ed un remix pompato. D'Alessio è vestito come il motociclista dei Village People!!! Alla fine della canzone sul palco c'è più gente che in sala.
21.35. Chiara Civello con Francesca Michielin. Al posto del mondo. Due pianoforti, sarà versione balera o qualcosa di diverso? Ok, è stata meno balera di ieri. E con la minaccia del ritorno, ne sentivamo la nostalgia, di Sabrina Ferilli si va in pubblicità. Quando si rientra canta pure, una canzone in romanesco. Ci lamentiamo dei soldi per Celentano e poi invitiamo la Ferilli. Non si capisce perché è li finché non parte lo spottone per la nuova fiction della ragazzona.
22.00. Riprende la gara con Samuele Bersani e Paolo Rossi, pronti a prendere a calci Un pallone. Rossi non aggiunge nulla ad una canzone già comatosa.
22.16. Eugenio Finardi con Peppe Servillo, ed un pacco di altra gente, per E tu lo chiami Dio. Voci maschili forti che si fondono e contrappuntano piacevolmente.
22.19. Nina Zilli, in lamé dorato, e Giuliano Palma con la nuova versione di Per sempre. Con loro sul palco Fabrizio Bosso e la sua tromba. Come sempre brava ed anche bravo Palma, peccato che la canzone mi sia noiosa.
22.27. Arisa e Mauro Ermanno Giovanardi (e chi diavolo è?), La notte. Già i La Crus non mi erano piaciuti l'anno scorso, anche perché poco si capiva delle parole della canzone, ed oggi il loro leader non cambia la mia opinione. Arisa è brava, la canzone è importante, ma il duetto non rende.
22.34. Alessandro Siani. Grande comicità, quasi mi incido i testicoli con le lamette da barba arrugginite e ci verso sopra dell'acido cloridrico concentrato. Però alla gente piace ed io mi adatto.
22.55. Emma con Alessandra Amoroso, il duo di Amici, Non è l'inferno. Magari vincerà, ma per me è un no. Non vedo l'X-Factor.
23.08. Platinette accompagna i Matia Bazar, sarà vincente? Positivo? Senza infamia nè lode, la canzone non ne esce male e rimane una delle più competitive del gruppo.
23.15. Scala e Colacni Brothers fanno da coro a Francesco Renga che, per fortuna chiude la maratona dei big. La tua bellezza sarebbe una che potrebbe essere eliminata senza troppa sofferenza. Orpo me lo sono perso che su RAI4 c'era Wonderland. Non soffro.
23.24. Lo spazio di Papaleo e del suo pianista Arturo Valiante, per una parentesi comico musicale.
23.33. Stop al televoto. Manca poco a scoprire le canzoni che passano il turno. Tocca all'ospite internazionale. Gli One Directon. Cinque di inglesi vestiti male senza voce che cantano su una canzone che parte come clone di Grease e poi diventa una citazione delle B*Witched. Niall Horan, Zayn Malik, Liam Payne, Harry Styles e Louis Tomlinson, sono nati tutti tra il 1991 e il 1994, eseguono la loro hit e fanno come Baglioni.
23.39. I quattro giovani che si contendono il premio, è il loro momento. La gara sarà, il televoto, sarà falsato dalla solita Golden Share. Alessandro Casillo inaugura la tornata, poco prima la mezzanotte appena in tempo dati i suoi 15 anni, E' vero. Io l'avrei fatta fuori ai duelli e confermo. Commossissimo lascia spazio agli Iohosemprevoglia ed alla loro Incredibile. Mi abbatte come la prima sera.
0.00. Dopo il tg Marco Guazzone. Guasto. Lagna. Chiude Erica Mou con Nella vasca ba bagno del tempo. Delicata, romantica, con buone possibilità di vincere.
0.15. E' ora del markettone per la Carlucci e le sue stelle danzanti. Sul palco arrivano Marco Del Vecchio, Bobo Vieri ed Anna Tatangelo. "Cosa vi ha portato a Ballando con le Stelle?" se foste sinceri direste "I soldi." Ma ogni anno che passa alla Tatangelo ne crescono dieci? Che tristezza sto spottone. Che tristezza!!! Basta!!! Non vi sembra già tardi per andare avanti?
0.28. Si chiude il televoto. Nell'attesa dei risultati si ride con l'enigmistica di Papaleo. Si chiama la grafica e forse ce la si fa. Classifica provvisioria: 4. Guazzone, 3. Mou, 2. Iohosemprevoglia, 1. Casillo. Si gioca con le Golden Share ed alla fine vince Casillo. Tristezza, essendo minorenne non può ne salire sul palco per prendersi gli applausi e cantare di nuovo il suo brano. In compenso si vedono i genitori piangere come fontane. Il premio della critica Mia Martini e lo vince Erica Mou, almeno quello. Casillo non era il mio preferito. La mia meglio era Carlo, eliminata la prima sera, peccato.
Il cerimoniale delle prime due premiazioni è stato un fallimento.
00.44. Sforando, siamo arrivato all'eliminazione dei due big. Restano in gara:
Finardi;
Carone/Dalla;
Bersani;
Zilli;
Renga;
Arisa;
D'Alessio/Bertè;
Noemi;
Dolcenera;
Emma.
Sono fuori i Matia Bazar e Chiara Civello, tante volte le giurie sono strane. Di quelle da me considerate migliori delle 14 originali ne son rimaste tre: Finardi, Noemi ed Arisa.
Passano i sottotitoli e finisce la puntata con i fiori di Sanremo nelle mani di Morandi. Anticipazioni: domani torna Celentano.
"Se mostri col dito la luna allo stolto quello guarda solamente l'indice d'ascolto". Pensiero della notte di chiusura della serata di Papaleo.

Come promesso ce l'ho fatta ad arrivare in fondo, ma ho finito le siringhe di adrenalina per restare sveglio. Se non le trovo in farmacia domani non garantisco tutta la finale.

giovedì 16 febbraio 2012

Sanremo 2012 - Terza serata aggiornamento


Ve l'ho promesso. Stasera sto su fino a notte inoltrata e pubblico il post alla fine della puntata, ma per essere attivo oggi ieri sera ho dovuto cedere.
Allora, da quello che mi dicono, sugli argomenti importanti, il ripescaggio è stato ovvio. Sono tornati in gara Carone/Dalla e Bertè/D'Alessio. Sinceramente non ho capito chi e quando li abbia votati, ma tant'è.
Eliminati gli altri due, Irene Fornaciari ed i Marlene Kuntz. Entrambi si consolano per i risultati ottenuti nella serata. La Fornaciari si è beccata, giustamente, la standing ovation del teatro per il tributo che ha proposto insieme ai suoi due ospiti. I Marlene Kuntz si sono portati via il premio per la migliore interpretazione della serata.
Per quanto riguarda, appunto, il tributo Viva l'Italia mancava da esibirsi a due concorrenti: Noemi con Sarah Jane Morris fa sua Amarsi un po' e Dolcenera con Professor Green Vita spericolata.
In fin dei conti è stato un buon intrattenimento. Si è assistito a maltrattamenti di canzoni, artisti pezzi di storia della musica internazionale che il grande pubblico non è abituato a vedere spesso in Italia, si è dato un volto a sconosciuti che hanno prestato le loro canzoni a pubblicità internazionali. Non dimentichiamo anche il momento culturale, quando Rocco Papaleo ha fatto fare la foca a tutto il teatro.
Stasera again e poi la finale. Rivedremo Celentano? Ci sarà un cecchino in sala per abbatterlo?

Sanremo 2012 - Terza serata


La buona prassi di ieri mi ha convinto a proseguire per la strada tracciata: si va a letto quando viene sonno e poi aggiorno. Da quanto ho capito anche stasera sarò faticosa. I dieci cantanti superstiti celebreranno l'Italia, mentre i quattro sull'orlo del baratro lotteranno per salvarsi.
Quali polemiche, quali ospiti stasera ci aspettano? Tra pochi minuti vedremo, tenendo presente che siamo già in ritardo sull'anteprima, e quindi su tutto il resto.
20.37. L'anteprima è affidata a Rocco Papaleo ed alla sua speranza di cantare sul palco di Sanremo, nel corso della serata.
20.45. Omaggi musicali ai successi italiani e stranieri che si son succeduti nella kermesse. Lo stesso Morandi canta una strofa di una canzone italiana che era stata interpretata in inglese da Frank Sinatra. Si susseguono poi altre canzoni omaggio, Dio come ti amo e Gli uomini non cambiano. Morandi è il miglior cantante di questo Festival.
21.04. C'era una volta il west per Chiara Civello e Shaggy. Cantano Io che non vivo senza te. Confermo che la tipa non mi convince e Shaggy fa proprio fatica a cantare con voce normale e non bombastica. Sto cercando degli spilli da infilarmi sotto le unghie dei piedi per alleviare il dolore alle orecchie che questi due mi stanno impartendo.
21.19. Samuele Bersani e Goran Bregovic, con la sua orchestra Per i matrimoni e i funerali, sulle note de Il postino per cantare e suonare Romagna mia. Cioè, non so, tristezza? Su italia 1 non c'era la partita? Torno e c'è una calzone balcana.
21.30. Fumo di Londra per introdurre Nina Zilli e Skye con Grande grande grande. Chiudono con Rome wasn't built in a day.
21.42. Sul tema di Amarcord entrano i Matia Bazar con Al Jerrau, l'unico cantante ad avere vinto tre Grammy Awards in tre categorie differenti jazz, pop e R&B. Cantano Parla più piano.
21.54. Anonimo veneziano per Emma e Gary Go cantano Il Paradiso. Emma, davvero, per Natale scrivi la letterina e chiedi a Babbo se ti porta un po' di voce, sarebbe un bel regalo, fidati.
Morandi e l'inglese, come sciare su un ghiacciaio, nudi, soffrendo di dissenteria: simpatico per chi lo vede. Chiudono con Wonderful ed Emma chiude con la voce.
22.02. 8 1/2 arrivano Arisa e Josè Feliciano cantano Che sarà. Chitarra e voce per l'inizio e poi via con l'orchestra per una canzone presente nell'immaginario collettivo da decenni. Josè Feliciano omaggia Gianni Morandi cantando con lui C'era un ragazzo.
22.18. Federica Pellegrini, entra con sei boys che la aspettano lungo le scale. Parte un'intervista danzante a ritmo di valzer e spiritosa.
22.35. Morricone introduce Renga e Dalma che cantano Il mondo. Ma siamo sicuri che Renga è un cantante, no davvero. Canta con le emorroidi. Escono cantando Bella senz'anima di Cocciante.
22.50. Per un pugno di dollari per Carone/Dalla e Max Langer, danese di belle speranze, Anema e core, ci mancava l'omaggio alla muscia napoletana quest'anno. You are not alone, del danese, chiude l'intermezzo. La seconda canzone è anche piacevole, seppur breve.
23.00. Mission per Irene Fornaciari con Kerry Alice e Brian May con Uno dei tanti. Brave, adrenaliniche con la voce e grandemente supportate dalla chitarra di Brian May. Il pubblico capisce che la più bella esibizione della serata a scroscia applausi, anche alzandosi in piedi. Sgorgano le lacrime dagli occhi di Irene Fornaciari. Grazie al fondatore dei Queen romba We will rock you. Standing Ovulation per tutti.
23.18. Giù la testa per i Marlene Kuntz e Patty Smith cantano Impressioni di Settembre. Ok non è il mio genere, quindi mi astengo dai commenti. Because the night, coinvolge, spacca, squote, gran pezzo.
23.33. Rocco Papaleo vuole a tutti i costi cantare Come vivere, ma Gianni gli chiede di cantare La foca. Dopo Patty Smith si poteva anche evitare.
23.44. La dolce vita per Gigi D'Alessio, Loredana Bertè e Macy Gray. Almeno tu nell'universo. Poi duetto con D'Alessio, su una sua canzone, e Macy Gray.
23.57. Vi avviso che sto cedendo potreste avere un aggiornamento domani su come è finita la serata. Finora nessuno comico e niente Celentano.
00.01. Profumo di donna per Finardi e Noah si esibiscono in una versione alternativa di Torna a Surriento. A Noah spetta la parte in napoletano mentre a Finardi quella in inglese, rock alla Elvis. Ci mettono grinta e sentimento.
Ok si va. E' l'ultimo giorno della settimana e bisogna essere in forma al lavoro. Per le ultime due serate sarò qui dall'inizio alla fine.

mercoledì 15 febbraio 2012

Sanremo 2012 - Seconda serata, aggiornamenti


Io so solo che questa mattina, al suono della sveglia, mica ero troppo convinto di volermi alzare. Tanto vale che son qui e vi dico cosa è successo dopo la mia dipartita per il mondo di Morfeo al 62° Festival della Canzone Italiana di Sanremo.
Ancora un po' di Soliti Idioti, un po' di bellezza e comicità.
D'Alessio-Bertè, Marlene Kuntz, Irene Fornaciari e Carone-Dalla, ecco la lista degli eliminati tra i big. Chi pigliavano pigliavano bene, sorprese non ce ne sono state. Da quanto ho capito ci sarà un ripescaggio. Sono sicuro che Gianni ce lo spiegherà meglio questa sera.
Le canzoni meno peggio sono ancora dentro, vedremo cosa succedederà nella terza serata.
Per i giovani l'ultimo a non soccombere alla scure del televoto è stato Marco Guazzone. L'unica carina, ben supportata dall'orchestra perchè il singolo su iTunes non è un granchè, era Carlo ed è stata eliminata, quindi la gara non ha più senso.

Buona giornata a tutti, ci leggiamo stanotte.

Sanremo 2012 - Seconda serata


Ve lo dico subito: questa sera non ho intenzione di arrivare fino in fondo, se accadrà sarà solo per caso. Quindi, non sentitevi traditi se alla fine di questo post non troverete gli eliminati od altro, nel caso ne farò uno extra.
Dopo le polemiche seguite all'esibizione di Celentano di ieri sera siamo giunti alla seconda serata dello spettacolo più nazional popolare della nostra bella Italia. Bisogna dire che le canzoni devono ringraziare il profeta: ha attirato tutte le attenzioni su di lui ed ha risparmiato loro le critiche che si meritavano. Riflettendo a mente fredda mi sa che se ne salvano solo quattro e, sicuramente, non al livello delle prime classificate dell'anno scorso. Noemi, Finardi, Matia Bazar e solo la musica di quella di D'Alessio e della Bertè.
L'anteprima è con i Soliti Idioti e con lo sketch dell'ufficio postale adattato alla cassa dell'Ariston. Io non rido, poco sorrido, forse non riesco a capire la loro comicità.
Tra uno sponsor e l'altro vediamo cosa combinano questa sera.
Un balletto mette a confronto bianchi e neri, dopo aver ascoltato le parole di Martin Luther King. Un modo intrigante per mettere a confronto i colori della pelle tra amore e lotta.
Morandi, senza giacca, li congeda cercando di smorzare, con poche, parole le polemiche della sera precedente. Ci spiega che, sperando che stavolta il metodo di voto, stasera verranno eliminate quattro canzoni tutte insieme, includendo quelle scampate al default di ieri. In più quattro giovani verranno seccati mediante il televoto.
La gara parte subito. 20.53. Nina Zilli, vestita come una Amy Winehouse d'epoca, la dirige la buonanima di Beppe Vessicchio. Bella voce, qualche imprecisione, per la sua Per sempre che continua a non essere il mio genere. L'ho preferita in altre canzoni.
E' il momento del tecnico Rocco Papaleo, sorpresa di ieri sera, speriamo si confermi. E tra palette di Fantastico e commenti sbellicanti su Celentano l'inizio è grandioso.
Secondo artista. 21.04. Arisa, detta anche la Mortisia del sadomaso, che ieri sera mi ha un po' deluso, forse mi aspettavo una canzone allegra. Comunque è brava, bella voce e buona canzone anche se triste, bisogna dire che la sente e ben la interpreta.
21.09. Bertè e D'Alessio per la terza esibizione. Un ritmo già sentito, radiofonica, ma questo neomelodico e finto rock mi lasciano perplesso. La domanda, però, è: perchè la Bertè ha un canotto nella giacca?
Ritornano sul palco Belen e Elisabetta, che affiancheranno Papaleo come collaboratrici tecniche.
21.26. Ninì di Carone e Dalla. Testo forte, ma non le mancherà qualcosa? E quattro sono andate.
21.32, iniziano i giovani. Formula nuova per le eliminazioni. Un duello deciderà chi passerà il turno. I primi saranno Alessandro Casillo (15 anni) e Giordana Angi (18) con E' vero che ci sei e Incognita poesia. Posso eliminarli entrambi?
21.49. Matia Bazar, con la topona vestita di rosso. La prima apprezzabile.
21.55. Eugenio Finardi. Ieri mi aveva interessato. Buona musica, testo ricercato.
Intermezzo con i Soliti Idioti in padre e figlio. Stavolta ho sorriso.
22.09. Eliminazione del primo giovane. Salta la testa di Giordana Angi. Secondo duello tra Iohosemprevoglia e Celesta Gaia (21 anni), con Incredibile e Carlo. Carina la seconda, che sia la migliore di Sanremo ad ora?
22.24. Emma. L'afonia fatta a donna torna a narrarci l'inferno della nostra società con la sua poca voce. Ci prova ad urlare, ma non è che ci riesca molto.
22.38. Forse, forse arriva la vera valletta del Festival: Ivana Mrazova. Presentata dalle sue pigmalione Rodriguez e Canalis ecco entrare la stangona dell'est. Carina, occhi piccoli, grande stacco di cosciae parla anche un poco italiano. Su tutto, vogliamo parlare del fatto che Belen ha uno spacco che arriva all'ombelico e non ha le mutande? No? Lo sospettavo.
22.44. L'elogio alle tette di Ivana e poi i Marlene Kuntz. Spacciati per rock, ma il rock è questo o io mi ricordo male?
22.50. Irene Fornaciari, meglio vestita di ieri con giacchettina nera e gonnellina zingarella con leggins e sitvali. Il testo è ben studiato, ma la sua voce proprio non mi fa funzionare l'alchimia.
22.57. Samuele Bersani, che col suo pallone tenta di far passare un messaggio. Riuscirà anche lui a passare il turno?
23.02. Ancora i Soliti Idioti, ma questa volta sono i tennisti. Mettono con sarcasmo e cattiveria in evidenza i difetti degli italiani. Satira quasi costruttiva ed una canzone rock sulla normalità.
23.13. Si uccidono i sogni di un'altra giovane e questa volta tocca a Celeste Gaia. Dimostrazione che di musica non ne capisco una mazza. Quella che credevo la canzone più carina è subito fuori. Arriva la terza sfida Erica Mou e i Bidiel con Nella vasca da bagno del tempo e Sono un errore.
23.32. Chiara Civello. Quanti ne mancano? Io crollo. Il gatto si sta leccando il calorifero caldo per farmi capire che devo spegnere la tv. Tornando alla preformance, ieri non mi ha detto niente, grande tecnica, ma "roba vecchia".
23.40. Il trio della gnocca scende dalla scala ed è il turno della simpatia di Rocco, prima di presentare Noemi. Vestita da donna. Sentita. Brava.
23.53. Secchi i Bidiel. Ultima sfida tra Marco Guazzone e Giulia Anania con Guasto e La mail che non ti ho scritto.
Ok basta, sperando i un non Celentano per questa sera me ne vado a letto. Domattina vi aggiorno su chi ha passato il turno.

Leoncino

martedì 14 febbraio 2012

Sanremo 2012 - Prima serata


Il giapporisto ci ha buttati fuori alla svelta, quindi eccomi qui a casa giusto giusto in tempo per veder iniziare il secondo Festival della Canzone Italiana presentato dall'eterno giovane Gianni Morandi. L'edizione è la numero 62 e non parte sotto i migliori auspici. Una valletta seccata per i troppi capricci, una dal torcicollo ed una serie di canzoni che, sulla carta, non sembrano tanto più promettenti dell'anno scorso.
L'attesa però è tutta per il profeta moderno della società italiana: Adriano Celentano.
Una breve panto anteprima, come l'anno scorso, per far crescere l'attesa e la confidenza con l'umanità dietro il presentatore ed eccoci pronti.
Luca e Paolo aprono la manifestazione canora con il loro successo dell'anno scorso: Ti Sputtanerò. Ma è solo un rvm, eccoli con una nuova canzone per il Cavaliere, la Dandini, la Guzzanti, Minzolini. "Dimmi dove andrà mia comicità" sulle note dei Pooh. Un accorato e simpatico appello al risorge della satira, sulla politica e sulle caste. Venti minuti di buona satira sulla situazione italiana che strappa sorrisi e divertimento, chiusi con una parodia dei silenzi del superospite che li seguirà: Celentano.
Prima di lui il padrone di casa, Gianni Morandi, entra dal fondo del teatro salutando il pubblico e gli amici, indossando la stessa giacca dell'anno scorso.
Musica di allunaggio, coreografie spaziali, con astronauti ed alieni che si muovono su un palco nebbioso. L'astronauta si rivela essere Daniel Ezralow applausi ed alla via così.
Scopriamo che stasera seccheremo due delle 14 canzoni in gara, che ascolteremo tutte.
La prima canzone ce la presenta una elegantissima, gonna di pailettes dorate e t-shirt a barca, Dolcenera, Ci Vediamo a Casa. Non penso sarà la peggio del Festival, ma spero ce ne siano di meglio. Mi preparo una bella tisana mentre lei si esibisce.
Risorge, dal loculo di piadina in cui l'avevano sepolto in romagna, Samuele Bersani, in frack, Un pallone. Il pallone come metafora dell'uomo, dei pericoli della vita e del coraggio che ci vuole per affrontarli. Musichetta ritmica, ma non mi convince.
Il sistema informatico per la raccolta di voti si impalla subito tanto da dare l'opportunità a Morandi di presentare l'altra anomalia del Festival: Rocco Papaleo, vestito come Mario Amelio Monti. Bisogna dire che i due fanno una buona coppia comica. Dopo dieci minuti il problema con le votazioni non si è ancora risolto, li salva la pubblicità.
Terza cantante, Noemi, senza reggiseno, Sono solo parole. La prima canzone che si possa definire tale dall'inizio, sulla routine quotidiana di una coppia che vorrebbe qualcosa di più.
Quarto, Francesco Renga, La tua bellezza, con Beppe Vessicchio. Ok mi sono già cadute le balle, vado un attimo da quella del piano sotto a vedere se le ha trovate lei.
Quinta, Chiara Civello, con agilità sopraffina tipo gatto di marmo di carrara, Al posto del mondo. Una canzone da balera, stile Castellina Pasi, portata sul palco con poco trasporto vocale, uscita direttamente da Festa in Piazza.
Sesta artista, Irene Fornaciari, vestita in mimetica, Grande Mistero. Ben si mischiano le figure retoriche tipiche del cantautore del lago, Davide Van Des Fros, ma non mi convince del tutto, magari ad un secondo ascolto.
DOpo la pubblicità, prima della settima canzone, ecco il momento più atteso di tutto il Festival: il monologo di Adriano Celentano. Scene di guerra, morti sul palco, fumo, esplosioni, bombardieri per tre minuti di violenza. Da un mucchio di cadaveri emerge Lui, su una vecchia scrivania da campo si versa un bicchiere d'acqua e parte.
Non sto a farvi un riassunto in quanto è una performance da guardare e godere, sia se si è a favore delle posizioni, a volte ipercritiche, che contro che tiene l'artista Celentano in scena. L'uomo è sicuramente un genio della comunicazione che coinvolgendo amici (Morandi, Pupo, Papaleo) e soubrette (Canalis) imbastisce una parentesi artistica di impatto e di alto livello. Alterna monologhi, pause e canzoni in modo sapiente, anche se a volte un po' criptiche, per far riflettere lo spettatore su problemi resali della nostra società e sulla fede. Un pezzo di teatro di 50 minuti che vi consiglio, comunque, di andare a cercare e vedere in rete.
Settimo cantante in gara è Afonia! Torna dopo il secondo posto dell'anno scorso, in solitaria, a calcare la scena Emma, Non è l'inferno. Una canzone sulla nostra società e sulla situazione che sta affrontando, peccato che, grazie alle caratteristiche vocali della ragazza, non si senta alcunché.
Siamo alle 23,24 e siamo neanche a metà della gara.
L'ottavo sono una band rock italiana, Marlene Kuntz, Canzone per un figlio. Forse si sono messi di buzzo buono per far addormentare gli spettatori prima della fine. Io fatico a restare sveglio e se andiamo avanti così alla fine non ci arrivo. Il mio gatto sta cercando di sgozzare il topo di pezza dell'Ikea per soffocarsi con la stoppa che contiene.
Alle 23.33 ritornano sul palco le vallette dell'anno scorso Belen ed Elisabetta che fanno il verso alle Belle e la Bestia (Morandi), in playback.
Nono cantante, Eugenio Finardi, E tu lo chiami Dio. Voce impostata, convinzione e professionalià. Una delle poche canzoni che vale la pena sentire.
Dieci, Gigi D'Alessio e Loredana Bertè, Respirare. Ma come stiamo cadendo in basso? Perchè!?! Mi vien voglia di andare a letto. Forse la più radiofonica della serata.
Undici, Nina Zilli, Per sempre. Si conferma un Festival classico, con musiche e canzoni che sarebbero state bene in edizioni precedenti e che invecchiano un po' le novità e la dinamicità introdotte l'anno scorso.
Papaleo ci intrattiene con un pezzo comico. Io quest'anno non garantisco che seguirò tutte le serate, magari la finale si ma non tutte. Giuro che a questa arrivo in fondo, ma domani...
Dodici, Pierdavide Carone con l'orchestra diretta da Lucio Dalla, Nanì. Da quello che cantava Dammela... la mano, chissà cosa ci possiamo aspettare. Intanto, ma che dente c'ha Carone? Com'è che ad ogni Sanremo c'è una canzone sulla prostituzione? Comunque ben cantata, scorrevole e con un buon testo. Ma non mi colpisce.
Tredici, Arisa, e speriamo in una botta di vita ed originalità perché a quest'ora ci vuole, La notte. Brava è brava, un'altra canzone seria seria, ma ben cantata. Di veri big, ad adesso, ce ne sono solo tre: lei, Finardi e Noemi.
Dopo lo spottone della proloco di Sanremo ecco la canzone numero quattordici, Matia Bazar, Sei tu. Lei è sempre bellissima nel suo caschetto scalato, tornata a metà del 2010, Silvia Mezznaotte, parte sottovoce, ma poi si impone. Orecchiabile ed intensa.
Ci siamo sono finite le canzoni ed i cantanti. Adesso ditemi chi seccate che io vado a letto.
Colpo di scena. A causa del guasto tecnico la gara di oggi è stata annullata. Quindi i quattordici cantanti si riesibiranno anche nella serata di domani, dove ne usciranno direttamente quattro. Se da un lato si possono capire le rimostranze della giuria è bello dare una seconda opportunità a tutti.
Clip per i giovani che si esibiranno sempre domani per tirare gli ultimi dieci minuti.
Ok, ce l'ho fatta, domani al lavoro sarà dura. Capitemi se mi leggete.
Buona notte a tutti ci sentiamo domani.

おくりびと

Daigo Kobayashi è un violoncellista in una grande orchestra privata di Tokyo. Dopo un'ottima esibizione in un teatro semi vuoto il proprietario dell'orchestra decide di scioglierla. Daigo si trova all'improvviso senza lavoro e con un pesante debito per l'acquisto del violoncello sulle spalle. Con la giovane moglie Mika, web designer, decidono di tornare nel paese natale di lui per ricominciare.
Si trasferiscono nella vecchia casa ereditata dalla mamma e Daigo si mette alla ricerca di un lavoro. L'occhio gli cade sull'inserzione dell'agenzia NK che richiede qualcuno che li aiuti ad assistere coloro che partono per dei viaggi. Presentatosi al colloquio per il lavoro scopre che l'impiego, altamente remunerato, sarebbe quello di tanatoesteta. L'agenzia si occupa di assistere per l'ultimo viaggio i defunti, preparandoli con la tradizionale cerimonia giapponese che si svolge di fronte al resto della famiglia.
Stranito dalla situazione, la sera torna a casa dalla moglie e le dice di essere stato assunto, ma non le spiega nello specifico il lavoro che dovrà svolgere.
La vita procede tranquilla, ma il primo incontro con la morte è per Daigo traumatizzante. Una mattina deve accompagnare il principale a prelevare il cadavere di una donna anziana trovata morta in casa da due settimana. Il suo stomaco non regge e vacilla anche la sua convinzione di poter proseguire il lavoro.
Il vecchio principale è, però, convinto delle capacità del ragazzo. Lo sprona ed insiste fino a farlo proseguire ed imparare l'arte. Quando si sparge la voce sul lavoro che svolge gli amici iniziano ad allontanarsi e la moglie stessa non ne accetta l'idea.

In Giappone la morte è un argomento tabù, più che in molti paesi occidentali. I lavori legati ad essa, e di conseguenza le persone che li svolgono, sono poco ben visti. La scelta del regista di trattare un argomento del genere nel film è stata quindi più una scelta di cuore per le tradizioni giapponesi che di botteghino.
Takita Yōjirō è rimasto stupefatto, quindi, sia del successo commerciale, di pubblico e che di critica che hanno accompagnato la sua opera. Un successo talmente esponenziale da ottenere l'Oscar come miglior film straniero nel 2009.
La sceneggiatura scritta da Koyama Kundo è delicata ed intensa. Sia alternano in modo equilibrato scene di vita del protagonista tra il privato ed il lavoro che ben lo delineano, creando un personaggio semplice e complesso nello stesso tempo. Anche i coprotagonisti si muovono sulla scena in modo preciso ed ordinato disegnando un quadro di vita quotidiana ben affrescato.
Sullo schermo i personaggi principali sono portati in vita da Motoki Masahiro (Daigo), Hirosue Ryoko (Mika) e Yamazaki Tsutomu (il datore di lavoro). Daigo e Mika sono il prototipo della famiglia giapponese giovane ancora legata alle usanze della vecchia generazione: la moglie supporta in tutto il marito. E questo si verifica per buona parte della storia fino a quando anche la moglie non cerca di far valere le sue ragioni (forse anche un po' egoisticamente) dopo avere scoperto il tipo di lavoro del marito. In questo dipinto Motoki Masahiro (che ha vinto con la sua interpretazione nel 2009 il Best Actor agli Asia Pacific Screen Awards, al 3° Asian Film Awards e al 32° Japan Academy Prize) e Hirosue Ryoko (viso noto in occidente per il fantastico Wasabi con Jean Reno) sono perfetti. Oltre ad essere una coppia esteticamente gradevoli, gli occhi espressivi di lui e la sua faccia da buono, il sorriso, oltre che con le labbra anche con gli occhi, luminoso di lei rendono ancora più viva e reale la rappresentazione.
Vengono portate all'occhio dello spettatore scene intime di dolore nella commemorazione dei defunti in un modo delicato e rispettoso, tanto che non sembrano neanche tali. Le varie forme di accompagnamento nell'aldilà dei cari vanno dal divertente, allo straziante, all'inconsueto. Il tutto sempre realizzato in modo impeccabile.
La ricchezza di trama e sottotrame spiega e giustifica la durata della pellicola, che nonostante il minutaggio ed l'argomento passa veloce veloce.
La colonna sonora classica è una costante per tutta la proiezione ed è appropriata.

Un capolavoro, non tanto piccolo quanto poco conosciuto nel nostro Paese, da seguire con attenzione, senza distrazioni per essere apprezzato al meglio.
Distrarsi vuol dire spezzare il sottile filo che ci lega al regista ed ai suoi personaggi, mancandogli di rispetto. Poi il film potrà non piacere, ma ne dubito molto.

Titolo originale おくりびと / Okuribito
Lingua originale giapponese
Paese Giappone
Anno 2008
Durata 130 min
Genere drammatico

Regia Yōjirō Takita
Sceneggiatura Kundo Koyama
Produttore Toshiaki Nakazawa, Ichirô Nobukuni, Toshihisa Watai
Fotografia Takeshi Hamada
Montaggio Akimasa Kawashima
Musiche Joe Hisaishi
Scenografia Fumio Ogawa

Interpreti e personaggi
Masahiro Motoki: Daigo Kobayashi
Tsutomu Yamazaki: Ikuei Sasaki
Ryoko Hirosue: Mika Kobayashi
Kazuko Yoshiyuki: Tsuyako Yamashita
Kimiko Yo: Yuriko Kamimura
Takashi Sasano: Shokichi Hirata

Premi
Premi Oscar 2009: miglior film straniero
Montreal World Film Festival (2008): Grand Prix des Ameriques

lunedì 13 febbraio 2012

Hugo Cabret

Hugo Cabret aveva perso la madre da piccolo. Viveva con il padre orologiaio finché un incendio nel museo, in cui era andato per una riparazione, non l'ha ucciso. L'unico suo ricordo rimastogli, dopo essere andato a vivere con lo sconsiderato zio ubriacone nella stazione di Montparnasse, è un automa che insieme stavano cercando di riparare. La scomparsa dello zio, che teneva in funzione tutti gli orologi della stazione, lo ha obbligato a prenderne il posto pur di non finire in un orfanotrofio. La sua vita si svolge all'interno dei cunicoli della stazione rubando il cibo per sopravvivere, dormendo in sottotetti freddi, con pochi vestiti e cercando pezzi per riparare l'automa. Il pericolo che corre è quello di essere arrestato dall'ispettore Gustav e sbattuto in orfanotrofio. Per recuperare i pezzi si affida al mirato saccheggio di un negozio di giocattoli gestito da un imbronciato e triste anziano signore. Tentando di rubare un topo a molla viene, però, catturato ed il prezioso taccuino con gli appunti di suo padre per la riparazione dell'automa sequestrato dall'anziano proprietario.
Per recuperarlo si affiderà alla nipote dello stesso, Isabelle, con la quale instaurerà una duratura amicizia che lo porterà a scoprire i misteri delle vita passata dello zio. Capirà la tristezza dentro Georges Méliès e cercherà di restituirgli la felicità in un modo che non si aspetta.

Era tanto tempo che non vedevo un film di Martin Scorsese (l'ultimo era stato Shutter Island) e finalmente mi è capitata l'occasione di gustarmi questa sua ultima opera, candidata all'Oscar. Nata in 3D, io ho avuto la possibilità di vederla nel modo classico, in un cinema teatro di provincia, con un ottimo audio, poltrone abbastanza comode, bello schermo, proiezione accurata e freddo barbino in sala. Gli effetti visivi risaltano in modo piacevole anche in 2D, ma sicuramente la visione con gli occhialini si sarebbe fatta vale e sarebbe stata un valore aggiunto. Treni, fumo, scivoli, scale, orologi, ingranaggi includono in modo piacevole lo spettatore nel mondo del giovane Hugo.
Gli attori. Il cast consta di protagonisti certi della scena cinematografica. Sacha Baron Cohen, Ispettore Gustav, si smarca dai soliti ruoli esagerati e si cala in una persona frustrata che cerca di combattere il suo passato facendolo vivere a più orfani possibili. Jude Law apre il prologo nei panni del padre di Hugo con tale tenerezza che tanto lo distanzia dal vecchio ruolo in Alfie. Christopher Lee, il libraio della stazione, è una certezza carismatica anche solo con la sua presenza ed i suoi sguardi, mai celebrato abbastanza. Ben Kingsley, Georges Méliès, trova un ruolo interessante dove può esprimere le sue capacità artistiche come non vedevo da tempo, Scorsese lo ha voluto ancora con se dopo l'ottimo rapporto che si era instaurato tra i due in Shutter Island, dell'anno prima. Carismatico e profondo sviscera bene l'animo di un uomo che si sente deluso ed inutile dopo aver dovuto distruggere i suoi sogni.
A loro si aggiungono i due giovani protagonisti. Asa Butterfield è Hugo Cabret, attore con poche pellicole alle spalle non è niente di superlativo. Semplice e pulito, ha qualche espressione coinvolgente, ben interpreta la sua parte. Promette bene, ma deve ancora crescere. Chloë Moretz è Isabelle, ragazzina che legge di avventure, senza avere l'occasione di viverne di sue. Lei è la stessa ragazzina che solo nel 2010 sparava ed uccideva i criminali in Kick Ass. Oltre ad essere cresciuta notevolmente di statura si conferma una brava attrice, espressiva e coinvolgente.
Le scenografie di Dante Ferretti (storico collaboratore del regista) sono sempre eccezionali e puntuali, anche in computer grafica.
Gli effetti speciali sono di qualità elevata (fatevi affascinare sia dai più moderni trucchi computerizzati che dai più antichi effetti artigianali mischiati insieme), le musiche sottolineano in modo opportuno le situazioni in cui sono state inserite.
Affascinanti e coinvolgenti gli inserti dei film originali di Méliès e la loro destrutturazione nei momenti di flashback.
Un pesante appunto sul montaggio. Posizioni che cambiano in scena da un controcampo all'altro, biro che appaiono e scompaiono a seconda dell'angolo di inquadratura, non sono errori permessi in un film di così alta professionalità. Molti occhi non li noteranno, ma per chi cerca il dettaglio ed il particolare sono anomalie che danno fastidio e che, almeno momentaneamente, guastano la visione omogenea della pellicola.

Hugo Cabret è un film per chi ama il cinema, così come lo è Super8. Il secondo si rivolge a chi è cresciuto con il film di Spielberg e Lucas, questo coinvolge una platea più ampia. Chiunque ami il cinema e lo viva con curiosità, non solo come un intrattenimento colorato su un piccolo schermo casalingo, non potrà che amarlo. L'emozione che si prova a vedere in un film contemporaneo, girato in Imax 3D, le opere che il genio del cinema, di decenni in anticipo sui tempi, aveva girato negli anni tra il 1896 ed il 1912 è fortissima. Vedere il dietro le quinte di film come Viaggio nella Luna, Viaggio attraverso l'impossibile, e tantissimi altri, è estasiante. E' piacevole anche vedere i piccoli spettatori in sala che rimangono a bocca aperta non solo per il treno che sfonda la stazione dove abita Hugo (omaggio al primo film dei fratelli Lumiere), ma anche davanti ad un drago in cartapesta tirato da corte od al primo piano di un acquario dietro al quale si svolgono le vicende di un mondo sottomarino.
L'amore che Scorsese stesso ha messo per realizzarlo, lo spirito di ricerca che ha spinto sceneggiatori, autori e produttori per andare a riscoprire anche i vecchi modi di far cinema, è un motivo in più per partecipare a questa godibile celebrazione.

Titolo originale Hugo
Paese USA
Anno 2011
Durata 127 minuti
Genere avventura,

Regia Martin Scorsese
Soggetto Brian Selznick
Sceneggiatura John Logan
Produttore Martin Scorsese, Johnny Depp, Tim Headington, Graham King
Produttore esecutivo David Crockett, Barbara De Fina, Christi Dembrowski, Georgia Kacandes, Charles Newirth, Emma Tillinger Koskoff
Casa di produzione GK Films, Infinitum Nihil
Distribuzione (Italia) 01 Distribution
Fotografia Robert Richardson
Montaggio Thelma Schoonmaker
Effetti speciali Simon Cockren
Musiche Howard Shore
Scenografia Dante Ferretti, Francesca Lo Schiavo
Costumi Sandy Powell, Fola Solanke

Interpreti e personaggi
Asa Butterfield: Hugo Cabret
Chloë Moretz: Isabelle
Ben Kingsley: Georges Méliès
Sacha Baron Cohen: Ispettore Gustav
Jude Law: Papà di Hugo
Christopher Lee: Monsieur Labisse
Helen McCrory: Jeanne d'Alcy
Michael Stuhlbarg: René Tabard
Marco Aponte: Julien Carette
Emily Mortimer: Lisette
Ray Winstone: Zio Claude
Frances de la Tour: Madame Emile
Richard Griffiths: Monsieur Frick

Doppiatori italiani
Andrea Di Maggio: Hugo Cabret
Emanuela Ionica: Isabelle
Dario Penne: Georges Méliès
Pino Insegno: Ispettore Gustav
Riccardo Niseem Onorato: Papà di Hugo
Roberta Pellini: Mama Jeanne
Franco Mannella: René Tabard
Aurora Cancian: Madame Emile
Bruno Alessandro: Monsieur Frick

Premi
Golden Globe 2012: miglior regista
2 National Board of Review Awards 2011: miglior film e miglior regista

venerdì 10 febbraio 2012

Operazione Valchiria

Tunisia, 1943, il colonnello Conte Claus von Stauffenberg, ufficiale della 10. Panzer-Division. Disilluso dal regime nazista non nasconde la sua crescente avversione per il Fuhrer e per le sorti della guerra. Un attacco degli inglesi sorprende il suo battaglione, quasi pronto per la ritirata, e lui stesso rimane gravemente ferito perdendo un occhio, la mano destra e due dita della sinistra.
13 marzo dello stesso anno. Il generale Henning von Tresckow tenta di uccidere il Führer con una bomba chimica nascosta in una bottiglia di superalcolico. L'attentato fallisce ed uno dei congiurati viene arrestato. Diventa così necessario trovare qualcun altro per tentare di portare a termine il piano. Il nuovo accolito viene identificato proprio in von Stauffenberg, che darà nuova energia e nuove idee ai politici ed i militari impegnati nel complotto.
La base del piano di von Stauffenberg è quella di modificare il piano di difesa ideato per proteggere Hitler, l'operazione Valchiria, in modo che si permetta loro di prendere il potere dopo averlo assassinato.
Un primo tentativo, nella Tana del Lupo, il 13 luglio del 1944, non va. L'assenza di Himmler viene ritenuta troppo rischiosa, nel caso riuscisse di assassinare Hitler potrebbe prendere il potere e vanificare il loro piano. quindi i politicanti ed i militari timorosi ordinano di sospendere il piano.
Il 20 luglio 1944, è il giorno dell'attentato, Stauffenberg, insieme al tenente von Haeften, si reca ancora alla Tana del Lupo. Gli imprevisti si moltiplicano, ma quello più che scombina i piani è che la riunione, dato il caldo, non si terrà più nel bunker in cemento armato, ideale per contenere e moltiplicare la potenza dell'espolsione, ma negli alloggi.
von Stauffenberg piazza la bomba e si allontana, vede l'esplosione e torna a Berlino dove scopre che al piano da lui organizzato non è stato ancora dato il via. La codardia del generale Friedrich Olbricht farà si che l'operazione Valchiria scatti solo con tre ore di ritardo. Il colpo di Stato è in atto.

Non è una delle migliori prove di regia di Bryan Singer, decisamente monotona, poco dinamica, molto incentrata sugli atteggiamenti dei personaggi, come giusto che sia, che sull'azione.
Tom Cruise è bravo, ma se sperava di ottenere la nomination all'Oscar per questa interpretazione si sbagliava di grosso. Superiore a questa è stata sicuramente la prova che ha dato in L'ultimo samurai. La sua personalità permea il film, come probabilmente quella di von Stauffenberg sovrastava quella dei politici ed i generali dell'epoca, ed è l'unica ragione di dinamicità della pellicola.
Il cast è di alto livello e tutti i protagonisti recitano con professionalità. Il vigliacco Friedrich Olbricht, colui che manderà in fumo il piano, è ben reso dal professionale Bill Nighy, ti fa veramente venire il nervoso. Kenneth Branagh, Bill Nighy, Terence Stamp sono solo i nomi famosi di un cast di alto livello composto, anche, da coprotagonisti altrettanto bravi.
La scenografia è curata in molti dettagli, gli interni sono spettacolari, ma durante le scene in città mi è parso strano che dopo tutti i bombardamenti (che nella realtà ha subito) Berlino fosse così pulita ed ordinata.
Una menzione per gli effetti speciali che hanno reso in modo impeccabile gli handicap di von Stauffenberg e che hanno permesso a Cruise di muoversi con libertà durante le riprese.

Non so fino a che punto essere d'accordo con la realizzazione e la spettacolarizzazione degli eventi legati alla seconda guerra mondiale, sopratutto quelli che rendono simpatici i tedeschi. Il fatto che la stessa German Federal Film Fund abbia finanziato con quasi 90 milioni di dollari la realizzazione del film mi lascia pensare che dietro a tutto ci possa essere un'operazione simpatia, atta a dimostrare come diversi tedeschi fossero contro le azioni di Hitler. Il problema che la maggior parte di loro erano a favore dell'espansione dei loro domini con la guerra e lo sterminio degli innocenti. Non è che in Italia in quegli anni fossimo messi meglio, oltre tutto la nostra incapacità si è dimostrata prendendo mazzate ovunque andassimo e venendo sfruttati dagli alleati più capaci.
Non lo so, il tentativo di von Stauffenberg fu sicuramente storicamente importante, ma quello che emerge di più dal tutto è che per la vigliaccheria di uno, Friedrich Olbricht, milioni di persone hanno continuato a morire ancora per più di un anno (la guerra finirà solo il 2 settembre del 1945) e che il grosso delle file dei politici e dell'esercito era, permanentemente, fedele al giuramento nazista elaborato dal generale Von Blomberg.

Al di la delle considerazioni storico politiche. Parlando puramente del film: un'opera di Singer sottotono che vale la pena essere vista solo per scoprire aspetti della seconda guerra mondiale sconosciuti ai più. Tanti ormai non si interessano e non leggono, alle volte un film è un veicolo più rapido ed immediato per far passare messaggi. Se poi uno è interessato li può approfondire da solo con i materiali recuperabili in rete, libreria, biblioteca.
Se lo vedete non vi fate del male, ma non aspettatevi un capolavoro.

Titolo originale Valkyrie
Lingua originale Inglese
Paese USA, Germania
Anno 2008
Durata 116 min
Genere storico

Regia Bryan Singer
Sceneggiatura Christopher McQuarrie, Nathan Alexander
Produttore Bryan Singer, Christopher McQuarrie, Gilbert Adler
Produttore esecutivo Chris Lee, Ken Kamins, Daniel M. Snyder, Dwight C. Schar, Mark Shapiro
Casa di produzione United Artists, Bad Hat Harry Productions, Achte Babelsberg Film
Distribuzione (Italia) 01 Distribution
Fotografia Newton Thomas Sigel
Montaggio John Ottman
Effetti speciali Lucas Arnold
Musiche John Ottman
Scenografia Lilly Kilvert, Patrick Lumb
Costumi Joanna Johnston
Trucco Jacqueline Bhavnani

Interpreti e personaggi
Tom Cruise: colonnello Claus von Stauffenberg
Kenneth Branagh: generale Henning von Tresckow
Bill Nighy: generale Friedrich Olbricht
Tom Wilkinson: generale Friedrich Fromm
Carice van Houten: Nina von Stauffenberg
Thomas Kretschmann: maggiore Otto Ernst Remer
Terence Stamp: generale Ludwig Beck
Eddie Izzard: generale Erich Fellgiebel
Kevin McNally: Carl Friedrich Goerdeler
Christian Berkel: colonnello Albrecht Mertz von Quirnheim
David Bamber: Adolf Hitler
Tom Hollander: colonnello Heinz Brandt
David Schofield: generale Erwin von Witzleben
Jamie Parker: tenente Werner von Haeften
Waldemar Kobus: capo della polizia Wolf-Heinrich von Helldorf
Matthias Freihof: reichsführer Heinrich Himmler
Harvey Friedman: ministro Joseph Goebbels
Manfred-Anton Algrang: architetto Albert Speer
Kenneth Cranham: feldmaresciallo Wilhelm Keitel
Andrew Schwerdt: attendente di Keitel
Halina Reijn: Margarethe von Oven
Danny Webb: capitano Haans
Christian Oliver: sergente Adam
Tim Williams: dottore

Doppiatori italiani
Roberto Chevalier: colonnello Claus von Stauffenberg
Roberto Pedicini: generale Henning von Tresckow
Gianni Giuliano: generale Friedrich Olbricht
Franco Zucca: generale Friedrich Fromm
Francesca Fiorentini: Nina von Stauffenberg
Stefano Benassi: Otto Ernst Remer
Toni Garrani: generale Ludwig Beck
Christian Iansante: generale Erich Fellgiebel
Carlo Valli: Carl F. Goerdeler
Sergio Di Stefano: Mertz von Quirnheim
Rodolfo Bianchi: Adolf Hitler
Riccardo Niseem Onorato: colonnello Heinz Brandt
Gerolamo Alchieri: generale Erwin von Witzleben

Premi
1 Nomination al Visual Effects Society Award: Migliori effetti speciali per un film

giovedì 9 febbraio 2012

Alta tensione

Marie ed Aléx sono due compagne di corso all'università, amiche da molto tempo. Aléx ha già conseguito la laurea, mentre Marie non ha ancora dato tutti gli esami. Aléx, per aiutare l'amica a concentrarsi la invita a studiare nel suo eremo in mezzo alla campagna francese, dove vivono i suoi genitori ed il suo fratellino.
Il viaggio in macchina è piacevole, la casa accogliente e le due ragazze stanche. L'assenza di intrattenimento ed il buio che cala presto fanno andare tutti a letto.
Dalla campagna si avvicina, in piena notte, un vecchio furgoncino Citroen guidato da un misterioso individuo. Questi suona alla porta di casa della famiglia di Aléx e quando il padre va a vedere chi è lo uccide. Così come uccide la madre della ragazza ed il fratellino. Rapisce Alèx, la carica sul furgone, ma Marie, non vista, riesce a salire a bordo per confortare l'amica.
Inizia un lotta contro la follia, il massacro ed il tempo per cercare di sopravvivere al pazzo maniaco omicida.

Si ritorna agli anni 70 del secolo scorso. L'elevato grado di splatter è veramente godibile. Sorgenti sgorganti di sangue fluiscono per tutta la casa. Morti violente, decapitazioni, insomma sangue ad iosa che rende il film veramente godibile.
Peccato che la trama, sullo stile di Identità, cada in un cliché abusato e non convincente. Sicuramente Aja avrà studiato al meglio tutte le situazioni per rendere credibile, plausibile, sostenibile la sua scelta narrativa, ma io non ne sono stato convinto. Alcuni indizi lasciano intuire la direzione che prenderà la pellicola, ma altri sono in contraddizione. Dopo la rivelazione, che non giunge al termine del film, ma durante, lo spettatore rimane perplesso su come possa incastrarsi il tutto e si perde la tensione ed il gusto di proseguire nella visione.
Cécile De France offre, in ogni caso, un'ottima interpretazione ed il film vale, oltre per le soluzioni orrorifiche, anche solo per la sua prestazione.
Vale la pena vederlo sopratutto per la colonna sonora a base di Sarà perchè ti amo dei Ricchi e Poveri.

Forse avrei bisogno di rivederlo prendendo appunti per collegare il tutto, ma non credo che lo farò, per apprezzarlo di più.

Titolo originale Haute tension
Lingua originale francese, inglese, italiano
Paese Francia
Anno 2003
Durata 91 min
Genere Slasher / Horror

Regia Alexandre Aja
Soggetto Alexandre Aja, Grégory Levasseur
Sceneggiatura Alexandre Aja, Grégory Levasseur
Produttore Luc Besson
Produttore esecutivo Andrei Boncea
Casa di produzione Alexandre Films, Europa Corp.
Distribuzione (Italia) Eagle Pictures S.p.a.
Fotografia Maxime Alexandre
Montaggio Baxter, Al Rundle
Effetti speciali Adrian Popescu
Musiche François Eudes
Tema musicale New Born (Muse)
Scenografia Renald Cotte Verdy
Trucco Giannetto De Rossi

Interpreti e personaggi
Cécile De France: Marie
Maïwenn Le Besco: Aléx
Philippe Nahon: assassino
Franck Khalfoun: Jimmy
Andrei Finti: padre di Aléx
Oana Pellea: madre di Aléx
Marco Claudiu Pascu: Tom
Jean-Claude de Goros: capitano della polizia
Bogdan Uritescu: poliziotto

Doppiatori italiani
Francesca Fiorentini: Marie
Tatiana Dessi: Aléx
Claudio Fattoretto: assassino

Premi
Sitges - Festival internazionale del cinema fantastico della Catalogna 2003: miglior regista, miglior attrice (Cécile De France), miglior trucco, Méliès d'argento

mercoledì 8 febbraio 2012

Radio Killer

Lewis Thomas è alla guida di una macchina dotata di radio CB. Il suo viaggio consiste nel passare a prendere suo fratello Fuller, appena rilasciato di prigione dopo l'arresto per ubriachezza molesta, e la sua amica d'infanzia Venna per, poi, andare a trovare i genitori.
Prima di raggiungere Venna, però, i due si divertono a fare uno scherzo via CB al camionista Chiodo Arrugginito. Spacciandosi per una donna, nome in codice Caramellina, convincono il sempliciotto a recarsi in un motel con tanto di bottiglia di Champagne per un incontro romantico. Lo fanno andare alla stanza acconto alla loro, per godersi lo scherzo, ma qualcosa va storto.
L'occupante della stanza viene trovato massacrato in coma la mattina dopo sull'autostrada che scorre davanti al motel.
Da quel momento i due saranno perseguitati dal camionista ed una volta congiuntisi a Venna rischieranno tutti e tre la vita.

L'idea è carina, un po' ricorda Duel in sala ketchup. Il film scorre abbastanza mantenendo un livello di tensione abbastanza alto. La situazione divertente è che, finché non passa dalla parte del torto, ti trovi a lungo a tifare per il camionista, che li prenda e gli dia tante, ma tante mazzate, perché certi scherzi non si fanno.
La trama è ben strutturata (tra gli sceneggiatori e produttori vi è un giovane, quasi debuttante, J.J. Abrams) e godibile. La regia dinamica e intrigante. Lo spargimento di sangue molto limitato.
Gli attori protagonisti sono due volti noti ( o meglio che diverranno noti). Steve Zahn lo vedremo, dal 2001 ad oggi, in molti film come caratterista, mentre Pau. Walker entrerà nella vita di molti tamarri per l'interpretazione del poliziotto di Fast & Furios. Accanto a loro Leelee Sobieski (un passato in Deep Impact).

Niente di eccezionale, ma a chi non è abituato a questo genere di film metterà qualche brivido. Potrebbe cambiare il vostro modo di vedere il camion alle vostre spalle mentre guidate, di sera, su una strada isolata e, magari, piove. Ah, c'è anche un seguito: Radio Killer 2 - Fine della corsa, con protagonisti diversi.

Titolo originale Joy Ride
Lingua originale Inglese
Paese USA
Anno 2001
Durata 98 min
Colore colore
Audio sonoro
Rapporto 2,35:1
Genere thriller
Regia John Dahl
Sceneggiatura Clay Tarver, J.J. Abrams
Produttore J.J. Abrams, Chris Moore
Fotografia Jeff Jur
Montaggio Eric L. Beason, Scott Chestnut, Todd E. Miller, Glen Scantlebury
Musiche Marco Beltrami

Interpreti e personaggi
Paul Walker: Lewis Thomas
Steve Zahn: Fuller Thomas
Leelee Sobieski: Venna
Jessica Bowman: Charlotte

Doppiatori italiani
Marco Vivio: Lewis Thomas
Nanni Baldini: Fuller Thomas
Barbara De Bortoli: Venna
Ennio Coltorti: Chiodo Arrugginito