venerdì 21 agosto 2015

Justice League 40

JUSTICE LEAGUE #40
(Contiene Justice League 38, Justice League Dark 37-38, Green Arrow 36)
di Geoff Johns, J.M. DeMatteis, Andrew Kreisberg, AA.VV.
9788869711435
9772280013001-50040
16,8×25,6, S, 84 pp, col.
€ 4,50

Justice League

Amazo, il virus creato da Lex Luthor e liberato per errore durante un attentato alla sua persona, dona superpoteri alle persone comuni prima di portarle, in breve tempo, ad una morte atroce. Ora anche Batman è contagiato e la caccia al paziente zero, dotato di grandi poteri, è difficile anche per Wonder Woman e Superman. Ma basterà il suo sangue per curare tutti gli infetti? Lex Luthor è sincero?

Fabok è Fabok e ringraziamo chi ha deciso di affidargli i disegni della Justice League.
La storia di Johns è transitiva. Nel senso che si diverte a buttare insieme elementi dei classici horror a base scienza ed a stupire il lettore con dei classiconi. Speriamo che l'impianto serva per fare più chiarezza sugli scopi di Lex Luthor e determinare il nuovo equilibrio nella Justice League.

Justice League Dark

Il tempo è una variabile soggettiva. Lo stanno sperimentando sulla loro pelle i membri della JLD sparpagliati per il flusso temporale dalla distruzione della Casa del Mistero.
Tutti lottano per la loro sopravvivenza mentre Zatanna, agli inizi del tempo, cerca un modo per riunirli e portare tutti in salvo.

I disegni grinzosi di Guinaldo non  che siano proprio il massimo. I suoi personaggi cambiano fisionomia da una pagina all'altra e l'effetto è abbastanza disturbante.
DeMatteis si gioca questa carta dei piani multitemporali convergenti e lo fa abbastanza convinto. Speriamo non si incarti e non debba tirare fuori dal cilindro un coniglio banale per quadrare il cerchio, magico.

Freccia Verde

Felicity Smoak ha l'incarico di uccidere Freccia Verde e ne conosce ogni recondito segreto. Chi le ha commissionato l'omicidio, però, è ben più decisa di lei nel portare a termine il compito. Intanto, per le vie della città, Mia è una ragazza che tenta di sbarcare la giornata come meglio le riesce, ma che nasconde un segreto. Forze politiche minacciose sono sulle sue tracce per eliminarla.

Forse che forse che Freccia Verde stia iniziando ad assumere un certo significato? L'arrivo di Kreisberg e Sokolowsi dalla serie tv Arrow sta tirando un po' di fili per rendere più riconoscibile il personaggio. Anche se con funzioni diverse vengono introdotti Felicity, Speedy, sta assumendo un ruolo di rilievo Diggle. Speriamo bene. Sampere è un'altra cosa rispetto a Sorrentino che l'ha preceduto. Molto più classico nelle inquadrature, ha uno stile di disegno molto morbido e tondo che non mi piace molto, ma che farà sicuramente più presa sui lettori. Speriamo bene.

giovedì 20 agosto 2015

True Detective - Stagione 2

Nic Pizzolato, forte del successo della prima stagione, stende e realizza per HBO la seconda stagione di True detective e raddoppia. In questa nuova avventura non saranno più solo due i personaggi principali, ma quattro. Ai tre poliziotti, come sempre schegge impazzite del sistema con problemi personali, psichici, comportamentali e vizi tali da emarginarli, Colin Farrell, Rachel McAdams e Taylor Kitsch si affianca un cattivo con la faccia di Vince Vaughn. Tutti i personaggi sono immersi nel vizio. Droga, alcool, fumo, uomini ognuno ha il suo e chi sta peggio ne ha più d'uno. L'impianto della narrazione parte da questo, come già successo nella prima stagione. Si prendono personaggi problematici e gli si mette contro la solita lobby politica, un po' di malavita, ma si costruisce una sottotrama scatenante gli eventi un po' più complessa. Ciò che succede segna ancora più profondamente i personaggi, anche perché con il sistema contro la giustizia, solitamente, fatica a farsi strada.
Ciò che cambia profondamente rispetto alla stagione uno, sopratutto per merito degli episodi diretti da Justin Lin, è il ritmo narrativo. Non tutti, ma questi otto episodi si presentano molto più serrati di quelli del pacchetto precedente. Si ha una serie di dialoghi più fitta e rapida che, a dirla tutta, non permette di vedere gli episodi sottotitolati in italiano alla doppia velocità come succedeva con la prima stagione e come accade con Il Trono di Spade. Nic Pizzolato, e chi l'ha aiutato, sono riusciti a presentare il tutto con un ritmo più rapido e coinvolgente persino rispetto al loro lavoro precedente.
La scelta di impiegare così tanti protagonisti. Onestamente, a volte, mi sono chiesto cosa servisse Woodrugh. A lui, spesso, venivano assegnati lavori che un qualunque amico, una qualunque mancia avrebbero potuto risolvere. Però, oh, anche lui ha dato il suo contributo alla causa. Intriganti, anche se spesso viene da dire "ma tutte a loro, com'è possibile?" i background dei personaggi. Tutti, come detto con un passato difficile e voglia di riscatto, si completano l'un l'altro tra difetti, tanti, e pregi, pochi.
Ottimo nei panni del Detective Velcoro è Colin Farrell. Sul suo viso si legge un'interpretazione sentita e si palesano le scelte ed i guizzi dell'uomo che il suo personaggio era. Non ho ben capito la sua decisione finale, ma tant'è.
"Vendetta e corruzione?"
Partita dal cinema italiano, con "My name is Tanino", Rachel McAdams ne ha fatta di strada. E' stata brava, il collante del gruppo, ha mostrato molte sfaccettature del suo personaggio ed ha tenuto la scena senza bisogno di scene di nudo. Al giorno d'oggi non è facile, visto che HBO ed altre reti televisive usano il mezzuccio per dare un'impennata agli ascolti. Rinuncia alla sua femminilità per dare vita ad un personaggio femminile come pochi se ne vedono. Al suo opposto il personaggio di Kelly Reilly, la moglie di Frank Semyon, è femminilità, combattuta, allo stato puro. Seria e decisa è la donna forte che accanto ad un gangster si vede raramente.
"Comunità di fattoni?"
Per ultimo, tra i protagonisti, l'eccellente. Vince Vaughn. Cioè. Ditemelo voi. Guardate la serie e ditemi che non è stato fantastico. Impettito, tutto d'un pezzo, con i suoi tic (quante volte avrà slacciato ed allacciato quel primo bottone della giacca), determinato. Non so quanti saranno d'accordo con me, ma chi ha retto gran parte del peso della serie è stato proprio lui, anche perché è proprio il suo personaggio ad essere il perno sul quale la storia inizia a girare. Un personaggio orgoglioso e testardo fino all'ultimo minuto.
"Giacca ad un bottone!"
La cura per questo prodotto televisivo si nota anche nella scelta degli interpreti dei personaggi secondari. Guardate chi è il padre di Velcoro e chi il candidato Governatore, guardate in faccia i caratteristi e poi ditemi se non ho ragione.
"Due episodi due."
La prima stagione di True Detective si chiudeva in quel labirinto sotterraneo i Luisiana, un'altra location così sarà impossibile da trovare per tanto tempo. Quello che vediamo qui è qualcosa di simile e diverso. La lunga sequenza nella foresta di conifere giganti è bella ed impressionante. Anche le ville, arredate con cura del dettaglio dai trovarobe, e le case dei protagonisti sono degne di nota, ma quella stupenda creazione naturale è qualcosa di più.

True Detective 2 è una serie che declina al femminile il machismo della prima. La donna vede rivalutata la sua posizione e la scelta non è così scontata come potrebbe sembrare.
Alcuni spunti della sceneggiatura sembrano un po' forzati, quella scena lì di Woodrugh e quell'altra di Velcoro nell'ultimo episodio, però tanto ci sta.

Tante volte, io stesso, ho definito questo tipo di serie e soluzioni narrative come un nuovo modo di fare cinema (un bene od un male che sia),però, in questo caso mi permetto di dire che le scelte di Pizzolato (e di molti come lui che lavorano in televisione in questo periodo) sono il modo migliore, adesso, di realizzare serie televisive per network indipendenti: corte, ricche, incisive. Giusto quello che una persona con poco tempo vuole vedere, come leggere un bel libro, scritto bene.

Unico a appunto alla serie? Di non avere avuto un unico regista per tutti gli episodi. Se Justin Lin fosse rimasto al timone tutta la stagione sono convinto che sarebbe saltato fuori qualcosa di ancora migliore.


Titolo originale True Detective 

Paese Stati Uniti d'America 
Anno 2014 – in produzione 
Formato serie TV 
Genere poliziesco
Stagioni 2 
Episodi 16 
Durata 60 min (episodio) 
Lingua originale inglese 

Caratteristiche tecniche
Aspect ratio 16:9 
Risoluzione 1080i 
Audio Dolby Digital 5.1 

Crediti

Ideatore Nic Pizzolatto 
Sceneggiatura Nic Pizzolatto 

Musiche T Bone Burnett 
Scenografia Alex DiGerlando 
Costumi Alix Friedberg (st. 2) 
Produttore Aida Rodgers (st. 2) 
Produttore esecutivo Nic Pizzolatto, Cary Joji Fukunaga, Scott Stephens, Matthew McConaughey, Woody Harrelson, Steve Golin, Richard Brown 
Casa di produzione Anonymous Content, Parliament of Owls, Passenger, Neon Black, Lee Caplin / Picture Entertainment 

Interpreti e personaggi

Colin Farrell: Raymond "Ray" Velcoro
Rachel McAdams: Antigone "Ani" Bezzerides
Taylor Kitsch: Paul Woodrugh
Kelly Reilly: Jordan Semyon
Vince Vaughn: Francis "Frank" Semyon

Doppiatori e personaggi

Seconda stagione
Fabio Boccanera: Raymond "Ray" Velcoro
Federica De Bortoli: Antigone "Ani" Bezzerides
Andrea Mete: Paul Woodrugh
Chiara Colizzi: Jordan Semyon
Francesco Prando: Francis "Frank" Semyon

mercoledì 19 agosto 2015

Ant-Man - senza spoiler

Scott Lang è un artista nei furti con scasso. Peccato che sia anche sfortunato e che la giustizia lo abbia arrestato. Scontata la sua pena, Luis, suo ex compagno di cella, lo accoglie a casa sua e gli propone subito un altro furto.
Herry Pym è un geniale scienziato che negli anni '80 del secolo scorso aveva inventato le particelle Pym, capaci di ridurre lo spazio vuoto tra le molecole della materia e, quindi, a rimpicciolire la gente. Si era così trasformato nel piccolo, mitologico, eroe Ant-Man.
Hope Van Dyne è la figlia di Harry Pym e Janet Van Dyne. Ansiosa di aiutare il padre, dopo un errore commesso, non vede l'ora di indossare il costume di Ant-Man e diventare un'eroina.
Darren Cross è stato il delfino di Hank Pym alle industrie Pym ed è ansioso di superare il genio del suo maestro. Crea la tuta del Calabrone, dotata degli stessi poteri di quella di Ant-Man, ed è pronto a venderla al miglior offerente, chiunque egli sia. L'unico modo per impedirglielo è che Scott Lang accetti di indossare la tuta di Ant-Man e che gli sottragga tuta, formula, dati sperimentali. Insomma che sia faccia coinvolgere in un altro furto con scasso.

Il regista Edgar Wright ha lavorato alla sceneggiatura per anni poi, in divergenza con alcune idee dei Marvel Studios, ha deciso di lasciare ed il testimone è passato a Peyton Reed ( cinquanta anni e pochi film sulle spalle, l'ultimo del 2008). La storia travagliata della produzione e del personaggio (è dagli anni '80 del secolo scorso che Stan Lee vuole vedere realizzato un film su questo suo figlio di carta) lasciava presagire il disastro. Un film su un personaggio che si rimpicciolisce. Un "Tesoro mi si è ristretto il supereroe" nei tempi di giganti di giada, robot senzienti e scudi di vibranio poteva essere un grosso rischio. Quindi il film è andato male?
"Son figo, non l'avresti detto. Vero?"
Al contrario. Il film è riuscito, forse non perfettamente, ma il tono ironico, non spaccone come I Guardiani della Galassia, e la trama che prende l'eroismo alla larga mettendo al centro il classico furto lo rendono veramente godibile. Il punto di forza è proprio la scelta di concentrare lo sviluppo dei personaggi attorno a queste malefatte a fin di bene. Lo Scott Lang di Paul Rudd (che ha partecipato alla stesura della sceneggiatura) è un bravo ragazzo che per necessità si trova a fare ciò che fa. Grazie all'aiuto della famiglia Pym cresce e matura trovando una sua via. Lo stesso attore (niente di particolarmente rilevante prima di questo film nella sua ventennale carriera) si diverte ed è a suo agio nei panni del più piccolo eroe del mondo. Al suo fianco il caschetto da Valentina di Evangeline Lilly, brava e bella come sempre, e Michael Douglas. 
"Fammi arrabbiare. Dai. Dai."
Un Michael Douglas abbastanza in forma in un ruolo nuovo per lui. Il lupo di Wall Street era tempo che cercava un ruolo in un cinecomic, per bullarsene con i nipoti (vera verità), e, finalmente c'è riuscito. Non è carismatico come il Robert Redford di Winter Soldier, ma, accidenti, lui è stato il primo Ant-Man ed ha fatto la differenza. Corey Stoll è il cattivone ed è pelato. Dotato di una mente psicolabile, disposto a tutto per i soldi, non ha grande spessore, ma un bel costume quello sì.
C'è una sola scena che non funziona: è quella con quell'Avenger li. Ok serve per qualcosa di più, ma ciò che vi succede è abbastanza anomalo e rallenta il ritmo narrativo.
Chi vivacizza il tutto è la squadra di piccoli criminali che affianca l'eroe nelle sue missioni. A tratti ricordano i lone gunners di X-Files, a tratti i tre marmittoni. Sono divertenti e la vera spalla comica della produzione.
"Dici a noi?"
Capitolo a parte è quello riguardante gli effetti speciali. Potevano essere una boiata. Poteva notarsi lontano un miglio la finzione in cui ci si trovava, ma non è stato così. Le scene di combattimento sono state ben coreografate, il mondo in miniatura delle formiche è stato rappresentato con grande accuratezza. Non c'è niente da dire: gli effetti speciali curati da Dan Sudick (praticamente in tutte le produzioni Marvel da Iron Man in poi) e Jake Morrison funzionano alla grande (ahahahah).

Quindi sì. Ant-Man, per quanto strano, è un film che funziona e diverte. Un film che lancia spunti per la Fase 3 dell'Universo Cinematografico Marvel, piantando radici solide nella Fase 2 grazie alla presenza di Hayley Atwell, Anthony Mackie e John Slattery, senza tralasciare la possibilità di un salto nel passato, prima o poi.
A farci caso, vero?
Ah: sono due le scene post credits. Dont'move. E no...SPOILER... Non c'è Samuel.

Titolo originale Ant-Man 

Lingua originale inglese 
Paese di produzione USA 
Anno 2015 
Durata 117 min 
Audio Dolby Digital 
Rapporto 1.85:1 
Genere Cinecomic

Regia Peyton Reed 

Soggetto Stan Lee, Larry Lieber, Jack Kirby (fumetto), Edgar Wright & Joe Cornish (storia) 
Sceneggiatura Edgar Wright & Joe Cornish e Adam McKay & Paul Rudd 
Produttore Kevin Feige 
Produttore esecutivo Louis D'Esposito, Alan Fine, Victoria Alonso, Michael Grillo, Edgar Wright, Stan Lee 
Casa di produzione Marvel Studios
Distribuzione (Italia) Walt Disney Studios Motion Pictures 
Fotografia Russell Carpenter 
Montaggio Dan Lebental, Colby Parker Jr. 
Effetti speciali Dan Sudick, Jake Morrison 
Musiche Christophe Beck 
Scenografia Shepherd Frankel, Marcus Rowland 
Costumi Sammy Sheldon 
Trucco Chris Diamantides, Fawn Ortega, Valerie Patterson, Melanie Steele, Ariane Turner 

Interpreti e personaggi

Paul Rudd: Scott Lang / Ant-Man
Evangeline Lilly: Hope Van Dyne
Corey Stoll: Darren Cross / Calabrone
Bobby Cannavale: Paxton
Michael Peña: Luis
Tip "T.I." Harris: Dave
Wood Harris: Gale
Judy Greer: Maggie
David Dastmalchian: Kurt
Michael Douglas: Hank Pym
 
Doppiatori italiani

Niseem Onorato: Scott Lang / Ant-Man
Daniela Calò: Hope Van Dyne
Carlo Scipioni: Darren Cross / Calabrone
Roberto Draghetti: Paxton
Gianluca Crisafi: Luis
Simone Crisari: Dave
Enrico Di Troia: Gale
Georgia Lepore: Maggie
Francesco Venditti: Kurt
Rodolfo Bianchi: Hank Pym

lunedì 17 agosto 2015

Orfani: Ringo - Death metal

Orfani: Ringo N°  11 
Death metal

Soggetto e Sceneggiatura Roberto Recchioni e Mauro Uzzeo 
Disegni Giancarlo Olivares 

Copertina Emiliano Mammucari 

Colori Alessia Pastorello 

Periodicità: mensile 
Uscita: 14/08/2015 

La galleria del San Gottardo l'ultimo, buio, ostacolo davanti Nuè, Ringo e Rosa per poter sperare in un futuro di salvezza. Dietro di loro i Corvi della Juric che vogliono le teste dei fuggitivi, su tutte quella di Ringo.
Anche ne buio della galleria, però, l'uomo ha imparato a sopravvivere dopo la catastrofe. Guidati da un bambino saltato fuori dalle ombre i tre si imbattono in una comunità che riesce a vivere in questo luogo inospitale. Peccato che i Corvi non abbiano intenzione di lasciar sopravvivere nessuno. La lotta tre loro e Ringo sarà all'ultimo sangue e non è detto che l'umanità riesca a battere la macchina.

Siamo al penultimo capitolo e come dalla parte dei buoni iniziano ad esserci perdite anche da quella dei cattivi non si può essere da meno. La morte di Seba, nel numero scorso, ha ridotto il gruppo di Ringo, ma ne ha aumentato la determinazione a raggiungere il loro obiettivo, Recchioni e Uzzeo si coordinano per darci un numero 11 ricco di azione e sentimento, che sia vendetta, amore, sofferenza od amicizia. La battaglia tra i ribelli ed i Corvi, per quanto sia lunga nel numero, ma breve nella saga, è dinamica e ricca di sorprese. Come una sorpresa è il jolly finale che gli autori permettono alla Juric di estrarre dal cilindro.
Dinamica nella quale è stato prezioso il debutto di Olivares. I suoi disegni curati, nel mecha come nei personaggi, e la decisioni di caricaturizzare alcune espressioni di Rosa e Nuè ci permettono di avvicinarci, inconsapevoli, ai momenti tristi e crudeli a cuor leggero per poi rimanerne più colpiti.
I colori di Alessia Pastorello sottolineano i vari momenti narrativi: un mix di rosso e blu ci immerge nella battaglia, riflessi di un giallo malato ci guidano lungo il tunnel, il caldo rosso dei fuochi ci accoglie nell'accampamento. Alla fine dei due anni, per alcuni, queste scelte potrebbero essere fin troppo ovvie e ripetitive, ma perseguono un obiettivo e tracciano uno stile.

Come in pochi albi precedenti ci si sente stretti nel Formato Bonelli. Alcune scene avrebbero giovato di vignette più grandi, che troveranno nel cartonato in libreria.

Penultimo e poi si chiude.

venerdì 14 agosto 2015

He-Man and the Masters of the Universe 16

HE-MAN AND THE MASTERS OF THE UNIVERSE #16
(Contiene He-Man and the Masters of the Universe monthly 13-14)
di Dan Abnett, Pop Mhan
 
9788869710896
9772284343005-50016
16,8×25,6, S, 48 pp, col.
€ 2,95

Nel passato di Eternia un vergognoso fatto di sangue macchia la discendenza di Re Grayskull. Anche un'oscura profezia, una maledizione, sopravvive per mille anni, fino ai giorni di Adam e Adora.
Nel passato Re Grayskull sconfigge l'Orda di Hordak grazie alla, appena forgiata, Spada del Potere.
Nel presente Teela è la nuova Sorceress ed invita He-Man ad accompagnare sua sorella alla ricerca di se stessa, nella patria dei più profondi traditori di Eternia.

Il Sangue di Grayskull e la nuova saga che ci guiderà alla scoperta del passato della famiglia reale. I testi di Abnett ci narreranno il passato senza dimenticare di entrare nei dettagli del presente di Adora, per vedere come si evolverà il suo futuro. Certo, qualche copertina spoilerosa ci da già una certa idea, ma siamo sicuri che non vogliano rimestare le carte in tavola? Forse sarebbe troppo, che a me già sta cosa di Teela/Sorceress verde e biforcuta, stile divinità egiziana malata, non è che vada proprio giù. Come non mi è andata giù la scomparsa della vera Sorceress, della quale ero veramente appassionato da regazzino.
Detto ciò. Tutto è messo nelle sapienti mani disegnatorie di Pop Mhan. Qualche volta ci ha sorpresi con dei bassi paura, ma in questi due numeri è stato molto bravo, sopratutto nelle sequenze drammatiche. La paura e la tristezza di Saryn sono state rese benissimo dal suo tratto ed anche i dettagli delle scene di gruppo non sono stati trascurati. Quello di cui non mi capacito, ma in linea più generale e non riferita a lui nello specifico, è lo spreco di superficie disegnabile nella tavole con poche vignette. Perché lo sfondo deve essere un tristissimo monocolore, bianco o nero che sia? Capisco che i tempi dell'editoria americano non permettano lavori troppo certosini, ma uno sfondo più curato, magari inerente alla situazione, sarebbe un plus che il lettore apprezzerebbe.
I colori di Mark Roberts sono dignitosi. Tendono ad uscire dal un'uniforme piattezza, anche se a fatica, penalizzati dai toni, sempre, poco accesi utilizzati.

Terzo arco narrativo in sedici numeri. Una buona varietà di storie. Una coraggiosa rivisitazione della mitologia classica dei MOTU. Tentativo di re-infondere vita ammirevole. Il confine tra il fare le cose bene e lo strafare mandando tutto a covare le uova di Godzilla, però, è breve.

giovedì 13 agosto 2015

Fargo - La serie tv, senza spoiler

Minnesota. Tranquilla cittadina di Bemidji. Lester Nygaard è un uomo mite e tranquille vessato da tutti, persino dalla moglie e dal fratello che gli rimarcano i suoi fallimenti lavorativi e familiari.
Una visita al pronto soccorso, per un piccolo incidente, lo porta a conoscere una misterioso individuo che, forse travisando i suoi atteggiamenti, per fargli un favore, gli uccide un vecchio bullo compagno di scuola.  Da qui cresce un'escalation di violenza, mistero, sotterfugi che cambieranno per sempre la vita del povero Lester, che nel frattempo, riesce a far allontanare da lui qualsiasi sospetto della polizia. Beh, non proprio qualsiasi perché l'agente Molly Solverson sembra non avere intenzione di mollare la pista che sta seguendo.

Joel ed Ethan Coen hanno fatto bene a cedere ed a dare il via libera a Noah Hawley per reinterpretare uno dei loro film più famosi?
Direi di sì.
Quella a cui si assiste non è una serie televisiva, ma un vero e proprio film lungo dieci ore. La trama del film originale viene diluita, ma non annacquata, i personaggi approfonditi ed i dialoghi arricchiti. Il lavoro svolto per rendere solido ed efficace il nuovo mezzo con cui comunicare le vicende "realmente avvenute nel 2006" si è rivelato decisamente accurato. Sicuro l'impegno dello show runner è quello che ha permesso la trasformazione, ma anche il casting ha avuto la sua importanza decisiva.
Il primo passo azzeccato è stato quello di affidare il ruolo di Lorne Malvo a Billy Bob Thornton. Era tanto che non lo vedevo in azione e devo ammettere che mi è mancato. Interpreta in ruolo magistrale la parte assegnatagli. Indossa i panni del killer spietato con una sicura semplicità tale da spaventare. Sembra che l'attore stesso, nel suo tempo libero, possa essere un killer a pagamento.
Martin Freeman è l'uomo qualunque. Gli riesce bene, ma la sovra esposizione alla quale è stato soggetto in questi ultimi tre anni, ne mina l'originalità. Dopo dieci ore ne Lo Hobbit ed altrettante in Sherlock inizia ad essere un po' prevedibile e le sue espressioni confuse ed impacciate possono, troppo facilmente, farne confondere il ruolo in questa serie con quello in altri lavori.
Il resto del cast è stato scelto tra volti noti e meno noti del panorama cinetelevisivo americano. Oliver Platt è un ottimi greco arricchito e spaventato dalla fede, e Keegan-Michael Key e Jordan Peele sono un'ottima, stralunata, coppia di agenti dell'FBI.
Poco trascurabile l'azzeccata scelta delle location. Il freddo, la neve, le condizioni meteorologiche di Bemidji si sentono veramente. Si avvertono quando altre, distanti, realtà fanno capolino, tipo Las Vegas. Le case, gli ambienti, sono decisamente curati ed i trovarobe hanno realizzato citazioni geniali di altri lavori dei fratelli Coen. Da cercare nei vari episodi.

Fargo è, tutto sommato, una buona serie. Un buon mix di attori e trama che si regge, bilanciato, su entrambi. E' un peccato che vada a finire come finisce. Sia come sia, lo spettatore, probabilmente, tenderà ad immedesimarsi con i cattivi della storia e spererà con tutto il cuore che i buoni si facciano i fatti loro.

Da vedere.
Titolo originale Fargo

Paese Stati Uniti d'America
Anno 2014
Formato serie TV
Genere commedia nera
Stagioni 1
Episodi 10
Durata 50 - 70 min (episodio)

Lingua originale inglese

Caratteristiche tecniche

Aspect ratio 16:9
Risoluzione 720p
Audio Dolby Digital 5.1

Crediti

Ideatore Noah Hawley

Interpreti e personaggi
 
Billy Bob Thornton: Lorne Malvo
Martin Freeman: Lester Nygaard
Allison Tolman: Molly Solverson
Colin Hanks: Gus Grimly

Doppiatori e personaggi

Fabrizio Pucci: Lorne Malvo
Fabrizio Vidale: Lester Nygaard
Monica Ward: Molly Solverson
Francesco Venditti: Gus Grimly

Musiche Jeff Russo
Produttore esecutivo Adam Bernstein, Joel ed Ethan Coen, Noah Hawley, Warren Littlefield, Geyer Kosinski
Casa di produzione FX Productions, The Littlefield Company, MGM Television

Prima visione

Prima TV Stati Uniti d'America
Dal 15 aprile 2014
Rete televisiva FX
Prima TV in italiano (pay TV)
Dal 16 dicembre 2014
Rete televisiva Sky Atlantic

Prima stagione]
Premi Emmy 2014 Premio alla miglior miniserie
Premio alla miglior regia per un film, miniserie o speciale drammatico a Colin Bucksey, per l'episodio Buridan's Ass
Premio al miglior casting per un film, miniserie o speciale drammatico a Rachel Tenner e Jackie Lind

Golden Globe 2015
Premio alla miglior miniserie o film per la televisione
Premio al miglior attore in una miniserie o film per la televisione a Billy Bob Thornton
 
Critics' Choice Television Awards 2014
Premio alla miglior miniserie
Premio al miglior attore in un film o miniserie a Billy Bob Thornton
Premio alla miglior attrice non protagonista in un film o miniserie a Allison Tolman

martedì 11 agosto 2015

Buon compleanno Hulk


Oggi, nel 1953, nasceva Terrence Eugine Bollea, meglio noto come Hulk Hogan.
The Super Destroyer debutto nel 1977 a Tallahassee per poi prendere la via della WWF nel 1979 come "The Incredibile" Hulk Hogan e dal 1980 nella New Japan Pro fino al 1985. Qui formò con Antonio Hinoki, che sconfisse per ko in un incontro in solitaria, una storica formidabile coppia.
Tra abbandoni e riprese, da allora fino ad oggi, Hogan è stato un punto di riferimento per molti spettatori e molti lottatori. Ha appassionato migliaia di fan in tutto il mondo e la sua entry music più famosa, Real American, mette i brividi a chi l'ha apprezzata.

Tra ring, cinema, televisione e scandali (il famoso sex ape, le frasi razziste che gli sono costati recentemente il contratto con la WWE e l''uso di steroidi, pratica comune per tanti atleti dell'allora WWF) ci tiene compagnia da 40 anni.

Auguri di buon compleanno e grazie per tutto il divertimento che ci hai regalato fino ad oggi.

venerdì 7 agosto 2015

True Detective

Ieri.
Un detective trasferito dal Texas alla Luisiana.
Un caso in odore di santeria, di voodoo, di satanismo, in quella terra bigotta di famiglie importanti.
Bambini scomparsi di cui nessuno denuncia la scomparsa.
Un detective tutto d'un pezzo, ma che nasconde dei segreti.
Un'indagine che non deve essere portata a termine.
Oggi.
Gli stessi due detective invecchiati.
Un assassino apparentemente ancora in libertà.
Un'indagine da privati cittadini.
Qualcosa che non vorresti mai scoprire.

True Detective è stata la serie rivelazione del 2014, ancora una volta per HBO (la stessa di Trono di Spade). Ma com'è veramente?
Se ne parliamo a livello attoriale è decisamente eccezionale. Per la maggior parte delle otto ore si confrontano sullo schermo due ottimi attori cinematografici: Matthew McConaughey e Woody Harrelson. Direi che entrambi non hanno bisogno di presentazioni e che sono entrambi giganteschi. Il primo ha avuto la fortuna di interpretare il più originale dei due e, forse, questo gli ha permesso di spiccare un po' di più sul suo collega. Collega che non ha, comunque, avuto la vita facile. Attorno a lui ruotano i problemi più umani: la moglie, le figlie, le amanti ed il peso di essere considerato quello affidabile. Su "Rust" grava la parte più spirituale ed allo stesso tempo concreta della vicenda. Il suo passato gli permette di mettere sullo stesso piano ogni indizio trovato e condurre naturalmente un'indagine che con la logica poliziesca si sarebbe arenata; come prova basta vedere come la condurrebbe il suo capitano.
Birra?
Accanto a loro dei coprotagonisti che definire così è riduttivo. Michelle Monaghan, pre Pixels ed Adam Sandler, riesce a reggere il confronto con i personaggi principali in modo eccellente. Anche lei subisce l'invecchiamento ed il ringiovanimento che la struttura narrativa richiede e lo giostra con grande abilità.
Che poi c'è anche Alexandra D'Addario, fa poco, ma lascia il segno.
Un fotogramma dopo e BOOOM!
Ottima scelta anche per le location. Oltre la magia delle paludi della Luisiana non si può far a meno di rimanere affascinati dalla location dell'ultima puntata e della passione e l'abilità di coloro che l'hanno arredata.
Sul piano narrativo. La ricchezza di dettagli, di trame volontariamente lasciate in sospeso (la scena delle bambole, i disegni della figlia di Marty e la sua progressiva virata verso un'adolescenza scapestrata, il passato di Rust che torna, le fughe sentimentali di Marty che gli cambieranno la vita, il presente dei due poliziotti di colore) donano alla serie nuove letture ogni volta che la si riguarda. Forse per questo la trama, il caso stesso, nella quale lavorano e vivono i due protagonisti è talmente banale e scontata che in un episodio di CSI avrebbero risolto il caso in massimo due puntate.

Nic Pizzolato ha avuto un'idea geniale: concentrare in otto ore, otto episodio, l'abilità interpretativa di grandi attori tanto da valorizzare un enigma mediocre. Non si può parlare di sceneggiatura mediocre e nemmeno di idea debole perché non è così. L'idea è eccezionale, la sceneggiatura curata e solo la soluzione del caso è così scontata che dopo due puntate sai già quale strada si dovrebbe battere per trovare il colpevole. Che poi il colpevole sia chi è, beh, è il meno. Tutto quello che conta è come lo spettatore ci è stato portato. In questo caso ci è stato condotto con un buon pathos ed una buona dose di emozioni.
Nota negativa personale? Troppa birra, alcool e sigarette. Forse, l'America di quegli anni era così.
Se la seconda stagione, con più attori famosi, dovesse essere stata scritta intorno ad un caso più complesso ed articolato potrebbe essere anche meglio di questa.

Titolo originale True Detective
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2014 – in produzione
Formato serie TV
Genere poliziesco, thriller
Stagioni 1
Episodi 8
Durata 60 min (episodio)
Lingua originale inglese
Caratteristiche tecniche
Aspect ratio 16:9
Risoluzione 1080i
Audio Dolby Digital 5.1
 
Crediti
Ideatore, Sceneggiatura Nic Pizzolatto

Regia  Cary Joji Fukunaga

Musiche T Bone Burnett
Scenografia Alex DiGerlando
Costumi Jenny Eagan (st. 1)
Produttore Carol Cuddy (st. 1)
Produttore esecutivo Nic Pizzolatto, Cary Joji Fukunaga, Scott Stephens, Matthew McConaughey, Woody Harrelson, Steve Golin, Richard Brown
Casa di produzione Anonymous Content, Parliament of Owls, Passenger, Neon Black, Lee Caplin / Picture Entertainment

Interpreti e personaggi
Matthew McConaughey: Rustin "Rust" Cohle
Woody Harrelson: Martin "Marty" Hart
Michelle Monaghan: Maggie Hart
Michael Potts: Maynard Gilbough
Tory Kittles: Thomas Papania

Doppiatori e personaggi
Adriano Giannini: Rustin "Rust" Cohle
Pino Insegno: Martin "Marty" Hart
Francesca Fiorentini: Maggie Hart
Massimo Bitossi: Maynard Gilbough
Davide Albano: Thomas Papania

Prima visione
Prima TV Stati Uniti d'America
Dal 12 gennaio 2014 Al in corso
Rete televisiva HBO

Prima TV in italiano (gratuita)
Dal 5 ottobre 2014 
Rete televisiva Cielo (ep. 1x01)
Prima TV in italiano (pay TV)
Dal 3 ottobre 2014 Al in corso
Rete televisiva Sky Atlantic

Prima stagione
2014 - Television Critics Association Awards Miglior attore drammatico a Matthew McConaughey
Miglior nuova serie televisiva
 
2014 - SXSW Film Festival Migliore sigla a Patric Clair (Audience Award)
Migliore sigla a Patric Clair (SXSW Film Design Award)
 
2014 - Premi Emmy Miglior regia per una serie televisiva drammatica a Cary Joji Fukunaga
Miglior casting per una serie drammatica a Alexa L. Fogel, Christine Kromer e Meagan Lewis
Miglior fotografia per una serie single-camera a Adam Arkapaw per l'episodio Capitolo quattro: Cani sciolti
Miglior design di una sigla a Patrick Clair, Raoul Marks e Jennifer Sofio Hall
Miglior trucco per una serie single-camera (non prostetico) a Felicity Bowring, Wendy Bell, Ann Pala, Kim Perrodin e Linda Dowds
  
2015 - Writers Guild of America Awards Miglior serie drammatica
Miglior nuova serie
 
2015 - Art Directors Guild Awards Migliori scenografie per una serie televisiva contemporanea a Alex DiGerlando
 
2015 - ACE Eddie Awards Miglior montaggio per una miniserie televisiva per una televisione non commerciale per Capitolo quattro: Cani sciolti a Affonso Gonçalves

mercoledì 5 agosto 2015

Pixels - Senza spoiler



E' il 1982. Le sale giochi sono le realtà nelle quali i ragazzini americani vanno, con manciate di quarti di dollaro, per giocare e, incidentalmente, conoscere altri simili della loro specie. Tra questi ragazzini ci sono Sam, Will e Ludlow. I primi due, amici d'infanzia, conoscono il terzo al campionato mondiale dei videogiochi del 1982. In quell'occasione Sam si scontrerà con Eddie in finale per dimostrare di essere il migliore e una VHS della manifestazione verrà registrata. Il video verrà inviato nello spazio, in una capsula del tempo, come segnale di amicizia alla ricerca di specie aliene.
Peccato che l'unica specie aliena con la quale verrà in contatto la prenderà come una dichiarazione di guerra.
L'attacco avviene nel 2015, in un mondo in cui i classici sono stati soppiantati da giochi di concezione moderna e di loro nessuno si ricorda più. Per fortuna i vecchi campioni sono ancora in circolazione, uno più nei guai dell'altro, ma ancora appassionati di videogames.
Riusciranno i vecchi nerd a salvare un mondo che non li ha mai considerati.
Galaga, Centipede, Q*bert, Pac-Man, Donkey Kong, Frogger, Tetris, Space Invaders, Duck Hunt, Burger Time, Brick Breaker, Paperboy, Arkanoid sono alcuni dei titoli dei videogiochi degli anni '80 del secolo scorso a cui il regista Chris Columbus ha voluto rendere omaggio.
Ma com'è il film?
Ci sono due modi di vederla: a) sono andato al cinema senza aver mia giocato a quei videogiochi; b) wow! la mia infanzia. A seconda di quale categoria appartenete questo film potrebbe farvi un effetto diverso.
Nel caso a). Il film con Adam Sandler è un film in cui Adam Sandler fa Adam Sandler, lo aiuta ad uscire dal pantano in cui si era cacciato con le ultime inguardabili pellicole, e nel quale ci porta i suoi amici a farci divertire. Si sorride, si ride e si vedono dei videogiochi di cui si è sentito parlare. Videogiochi ai quali è stata data, nonostante la pixellosità, la dignità della tridimensionalità e che colorano lo schermo del cinema.
Nel caso b). Quando l'appassionato vede interagire Arkanoid (1986), Paperboy (1985), Tetris (1984) si chiede: "Ma se tu hai scelto di ambientare il film del 1982, mettendo in piedi l'espediente della VHS inviata nello spazio, perchè tiri dentro giochi usciti dopo e di cui gli alieni non possono essere a conoscenza?" Insomma, se ambientavi il film nel 1986 non facevi storcere il naso al pubblico nerd; pubblico al quale è indirizzata la pellicola. Durante la visione del film aleggia questo alone di incoerenza che, a tratti, non permette di assaporare al meglio l'illusione.

Chirs Columbus (in diverse vesti da Piramide di paura, Gremlins, Goonies fino ad arrivare alla regia di Harry Potter) a tratti si dilunga troppo. Le scene dei festeggiamenti post vittorie paiono essere fuori luogo. A battaglia in corso chi organizzerebbe una cena di gala con tanto di ballo e alcoolici a gogo? Va beh che gli assoluti protagonisti della pellicola sono gli americani e si vuole mettere in risalto la loro cafoneria, ma così si rallenta la narrazione di una storia che deve essere scorrevole e divertente per invogliare i ragazzini a rivederla.

Denis Akiyama che interpreta Toru Iwatani (creatore di Pac Man)

Toru Iwatani (creatore di Pac Man) nel cameo ad inizio film
Il cast è azzeccato e dissacrante per le figure che va a colpire. Le situazioni create dall'amicizia tra Sam e Will son divertenti e Peter Dinklage, doppiato da Pino Insegno (possibile che a quest'uomo non si riesca a trovare un doppiatore definitivo?) è giusto giusto nella tuta da Arcader.
Michelle Monaghan, da poco uscita da True Detective, si diverte, ma il suo personaggi pare essere una presenza forzata, messa lì giusto per far felice uno dei protagonisti.

Se eri un CampionissimoTm dei videogiochi nel 1982 lo sarai per sempre. Chi ha infranto i record di Pac Mac, Donkey Kong, Centipede in passato è degno di portare il suo titolo con se negli anni. Se non ci fossero stati i nerd oggi non ci sarebbe l'iPhone, il Roomba ed il paraorecchie con le lattine. Il mondo di oggi è così perchè chi inseriva 25 cent. negli USA, le 200 Lire in Italia, nei coin up ha reso realtà le idee, i sogni con i quali è cresciuto.

Questo film, prendendo spunto da un cortissimo francese del 2010, cerca di divertire rendendo omaggio a coloro che sono cresciuti in sala giochi e che si sono divertiti con i sogni digitali riprodotti sui tubi catodici obliqui di quelle scatole in legno sulle quali hanno passato ore della loro infanzia.
Che poi ti si realizzano i sogni dell'infanzia
Nota a parte merita il trailer del film: decisamente troppo spoileroso. Questo è un caso in cui varrebbe la pena di recarsi al cinema senza aver visto nulla: ci si salverebbe da troppe rivelazioni anticipate.

Titolo originale Pixels
Lingua originale inglese
Paese di produzione Stati Uniti
Anno 2015
Durata 105 min
Genere commedia, fantascienza, azione

Regia Chris Columbus

Sceneggiatura Tim Herlihy, Timothy Dowling
Casa di produzione Columbia Pictures, Happy Madison Productions, 1492 Pictures
Distribuzione (Italia) Sony Pictures
Fotografia Amir Mokri
Musiche Henry Jackman

Interpreti e personaggi

Adam Sandler: Sam Brenner
Kevin James: Presidente William Cooper
Michelle Monaghan: Vanessa van Patten
Peter Dinklage: Eddie Plant
Josh Gad: Ludlow Lamonsoff
Brian Cox: Ammiraglio Porter

Doppiatori italiani

Riccardo Rossi: Sam Brenner
Vittorio De Angelis: Presidente William Cooper
Barbara De Bortoli: Vanessa van Patten
Pino Insegno: Eddie Plant
Simone Crisari: Ludlow Lamonsoff
Angelo Nicotra: Ammiraglio Porter

martedì 4 agosto 2015

Zombeavers


Tre ragazze decido di passare un week end da sole in una casa sul lago. Lasciano a casa i ragazzi e, ovviamente, la zona di villeggiatura è senza campo per i cellulari.
Un bagno nel lago, la conoscenza con i vicini e l'esplorazione di una diga realizzata dai castori. Cari animaletti i castori. Così come l'orso che attraversa loro la strada.
La serata sembra proseguire bene fino all'arrivo dei fidanzati. Da qui non può che partire la carneficina.
Castori zombie ovunque che attaccano gli esseri umani per nutrirsene.
La lotta per la sopravvivenza è cominciata e non è detto che l'essere umano sia destinato a dominare il mondo ancora per molto. Sono arrivati i castori zombie!

Zombeavers ha la classica genialità dell'assurdo. Dopo aver visto le pecore assassine di Black Sheep, ecco arrivare qualcosa di più estremo: i castori zombie! Vi sembra di averle già lette queste due parole vicine? Ebbene sì perché castori zombie è un'accoppiata geniale.
"Via quelle mani!"
Lo Z movie ripercorre le classiche tracce lasciate negli anni dalle migliaia di suoi predecessori: ragazzi, ragazze, sesso, splatter, sangue, personaggi strani. Cosa ci aggiunge? Castori zombie.
Vogliamo parlare veramente del cast, della recitazione, delle bellezze al bagno quando la cosa importante è un'altra? I castori zombie!
Castori zombie animati a mano da un marionettista sotto il tavolo o dietro un muro, così finti da sembrare veri. E quando venite morsi dai castori zombie? Diventate zombie? No! Diventate castori zombie giganti! Ragazzi, ragazze, animali, che vengono morsi e che subiscono la trasformazione, con tanto di coda, sono spettacolari.
"Il castoro cerca cerca..."

Un film che punta decisamente sul ridicolo. Quel ridicolo giusto che lo rende meritevole di essere visto. Un modo semplice e diretto per omaggiare i suoi precursori del genere pur restando originale per conto suo.
Recuperatelo. Godetevene. Sicuramente meglio dei tanti Babadook che infestano, strombazzati come fini capolavori, i nostri cinema estivi.

E ricordate che belle ragazze più castori zombie non può che essere: un capolavoro.
Ah, e non spegnete il lettore dvd alla fine deel film. Prestate massima attenzione al canzone sui titoli di coda ed aspettate la scena extra dopo gli stessi. Rimarrete stupefatti.
Directed by Jordan Rubin
Produced by Evan Astrowsky Chris Bender Christopher Lemole
Written by Al Kaplan Jordan Rubin Jon Kaplan

Starring

Rachel Melvin as Mary Daughtry
Cortney Palm as Zoe
Lexi Atkins as Jenn
Hutch Dano as Sam
Jake Weary as Tommy
Peter Gilroy as Buck
Bill Burr as Joseph
Rex Linn as Smyth
Brent Briscoe as Winston Gregorson
Phyllis Katz as Myrne Gregorson
Robert R. Shafer as Trucker
Chad Anderson as Adam
Jamie, David and Eoin as The Debauchery Beavers
John Mayer as Luke

Music by Al Kaplan Jon Kaplan
Cinematography Jonathan Hall
Edited by Ed Marx Seth Flaum
Production company Armory Films BenderSpink
Release dates April 13, 2014 (Imagine Film Festival)
Running time 85 minutes
Country United States
Language English
Box office $44,080

lunedì 3 agosto 2015

Supergirl - L'episodio pilota (anche se non avresti potuto vederlo)



Tanti l'hanno visto, ma la sua trasmissione televisiva avverrà solo il 26 ottobre 2015. Supergirl è l'ennesima creatura di Greg Berlanti, dopo Arrow e Flash, ma su una rete televisiva diversa, CBS, giusto per complicare un po' le cose. Le aspettative sono molte, sopratutto per eventuali crossover tra una serie e l'altra, e per la possibilità di vedere una mini Justice League, prima o poi, anche sul piccolo schermo.

Ma, a bomba. Com'è Supergirl? Partiamo dal dettaglio fondamentale: il costume. Niente pancia scoperta, collant scuri, stivale alto, colori non brillanti. Ricalca in tutto e per tutto il costume del cugino grande cinematografico, che fa persino un'apparizione nel pilota. Ovviamente non è lui, per una questione di diritti, di universo e di tutte quelle cose lì che a chi guarda la tele od importano poco o lasciano perplesso.
"I'ciò i collante. Chiccè?"
La storia. Ovviamente si parla di origini, che saranno approfondite come non mai nel corso della serie, si butta lì qualche mistero e si inizia subito a pestarsi di brutto. Con tanto di costume addosso. Mica come in Smallville, dove abbiamo dovuto aspettare l'arrivo di Geoff Johns per tirare qualche filo. Qui, buttando lì un bel paradosso alla Star Trek di J.J., abbiamo avversari arrabbiati da un lungo lasso di tempo che quando vedono il simbolo della casata di El saltano fuori come funghi dopo una pioggia. Già dalla prima puntata vengono buttati lì i concetti per lo sviluppo della stagione, contrasti familiari sopratutto, il tutto, però, nel tono dell'altra creazione di Berlanti: The Flash. Qui si lasciano da parte i toni cupi e ci si concentra sulla leggerezza e sulle facce buffe di Melissa Benoist, Kara (che tanto mi ricorda, anche per gli abiti che indossa, la Felicity di Arrow). La ragazza è brava e convinta e nel ruolo ci sta, non come la Wonder Woman di qualche anno fa.
Tutto il cast sembra interessante. Calista Flockhart su tutte si mette in gioco, più piacente di quanto fosse in Ally McBeal, e da il tono giusto nei panni del capo aguzzino. Accanto alle due protagoniste, come antagonista sarà sempre una donna, un cast di uomini dalle facce già viste, ma poco conosciute. Nota a parte per James Olsen: anche in tv han capito che è meglio far propri anche i personaggi secondari per dare ai fan qualcosa che non si aspettano. Sempre che funzioni.
Si diceva, però, della trama. E' evidente che non siamo nell'Universo cinematografico, in gestazione, DC Comics, altrimenti non si spiegherebbero certi sviluppi nella trame della serie e certi mancati interventi in Man of Steel. Niente spoiler, tranquilli, chi vedrà saprà.
Ultimo capitolo effetti speciali. Di quello che ho visto c'è molto di buono e molto su cui lavorare, alcune scene di volo sembrano essere pre Superman di Donner ed altre, invece, contemporanee. Non è un lavoro facile, lo ammetto. Speriamo che migliorino puntata dopo puntata.

Una serie da tenere d'occhio, piacevole, ironica ed interessante, Speriamo arrivi presto anche sui nostri teleschermi od almeno in home video.

Paese Stati Uniti d'America
Anno 2015 – in produzione
Formato serie TV
Genere TVComic
Stagioni 1
Durata 45 min (episodio)
Lingua originale inglese
Caratteristiche tecniche
Aspect ratio 16:9
Risoluzione 1080i
Audio Dolby Digital 5.1

Crediti
Ideatore Greg Berlanti, Ali Adler, Andrew Kreisberg
Produttore esecutivo Greg Berlanti, Andrew Kreisberg, Ali Adler, Sarah Schechter
Casa di produzione Berlanti Productions, DC Entertainment, Warner Bros. Television

Interpreti e personaggi

Melissa Benoist: Kara / Supergirl
Mehcad Brooks: Jimmy Olsen
Calista Flockhart: Cat Grant
David Harewood: Hank Henshaw
Chyler Leigh: Alex Danvers
 

Prima visione
Prima TV Stati Uniti d'America
Dal 26 ottobre 2015 Al
Rete televisiva CBS