mercoledì 31 agosto 2016

Justice League 51

Justice League 51
Contiene Justice League 47,Earth 2, Society 7, Cyborg 6-7
di Geoff Johns, Daniel H. Wilson, David F. Walker, Jason Fabok, Jorge Jimenez, Alisson Borges, Ivan Reis, Felipe Watanabe, Daniel HDR, Cliff Richards, Claude St. Aubin

Specifiche
Titolo: Justice League 51
Linea: Lion
Collana: Justice League
ISBN: 9788893511124
ISSN: 9772280013001-60051
16,8×25,6, S, col., 72 pp
Pubblico: Per Tutti
Genere: Supereroi
Titolo da: edicola
Prezzo: € 3.95

La Justice League è divisa. Le forze e gli interesse dei suoi membri si distanziano dalla difesa della Terra e convergono sugli interessi personali. Batman è sempre più coinvolto dalla sedia di Moebius, Flash è legato alla Morte, Superma è sovraccarico e, forse, fuori controllo per quanto successo a lui e Lex su Apokolis.L'unica ad aver conservato il lume della ragione sembra essere Wonder Woman che, però, ha un'idea strana su come affrontare Anti-Monitor: coinvolgere il Sindacato del Crimine.

Intanto su Terra-2 succede roba della quale poco gente ha interesse a seguire le avventure, tipo che il Dottor Impossibile (tenetevi forte: Jimmy Olsen) è l'autore di tutto il casotto che sta avendo luogo e Lanterna Verde è l'anima del pianeta sul quale i profughi spaziali han trovato rifugio.

La guerra dei cyborg arriva alla sua conclusione, triste, e Cyborg scopre che sua mamma è ancora viva come intelligenza artificiale, nella stanza rossa dei laboratori STAR.

Le ultime due storie continuano a rivelarsi inutili: una solida conferma, mantenendo anche altalenante la qualità dei disegni.

La trama di Johns per la Justice League, anche se spesso sembra costruita per prendere tempo, permette a Fabok di mettere in risalto le sue doti artistiche: sicuramente un ottimo acquisto per la testata. L'operato del buon Geoff sfrutta l'ambientazione Justice League per lanciare nuovi ponti verso le testate dei singoli eroi. Seguendo quella di Batman, però, mi chiedo come gli sviluppi che il Crociato di Gotham sta affrontando in questa situazione possano riversarsi sulle sue avventure in solitaria. Staremo a vedere a chiusura degli eventi.

martedì 30 agosto 2016

Lego Minifigures - Serie 16


Stiamo arrivando.

E' un po' che non puntiamo i riflettori sul mondo Lego, anche perché il tempo per costruire è sempre più scarso. 

Tra poco arriverà nei negozi la nuova serie di Minifigures, la numero 16. 

Sarà nei negozio verso il 16 di settembre, ma, come nelle migliori tradizioni, in qualche parte del mondo è già uscita e sono disponibili le foto dei personaggi. 
Un bel poster dall'Internet


Quindi, quel qualcuno che ha avuto la possibilità di acquistarla per primo la serie ha deciso di aiutarci a capire quante copie di ogni soggetto sono rintracciabili in ciascuna scatola. Ecco qui il listone: 

3 x Ice Queen, Cyborg, Wildlife Photographer, Kickboxer, Scallywag Pirate, Penguin Boy, Babysitter; 
4 x Desert Warrior, Cute Little Devil, Spooky Boy, Hiker, Mariachi, Dog Show Winner; 
5 x Rogue, Spy, Banana Guy.
 
I tre preferiti? Banana Guy, la Babysitter e sono indeciso tra lo Spooky Boy ed il ragazzo pinguino. 

Buon divertimento a tutti!


Omini e accessori.


venerdì 19 agosto 2016

Speciale Brendon - La mappa delle stelle

Speciale Brendon N°  13 
La mappa delle stelle

Soggetto e Sceneggiatura: Claudio Chiaverotti 

Disegni: Giovanni Freghieri 

Copertina: Fabrizio De Tommaso 
Colori: Arancia Studio 

Uscita: 05/08/2016 
Periodicità: annuale
Prezzo: 6€

Un Cavaliere di Ventura, creduto morto e che ha ceduto un po' troppo alle lusinghe del wiskey rinforzato, e un cacciatore di taglie daltonico. Vivono in due epoche diverse, praticamente a mondi di distanza. Come possono i nemici dell'uno entrare in contatto con l'altro. I coniugi Rabbit ed il Dottor Splatter sono arrivati nella Nuova Inghilterra del futuro medioevale in cui vive Brendon e fate assassine e cavalieri onassiani stanno mietendo vittime nella New Heliopolis di Morgan Lost. Come è possibile? Sopratutto, riusciranno gli eroi dei due mondi a sistemare le cose prima che il numero di vittime cresca in modo esponenziale.

Ritorna Brendon, dopo un finale di stagione decisamente deludente rispetto alla partenza della serie, e lo fa in compagnia della nuova creatura di suo papà, Claudio Chiaverotti, Morgan Lost, che non è riuscito a prendermi con i suoi primi numeri. Cosa sarà uscito da questo mix?
E' uscito un esperimento grafico interessante nel quale si sono mischiati i colori di Brendon ed il bianco e nero sporcato di arancio di Lost. Questa soluzione grafica aiuta a mantenere una certa concentrazione nella lettura e fornisce un ritmo di riferimento in questo continuo scambio di mondi. Il lavoro di Arancia Studio è stato decisamente puntuale e non ha represso la natura grafica del tratto di Giovanni Freghieri.
Freghieri che è il punto di forza di questo albo. Il suo tratto è inconfondibile, anche a colori, e le sue donne sono qualcosa di spettacolare. Chi ha imparato ad amarlo sulle pagine di Dylan Dog non può che apprezzare ogni sua pagina ed ogni vignetta. Spettacolare, poi, Mrs. Rabbit, un'opera d'arte.

La storia di Chiaverotti, Il solito portale e tutto si risolve così come è venuto. Gli eroi riescono a far ben poco per contenere quanto accade e tutto si risolve in un'indagine, parallela nei due mondi, senza che loro riescano a far nulla di concreto. In pratica una concatenazione di eventi indipendenti da quanto i protagonisti riescano a fare. In questo, oltre alla crudeltà dei coniugi Rabbit, l'impianto narrativo più riuscito è quello creato per il Dottor Splatter: puro horror splatter anni '80 del secolo scorso.

Piacevole? Abbastanza.
Necessario? No.
Lettura di svago? Sì.

mercoledì 17 agosto 2016

Ghostbusters (2016)

Erin Gilbert è un'insegnate universitaria in cerca di una cattedra fissa in un mondo prettamente maschilista e sta cercando di operare al meglio per ottenerla. Un ricordo del suo passato emerge senza che lei ne sia a conoscenza: un libro. Un vecchio libro scritto, ai tempi in cui era ancora solo una studentessa universitaria, insieme alla sua campagna di stanza Abby Yates. Abby non ha avuto lo stesso successo nell'insegnamento ottenuto da Erin e sbarca il lunario nei laboratori sotterranei di una scuola alquanto stramba insieme alla sua socia Jillian Holtzmann. Come? Investigando sulle presenza spiritiche nel nostro mondo. Ed il libro parla proprio di questo. Preoccupata, Erin, decide di andare ad affrontare Abby, ma si ritrova implicata nella più grande avventura della sua vita: la caccia ai fantasmi. Quando questi inizieranno ad infestare vecchie case, sotterranei della metropolitana e tanto altro allora chi chiamerai? Le Acchiappafantasmi! Alle tre donne se ne aggiungerà presto una questa, Patty Tolan, dipendente della metro che ha vissuto in prima persona una manifestazione ectoplasmatica, ed il bel segretario Kevin Beckman, simpatico imbecille.
La caccia ai fantasmi le porterà a diventare famose sui giornali, dove saranno sempre più spesse descritte come ciarlatane.
Ma il riscatto è dietro l'angolo. Basta crederci.

Partiamo subito dall'errore generale che è stato fatto: non esiste alcun "trent'anni fa". Questo film è un completo reboot di Ghostbusters. I primi, gli originali, non sono mai esisti. New York non ha mai vissuto l'omino di murshmallow, non ha mai conosciuto Zuul, Vigo non ha mai scatenato un fiume di melma rosa nei vecchi tunnel della metropolitana pneumatica ed il Titanic non è mai entrato in porto. Chiaro!
Questo è un punto zero.
Qui ci sono tre scienziate bianche, una manovale di colore di colore, un segretario stupidotto ed il ragazzo indiano che consegna cibo cinese. Ok?
Partendo da questo assunto, si deve cancellare un cult dalla memoria o posizionare questo in un universo parallelo. L'originale è un film che non teme il passare degli anni, come il suo seguito che a molti è piaciuto meno, e che resterà storico per sempre grazie ad un cast di amici che hanno creato un progetto innovativo, una scommessa vinta contro qualsiasi giocatore.
Qui si parte dal punto di vista opposto. Qui si parte da una imperiosa multinazionale del cinema che vuole fare soldi con un marchio già noto a livello mondiale. Un casa di produzione che commissiona un film a degli sceneggiatori, che lavorano con la supervisione di due dei creatori originali (Dan Aykroyd e Ivan Reitman) per creare una macchina che produca soldi per il prossimo decennio. Ci siamo?

Fantasmi!
Per farlo si cambia il genere dei personaggi, mantenendone i ruoli, si mette tutto in mano ad un ottimo regista di commedie e... si sbaglia il trailer di lancio, si sbaglia l'approccio con il pubblico, si sbaglia a trattare con lo zoccolo duro dei fan.
Il film esce comunque, avversato da molti e con più passaparola pubblicitario contro che buon marketing intorno.
Ma al cinema cosa arriva? Al cinema arriva una commedia divertente senza essere volgare, che ricalca fedelmente la sceneggiatura del primo film originale. Un buon film, una buona commedia che commette un solo errore: non osare di più. Paul Feig, sceneggiatore e regista di questo rilancio, conosciuto autore di commedie, prepara una buona cena alla quale manca qualche spezia qua e là per essere alla pari con il mostro sacro con cui si confronta. No, non è vero. Non commette un solo errore: la battuta sul fantasma formaggino mi ha fatto calare un temporaneo velo di tristezza sul viso. Triste.
Il cast è onesto. Conoscevo Melissa McCharty e la temevo. Sapevo della sua, spesso, comicità volgarotta, ma qui è stata ben guidata ed il suo personaggio, rude ed impulsivo quanto si vuole, è ben calibrato. Al suo financo ragazze che non sono cosciente di aver visto in altri film, ma tutte comiche famose negli USA. La prima è Kristen Wiig, Erin, brava, convincente, l'altro giusto piatto della bilancia per Abby. Chi ho trovato strepitosa è calata pienamente nel ruolo è stata Kate McKinnon, la nuova Egon con tanto di mosse ed espressioni che mi hanno ricordato il mai troppo compianto Harold Ramis. Mi ha divertito molto. La persona veramente comune l'ha interpretata Leslie Jones che ha sostituito Zedmor. Non ci vedo proprio nulla di male nel proporre lo stereotipo della donna di colore cultura media, con un buon lavoro fisso a contatto con il pubblico, burbera e decisa. Queste persone esistono nella realtà e sono più di quante immaginiamo. Sono contento che abbiano avuto il coraggio di presentarci Patty. Alla faccia dei falsi moralismi. Al posto di Janine troviamo Chris Hemsworth, la sua faccia da schiaffotti è perfettamente azzeccata. Coraggioso nell'accettare il ruolo, ha dato una marcia in più al cast.

Gli effetti speciali sono stati spettacolari. Tutti i fantasmi sono stati realizzati con cura e si sono presentati sullo schermo con grande realismo.
Piacevole anche la colonna sonora, a parte, per gusto personale, un pezzo gangsta. Persino il remix del brano originale non è stato così terribile come mi sarei aspettato.

Cameo.
Non si può non toccare il tasto camei. Ci sono tutti, tranne il piccolo ragioniere cane e poi acchiappafantasmi, ma gli atri ci sono proprio tutti. Sì, persino chi è venuto a mancare, anche Harold Ramis ha avuto il suo ed è stato il più dolce, toccante e commovente di tutti. Per quanto anche il più fugace. Parlando solo di quelli degli acchiappafantasmi originali, mi è piaciuto molto quello di Dan Aykroyd ed ho trovato perfetto quello di Ernie Hudson. Il peggiore, forzato, irritante, inopportuno, eccessivamente prolungato è stato quelli di Bill Murray. Lui questo film non lo voleva, non ci voleva essere ed ha fatto di tutto, durante la sua performance, per dimostrarlo. La prima volta che trovo decisamente inopportuna la sua presenza. Mi dispiace che, in fase di montaggio, non abbiano avuto il coraggio di limitare, ancora di più, la sua partecipazione. Carine e per intenditori le presenze di fantasmi ben noti, che appaiono, anche confusi tra gli altri, durante tutta la visione.
Mi ha convinto anche la nuova Ecto-1. Il carro funebre è la conseguente evoluzione dell'ambulanza riadatta nell'originale.

E' triste vedere come  circa un mese dall'uscita, il film è confermato un flop, con mancati guadagni per oltre i 70 milioni di dollari (rispetto a quanto sperato dalla Sony, ma con un rientro totale dei costi per la produzione). Lo scorno dell'insuccesso si è riversato anche sulle vendite del merchandise legato al brand. Se giocattoli e action figure, hanno riscontrato vendite così basse che in molti paesi sono stati messi in saldo ancora prima dell'uscita del film nelle sale,  la società produttrice del videogame ufficiale del film ha dichiarato bancarotta dopo l'uscita del gioco a causa delle vendite insoddisfacenti che hanno causato oltre 12 milioni di dollari in debiti. Sarei curioso di vedere le vendite dei prodotti Lego legati al marchio. Sono uscite sia la nuova Ecto-1 ed uscirà, a settembre, il livello aggiuntivo per il videogame Dimensions dedicato al film. Chissà se sarà una botta assorbita o rimarranno anche per loro tonnellate di invenduti.

Onestamente, però, scrivendone mi è venuta voglia di rivederlo. Non sarà un capolavoro, ma è una commedia divertente e non volgare. Di questi tempi non è, comunque, una cosa da poco.

Lo consiglio per un pomeriggio leggero. Al cinema ed in una futura edizione casalinga.

Titolo originale Ghostbusters

Lingua originale inglese 
Paese di produzione Stati Uniti d'America 
Anno 2016 
Durata 116 min 
Rapporto 2,35 : 1 
Genere commedia 

Regia Paul Feig 

Soggetto personaggi creati da Dan Aykroyd e Harold Ramis 
Sceneggiatura Kate Dippold, Paul Feig 
Produttore Amy Pascal, Ivan Reitman 
Produttore esecutivo Dan Aykroyd, Ali Bell, Paul Feig, Jessie Henderson, Michele Imperato Stabile, Joe Medjuck, Tom Pollock, Ben Waisbren 
Casa di produzione Columbia Pictures, Feigco Entertainment, Ghostcorps, LStar Capital, The Montecito Picture Company, Pascal Pictures, Village Roadshow Pictures 
Distribuzione (Italia) Warner Bros. Italia 
Fotografia Robert D. Yeoman 
Montaggio Melissa Bretherton, Brent White 
Musiche Theodore Shapiro 
Scenografia Jefferson Sage 
Costumi Jeffrey Kurland 
Trucco Juliet Loveland, Jennifer Traub, Raquel Vivve, L. Sher Williams 

Interpreti e personaggi

Melissa McCarthy: Abby Yates
Kristen Wiig: Erin Gilbert
Kate McKinnon: Jillian Holtzmann
Leslie Jones: Patty Tolan
Chris Hemsworth: Kevin Beckman
Neil Casey: Rowan North
Cecily Strong: Jennifer Lynch
Andy García: sindaco Bradley
Charles Dance: Harold Filmore
Michael Kenneth Williams: agente Hawkins
Matt Walsh: agente Rorke
Michael McDonald: Jonathan
Ed Begley Jr.: Ed Mulgrave
Steve Higgins: Thomas Shanks
Toby Huss: agente Stevenson
Karan Soni: Benny
Bill Murray: dott. Martin Heiss
Dan Aykroyd: tassista
Sigourney Weaver: Rebecca Gorin
Ernie Hudson: zio Bill Jenkins
Annie Potts: impiegata hotel
Ozzy Osbourne: se stesso
Al Roker: se stesso
Pat Kiernan: se stesso
 
Doppiatori italiani

Francesca Guadagno: Abby Yates
Selvaggia Quattrini: Erin Gilbert
Chiara Gioncardi: Jillian Holtzmann
Anna Cesareni: Patty Tolan
Gianfranco Miranda: Kevin Beckman
Massimiliano Alto: Rowan North
Domitilla D'Amico: Jennifer Lynch
Roberto Pedicini: sindaco Bradley
Pietro Biondi: Harold Filmore
Riccardo Scarafoni: agente Hawkins
Luciano Roffi: agente Rorke
Oreste Baldini: Jonathan
Ugo Maria Morosi: Ed Mulgrave
Daniele Giuliani: Benny
Angelo Nicotra: dott. Martin Heiss
Sergio Di Giulio: tassista
Melina Martello: Rebecca Gorin
Cristiana Lionello: impiegata hotel
Saverio Indrio: Pat Kiernan
Massimo De Ambrosis: Dave Shanks
Flavio Aquilone: Garrett
Edoardo Stoppacciaro: Lief
Alessandro Ballico: zio di Patty

martedì 16 agosto 2016

Suicide Squad

Il mondo ha perso il suo super-uomo per eccellenza. Superman è morto, ma il male continua a dilagare. I meta umani si sentono sempre più spinti a rivelarsi e nessuno sembra poterli controllare. Il Governo degli Stati Uniti ha paura di loro, ma non sa come controllare questi super-problemi. Una persona ha un'idea in testa da un po' di tempo. Lei è Amanda Waller e vuole creare una squadra di sacrificabili superdotati, utilizzando i peggiori criminali detenuti nelle prigioni nazionali. I suoi prescelti sono: Deadshot, assassino che non sbaglia un colpo padre di una bambina che lo adora anche se sa ciò che fa, Harley Quinn, ex-psichiatra diventata compagna del Joker, Capitan Boomerang, rapinatore dei banche, El Diablo, con capacità pirocinetiche senza eguali, Killer Croc, umano dalla pelle di coccodrillo. A loro si aggiungono altre due figure direttamente guidate dalla Waller: Katana, assassina giapponese armata, appunto, di una katana che intrappola al suo interno le anime dei nemici uccisi, e la dottoressa June Moone, nel corpo della quale vive l'Incantatrice, strega divina potentissima.
Appena formata la squadra subisce un duro colpo. L'Incantatrice tradisce, libera il fratello e tenta di costruire un portale tecnologico per ridurre in schiavitù l'umanità. La squadra suicida dovrà trovare le motivazioni per fermarla.
Ed il Joker? Cosa c'entra? Alleato? Avversario? Indipendente?


Togliamoci subito il dente: è un film ben realizzato? No. E' un buon film? Solo sotto alcuni aspetti. E' divertente? Per buoni tratti sì.
Dopo il successo di Batman Vs Superman, Dc e Warner (che poi la seconda è proprietaria della prima) portano sugli schermi il loro terzo film supereroistico del nuovo corso: Suicide Squad. Il primo senza Zack Snyder alla regia, affidata all'iper-realista David Ayer, responsabile anche della sceneggiatura. Oggettivamente il film parte male. La presentazione dei protagonisti porta via gran parte del primo tempo, la scelta della modalità schedario diventa noiosa e ripetitiva già dopo il terzo personaggio e tutti gli altri ne risentono. L'integrazione del Joker è un ulteriore peso. Onestamente il temibile avversario di Batman nulla ha a che fare con questo film. E' sì stimolo narrativo per il passato di Harley Quinn, ma la sua presenza sarebbe dovuta finire lì. Capisco chi si lamenti di aver visto scene nei trailer non integrate nella versione finale del film, capisco il risentimento di Jared Leto, che lo ha interpretato, (magari sarà presente in una Ultimate Edition per l'home video), ma devo ammettere che io l'ho visto come un orpello eccessivo. Anche se caratterizzato in modo nuovo, eccessivamente esagerato, ma interessante. Il McGuffin che muove tutta la trama, inoltre non è niente di nuovo, anzi è una delle soluzioni più utilizzate dagli ultimi film usciti. Qui, oltre tutto, non è di alcuna utilità. Sembra essere stata scelta come soluzione solo per non dover scrivere troppo per l'Incantatrice. 

Bella, magari anche brava, ma ridotta ad una ballerina di ula.
L'anello debole della sceneggiatura è colui che dovrebbe far da collante alle tre trame contemporanee: Rick Flagg. Joel Kinnaman sembra interpretare il tirapiedi della Wallace, il secondo di Deadshot ed il fidanzato di Clara Delevigne. Non sembra di essere capace di conquistarsi un posto suo, definito, senza dipendere da chi ha intorno. Quello che si è visto sullo schermo è stata una rappresentazione caotica di idee abbastanza confuse. Non vorrei che il film non sia la director's cut, ma una versione adattata alle esigenze degli spettatori che Ayer ha dovuto generare per incontrare i pareri emersi dalle anteprime per gli addetti ai lavori.

Da capire meglio.
Il cast. Bisogna dire che le qualità recitative individuali solo la forza del film.
Viola Davis interpreta una cinica, bastarda, senza scrupoli donna che crede fino al midollo in ciò che fa. Ottima.
Piacevole è Jai Courtney con la sua versione di Capitan Boomerang, così come, nel finale, mi coinvolge Jay Hernandez con il suo El Diablo.
Adewale Akinnuoye-Agbaje è irriconoscibile, ma mi ha divertito molto, nei panni di Killer Croc.

Ottima prima prova.
Ho adorato Karen Fukuhara nei panni di Katana, del Joker di Leto si è detto.

Coppia affiatata
Innegabile che i due personaggi una spanna sopra gli altri siano il Deadshot di Will Smith e la Harley di Margot Robbie. E' sorprendente, ma non inaspettato, ciò che Smith sia riuscito a fare con Floyd Lawton. Un personaggio secondario riemerso nel modo migliore. L'attore gli infonde il carisma, la faccia da schiaffi del Principe di Bel Air ed il sentimento paterno già visto in Alla ricerca delle felicità. Il suo cattivo, che è tanto cattivo da fare il giro da far trovare allo spettatore la giustificazione di ciò che fa, tanto da farlo sembrare uno dei buoni, si apre una breccia nel cuore di chi è seduto in sala a vederlo.
Harley. Nessuno, oggi, avrebbe avuto la faccia, il fisico, di portarla sullo schermo bene come Margot Robbie. La ragazza è uscita dalla tana del Lupo di Wall Street giusto in tempo. In quel film si è esposta, è entrata nell'immaginario erotico del maschio e si è conquistata, di diritto, il ruolo. Il caso ha voluto che questo ruolo sia arrivato solo due anni dopo rispetto a quello che l'ha lanciata. E' ovvio: lei ha le battute migliori, quelle più folli, quelle più dissacranti. Robbie ha reso in celluloide quello che Bruce Timm ha generato su carta venti e passa anni fa. 
Loro due da soli reggono il peso del film e lo sollevano nei momenti di stanca.

Momenti epici.
L'impatto visivo, sia costumi che scenografie, così come gli effetti speciali, fanno il loro. La scelta grafica pop anni '70 del secolo scorso, la musica rock opportuna, regalano il film qualche punto in più rispetto a quanti la trama confusa gliene avrebbe assegnati.

Ci sono i camei di Batman e Flash, una scene mid-credits e nessuna post-credits.

Un vero riassunto lo inquadrerebbe come un Sette Samurai che incontrano Godzilla scappando da Cloverfield. Non sempre prendendo il meglio da ciascun film.
A giorni di distanza non ho così voglia di rivederlo, ma devo dire che lo stesso mi è successo con Civil War, però sono pronto a dargli una seconda opportunità, in una versione home video di qualità.

Titolo originale Suicide Squad

Lingua originale inglese 
Paese di produzione Stati Uniti d'America 
Anno 2016 
Durata 130 min 
Rapporto 2,35:1 
Genere Cinecomic

Regia e Sceneggiatura David Ayer 

Soggetto John Ostrander (fumetto) 
Produttore Charles Roven, Richard Suckle 
Produttore esecutivo Geoff Johns, Deborah Snyder, Zack Snyder, Colin Wilson 
Casa di produzione Atlas Entertainment, DC Entertainment, RatPac-Dune Entertainment 
Distribuzione (Italia) Warner Bros. Pictures 
Fotografia Roman Vasyanov 
Montaggio Dody Dorn 
Effetti speciali Michael Innanen, Mark Breakspear, Jerome Chen, Michael S. Harbour, Charlie Iturriaga, Gregory D. Liegey, Robert Winter 
Musiche Steven Price 
Scenografia Oliver Scholl 
Costumi Kate Hawley 

Interpreti e personaggi

Will Smith: Floyd Lawton / Deadshot
Jared Leto: Joker
Margot Robbie: Harleen Quinzel / Harley Quinn
Joel Kinnaman: Rick Flag
Viola Davis: Amanda Waller
Jai Courtney: George "Digger" Harkness / Capitan Boomerang
Jay Hernandez: Chato Santana / El Diablo
Adewale Akinnuoye-Agbaje: Waylon Jones / Killer Croc
Ike Barinholtz: Griggs
Scott Eastwood: Tenente GQ Edwards
Cara Delevingne: June Moone / Incantatrice
 
Doppiatori italiani

Sandro Acerbo: Floyd Lawton / Deadshot
Simone D'Andrea: Joker
Domitilla D'Amico: Harleen Quinzel / Harley Quinn
Marco Foschi: Rick Flag
Emanuela Rossi: Amanda Waller
Francesco De Francesco: George "Digger" Harkness / Capitan Boomerang
Gabriele Sabatini: Chato Santana / El Diablo
Alberto Angrisano: Waylon Jones / Killer Croc
Alessandro Budroni: Griggs
Andrea Mete: Tenente GQ Edwards
Valentina Favazza: June Moone / Incantatrice

venerdì 12 agosto 2016

Hotel Transylvania 2

L'Hotel Transylvania è stato creato dal Conte Dracula per proteggere sua figlia Mavis dagli umani.
Ora la sua giovane virgulta, solo 1250 anni di vita vampirica, è maritata con l'impacciato umano Jonathan ed ha un bambino dai capelli rossi e ricci di nome Dennis. Diventata mamma, Mavis, è diventata anche iper-protettiva verso il suo cucciolo. Ai suoi occhi il piccolo umano non dovrebbe vivere nell'hotel, ma nella città di origine di suo padre, Santa Cruz. Né Jonathan né Dracula sono d'accordo. Quando mamma e papà gli lasciano il nipotino per andare a visitare la California, Dracula ed i suoi amici decidono di aiutare Dennis a sviluppare i suoi poteri vampirici. Sarà la festa per il suo quinto compleanno e l'arrivo del bisnonno Vlad a chiarire definitivamente i ruoli in famiglia.

Genndy Tartakovsky torna alla regia di questo secondo capitolo di Hotel Transylvania, di cui non ho visto il primo, idea partorita, già in origine, da Adam Sandler ed i suoi soci. Tartakovsky accantona momentaneamente i suoi successi televisivi (tipo le Superchicche, ricordate) e torna alla CGI pura per generare questa ora e mezza d'intrattenimento. Riusciti decisamente bene sono due personaggi: Dennis e Mavis. Il primo perché è un cucciolotto tenero, riccio con gli occhi rossi, sulla cui crescita si tiene in piedi tutto il film, fosse stato debole lui gli eventi si sarebbero accatastati l'uno sull'altro senza stimoli. La seconda perché la milf più interessante del mondo dell'animazione da anni. Il suo character design non mette in mostra una teen-ager bella a prescinde, ma le armonizza fianchi e ventre e mette in risalto l'espressività degli occhi e del sorriso: un buon motivo per i papà per vedere il film con i loro figli.
I personaggi di contorno sono di contorno. Jonathan non muove alcunché, gli sketch di Frankie e del lupo mannaro son sempre gli stessi ripetuti più e più volte. L'integrazione tra umani e mostri è fin troppo semplice e data per scontata.

L'animazione, e le musiche, di distinguono per la buona riuscita dell'insieme.

Se soprassediamo all'eccessiva umanizzazione dei mostri, i grandi classici che hanno spaventato al cinema i nostri nonni nelle interpretazioni di Bela Lugosi e Chirstopher Lee), e non è facile, lasciandosi coinvolgere dal film per bambini quale questo è, il tempo passato in compagnia dei personaggi e ben speso. Certo, alla fine, il tutto risulta tirato un po' troppo per le lunghe, ma chi ci sta più a pagare il biglietto del cinema per un film da 65/70 minuti (titoli di coda compresi)?

Titolo originale Hotel Transylvania 2 

Lingua originale inglese 
Paese di produzione USA 
Anno 2015 
Durata 89 
Rapporto 1,85:1 
Genere animazione

Regia Genndy Tartakovsky 

Sceneggiatura Robert Smigel, Adam Sandler 
Produttore Michelle Murdocca 
Produttore esecutivo Adam Sandler, Robert Smigel, Allen Covert, Ben Waisbren 
Casa di produzione Columbia Pictures, LStar Capital, Sony Pictures Animation 
Distribuzione (Italia) Sony Pictures Entertainment 
Storyboard Patrick Harpin 
Character design Andre Medina 
Animatori Frédéric Côté, Tote González, Julius Kwan, Tony Mecca, Alessandro Ciucci 
Montaggio Catherine Apple 
Musiche Mark Mothersbaugh 
Scenografia Michael Kurinsky 

Doppiatori originali

Adam Sandler: Dracula
Andy Samberg: Jonathan
Selena Gomez: Mavis
Kevin James: Frank/Frankenstein
David Spade: Griffin, l'uomo invisibile
Steve Buscemi: Wayne
Keegan-Michael Key: Murray, la mummia
Molly Shannon: Wanda
Fran Drescher: Eunice
Mel Brooks: Vlad
Asher Blinkoff: Dennis
Chris Kattan: Cakie
Mega Mullally: Linka
Nick Offerman: Mike
Dana Carvey: Dana
Rob Riggle: Bela
Sadie Sandler: Winnie
 
Doppiatori italiani

Claudio Bisio: Dracula
Davide Perino: Jonathan
Cristiana Capotondi: Mavis
Paolo Marchese: Frank/Frankenstein
Mino Caprio: Griffin, l'uomo invisibile
Luca Dal Fabbro: Wayne
Luigi Ferraro: Murray, la mummia
Stefanella Marrama: Wanda
Graziella Polesinanti: Eunice
Paolo Villaggio: Vlad
Anita Ferraro: Dennis
Nanni Baldini: Erik
Roberto Draghetti: Bela
Franco Mannella: Tortie

giovedì 11 agosto 2016

Fantastic 4

Reed Richards è un bambino intelligente e nel garage di casa sua ha creato il teletrasporto. Dopo sette anni di prove, insieme al suo amico Ben Grimm, lo presenta alla fiera della scuola e viene squalificato, perchè ritenuto un gioco di prestigio. Qui, però, viene notato dal Dott. Franklin Storm e sua figlia adottiva Susan. Per la sua idea viene premiato con una borsa di studio a New York e messo a lavorare sullo stesso progetto, ma in scala 1:1. Qui collabora con un altro genio, Victor Von Doom, e con l'altro figlio del Dott. Storm, Johnny.
La creazione riesce e prima che il Governo gli porti via la creazione i tre maschietti, più l'imbucato Ben, provano la macchina e vengono trasportati su un mondo verde e grigio in un'altra dimensione. Ovviamente Victor combina un casotto e non riesce a tornare indietro. Riescono gli altri tre, anche con l'aiuto di Sue, ma vengono travolti da un'onda di energia che muta i loro fisici. Ben diventa di roccia, Johnny di fuoco, Reed si allunga tutto e Sue diventa invisibile.

Sottoposti ad esperimenti dovranno tornare sul pianeta parallelo per salvare la Terra.

Ve l'ho fatta breve che 100 minuti di questo film sfrantumano i maroni già così, figuriamoci a raccontarli. Cosa non va? Tutto.
Alla fine della visione si ha la sensazione di aver assistito al nulla assoluto. La pellicola non ha una trama con un nucleo definito, ma si presenta come una successione di eventi telefonati che non stupiscono. I protagonisti passano la maggior parte del film, tranne gli ultimi dieci minuti, a fissare schermi di computer ed a digitare codici su delle tastiere. La loro trasformazione li spaventa tanto quanto la prima comparsa dei brufoli sul viso di un adolescente. Quello che però disturba, anche se si conosce veramente poco dei F4, è la mancanza di legame familiare tra i protagonisti. Dal momento della loro nascita il gruppo è sempre stato LA famiglia dell'Universo Marvel. Qui si ha solo un sentore di amicizie e cameratismo tra i maschi e, l'eventuale, attrazione tra Reed e Sue è così soffocata da non essere nemmeno intuibile.

"Me che film di me... è? "Il nostro sorellina."

E da qui parte il problema della recitazione. Se avessero disegnato degli smile su delle assi di legno e sostituito gli attori con questi il film ci avrebbe sicuramente guadagnato. I protagonisti sono legnosi ed incerti. Non c'è uno che si salvi. Mi chiedo come sia stato possibile, da parte della Fox, mettere insieme un cast così scarso e fuori registro.

Si salvano gli effetti speciali. No, scherzo. Non si salvano neanche quelli se non i dieci secondi di presenza dello scimmiotto. La classica cavia pre-viaggio umano, creata totalmente in CGI è veramente bella (anche perchè, si dice, abbia richiesto metà del budget del film solo per lei). Gli altri effetti (forse si salva solo quello delle fiamme della Torcia) sono evidentemente posticci ed appiccicati su fondali blu. Si nota benissimo l'interazione tra creature digitali ed esseri umani. Decisamente una profonda tristezza.


"Sò la mummia, te piaccio?"
Il tutto per non parlare dei costumi. Se possiamo soprassedere, nella loro necessaria semplicità, per quelli di Sue e Reed e di quello di Johnny abbiamo detto, non possiamo far spallucce per La Cosa e Destino. Quando ho visto il secondo sullo schermo ho pensato immediatamente di aver cambiato film e di essere capitato in un nuovo remake della Mummia. Invece non era così. Inguardabile. Se il Ben Grimm dei due film precedenti pagava il fatto di essere un essere umano costumato (molto convincente per l'epoca) e quindi di non poter così imponente come avrebbe dovuto, non si capisce perchè anche qui sia successo lo stesso. Senza pantaloni e senza un senso, la roccificazione del futuro eroe è triste e sconsolante.

Quello che mi consola è che sono riuscito a vederlo senza perdere tempo vitale importante per altre cose. Non invidio coloro che si sono recati al cinema, pagando il biglietto, per subire questa tortura. Se non avesse avuto già i suoi problemi, sarebbero stati autorizzati ad andare a casa sua a cercare Josh Trank ed a rifilargli uno schiaffone sonoro.
Finalone epico! No, scherzavo.
Decisamente il peggior film di supereroi ad alto budget che mi sia capitato tra le mani. Riqualifica pesantemente Lanterna Verde. Onestamente devo ancora vedere il secondo Amazing Spiderman, magari si insedia sul podio al secondo posto, chi lo sa.

Ricordiamo che, in ogni caso, il film ha ottenuto i premi che si è meritato. E' stato protagonista dei Razzie Awards 2016 con cinque candidature e tre premi vinti: Peggior film (ex aequo con Cinquanta sfumature di grigio), Peggior regista a Josh Trank, Peggior prequel, remake, rip-off o sequel.

Titolo originale Fantastic Four 

Lingua originale inglese 
Paese di produzione USA 
Anno 2015 
Durata 100 min 
Rapporto 2,35 : 1 
Genere Cinecomic

Regia Josh Trank 

Soggetto Stan Lee e Jack Kirby (fumetto), Josh Trank e Jeremy Slater (storia) 
Sceneggiatura Simon Kinberg, Jeremy Slater 
Produttore Simon Kinberg, Gregory Goodman, Hutch Parker, Matthew Vaughn 
Produttore esecutivo Avi Arad, Stan Lee 
Casa di produzione 20th Century Fox, Marvel Entertainment, Marv Films 
Distribuzione (Italia) 20th Century Fox 
Fotografia Matthew Jensen 
Montaggio Elliot Greenberg 
Effetti speciali Skylar Gorrell, Matthew Brady Harris 
Musiche Marco Beltrami, Philip Glass 
Scenografia Chris Seagers 
Costumi George L. Little 
Trucco Bridget Bergman, Jack Lazzaro, LeDiedra Richard-Baldwin 

Interpreti e personaggi

Miles Teller: Reed Richards / Mister Fantastic
Kate Mara: Susan "Sue" Storm / Donna invisibile
Michael B. Jordan: Johnny Storm / Torcia Umana
Jamie Bell: Ben Grimm / La Cosa
Toby Kebbell: Victor von Doom / Dottor Destino
Tim Blake Nelson: Dott. Harvey Allen
Dan Castellaneta: Mr. Kenny
Reg E. Cathey: Dott. Franklin Storm
 

Doppiatori italiani

Flavio Aquilone: Reed Richards / Mister Fantastic
Letizia Scifoni: Susan "Sue" Storm / Donna invisibile
Simone Crisari: Johnny Storm / Torcia Umana
Luigi Morville: Ben Grimm / La Cosa
Andrea Mete: Victor von Doom / Dottor Destino
Francesco Prando: Dott. Harvey Allen
Raffaele Palmieri: Mr. Kenny
Alberto Angrisano: Dott. Franklin Storm

martedì 9 agosto 2016

Stranger Things

6 novembre 1983. Dopo la loro classica campagna serale di Dungeon's & Dragons i quattro dodicenni, Mike, Dustin, Will, Lucas devono tornare alle loro case. Mike li ha ospitati e gli altri tre inforcano le loro bici. Le strade di Hawkins sono deserte, la cittadina, da sempre, tranquilla. Lucas è il primo ad arrivare. Dustin e Will decidono di fare una gara fino a casa del primo, Will proseguirà, abita più lontano. Solitario, su strade poco illuminate e deserte, nei pressi di Bosco Atro, qualcosa gli si para davanti. Will si spaventa, cade dalla bici, si ferisce e, di corsa, raggiunge casa sua. Spaventato, sa di essere stato seguito, e cerca di sfuggire in ogni modo al suo predatore. Non ci riesce,

Jonathan e Joyce, suo fratello maggiore e sua mamma, la mattina dopo non lo trovano a casa. Si preoccupano e contattano l'ufficio dello sceriffo perchè indaghi sulla scomparsa del ragazzino.

Nello stesso lasso di tempo, nei recessi della compagnia di distribuzione di energia di Hawkins è successo qualcosa. Un portale verso un'altra dimensione si è aperto e da qui ha avuto accesso al nostro mondo il cacciatore di Will. Il capo in testa, Dr. Martin Brenner, accompagnato dal suo losco passato, aiutato dall'esercito americano e dalla sua polizia militare, ne è alla caccia. Ha, però, un altro problema: la fuga di una ragazzina di dodici anni, dai capelli rasati, che teneva prigioniera e che sottoponeva a strani esperimenti, il cui solo nome è Undici.

La caccia al mostro, la fuga di Undici, la ricerca di Will da parte dei suoi amici e dei suoi familiari (gli uni all'insaputa degli altri) metteranno in moto una serie di eventi decisamente pericolosi.
La cumpa
Te ne hanno parlato tanto che alla fine l'hai vista anche tu. Non sei partito convinto, ma la partita iniziale a D&D, quello con la scatola rossa, quello vero, quello senza troppo regole e prove rallenta gioco, ti ha fatto dire "Però! Forse, forse." Ecco, ma è finita lì.
Sono solo otto puntate e, anche per questo, si arriva in fondo alla serie con interesse, ma l'effetto, per chi ha vissuto davvero gli anni de I Goonies, Poltergeist, Stand By Me, Et è "è tutto finto". Se questo genere di finzione aveva funzionato abbastanza bene in Super8, qui non ci riesce. Summa tutto ciò che è stato visto, letto e scritto negli anni del cinema di culto, ma, proprio per questo non riesce ad immedesimarmi nell'effetto nostalgia cercato. L'ambientazione, fondamentale per un progetto del genere, è, in ogni caso, riuscita. Nonostante l'effetto svuota cantina, spesa su ebay e ripescaggio oggetti di scena vintage, l'atmosfera di Hawkins, delle sue strade, le case alla Elm Street, gli abiti, i veicoli, le biciclette, creano una connessione tra lo spettatore, più giovane, con qualcosa che non c'è più e che non ha vissuto.

Variazioni nella cumpa
Anche la scrittura, esibizionisticamente citazionista, tanto da mettere sul fuoco più carne possibile, ricrea tutti gli stereotipi nati nel decennio d'oro per le avventure dei ragazzini. Si parte dal walkie talkie, che ti permetteva di parlare con il mondo intero, le bici BMX, o simili, simbolo di libertà e di avventura per tutti i preadolescenti, i bulltetti grandi e piccoli (che non sono scomparsi nei decenni), le torce elettriche, la fionda che ha sconfitto IT, il padre assente, la madre che c'è sempre a parole, ma alla fine non c'è neanche lei, la ragazzina da copertina di Cioè, gli esperimenti segreti, l'orrore nascosto, il poliziotto di città trasferitosi, per motivi personali, in provincia, i superpoteri della ragazzina aliena, ma che è solo frutto di un esperimento incosciente. C'è tutto, non manca niente. C'è troppo. Quello che manca è l'originalità narrativa. Tutto telefonato, nessuna sorpresa, nessun plot twist che scardini la convinzione di sapere ciò che succederà. Anzi, a volte, la stesura risulta persino lacunosa, lasciando senza risposta domande a cui avrebbe dovuto darle. Oltre a questi piccolo buchi narrativi c'è una domanda che mi ha perseguitato per alcune puntate centrali: possibile che una madre che ha appena seppellito un figlio, il minore, e non vede il secondo, il maggiore, per giorni se ne vada in giro a farsi i fatti suoi senza essere preoccupata?

Passeggiata sui binari del treno? C'è!
Sotto il profilo del cast niente da eccepire, invece. Se non che si i cacciatori di talenti han voluto, ancora una volta, ricreare eccessivamente l'atmosfera di Stand by Me e de I Goonies calando ragazzini moderni nei panni di quelli storici.


Il quartetto di nerdini protagonista della serie è azzeccato, ma fin troppo stereotipato.

Dai, prova tu.
Nancy, sorella di Mike, ha una buona crescita, ma si porta dietro un zavorra decisamente pesante, sin dai primi episodi.


Un cognome da citazione.
Dello sceriffo si è detto. Un passato solo accennato per tutta la serie che salta, prepotente, fuori nell'ultimo episodio.

Miss Epistassi 2016.
Undici. Poteri derivanti da un esperimento dell'esercito. E', ovviamente, collegato a lei l'arrivo dell'essere nel nostro mondo*. E' una piccola ET umanizzata. Brava lei, anche se la richiesta di inespressività del suo personaggio non le può, a priori, aprire una porta per nuovi ruoli in altre produzioni.

Prima fono e poi lacco, giusto?
Matthew Modine è uno dei due nomi famosi del cast di Stranger Things. Non l'ho mai seguito nei suoi lavori precedenti, non mi ricordo, senza consultare IMDB, un suo film famoso (se escludiamo Full Metal Jacket ed un cameo ne Il Cavaliere Oscuro). Il ruolo, con quei capelli bianchi e vaporosi si addice parecchio al suo fisico ed al suo viso. Scelta azzeccata.

E giungiamo al vero motivo per il quale mi sono cimentato nella visione di questa serie.

Finalmente!

Winona Rider alla sua prima serie televisiva come protagonista. Ragazza prodigio degli anni qui narrati, relegata da Hollywood ai margini per i suoi problemi personali e con la legge, ritornata al successo con Il Cigno Nero, esibisce tutte le sue migliori doti in questa incarnazione. E' una madre della classe lavoratrice americana, divorziata, due figli, tante responsabilità. Mette in scene le nevrosi di una madre che sa di avere ragione, nonostante non sia creduta da nessuna. Una madre disposta a mettere in gioco la sua propria vita per ciò in cui crede: che il figlio sia ancora vivo a discapito delle evidenze in cui tutti gli altri credono.
Unico difetto del suo ruolo? L'eccessivo "effetto lucido" che è stato scelto, dai truccatori o chi per loro, alla sua pelle. Decisamente fastidioso. Verso la fine sparisce e la sua prestazione artistica si apprezza ancora di più.

I Duffer Brothers, gente mai sentita, ha raggiunto lo scopo previsto: portare in scena un mix tra horror e fantascienza che si rifacesse ai classici di Carpenter e Stephen King della gloriosa epoca del secolo scorso che ha segnato il cinema avventuroso con e per ragazzi.

Un messaggio da Babbo Natale?
Curiosa l'impostazione grafica del titolo della serie, come curiosa è la scelta del modo in cui presentare ogni episodio, capitolo, della vicenda. Costruzione ispirata ai lavori di Richard Greenberg, disegnatore delle grafiche dei titoli di testa di come Alien, Stati di allucinazione, Superman e I Goonies,e miscelata con la scelta di ricalcare lo stile dei titoli delle copertine dei libri di Stephen King. Il fon scelto per proporre le lettere del titolo della serie ricordano ed il particolare effetto di dissolvenza   i titoli di testa de La zona morta.

La serie, in se per se, è ben realizzata. L'effetto finto, però, sovrasta gran parte della messa in scena. Si lascia vedere, ma non capisco l'eccessivo entusiasmo intorno a questo fenomeno. Se volessero, davvero, realizzare una seconda stagione dovrebbe seguire il percorso tracciato da American Horror Story: stesso titolo, mistero diverso.

Visto che la caratteristica fondamentale della sere è il diretto omaggio ai film di fantascienza ed horror degli anni '80d el secolo scorso, ecco, direttamente da Wkipedia, una serie di citazioni e riferimenti, con i quali si può essere d'accordo o meno, che vi potete trovare davanti durante la visione:

Caratteristica della serie è l'omaggio a molte pellicole cinematografiche del cinema fantastico; tra i riferimenti di maggior rilievo:
il legame tra i ragazzi protagonisti e le loro avventure ricordano I Goonies e Stand by Me - Ricordo di un'estate;
il modo con cui "Undici" e Mike si conoscono e molte altre scene che li vedono protagonisti ricordano E.T. l'extra-terrestre:
le creature senza volto presentano elementi in comune con le creature di Predator e Alien; il modo con cui sono attratte dal sangue ricorda invece Lo squalo:
il modo con cui Will cerca di comunicare nella propria casa con la madre dopo la sua scomparsa è molto simile a quanto visto in Poltergeist, mentre la scena in cui si vedono le pareti distendersi ricorda Videodrome:
"Undici" raggiunge il suo pieno potenziale in stato di completo isolamento in una vasca di deprivazione sensoriale similmente a quanto avviene in Stati di allucinazione; le sue capacità ricordano le protagoniste di Carrie e Fenomeni paranormali incontrollabili:
l'investigazione fotografica di Jonathan e Nancy ricorda Blow-Up:
l'ossessione che Joyce sviluppa verso il soprannaturale e il tentativo di mettersi in contatto con il figlio ricorda Incontri ravvicinati del terzo tipo:
il laboratorio segreto governativo ricorda quello di The Manhattan Project:
il litigio tra Jonathan e Steve nel sesto episodio ricorda quello di Roddy Piper e Keith David in Essi vivono:
Dustin fa più volte riferimento al tradimento di Lando in L'Impero colpisce ancora:
a casa di Jonathan si vede la locandina di La casa; in quella di Mike quella di La cosa:
il nome di diversi personaggi rappresenta omaggi ad artisti o protagonisti di altri film; l'agente che trova il corpo di Will ad esempio si chiama O'Bannon in onore di Dan O'Bannon, autore della prima regia di John Carpenter:
il modo con cui chi entra nel "sottosopra" rischia di trovarsi davanti le creature e come queste trascinino lì le proprie vittime ricordano i sogni di A Nightmare on Elm Street:
la scena in cui Jonathan, mentre è alla ricerca del fratello, si ferma per spiare Nancy a casa di Steve ricorda Omicidio a luci rosse:
la radio della scuola con cui i ragazzi riescono a mettersi in contatto con l'altra dimensione ricorda quella di The Fog:
il modo con cui Undici usa i suoi poteri sui nemici facendo anche uscire del sangue dai loro occhi ricorda Scanners:
lo stile registico è stato spesso accostato a quello di Spielberg; le atmosfere ricreate, e specialmente i sottofondi musicali utilizzati, ricordano quelli di Carpenter.

In ogni caso, subriferimenti ad Aliem e Ritorno al Futuro sono ritrovabili nella rappresentazione visiva della narrazione.

Titolo originale Stranger Things 

Paese Stati Uniti d'America 
Anno 2016 – in produzione 
Formato serie TV 
Genere suspense
Stagioni 1 
Episodi 8 
Durata 47-51 min (episodio) 
Lingua originale inglese 

Caratteristiche tecniche
Rapporto 2:1 
Risoluzione 4K 
Audio Dolby Digital 5.1 

Crediti

Ideatore Matt e Ross Duffer 

Interpreti e personaggi

Winona Ryder: Joyce Byers
David Harbour: Jim Hopper
Finn Wolfhard: Mike Wheeler
Millie Bobby Brown: "Undici"
Gaten Matarazzo: Dustin Henderson
Caleb McLaughlin: Lucas Sinclair
Natalia Dyer: Nancy Wheeler
Charlie Heaton: Jonathan Byers
Cara Buono: Karen Wheeler
Matthew Modine: Dr. Martin Brenner
 

Doppiatori e personaggi

Giuppy Izzo: Joyce Byers
Alessandro Budroni: Jim Hopper
Tommaso Di Giacomo: Mike Wheeler
Chiara Fabiano: "Undici"
Mattia Fabiano: Dustin Henderson
Luca De Ambrosis: Lucas Sinclair
Veronica Benassi: Nancy Wheeler
Federico Campaiola: Jonathan Byers
Annunziata Di Somma: Karen Wheeler
Stefano Benassi: Dr. Martin Brenner
 

Produttore esecutivo Matt Duffer, Ross Duffer, Shawn Levy, Dan Cohen 
Casa di produzione Camp Hero Productions, 21 Laps Entertainment, Monkey Massacre 

Prima visione
Pubblicazione originale
Dal 15 luglio 2016 
Sito web Netflix 

Pubblicazione in italiano
Dal 15 luglio 2016 
Sito web Netflix 

*se sei arrivato qui è perchè hai visto l'asterisco lassù. Ora... Se vai avanti a leggere ti becchi uno spoiler grande come una casa. Ti avviso.

Ti ho avvisato.

Non ti avviso più.

Il finale... Se il Sottosopra dove è stato relegato Will per tutta la stagione non fosse una dimensione parallela? Se la pulce necessaria per raggiungerlo non aprisse un passaggio verso un altro mondo, ma verso il futuro del nostro?
Will viene trovato intubato dalla creatura (un'imbozzolatura stile Alien) e, una volta tornato a casa, tossisce nel lavandino un lumacone. Se quel lumacone non fosse "il figlio della cosa", ma la cosa stessa? Se l'atmosfera del mondo in negativo fosse pericolosa per una battaglia condotta dall'umanità nel futuro e quella creatura fosse l'unica sopravvissuta?

Poco prima del finale: perchè lo sceriffo lascia dei biscotti e dei Waffle in quella cassa nel bosco? Cosa gli hanno detto i militari quando l'hanno prelevato all'uscita dell'ospedale in cui il redivivo Will stava venendo assistito?

Manca qualcuno.